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foto Mauro Topini - Campo de'fiori

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<strong>foto</strong> <strong>Mauro</strong> <strong>Topini</strong>


2 <strong>Campo</strong> de’ fioriFarmacie Civita Castellana aperte nel periodo di ferieFarmacia Sassacci chiusa per ferie dal 16 Agosto al 04 SettembreDal 31 Luglio al 6 Agosto Farmacia Comunale 1Dal 7 al 13 Agosto Farmacia Comunale 2 – Via V. Ferretti 95/ tel. 0761.513002Dal 14 al 20 Agosto Farmacia Comunale 1Dal 21 al 27 Agosto Farmacia Comunale 2Dal 28 Agosto al 4 Setembre Farmacia FilizzolaFarmacia Sassacci chiusa per ferie dal 16 agosto al 04 Settebre.Turni Benzinai Civita Castellana Domeniche di Agosto06: Api Via Flaminia Borghetto – Agip Via Terni13: Api Via Flaminia Borghetto – Agip Via Terni15: Api Via Flaminia Borghetto – Agip Via Terni20: Tamoil Via Flaminia e IP Variante Nepisina – Tamoil Via Falisca27: Tamoil Via Flaminia e IP Variante Nepisina – Tamoil Via Falisca


<strong>Campo</strong> de’ fiori 3Un mese disolitudineSandro AnselmiL’altra mattina ero a casa di una mia conoscente,persona di una certa età, vedova,quando sono venuti a salutarla il figlio, lanuora e la nipotina, che partivano per levacanze estive.La gioia della nipotina era incontenibile espiegava alla nonna tutti i luoghi cheavrebbe visitato, tutti gli amichetti cheavrebbe incontrato e, perciò, non vedeval’ora di partire, mal subendo questo attardarsinei convenevoli.La nonna mostrava di essere felice persoddisfare la nipotina, ma non era così…Ora sentiva tutta la tristezza e la paura direstare sola e sentiva l’abbandono dei suoicari.Per tutto l’anno aveva temuto quelmomento, ed ora era arrivato.Si mangiava con gli occhi la nipotina cheavrebbe rivisto solo dopo un mese e chiedevaal Signore le cose migliori e che nonle fosse capitato nulla, così che al lororitorno, li avrebbe potuti riabbracciaretutti.attivati in aiuto delle persone sole e bisognose,per dare loro una preziosa compagnia,per aiutarle nelle faccende domestichee fare la spesa. La loro opera è esemplaree vorrei che l’esempio si allargassedappertutto. Un altro servizio in funzione ,del Ministero della Salute, è l’istituzione diuna linea telefonica che risponde ai problemilegati all’emergenza caldo.Infatti, telefonando al numero 1500 le personeche, per età o condizioni di salutecorrono maggior rischio per l’eccessivacalura, ricevono le giuste indicazioni nelmodo di comportarsi.Il numero è attivo tutti i giorni dalle 08:00alle 20:00, fino al 31 Agosto.Sono queste, forse, piccole cose, ma nonvoglio abbandonare la speranza che ilmessaggio arrivi direttamente alle famiglieche, come quella del mio racconto, possanomagari pensare di portare i loro “vecchi”in vacanza con loro.Nei mesi estive e specialmente in Agostoc’è infatti un nuovo popolo di abbandonati,di dimenticati: i vecchi, gli ammalati, idisabili.Ho già toccato questo argomento lo scorsoanno scrivendo “l’isola che non c’è” e vorreiche la riproposizione di un messaggiocosì delicato ed importante, arrivasse allacoscienza delle persone sensibili, mai troppee mai troppo attive.Servirebbe una cultura diversa, rispettosadei diritti dei meno fortunati ed una volontà,anche politica, di dare segni tangibili,concreti.Spesso invece si rimane sui buoni propositie sulle sane intenzioni.Però qualcosa è successo!Le cronache nazionali hanno riportato che,in alcune città, gruppi di volontari si sono


Alfonsostraordinario colle4<strong>Campo</strong> de’ fioriAlfonso Tozzidi Cristina EvangelistiSe mai avete visto una collezione che vi hacolpito, aspettate di conoscere quella diAlfonso Tozzi.79 anni, funzionario della Cassa Depositi ePrestiti in pensione, Commendatore dellaRepubblica, Alfonso Tozzi è attualmente ilmaggiore collezionista italiano di bustineda barba.Fin dagli anni ’70 Alfonso Tozzi iniziò adinteressarsi, non tanto alla lametta in sestessa, ma alla bustina che la conteneva, icui disegni non erano altro che illustrazionidove venivano riportati avvenimentidella storia italiana:“Mi incuriosì e mi gettai subito in questonuovo filone – ricorda il CommendatoreTozzi – Pensavo che, al massimo, ne fosserostate realizzate un centinaio di tipi.Mai avrei immaginato che le lamette prodottenel mondo fossero oltre centomila”.“Le più belle erano le italiane, seguite daquelle spagnole.Il periodo fascista fu quello di massimosplendore e di maggiore produzione. Ogniavvenimento era ricordato con un disegnosulle bustine, che poi prendevano il nomedall’ illustrazione.Ci furono Adua, Balilla, Bartali, Coppi,Dux, Ambrosiana……”.Fra queste non mancano, inoltre, illustrazionidi volti e figure femminili, miniaturedi animali, talvolta dai tratti mitologici, epersonaggi come Cicerone, Nerone,Dante, Rubens, Casanova e molte altre.Attualmente la collezione del Tozzi si componedi 27.000 esemplari tutti diversi e,famosissimo nel mondo del collezionismo,è stato invitato a diverse trasmissioni televisivecome “Mattina Due” su Rai 2, “Uno


<strong>Campo</strong> de’ fiori5Tozzizionista romanosu cento” su Rai 1, “Maurizio CostanzoShow” su Canale 5 e tante altre, ed ha collaboratoa moltissime riviste specializzatecome La gazzetta dell’antiquariato, Il mercatinodel collezionista di Roma, eL’Informazione del collezionista di Pescara.Hanno scritto di lui “Il Tempo”, “IlMessaggero”, “Il Giornale”, “LaRepubblica”, “Il Mattino”, “Italia Oggi”,“Famiglia Cristiana”, “Gente Money”,“Venerdì di Repubblica”, “Cronaca Vera” etanti, tanti altri giornali.Nel 1984 Alfonso Tozzi ha pubblicato unnumero unico, “La lametta”, destinato aicollezionisti e per otto anni ha curato larubrica di otto pagine “La lametta – parliamone”sul periodico romano Globus.Il 1° Gennaio 1992 l’Accademia Orazianadi Lettere, Scienze e Arti, gli ha conferitol’attestato di Accademico “per la ricerca sulcollezionismo minore e per aver, da unacertosina analisi, realizzato un catalogosulla lametta da barba”.Nel 1993 alla mostra del collezionismo,indetta a Milano dalla F.I.T.A.C., dove parteciparonotantissimi standisti, fu insignitodella targa d’argento, in seguito al grandesuccesso ottenuto.Da parte nostra ci auguriamo che AlfonsoTozzi voglia, dalle prossime uscite di<strong>Campo</strong> de’ fiori, introdurre i nostri lettorinell’affascinante mondo del collezionismo.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 7Civitonici IllustriIl Professore Luigi Paolellidel Prof. Arch. Enea CisbaniautoritrattoIl Professore LUIGI PAOLELLI, insegnante –ceramista e pittore, nasce a CivitaCastellana nel 1926.Compiuti gli studi artistici prima nell’Istitutod’Arte di Civita Castellana e successivamentepresso il Liceo Artistico di Via Ripetta inRoma, si dedica giovanissimo all’insegnamentocome Docente di Discipline Plastichepresso l’Istituto Midossi di Civita Castellanae nell’Istituto d’Arte di Salerno, dove rimanecome apprezzato artista e insegnante fino al1984.Nel 1948 con la sua partecipazione allaRassegna Nazionale di Arti Figurative promossadalla Quadriennale di Roma, iniziauna folgorante carriera artistica con unaserie di presenze a importanti rassegnenazionali fra cui le Quadriennali di Roma del1951, 1955 e 1959 e i Premi Spoleto del1954 e 1956 e le mostre di “arte contemporaneanell’abitazione”, svoltesi a Roma nel1955 e 1956.Nel 1958 e 1964, allestisce a Viterbo pressola Galleria d’Arte “il Camino”, una serie diimportanti manifestazioni artistiche, cheriscuotono immediati consensi dalla criticad’arte.Nel 1953 si classifica al secondo posto alPremio di Pittura “Città di Viterbo”.Vince, inoltre, importanti premi a MaglianoSabina, Acquapendente e Civita Castellana.Nel 1968 è il vincitore della VII edizione delPremio Casciano a Seiano.Nel 1978 ottiene il 1° premio alla Rassegnadi Pittura di Minori dedicata a Lisa Krugell.Tra il 1971 e il 1978 tiene una serie diimportanti personali presso le più famoseGallerie d’Arte Italiane: “Quattro PittoriSalernitani” alla galleria “Nuova Sfera” diMilano, Collettiva alla Galleria “Il Cavalletto”di Catania e la Personale al Centro d’ArtePietro Scopetta di Amalfi.Dal 1948 al 1955, prima della sua definitivapartenza per Salerno, dove tuttora vive, ilprofessore lascia a Civita Castellana unaserie di importanti opere: la serie dei Tritticie dei Pannelli in ceramica per la Chiesa diSan Lorenzo in Via Attilio Bonanni e ilrestauro dell’abside con opere in ceramicadella Chiesa di San Benedetto in ViaVincenzo Ferretti.Nei dipinti della Chiesa di San Lorenzo raffiguraad altezza naturale importanti Santidella Chiesa, raggiungendo eccelsi livelli diperfezione formale e pittorica nella rappresentazionedei dettagli anatomici e naturali,collocando le stesse figure su un fondodorato da cui emergono in tutta la loro sublimebellezza.I trittici, originariamente, erano collocati incorrispondenza delle due absidi delle navatedi destra e sinistra e in quella centrale incorrispondenza dell’altare maggiore.Successivi interventi sulle opere internedella Chiesa hanno modificato notevolmentel’assetto originario e il trittico principale dell’absidemaggiore è stato spostato in unaltro contesto perdendo così la sua originariafunzione.Nel Portico della Chiesa sono collocati, invece,i tre pannelli in ceramica raffiguranti SanGiovanni Battista, San Lorenzo e il CristoBenedicente collocato in corrispondenza dell’ingressoprincipale, opere in ceramica realizzatedal professore e dagli allievidell’Istituto d’Arte.Nella Chiesa di San Benedetto in Via Ferretti,interviene sull’abside interna, modellandol’andamento curvilineo della stessa con unaserie di rivestimenti in ceramica dorata eponendo ai lati dell’antico crocifisso ligneo lefigura di importanti santi della chiesa.Nella monumentale produzione artistica delPaolelli, il cosiddetto “periodo civitonico”riveste un ruolo importante e fondamentaleconsiderata l’importanza del maestro nelcontesto della pittura italiana contemporanea.Tale periodo va salvaguardato tutelando leopere maggiori citate e avviando una seriacatalogazione degli innumerevoli dipinti,generalmente oli su tela, conservati pressocollezioni private e pubbliche.Alle Istituzioni Culturali di Civita Castellana ilcompito di pubblicizzare quei “Figli Illustri”,a torto disattesi e dimenticati.


8<strong>Campo</strong> de’ fioriCari amicila storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure.Conservate gli inserti e... buona letturadai vostri Cecilia e Federicosoggetto e testo Sandro Anselmicontinua sul prossimo numero...


<strong>Campo</strong> de’ fiori 9La protesta dei pendolaridi Debora AttanasioUna mattina dimaggio, alla stazionedi RignanoFlaminio, una passeggeraparla colcapostazione:“Buongiorno, miscusi, ho visto che iltreno delle 08.01 èpassato con unanticipo di seiminuti. E’ il mioorologio che vamale o avete cambiato gli orari?” “Nosignò, quello che è appena passato eraquello delle 07.41. Però l’orario è cambiato:quello delle 08.01 da ieri passa alle08.07”, “E quello delle 08.26, a che ora èstato spostato?”, “Quello da ieri è statospostato alle 08.29, ma da oggi è soppresso”,“Ah, capisco. Ma visto che quellodelle 07.41 è passato alle otto meno cinque,mi sa dire se quello delle 08.07 faràritardo?”. A questo punto il capostazionelancia alla passeggera uno sguardo scocciato,le volta le spalle e mentre rientra nelsuo ufficiolo borbotta “Speriamo…”,“Scusi”, incalza la passeggera pedinandolo,“ma se non me lo sa dire lei… io devoandare al lavoro!”, e quello, per tuttarisposta: “Ma lo sa che m’ha proprio stufatosignò? Quando arriva a Roma protesti aSaxa Rubra”. Quello che vi stiamo raccontandonon è un’ anteprima sulla sceneggiaturadel prossimo film di Carlo Verdone,ma uno dei tanti, imbarazzanti episodi checontinuano a ripetersi lungo la tratta dellaRoma Nord, forse la ferrovia più bistrattatad’Italia. Volete sapere come è finita quelgiorno? Dopo una lunga attesa e le primeminacce da parte dei numerosi pendolariin attesa sulla banchina ai danni del semprepiù irritato, ma tenacemente omertosocapostazione, il treno delle 08.07 è passatoalle 08.29. “Non ne possiamo più!” èstato il commento più garbato che, unavolta saliti a bordo, i viaggiatori si sonoscambiati per tutta la corsa, seguito dalgenerico e abusato “Qualcuno deve farequalcosa”. Ma i più anziani sanno che quellafrase riecheggia nei vagoni da decenni.Inaugurata nel 1932, la linea Roma Nordnacque già con la luna storta. L’ingegnereche la progettò tracciò il suo percorsoarricchendolo di curve inutili per assecondareuna legge che richiedeva cento, fatidicichilometri di percorso da coprire pererogare i denari necessari ai lavori. Ma inostri nonni erano più di bocca buona, iritmi erano più lenti, l’arrivismo dei nostrigiorni era inimmaginabile e non si rischiavadi essere superati da qualcuno chedisponeva di mezzi più veloci dei loro. Nelcorso di 74 anni diattività quel piccoloescamotage non èstato mai corretto,né si è mai avanzataseriamente l’ipotesidi gettare unaseconda linea perdare una minimacompensazione aldisagio. E così che, atutt’oggi, chi daViterbo decide diarrivare a Roma sulleruote di ferro, sa didoversi mettere l’animain pace peroltre due ore. Anche chi scrive, pur lavorandonella Capitale, ha scelto di viverenell’hinterland per mantenere il contattocon la natura, dato che a Roma è difficileaffacciarsi e vedere un barbagianni sultetto del vicino e, per coerenza con questospirito (spinta anche dal notevole risparmiodi benzina e alla fortuna di lavorare inuna redazione a Piazza Euclide, dove laRoma Nord ferma) ha pensato di dare untaglio netto al suo contributo all’inquinamento,unendosi alla moltitudine di personeche ogni giorno, di buon ora, sale sultreno.“Comodamente seduti si può leggereun libro, si fanno amicizie, ci si portaavanti con le scartoffie di lavoro rimasteindietro. Però, da Rignano, con la macchina,ci metto tre quarti d’ora per arrivare aRoma, se esco presto da casa: col treninoci metto più di un’ ora e dieci minuti. E alritorno, non ne parliamo! Alcune corsedevono fare sosta a Sacrofano o aCastelnuovo di Porto o, a volte, a Morlupo,per lasciare la pista libera al treno che arrivada Viterbo. Si rimane anche venti, trentaminuti in attesa e d’estate, sotto il sole,quando capitano i vagoni senza aria condizionata,c’è chi rischia il malore, oltre chel’arrabbiatura. Spesso la corsa che parteda Piazzale Flaminio alle 18.10, arriva aRignano alle otto meno venti: è assurdo!”,racconta una pendolare con oltre diecianni di esperienza sull’argomento. Ma perchénessuno ha mai protestato concretamente?“Io credo di saperlo”, azzarda unastraniera che scende a Castelnuovo diPorto “Tantissima gente che arriva da nordnon paga. Cioè, intendo dire, paga l’abbonamentoda trenta euro, che è valido dalleporte di Roma fino al centro, oppure timbrail biglietto a Montebello, tanto sannoche fino a lì non passano mai i controllori.E’ logico poi che la protesta non sia maicorale: chi ha la coscienza sporca non sela sente di pretendere che il servizio siaimpeccabile. Anzi, molti sono soliti ripetere‘il servizio fa così schifo che ci mancasolo che pago il biglietto!’. Molte mie conterraneemi prendono per stupida perchépago per intero, ma io non voglio rischiare.Io aspiro alla cittadinanza italiana enon credo che collezionare multe sia unbuon mezzo per ottenerla. La strada versoi diritti è lastricata di doveri, no?”. Negliultimi mesi il problema sembra essere invia di peggioramento e gli addetti ai lavori,che in alcune stazioni dimenticanoanche di avvisare i viaggiatori in attesa dicorse soppresse, sono piuttosto ermeticisul perché. Due soli capostazione, che preferisconorimanere anonimi, ci hanno spiegatoche corse che saltano e ritardano nonsono un caso: “La dirigenza ha aumentatoil numero delle corse ma non assume altropersonale, pretendendo che quelli già inforze gestiscano tutto, magari aumentandole ore di lavoro. Questa è una forma diprotesta silente, qualcuno la chiama ‘scioperobianco’, noi però non siamo d’accordo,lo sciopero va fatto apertamente, conl’appoggio dei sindacati e avvertendo ipasseggeri, che hanno diritto a recarsi allavoro senza difficoltà”. Con l’estate, tuttosembra aver preso toni più pacati, ma permolti viaggiatori non è così. E’ infatti in viadi costituzione un comitato di protesta deipendolari appoggiato, da alcuni deputatidel Gruppo dei Verdi, che progettano unainterrogazione parlamentare. L’obiettivo èquello di arginare subito i disservizi piùgravi e, in un secondo tempo, di richiederedirettamente ai ministeri preposti ilreale ammodernamento di una linea che,a causa del recente boom edilizio dellecittà intorno alla via Flaminia e nel viterbese,acquista ogni mese che passa unasempre maggiore importanza. Se ancheper voi la linea Roma Viterbo è un incubo,tenete d’occhio ogni mese <strong>Campo</strong> de’ Fiorie, se siete interessati a far parte del comitato,saprete presto come entrare in contattocon i fondatori.


