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Effetto dell'intervento psicoeducativo associato al trattamento ...

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Articolo origin<strong>al</strong>e • Origin<strong>al</strong> article<strong>Effetto</strong> dell’intervento <strong>psicoeducativo</strong> <strong>associato</strong> <strong>al</strong> <strong>trattamento</strong>antidepressivo sulla persistenza di distorsione cognitivain pazienti affetti da disturbo dell’umoreEffect of psychoeducation combined with acute antidepressant treatmenton the persistence of cognitive distortion in patients suffering from mood disordersL. Franchini, G. Paredi,S. B<strong>al</strong>lan, F. Fresi, C. ColomboDipartimento di ScienzeNeuropsicologiche, UniversitàVita-S<strong>al</strong>ute, Osped<strong>al</strong>eSan Raffaele-Turro, MilanoKey wordsDepression • Cognitive distorsion •Psychoeducation • Hospit<strong>al</strong>izationSummaryObjectiveLiterature data support the effect ofpsychoeducation combined with pharmacologic<strong>al</strong>,chronobiologic<strong>al</strong> andsomatic interventions, <strong>al</strong>so during theacute treatment of major depressive episodes,having as primary objective themanagement of cognitive dysfunctionto avoid the protraction of the depressiveepisode and worsening of patient’she<strong>al</strong>th. As a matter of fact, the result ofthe antidepressant treatment is conditionedby different variables includingthe persistence of cognitive distortion,even in the absence of severe depressivesymptoms.The aim of the present study was toinvestigate the persistence of cognitivedistortion in a sample of inpatientshospit<strong>al</strong>ized for a major depressive episode,and to detect any possible effectof a psychoeducation<strong>al</strong> intervention.MethodThe sample includes 60 patients hospit<strong>al</strong>izedin the Mood Disorders Unit of SanRaffaele-Turro Hospit<strong>al</strong> in Milan for a MajorDepressive Episode (DSM IV-TR).In the context of the Individu<strong>al</strong> RehabilitativeProgram (PRI), the patientstake part to a psychoeducation<strong>al</strong> grouptherapy session when their clinic<strong>al</strong> conditions<strong>al</strong>low them to do so, i.e., whenthey obtain at least a 50% reductionof the score on the 21-item Hamiltondepression rating sc<strong>al</strong>e (HDRS), comparedto baseline.At the beginning of the antidepressanttreatment, the patients were tested withthe HDRS and the Depressive Differenti<strong>al</strong>Test (DD). The latter shows a highlevel of sensibility and specificity thatrender it a reliable tool for the diagnosisand quantification of the severity of depression.A DD score < 0 indicates thepresence of a cognitive distortion.The same ev<strong>al</strong>uation was repeatedwhen patients were about to be discharged,an event that occurred onlywhen they had obtained completesymptom remission, defined as aHDRS score less or equ<strong>al</strong> to 8.ResultsAt discharge the glob<strong>al</strong> sample presenteda fin<strong>al</strong> HDRS mean score of5.3 ± 3.21, but 51.6% of the samplestill showed cognitive distortion, withan average Depressive Differenti<strong>al</strong> scoreof -6.84 ± 19.5 (norm<strong>al</strong> v<strong>al</strong>ue > 0).The independent variables significantlyconditioning the persistence ofcognitive distortion were: not takingpart to psychoeducation<strong>al</strong> intervention,presence of person<strong>al</strong>ity disorders,and length of hospit<strong>al</strong>ization (Tab. V).An An<strong>al</strong>ysis of Covariance for repeatedmeasurers demonstrated a significanteffect of participation to the psychoeducation<strong>al</strong>program on the variationof Depressive Differenti<strong>al</strong> scores overtime (p = 0.004), taking into accountthe influence of the severity of the depressiveepisode measured at the beginningwith HDRS (Fig. 2).Outcome at three months after dischargewas ev<strong>al</strong>uated in a subsample of 52 patients.Relapse rate was 19.23% withan average time-to-relapse of 6.1 ± 2.5weeks. A surviv<strong>al</strong> an<strong>al</strong>ysis using CoxProportion<strong>al</strong> Hazard model indicatedthat axis II codiagnosis (p = 0.049) andduration of hospit<strong>al</strong>ization (p = 0.042)CorrispondenzaLinda Franchini, Centro per i Disturbi dell’Umore, Università Vita-S<strong>al</strong>ute, Osped<strong>al</strong>e San Raffaele-Turro, via Stamira d’Ancona 20,20127 Milano, It<strong>al</strong>ia • Tel. +390226433478 • Fax +390226433265 • E-mail: franchini.linda@hsr.it.Giorn It<strong>al</strong> Psicopat 2009;15:139-150139


L. Franchini, et <strong>al</strong>.were significantly associated to higherrisk of relapse (Tab. VI).ConclusionConsidering our results, psychoeducationcombined with acute-phase antidepressanttreatment contributes to thereduction of cognitive distortion, whichis the core of the residu<strong>al</strong> symptomatologyduring antidepressant treatment.IntroduzioneÈ comune osservazione clinica che non sempre,nel corso di un <strong>trattamento</strong> antidepressivo, ad unadiminuzione dell’intensità della sintomatologiadepressiva nella sfera affettiva e neurovegetativacorrisponda una par<strong>al</strong>lela risoluzione delle distorsionicognitive indotte d<strong>al</strong>l’episodio depressivo;in merito a ciò, la letteratura psichiatrica internazion<strong>al</strong>ededica un’attenzione crescente agli effettidelle distorsioni cognitive in fase depressiva sullarisoluzione degli episodi depressivi stessi e, più ingener<strong>al</strong>e, sul funzionamento glob<strong>al</strong>e