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vertenza per la salvaguardia dell'agro romano -terre ... - Vini e Sapori

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VERTENZA PER LA SALVAGUARDIA DELL'AGRO ROMANO -TERREPUBBLICHE AI NUOVI AGRICOLTORILa <strong>vertenza</strong> intende sottoporre all’attenzione delle istituzioni il problema dell’adeguatautilizzazione delle aree di proprietà pubblica a vocazione agrico<strong>la</strong> presenti nel territorio del<strong>la</strong>Capitale. Siano esse già patrimonio pubblico o <strong>per</strong>venute al<strong>la</strong> disponibilità delle Amministrazionipubbliche <strong>per</strong> effetto di cessioni o compensazioni urbanistiche, ma anche delle IPAB o altri enti, e<strong>per</strong> il trasferimento di proprietà demaniali o <strong>per</strong> effetto del<strong>la</strong> confisca di immobili alleorganizzazioni criminali,questi <strong>terre</strong>ni dovrebbero essere utilizzati e, al contempo,salvaguardati, <strong>per</strong> produrre in maniera integrata beni privati e beni pubblici.Questo potrebbe avvenire attraverso strumenti di gestione del territorio quali i parchiagricoli. I vantaggi dei parchi agricoli urbani sono innumerevoli <strong>per</strong> i conduttori agricoli e <strong>per</strong> icittadini che, in ogni caso, non <strong>per</strong>dono <strong>la</strong> fruibilità degli spazi, ma anzi guadagnano <strong>la</strong> possibilità divivere in prima <strong>per</strong>sona <strong>la</strong> campagna sotto casa.Questo documento nasce dall’idea di alcuni agricoltori e dal<strong>la</strong> volontà di giovani e disoccupati diritornare all’agricoltura e alle attività ad essa connesse, e dall’impossibilità pratica di accedere al<strong>la</strong>terra sia <strong>per</strong> mancanza di credito che <strong>per</strong> gli scarsi finanziamenti erogati all'agricoltura. Problemacomune, d’altronde, anche a molte realtà già esistenti, insediate da anni, e professionalmenteattrezzate che soffrono <strong>per</strong> l’impossibilità di aumentare o ri<strong>la</strong>nciare <strong>la</strong> produzione.Questa <strong>vertenza</strong> è il risultato del presidio svoltosi nel mese di gennaio 2012, nel comprensorioagricolo di Tor Marancia, (circa 200 ettari di su<strong>per</strong>ficie - Mun. XI - all’interno del Parcodell’Appia Antica), <strong>terre</strong>no che è in corso di acquisizione al<strong>la</strong> proprietà da parte del Comune, aseguito del<strong>la</strong> compensazione urbanistica approvata dal Consiglio Comunale con Deliberazione n. 71del 30 marzo 2006.Il presidio è stato organizzato e promosso dal<strong>la</strong> Coop. Carlo Pisacane, dal<strong>la</strong> Società Agrico<strong>la</strong>Co.R.Ag.Gio, dalle Coop. Agricoltura Nuova e Co.Br.Ag.Or insieme a TerritorioRoma, al<strong>la</strong>C.I.A. (Confederazione Italiana Agricoltori) Roma e all’A.I.A.B. (Associazione ItalianaAgricoltura Biologica).Il presidio di Tor Marancia è stato anticipato da altri appuntamenti: il presidio all’Acquafredda e <strong>la</strong>realizzazione di un Murales che rappresenta le tematiche del<strong>la</strong> <strong>vertenza</strong> sul<strong>la</strong> panoramica a MonteMario, <strong>per</strong> ricordarne solo alcune. Il movimento, inoltre, proseguirà nel<strong>la</strong> sua azione continuandogli incontri con le Istituzioni interlocutrici del<strong>la</strong> <strong>vertenza</strong> – incontri già avviati e in corso questigiorni – ma anche ricercando il confronto con tutte quelle realtà che possono contribuire adal<strong>la</strong>rgare <strong>la</strong> base del movimento. Noi immaginiamo di aprire il fronte dell’interlocuzione sociale epolitica sul<strong>la</strong> nostra proposta, dedicandoci al confronto a 360 gradi – nel mondo agricolo, nelmondo associativo e sindacale, con le rappresentanze politiche. Tassello dopo tassello, definendo isoggetti <strong>per</strong> ognuno dei settori con i quali vogliamo e dobbiamo confrontarci <strong>per</strong> trovare punti divista comuni, immaginiamo che <strong>la</strong> <strong>vertenza</strong> non si fermi ai confini di Roma ma possaprogressivamente coinvolgere l’hinter<strong>la</strong>nd e l’area metropolitana con le sue realtà territoriali eassociative e proseguire le iniziative.Centrale nel<strong>la</strong> <strong>vertenza</strong> è che Roma rimanga il Comune agricolo più grande d’Europa equesto grazie all’attività degli agricoltori, <strong>la</strong> cui sopravvivenza è costantemente minacciatadall’espansione urbanistica e dall’assenza di ricambio generazionale. Nonostante si riscontriun interesse crescente <strong>per</strong> il ritorno al<strong>la</strong> terra ed una rinnovata attenzione dei consumatori<strong>per</strong> le produzioni locali, <strong>la</strong> campagna dell’Agro Romano, ricca di storia e cultura e che, <strong>per</strong>tanta parte del<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> capitale ne ha determinato <strong>la</strong> ricchezza e i rapporti di potere,vive in attesa del cambio di destinazione d’uso tramite variante urbanistica.


L’Agro Romano di oggi ha <strong>per</strong>so <strong>la</strong> sua identità e vive <strong>per</strong> negazione, non più campagna ma ciò chenon è ancora città. Allo stesso tempo, in città, l’agricoltura e <strong>la</strong> vita rurale riemergono negli spaziinterstiziali, sugli argini dei fiumi, riqualificano le <strong>per</strong>iferie degradate. Da una parte un paesaggiospecu<strong>la</strong>re al<strong>la</strong> trasformazione urbanistica del<strong>la</strong> capitale: scomposto, discontinuo, raramentepianificato. Uno scenario pasoliniano fatto di pa<strong>la</strong>zzi e campagna, ruderi antichi emoderni centri commerciali, strade veloci e pascoli lenti, in un eterno contrasto tra <strong>la</strong> città chetracima dai propri confini e, dall’altra, una campagna che si insinua di fatto nel consolidato: unalotta di reciproche espansioni come olio nell'acqua. Una discontinuità urbana diffusa che si rifiuta diessere considerata area di completamento urbanistico e ambisce ad essere, ancora una volta, risorsa<strong>per</strong> Roma.A partire dal limite all'espansione, dettato proprio dai nuovi strumenti pianificatori, è possibile, dauna parte, su<strong>per</strong>are l'idea che valorizzare un'area voglia dire trasformar<strong>la</strong> da agro a nuovaedificazione spostando sempre più in là il confine dell'urbanizzato e, dall'altra volgere decisamentelo sguardo verso una nuova ruralità con un potenziale mercato di oltre quattro milioni di residenti inambito provinciale: l'assurdità e lo spreco del nostro tempo sta tutto nell'immagine delle conso<strong>la</strong>riromane intasate da tir pieni di merci destinate ai grandi centri commerciali mentre iterritori agricoli circostanti sono sempre meno produttivi e destinati all'abbandono. Rendere dunquedi nuovo produttivo l’Agro Romano strappandolo al limbo delle varianti al piano rego<strong>la</strong>tore eri<strong>la</strong>nciando l’agricoltura, applicando il modello dell'agricoltura biologica, multifunzionale, sociale –anche in città.Immaginiamo l’Agro Romano e i <strong>terre</strong>ni agricoli urbani gestiti con <strong>la</strong> creatività, <strong>la</strong> vitalitàeconomica e <strong>la</strong> dedizione degli agricoltori. O con l’entusiasmo, <strong>la</strong> curiosità, e <strong>la</strong> propensione alfuturo dei giovani imprenditori agricoli. Le aziende agricole, società o coo<strong>per</strong>ative che siano, sonouna componente fondamentale del<strong>la</strong> società, del paesaggio e dell’economia del settore primario delnostro paese. Nonostante il risultato delle politiche agricole sia <strong>la</strong> tendenza all’accentramento delle<strong>terre</strong> in mano a chi con esse non ha un diretto rapporto di produzione e cura, sono proprio le aziendea svolgere una importante funzione di <strong>salvaguardia</strong> del territorio e ad aver ri<strong>la</strong>nciato i mercati