di Carlo CattaniUna ROSA di ... musicisti (e un produttore) d’HOC1^ PARPARTERoisin Dubh, teatro tenda Mancini -Roma 1978Copertinaomonimadell’LPdei RosinDubh1978, confermavo a me stesso, inuna fresca e silenziosa mattina d’inizio estate,intento … poco attento, alla rasaturaquotidiana, perché preso ancor dal sonnoma ancor più da ricordi di immagini dicomposti (ma briosi dalla cintola in giù) balleriniIrlandesi di “step dancing” e scatenate“gighe e reels” …… frammenti di ricordivacanzieri da ragazzotto spensierato nellaterra di San Patrizio, tornavano …… quellamattina………. una selezione di melodie“Irish” girava nel mio personale juke boxendocranico e tentativi, goffi, di fischiettareun passaggio di fiddle (violino), oltraggiavano,con cospicui getti di schiuma, il mio“dirimpettaio”, sig. LO SPECCHIO!Necessaire per il viaggio? Un Biglietto?Forse … dell’autobus (ma sono uno che hapiacere di “scarpinare”…quindi no!) … sicuramenteda portare come “bagaglio a mano”… un dischetto o meglio un cd, quello delgruppo Romano dei Green Rose, che conil loro “FIRST JOURNEY”, mi avevano piacevolmentecolpito e “recuperato” alle suggestionidella musica ispirata alla culturaCeltica! La mia borsa/ufficio era predispostaper l’incontro comprendendo il materialediversamente reperito sui musicisti dellaband e le mie personali note utili per svilupparedomande ed argomenti nel corsodella chiacchierata … dalle più disparatenotizie raccolte intorno agli “uomini e ledonne” di Green Rose intuivo che quello, dilì a poco da intraprendere, sarebbe stato un“bel viaggio” … anche a ritroso nel tempo! Equale luogo sarebbe stato il più dato perincontrare una band “Irish oriented”? Iposti sono … UNO e soltanto uno: il PUB!Anche per quello mi ero attrezzato prendendole mie informazioni dopo aver definito idettagli con Costantino “Cochi” Quarta,flautista, disponibilissimo portavoce dellaband. Così come scodellato dalla “granderete virtuale” coglievo un commento di unvisitatore di quel pub che sarebbe statol’ambiente delle mie “ciattellate” con i cordialiCostantino “Cochi” e FrancescoSantoro, chitarrista dei Green Rose :……THE PUBIT WAS OPENED…….IntervistaD:Ciao Cochi ,Ciao Francesco : “First journey”......un titolo che invita ad un’iniziazionealla musica di ispirazione celtica o sottointendead un “primo capitolo” dellavostra produzione discografica o.......*GreenRose: No, niente riti iniziatici e nonscomoderei neanche Brendan* e il suo miticoviaggio; direi che l’auspicio per futuriulteriori viaggi musicali è l’accezione piùadatta .(* ndr: il riferimento dei nostri“ragazzi” è alla leggenda di Sant Brendandetto “il viaggiatore”, monaco Irlandese vissutoa cavallo del V e VI secolo dopo Cristo,instancabile predicatore della fede Cristiana:mappe nautiche molto antiche, pre-preColombiane, riportavano da qualche partenella porzione di Atlantico grosso… ma grosso…modo nelle acque, oggi riferibili tra leterre e i ghiacci di Islanda-Groenlandia, unafantomatica “St.Brendan Isle”. Il “Voyage ofSt.Brandan the Abbot“, è patrimonio dellacultura popolare del Medioevo e si pensapossa aver influenzato le strategie di navigazionedi Colombo teso alla ricerca delNuovo Mondo… scordavo: il monaco morìall’incredibile età , per quei tempi , di 93anni !)D: Agli albori dei Green Rose: Cochi, raccontamile vostre origini musicali magariaccennando a rispettive partecipazionimusicali e citando quei musicisti “più invista” con i quali avete avuto frequentazionee occasione di suonare dal vivo o sudisco.*GreenRose: Green Rose ha già quasi diecianni di storia e molti musicisti si sono avvicendatial suo interno in questi anni. Ma sevogliamo veramente tornare al BIG BANGdella nostra attività come musicisti, alloradobbiamo risalire alla seconda metà deglianni ’70, quando il sottoscritto, CostantinoCastel Sant’Angelo 2005“Cochi” Quarta, e l’amico FrancescoSantoro insieme a un gruppo di pionieri, fracui Luciano Gaetani, suonatore di bouzuki,futuro psicologo e co-fondatore deiModena City Ramblers (ndr : veterana maattualissima e travolgente folkrock bandEmiliana recentemente vista sul palco del 1°Maggio in una nuova formazione ), BarbaraBarbatelli ( ndr : apprezzata musicistapolistrumentista e compositrice www.geocities.com/apuchi_2000/index4.html),Marcello Bono, grande musicista con particolareriferimento alla ghironda, costruttoree divulgatore di questo strumento nelMondo, e l’irlandese Kay McCarthy (stabilitasiin Italia da oltre 20 anni : www.kaymccarthy.it)che intraprenderà una brillantecarriera da solista, aprono la stagione dellamusica celtica in Italia con la band RoisinDubh (si pronuncia Roiscin Du ); una delleesperienze trainanti per la diffusione di quellamusica in Italia a cavallo tra gli anni ’70 e’80. I primi vagiti del gruppo si udirono nellontano 1976 nell’allora neonato pubFiddler’s elbow in via Sforza (via CavourquartiereMonti), dove ogni sabato sera siriunivano per una session alcuni degli studentidi teologia dell’Irish College Romano. Elì, futuri sacerdoti e giovani musicisti tiravanotardi a suon di danze e canzoni tradizionali.Noi, naturalmente cercavamo di carpireil più possibile il loro stile e i loro segretiinterpretativi; ma, quello che più ci interessava,era assorbire il mood, lo spirito vitale emagico che quella musica eccezionale emanava.Poi filtravamo e reinterpretavamo iltutto attraverso il nostro essere mediterranei.I primi veri concerti si tennero nel 1977sul tavolato del mitico Folk Studio (ndr: inattività dal 1960 al 1998: al locale del compiantogrande Gian Carlo Cesaroni è riconosciutoun grande valore artistico e culturaleper la promozione di artisti e di iniziative siainerenti la scena musicale Romana cheNazionale, soprattutto nell’ambito della diffusionee valorizzazione della musica popolarein genere, del jazz e della canzone d’autore;è doveroso ricordare che è stato il crogiuolodel folk e jazz revival Italiano maanche il club che ha lanciato cantautoricome De Gregori, Venditti, Stefano Rosso emolti altri; una curiosità: La DISCOTECA DI


STATO di via Caetani www.dds.it conservaun concerto dei ROISIN DUBH conFrancesco Santoro alla chitarra e salterio del16/01/1980 al FolkStudio !). Negli anni aseguire ci furono gli storici festival di VillaPamphilj (ndr:nel 1979 a Roma è sempreCesaroni che organizza il primo festival dimusica celtica) e Villa Torlonia, che hannovisto avvicendarsi sul palco gruppi Estericome i Chieftains, Planxty, Wild Geese, NaFili e, naturalmente, i Roisin Dubh . Gli scambimusicali con questi grandi gruppi sonostati per noi una delle maggiori fonti di conoscenzasia culturale che tecnica. Abbiamoimparato a conoscere meglio l’Irlanda, la suacultura e la sua storia. Un mondo fatto di elfi,fate, ma anche di povertà, emigrazione ecolonizzazione, per alcuni versi una storiamolto simile a quella del nostro Paese .Abbiamo conosciuto l’estrema umanità diquesti musicisti. Ricordo che un mio amicoflautista mi presentò un vecchio musicistadicendo: ….. questo aspetto fu per noi un grandeinsegnamento e dovrebbe esserlo per moltimusicisti nostrani: la musica come espressionedi umanità e non solo di tecnica. Poi cisono stati i viaggi in Irlanda del gruppo, lapubblicazione nel ’78 del vinile “RoisinDubh” per la Cetra nelle edizioni del FolkStudio, realizzato grazie a Giancarlo Cesaronidel Folkstudio di Roma e registrato in soli duegiorni (!)……. la partecipazione a trasmissionialla tv Irlandese e la conoscenza personalecon tanti altri musicisti come Donal Lunny,Christy Moore, Andy Irvine, Mary Bergin…beh, la lista è lunga. E da allora Francescoed io abbiamo continuato il “viaggio” attraversole note della “Verde Isola”, con unaricerca appassionata che continua ancoraoggi, dove il Mediterraneo, le influenze rock eil sound distillato nelle numerose sessions neipubs si rincorrono, giocano assieme… si fondono.D: Cochi ….nell’anno dei mondiali di calcio…..stilami la “ROSA”*GreenRose: La formazione attuale deiGreen Rose vede la new entry JonathanGluck al violino (ndr: musicista, etnomusicologo,già con l’ensemble etnoacusticodegli SCIACUDDHUZZI) che rimpiazzaAdriano Dragotta, musicista–etnomusicologo,molte esperienze precedenti nella“musica popolare del Mondo”, collaboratoredi artisti del panorama pop/rock Italiano epresente nelle sessions di registrazione delcd; poi abbiamo Paolo Feligioni al basso,Angelo Pinna alle percussioni (ndr: giàcon la band dei NED LUDD www.nedludd.it), Maria Grazia Pompa, una delle voci storichedel folk celtico Romano già con iBogside, quindi Francesco Santoro allachitarra e… Costantino “Cochi “Quarta aiflauti ….per servirla!D : Parliamo della stesura del cd…..*GreenRose: La proposta peril nostro “FIRST JOURNEY” èvenuta dal noto musicista/bassista-arrangiatore-produttoreimprenditorediscograficoToni Armetta (http://web.tiscali.it/toniarmetta/- ndr : trale sue numerosissime collaborazionispiccano in ambito rock(progressivo) quella con il BANCO edetnorock con gli INDACO ) e dalla suadecisione di varare una nuova collana discografica,la Millennium Music (www.millennium-music.org)nell’ambito della storicaetichetta Romana indipendente MIARECORDS . La sua IDEA era/è di immortalarediscograficamente, con la realizzazione diuna serie editoriale di qualità, alcuni “fermentimusicali” della multiforme e originalescena Romana, “impastando” una ricettasemplice quanto gustosa: diversi generi,buoni musicisti… muniti di una apprezzabileispirazione, alta tecnologia e un coordinatorecapace di tenere insieme tutto questo (Tonye i suoi stretti collaboratori, per l’appunto) .L’avventura per noi era cominciata!D: A tal proposito ho notato che nel vostrocd “FIRST JOURNEY” si apprezza la partecipazionedi un cast di musicisti dallediverse culture musicali: dal folk/etnica alclassico passando per il jazz /jazz rock: misento di dire un eterogeneità ben assortitae gestita dal producer Mr. Armetta che hotrovato attento ad evitare le trappole delmanierismo sia nel senso di uno spiccatoriferimento al folklore (grande onore erispetto al genere da parte mia si intenda!)sia verso lo “sforamento” nei “canoni eterei”della musica new age, intento ad architettareun suono dalla piacevole dinamica econ un fondale di effetti ai quali l’orecchio siaggrappa nei ripetuti ascolti …*GreenRose: Dobbiamo dire che lo stile diarrangiamento e le ipotesi di produzione artisticadi Tony Armetta, si sono subito benarmonizzate con quelli che erano i presuppostistilistici del gruppo: una proposta / progettomolto aperta alle influenze di stilidiversi (soprattutto verso il jazz-rock), l’accettazionedi inserire nella scaletta di lavorazionedel cd, oltre ad alcuni brani (4) afferential repertorio della tradizione popolareIrlandese, anche composizioni originalitrattate per così dire “in stile”. Ci è sembratoquindi naturale continuare su questaimpostazione e Tony, che durante la lavorazionedel cd è stato allietato dalla nascita diun figlio ed ha lavorato, comunque, inmaniera encomiabile anche con il peso dinotti insonni…, ha fortemente contribuitocon la sua “vitalità artistica”, la sua grandeprofessionalità, le “sue entrature nell’ambientemusicale”, consentendoci di poterlavorare in studio con alcuni prestigiosimusicisti, le collaborazioni dei quali hannoaggiunto valore e diversificato le timbrichedei brani . Vogliamo citare su tutte quelle delgrande batterista “jazz ma non solo” GegèMunari e del sassofonista Genzo Okabe, inforza ai nostri compagni di etichetta i“CAPOLINEA”, che si è inserito con grandeintelligenza in diversi brani, sia strumentaliche cantati. Insomma una collaborazione,quella con Tony, che ha rappresentato senz’altrola carta vincente di “FIRST JOUR-NEY” (l’intervista continua sul n° 31 ).Per l’acquisto del cd www.millenniummusic.org- si potrà ricevere il cd “Firstjourney” a casa in contrassegno al prezzodi 12 euro + 4 di spese postaliFrancesco SantoroFolk Studio ‘79Copertina CD dei Green RoseCochi Quarta


