1L<strong>in</strong>ee Guida per l’<strong>in</strong>sediamento e la gestione di Aree Produttive Sostenibilicompleta attività di riciclaggio dei materiali”. Per completare la serie di def<strong>in</strong>izioni, secondo Garnere Keoleian “l’Ecologia Industriale è considerata lo studio per eccellenza dei flussi di materia eenergia e la loro trasformazione <strong>in</strong> prodotti, sottoprodotti e rifiuti”. Tale discipl<strong>in</strong>a, qu<strong>in</strong>di, <strong>in</strong> analogiacon i sistemi naturali, suggerisce di applicare ai sistemi <strong>in</strong>dustriali ed ai cicli di produzione etrasformazione i pr<strong>in</strong>cipi che regolano il funzionamento dei sistemi naturali caratterizzati da rapportisimbiotici, <strong>in</strong> cui i flussi di materia ed energia tendono alla chiusura dei cicli a favore delriciclo e dell’uso delle risorse <strong>in</strong> cascata.In questo contesto il concetto di rifiuto assume un nuovo significato, <strong>in</strong> quanto viene consideratoun prodotto <strong>in</strong>termedio: i rifiuti di un processo o di un organismo vengono utilizzati come <strong>in</strong>putper un altro processo, m<strong>in</strong>imizzando gli impatti ambientali attraverso un approccio sistemico chepreveda la collaborazione e la cooperazione tra le imprese per la riduzione dei rifiuti dell’attività<strong>in</strong>dustriale nel suo complesso. L’Ecologia Industriale, qu<strong>in</strong>di, si propone di studiare le relazionitra le imprese produttive, tra i loro prodotti e processi, favorendo l’<strong>in</strong>tegrazione dell’area <strong>in</strong>dustrialea livello di Sistema Locale di riferimento.La consapevolezza che un approccio sistemico, esteso ad un’<strong>in</strong>tera area <strong>in</strong>dustriale, possa assicurare<strong>in</strong> modo più efficiente la tutela dell’ambiente, coniugando parallelamente le necessità delleimprese e migliorandone la performance economica, sta sviluppandosi concretamente <strong>in</strong> questoultimo decennio a livello <strong>in</strong>ternazionale, grazie anche all’evoluzione di strumenti di gestione ambientaleestesi a contesti più ampi, come Enti Locali e distretti <strong>in</strong>dustriali.L’applicazione dei pr<strong>in</strong>cipi dell’Ecologia Industriale e degli strumenti di gestione ambientale haportato alla realizzazione degli Eco-Industrial Park (EIP), valida strategia per attuare il concettodell’Ecologia Industriale attraverso la collaborazione tra le imprese e dimostrazione della s<strong>in</strong>ergiatra tutela dell’ambiente e competitività economica. Un EIP, così come def<strong>in</strong>ito dal U.S. President’sCouncil on Susta<strong>in</strong>able Development (1996), è “una Comunità di imprese che cooperano traloro e con la Comunità Locale per ripartire efficientemente le risorse (<strong>in</strong>formazioni, materiali,energia, <strong>in</strong>frastrutture ed ambiente naturale), con l’obiettivo di perseguire l’efficienza economica,la qualità ambientale ed un equo sviluppo delle risorse umane nelle aziende e nella Comunità locale”.Secondo un’altra def<strong>in</strong>izione che ha <strong>in</strong>contrato un ampio consenso tra gli esperti, si tratta di“un sistema <strong>in</strong>dustriale progettato per gli scambi energetici e dei materiali, che m<strong>in</strong>imizzi l’utilizzodi energia e di materie prime, riduca la produzione di rifiuti e sviluppi al suo <strong>in</strong>terno relazionieconomicamente, ecologicamente e socialmente sostenibili”. Il percorso per raggiungere tali o-biettivi presuppone un nuovo approccio sistemico che preveda la progettazione sostenibile, basatasulle Best Available Technologies, delle <strong>in</strong>frastrutture delle aree <strong>in</strong>dustriali, la def<strong>in</strong>izione di processiproduttivi simbiotici, e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la predisposizione e gestione di servizi comuni garantiti attraversouna gestione unitaria di area.Lo sviluppo di tali parchi, seppur ancora ad uno stadio <strong>in</strong>iziale, negli ultimi anni sta rapidamente10
