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Apri scheda - Il geoparco della Tuscia

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La presenza localizzata, la diffusione e l’andamento di una colata caratterizzata da quel chimismo,fanno ipotizzare la presenza di una paleomorfologia che ha consentito e guidato la canalizzazionedel flusso lavico.A tetto <strong>della</strong> lava affiorano depositi stratificati di potenti banchi di travertino, che fanno parte diuna estesa placca che raggiunge il Monte Canino. Questi sono maggiormente visibili dal ponte delcastello medievale dell’Abbadia, nel settore a nord del geosito. Da qui si ha un buona vista <strong>della</strong>forra del Fiume Fiora, con pareti di travertino, in sinistra orografica, e lave vulsine in destraorografica.Di grande interesse, sotto il profilo geomorfologico-evolutivo la presenza di meandri abbandonatidel Fiume Fiora, osservabili dal ponte, in corrispondenza <strong>della</strong> superficie di contatto tra lave etravertini. Questi mostrano classiche concrezioni stalattitiche (Foto 2).Foto 2. Veduta del Fiume Fiora dal Ponte dell’Abbadia.L’area archeologica di Vulci comprende una serie di Tombe Etrusche, resti di strade edacquedotti romani e dell’antica città etrusca.Una peculiarità paesaggistica dell’area è rappresentata dal bacino artificiale del lago Pellicone,creato da uno sbarramento lungo il Fiume Fiora (Foto 3) e annoverato tra le zone umide diimportanza internazionale secondo la convenzione di Ramsar. <strong>Il</strong> Fiume Fiora è profondamenteincassato in una suggestiva gola scavata dal fiume stesso nelle lave vulsine che qui possonoraggiungere pareti di circa 30 metri. Le acque si riversano nel laghetto attraverso una cascata. Lazona umida che si è creata ospita un bosco ripariale circondato da campi coltivati ed incolti. Lamacchia è costituita da leccio, alloro, mirto, filliree, lentisco, mentre il bosco ripariale comprendeontano nero, salice bianco, pioppo bianco ed un ricco sottobosco idrofilo. <strong>Il</strong> sito ospita moltespecie di uccelli e viene utilizzato da altre come sosta per alcuni periodi dell’anno.<strong>Il</strong> Sito che è, dal 1982, Oasi di Protezione WWF, rientra nell’area ZPS (IT 6010056) <strong>della</strong> Selvadel Lamone e Monti di Castro e nell’area del SIC (IT 6010017) del Sistema Fluviale Fiora-Olpeta.2


Foto 3. Lago Pellicone.B) DESCRIZIONE DEL RISCHIO DI DEGRADO<strong>Il</strong> sito è ubicato in un’area scarsamente urbanizzata, utilizzata per l’agricoltura. La presenzadell’Oasi WWF riduce i possibili impatti antropici; l’area archeologica è ben conservata e protetta.Non sono presenti sostanziali fenomeni di degrado naturale, se non quelli connessi con lanaturale evoluzione morfologica del sistema fluviale del Fiora.C) DESCRIZIONE DEL GRADO DI INTERESSE<strong>Il</strong> geosito riveste un notevole grado di interesse in quanto agli elementi di carattere geologico egeomorfologico si associano l’elevata naturalità dell’area e le testimonianze storico-archeologiche.<strong>Il</strong> sito mostra quindi un interesse multiplo. La presenza dell’area protetta infine offre garanzie perla conservazione dell’ambiente.D) RIFERIMENTI DOCUMENTALI BIBLIOGRAFICIAlberti A., Bertini M., Del Bono G. L., Nappi G., Salvati L. (1970) – Note illustrative <strong>della</strong> CartaGeologica d'Italia alla scala 1:100.000. Fogli 136 “Tuscania” e 142 “Civitavecchia”. Serv. Geol.d'It., pp. 46.Società Geologica Italiana (1993) – Guide Geologiche Regionali, 5, Lazio. BE-MA editrice.E) EVENTUALI COMMENTI E ANNOTAZIONI AGGIUNTIVE3

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