12<strong>Campo</strong> de’ fioriUna “Fabrica” di ricordiLa rifoltaMolti anni fa il caldoafoso dell’estate non siaffrontava certo comeoggi. Non esistevanoventilatori, aria condizionata,tanto meno ifrigoriferi. Si trovava unpo’ d’aria fresca sventolandoun ventaglio e l’u-di Sandro Anselminico modo per mantenerefresco il vino, cavato dalla botte incantina, era quello di lasciare la bottigliasotto l’acqua corrente di una fontanella,come del resto si faceva anche per la frutta.I contadini, costretti a passare le caldegiornate in campagna, invece, fasciavanoil fiasco pieno di acqua e vino con unaballa di iuta bagnata, sotto l’ombra di qualchegrande albero.Proprio in quegli anni, uno dei simbolicaratteristici di Fabrica di Roma, era la“Rifolta”, tanto da avere il privilegio dicomparire anche sulle cartoline turistichelocali. La “Rifolta” era una sorta di digaartificiale alimentata dal fosso dellaVariana, che approvvigionava i canali d’irrigazione,appositamente costruiti, deipoderi situati tra Fabrica e Corchiano ( loScopeto, la Bandita), che sono stati fino aitempi più recenti la ricchezza del paese,per la coltivazione della famosa pescaReginella (di Fabrica di Roma) che rifornivai mercati generali di Roma e di moltealtre grandi città.Questa opera d’ingegneria idraulica, realizzatasotto i Farnese, che governarono ilpaese per un lungo periodo, portò moltobenessere agli abitanti poiché riuscirono aricavarne insperati guadagni.L’acqua contenuta nel bacino alimentavaanche una mola, tutt’ora esistente ma nonpiù funzionante, che dà tutt’ora il nomealla via che conduce in quel luogo. Sotto lamola era posizionato il lavatoio, dove ledonne del paese quotidianamente si recavanoper lavare a mano i panni della lorofamiglia.L’uso dell’acqua dei canali era regolato daun guardiano, che, girando armato, sorvegliavala riserva anche di notte e stabilivagli orari d’irrigazione per ciascun terreno.I giovani però all’epoca, conoscevano la“Rifolta” soltanto perché era per loro unluogo di divertimento. Andavano lì nelle1967 Mario Mastrogiovanni fà il bagno alla Rifoltaore più calde, per trovare un po’ di refrigeriofacendo un bel bagno, nonostante leraccomandazioni dei genitori per il pericolorappresentato dal vortice creato dallamola stessa.Malgrado questo, i più coraggiosi si gettavanonelle acque per una salutare nuotata,immaginando di stare a Saint Tropez.Oggi, cambiata l’economia del paese, quelmagnifico luogo è abbandonato.La “Rifolta” é ormai completamente prosciugatae, insieme con l’acqua, è scomparsoanche uno dei simboli di Fabrica diRoma.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 13Chi si è riconosciutoIn questa <strong>foto</strong> pubblicata sul n. 28 di <strong>Campo</strong> de’ fiorisono stati riconosciuti:1- Tommaso Riucci (Ragagnino), 2- Dott. Danilo Cerri,3- Arch. Angelo Baldassini, 4- Prof. Caroselli,5- Scarponi, 6- Angelo Fortuna, 7- Borromei, 8- Fantera,9- Enzo Cipriani, 10- Brocchi, 11- Del Priore, 12- EnzoCaprioli, 13- Rossi, 14- Valerio Scorcella, 15- Cantini,16- Filippo Di Stazio, 17- Marino Banditelli, 18- Ciarletti,19- Enrico Molinari, 20- Fidaleo, 21- Tuia,22- Salvatore La FerlaSul n. 28 di <strong>Campo</strong> de fiori sono stati riconosciuti:da sx Maddalena Pistola, Palmiro Lanzi, TeresaCampagna, Silvano Silveri, Cecilia Morosetti,Virgilio (?), Ines (?), Renato Chillocci.In questa <strong>foto</strong> pubblicatasul n. 28 di <strong>Campo</strong>de’ fiori sono stati riconosciuti:Paola AngeliniRita AngeliniMarcello AvoledoMarco BongarzoneSergio CaracutaMassimo CasadidioGianluca CerriPaola CorteselliGermano De VittoriAnna FioraniRita Manoni, Gabriella Massaro, Anna Maria Massenzi, Salvatore Moscioni,Susanna Norbiato, Anna Rita Paoletti, Fabrizio Pizzi, Alessandra Pupi, CaterinaRinaldi, Cinzia Smargiassi, Edvige Spitoni, Giorgio Zeppilli


14<strong>Campo</strong> de’ fioriScopri l’ArteSan Pietro Giubileo 2000


<strong>Campo</strong> de’ fiori 15Mario Ruzzi un’artista della dattilografiaVIRGO FIDELISVergine Santa che dall’alto guidi,il cammino dell’Arma a te devotae dei suoi figli nelle oscure idi,ascolta chi in tuo nome aiuto invoca.Intenerisci il cuore dell’infame,illumina ogni mente ch’è contorta,ferma la mano intenta a seminare,il mal che ai figli suoi dolor comportaAiutali nel loro intento umano,di far trionfar l’amore e la lealtà,valori d’alto senso puro e sano,che l’uomo perde per avidità.Conseva ai loro cuori l’onestàe in tentazioni non li far cadere,regni l’onore senza iniquitàsimbolo d’ogni buon CARABINIERE!E ch’egli resti sempre l’IMPARZIALE!severo con l’ingiusto e col crudele,ma verso l’indifeso ogn’or carnalee sia sempre “NEI SECOLI FEDELE”.Ezio BruzichesNew YorkLa Virgo FidelisPatrona dei CarabinieriMario Ruzzi nasce a Carbognano (VT) il 25Aprile 1924 e trasportato dall’arte fin dallatenera età. A scuola e al bar, su vecchitavoli, sono ancora visibili alcuni suoischizzi giovanili.Dal 1956, però, la sua arte cambia totalmente.Mario Ruzzi abbandona la matita esi attrezza con una vecchia macchina dascrivere.Si, perché la sua singolare arte lascia veramentesbalorditi. I disegni, che MarioRuzzi crea, sono tutti realizzati battendo itasti di una macchina da scrivere.Una sequenza di linee, punti, virgole, letteresi uniscono a creare non un testo,come ci si potrebbe aspettare, ma immaginimeravigliose, quasi reali.Vittorio Sgarbi ha detto di lui: “Una manierainsolita di riprodurre i monumenti diRoma. Dipingere con la macchina da scrivereassomiglia ad un ricamo, a un puzzle,a un gioco di pazienza. Non mi dispiacema mi meraviglia: forse può provare adipingere veramente con pennelli e colori”.L’artista ha partecipato alle seguentimostre e concorsi: “Kronos 1991”, Pitturaestemporanea Città di Carbognano, IVBiennale d’arte contemporanea,Colosseum, Omaggio a Dante Alighieri,Concorso Nazionale Anno Santo 1975. Haconseguito i seguenti premi: medagliad’argento a Ronciglione 1971, medagliad’oro a Carbognano 1972, due medaglied’oro a Roma nel 1973, trofeo a Roma1976, trofeo a Carbognano 1976.Scrivere di Mario Ruzzi che disegna battendoi tasti di una macchina da scrivere ècosa difficile. Ci resta di osservare le sueopere e rimanerne affascinati, immaginandola cura e la pazienza con la quale sonostate realizzate.Cristina EvangelistiFirenze, panorama - veduta dei ponti


01100 Viterbo -P.zza Verdi, 2/A - Tel./Fax 0761.347651 e-mail: colb-viterbo@lisi-bartolomei.comCentro Commerciale Tuscia - Tangenziale Ovest - Tel. 0761.390013 e-mail: colb-tuscia@lisi-bartolomei.com01030 Vallerano (VT) -Via Don Minzoni, 58 - Tel./Fax 0761.751551 e-mail: colb-valle@lisi-bartolomei.com01033 Civita Castellana (VT) -Via Giovanni XXIII, 28-28A - Tel./Fax 0761.517951 e-mail: colb-civita@lisi-bartolomei.com00169 Roma -Centro Commerciale Casilino - Via Casilina, 1011 - Tel. 06.23260306, Fax 06.23279988e-mail: colb-roma@lisi-bartolomei.comProssima Apertura: Centro Commerciale Torresina - Via di Torresina63037 Porto D’Ascoli (AP) -Centro Commerciale Portogrande - Via Pasubio, 144 - Tel./Fax 0735.753665e-mail: colb-portogrande@lisi-bartolomei.comServizi di Assistenza, Garanzia e PrivilegiOCCHIALI DA SOLETutti i nostri prodotti sono coperti da garanzia 24 mesi per eventuali difetti di fabbricazione,come previsto dalla normativa CE.Il programma GECO prevede i seguenti servizi specifici per gli occhiali da Sole.GARANZIA MONTATURAValidità: 6 mesi dalla data di emissione.In caso di rottura accidentale della montatura, sarà applicata una riduzione del 40% sui prezzi di listino per lafornitura di nuovi occhiali, previa le restituzione degli occhiali danneggiati.SOSTITUZIONE FILTRIValidità: 12 mesi dalla data di emissione.In caso di rottura accidentale o danneggiamento che alteri la funzionalità dei filtri, sarà fornita gratuitamenteuna nuova coppia di filtri identici ai precedenti. I filtri danneggiati saranno ritirati.Questo servizio sarà erogato una sola volta entro il periodo di validità.PARTI DI RICAMBIO DELLA MONTATURAValidità: 12 mesi dalla data di emissione.In caso di rottura, le componenti danneggiate della montatura saranno sostituite gratuitamente.Le parti danneggiate saranno ritirate.Questo servizio sarà erogato una sola volta entro il periodo di validità.SERVIZIO CORTESIAValidità: illimitata.Gli occhiali, per mantenere inalterata nel tempo la loro funzionalità, necessitano di controlli periodici.I nostri tecnici sono a sua disposizione per eseguire i controlli di riassetto necessari ed effettuare unacompleta pulizia ad ultrasuoni.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 17Rime popolaridi Luigi LucchesiBettolinod’una vortaIo m’aricordo, ancora ragazzino,quanno che da lavoro se tornava,la sera s’annava ar bettolino,pe scolà un litro, e fa na chiacchierata.di Ermelinda BenedettiLuigi Lucchesi è conosciutoe apprezzato intutto il viterbese per lesue poesie, attraversateda una particolare venasatirica, ma pulita. Nonpuò non farsi una bella risata chiunque nelegga anche solo una strofa.Luigino, così chiamato confidenzialmente,è poeta da oltre 30 anni, da quando eraveramente bambino.Sotto l’influenza del padre, anche luideclamatore di versi che nascevanoestemporaneamente, si trova istintivamentea seguire le orme paterne già allatenera età di soli dodici anni. Un’altra figuraa lui molto cara che gli diede la spintaper far esplodere questo suo insito dono dinatura, fu quella dello zio, Aldo Fiaschetti,che, come ricorda compiaciuto Luigi, sidivertiva a recitare brevi strofe in rimadurante i pranzi di matrimonio, tra un piattoe l’altro. Forse anche l’origine fescenninaha influito su di lui! Alcune delle suepoesie migliori hanno fatto il giro di molticoncorsi letterari banditi dai paesi di tuttala Tuscia, conquistando sempre posizioniin classifica più che buone. Negli anni ’80ha vinto, per i primi due anni consecutivi,il concorso organizzato dal comune diCorchiano: Canti fescennini. Nel 1986, hacomposto, praticamente in diretta, uncanto che faceva da commento alle ripreseRAI del paese e che venne pubblicato,insieme ad altre sue poesie, nel libro“Corchiano nei secoli”, di Benito Crescenzi.Su commissione del comitato festeggiamentidi San Vittore 2003-2004, ha messoinsieme un inno in onore del Santo patronodi Vallerano, che è stato pubblicato sulcalendario locale di quell’anno e per ilquale è stato fregiato di un riconoscimento,in segno di gratitudine e di validità, dalcomune stesso. Custodisce gelosamente ifrutti della sua mente e, dopo aver ultimamentetralasciato questa innata passione,che definisce addirittura un hobby, vorrebbefinalmente racchiuderli in una unicaopera. Le sue poesie sono generalmentecomposte da quartine di versi sciolti, ditanto in tanto legati da rime o assonanze.Ama scrivere in una sorta di dialetto italianizzato,dato che, come dice lui stesso, ildialetto vero e proprio che si parlava agliinizi del ‘900, sta man mano scomparendo.Questo testimonia però l’attaccamento allasua terra nativa, Corchiano. Gli argomenticantati prendono spunto da episodi visti ovissuti in prima persona nel piccolo centro,dove ha trascorso la maggior parte dellasua vita. Le immagini, che si riesce facilmentea figurare con la mente grazie allavivacità delle sue descrizioni, non sonoperò da limitare al luogo da cui sono staterealisticamente tratte ma sono da leggerein modo più ampio, perché in fondo, comesi suol dire, tutto il mondo è paese.Il simpatico componimento intitolatoBettolino d’una vorta, qui riportato, è statocomposto all’età di 19 anni e gli è tuttoramolto a cuore. Racconta l’abitudine degliuomini di un tempo che, a fine giornatalavorativa, amavano passare all’osteria perbere un buon bicchiere di vino, e anche unpo’ di più, prima di tornare a casa dalleproprie mogli. Termina con una strofa osereidire quasi proverbiale: “Adesso che labettola é finita,/ e de sta gente nun ce n’èpiù uno,/ la sera se va pure a dormì presto,/ma a lavorà nun ce va più nessuno.”De solito la gente che c’entrava,erano quelli de na certa età,che dopo una giornata de fatica,c’annavano magari pè scordà.Passavano le ore lì seduti,in mezzo ar fumo ch’ arrivava ar tetto,sempre co l’occhio fisso su quel litro,pè la paura de rimanè a secco.Appena l’ora tarda era arrivata,e bisognava arzasse pè partì,nessuno se sentiva cavaliere,de da la bona notte e nà a dormì.Allora l’oste che sollecitava,che se doveva chiude da quel dì,se la beccava qualche biastimata,che certe vorte er vino te fa dì.Appena usciti fora uno per uno,trovato qualche appiglio resistente,con rabbia s’attaccavano ner muro,sembrava l’alluvione de Firenze.Votato er sacco addosso a quer cantone,er corpo se trovava come prima,e camminanno a stento e pecorone,s’annava tutti quanti giù in cantina.Eppure la mattina appena giorno,tutti sur campo se doveva sta,la sera tardi se faceva ritorno,e dopo cena pronti pè filtrà.Adesso che la bettola è finita,e de sta gente nun ce né più uno,la sera se va pure a dormì presto,ma a lavorà nun ce va più nessuno.Luigi Lucchesi


18<strong>Campo</strong> de’ fioriRoma che se n’è andata: luoghiPranzo e CenaRoma Gran Teatro del mondo come horicordato in altra occasione citando un cronistavissuto a cavallo del XVIII e XIXsecolo, Roma un impareggiabilePalcoscenico nel quale, in occasione dellacelebrazione delle numerose feste, manon solo, i suoi abitanti non erano di certodisposti a trascurare le loro predilezionigastronomiche, il loro amore per la buonacucina e la buona tavola, infatti, nella quotidianitàdi questo popolo, pranzo e cenahanno sempre avuto un ruolo primario.Qualche persona non più giovanissimaricorderà, non senza nostalgia, quelli cheverosimilmente restano i migliori pranzidella sua esistenza, ovvero quelli consumatida ragazzo rigorosamente preparatidella nonna in occasione delle festività delcalendario, ma anche in altre occasionecome i matrimoni, i battesimi e le cresime;pranzi predisposti in casa della stessanonna ubicata un pò fuori mano tanto datrasmettere, non appena giunti sul posto,quel caratteristico ed unico profumo dellavicina campagna.La preparazione di questi pranzi richiedevauno o due giorni di lavoro per gli acquisti,gli immancabili scambi di consigli e diricette, la preparazione delle fettuccineall’uovo dure tagliate con il coltello sullaspianatora, dei dolci rigorosamente fatti incasa, la macellazione del pollo ruspante equant’altro.Il giorno fissato, tutti riuniti attorno allagrande tavola apparecchiata con unagrande candida tovaglia, si dava inizio condue fette di prosciutto del maiale allevatoin proprio, a cui seguivano l’immancabileconsommé con i tagliolini e le fettuccine alsugo, quindi il pollo ruspante portato intavola già tagliato a pezzi e l’abbachioaccompagnato dalle patate; monumentalipiatti che riuscivano a saziare alla semplicevista, un trionfo di grazia e di bontà e,intanto, a ritmo vertiginoso si svuotavanole bottiglie di vino rigorosamente deiCastelli.Saresti portato a credere che con ciò sifiniva, ma non è così, a questo punto nonpoteva non seguire la carne in umido,quella che era servita per la preparazionedel sugo, sempre accompagnata da unaappetitosa cicoria generalmente ripassatain padella e poi, ancora, la tenera insalatinadi misticanza appena raccolta dal vicinoorto, seguivano la frutta fresca a secondadelle stagioni e una monumentale zuppainglese anch’essa preparata fra le paretidomestiche.Nessuna tregua, non appena i semprenumerosi commensali cadevano in predaai primi attacchi di cecagna ecco arrivare iliquori, i c.d. rosoli godevano di grandepopolarità ed erano preparati, neanche adirlo, in casa con l’impiego di estrattiacquistati in drogheria, quindi il caffè preparatocon la caffettiera usata quotidianamente.Ti sei accorto che non ho citato il pane?Volutamente l’ho lasciato per ultimo; quelpane realizzato in meravigliose pagnottefatte in casa con l’aiuto del lievito naturalereligiosamente riposto avvolto in bianchissimitovaglioli perché, come ci ricordaGiggi Zanazzo:“…quanno che casca un pezzo de paneper tera, bisogna arricojelo, baciallo e sesporcato e nun se po’ magnà, se buttasur foco…”e, aggiunge ancora l’autore degliUsi e pregiudizi del popolo di Roma,“…le pagnotte poi nun vanno mai messesu la tavola a panza pell’aria, perché si nopiagne la Madonna…”Nei confronti del pranzo e della cena e, piùin generale, della cucina romana, a torto oa ragione, ritorna molto spesso alla memoriail rimpianto del tempo che fu; a confermadi ciò, un articolo apparso su un numerode l’Espresso di parecchi anni or sono,affermava come questa cucina potesseancora ritenersi un capolavoro gastronomico,un grande ricettario, una inesauribilefonte di ricchi piatti tanto apprezzati dariuscire a tenere in dispregio e in dispartel’umile bollito di manzo.Ancora oggi sono numerose le persone chedimostrano di apprezzare tutto ciò, voglioqui ricordare il grande attore e grandebuongustaio Aldo Fabrizi, in pochi probabilmenteerano in grado di superarlo nellaricerca della buona cucina; egli aveva unavera passione per tutto ciò che rientravanell’arte del cucinare romanesco e si sapevadisimpegnare con grande maestriadavanti ai fornelli.Verosimilmente una prerogativa di famigliacome noto, infatti, non gli era da meno suasorella, la famosa Sora Lella che rappresentadi certo un pezzo di storia nell’ambitodella cucina romanesca e che, per moltianni, fu la proprietaria di quel notissimoristorante sull’Isola Tiberina ospitato nellaTorre dove soggiornò la Contessa Matildedi Canossa che, nell’adiacente Convento diSan Bartolomeo,offrì protezione ai Papi Vittore III, Dauferiodi Benevento, 1086 - 1087 e Urbano II,Ottone di Lagery, 1088 - 1099 che, in quelperiodo così pieno di Antipapi non se lapassavano di certo molto bene.La cucina per Aldo Fabrizi rappresenta ilcuore della casa, questo luogo è il salotto,la sala da pranzo, lo studio privato, sononumerose le <strong>foto</strong> che lo riprendono con ungrembiule a quadretti e con in mano un