dei pazientiaffetti da disturbo dell’umore. I dati indicano infattiuna correlazione tra entità della distorsionecognitiva e tempi e modi di risposta ai trattamentiantidepressivi 1 2 .Nonostante l’assunzione di adeguati trattamentiantidepressivi e un miglioramento t<strong>al</strong>e da permetterela dimissione d<strong>al</strong>l’osped<strong>al</strong>e e la successivaprosecuzione ambulatori<strong>al</strong>e delle cure, le distorsionidello schema di sé possono persistere a dueanni di distanza, associandosi inoltre <strong>al</strong>la cronicizzazionedi <strong>al</strong>cuni sintomi depressivi e ad un bassogrado di funzionamento glob<strong>al</strong>e 3 .Inoltre, la presenza di distorsioni cognitive legate<strong>al</strong>l’immagine di sé e <strong>al</strong>l’autostima, si associanoad una visione negativa del futuro e, nel tempo,<strong>al</strong>la comparsa di disperazione 4 ; in questo sensole distorsioni cognitive sono tra i più forti fattoripredittivi di comportamento suicidario 5 e mostranouna correlazione con l’intenzion<strong>al</strong>ità suicidariamaggiore rispetto <strong>al</strong>la gravità dell’episodio in attov<strong>al</strong>utata con le comuni sc<strong>al</strong>e di v<strong>al</strong>utazione oggettiva6 .Quindi, la presenza di sintomatologia residua, diricadute, unito <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to rischio di mort<strong>al</strong>ità per suicidio(soprattutto nel disturbo bipolare) e la presenzadelle conseguenze psicosoci<strong>al</strong>i degli episodipassati e futuri, rendono necessario un molteplicesforzo terapeutico fin d<strong>al</strong>la risoluzione dell’episodioacuto, che vada quindi oltre la farmacoterapia,ma che <strong>al</strong> tempo stesso la faciliti 7 .Inoltre, un aspetto da non sottov<strong>al</strong>utare è l’impiegodi un maggior sforzo terapeutico necessario nel<strong>trattamento</strong> di pazienti che presentano un quadroclinico maggiormente complesso; si vuol far riferimentoai soggetti che mostrano una co-presenza didisturbo dell’umore e di disturbo di person<strong>al</strong>ità. Intermini gener<strong>al</strong>i la presenza di un disturbo di person<strong>al</strong>itàè presente nella popolazione clinica con unafrequenza che varia d<strong>al</strong> 5 <strong>al</strong> 40% rispetto <strong>al</strong>la popolazionenon clinica, dove viene indicata una prev<strong>al</strong>enzache varia d<strong>al</strong> 10 <strong>al</strong> 23% 8 9 . Dati in letteraturariportano inoltre che pazienti con disturbo bipolaree distimia presentano con maggiore frequenzaun disturbo di person<strong>al</strong>ità rispetto ad <strong>al</strong>tri pazientiaffetti da <strong>al</strong>tri disturbi psichiatrici, come i disturbid’ansia (70%) 10 . Con tutti i limiti metodologici dell’assessment,soprattutto per i dati meno recenti, l<strong>al</strong>etteratura indica che, una percentu<strong>al</strong>e compresa trail 48 ed il 54% dei pazienti di diagnosi borderline,soddisfano i criteri per disturbi dell’umore: la formaunipolare nel 18-40% e, meno frequentemente, laforma bipolare (18%) 11-13 .Alcuni Autori 7 14 hanno infatti suggerito l’impiegodi un intervento psicoeducazion<strong>al</strong>e anche duranteil <strong>trattamento</strong> dell’episodio depressivo in fase acuta,sia nei pazienti unipolari che bipolari, avendocome obiettivo la gestione delle distorsioni cognitive,fulcro sintomatologico dell’episodio depressivoin acuto 15 16 .I meccanismi d’azione della psicoeducazionepossono essere suddivisi in tre livelli 7 : ad unprimo livello l’obiettivo è dotare il paziente diun’adeguata coscienza di m<strong>al</strong>attia e, soprattutto,migliorare l’aderenza farmacologica (dati in letteraturariportano una percentu<strong>al</strong>e di interruzionedella terapia antidepressiva tra il 10 ed il 60%nelle forme unipolari, tra il 20 ed il 66% nelleforme bipolari e tra il 18 ed il 52% per quantoriguarda l’interruzione della terapia stabilizzante)17 . Ad un secondo livello l’obiettivo si incentrasu una corretta gestione dello stress e, infine, adun terzo livello vengono indicati obiettivi che mirano<strong>al</strong> mantenimento della normotimia e ad unprogressivo incremento del benessere, migliorandocosì la qu<strong>al</strong>ità della vita 18 .140


<strong>Effetto</strong> dell’intervento <strong>psicoeducativo</strong> <strong>associato</strong> <strong>al</strong> <strong>trattamento</strong> antidepressivo sulla persistenza di distorsione cognitivaPer quanto riguarda la depressione bipolare, <strong>al</strong>l<strong>al</strong>uce delle possibilità di <strong>trattamento</strong> cronobiologico19-21 , il focus dell’intervento <strong>psicoeducativo</strong>, abreve e a lungo termine, può avv<strong>al</strong>ersi di indicazionicirca l’igiene del sonno, la corretta gestionedei ritmi, una condotta <strong>al</strong>imentare appropriata el’astensione d<strong>al</strong>l’uso di sostanze, ai fini di raggiungereun regolare stile di vita.ScopoScopo del presente studio è stato quello di indagarein una popolazione di pazienti ricoverati per episodiodepressivo maggiore secondo i criteri DSMIV-TR 22 , i possibili effetti di un intervento <strong>psicoeducativo</strong>di gruppo, in associazione <strong>al</strong> <strong>trattamento</strong>antidepressivo, sulla persistenza di distorsionecognitiva, v<strong>al</strong>utata tramite strumento specifico <strong>al</strong>termine dell’osped<strong>al</strong>izzazione.MetodoIl campione in esame è stato ricavato da una popolazionedi pazienti con diagnosi di episodio depressivomaggiore secondo i criteri DSM-IV-TR 22 ,ricoverati durante