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1. Stato dell’artediffondendosi ed affermandosi, sia nel settore pubblico che privato, all’<strong>in</strong>terno di progetti voltiallo sviluppo sostenibile e molteplici sono i casi di eccellenza osservati nel panorama <strong>in</strong>ternazionale.Lo sviluppo maggiore si è riscontrato negli Stati Uniti, seguiti dall’Europa, dal Canada edagli stati asiatici.11.2 Le esperienze italianeA livello italiano, la gestione unitaria e sostenibile delle aree <strong>in</strong>dustriali è un tema relativamentenuovo data la mancanza, f<strong>in</strong>o a circa dieci anni fa, sia di un quadro normativo di riferimento sia diun tessuto culturale capace di recepire questa nuova concezione.Sulla base delle esperienze condotte all’estero e dell’adeguamento normativo <strong>in</strong> materia, la realtàproduttiva italiana sta ora cambiando approccio, evolvendo verso l’applicazione dei pr<strong>in</strong>cipi ispiratoridell’Ecologia Industriale secondo i quali l’area <strong>in</strong>dustriale assume un ruolo rilevante ai f<strong>in</strong>idella tutela ambientale, della valorizzazione del territorio e della competitività imprenditoriale.Il primo passo è stato compiuto con l’<strong>in</strong>troduzione del concetto di “Area Ecologicamente Attrezzata”(AEA) da parte del D.Lgs. 112/98 (Bassan<strong>in</strong>i) il quale prevede che “le Regioni discipl<strong>in</strong>ano,con proprie leggi, le aree <strong>in</strong>dustriali e le aree ecologicamente attrezzate, dotate delle <strong>in</strong>frastrutturee dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente. Le medesimeleggi discipl<strong>in</strong>ano altresì le forme di gestione unitaria delle <strong>in</strong>frastrutture e dei servizi dellearee ecologicamente attrezzate da parte di soggetti pubblici o privati (...)”. Elementi fondamentali,qu<strong>in</strong>di, il sistema di gestione unitario e la dotazione di <strong>in</strong>frastrutture e servizi comuni di area perm<strong>in</strong>imizzare e gestire <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>tegrato le pressioni sull’ambiente.Tale concetto, evoluto <strong>in</strong> quello di “Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata” (APEA), <strong>in</strong> relazioneagli <strong>in</strong>sediamenti dest<strong>in</strong>ati alla produzione <strong>in</strong>dustriale ai quali si riferisce il Decreto Bassan<strong>in</strong>i,sta diffondendosi progressivamente <strong>in</strong> alcune Regioni e Prov<strong>in</strong>ce italiane. Nonostante si trattidi applicazioni di recente sviluppo, è possibile citare diverse esperienze <strong>in</strong>teressanti.La Regione Marche, precursore a livello italiano di tali esperienze, già da alcuni anni è attiva nellaqualificazione tecnologica ed ambientale delle aree produttive, impegnandosi nella valorizzazionedel proprio territorio e pubblicando nel 2005 le “L<strong>in</strong>ee Guida per le Aree Produttive EcologicamenteAttrezzate della Regione Marche”. Tale documento, redatto <strong>in</strong>sieme ai due allegati “Buonepratiche per la gestione ambientale delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate” e “I casipilota nella “Regione Marche”, ha rappresentato un punto di riferimento per le esperienze italianesuccessive.Secondo tale concezione, un’APEA deve rispondere a precisi requisiti di qualità urbanistica, territoriale,edilizia ed ambientale e deve essere dotata di specifiche forme di gestione, <strong>in</strong>frastrutture,sistemi tecnologici e servizi comuni, <strong>in</strong> funzione dei reali fabbisogni delle aziende <strong>in</strong>sediate, dellecaratteristiche del territorio e delle criticità ambientali dell’area, tali da garantire vantaggi ambien-11

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