<strong>Campo</strong> de’ fiori 19, figure, personaggi di Riccardo Consolimestolo o con un coperchio, la sua cucinaaltro non è che il laboratorio di chi sa mangiarbene, egli era solito affermare che lacucina romana è sana e gustosa, maappunto per questo esige una cura meticolosanella scelta e nella manipolazionedelle materie prime.Si racconta che un giorno un amico lochiama al telefono per fargli gli auguri dibuon onomastico, ma lo sente giù dicorda, un pò preoccupato, con un umoretra il triste e il malinconico:“…ciao, grazzie de sta telefonata, … medispiace, ma nun ce la faccio a discore, …nun me sento bene pe gnente, … che cevoi fa, … l’anni so anni e l’acciacchi nunperdoneno, …“…ma quello che me ce rode tanto è chenun me và de magnà, … come se dice, …m’amanca l’appetito, … è inutile, … nunme sento, … eppoi me tocca de sta puro adieta…“…pensa che puro oggi so stato a stecchetto,… so ito liscio come l’ojo, … du’spaghetti a cacio e pepe, … na lombata devitella, … du’ fronne de lattuga, … na pera,… e … hai capito?..“…me tocca de sta a dieta, … possin’ammazzalla,… purtroppo!La voce dell’attore è grave, diventa piùpesante che mai e quelpurtroppo, uscito contanta fatica, denotatutta l’amarezza di untragedia intima, sofferta,strettamente personale;particolare statod’animo che i romaniben comprendono ma,per meglio immedesimarsinelle aspettativedel popolo e megliocapire le scelte inerentila loro cucina, chiediamoancora una voltaaiuto a Giggi Zanazzoche nella sua Raccoltadi espressioni folkloristiche,riesce a far trasparirecon nitidezzal’assolutismo dei peccatidi gola; qui di seguitone ripropongo alcuni:“…a magnà e a grattàtutto sta a incomincià…“…bon foco, fa bravo er coco…“…è meio che la panza mia crepi, che lagrazia de Dio se sprechi…“…er vino è la zinna de li vecchi…“…Iddio lo disse a l’apostoli sòi: l’erba èfatta pe’ li bovi…“…la fame è la mejo pietanza…“…l’uva nera fa ingrossà le zinne…“…pè condi l’inzalata ce vonno quattropersone: un sapiente pè mettece er sale,un avaro l’aceto, uno sprecone lojo e unmatto che la mischi e che smucini…Ciò detto, osserviamo come pranzi e ceneabbiano avuto diretta derivazione da quellacucina prelatizia, curialesca e pontificiache per qualche secolo restò il sogno di ungrandioso approdo, diceva una voce popolareraccolta e trascritta dallo stesso GiggiZanazzo:“…chi se vò imparà a magnà, da li pretibisogna che va…”e l’attonito popolano del Belli che, con lacomplicità e l’aiuto del compare cuoco erariuscito a penetrare in quel Santuario, ladefinì la cucina Santissima.Sull’argomento il 25 marzo 1836 il poetascrisse il sonetto La cuscina der Papa“Co la cosa ch’er coco m’è ccompare /m’ha vvorzuto fa vvedè stammatina / lacuscina santissima Cuscina? Hai da dipporto de mare.“Pile, marmitte, padelle, callare, / cossciottide vitella e de vaccina, / polli, ova, latte,pessce, erbe, porcina, / caccia, e’gni sortede vivande rare.“Dico: “Prosite a lei Sor Padre Santo” /Disce: “Eppoi nun hai visto la dispenza, /che de ggrazzia de Dio ce n’è altrettanto”“Dico: Eh, scusate, povero fijolo! / Ma cciàa ppranzo co lui quarch’Eminenza? / Noo,ddisce, er Papa maggna sempre solo.Come ben sai caro lettore, tutto o quasi siadegua!Un cartello pubblicitario dal titolo La Mensadel Signore, apparso intorno agli anni trentadel secolo scorso, riguardante un originalelocale interamente gestito e amministratoda religiosi, così avvertiva:“…come il Signore Benedetto creò l’oasinel deserto premio e sprone del viandantenella sua lunga e dura fatica, così la SuaMisericordia infinita inspirò dei miseri servisuoi a fondare la Mensa del Signore, oasiper tutti nel vortice della vita saprà inciderenel cuore dei Signori Clienti il più vivoricordo di una dolce sosta…”La Mensa del Signore si trova in Via deiBergamaschi - Rione III Colonna al n° 48,il suo numero del telefono è il 67.402.


20Calcata<strong>Campo</strong> de’ fioriLe guidiErmelinda Benedetti<strong>foto</strong> <strong>Mauro</strong> <strong>Topini</strong>STORIA Il piccolo borgodi Calcata poggia su diuno scoglio di tufo cheemerge dalla valle delTreja, dominando lasottostante verdemacchia mediterranea.Al confine tra ilterritorio di Viterbo eil territorio di Roma,con una superficie di7,4 kmq e 892 abitanti,è uno tra i paesi piùpiccoli della provinciaviterbese.Tracce di primi insediamenti umani sono dafar risalire al periodo preistorico. Nella vicinaaltura di Narce, infatti, alle spalle delpaese, sono state trovate testimonianze,del XIII secolo a. C., di civiltà etrusco-falische,che si sono fatte più evidenti alla finedell’VIII-VII secolo a. C.. Secondo la tradizione,fu fondata da Haleso figlio diAgamennone, che formò il primo insediamentofalisco. Come tutto il territoriodell’Agro falisco, venne conquistato daiRomani alla metà del VI secolo a. C.. La fertilitàdel territorio, durante l’epoca romana,portò all’insediamento di numerose villerustiche. Il nome di Calcata, di cui è difficilestabilire l’esatta etimologia, compare perla prima volta in un documento della finedell’VIII secolo, sotto il pontificato diAdriano I. Alla fine del XIII secolo, in pienaepoca medievale, il piccolo centro urbanopassò sotto il diretto dominio della famigliaAnguillara, che vi fece erigere un castelloed una robusta cinta muraria.Durante il periodo fascista, a causa dei frequenticrolli della rupe tufacea su cui poggia,fu annoverata tra i centri da far risanareper mezzo di una legge per i paesi terremotatidel sud. Solo un decreto degli anni90 lo ha salvato dall’abbattimento coatto. Icalcatesi iniziano pertanto ad abbandonarel’originario borgo per andare a stanziarsisull’adiacente altipiano, creando così uncentro più moderno. La parte vecchia perònon è stata completamente abbandonata efu pian piano ripopolata da artisti, intellettualie personaggi alternativi, molti deiquali stranieri giunti negli anni 60 insieme agruppi di hippies che abitano ancora legrotte scavate nel tufo della roccia su cui sierge il paesino.ITINERARIO TURISTICO Il pittorescoborgo medievale di Calcata si articola instretti vicoli che si snodano tra piccole abitazionie cantine, oggi restaurate e adibitea piccoli negozi di oggetti d’arte, antiquariatoe souvenir ed è uno tra i meglio mantenutidi tutta la zona. Calcata non offregrandi monumenti eccetto il castello e lemura medievali che racchiudono il borgovero e proprio e lungo le quali si apre unadoppia porta d’ingresso. Fino alla metà del900 accanto ad essa c’era una maestosaacacia secolare, tagliata improvvisamenteper riscaldare gli studenti della scuola elementare,in un inverno piuttosto rigido. Unaleggenda racconta che, per scaramanzia, ilongobardi giravano, in sella al propriocavallo, intorno al grande albero, prima diandare in battaglia. A distanza di tantisecoli, i calcatesi continuato con questogesto scaramantico, passeggiando attornoad esso prima di arruolarsi al servizio dileva. Passeggiando per le stradine del centro,è possibile osservare le antiche finestre,i portali e i famosi profferi medievalisulle facciate delle case e panorami sullavalle, che si aprono lungo le viuzze, spessopreceduti da archi e da antiche scale scavatenel tufo, che fanno da splendide cornici.Nella chiesa parrocchiale, la Collegiatadei SS. Cornelio e Cipriano, risalentealla prima metà del Trecento e ripetutamenteingrandita e restaurata, sono con-


<strong>Campo</strong> de’ fiori21de di <strong>Campo</strong> de ’ fioridelle calze per i più piccoli.Festa di Sant’Antonio AbateFesteggiamenti in onore del protettoredegli animali, il 17 di gennaio, rinviata allaprima domenica più vicina a tale data. Allatradizionale benedizione degli animali nellamattinata, nel pomeriggio si affianca la sfilatadi mascherate e carri allegorici e i giochipopolari in piazza in occasione dell’iniziodel periodo di Carnevale.Festa dei SS. Cipriano e CornelioFesteggiamenti in onore dei Santi Protettoridi Calcata, il 16 e 17 settembre.Feste natalizie Durante il periodo diNatale vengono organizzati concerti, tra cuiquello tradizionale della banda locale,mostre e attività culturali. All’interno di essesi realizza la festa per gli anziani, con distribuzionedi pacchi dono.servate le reliquie del prepuzio di Cristo,usato per ungergli i piedi, scomparso aRoma durante il saccheggio del 1527, ritrovatoin una grotta e riportato nella chiesa.Tra il territorio di Calcata e quello diMazzano è compresa la riserva naturaledel Treja, che si estende per circa milleettari sul Monte Gelato ed è attraversatadal fiume da cui prende il nome. Sulla sommitàdel monte, in prossimità di una piccolacascata, i ruderi di un antico mulino creanoun angolo di rara suggestione. Il museod’arte della natura offre un percorsocostellato d’interessantissime opere d’arterealizzate con il gusto e le tecniche dell’esteticanaturalistica. Gli artisti che hannocreato questo originale museo all’apertoutilizzano esclusivamente i materiali naturaliofferti dal bosco e le opere d’erte realizzate,inscindibili dal territorio, si fondonocon l’ambiente vivendo le stagioni, assumendonei colori ed i profumi. La vegetazioneincredibilmente rigogliosa offre unhabitat naturale a molte specie di animalitra cui volpi, tassi, istrici, donnole, picchi eghiandaie, uccelli come falchi, nibbi, gheppi,poiane, preferiscono le radure circostanti.Tra i rapaci notturni è possibile incontraregufi, civette, barbagianni e allocchi.TRADIZIONI E FESTE Festa dellabefana Il 6 di gennaio, in occasione dellaepifania, viene celebrata una messa all’apertoalla quale si fa seguire la consegnaSAPORI TIPICI Per quanto riguarda l’arteculinaria, Calcata si attiene ai piatti tipicidella zona. Per lo più si tratta di pietanzepovere, che nascono dalla vita contadina:Acquacotta, pane immerso in un brodofatto con varie erbe di campo; panzanella,pane inzuppato di acqua e condito conpomodori rossi, sale e un filo d’olio d’oliva.I più caratteristici, ma solo per il nome,sono i cappellacci, vale a dire la classicacrepès sottilissima,ripiena di formaggiograttugiato. Anche i dolci sono quelli caratteristicidell’alto Lazio: cazzotti, tozzetti,ciambelline con l’anice.LE CURIOSITA’. Ma lo sapevate che aCalcata…Il più anziano del paese è la signora AmaliaOrsini di 96 anni, nata il 5 aprile 1910.


Decisamente positivo il bilancio per il primoanno di vita della scuola Honey Dance diCivita Castellana che, in breve tempo, e congrande professionalità, ha saputo far nascerenella nostra cittadina una scuola di danzaqualificata, grazie anche all’impegno deigrandi Maestri internazionali che seguono iragazzi iscritti nelle diverse discipline delladanza.La scuola Honey Dance segue il programmadidattico dell’ACCADEMIA NAZIONALE DIDANZA ed offre, ai suoi studenti, una pavimentazionetecnica adeguata allo studiodella danza. Lo speciale parquet molleggiatoe antiscivolo, assorbe, infatti, le vibrazioni,impedendo ripercussioni sulle ossa e sullamuscolatura.All’interno delle scuola esiste un angolo cinetecae videoteca, utile ai fini formativi degliallievi, che potranno così abbinare lo studiodella teoria allo studio della danza, migliorando,di riflesso, l’interpretazione del balletto.Ricapitolando i grandi eventi che hanno vistoimpegnata la Honey Dance per l’anno 2005-2006 ricordiamo che il 10 Settembre 2005si è tenuto un grande spettacolo in PiazzaMatteotti a Civita Castellana con la partecipazionedi Massimo Adorni e i ballerini professionistidell’AID – Roma.Nel Dicembre 2005, si è tenuto uno spettacoloa favore di Telethon, con la partecipazionedi RossellaBrescia, Fabrizio Bartolie i ballerini professionistidell’AID – Roma. AGiugno 2006 unospettacolo in ViaRoma di CivitaCastellana, “Euterpee Tersicore”, conl’orchestra sinfonicae coro, ha visto laRossella Bresciapartecipazione diFabrizio Mainini eFabrizio Bartoli, oltre aiballerini dell’AID – Roma.Sempre a Giugno 2006 si è tenuto lo spettacolo“Palart” a Fabrica di Roma, con danzaclassica, moderna e Hip Hop.Tutte le coreografie degli spettacoli sonostate curate dal grande ballerino TuccioRigano.Durante l’anno, inoltre, si sono tenuti diversistage: quello di Modern Jazz, a Marzo 2006con Mara Giavon e a Settembre 2005 conCristina Galanti. Lo stage di Hip Hop, aSettembre 2005 con Andrea Iacopini. Quellodi Danza Classica, a Dicembre 2005 conRossella Brescia ed infine quello di Pas deDeux classico e moderno a Settembre,Ottobre e Dicembre 2005 e Febbraio, Marzoe Aprile 2005 con Tuccio Rigano.Alla chiusura dell’anno accademico 2005-2006, la scuola Honey Dance ha assegnatouna borsa di studio valida per lo studiodella tecnica classica ed il Pas de Deux all’allievoMarco Marangio.Per l’anno 2006-2007 ha inoltre assegnato 26premi danza, di cui tre validi per lo studio delPas de Deux per l’anno 2006-2007, e 23premi validi per lezioni di approfondimentodella tecnica classica presso l’AID – Roma.Il 21 Giugno, presso la scuola ed in presenzadi una commissione composta dal MaestroTuccio Rigano, dal Maestro Fabrizio Bartoli edalla Docente dell’Accademia Nazionale diDanza, Fara Grieco, si sono svolti gli esami didanza classica.Con la riapertura di Settembre, la scuola hagià fissato il primo stage di Pas de Deux classicoe moderno, previsto per il 7 Settembre.Presso la scuola è, inoltre,possibile prendere lezioni diTango Argentino con<strong>Mauro</strong> Barreras e RobertaBeccarini, grandi professionistidel settore.Per informazioni ediscrizioni, la segreteriadella scuola saràdisponibile dal 28Agosto in ViaCarducci 30, CivitaCastellana – Tel. 0761.540380www.honeydance.comTuccio RiganoFabrizio Mainini