localicon <strong>la</strong> creazione di nuovi circuiti di produzione e consumo a livello territoriale, con il recu<strong>per</strong>o e <strong>la</strong>valorizzazione dei prodotti tradizionali e del<strong>la</strong> biodiversità agrico<strong>la</strong>. Inoltre, indagini condotterecentemente, affermano che sono proprio le piccole e medie imprese diversificate emultifunzionali, legate al<strong>la</strong> diversità dei sistemi territoriali che si dimostrano più sostenibili edinamiche a livello ambientale, economico e sociale.Sia con <strong>la</strong> Legge 3 agosto 2009, n.102 (art.4-quinquies) che con <strong>la</strong> recente Legge di Stabilità (art.7legge 12 novembre 2011, n.183), si è manifestata l’intenzione del Governo di facilitare l’accessodell’imprenditoria giovanile ai <strong>terre</strong>ni agricoli pubblici, intenzione al<strong>la</strong> quale ad oggi non ha fattoseguito alcun atto concreto. E nul<strong>la</strong> si è fatto <strong>per</strong> riassorbire nel settore agricolo i soggetti che inquesti anni <strong>per</strong> motivi diversi hanno <strong>per</strong>so il <strong>la</strong>voro. In partico<strong>la</strong>re, <strong>per</strong> quanto concerne il Comunedi Roma, si susseguono invece assegnazioni di immobili su <strong>terre</strong>ni agricoli con procedurenon trasparenti, a soggetti che nul<strong>la</strong> hanno a che vedere con l’agricoltura, o progetti di utilizzazioneinadeguati al<strong>la</strong> vocazione e al<strong>la</strong> storia di quelle aree. Al contrario, è evidente che nell'Agro Romanovi sono aziende agricole ben strutturate, professionali e forti di es<strong>per</strong>ienze pluriennali di <strong>la</strong>voro e dirapporti che possano sostenere l’insediamento dei giovani e costituire nuovi esempi di spazi agricoliproduttivi e multifunzionali.Per questo riteniamo intollerabile lo stato di degrado in cui versano ad oggi molte di questearee e il grave ritardo con il quale l’Amministrazione di Roma Capitale sta portando acompimento le procedure di acquisizione previste dalle compensazioni urbanistiche, alcunedelle quali derivano da vertenze “storiche” sostenute dal tessuto associativo locale. A maggiorragione in un <strong>per</strong>iodo di grave crisi economica da questo patrimonio può e deve nascereun’opportunità di <strong>la</strong>voro <strong>per</strong> giovani e meno giovani e un’occasione di ri<strong>la</strong>ncio del governo


partecipato dell’Agro Romano, nel rispetto e nel<strong>la</strong> valorizzazione delle sue caratteristichestoriche e naturali, che ne mantenga e valorizzi il carattere di “Bene Comune” fruibile.Quindi si chiede alle Autorità competenti attenzione e risposte, atti politici e azioniconseguenti alle seguenti richieste:1) Contrastare le politiche urbanistiche di ulteriore espansione edilizia a danno <strong>dell'agro</strong> <strong>romano</strong> e<strong>per</strong>seguire una riorganizzazione dell’area metropolitana fondata sul<strong>la</strong> “discontinuità ambientale”intesa come elemento di connessione e di identità degli insediamenti urbani esistenti. Per farequesto è necessario assumere come limite dell’espansione edilizia quanto previsto dal PRG e dalPTPG <strong>la</strong> cui pianificazione è coerente con quel<strong>la</strong> del Piano Territoriale Paesistico Regionale chedeve essere approvato definitivamente così da garantire certezza nel<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dell’agro <strong>romano</strong>.Pertanto è necessario annul<strong>la</strong>re il bando <strong>per</strong> <strong>la</strong> trasformazione urbanistica delle aree agricoleapprovato con <strong>la</strong> delibera di Giunta Comunale 315/2008, intervenire sui toponimi attraversoprogrammi urbanistici dove <strong>la</strong> rettifica dei <strong>per</strong>imetri risponda solo ad effettive esigenze diriqualificazione e non a logiche meramente immobiliari, escludere le aree agricole dagli accordi diprogramma in deroga consentendo solo quanto