il periodo compreso tra settembre2007 e giugno 2008, presso il Reparto di Riabilitazionedei Disturbi dell’Umore dell’Osped<strong>al</strong>eSan Raffaele-Turro. Tutti i pazienti sono stati inclusinei protocolli interni standardizzati farmacologicie/o cronobiologici e/o somatici e avevanodato il loro consenso informato, raccolto in formascritta, <strong>al</strong>l’utilizzo delle informazioni cliniche ascopo di ricerca.A distanza di 3 mesi d<strong>al</strong>la dimissione è stata poi v<strong>al</strong>utat<strong>al</strong>a percentu<strong>al</strong>e di pazienti che ha presentato unaricaduta dopo la remissione d<strong>al</strong>l’episodio indice.Le specifiche terapie assunte dai pazienti in faseacuta sono riportate in Tabella I e II. Per quan-Tabella I.Terapia dei pazienti bipolari (n = 29). Therapy of bipolar patients (n = 29).Terapia Carbonato di litio *(n = 22)No Carbonato di litio(n = 7)N % N %Farmacoterapia 6 20,69 3 10,34Cit<strong>al</strong>opram (dose media: 27 mg/die) 3 0Paroxetina (dose media: 30 mg/die) 1 3Sertr<strong>al</strong>ina (dose media: 50 mg/die) 2 0Deprivazione di sonno 15 51,72 2 6,90Stimolazione magnetica transcranica 1 3,45 2 6,90+ Duloxetina (dose media: 60 mg/die) 1 2Percentu<strong>al</strong>i c<strong>al</strong>colate sul tot<strong>al</strong>e (n = 29); * Assunto da <strong>al</strong>meno 6 mesi.Tabella IITerapia dei pazienti unipolari (n = 31). Therapy of unipolar patients (n = 31).Terapia N %Farmacoterapia1445,16❚❚❚❚Duloxetina (dose media: 110 mg/die)Fluoxetina (dose media: 40 mg/die)Fluvoxamina (dose media: 240 mg/die)Paroxetina (dose media: 40 mg/die)6152Terapia della Luce❚ + Venlafaxina (dose media: 255 mg/die)❚ + Fluvoxamina (dose media: 300 mg/die)Stimolazione magnetica transcranica❚ + Venlafaxina (dose media: 225 mg/die)121025538,7116,13141


L. Franchini, et <strong>al</strong>.to riguarda la terapia <strong>al</strong>le dimissioni, in base <strong>al</strong>lelinee guida standard, i pazienti proseguivanola terapia farmacologica risultata efficace fino<strong>al</strong> successivo controllo con il medico curante; ipazienti responder <strong>al</strong> <strong>trattamento</strong> cronobiologicoproseguivano la sola terapia stabilizzante dell’umore23 24 .Le caratteristiche socio-demografiche e clinichedel campione glob<strong>al</strong>e sono riportate in Tabella III.L’intervento <strong>psicoeducativo</strong> di gruppo viene regolarmenteproposto a tutti i pazienti candidabili <strong>al</strong>lapartecipazione <strong>al</strong> gruppo psicoeducazion<strong>al</strong>e, caratterizzaticioè da assenza di sintomatologia psicoticae da una riduzione del punteggio <strong>al</strong>la sc<strong>al</strong>adi Hamilton per la depressione (HDRS) pari ad<strong>al</strong>meno il 50% rispetto <strong>al</strong> punteggio misurato <strong>al</strong>l’iniziodel ricovero. Tuttavia, d<strong>al</strong>la nostra praticaclinica 25-27 è emerso che l’effettiva partecipazione<strong>al</strong> gruppo <strong>psicoeducativo</strong> è influenzata da <strong>al</strong>cunifattori: è infatti comune riscontro che <strong>al</strong>cuni pazientirifiutino di prendervi parte, oppure si trovinoimpegnati in <strong>al</strong>tre attività esterne <strong>al</strong>l’unità operativa,oppure ancora abbandonino l’incontro primache lo stesso volga a termine.In base a quanto appena esposto, il campione inesame risulta essere suddiviso in due distinti sottocampionicaratterizzati da un differente programmaterapeutico: un gruppo di pazienti è costituitoda coloro che hanno partecipato <strong>al</strong>l’intervento <strong>psicoeducativo</strong>durante il ricovero osped<strong>al</strong>iero, combinato<strong>al</strong> <strong>trattamento</strong> farmacologico e/o cronobiologicoe/o somatico; l’<strong>al</strong>tro gruppo di pazienti èinvece costituito da coloro che si sono attenuti aisoli protocolli clinici interni standardizzati appenacitati. In Tabella III vengono riportate, oltre <strong>al</strong>lecaratteristiche socio-demografiche e cliniche delcampione glob<strong>al</strong>e, anche quelle dei due sottocampioniappena esposti.Strumenti di v<strong>al</strong>utazione1. L’andamento della sintomatologia depressivaè stato v<strong>al</strong>utato mediante la somministrazionedella sc<strong>al</strong>a di Hamilton (HDRS), <strong>al</strong>l’inizio del<strong>trattamento</strong> antidepressivo e ripetuta poi settiman<strong>al</strong>menteper tutta la durata del ricovero. Lacompleta remissione sintomatologica venivadefinita con il raggiungimento di un punteggio<strong>al</strong>la HDRS ≤ 8.2. La presenza di distorsione cognitiva è stata v<strong>al</strong>utatamediante somministrazione <strong>al</strong>l’inizio del<strong>trattamento</strong> antidepressivo del test del differen-zi<strong>al</strong>e depressivo (DD) 28 . La somministrazionedel test veniva ripetuta in prossimità delle dimissioniai pazienti che avevano ottenuto laremissione sintomatologica, secondo il criterioprecedentemente esposto.In questo studio non sono stati utilizzati <strong>al</strong>tri strumentidiagnostici di asse I.Il test del differenzi<strong>al</strong>e depressivoIl test del DD è uno strumento utilizzato presso il nostrodipartimento, atto a rilevare la presenza nel pazientedi attribuzione di schemi negativi relativi a sé 28 .