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2L<strong>in</strong>ee Guida per l’<strong>in</strong>sediamento e la gestione di Aree Produttive SostenibiliL’analisi ha compreso sia un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sugli strumenti di pianificazione territoriale e di controllodelle attività delle aree <strong>in</strong>dustriali posta <strong>in</strong> essere dagli Enti Locali di riferimento, sia una valutazionedel grado di conoscenza dell’impatto ambientale delle aree nel loro complesso.I dati ambientali riferiti alle aree produttive, ove presenti, sono raramente raccolti <strong>in</strong> maniera sistematicaed utilizzati per def<strong>in</strong>ire trend temporali di <strong>in</strong>dicatori ambientali. Anche i Comuni e leProv<strong>in</strong>ce che pubblicano rapporti o relazioni sullo stato dell’ambiente del territorio amm<strong>in</strong>istratoconsiderano le aree produttive solo marg<strong>in</strong>almente o <strong>in</strong>direttamente, sebbene queste generalmentesiano fonti di impatti ambientali consistenti. Il primo passo per un Ente Locale che concretamentevoglia raggiungere degli obiettivi di miglioramento nella gestione di un’area produttiva è, qu<strong>in</strong>di,eseguire uno studio accurato sugli impatti degli agglomerati “<strong>in</strong>dustriali” del suo territorio. Taleapproccio, però, risulta ancora poco diffuso sul territorio nazionale.Appare pertanto necessario svolgere, <strong>in</strong> via prelim<strong>in</strong>are, un’attività conoscitiva e di analisi <strong>in</strong>izialmentefocalizzata sulle aree produttive e, successivamente, sulle s<strong>in</strong>gole aziende, alla quale farseguire un’attività operativa di <strong>in</strong>tervento. Nel caso delle nuove aree è possibile <strong>in</strong>vece ipotizzarela sottoscrizione di un “Regolamento” che v<strong>in</strong>coli le aziende che vi si vogliano <strong>in</strong>sediare ad impegnarsia rispettare comportamenti “virtuosi” anche al proprio <strong>in</strong>terno.Con questi elementi di partenza il progetto si è concentrato sulla def<strong>in</strong>izione dei pr<strong>in</strong>cipali obiettiviche un’area produttiva sostenibile già esistente o da realizzare dovrebbe perseguire, sulla <strong>in</strong>dividuazionedelle strategie necessarie per conseguire gli obiettivi <strong>in</strong>dicati e sui requisiti organizzativie gestionali che l’area deve possedere per poter raggiungere, documentare e condividere i propriobiettivi di sostenibilità. L’<strong>in</strong>sieme di questi requisiti strategici viene def<strong>in</strong>ito come un“modello” di area <strong>in</strong>dustriale sostenibile e viene <strong>in</strong>dicato nel manuale come “modello SIAM”.Tutti i requisiti sviluppati nel progetto sono applicabili sia ad aree <strong>in</strong>dustriali, sia, più <strong>in</strong> generale,ad aree produttive: questi term<strong>in</strong>i sono pertanto da considerare <strong>in</strong>tercambiabili per le f<strong>in</strong>alità diqueste L<strong>in</strong>ee Guida.Vista la carenza di software gestionali progettati specificatamente per la gestione sistemica di un’-area produttiva, il progetto SIAM ha sviluppato un sistema <strong>in</strong>formativo di controllo e gestione perpermettere una più efficiente acquisizione, <strong>in</strong>tegrazione, elaborazione, rappresentazione e diffusionedei dati socio-economico-ambientali. Tale sistema consente al gestore di conoscere le risorseimpiegate nell’area e il conseguente impatto <strong>in</strong>diretto e diretto sui Sistemi Locali.E’ stato sviluppato <strong>in</strong>oltre un software specifico per la gestione della mobilità di persone e mercidi un’area <strong>in</strong>dustriale, vista l’importanza dell’impatto di tale aspetto sul territorio di riferimento.Il progetto SIAM ha <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e affrontato il problema delle professionalità necessarie per la gestionesostenibile di un’area produttiva organizzando e gestendo un corso di formazione sia per“Responsabile di area produttiva sostenibile” che per “Progettista di area produttiva sostenibile”.16

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