previsto dal<strong>la</strong> normativa regionale vigente2) Portare rapidamente a compimento tutte le procedure tecniche e amministrative <strong>per</strong>l’acquisizione pubblica delle aree interessate e, nello specifico, di quelle coinvolte dacompensazioni urbanistiche e <strong>per</strong> l’impegno dei re<strong>la</strong>tivi oneri a carico dei cedenti, assicurandosi chevengano prese in carico e manutenzione anche <strong>per</strong> prevenire eventuali usi impropri che possonocompromettere un corretto utilizzo <strong>per</strong> il futuro, visto che sono costate al<strong>la</strong> città in termini di pesiurbanistici.3) Definire una strategia di utilizzo dell’intero sistema delle aree agricole di pregio già patrimoniopubblico, acquisite ed in corso di acquisizione da parte del Comune di Roma partendo dal<strong>la</strong>necessità del loro utilizzo agricolo. Evitare dunque che esse vengano trattate come aree verdistandard, dotate di spazi e attrezzature <strong>per</strong> un’utenza di tipo generico, quando sono, <strong>per</strong> vocazione estoria, parte integrante del patrimonio produttivo dell’Agro Romano e hanno, insite, valori storici,ambientali e paesaggistici molto elevati. Si richiede, inoltre, un’attenta vigi<strong>la</strong>nza affinché le risorseeconomiche previste dalle compensazioni siano utilizzate in modo coerente al raggiungimento diquesto obiettivo.4) Individuare, censire e fare una ricognizione dei <strong>terre</strong>ni e dei territori che possono essere definitiparchi agricoli come previsto dal nuovo P.R.G. del Comune di Roma ed eventualmente inserirle inun catasto agricolo dell'amministrazione.5) Predisporre un adeguato strumento pubblico trasparente <strong>per</strong> l’assegnazione con contratti agraridei <strong>terre</strong>ni con vocazione agrico<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> disponibilità di Roma Capitale, del<strong>la</strong> Provincia di Roma,del<strong>la</strong> Regione Lazio, dell’Agenzia del Demanio e di altri Enti ad aziende agricole che favoriscanoanche l'occupazione l’imprenditoria giovanile sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> valutazione del progetto aziendale,dell’integrazione con forme di gestione del<strong>la</strong> fruizione, del<strong>la</strong> manutenzione dei territori e servizi <strong>per</strong><strong>la</strong> cittadinanza e del<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> delle aree interessate.6) Creare normative, forme di sostegno e di credito a favore delle realtà che investono su questo<strong>per</strong>corso, preferendo, <strong>la</strong>ddove sono presenti quelle di giovani, di <strong>la</strong>voratori sociali, soggetti espulsidal mondo del <strong>la</strong>voro e donne, riproponendo l’aiuto del P.S.R. (PIANO di SVILUPPO RURALE) edelle Politiche Comunitarie anche a sostegno dell’area AgroRomano.È fondamentale ristabilire un rapporto tra <strong>la</strong> campagna e <strong>la</strong> città, rifondare un patto di solidarietà, unalleanza tra agricoltori e cittadini e questa <strong>vertenza</strong> e <strong>per</strong>corso ne possono essere una opportunità.« La lotta <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>salvaguardia</strong> dei valori storico-naturali del nostro paese è <strong>la</strong> lotta stessa <strong>per</strong>l'affermazione del<strong>la</strong> nostra dignità di cittadini, <strong>la</strong> lotta <strong>per</strong> il progresso e <strong>la</strong> coscienza civicacontro<strong>la</strong> provocazione <strong>per</strong>manente di pochi privilegiati onnipotenti. »


Antonio CedernaPROMUOVONO LA VERTENZA :Territorio-Roma; Coo<strong>per</strong>ativa Agricoltura Nuova; Coo<strong>per</strong>ativa Co.Br.Ag.Or.; C.I.A. Roma(Confederazione Italiana Agricoltori); Società Agrico<strong>la</strong> Co.R.Ag.Gio.; Coo<strong>per</strong>ativa Pisacane;AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica); CGIL Roma e Lazio.

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