È suddiviso in due prove interposte da una provaintermedia; nella prima prova il soggetto v<strong>al</strong>utauna lista di aggettivi e deve decidere se essi lo descrivonooppure no, mentre nella seconda provail soggetto deve riconoscere, tra una nuova lista diaggettivi, costituita per metà dagli aggettivi comparsinella prima prova e per metà da aggettivinuovi, quelli che gli erano stati mostrati durantela prima prova. È bene ricordare che <strong>al</strong> compitodi attribuzione si antepone una sessione di prova(utilizzando aggettivi che non appariranno successivamente)durante la qu<strong>al</strong>e i soggetti acquisisconola dimestichezza necessaria per svolgere il test.Sono state create quattro liste ciascuna contenente100 diversi aggettivi che riguardano caratteristichedi person<strong>al</strong>ità; di questi 100 aggettivi 50 hannouna connotazione positiva e 50 negativa; esempidi aggettivi con connotazione positiva sono: sicuro,fortunato, stabile, signorile, dotato, spiritoso, cameratesco,attraente, simpatico, equilibrato, generoso,cortese, ardito, produttivo, vivace, ecc. Esempi diaggettivi con connotazione negativa sono: inconcludente,squilibrato, incapace, ottuso, sfortunato,sconsolato, avvilito, inutile, incompleto, angosciato,incompetente, insulso, meschino, perfido, ecc.La lista dei 400 aggettivi è la medesima utilizzatanel lavoro speriment<strong>al</strong>e di Baving et <strong>al</strong>. 29 . Brevemente,lo studio mira a stimare l’entità delle distorsionicognitive attraverso un metodo rapido eoggettivo centrato sull’autoattribuzione di aggettivi.I pazienti depressi tendono ad attribuirsi piùaggettivi che li descrivono negativamente rispettoai norm<strong>al</strong>i che si attribuiscono maggiormente aggettivipositivi. Inoltre, i pazienti depressi sono piùlenti nel processare gli elementi positivi, rispettoai negativi, mentre l’opposto si può riscontrare nelcampione di controllo. Un pattern simile si ripeteugu<strong>al</strong>mente in una successiva prova di riconoscimentodi parole.142


<strong>Effetto</strong> dell’intervento <strong>psicoeducativo</strong> <strong>associato</strong> <strong>al</strong> <strong>trattamento</strong> antidepressivo sulla persistenza di distorsione cognitivaTabella III.Variabili cliniche e socio-demografiche nel campione tot<strong>al</strong>e e nei sottocampioni. Clinic<strong>al</strong> and demographicvariables in the glob<strong>al</strong> sample and in the subsamples.Campione tot<strong>al</strong>e(n = 60)Interventopsicoeducazion<strong>al</strong>e(n = 30)Solo protocolliclinici(n = 30)An<strong>al</strong>isiVariabili categoriche N % N % N % χ 2 pSesso 1,67 0,197❚❚MaschioFemmina124820,0080,0042613,3386,6782226,6773,33Stato civile 8,31 0,140❚❚❚❚❚LiberoConiugatoSeparatoDivorziatoVedovo103293516,6755,0015,005,008,3361253420,0040,0016,6710,0013,3342140113,3370,0013,330,003,34Occupazione 4,22 0,377❚❚❚❚❚DisoccupatoCas<strong>al</strong>ingaImpiegatoLibero professionistaPensionato518233118,3330,0038,345,0018,33311110510,0036,6736,670,0016,662712366,6723,3340,0010,0020,00Diagnosi 3,27 0,071❚❚UnipolariBipolari312951,6748,33191163,3336,67121840,0060,00Storia di osped<strong>al</strong>izzazione 0,28 0,598❚❚AssentePresente242640,0060,00111936,6763,33131743,3356,77Familiarità 1,93 0,165❚❚AssentePresente194131,6768,33121840,0060,0072323,3376,67Disturbo di person<strong>al</strong>ità 0,32 0,573❚❚AssentePresente– Borderline– Istrionico– Narcisistico– Dipendente– NAS42188152270,0030,0020106101266,6733,332282051073,3326,67Variabili Continue µ DS µ DS µ DS t p❚❚❚❚❚❚❚❚❚EtàScolarità (anni)Età <strong>al</strong>l’esordioN. episodi precedentiN. osped<strong>al</strong>izzazioniDurata episodio indice (sett.)N. seduteHDRS bas<strong>al</strong>eDD bas<strong>al</strong>e47,5611,6534,357,113,0019,611,2223,21-24,1412,494,3216,526,632,5417,421,346,8119,4048,7310,9035,966,202,7722,302,4325,21-26,9014,354,3617,584,211,9219,080,777,1815,9646,4012,4031,638,312,9016,930,0021,57-21,3911,904,2116,288,643,0814,94-5,9022,250,72-1,351,30-1,23-0,201,20-1,771,100,4740,1810,2010,2230,8410,236-0,0840,275143


L. Franchini, et <strong>al</strong>.Questo specifico pattern di attribuzione degli stimoli,positivi e negativi, è risultato essere un v<strong>al</strong>idoindice per stimare le distorsioni cognitive specifichedella depressione. In particolare il tempo di reazione,o meglio il rapporto tra il tempo di latenza deglistimoli positivi e stimoli negativi, ci permetterebbedi avere un indice oggettivo della cognitività depressivascevro dagli errori sistematici di sotto e sovrastimatipici del clinico e del paziente.Prova di AttribuzioneNella prova di attribuzione una lista di aggettiviviene presentata ai soggetti utilizzando un computer;lo stimolo, costituito da un aggettivo scrittoin bianco su fondo blu, compare automaticamente<strong>al</strong>l’inizio della prova e permane sullo schermo fino<strong>al</strong>la risposta del soggetto; <strong>al</strong>la risposta del soggetto(attribuzione o non attribuzione dell’aggettivo cheappare) segue immediatamente la presentazionedell’aggettivo successivo, e così via fino ad esaurimentodella lista.L’ordine di presentazione degli aggettivi segue un<strong>al</strong>goritmo matematico di randomizzazione perciascun soggetto e per ciascuna lista, <strong>al</strong>lo scopo dievitare effetti “di sequenza” e di raggruppamentodegli stimoli.La risposta del soggetto si manifesta attraverso lapressione di un tasto: il tasto P posto sulla destradella tastiera, premuto con l’indice della manodestra, indica attribuzione; il tasto Q posto sullasinistra della tastiera, premuto con l’indice dellamano sinistra, indica non attribuzione.Durante la somministrazione del test viene automaticamenteregistrato il tempo di latenza dellarisposta; quest’ultimo risulta essere costituito d<strong>al</strong>lasomma del tempo necessario per l’elaborazionecognitiva dello stimolo e del tempo necessario perl’esecuzione motoria della risposta.Prova