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12<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> <strong>del</strong>la Valtrompiafebbraio 2012Sito:www.lavoce<strong>del</strong>popolo.itAlta ValleLodrinesi ad Hardemann per don PrandiniNel pomeriggio di Natale <strong>del</strong> 1986 ad Hardemann, in Bolivia, perdeva la vita <strong>il</strong>missionario di Lodrino padre Remo Prandini: stava attraversando, con in spalla labicicletta e gli zaini dei doni per i bambini dei v<strong>il</strong>laggi <strong>del</strong>la missione, un fiumerigonfio d’acqua che lo travolse. Nel suo nome opera laggiù, con le missionarieDottrina Cristiana <strong>del</strong>l’Aqu<strong>il</strong>a, la onlus Amici di Padre Remo: 120 adozioni in essere,scuole, e ora stanno terminando un v<strong>il</strong>laggio tipo “Marcolini” di 32 casette.Nel giorno di Natale un gruppo era ad Hardemann per ricordare <strong>il</strong> missionario alquale hanno dedicato <strong>il</strong> bel libro “Destinazione... Bolivia”, e per inaugurare seinuove costruzioni consegnate ad altrettante famiglie. (e.b.)Marcheno. <strong>La</strong> storia <strong>del</strong>la signora Antonietta Bertussi, storica perpetua di Cesovo<strong>La</strong> devota Antoniettadi Edmondo Bertussi Da non molto a Cesovo di Marcheno,in s<strong>il</strong>enzio, se n’è andataAntonietta Bertussi: bastava dire <strong>il</strong>suo nome e tutti, non solo al paese,sapevano che si parlava di lei, unadonna unica nella storia <strong>del</strong>l’anticoborgo medioevale.Era vicina ai 90 che avrebbe compiutoin questi giorni di febbraio:per oltre 70 è stata testimone preziosae protagonista nella vita <strong>del</strong>lasua comunità. Infatti, già negli annibui <strong>del</strong>la guerra frequentava la canonica<strong>del</strong>l’indimenticato don BernardoButturini, parroco a Cesovodal 1932: quando lui perse entrambii genitori, divenne la “perpetua”,devota e senza peli sulla lingua,per sempre.<strong>La</strong> devozione ai suoi sacerdoti eraleggendaria, ma sapeva anche esseresevera cittadina. In quella posizionevisse gli anni <strong>del</strong>la Resistenza(Marcheno era la contrada <strong>del</strong>ribelle): ricordava sempre comedopo un pressante interrogatorioin caserma a Brozzo senza alcun risultatol’ufficiale tedesco lasciò andareDon Butturini dicendogli: “Leiè un padre di tutti...”. Custode fe<strong>del</strong>edi segreti (chissà quanti ne haportati nella tomba), ma capace diparlare eccome. Quando negli anni<strong>La</strong> signora Antonietta Bertussi col vescovo Luciano Monari<strong>del</strong> dopoguerra don Bernardo si impegnònella ”impresa” <strong>del</strong>la stradacarrozzab<strong>il</strong>e da Marcheno a Cesovola canonica era un porto di maredi tecnici e politici, ma la madiaera sempre vuota e lei rimediava.<strong>La</strong> Comunità fu la sua famiglia. Impersonavala donna di fede attiva:“Io non ho mai provato la malinconia”,diceva. Anche negli ultimianni aveva le sue api, <strong>il</strong> suo orto,curava ancora la chiesa. Quandocostretta dalle condizioni di saluteaccettò di lasciare la sua per laCasa di riposo, si sentì una piantastrappata: pochi mesi ed è tornataper l’eterno riposo nella suaCesovo.Bovegno e <strong>il</strong> nuovomezzo antincendioIl Gruppo Protezione civ<strong>il</strong>e e Antincendiodi Bovegno ha festeggiatol’arrivo di un nuovo fuoristrada:un “Tata” con cassone ribaltab<strong>il</strong>e,acquistato con <strong>il</strong> contributo (50%<strong>del</strong> valore) <strong>del</strong>la Fondazione <strong>del</strong>laComunità bresciana, e col sostegnodi aziende e famiglie valtrumpline.Come ha ricordato nel suo brevissimodiscorso <strong>il</strong> presidente DemetrioValentini, la cerimonia ha conclusoun anno particolarmente proficuocol completamento in sede di nuovoampio garage per i quattro fuoristrada,un autocarro e un quad.Il parroco don Alberto Cinghia habenedetto <strong>il</strong> nuovo mezzo e, dopo<strong>il</strong> rituale taglio <strong>del</strong> nastro e l’innonazionale, coordinati da GiambattistaPoli, <strong>il</strong> sindaco Aramini Tulliocon Fausto Perotti per la Provinciae Giampietro Temponi responsab<strong>il</strong>e<strong>del</strong> settore <strong>del</strong>la Comunità montana,hanno consegnato l’attestatoufficiale di benemerenza ad alcunivolontari: Demetrio Valentini,Giangiuseppe Corsini, EnricoTanghetti, Sonia Gatta, VladimiroOmodei, Alan Omodei. Infine, unatarga ricordo al segretario PietroCorsini e omaggio floreale alla madrina<strong>del</strong> labaro Raffaella Tanghetti.(e.b.)Collio. Dopo un lungo cammino iniziato <strong>il</strong> 16 dicembre 2010 con la messa in liquidazione, arriva <strong>il</strong> fallimento<strong>La</strong> stazione sciistica <strong>del</strong>la Pezzeda dà l’addio definitivo alla Siv <strong>La</strong> Siv Spa (98% enti pubblici)proprietaria <strong>del</strong>la stazione sciistica<strong>del</strong>la Pezzeda è fallita. Un misto diincredulità e rammarico in Valle: aCollio si era sperato fino all’ultimonel “miracolo”. Le tappe: 16 dicembre2010 la messa in liquidazione affidataal professionista Ivano Porteri;31 dicembre 2010 apertura degliimpianti grazie all’impegno <strong>del</strong> liquidatore,disponib<strong>il</strong>ità dei dipendentie degli operatori in Pezzeda; marzo2011 chiusura e avvio ipotesi di salvataggiocon affitto d’azienda a unaGli impianti <strong>del</strong>la Pezzedasocietà costituenda di privati; 1 febbraio2012 fallimento con nomina acuratore di Giulio Ferretti, studio inBrescia. È molto chiaro Ivano Porteri,che ha già incontrato <strong>il</strong> liquidatore:“Nonostante l’impegno mio e variincontri sul mio tavolo non è maiarrivata una proposta scritta. Questoha pesato nel rapporto coi creditori(circa 1,2 m<strong>il</strong>ioni). Da parte deglistessi non c’erano posizioni pregiudizialinegative. <strong>La</strong> richiesta <strong>del</strong>la“cordata” di risolvere subito tutti iproblemi pregressi era senza sbocchi.Sono dispiaciuto: ci ho credutofino in fondo. Spero che <strong>il</strong> curatoretrovi una soluzione per i dipendentiche ringrazio: hanno consentito nel2011 l’apertura pur avendo ancorastipendi arretrati”. L’imprenditorelocale Roberto Ronchini, che ha cercatodi mettere insieme la cordata:“Sono rammaricato, io e amici comeFausto Tonassi ci abbiamo creduto.L’avessero fatto anche <strong>il</strong> Comune,maggioranza e minoranza, Comunitàmontana e Provincia, ce l’avremmofatta a ripartire”. (e.b.)