<strong>Campo</strong> de’ fiori 23Come eravamoIn montagna con Don ChecchinodiAlessandro SoliAnno 1960, località Sestoin Pusteria, periodo estate,la prima volta sulleDolomiti, mai andati cosìlontano. Era l’anno delleOlimpiadi di Roma, l’annoin cui Gastone Nencinitrionfò al Tour de France,era soprattutto l’anno chefece scoprire a noi ragazzidi allora, la bellezza di questa parte d’Italiacosì ricca di monti e boschi. L’artefice diquesto piccolo miracolo, fu Don FrancescoJannoni, per tutti Don Checchino parrocodi San Benedetto a Civita Castellana. Il suospirito pionieristico, le sue conoscenzeimportanti, la sua voglia di fare, di crearequalcosa di duraturo e stabile, come poiavvenne, provocò qui a Civita Castellanauna rivoluzione totale delle vacanze estive.Ci eravamo lasciati alle spalle i periodidella colonia comunale, su al “boschetto”,la domenica ”fagottara” al lago o al mare,il bagno giù alla “llegata” dove si imparavaa nuotare tra i vortici del fiume Treja, orasi partiva per la grande avventura : leDolomiti. Il viaggio in treno, lunghissimofino a Fortezza e San Candido, con il nasoincollato ai finestrini, rubando panoramimai visti, chiedendo a ripetizione millecose a Don Checchino che ci accompagnava,lui che era già stato in quei posti,ed inquei posti già conosciuto da tutti. Poi siDon Francesco Jannoni (Don Checchino)1926 - 19891960 Sesto Val Pusteriada sinistra Domenico Paolelli, Alessandro Soli, Guido Milazzo, Fabrizio e Giorgio Florigiungeva a Sesto in Pusteria. Subito lanostra meraviglia nel vedere ogni cosascritta in due lingue, il tedesco e l’italiano,e la sensazione a pelle, di vivere in unposto geograficamente italiano, ma stranieronegli usi e costumi. Ma la bellezzadel paesaggio, con le sue montagne unicheal mondo, le sue vallate, i masi e glialpeggi, ci faceva sentire ragazzi privilegiatialla scoperta di questa “nuova america”.I ricordi, anche se indelebili, con gli anniche passano tendono ad affievolirsi, maqualche particolare resta nella mia mentee sono certo che susciterò care sensazioniin chi li ha vissuti insieme a me. C’era giàuna perfetta organizzazione per questevacanze, si facevano cioè due turni di circaquindici giorni, e la cosa più importanteera quella del vettovagliamento, che portavamodirettamente da Civita Castellana.Infatti abituarsi alla cucina locale ricca digrassi, strane spezie (erba cipollina) esughi pesanti, era pressoché impossibile.Anche le cuoche erano “civitoniche”, ricordocon nostalgia, l’anziana Oralda Mancini,e la cara Alfonsa Flori, la mamma diGiorgio e Fabrizio, che vedete con me nella<strong>foto</strong>, ci facevano sentire a casa nostracucinando come le nostre mamme.Eravamo alloggiati nella casa di Franz unaltoatesino tutto d’un pezzo vecchio amicodi Don Checchino, che aveva messo adisposizione la sua dimora in legno e pietra,composta di più locali, compresa unavecchia stalla, riadattata a mo’ di camerata,con letti a castello e brandine. Neglianni successivi Don Checchino riuscì acoronare il progetto di una casa vacanze aMoso frazione di Sesto, dove intere famiglieandarono a passare le vacanze estive,scoprendo quei luoghi e familiarizzandocon gli abitanti del posto. Insomma tutti icivitonici sapevano di poter usufruire diuna struttura adatta alle vacanze sia estive,che invernali, tant’è vero che interegenerazioni sono cresciute risalendo lastupenda Val Fiscalina, facendo il giro deiPassi Dolomitici, o sciando sulle piste chestavano nascendo proprio in quegli anni.Sono tornato dopo tantissimo tempo inquei posti, con la mia famiglia, ho soggiornatoin altre località dolomitiche, scoprendonuovi panorami, ma il ricordo di DonChecchino mi ha sempre accompagnato.Guardando le strutture da lui volute e realizzate,e pensando alla gioia che è riuscitoa dare a tanta gente, mi fa sentrireorgoglioso di essere stato tra i primi, “adandare in montagna con Don Checchino”.


24<strong>Campo</strong> de’ fioridi Maria Cristina CaponiVolver - Tornare, Spagna,2006. Genere:tragicommedia; regia:Pedro Almodòvar; interpreti:Penèlope Cruz,Carmen Maura, Lola Dueñas, BlancaPortillo, Yohanna Cobo, ChusLampreave; sceneggiatura: PedroAlmodòvar; direttore della <strong>foto</strong>grafia:Josè Antonio Bermùdez; montaggio:Josè Salcedo; costumi: Bina Daileger;musica: Alberto Iglesias; produttore:Esther Garcìa; distribuzione: Warner;durata: 2h e 1’. Un’impudica scintilla d’animalescasensualità infiamma uno sguardocorrucciato, ma fiero di donna. Fra i perfettilineamenti d’ascendenza popolare brillail rosso vermiglio di procaci labbra lusinghiere.Il piglio risoluto e la giunonicagenerosità del corpo rievocano la burrositàdelle attrici tutte curve del cinema neorealistaitaliano; sì … Penelope Cruz comeSofia Loren. Interpretando in pieno il titolodel lungometraggio (volver = rivenire) dicui è protagonista, la Cruz ritorna all’ovile,collaborando di nuovo con PedroAlmodovar, che la lanciò anni addietro nelruolo di un’ingenua suora in Tutto su miamadre. E dalle ottime recensioni sul sedicesimofilm del regista spagnolo da partedegli addetti ai lavori, sembra che abbiacolto nel segno accettando di entrare nelCast. Nel film interpreta Raimunda, unagiovane madre con sorella divorziata (LolaDueñas), figlia adolescente (YohannaCobo) e marito alcolizzato e vitellone acarico. Nel subconscio un terribile segreto.Inaspettatamente l’aldilà potrebbe riservareuna tenera vecchietta in vestaglia a fiorie gambaletti di nylon (Carmen Maura) infuga dal regno dei morti per chiedere perdonoalle figlie sole e bisognose di unafigura materna. Almodovar in quest’opera,sorta di commistione fra tragedia e commedia,rievoca la sua infanzia trascorsa aCalzada de Calantrava, in Spagna: “E’ iltema che più mi tocca, e mi ha portato aprovare qualcosa di molto particolare, unasorta di riconciliazione con le mie radici. Iosono nato nella Mancha, ho vissuto aMadrid e ho viaggiato molto, e questo film,più d’ogni altra cosa, mi ha riconciliato conla mia stessa gioventù. In Volver parlodelle donne che avevo intorno a me quandoero bambino; furono loro a crescermi,gli uomini erano sempre nei campi e non livedevo praticamente mai. Volver parla delmodo in cui crebbi, ascoltando questedonne.”. Un universo all’insegna del sessodebole, anzi, tutto altro che debole, in cuidomina la legge del matriarcato e la solidarietàè moneta di scambio al pari dei sentimenti.Al contrario, i pochi personaggimaschili sono abbozzi confusi, macchiette opuro espediente narrativo. Chiusa la parenteside La mala educacion, il mondo degliuomini chiaramente non gli interessa più.Con una nota di velata misantropia, l’autorestenta a presagirenella sferamaschile alcunvalore positivo.Abbandonato ilperiodo del “kitchpop-gay-camp”èaltresì incapacead affidare note dislancio ed energiaanche alla vorticosavitalità di transessualie travestiti,vera icona delsuo cinema, che ibenpensanti bollanocome “scandaloso”.Puntodebole: surplus didonne.Esaltare una congenialefatturafinale del prodottofilmico è doveroso,se non altroperché s’intravedenel lungometraggiola familiaritàche Almodovar haconquistato con latecnica del cinema.Siffatta maestria,sommata aduna fervida scritturacreativa e ad una notevole capacità diforgiare la recitazione delle sue interpretisono state premiate a Cannes 2006 conuna Palma d’oro per la migliore sceneggiatura.Un altrettanto ambito premio è statoconferito ex aequo a Cruz, Maura, Dueñas,Portillo, Cobo e Lampreave in qualità dimigliori attrici.Il cineasta evita gli eccessi e le citazionimetacinematografiche, ma cade inevitabilmentein un’eccessiva sobrietà e semplicità.Uno dei suoi marchi di fabbrica, il suoumorismo leggero e divertente non siammaina neanche di fronte a temi quali:parricidio, funerale, uxoricidio, ecc degnidei migliori/ peggiori melodrammi strappalacrime.Se non si può ridere, si può almenoallentare i muscoli agli angoli dellabocca e tentare un sorriso di fronte allamorte. Surreale invito appare maggiormenteirrazionale se ad apostrofarlo è un registache peraltro non sopporta l’idea didover un giorno abbandonare la sua esistenzaterrena, ed inoltre si dichiara noncredente, agnostico. D’altronde come disseBenjamin Costant in Adolphe: “La morte,mistero inesplicabile, di cui un’esperienzaquotidiana sembra non avere ancora convitogli uomini”.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 25Che bello !Un urlo disumanorisuonò nella hall dell’albergodi Alicante inSpagna, quella seradel 9 Luglio, eravamoun pugno di italiani,davanti al televisoreche trasmetteva in lingualocale la finaledella coppa del mondo.di Alessandro SoliAvevamo vinto, malgradotutto e malgrado tutti.Che giornata! Al mattino, levataccia alleore 4,30 per andare a Valencia in pullmanall’incontro con Benedetto XVI (oltre 150Km ) era quello lo scopo del nostro viaggioin terra spagnola.Dovevamo arrivare presto, per poi recarcia piedi verso il settore assegnatoci dall’organizzazionedi questo V IncontroMondiale delle Famiglie. Tutti in gruppo,muniti di bandiere tricolori, ci sentivamoorgogliosi di essere italiani, quel giornoancora di più.Durante il tragitto abbastanza lungo, ricevevamogli auguri da tutti, gli spagnoli inmodo particolare stavano dalla nostraparte, perché eliminati agli ottavi dallasquadra francese, inoltre diciamocelo francamentei francesi odiati e odiosi, stavanosulle scatole a tutti.I canti, le preghiere, il caldo, i disagi fisici,la messa con il papa, seguita dai maxischermi,quei due milioni di persone,venute da ogni parte del mondo, rendevanoquella giornata unica, quasi surreale,una giornata particolare, che si sarebbeconclusa come mai avremmo immaginato.Poi “ a la ocho de las tardes” come diconolì, quei 120 minuti vissuti tutti d’un fiatocercando di carpire con gli occhi, quellesensazioni che le parole in lingua spagnoladel cronista non riuscivano a trasmetterci.Lo sgomento al rigore di Zidane, lagioia incontenibile all’incornata diMaterazzi, la rabbia alla traversa di Toni,che avrebbe incanalato, con la palla inrete, l’incontro verso scenari diversi. Poi lapaura sul tiro sempre di Zidane con lagrande parata del Gigi nazionale.Infine la lotteria dei calci di rigore, un presentimentooscuro, il terrore di riviverequalcosa già visto in tante finali, comenegli USA quando perdemmo contro ilBrasile. Subito l’errore di Trezeguet, e l’incredibileserie di realizzazioni dei nostrieroi, mai così precisi, mai così concentrati,mai così amati.Poi il suggello finale, col rigore decisivoaffidato ad uno dei più giovani, quel FabioGrosso, che grazie alle sue giocate ciaveva portato in finale.Tiro sicuro, gol!Ed ecco quell’urlo disumano e gli abbraccitra di noi italiani, eravamo forse una quarantina,ma ci siamo fatti sentire, eccome!Tutti al pullman, col nostro autista che ciavrebbe accompagnato strombettanteverso il centro di Alicante.Non vi dico cosa è successo quella sera,capisco, che in Italia i festeggiamenti,come visto dai filmati, sono stati eccezionali,ma anche noi, piccolo manipolo di italianiall’estero, abbiamo esternato concanti e sbandieramenti sulla passeggiata amare di questa incantevole località turisticaspagnola tutta la nostra gioia.Tutti con noi, gente comune, che applaudivaal nostro passaggio, gli abbracci con itantissimi studenti italiani lì ad Alicanteospiti per il progetto di studio “Erasmus”,ci sentivamo orgogliosi e fieri di essere italiani.Come sembravano lontani i titoli dei giornalitedeschi, che con sfida e disprezzo ciavevano etichettato “Italiani pizzaioli, italianicamerieri”, per intimorirci prima dellaloro eliminazione.Purtroppo tra tanta gioia, ci giunse daCivita Castellana, il giorno dopo, quellatragica notizia, che ha privato RodolfoProfili, mitico portiere degli anni ’50 (celebratodal sottoscritto nel n°12 di <strong>Campo</strong>de’ Fiori), da questi festeggiamenti.Il caso ha voluto che la sua grande passioneper il calcio lo tradisse nel momentopiù importante, mentre innalzava il tricoloree pregustava emozioni uniche e forseirripetibili.


26<strong>Campo</strong> de’ fioriIl primo giorno d’estatediErminioQuadraroliMulattiere strette illuminateda un sole offuscatoda un fitto polverone.Ombre adagiate e allungatesul terreno di terrarossiccia. Ciottoli chefacevano sobbalzare i carrettidei contadini e le carrozzedei nobili. Cosidovevano apparire lestrade intorno al Lago diVico più di un secolo fa.Le ricche terre laviche, che ora ospitanodistese di noccioleti, un tempo erano ricoperteda sterminati vigneti. Ora, come allora, leterre di Ronciglione accolgono non solomomenti di faticoso lavoro, ma anche attimidi festa e baldoria. Un popolo orgogliosodelle proprie origini medievali, pur tanto umiliatodal fuoco francese di qualche decennioprima, cercava ancora di rimarginare le feritedi una guerra che l’aveva soffocato.Nonostante l’inizio del declino dell’industriaronciglionese, e con esso l’aumento dellapovertà, la popolazione non rinunciava abrevi momenti di divertimento in cui i problemidella vita quotidiana passavano in secondopiano.I nobili, tra risate e giochi, cercavano riparodal sole sotto eleganti ombrellini merlettati,mentre i contadini maltrattati da quello stessosole passeggiavano tra l’erba fitta e i primifiori estivi.Lo scalpitare degli zoccoli dei bufali che trainavanocarretti colmi di gente era l’idealecolonna sonora di questi attimi di spensieratezza…Poi, l’adagiarsi del sole dietro Monte Venere,ricordava che il giorno seguente tutto sarebberitornato alla normalità e…ognuno sarebberientrato nel proprio ruolo.Lago di Vico 1899“Gita con i bufali, butteri e ombrellini per il sole”Archivio Flaviano Feliciano Fabbri