intermediaTra la prima e la seconda prova viene somministratoun test nel qu<strong>al</strong>e il soggetto deve premerela barra spaziatrice ogni qu<strong>al</strong> volta si presenta unostimolo <strong>al</strong> centro dello schermo a forma di quadrato.Il compito va eseguito prima con la manodestra e dopo con la sinistra. Quanto appena dettoviene effettuato con il duplice scopo di fornire unagrossolana misura delle prestazioni psicomotoriedel soggetto e di costituire, inoltre, un compitoistruttore non verb<strong>al</strong>e prima dell’inizio del test conla prova di riconoscimento.Prova di riconoscimentoNella prova di riconoscimento viene mostrata <strong>al</strong>soggetto, con le mod<strong>al</strong>ità sopra descritte, una nuov<strong>al</strong>ista composta da tutti gli aggettivi che sono statipresentati nella prima prova e da <strong>al</strong>trettanti nuoviaggettivi. Al soggetto viene chiesto di riconoscerei vecchi aggettivi rispetto ai nuovi. La risposta delsoggetto consiste nella pressione del tasto P quandocrede di riconoscere l’aggettivo come visto precedentementee del tasto Q quando invece lo riconoscecome nuovo aggettivo, mai visto durante laprova di attribuzione.La somministrazione dello strumento appena descrittoavviene utilizzando un software in commercio(SuperLab Pro v1.05, 1998). Il test mostradi avere un elevato livello di sensibilità e specificitàche lo rendono uno strumento diagnostico edi quantificazione della gravità della depressionedi buona affidabilità. La definizione di un singolopunteggio di output e di un preciso cutoff lo ha resoanche di facile utilità e comprensione che puòessere usato senza difficoltà nella pratica medicae psichiatrica. D<strong>al</strong> test emerge infatti un singolooutput e, la presenza di un v<strong>al</strong>ore di DD < 0, èindicativo di presenza di distorsione cognitiva 29 .Confrontando la popolazione norm<strong>al</strong>e e i pazientidepressi, si evince che la media e la deviazione standardrisultano essere pari a 13,15 ± 8,12 nei controlli,mentre nei pazienti depressi risultano esserepari a -21,12 ± 12,45. Medie, errori standard e deviazionistandard dei v<strong>al</strong>ori del DD nei pazienti depressie nei soggetti sani sono mostrati in Figura 1 29 .Differenzi<strong>al</strong>e depressivo3020100-10-20-30-40Depressione Maggiore Nessuna diagnosiDiagnosi± Dev. Std.± Err. Std.MediaFigura 1.Punteggi del DD nei pazienti affetti da depressione e neicontrolli 16 . DD scores in depressive patients and in nonpatients 16 .144


<strong>Effetto</strong> dell’intervento <strong>psicoeducativo</strong> <strong>associato</strong> <strong>al</strong> <strong>trattamento</strong> antidepressivo sulla persistenza di distorsione cognitivaD<strong>al</strong>l’an<strong>al</strong>isi della funzione discriminante è risultatoche le quattro variabili che discernano maggiormentela popolazione norm<strong>al</strong>e d<strong>al</strong>la popolazionedi soggetti affetti da depressione sono:❚❚❚❚frequenza di attribuzione di elementi positivi;frequenza di riconoscimento di aggettivi positivi;rapporto tra la latenza di attribuzione degli elementipositivi e quella degli elementi negativi;frequenza dei f<strong>al</strong>si <strong>al</strong>larmi per gli aggettivi negativi.Intervento <strong>psicoeducativo</strong> di gruppoL’intervento <strong>psicoeducativo</strong> è un lavoro svolto inequipe: oltre <strong>al</strong>lo psicologo partecipano anche infermieri,educatori e un medico psichiatra. Le sessionisono uniche, nonostante gli argomenti si ripetano.I princip<strong>al</strong>i temi trattati nelle sedute di gruppopsicoeducazion<strong>al</strong>e sono esposti in Tabella IV.Lo psicologo può decidere se tenere una lezionefront<strong>al</strong>e in cui la parte dedicata <strong>al</strong>le esperienzesoggettive è ridotta, o se affrontare gli argomentipartendo dagli interventi dei pazienti. All’internodel Programma Riabilitativo Individu<strong>al</strong>e (PRI) vie-ne proposta la partecipazione <strong>al</strong>l’intervento <strong>psicoeducativo</strong>di gruppo quando le condizioni clinichelo consentono, in seguito cioè <strong>al</strong>l’ottenimentodi una riduzione del punteggio <strong>al</strong>la HDRS pari ad<strong>al</strong>meno il 50% rispetto <strong>al</strong> v<strong>al</strong>ore ottenuto d<strong>al</strong>la v<strong>al</strong>utazione<strong>al</strong>l’inizio del ricovero.An<strong>al</strong>isi statisticaI pazienti, come precedentemente detto, sono statian<strong>al</strong>izzati secondo una suddivisione in due sottocampioniin base <strong>al</strong>la partecipazione o meno <strong>al</strong>l’intervento<strong>psicoeducativo</strong> di gruppo.L’an<strong>al</strong>isi statistica dei dati è stata condotta utilizzandoil software StatSoft STATISTICA 7.0.Per il confronto delle variabili dicotomiche e continuenei due sottocampioni di pazienti (pazientiche si sono attenuti ai soli protocolli interni standardizzatie pazienti che oltre a questi hanno effettuatoanche intervento <strong>psicoeducativo</strong> di gruppo)sono stati utilizzati rispettivamente il test del Chiquadratodi Pearson e il test t di Student.Per studiare la variazione nel tempo dei punteggi<strong>al</strong> DD in base <strong>al</strong>la partecipazione o meno <strong>al</strong>la terapiapsicoeducativa è stato utilizzato il metodoTabella IV.Argomenti trattati nelle sedute di gruppo psicoeducazion<strong>al</strong>e. Issues de<strong>al</strong>t during the psychoeducation<strong>al</strong> group.La natura medica del disturbo dell’umore di tipo unipolare e di tipo bipolare: andamento nel tempo e possibilicomplicazioniI