1. Stato dell’artediffondendosi ed affermandosi, sia nel settore pubblico che privato, all’<strong>in</strong>terno di progetti voltiallo sviluppo sostenibile e molteplici sono i casi di eccellenza osservati nel panorama <strong>in</strong>ternazionale.Lo sviluppo maggiore si è riscontrato negli Stati Uniti, seguiti dall’Europa, dal Canada edagli stati asiatici.11.2 Le esperienze italianeA livello italiano, la gestione unitaria e sostenibile delle aree <strong>in</strong>dustriali è un tema relativamentenuovo data la mancanza, f<strong>in</strong>o a circa dieci anni fa, sia di un quadro normativo di riferimento sia diun tessuto culturale capace di recepire questa nuova concezione.Sulla base delle esperienze condotte all’estero e dell’adeguamento normativo <strong>in</strong> materia, la realtàproduttiva italiana sta ora cambiando approccio, evolvendo verso l’applicazione dei pr<strong>in</strong>cipi ispiratoridell’Ecologia Industriale secondo i quali l’area <strong>in</strong>dustriale assume un ruolo rilevante ai f<strong>in</strong>idella tutela ambientale, della valorizzazione del territorio e della competitività imprenditoriale.Il primo passo è stato compiuto con l’<strong>in</strong>troduzione del concetto di “Area Ecologicamente Attrezzata”(AEA) da parte del D.Lgs. 112/98 (Bassan<strong>in</strong>i) il quale prevede che “le Regioni discipl<strong>in</strong>ano,con proprie leggi, le aree <strong>in</strong>dustriali e le aree ecologicamente attrezzate, dotate delle <strong>in</strong>frastrutturee dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente. Le medesimeleggi discipl<strong>in</strong>ano altresì le forme di gestione unitaria delle <strong>in</strong>frastrutture e dei servizi dellearee ecologicamente attrezzate da parte di soggetti pubblici o privati (...)”. Elementi fondamentali,qu<strong>in</strong>di, il sistema di gestione unitario e la dotazione di <strong>in</strong>frastrutture e servizi comuni di area perm<strong>in</strong>imizzare e gestire <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>tegrato le pressioni sull’ambiente.Tale concetto, evoluto <strong>in</strong> quello di “Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata” (APEA), <strong>in</strong> relazioneagli <strong>in</strong>sediamenti dest<strong>in</strong>ati alla produzione <strong>in</strong>dustriale ai quali si riferisce il Decreto Bassan<strong>in</strong>i,sta diffondendosi progressivamente <strong>in</strong> alcune Regioni e Prov<strong>in</strong>ce italiane. Nonostante si trattidi applicazioni di recente sviluppo, è possibile citare diverse esperienze <strong>in</strong>teressanti.La Regione Marche, precursore a livello italiano di tali esperienze, già da alcuni anni è attiva nellaqualificazione tecnologica ed ambientale delle aree produttive, impegnandosi nella valorizzazionedel proprio territorio e pubblicando nel 2005 le “L<strong>in</strong>ee Guida per le Aree Produttive EcologicamenteAttrezzate della Regione Marche”. Tale documento, redatto <strong>in</strong>sieme ai due allegati “Buonepratiche per la gestione ambientale delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate” e “I casipilota nella “Regione Marche”, ha rappresentato un punto di riferimento per le esperienze italianesuccessive.Secondo tale concezione, un’APEA deve rispondere a precisi requisiti di qualità urbanistica, territoriale,edilizia ed ambientale e deve essere dotata di specifiche forme di gestione, <strong>in</strong>frastrutture,sistemi tecnologici e servizi comuni, <strong>in</strong> funzione dei reali fabbisogni delle aziende <strong>in</strong>sediate, dellecaratteristiche del territorio e delle criticità ambientali dell’area, tali da garantire vantaggi ambien-11
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