28<strong>Campo</strong> de’ fioriSabato 24 Giugno, come da consuetudine, si è svolto uno degli avvenimenti più importanti per quanto riguarda l’anno sportivo dei praticantidel Karate, cioè gli esami per il passaggio di grado. Un grande ringraziamento da parte degli insegnanti va a tutti i praticanti perl’impegno e l’ottima prova sostenuta. Questi sono i Karateka che hanno acquisito il nuovo grado:Melissa Latino, Diego Compagni, Gaia Biancini, Alessio De Venanzi, Michela Accettone, Denise Cimarra, Hariz Batik, Francesco Stefani,Francesco Deriù, Federico Sciarrini, Armando Strada, Pietro D’Addario, Gianmaria Imperio, Andrea Sestili, Alessia De Federicis, Luca DelPriore, Stefano Vitali, Cosmin Racovita, Fabio Filippelli, Simone Corelli, Martina Rizzo, Nelson Rossetti.CON QUESTA MANIFESTAZIONE SI CHIUDE L’ANNO SPORTIVO DI TUTTI I KARATEKA.ANCHE LA PALESTRA OKINAWA CHIUDE PER I MESI DI LUGLIO E AGOSTO PER IL RINNOVO DEI LOCALI.VI ASPETTIAMO A SETTEMBRE PER UN NUOVO ANNO INSIEME PIENO DI SORPRESE E NOVITA’.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 29Civita Castellana6 Giugno 1944Miliziani in libera uscitadi Enea CisbaniIl mese di Giugno del 1944, è un periodostorico cruciale ed importante per CivitaCastellana: è il momento della liberazionee la fine della guerra, delle persecuzioni e,si spera, della fame.Il 4 Giugno 1944, mentre le ultime retroguardietedesche abbandonano Roma, neiquartieri meridionali entrano i primi repartiamericani.Verso sera l’88^ Divisione Americanaentra in Piazza Venezia.Il 5 Giugno 1944 le truppe alleate entranotrionfalmente in Roma accolte entusiasticamentedalla popolazione, mentre il ReVittorio Emanuele III abdica in favore delfiglio Umberto di Savoia, che ne assume laluogotenenza generale.Attraversata la “città aperta”, gli alleati silanciano all’inseguimento della 14^ armatatedesca del Generale Lemelsen, trinceratasia nord di Roma presso il castello diBorghetto, importante nodo viario verso ilNord-Italia.I tedeschi controllano i dintorni di CivitaCastellana con la 101^ DivisioneParacadutisti e la 2^ Divisione dellaLuftwaffe, per un totale di 12.000 effettivi.Il Generale Clark, comandante della V^Armata Americana, per evitare l’attaccofrontale alla imponente linea difensivaapprontata dai tedeschi, ordina a repartidella VIII Armata Britannica operante nellezone della Sabina, di attaccare alle spalle itedeschi e prendere così CivitaCastellana.Il 6 Giugno 1944, alle ore 4,15 del mattino,la 6^ DIVISIONE CORAZZATASUDAFRICANA, attacca le linee germanichenelle località di Sassacci e Borghetto,annientando le unità tedesche in una seriedi feroci combattimenti.Verso sera reparti di ricognizionedella divisione entrano in CivitaCastellana.La 6^ DIVISIONE CORAZZATA SUDAFRI-CANA, “ 6 TH SAAD SIXTH SOUTH AFRI-CAN ARMOURED DIVISION “, viene costituitanel 1936 in Inghilterra e posta alcomando del Generale di Brigata W.H.E.POOLE, protagonista della battaglia di ElAlamein.La 6^ divisione era composta da 15.000effettivi tra ufficiali, graduati e truppa ecomprendeva: 11^, 12^ e 13^ Brigata diFanteria d’Assalto, la 24^ Brigata delleGuardie Inglesi, la 1^ Brigata delleGuardie Scozzesi, la 5^ Brigata deiGranatieri e i temibili componenti del 6°Reggimento “Gurka” nepalese, che furonoaggiunti nel 1943 quando iniziarono leoperazioni belliche sul suolo italiano il 10Luglio dello stesso anno.Dotata delle più moderne armi e di mezzicorazzati di moderna concezione, la divisioneera composta prevalentemente dareparti coloniali provenienti dagli sterminatiterritori dell’impero inglese: India,Malesia, Cina, Nepal e Sud-Africa.Allo scoppio della 2^ Guerra Mondiale,viene destinata al settore nord-africano,nelle zone dell’Egitto e della Libia, a direttocontatto con le truppe italiane poste alcomando del Generale Graziani.E’ nella battaglia di El Alamein che il repartoinglese raggiunge e consolida la suafama di tenace combattente sconfiggendoe distruggendo totalmente la DivisioneCorazzata Italiana “Ariete” del GeneraleLamarmora.Il 10 Luglio 1943 con l’invasione alleatadella Sicilia iniziano le operazioni bellichesul suolo italiano e i reparti inglesi si distinguononella liberazione di Palermo eCatania, successivamente di Salerno e<strong>Campo</strong>basso.Aggregata all’VIII^ Armata Britannica,combatte a Cassino a fianco degli americanie dei francesi.Reparto di fondamentale importanza il 6°Reggimento “Gurka”: soldati specialistinel combattimento in zone montane enelle condizioni climatiche più avverse.Furono proprio tali reparti che annientarononei pressi di Civita Castellana i ferocicomponenti della 101^ DivisioneParacadutisti “Das Reich”.La battaglia del 6 Giugno 1944 che si combattèvicino Civita Castellana in quel caldoe torrido Giugno del ’44 non è certo riportatanei libri di storia, ma nelle direttetestimonianze dei protagonisti di quei giorniche tuttora vivono in Inghilterra.


La redazione di <strong>Campo</strong> de’Tantissimiauguri diBuonCompleanno aFrancescaDe Placidiche compie18 anni l’ 8agosto.Da mamma,papà elello Luca.BuonCompleanno aEmiliano DeRinaldis checompie 18 anniil 6 Settembre.Da mamma,papà,Alessandro,Barbara, Silvia,Roberto e lafidanzataDeborahIl 29 Lugliosi sonouniti inmatrimonioDanielaMarzi eDiegoBernardinidiVignanello.Tanti augurida tuttigli amici diCorchianoTantissimiauguri aAlessandrae Luca diCivitaCastellana,che si sonouniti inmatrimonioil 2 Giugno,dai genitori,le sorelle,i parentie tutti gliamici.Tantissimi auguri aDaniele che compie 18 anniil 31 Agosto.Da papà Aldo, mammaAntonella, il fratelloFederico, i nonni, gli zii edalla famiglia RicciBuonCompleanno aSilvia Filippiche compie 18anni il 16Agosto. Tantiauguri dai genitori,dal fratelloAlessio,dal fidanzatoFrancesco, dainonni e tutti iparenti.Tantissimi auguri aMassimo Perazzoni eVerna Misocchia che il1° Agosto festeggiano30 anni di un felicematrimonio.Tanti auguri da partedei figli Romolo,Alessandro e Simona eda tutti gli amici


fiori si associa agli auguriBuon Compleanno a Andrea Mosca che compie20 anni il 19 Agosto e a Luca Mosca che necompie 18 il 16 Settembre. Tantissimi auguridai parenti e gli amici di Civita Castellana.Tanti auguri di Buon Compleanno a SimoneBenedetti di Corchiano che compie 14 anni il13 Agosto. Da mamma, papà, Ermelinda eMassimoScuola elementare Don Boscoanni ‘80dall’alto a sx: Maestro FrancescoCancilla, Loredana Del Priore,Daniele Scisciani, AlessandraMancini, Alessandro Lo Coco,Massimiliano Mutti, Mery Mei, PaolaMicheli, Andrea D’Orazio, SamueleValeriani, Isabella Massari, TizianaCaroselli, Nicoletta Iommi,Simonetta Marchetti, AriannaCimarra, Carla Funari, DanielaBelloni, Domenico Del Signore,Luciano Lucentini, Diego Lanzi,Adriano Biancini eTerzilio Paoletti (Don Ciccio)CARO MAESTRO...Circa ventisette anni fa, una mattina, ci trovammo raggruppatinel cortile della scuola elementare Don Bosco.Davanti alla porta della nostra futura classe IB, un uomo congli occhiali ci chiamava e noi, uno ad uno, entravamo in quell’aulalasciando dietro alle nostre spalle le nostre mamme.Da quel giorno abbiamo iniziato la nostra avventura scolasticacon il maestro Francesco Cancilla, fatta di compiti, di gare conle tabelline (tanto odiate...), di gite, di Giochi della Gioventù edi tanti ghiaccioli consumati al Boschetto durante la ricreazione,mentre gli altri bambini ci guardavano dal cancello dellascuola. Di anni ne sono passati, e ci siamo rincontrati “quasitutti” Sabato 6 Maggio 2006 a pranzo in un agriturismo.La giornata è stata strepitosa, rincontrarsi dopo tanto è statobello. Tutti parlavamo di quello che facciamo adesso, masoprattutto abbiamo ripercorso i bei momenti che teniamo nelcuore. Un grandissimo GRAZIE a tutti per la diponibilità ...al prossimo incontro !!!Diego e Loredana


<strong>Campo</strong> de’ fiori 33Prescrizionedi Gianni BracciSi sentiva stanco,annoiato, abulico. Lamattina gli riusciva difficilealzarsi per tornareal tran tran del lavoroquotidiano: sarebberimasto volentieri aletto; allora si facevavenire in mente i numerosiimpegni che loattendevano, solo così poteva sperare ditrovare la voglia per rimettersi in piedi.Decise quindi di recarsi dal proprio medicodi famiglia, la dottoressaA., la quale gli spiegò chepresentando “tutti i sintomidi un incipiente asteniada imputarsi verosimilmentead un latente statodepressivo”, era il caso diprescrivergli una visitaspecialistica presso unopsicologo della mutua, persentir dire molto bravo,che avrebbe potuto individuaree rimuovere lecause di cotanto disagioesistenziale.E così, fissato l’appuntamento,G arrivò al nosocomiocittadino e chiese adun’infermiera: “Il repartoMalattie Mentali ?”“Quarto corridoio a destra”rispose solerte osservandolocon circospezione eallungando subito dopo ilpasso.Qui avrebbe atteso lo specialistache dopo qualcheminuto di attesa, con eccezionaleanticipo, arrivò esordendo:“Buongiorno, sono il dottor T….. è qui perla visita ? Prego si accomodi”Il dottore aveva uno sguardo, per cosìdire, spiritato, capelli scomposti, pizzetto;si era presentato almeno un quarto d’oradi anticipo alla visita mostrandosi straordinariamentegentile: >pensò G.Il colloquio cominciò. Il paziente raccontavala sua esistenza mentre il medico loascoltava attentamente, prendendoappunti; ogni tanto accennava un leggerosorriso di comprensivo compiacimento, oformulava brevi domande inserendosinella logorroica descrizione di fatti e sensazioni.G Trovava piacevole che una personatanto intelligente fosse così interessata,almeno apparentemente, alla suavita quotidiana e provava sollievo nel poterparlare di sé stesso, dei suoi interessi,della sua famiglia.Ad un certo punto dell’incontro, quando ildottore ritenne che fossero state svisceratein modo esauriente le manifestazioni diquella che sembrava profilarsi come unavera e propria crisi esistenziale, chiese convoce delicata e complice: “Ma lei, effettivamente,cosa ama fare. Diciamo così .....nel suo intimo, cosa sente come altamentegratificante ?”G non si fece sorprendere perchè sapevabene quale fosse la risposta a quelladomanda, che aveva posto altre volte a sèstesso: “Andare in bici con i miei figli, èquella la cosa che preferisco fare”.“Bene, sig. G, molto bene !” ribattè l’interlocutorecon evidente soddisfazione, comese fosse proprio la risposta che aspettavaun lampo di genio sembrò illuminargli ilvolto. Cominciò febbrilmente a scrivere suun blocco di carta intestata che tirò fuorida una tasca del camice, mentre spiegava:“Le prescrivo tre giri in bicicletta a settimanacon i suoi figli, mi raccomando sig.G: tre volte a settimana ! Lasci qualcheminuto prima il suo lavoro e si dedichi aquesta attività !”A G sembrava uno scherzo: “Ma… dottore…dice sul serio ?”“Assolutamente sì, le ho preparato la ricetta! Non si preoccupi, funzionerà!”.Effettivamente G si sentiva già meglio alpensiero che sarebbe stato costretto astaccare prima dal lavoro, d’altronde glieloaveva ordinato il medico, ma proprio mentrestava alzandosi per ringraziarlo, dueenergumeni vestiti di bianco irrupperonella stanza spalancando violentemente laporta: “Basta T ! La devi smettere di fareil buffone!” “Andatevene, maledetti, nonsapete chi sono io, lasciatemi svolgere inpace il mio lavoro !” si difendeva convulsamenteil dottor T mentre lo prendevanosottobraccio per portarlo via. “Lo scusisignore, è un ricoverato del reparto:crededi essere un luminare della psichiatria,togliamo subito il disturbo, non si preoccupi”e lo trascinarono per il corridoio mentrescalciava. Prima di sparire definitivamentein uno stanzone buio, trovò il modoper girarsi a salutare G : il suo gridòecheggiò scemando pian piano che siallontanava: “Mi raccomando, tre volte lasettimana !” . G ricambiò muovendo timidamentela mano, ma ci era rimasto malissimo.Era stato visitato da un malato dimente: incredibile. Non aveva voglia diaspettare il vero psicologo e se ne andò,provato da quella esperienza.Nei giorni successivi ripensò al dottor T ealle sue strane teorie: provò a staccareprima dal lavoro per dedicarsi a quellafamosa passeggiata in bici e la depressione,effettivamente, migliorò, fino a spariredefinitivamente. Era guarito, senza medicie pasticche, cosicché, tra una pedalata el’altra, rimuginava:


01 Luglio 2006Treja Cupgara di gommoni sul fiumeTreja a Civita Castellana(<strong>foto</strong> M.<strong>Topini</strong>)


ITALIACAMPIONE DEL MONDOFESTEGGIAMENTI ACIVITA CASTELLANA E TARQUINIA<strong>foto</strong> M.<strong>Topini</strong>


36<strong>Campo</strong> de’ fioriNata nel 1950 grazie alla mente estrosa del Generale Bonafede, giunge nel2006 al suo 50° Anniversario. La Sagra della Nocciola diventa con il passardegli anni un evento nazionale tanto da essere fortemente apprezzato e segnalatodal Presidente della Repubblica Einaudi che negli anni cinquantarisiedeva all’interno dell’incantevole Palazzo Farnese di Caprarola.Questa festa, unica nel suo genere, ha inizio quest’anno il giorno 26 Agostoore 21.00 con la cerimonia di apertura e a seguire la finalissima regionaledel concorso di MISS ITALIA, e termina il giorno 2 Settembre ore 21.00 conla cerimonia di chiusura ed il grandioso spettacolo pirotecnico. Nella settimanasi alterneranno grandi spettacoli di comici, cantanti e artisti del mondodello spetacolo, ma il culmine della festa si avrà il giorno 27 Agosto ore16.00 e il 1 Settembre ore 21.00 quando un bombardamento pirotecnico delpaese darà inizio alla spettacolare parata di carri folkloristici ed agresti suiquali magnifiche ballerine delle scuole di danza viterbesi, renderanno omaggiocon i loro corpi alle 50 edizioni di arte, tradizione e spettacolo della Sagradella Nocciola. Sfileranno magnifici carri artisticirealizzati da artigiani locali che in essi esprimonotutte le doti artistiche frutto di unalunga tradizione.Il tutto sarà contornato da un grandioso lanciodi ben trenta quintali di dolci alla nocciola(tozzetti, amaretti, nocciole tostate, crema dinocciole…) che verranno tirati dai carri stessi edistribuiti a tutti gli intervenuti, i quali potrannogustare ed apprezzare la bontà e genuinitàdei prodotti alla nocciola, che sono vanto daquasi un secolo della città di Caprarola.Benchè possa sembrare strano, tuttavia èdoveroso ricordare che la quasi totale organizzazionedi questo evento, tanto a cuore a tuttii caprolatti, è il frutto del lavoro disidenteressato,intellettuale e materiale, ditanti giovani che si adoperano per laprosecuzione di una tradizione vivaormai da mezzo secolo.Senza dubbio lo scopo di questa manifestazioneè quello di fare conoscere atutti le risorse che offre la Nocciola, cheè diventata un importante pilastro dell’economiaViterbese.Per tutti i partecipanti alla manifestazionesarà anche un’occasione importanteper visitare i numerosi monumentiartistici e soprattutto il monumentalePalazzo Farnese e i retrostanti giardinirealizzati dal Vignola nella seconda metà del cinquecento.Ma la nocciola festeggia i suoi cinquanta anni proponendosianche sotto una nuova forma, non più quella legata al dolce, maanche a primi e secondi piatti (pici al pesto di nocciole) che gliintervenuti potranno gustare e apprezzare.Tutta la manifestazione è magistralmente diretta dalla presidenzadi Francesco Proietti e Federico Vincenzi sotto la prestigiosadirezione artistica di Luca Cristofori e la passione per unatradizione che continua di tantissimi altri ragazzi.INFO: WWW.COMITATOSAGRA.IT