sintomi della depressione affettivi, fisici, cognitivi, neurovegetativiI sintomi della fase maniac<strong>al</strong>e e ipomaniac<strong>al</strong>eConcetto di m<strong>al</strong>attia: cosa vuol dire curare la depressioneInfluenze ambient<strong>al</strong>i: cause e fattori stressanti concorrenti nell’esordio del Disturbo dell’UmoreLa predisposizione geneticaLe oscillazioni dell’umore e loro gestioneLa terapia:❚❚❚in fase acuta: la terapia antidepressiva proposta in termini di latenza ed effetti collater<strong>al</strong>i; foc<strong>al</strong>izzazione sulladeprivazione di sonnopreventiva: per ridurre il rischio di ulteriori episodi e ricorrenzedi mantenimento: la necessità di assunzione di terapia farmacologica anche dopo aver superato la fase acutaRischio <strong>associato</strong> con la sospensione della terapiaPrecoce individuazione dei sintomi e cosa fare quando si verifica una ricorrenzaGestione dei ritmi biologiciGli aspetti del ricoveroLa relazione medico-pazienteLe attività di repartoDimissione e problemi legati <strong>al</strong> nucleo di supporto princip<strong>al</strong>e145


L. Franchini, et <strong>al</strong>.della An<strong>al</strong>isi della Covarianza (ANCOVA) per misureripetute.Sono state inoltre effettuate an<strong>al</strong>isi di Regressionelogistica per identificare i fattori predittivi di persistenzadi distorsione cognitiva; le variabili indipendentian<strong>al</strong>izzate sono state: l’età, la scolarità,l’onset di m<strong>al</strong>attia, il numero di episodi, la duratadel ricovero attu<strong>al</strong>e, la partecipazione <strong>al</strong>l’interventopsicoeducazion<strong>al</strong>e di gruppo, la diagnosi, la familiarità,la presenza di una codiagnosi con l’asseII, la familiarità positiva per disturbo psichiatrico el’anamnesi positiva per precedenti osped<strong>al</strong>izzazioni.Per lo studio dell’outcome a tre mesi d<strong>al</strong>le dimissioniè stata effettuata l’an<strong>al</strong>isi di regressione secondoil modello Cox Proportion<strong>al</strong> Hazard Modelnel contesto dell’an<strong>al</strong>isi della sopravvivenza, peridentificare le variabili predittive di ricaduta. Levariabili indipendenti prese in considerazione sonostate: la partecipazione <strong>al</strong> gruppo, la presenzadi Asse II, il numero di episodi precedenti, la duratadell’episodio indice e la durata del ricoveroattu<strong>al</strong>e.RisultatiI due sottocampioni in esame, i pazienti che hannopartecipato <strong>al</strong> gruppo <strong>psicoeducativo</strong> e i pazientiche si sono attenuti ai soli protocolli clinici internistandardizzati, sono risultati omogenei per quantoriguarda le caratteristiche cliniche e socio-demografiche.Hanno inoltre tot<strong>al</strong>izzato punteggi bas<strong>al</strong>iparagonabili nei due strumenti di v<strong>al</strong>utazione impiegatiin questo studio (si ricorda che le caratteristichecliniche, socio-demografiche e i punteggibas<strong>al</strong>i di HDRS e DD sono riportati in Tabella III).In prossimità della dimissione, il campione complessivopresentava un punteggio medio fin<strong>al</strong>e <strong>al</strong>laHDRS pari a 5,3 ± 3,2 risultando perciò essere indicativodi remissione sintomatologica.Tuttavia, sempre in prossimità delle dimissioni, èstato somministrato nuovamente il DD e i risultatidi t<strong>al</strong>e v<strong>al</strong>utazione hanno indicato che il 51,6%dei pazienti (31/60) riportava presenza di distorsionecognitiva, con un punteggio medio <strong>al</strong> DDfin<strong>al</strong>e pari a -6,8 ± 19,5 (v.n. > 0).Tramite an<strong>al</strong>isi di regressione logistica, abbiamoquindi v<strong>al</strong>utato qu<strong>al</strong>i tra le variabili cliniche e socio-demografichepotessero avere un ruolo significativonel condizionare la persistenza di distorsionecognitiva nonostante la remissione sintomatologicav<strong>al</strong>utata tramite HDRS.Tra le variabili indipendenti testate, quelle checondizionavano significativamente la persistenzadi distorsione cognitiva sono state: la non partecipazione<strong>al</strong> gruppo,la presenza di un Disturbo diPerson<strong>al</strong>ità e una maggiore durata del ricovero,come mostrato in Tabella V.Si specifica che non si è verificato <strong>al</strong>cun effettosignificativo sulla persistenza di distorsione cognitivain relazione <strong>al</strong>la polarità dei pazienti.Consideriamo l’influenza della terapia psicoeducazion<strong>al</strong>edi gruppo sull’assenza di distorsione cognitiva:tra coloro che avevano partecipato a questospecifico intervento nel corso del <strong>trattamento</strong>, oltread attenersi ai protocolli clinici specifici, soloil 30% degli stessi (9/30) presentava in prossimitàdella dimissione distorsione cognitiva, con unpunteggio medio <strong>al</strong> DD fin<strong>al</strong>e pari a -23,4 ± 16,8(v.n. > 0). Invece, per quanto riguarda i pazienti chenon avevano partecipato <strong>al</strong>l’intervento <strong>psicoeducativo</strong>di gruppo attenendosi quindi esclusivamente aisoli protocolli clinici specifici, il 73,3% degli stessi(22/30) presentava distorsione cognitiva in prossimitàdella dimissione, con un punteggio medio <strong>al</strong>DD fin<strong>al</strong>e pari a -22,2 ± 12,4 (v.n. > 0). Come mostratoin Figura 2, attraverso il metodo dell’an<strong>al</strong>isidella covarianza per misure ripetute, è possibile indicareun effetto significativo della partecipazione<strong>al</strong> programma psicoeducazion<strong>al</strong>e sulla variazionenel tempo dei punteggi del DD (p = 0,004), considerandol’influenza della gravità dell’episodio indicemisurata in ingresso tramite HDRS.Tabella V.Regressione logistica: variabili cliniche e demografichepredittive per la persistenza di distorsione cognitiva.Logistic Regression: clinic<strong>al</strong> and demographic variablespredictive of persistence of cognitive distortion.Log-likelihood χ 2 pEtà -40,08 0,17 0,683Scolarità -39,71 0,76 0,384Onset -38,69 2,04 0,153N. episodi -38,43 0,51 0,477Durata Ricovero -31,79 13,29 0,000Gruppo -27,29 8,99 0,003Diagnosi -27,17 0,24 0,625Asse II -20,69 12,97 0,000Familiarità -20,42 0,52 0,467Storiaosped<strong>al</strong>izzazioni-20,07 0,71 0,398146


