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focus>Forumeconomia & management 5 - 2012negli studi di architettura c’è spazio per il manager?in base alle caratteristiche e alla personalità dell’architettoPiano. È lui che l’ha creato e che ha formato la maggiorparte di tutti noi; gli architetti entrano in studio quandohanno al massimo tre o quattro anni di esperienza, nonoltre. Lo studio ha un’identità forte e le persone cresconoall’interno. Se dovessimo, invece, pensare ai modelli imprenditorialicui noi ci ispiriamo: forse lamoda, ma fino a certo punto.FEMIA, PELUFFO In architetturaè difficile individuareun modello poiché ogni studio hauna storia a sé. Noi, per esempio, guardiamoalle realtà che rappresentano unartigianato di eccellenza, agli atelier capacidi conciliare le radici personali evere e il miglioramento continuo.MURGIA Come studio, il nostro obiettivo non ècrescere da un punto di vista di dimensione dell’organizzazione,ma aumentare la nostra capacità di relazionecon altre realtà produttive per generare nuove opportunitàdi lavoro. È difficile per noi avere un modellodi riferimento: sono le occasioni che fanno le previsioni.Il modello è quello delle retid’impresa, che salvaguardanola tradizione imprenditorialeitaliana mettendo le aziendea sistema© RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATIFREYRIE Il modello è quello dellereti d’impresa, che progressivamente si stannodiffondendo e dimostrano come si possano attuare politicheper le PMI che salvaguardano il lato positivo dellatradizione imprenditoriale italiana e cercano di metterele aziende a sistema, per partecipare alle dinamiche economichea livello globale. Non bisogna distruggere il valoreideativo e “artigianale” dell’architettura italiana. Imodelli aziendalistici sarebbero inadatti alla nostra culturama anche ai modi e tempi del progetto di architettura.GUIDI Noi abbiamo come punti di riferimento legrandi società di progettazione internazionale: societàdi grandi numeri, con strutture organizzative complesse,che operano in più mercati e in più paesi. Unadelle ragioni che ci hanno spinto a adottare questo modelloè la possibilità di essere facilmente compresi dai nostriclienti internazionali. Negli anni siamo poi diventatiun riferimento anche per strutture di progettazione internazionaleche cercano un partner locale in grado di lavorarein modo sinergico.MIGLIORE Il modello potrebbe essere quello delleagenzie di pubblicità, dove ci sono i creativi maanche gli account. Penso ad Armando Testa, McCannGroup, Saatchi, dove, senza perdere il valore dell’identitàcreativa, i clienti sono gestiti al meglio da figure professionaliad hoc.PIZZI Pensando all’architettura può essere facileun parallelo con il mondo della moda o quello deldesign per i quali la saldatura fra gli aspetti ideativi equelli più propriamente produttivi è un aspetto ormaiconsolidato. Non altrettanto può dirsi del settore delle costruzioniche ancora oggi si presenta con forti arretratezzee soprattutto poco propenso a riconoscersi attraversole opere di architettura prodotte. Il passaggio dall’idea architettonicaalla sua pratica realizzazione è il più dellevolte un processo difficile e tortuoso che non sempre è ingrado di pervenire al risultato di qualità atteso. Credo cheil futuro prossimo, se vogliamo che l’architettura torni aessere un’eccellenza del made in Italy, dipenda dalla capacitàdi imprenditori costruttori che sappiano fortementedialogare con gli organismi professionali di progettazionesin dal concepimento di un’opera. È da evitare il ricorsoa modelli di altri paesi che vedono presenti all’internodelle stesse strutture delle imprese di costruzionele capacità architettoniche.VIEL Trovo che il modello organizzativo più utileper uno studio di architettura sia quello del campusuniversitario e non tanto quello d’impresa, orientatoall’ottimizzazione del processo produttivo e alla crescitadei profitti. Gli obiettivi di crescita per uno studio professionalesi fondano sulla sua capacità di bilanciare ricercae sperimentazione ed esperienza e know-how.36

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