<strong>Campo</strong> de’ fiori 39Spettacoli Blu Life, quasi una maratona di danzaVia Donatello - Loc. Fontana MatucciaCivita Castellana (VT) - T. 0761.514016La maratona di danza della Blu Life, iniziatail 23 maggio si è conclusa con gli spettacolidel 15 e 16 giugno al Teatro Floridache si sono protratti dalle 18 alle 23,30 perentrambe le serate. Il mega-spettacolo,diviso in tre “blocchi”,ha permesso aglispettatori di seguire con calma le performancedei nostri danzatori e di attendereall’esterno, intrattenendosi con insegnantied amici, l’inizio della sessione successiva.Atmosfera quindi piuttosto rilassata egodibile per il pubblico, nonostante l’enormemole di lavoro prodotto, anche permerito di Marcello,insegnante di fitness espinning del centro e uomo dalle moltepliciesperienze nell’ambito dello sport edello spettacolo.I corsi junior hanno presentato l’interpretazionedanzata del mondo fantastico deipiccini.I WINX, GATTO MATTO e PINOCCHIOhanno preso vita sul palco animati dabambini dai 4 ai 12 anni; i personaggi diSPACE JAM e PETER PAN hanno invaso laplatea allegramente, provocando il pubblicoe riunendosi sul palco, da provetti professionisti,a perfetto ritmo di musica;quelli di GREASE hanno fatto ballare nonnie genitori sulle poltrone.Il merito va alla fantasia e professionalitàdei loro insegnanti:Ilaria Bianchi,Francesca Antonelli e Gabriel Hassan; aVincenzo Di Michele che ha cantato e recitatonella parte di Capitan Uncino permettendociun’esperienza che potremmo senz’altrodefinire teatro-danza e alle scenografiedi Anna Maria Cirioni.Il “blocco” dedicato alla DANZA CLASSICAè stato un susseguirsi di eterei tutu mossidalle note di musiche bellissime. Per 40minuti, senza interruzione, dalla più piccoladi quattro anni alle ragazze del corsoavanzato, sono entrate ed uscite dal palcosuscitando grandi applausi riuscendo acatturare l’attenzione e il perfetto silenzioperfino di alcuni ragazzi dell’Hip Hop,venuti a curiosare in platea: miracoli diquando si danza con la tecnica e con l’anima.In chiusura del settore classico un’esibizionedi Chiara Lanza sulle note di “CASTADIVA”: tecnica contemporanea, evoluzionedella danza classica, dove tutto è espressività,nonmimata, bensì vissuta dal corpo inmovimento.Tutto il repertorio classico e contemporaneoè stato coreografato da LudovicaCenci.Ultimo “blocco” con i corsi avanzati di jazz,modern jazz, jazz funky, hip hop e breakdance. Ha aperto questa ultima parte unmusical: CATS.Deliziose “micette” adolescenti, tra scatolee copertoni di un immaginario vicolo, sensualie flessuose si avvicendano attornoalla figura di Gatto Rok con prese acrobatichedi notevole difficoltà. Altro musical inchiusura CABARET: jazz classico ironico eraffinato richiama le atmosfere degli anni‘30.Tra l’uno e l’alto musical “UN INVERNO DABACIARE”, “RISINGSON” “GET OFF” “KAR-MACOMA”, “ THIS IS NOT”, “THE COOKBOOK”, “STEAM HEAT”, sempre di Ilaria eFrancesca coreografe e danzatrici d’eccezionein alcuni brani.Infine tutta l’energia e le acrobazie dell’hiphop/break dance: da GHOST a STREETDANCE, pacifico scontro tra bande a basedi wimming e velocissimi passi; a DAN-GERROS dove balla lo stesso Gabriel nellaparte di Michael Jackson accompagnatodagli allievi più grandi nel ruolo di bodyguard.Gradite ospiti ragazze e signore del corsodi danza del ventre che nei loro bellissimicostumi, sulla dolce e sensuale musica diShubra, hanno dato vita alla coreografia diDiane Dubreuil.In definitiva,tutto lo spettacolo dimostra almeglio la politica della scuola : grandeapertura a tutte le discipline della danza(che è anche apertura mentale per gliallievi), ma sempre tramite un insegnamentoaffidato, dai più piccoli ai più grandi,ai migliori professionisti del settore.Carla Bonafede Di DonatoCoordinatrice Programmi FitnessCentro BLU LIFE


Anno scolastico 1960-61 alunni davanti alla scuola media in Via Ferrettia Civita Castellana. Foto del Sig. Ferruccio Fontana40<strong>Campo</strong> de’ fioriAlbum d1951 - Civitonici al mare a Porto San Giorgio. Foto del Sig. Giovanni Marcucci


<strong>Campo</strong> de’ fiori 41ei ricordiAnno 1948 bambini di Civita Castellana durante una colonia estiva a Pesaro<strong>foto</strong> del Sig. Adriano Casadidio1947 Civita Castellana - scuola elementare XXV Aprile. Foto del Sig. Adriano Casadidio


42<strong>Campo</strong> de’ fioriUn dopolavoro a mo’ di ristorantedi Ermelinda BenedettiQuando Corchianoera ancora unaminima parte diquello che è oggi,benché non siatuttora moltogrande, e gli abitanti,a parte qualchefamiglia cheviveva in campagna,si concentravanosu quello speronedi tufo, considerato,ora, la partevecchia del paese, tra quelle viuzze si sviluppavala vita di tutti i giorni: la scuolamaterna, la scuola elementare, le poste, ilprimo telefono, il comune, una sola bottega,la parrocchia, il dopolavoro, il lavatoioe quant’altro. Luoghi dunque d’interessepubblico e di svago. A proposito di quest’ultimi,c’era un posto che ha visto coronareil sogno d’amore di moltissime giovanicoppie del luogo. In via VittorioEmanuele III, accanto alla Chiesa di SantaMaria del Rosario, esisteva un locale piuttostogrande. Intorno agli anni ‘30-‘40,era, in realtà, il primo ed unico negozio del25.4.1962 Attilio Santini e Augusta Pilera nel giorno del loromatrimonio al “Dopolavoro”Le cuoche del ristorante “Il dopolavoro”da sx: Rosina, Antimina, Alfonsina, Rigoletta, Menicuccia, Marcella,Leda e Fabiolapaese: la bottega della Sora Livia, dove visi poteva trovare di tutto, dai generi alimentari,al materiale di cancelleria.Quando la Sora Livia decise di chiudere lasua attività commerciale,la sala, per un breveperiodo di tempo, fupresa in affitto dallaparrocchia, che ne feceun punto d’incontro e disano divertimento per iragazzi, con tavoli dabiliardo e il tanto amatocalcio balilla. La chiaveera custodita da Egea,la sorella di donDomenico, che abitavacon lui nella casa parrocchialeproprio soprail locale, ed i ragazzi,tutti i pomeriggi le suonavanoe si facevanogettare la chiave dallafinestra, per poi restituirlaquando era oradi tornare a casa per lacena.Successivamente vennepresa in gestione dallasignora Teresa, che latrasformò nel classicodopolavoro, molto invoga alla fine degli anni40, dove gli uominierano soliti ritrovarsi afine giornata per scambiaredue parole o fareuna partita a carte.Nello stesso periodo,viste le dimensioni e la vicinanza con lachiesa, a qualcuno venne l’idea di chiederlain affitto per la propria festa di matrimonio,dando così il via ad una vera e propriamoda. Il pranzo di nozze della maggiorparte di coloro che, a Corchiano, sisposarono a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60,fu fatto al dopolavoro. Non essendo, però,questa la sua funzione principale, erasprovvisto di tutto ciò che serviva perapparecchiare le lunghe tavolate degli invitati.Pertanto, qualche giorno prima delmatrimonio, si andava a bussare alle portedelle case vicine per chiedere in prestitotovaglie e tovaglioli, rigorosamente bianchi,piatti, bicchieri e posate, fino a quandonon si era raggiunto il numero necessarioper permettere ai commensali digustare il pranzo, preparato sul momentoe servito, proprio come in un ristorante. Lasala, infatti, era munita di una piccola cucinadove poter cuocere pietanze semplici egenuine, grazie ad un grande caminocapace di accogliere, sul fuoco acceso alsuo interno, pentole enormi per saziaretutti. La cuoca per eccellenza eraMenicuccia, sempre presente. A lei siaffiancavano, di volta in volta, zie, cugine,parenti degli sposi di turno.Nei primi anni Sattanta circa, però, il locale,ancora di proprietà della Sora Livia, fumesso in vendita e acquistato da NicolaBernabei.Il nuovo padrone non ne ebbe molta curae lo utilizzò come semplice magazzino peruso personale. Corchiano si stava manmano ingrandendo e le consuetudini e imodi di fare stavano a poco a poco cambiando.


<strong>Campo</strong> de’ fioriChi se lo sarebbe mai aspettato43Chi se lo sarebbe mai aspettato,che proprio nel giorno in cui lanostra nazionale di calcio, sipreparava a giocare la finale deimondiali del mondo, una partitada te tanto sognata, tu RodolfoProfili, conosciuto da tutti come“O PICCHIO”, soprannome attribuitotinei tuoi gloriosi passaticalcistici, grazie ai salti e alle parate effettuate trai pali della squadra di calcio del Civita Castellananegli anni ‘50, te ne andavi in silenzio senza direniente a nessuno. Lo hai fatto con la bandiera deltricolore tra le mani. La tua storia in questi giorniha commosso tutta l’Italia, sei morto mentre cercavidi issare una bandiera italiana.Una bandiera che avrebbe dovuto festeggiare lavittoria della nostra squadra diventata campionedel mondo dopo ben 24 anni. A fine partita, quandotutti gli italiani si preparavano a festeggiare lagrande vittoria, ho ripensato con le lacrime agliocchi a quello che mi dicesti un Sabato, ovveroche avremmo mandato la Francia a casa con lacoda tra le gambe.E così è stato, l’Italia ha battuto la Francia e lo hafatto anche per te.CIAO RODOLFO, CIAO AMICO MIO…………Roberto MoscioniANNUNCI ECONOMICI GRATUITIPER PRIVATIa pagamento per ditte o societàTel. Fax 0761.513117Cedola da ritagliare e spedireL’annuncio sarà ripetuto per 3 uscite, salvo diversa decisione della redazioneCompilate qui il vs annuncio gratuitoe speditelo in busta chiusa a<strong>Campo</strong> de’ fioriP.za della Liberazione n. 2 - 01033Civita Castellana (VT)oppure mandate un Fax al n. 0761.513117o una e-mail a info@campodefiori.bizTESTO (scrivere in stampatello e senza abbreviazioni)......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................Gli annunci gratuiti sono esclusivamente riservati a privati. <strong>Campo</strong> de’ fiori non è responsabileper la qualitià e la veridicità delle inserzioni. A garanzia dei lettori, <strong>Campo</strong> de’ fiori si riserva il diritto di NON PUBBLICARE annunci non conformi alpresente regolamento o che, a suo insindacabile giudizio, risultino non chiari o che possono prestarsi ad interpretazioni equivoche.Gli inserzionisti prendono atto che, a richiesta dell’Autorità Giudiziaria, <strong>Campo</strong> de’ fiori fornirà tutte le notizie riportate con la presente cedola.Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “tutela dei dati personali”.COMMITTENTE: NOME................................................COGNOME..............................................Via.................................................................Città.....................................................................Tel....................................................................Firma................................................................


44<strong>Campo</strong> de’ fioriAlbum dei ricordi1950 -Passo Oscuro - Foto del Sig. Bruno Fontana Anni 50 - Musicisti civitonici - Foto del Sig. Filippo di Stazio


<strong>Campo</strong> de’ fiori 45Album dei ricordiAnni 56-57 - Colonia estiva organizzata dal collegio di Pian Paradiso - FiumicinoFoto del Sig. Aimola FrancoRonciglione - Escurzione al lago di vico - Famiglia Marini


46<strong>Campo</strong> de’ fiori


<strong>Campo</strong> de’ fiori47L’angolo ... cin cin diLetizia ChilelliIl vocabolario del vino1^ parteDa questo numero inizieremo l’approfondimentodel “Vocabolario del Vino”.Prenderemo, infatti, in esame uno ad unogli aggettivi di cui noi Sommelier ci serviamoper la descrizione del “nostro bicchiere”.Qualche numero fa vi ho parlato dell’esamevisivo dove si osservano:- la limpidezza- il colore- la fluidità- l’effervescenzaLA LIMPIDEZZALa limpidezza di un vino può essere definitaanche l’assenza di torbidità, cioè di particellein sospensione nel nostro bicchiere,ma può anche corrispondere ad un livelloaccettabile di impurità, percettibili nellenormali condizioni ottiche e di luminositàin cui il degustatore effettua l’esame visivo.Il vino in base alla limpidezza può esseredefinito:-Velato-Abbastanza limpido-Limpido-Cristallino-BrillanteVELATOAccezione negativa, lo si dice di un vinoche presenta una accentuata opalescenza,dovuta alla notevole presenza di particellein sospensione, che di solito è sinonimo divino malato.ABBASTANZA LIMPIDOLo si dice di un vino che presenta una leggerissimavelatura, dovuta alla presenza dimicroparticelle in sospensione, formatesigrazie ad una leggera rifermentazione diresidui zuccherini, o al mancato scioglimentodi alcuni composti, causato da lunghiinvecchiamenti. In questo caso la bottigliadeve essere “trattata”con estremacautela.LIMPIDOIn questo caso il vino è privo di qualsiasiparticella in sospensione , non presenta,quindi, depositi.CRISTALLINOLo si dice di un vino che oltre ad esserelimpido, possiede anche una propria intensaluminosità, che determina lucentezza.BRILLANTEIn questo caso il vino oltre ad essere “cristallino”,riflette con vivacità i raggi luminosiche attraversano il bicchiere, il tuttoviene valorizzato se siamo in presenza dianidride carbonica, questo aggettivo,infatti accompagna i vini frizzanti e sposagli spumanti.Passiamo ora, ad esaminare il COLORE checome abbiamo già detto in altre occasioni,dipende dal vitigno, dalle tecniche di lavorazionee dall’età della nostra bottiglia.Per ottenere un buon esame, bisognaprendere in considerazione l’intensità, lediverse tonalità o sfumature e della lororelativa vivacità.COLORE NEI VINI BIANCHII vini bianchi si dividono in:- Giallo verdolino- Giallo paglierino- Giallo dorato- Giallo ambratoIl colore GIALLO VERDOLINO, è riscontrabilenei vini bianchi giovani , leggeri e freschi.Il rapporto tra acidità e morbidezza,in questi vini propende a favore dellaprima. Questi vini sono ottenuti da unavinificazione in bianco, di uve che sonostate raccolte in anticipo e che hanno subitochiarifiche , filtrazioni, pratiche cioè,molto energiche.Il colore è giallo molto tenue, sul quale èpossibile vedere forti riflessi verdi, che tenderannoa diminuire dopo il primo anno divita.Per ora ci fermiamo qui, appuntamento alprossimo numero dove continueremo adapprofondire il nostro vocabolario enologico.(Bibliografia “Tecnica delladegustazione”A.I.S edizione 2001)Protegge i tuoi valoriSilvia Malatesta - Via S. Felicissima, 2501033 Civita Castellana (VT)Tel.0761.599444 Fax 0761.599369silviamalatesta@libero.it


48<strong>Campo</strong> de’ fioriAlbum d31 Maggio 1957. Asilo di Fabrica di Roma<strong>foto</strong> del Sig. Arnaldo RicciAnni ‘50. Asilo di Civita CastellanaSe vi riconoscete in queste <strong>foto</strong>, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere pubb


<strong>Campo</strong> de’ fiori49ei ricordi1958 Asilo comunale di Civita Castellana<strong>foto</strong> della Sig.ra Ivana SoliCivita Castellana 19 Agosto 1960. Foto della Sig.ra Giuliana Valerilicate le vostre <strong>foto</strong>, portatele presso la redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori, esse vi verranno immediatamente restituite


50<strong>Campo</strong> de’ fioriAlbum dAnni ‘60 civitonici in gita alle tombe etrusche di Tarquinia. Foto del Sig. Giuseppe Sorge 1950 il piccolo Gian Remo Torre, di Fabrica di Roma, in vacanza a Chiavari


<strong>Campo</strong> de’ fiori 51ei ricordiAnni ‘20. Signore di Fabrica di Roma in vacanza ad Ostia. Foto del Sig. Paolo Carosi.Anni ‘50 Civitonici a Porto San Giorgio.Foto della Sig.ra Corinna CicconiAnni ‘60 ragazzi di Fabrica di Roma al lago di Vico. Foto del Sig. Sandro Anselmi