<strong>Effetto</strong> dell’intervento <strong>psicoeducativo</strong> <strong>associato</strong> <strong>al</strong> <strong>trattamento</strong> antidepressivo sulla persistenza di distorsione cognitivaDD151050-5-10-15-20-25-30-35-40Differenzi<strong>al</strong>e Depressivo in Ingresso ed UscitaCurrent effect: F (1,39) = 9,3907, p = 0,00395Vertic<strong>al</strong> bars deno te 0,95 confidence interv<strong>al</strong>sDD inDD outCov ariate means:HAM in: 23,21429no gruppo (N = 30)gruppo (N = 30)(10/52) ha presentato una ricaduta dell’episodioindice entro tre mesi d<strong>al</strong>la dimissione, in mediadopo 6,1 ± 2,5 settimane.L’an<strong>al</strong>isi di regressione ha evidenziato un significativocontributo delle variabili indipendentistudiate sul mantenimento della normotimia a distanzadi tre mesi d<strong>al</strong>la dimissione (Chi 2 = 12,98;p = 0,043). Tra le variabili testate, quelle significativamenteassociate ad un maggiore rischio di ricadutasono state: la presenza di asse II (Beta = 1,34;W<strong>al</strong>d 3,86; p = 0,049) e la durata del ricovero (Beta= 0,07; W<strong>al</strong>d 4,12; p = 0,042), come mostratoin Tabella VI.Figura 2ANCOVA per misure ripetute: effetto interattivo dellaterapia psicoeducazion<strong>al</strong>e e del tempo sulla variazionedei punteggi del DD, covariando per punteggiobas<strong>al</strong>e della HDRS. ANCOVA for repeated measures:interactive effect of psychoeducation<strong>al</strong> therapy and timeon DD scores variation, using baseline HDRS scores ascovariate.Riv<strong>al</strong>utando il campione a tre mesi di distanza d<strong>al</strong>ladimissione, dei 60 pazienti che componevano ilcampione glob<strong>al</strong>e, il 13,33% dei pazienti non hamantenuto la continuità terapeutica con la struttura(nel nostro studio risultano quindi 8/60 pazientidrop-out); di conseguenza è stato possibile v<strong>al</strong>utareil follow-up a medio termine solo per il restante86,67% dei pazienti (52/60). Di questi, il 19,23%DiscussioneDati in letteratura riportano che la remissione daun episodio depressivo è definita da una riduzionedei punteggi delle sc<strong>al</strong>e specifiche in assenza disintomi residui e di disagio funzion<strong>al</strong>e 14 . Di fatto,nella pratica clinica, il raggiungimento della remissioneavviene solo in circa il 30% dei casi peril persistere di sintomatologia residua 30 .Evidenze mostrano quanto la sintomatologia residuain gener<strong>al</strong>e, e la distorsione cognitiva nellospecifico, giochino un ruolo di primo piano neldecorso clinico dell’episodio depressivo, rappresentandocioè un fattore predittivo di ricadute eindebolimento del funzionamento soci<strong>al</strong>e 31-32 .Considerando quanto appena detto, insieme <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>torischio di mort<strong>al</strong>ità per suicidio (soprattutto neiTabella VI.Caratteristiche dei pazienti ricaduti e non ricaduti. Features of relapsed patients and non-relapsed patients.Pazienti ricaduti(n = 10)Pazienti non ricaduti(n = 42)An<strong>al</strong>isiVariabili categoriche N % N % χ 2 pIntervento Psicoeducazion<strong>al</strong>e 2,52 0,112❚❚SìNo8280,0020,00222052,3947,61Asse II 4,127 0,042❚❚SìNo5550,0050,0083419,0580,95Variabili continue µ DS µ DS t pN. episodi precedenti 8,30 6,03 7,21 7,16 0,44 0,660Durata episodio indice 13,80 14,77 20,38 17,07 -1,12 0,268Durata ricovero 31,40 8,32 23,35 9,23 2,52 0,015DD in dimissione -12,24 17,96 -2,43 19,39 -1,46 0,151147


L. Franchini, et <strong>al</strong>.soggetti affetti da disturbo bipolare) e, più in gener<strong>al</strong>e,<strong>al</strong>la presenza delle conseguenze psicosoci<strong>al</strong>idella m<strong>al</strong>attia, è necessario attuare un piano terapeuticomirato, che inizi d<strong>al</strong> <strong>trattamento</strong> durantela fase acuta e che integri la componente psicoeducativaa quella farmacologica 14 15 .La prima viene utilizzata <strong>al</strong>l’interno dell’unitàoperativa di Riabilitazione dei Disturbi dell’Umorecome intervento clinico di supporto di gruppo,avente come obiettivo il miglioramento della conoscenzadel disturbo da cui i pazienti sono affettie una conseguente miglior accettazione della gradu<strong>al</strong>itànel recupero delle funzioni momentaneamentesospese.Tutto ciò può contribuire quindi ad una riduzionedel sentimento di inadeguatezza, di inguaribilità edi mancanza di speranza, che rappresenta il fulcrodella distorsione cognitiva tipica dell’episodiodepressivo e che può inoltre condizionare negativamentel’aderenza ai programmi terapeutici eriabilitativi, aumentando così la probabilità di unaricaduta.Così come per ogni <strong>al</strong>tro tipo di <strong>trattamento</strong>, siaesso farmacologico o psicologico, anche per l’intervento<strong>psicoeducativo</strong> di gruppo non si raggiungela piena adesione da parte dei pazienti a cuiviene proposto: abbiamo potuto così confrontare,d<strong>al</strong> punto di vista della modificazione della distorsionecognitiva, due gruppi di pazienti formatisi inbase <strong>al</strong>l’aver effettuato o meno l’intervento <strong>psicoeducativo</strong>supportivo di gruppo combinato ai trattamenticlinici standard.Per la v<strong>al</strong>utazione della distorsione cognitiva, cisiamo avv<strong>al</strong>si del DD, essendo quest’ultimo risultatoessere uno strumento attendibile e sensibileche permette di avere un indice oggettivo dellacognitività depressiva scevro dagli errori sistematicidi sotto e sovrastima, tipici del clinico e delpaziente 28 .Il primo risultato è stato che, pur ottenuta una riduzionedella sintomatologia t<strong>al</strong>e da rendere possibilela dimissione, il 51,6% dei pazienti appartenenti<strong>al</strong> campione studiato (31/60) presentava <strong>al</strong> terminedel ricovero riabilitativo una persistente distorsionecognitiva misurata tramite DD. Ciò risulta in lineacon quanto già descritto in letteratura: non sempread una diminuzione dell’intensità della sintomatologiadepressiva nella sfera affettiva e neurovegetativacorrisponde una par<strong>al</strong>lela risoluzione delledistorsioni cognitive indotte d<strong>al</strong>l’episodio depressivo.Alcuni studi mostrano che la sospensionemomentanea delle funzioni della sfera cognitivasi associa ad un basso grado di autostima e ad unbasso grado di funzionamento glob<strong>al</strong>e, identificabiligià <strong>al</strong>l’inizio dell’episodio depressivo e con lapossibilità di persistere a due anni di distanza d<strong>al</strong>lafine dello stesso 3 .An<strong>al</strong>izzando i due sottocampioni, il 73,3% deipazienti (22/30) che non avevano effettuato l’intervento<strong>psicoeducativo</strong> presentava in dimissionedistorsione cognitiva, rispetto <strong>al</strong> 30% dei pazienti(9/30) che avevano partecipato <strong>al</strong> gruppo. T<strong>al</strong>erisultato suggerisce quindi che, anche durante lafase acuta dell’episodio depressivo, un interventopsicoeducazion<strong>al</strong>e possa sortire effetti positivi sulladistorsione cognitiva.Inoltre, nel nostro campione clinico, anche la presenzadi un disturbo di person<strong>al</strong>ità oltre <strong>al</strong> disturbodell’umore, comportava la persistenza di distorsionecognitiva. Da evidenze in letteratura, è ormainoto che la presenza di <strong>al</strong>cuni disturbi di person<strong>al</strong>itàcomporta e si associa ad un maggior numerodi complicazioni cliniche (condotte di abuso di sostanzee di <strong>al</strong>cool), ad una più elevata impulsivitàe ad un più <strong>al</strong>to numero di tentativi di suicidio 33-34 .Inoltre, sia in letteratura che nella pratica clinica,la presenza di un disturbo di person<strong>al</strong>ità è tra quellevariabili come la durata dell’episodio, la gravitàdello stesso e la comorbilità fisica o psichiatrica,che influenzano negativamente l’outcome a brevee a lungo termine dei disturbi dell’umore. In meritoa ciò va ricordato che il decorso longitudin<strong>al</strong>edi t<strong>al</strong>i disturbi presenta di per sé un’estrema variabilitàinter- ed intra-individu<strong>al</strong>e.La comorbilità con disturbo di person<strong>al</strong>ità è risultatocondizionare il decorso della fase di continuazionedella terapia. Infatti dai nostri risultati emergeuna ricaduta dell’episodio indice nel 19,23% deicasi entro tre mesi d<strong>al</strong>la dimissione, in particolarenei pazienti con disturbo di person<strong>al</strong>ità <strong>associato</strong>.Il risultato che i pazienti ricaduti presentavanopunteggi <strong>al</strong> DD <strong>al</strong> momento della dimissione indicatividi persistenza di distorsione cognitiva(DD = -15,49 ± 20,15) risulta fondament<strong>al</strong>e nell’otticadi un necessario e continuo monitoraggiodel paziente lungo le varie fasi che costituisconola patologia dell’umore, accertando così la qu<strong>al</strong>itàe l’invasività dei sintomi residui 35 .Uno dei limiti dello studio è riconducibile <strong>al</strong>la naturaosservazion<strong>al</strong>e dello stesso, ovvero le variabiliprese in considerazione (l’esito clinico e unapresunta causa) vengono monitorate (osservate) in148


<strong>Effetto</strong> dell’intervento <strong>psicoeducativo</strong> <strong>associato</strong> <strong>al</strong> <strong>trattamento</strong> antidepressivo sulla persistenza di distorsione cognitivaciascuno dei due gruppi, per v<strong>al</strong>utare eventu<strong>al</strong>i relazionicausa-effetto.Data la natura non randomizzata del presentestudio, non si può concludere che l’effetto osservatodi una maggiore riduzione della distorsionecognitiva nei pazienti che avevano partecipato<strong>al</strong> gruppo sia da attribuire tot<strong>al</strong>mente <strong>al</strong>l’efficaciadell’intervento <strong>psicoeducativo</strong> e non <strong>al</strong>l’influenzadelle variabili cliniche che, nel presente lavoro,condizionavano l’ingresso <strong>al</strong> programma <strong>psicoeducativo</strong>.Nella prospettiva futura di ulteriori approfondimentiin merito a quanto appena esposto, si potràfare riferimento <strong>al</strong>l’ausilio di un disegno speriment<strong>al</strong>erandomizzato.ConclusioniIn base ai nostri riscontri, l’intervento psicoeducazion<strong>al</strong>enel corso del <strong>trattamento</strong> di pazienti ricoveratiper episodio depressivo maggiore secondoi criteri del DSM-IV-TR può contribuire <strong>al</strong>la riduzionedella distorsione cognitiva, fulcro della sintomatologiaresidua in corso di <strong>trattamento</strong> antidepressivoe fattore di rischio per una minor duratadella normotimia.Bibliografia1Andrew B, Hawton K, Fagg J, Westbrook D. 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