52<strong>Campo</strong> de’ fioriCentro di Diagnosi e TerapiaNeuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica,PsicopedagogicaVia Tasso 6/A - Civita Castellana (VT)T. 0761.517522A cura diMaria Tufano,ResponsabileAmministrativoSono trascorsi quasidue anni dalla primapubblicazione dellanostra rubrica su“<strong>Campo</strong> de’ Fiori”.Gli argomenti trattatisono stati talmentevari che sentiamo,oggi, il bisogno nonsolo di ringraziare ilettori per avercidimostrato un grandeinteresse, ma anchedi fare il “punto dellasituazione”. Il CERAL è una Equipe di professionisti,psicologi, logopedisti, neuropsichiatri,che dal 1991 investe sinergicamentele diverse competenze per poter offrireai clienti una valida opportunità di rispostaal loro disagio.Opera nell’ambito dei disturbi della sferapsicologica, emotivo relazionale, sessuologica,cognitiva, linguistica, foniatrica, dellefunzioni buccali, del comportamento, dell’attenzione,dell’apprendimento, dell’adattamentosociale in età evolutiva, adulta egeriatrica.Le caratteristiche del Centro sono la professionalitàunita all’empatia.Questo binomio spiega perché una cosìnumerosa clientela proveniente da unvasto territorio (Lazio e Umbria), ripongatanta fiducia nel CERAL, del resto, significativoe indicativo dei successi terapeuticiottenuti, è che gli invii ci pervengono quasiesclusivamente attraverso il passaparola.L’altro elemento che caratterizza il Centro,e questo vale ancor di più per un bambinoo un adolescente, è che il nostro sostegnoviene offerto a tutta la famiglia al di là deirapporti di causa effetto del disagio.Se il bambino è portatore di un disturbo ditipo congenito è possibile che anche i genitoriabbiano bisogno di un sostegno adeguatoche dia loro gli strumenti per affrontarepiù serenamente e con più strategie larelazione con il figlio.Se viceversa il problema sorge per una difficoltàdella coppia a gestire empaticamentela relazione con il figlio siamo in grado diaffrontare a monte il disagio.Un individuo non vive in uno spazio vuotoed è quindi importante che ci sia, là doverichiesto, un sostegno a 360° (scuola, famiglia,attività sportive, ecc..).I disagi che affrontiamo quotidianamente eche risolviamo con successo sono molteplici.I disturbi dell’apprendimento (lettura, scrittura,calcolo,), del linguaggio, dell’umore,d’ansia, di personalità, della sfera somati-E' tempo di bilanci,quanto ha inciso il nostro contributo?ca, della sessualità, della coppia.Nel nostro lavoro la prognosi è strettamentecollegata alla diagnosi anche se lerisposte possono essere del tutto soggettive.Offriamo ogni possibilità di sostegno terapeuticocon specialisti che propongonoapprocci diversi e che proprio per questo sicalano meglio non tanto nella oggettivitàdel disturbo quanto nella soggettività dell’individuo.Tutte le patologie che provocano disturbidella voce, della parola, del linguaggioorale e scritto e gli handicap comunicativi,sono trattate dai logopedisti che, ancheattraverso attività di didattica e consulenzaprofessionale, svolgono attività di prevenzionee trattamento riabilitativo.I rapporti esistenti tra mente e corpo, sonooggetto della Psicofisiologia Clinica che èuna scienza psicologica che si occupa distudiare l’uomo nei suoi contesti. Tale relazionerisulta oggi data per scontata comeconcetto “in astratto”, ma è sovente durorilevare quanto nella prassi medica, psichiatricae psicologica vi sia di fatto unadifficoltà ad integrare le due sfere in un’otticacomune.Lo psicoterapeuta esperto in disturbi dellasessualità, si occupa di disagio sessualeche si riferisce a tutte quelle alterazioniche possono presentarsi durante un rapportosessuale rendendolo insoddisfacenteper se e/o per l’altro, avvalendosi anche dicollaborazioni con specialisti diversi comel’andrologo o il ginecologo qualora si presumauna implicazione organica delladisfunzione.Particolare attenzione è data alla divulgazioneperchè la conoscenza sia un bene ditutti e diventi un primo passo per la soluzioneo anche l’individuazione del disagio.Sono state organizzate dal Centro, infatti,diverse conferenze pubbliche su temi chehanno riscosso molti consensi: DisturbiAlimentari, Linguaggio non Verbale,Motivazione scolastica e non, EducazioneAffettiva e Sessuale, ecc.. E’ nostra intenzionedare seguito a questa che speriamodiventi una consuetudine a partire da settembre,vista la partecipazione numerosae entusiasta.Non ci resta che ringraziare nuovamentetutti coloro che leggendo il nostro contributo,ci hanno dimostrato un vivo interesse,l’editore Sandro Anselmi, al quale vatutta la nostra stima, e tutto lo staff di“<strong>Campo</strong> de’Fiori” che crede in noi veramente.http://www.centroceral.cominfo@centroceral.com


<strong>Campo</strong> de’ fiori 53


54<strong>Campo</strong> de’ fioriAlbum dAnni ‘70 scuola elementare di Civita Castellana<strong>foto</strong> del Sig. Marco ManciniCivita Castellana 1967 . La trebbiatura. Famiglia Ettore TuiaSe vi riconoscete in queste <strong>foto</strong>, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere pubb


<strong>Campo</strong> de’ fiori55ei ricordiAnni ‘70. Giochi della Gioventù a Civita Castellana<strong>foto</strong> del Sig. Marco ManciniAnni ‘70. Prima Comunione a Fabrica di Roma<strong>foto</strong> della Sig.ra Lucia Gisella BianchiniAnni ‘60 operai ceramisti di Civita Castellanadurante una pausa. Foto del Sig. Fabrizio Moscionilicate le vostre <strong>foto</strong>, portatele presso la redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori, esse vi verranno immediatamente restituite


56<strong>Campo</strong> de’ fioriAssociazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.)www.campodefiori.bizwww.campodefiorionline.itwww.accademiainternazionaleditalia.itATTENZIONEci è stato segnalato, da alcuni operatori commerciali di essere stati contattati per l’inserzione pubblicitaria delle loro attività su <strong>Campo</strong>dè fiori, da persone a noi sconosciute. Comunichiamo pertanto che le persone incaricate a qualsiasi titolo, da <strong>Campo</strong> dè fiori, dovrannoessere munite di autorizzazione su carta intestata, debitamente firmata dal direttore e contenente i dati anagrafici dell’incaricatostesso. L’incaricato dovra inoltre esibire un documento di riconoscimento.<strong>Campo</strong> dè fioriè la più grande vetrina per i tuoi affari.La pubblicità su <strong>Campo</strong> dè fiori arriva e “porta bene” ed entra nelle case di milioni di lettori.TEL. 0761/513117info@campodefiori.bizSede, Direzione e Redazione: Piazza della Liberazione n° 2 - 01033 Civita Castellana (VT)SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTOCARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALESI desidero abbonarmi a : <strong>Campo</strong> de’ fiori (12 numeri) a € 25,00I miei datiNome___ ____ ___ Cognome____________________Età_________CAP________Città________________________Prov._______Telefono______________________e-Mail________________________Desidero regalare l’abbonamento a: <strong>Campo</strong> de’ fiori (12 numeri) a € 25,00Il regalo è per:Nome__________________________Cognome_____________________Età___Via_________________________________________CAP_______Città__________________________Prov._____Telefono__________________e-Mail______________________________effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla AssociazioneAccademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita CastellanaFirma________________________________________________________Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n.675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamentodei dati è <strong>Campo</strong> de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT)Data_______________Firma_____________________________________Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a <strong>Campo</strong> de’ fiori - P.za dellaLiberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT)o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117Indovina L’ArtistaDi lato è riportato ilparticolare di un famosoquadro chiamato“Il bacio” Sai dire chi l’hadipinto? I primi tre cheindovineranno e si recherannopresso la redazione,riceveranno un simpaticoomaggio offerto dal CentroParati di Selli Vittorio


<strong>Campo</strong> de’ fiori57La rubrica dei perchèPerchè le ruote degli autoveicoli sono provvisti del meccanismodifferenziale, mentre quelle dei treni no?di Arnaldo RicciVoglio innanzitutto ringraziare il Sig.Capotondi Sandro di Fabrica di Roma,esperto di trasporto ferroviario, perla sua cortese consulenza nella realizzazionedi questo articolo.Se una persona possiede una patente diguida per autoveicoli, dovrebbe sapere ilmotivo per cui è inserito, nelle ruote motrici,il dispositivo meccanico chiamatoDifferenziale.Rinfreschiamo comunque le motivazionidella presenza di tale dispositivo; esso ènecessario per tutti gli autoveicoli ed ha loscopo di rendere indipendente la trazionedelle ruote motrici. Principalmente, taleindipendenza è necessaria perché il veicolo,nell’effettuare una curva, percorre conla ruota esterna (alla curva) uno spaziosuperiore a quella che percorre la ruotainterna. Se non fosse stato introdotto talemeccanismo nella costruzione di autoveicoli,non si potrebbero affrontare curvesuperiori ai trenta/ quaranta Km orari!Tanto è vero, che le prime auto costruiteall’inizio secolo, le quali non superavanoqueste velocità, erano sprovviste deldispositivo differenziale.Fatta questa premessa veniamo a trattareil quesito di questo numero.Perché le vetture ferroviarie pur affrontandocurve nel loro percorso, sono sprovvistedel differenziale?Eppure la fisica meccanica vale per tutti iveicoli!Ebbene, è vero, anche per i treni le ruoteesterne ad una curva percorrono più spaziodi quelle interne, esattamente come gliautoveicoli!Il problema viene risolto con un’altra soluzione,alquanto geniale, che spiegherò diseguito.Mentre sugli autoveicoli le due ruote vengonorese indipendenti dal differenziale,sulle vetture ferroviarie le ruote sono coassiali( fisse sullo stesso asse ) ma, perrisolvere il problema delle curve, le ruotesono costruite a sezione tronco conica,con la parte più stretta del tronco conorivolta verso l’esterno dei binari. Quando iltreno affronta una curva, la forza centrifugaspinge la vettura ferroviaria verso l’esternodella curva, facendo spostare la circonferenzadi rotazione verso la sezionepiù grande della ruota, che è , comeabbiamo detto, a tronco di cono.Il risultato è che la ruota esterna percorrepiù spazio perché è come se fosse maggioratain circonferenza, mentre quellainterna percorre meno spazio perché vienespostata verso la parte più stretta del troncodi cono.Inoltre si adottano contemporaneamentealtri due accorgimenti:1° ) la sopraelevazione del binario esternoalle curve, in base al raggio delle stesse2° la distanza fra i binari (scartamento) incurva si rende leggermente superiore aquella dei rettifili.Ad una prima occhiata alle ruote dei treni,non ci si accorge che esse hanno sezionetronco conica, ma con uno sguardo piùattento, si può scorgere questa forma.Peccato che la soluzione trovata sui veicoliferroviari, non è applicabile per i veicolistradali!BANDIERE DAL MONDOSapresti dirci a quale nazione appartiene questabandiera? Il primo che indovinerà e nedarà comunicazione in redazione, riceverà unsimpatico omaggio offerto dalla gioielleriaPONTE VECCHIORossa rossetta,nell’umida gabietta,saltella qua e là,il suo nome chi lo sà?I primi cinque che telefonando inredazione daranno la soluzione dell’indovinello,riceveranno un simpatico omaggio offerto daL’ANGOLO DEI DESIDERI


58<strong>Campo</strong> de’ fioriAlbum d1960 Sezione Femminile dell’avviamento industriale di Fabrica di Roma<strong>foto</strong> della Sig.ra Anna FrancolaCivita Castellana 1948 - IV classe elementare - <strong>foto</strong> del Sig. Giovanni MarcucciSe vi riconoscete in queste <strong>foto</strong>, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere pub


icordi<strong>Campo</strong> de’ fiori 59eiAnni ‘40 Famiglia Conti di Civita CastellanaGennaio 1966 Civita Castellana. Veglione a Val Sia Rosa<strong>foto</strong> del Sig. Ferruccio Fontana.licate le vostre <strong>foto</strong>, portatele presso la redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori, esse vi verranno immediatamente restituite.


60<strong>Campo</strong> de’ fioriAnnunciLAVORO-DICIANNOVENNE diplomata in OperatoreTuristico con la votazione di 94/100, impartisceripetizioni per scuole elementari e medie inferiori.Zona Nepi - Civita Castellana e dintorni.Tel. 338.6182723-CERCO GESTORE BAR in complesso sportivogià munito di autorizzazione a somministrazionealimenti e bevande. Tel. 338.3380764.-SIGNORA 47enne italiana, di Civita Castellana,giovanile, bella presenza, cerca impiego come babysitter. Esperienza con i bambini poichè già mammadi due figli grandi. Disposta anche a spostarsi fuoriCivita Castellana. Tel. 0761.515179 Cell.347.4016708.-MAESTRA d’asilo diplomata in Brasile, con nazionalitàitaliana, cerca lavoro come baby sitter, aiutantein casa e altro, a Civita Castellana e zone limitrofe,ore diurne, lingua madre portoghese.T. 338.8078030-RAGAZZA ITALIANA cerca lavoro come babysitter, pulizie domestiche, assistenza anziani adore. T. 338.8400457-RAGAZZA ITALIANA seria di 33 anni, con disponibilitàdi auto, nubile, cerca lavoro come badante,baby sitter, aiuto domestica e altro. Solo ore diurne.Civita Castellana e zone limitrofe. Ab.0761.516498 o.p. , Cell. 338.9515635-DONNA giovane, referenziata, residente aRignano Flaminio, brava nelle pulizie e stiro, cercalavoro a ore, o lungorario, zona Rignano Flaminio.Max serietà. Tel. 333.8937086-CERCHIAMO giovane ORGANIZZATORE perelaborare preventivi e organizzare serate di musica,cabaret, cene e feste a tema per adulti e bambini.Fantasia, lidership, conoscenza ambiente.SOLO IN PERCENTUALE Cell. 338.3380764-PENSIONATO cerca lavoro, aiuto contabile,manutenzione giardino, guardiano e altro. SoloCivita Castellana e dintorni. T. 338.7736805-RAGAZZI RUMENI seri, onesti, 27 enne e 22enne, cercano lavoro come lavapiatti, giardinieri,operi in fabbrica, officina o qualsiasi altro tipo dilavoro. Max serietà T. 340.7924731 - 3283514147-RAGAZZA 21enne diplomata con la votazione80/100 nel 2003 a Civita Castellana, cerca lavorocome commessa, o all’interno di un supermercatoo negozio. Stefania T. 0761.587926 - 328.0928316(abito a Faleria).-LAUREATO impartisce a domicilio ripetizioni dimatematica, fisica, chimica per scuole medie esuperiori. 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Mi rivolgo anche ai centriestetici a cui manca un tecnico del massaggio.T. 338.7445270-LAUREATA in lingue e letterature straniere, ottimaconoscenza inglese, francese, tedesco, spagnolo,cerca impiego. T. 0761.613401-DONNA ITALIANA trentottenne, residente nelviterbese, energica, amante animali, con esperienzadi aiuto-veterinario, libera da impegni familiari elavorativi, automunita, cerca lavoro stabile inCentro o Circolo Ippico e/o struttura simile, ancheper mansioni meno nobili. Disponibilità immediata.No perditempo.comitato_residenti@virgilio.it- CERCO lavoro come badante, pulizie, baby sitter.Italiana 31 anni, patentata, max serietà.T. 338.8400457- LAUREANDA in sociologia impartisce ripetizionitutte le materie per elementari e medie inferiori,materie umanistiche e lingua inglese per mediesuperiori. T. 0761.541051 o.u.- LAUREATA in scenze impartisce ripetizioni dichimica, fisica, matematica, scienze e biologia perscuole medie e superiori. Zona Fabrica di Roma.T. 338.3836381-PROFESSIONISTA DEL BENESSERE effettuamassaggi rilassanti, rassodanti, drenanti, antistress VEICOLIprevio appuntamento. Civita Castellana. Carla T.339.2915527. Massima serietà.-AVON THE COMPANY FOR WOMEN ricercapersonale da avviare come presentatrici nelle zonedi: Anguillara Sabazia, Campagnano di Roma,Formello, Cesano, Nepi, Monterosi, TrevignanoRomano, Tomba di Nerone, Torrevecchia, Boccea,Cassia, Olgiata, Ottavia, Selva Candida. Il lavoro sipuò svolgere dai 16 anni in poi e può essere ancheun secondo lavoro. Se abiti in queste zone contattami.I guadagni sono a percentuale e commisuratial tempo dedicato. Stefania 328.0928316 -0761.587926raniero.montedoro@tele2.it-RAGAZZO ventenne cerca lavoro urgente comeelettricista civile e industriale. Ha esperienze lavorativedi due anni ed è diplomato all’ IPSA. T.347.7127716-AUTISTA 45enne offresi per viaggi città nazionalied esteri, con auto propria o senza. Anche weekende festivi. 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