ROLE PLAYING O GIOCHI DI RUOLOI giochi di ruolo sono tecniche che derivano dalle teorie psicodrammatiche. Sono metodibasati sulla simulazione di una s<strong>it</strong>uazione, di un evento, sulla messa in scena, per ilcoinvolgimento dei partecipanti chiamati a immedesimarsi, a vestire panni di altri, aipotizzare soluzioni. E’ possibile mettere in scena una tipica s<strong>it</strong>uazione presentequotidianamente all’interno dell’ Un<strong>it</strong>à Operativa, quindi interpretare il ruolo di un’altrapersona o di una parte di se stessi che sol<strong>it</strong>amente non è messa in gioco. Per esempio si puòinterpretare un paziente o un familiare considerati insopportabili o un altro collega con ilquale si ha una relazione problematica. Rappresentare una scena o rec<strong>it</strong>are “ nei panni diqualcun altro” è in realtà un modo per accostarsi a se stessi, per esprimere parti di sé ericonoscere modal<strong>it</strong>à relazionali disfunzionali, non consapevoli, messe in atto nellarelazione con l’altro 118 . Oltre ai partecipanti è presente un formatore che dirige, osserva eregistra quanto avviene e che, con una certa esperienza, può interpretare ruoli particolari,come ad esempio l’antagonista della s<strong>it</strong>uazione. All’ interno del role playing possiamoconsiderare quattro fasi principali :• Warming up: Questa fase comprende tutte quelle tecniche ( brevi sketch e scenette,interviste e discussioni) volte a “riscaldare” l’ambiente, a creare, se non ancorapresente, un clima accogliente.• Azione: E’ la fase di gioco vera e propria tra gli attori. Può comprendere tecnicheparticolari come l’inversione dei ruoli, il doppio ( l’assistente si pone alle spalledell’attore e prova a dare voce a ciò che l’attore sembra non riuscire ad esprimere)che è una funzione di sostegno e accompagnamento.• Cooling off: Opposta al Warming up, questa fase serve per uscire dai ruoli e dalgioco e riprendere le distanze.• Analisi del role playing: IL role playing offre opportun<strong>it</strong>à di apprendimento. Inprimo luogo legate al momento della messa in scena, della drammatizzazione, grazie alcoinvolgimento che viene stimolato; in secondo luogo legate al momento di commento,discussione e analisi di ciò che è avvenuto: delle parole, dei gesti, della postura, degliatteggiamenti, del detto e non-detto. L’esistenza di questa fase dipende dalla presenza di118 G. Marasso, M. Tomamichel : “ La sofferenza psichica in oncologia. Modal<strong>it</strong>à d’intervento”, p. 153.LXVIII
diversi fattori: un gruppo che svolga la funzione di conten<strong>it</strong>ore, la capac<strong>it</strong>à e lamotivazione dei partecipanti a mettersi in gioco, a scoprire lasciandosi scoprire, dallacapac<strong>it</strong>à del formatore di intuire quale deve essere il livello di profond<strong>it</strong>à delleinterpretazioni a cui è opportuno fermarsi. Ogni commento non richiesto e non tollerato daipartecipanti indurrà delle difese, sarà pertanto dannoso. Il role playing può essere fonte dicambiamento , ma perché questo si verifichi bisogna riconoscere la presenza di unadisfunzional<strong>it</strong>à nelle attuali pratiche di comportamento e riuscire a passare a unaprogettual<strong>it</strong>à nuova: promuovere il cambiamento, ricostruire un clima collaborativo,rilassato e accogliente. In questo modo il role playing agisce sull’aspetto emotivo ecogn<strong>it</strong>ivo. 119 “Interpretando diversi ruoli all’interno del gruppo ognuno capirà meglio sestesso ed i propri ruoli ab<strong>it</strong>uali, ne aumenterà le possibil<strong>it</strong>à, trasformando spesso il suomodo di essere. Questa esperienza privilegiata sfocia su una migliore conoscenza di sé edegli altri, su una presa di coscienza di ciascuno e del proprio atteggiamento profondo. “(Schutzenberger, 1975, p. 80 ) Il gioco di ruolo promuove un apprendimento attivo e perquesto molto efficace, “ Apprese in questo modo, queste lezioni non si dimenticanofacilmente” ( Schutzenberger, 1975, p. 70) 120 .Da questa sintetica panoramica emergecome i gruppi nelle varie configurazioni, siano un mezzo naturale di interazione e discambio, in equilibrio dinamico con gli individui che ne fanno parte. Possono diventarepertanto irrinunciabili strumenti di lavoro in grado di potenziare risorse e creativ<strong>it</strong>à.L’AUTOBIOGRAFIA COME CURA DI SE’L’autobiografia è un genere letterario che il cr<strong>it</strong>ico francese Philippe Lejeune ha defin<strong>it</strong>ocome “ racconto retrospettivo in prosa che un individuo reale fa della propria esistenza,quando mette l’accento sulla sua v<strong>it</strong>a individuale, in particolare sulla storia della propriapersonal<strong>it</strong>à". C’è un momento, nel corso della v<strong>it</strong>a, in cui si sente il bisogno di raccontarsiin modo diverso dal sol<strong>it</strong>o. Questo bisogno, i cui contorni sfumano, e tale può restare per ilresto dell’esistenza, una presenza incompiuta, ricorsiva, insistente, è ciò che prende ilnome di pensiero autobiografico. Il pensiero autobiografico, anche laddove si volga verso119 S. Ricotta : “Il Role Playing”, 2004 http//www.psicologiadelavoro.com.120 A. Improta: “Il Role Playing” laboratorio di ricerca e sviluppo in psicologia, 2006. http//psicolab.netLXIX
- Page 1:
Università degli Studi “Gabriele
- Page 4 and 5:
“Comunichiamo quello chesentiamo,
- Page 7 and 8:
CAPITOLO 2 - SCOPO DELLA TESIIndaga
- Page 9 and 10:
piano emotivo. Ciò che ingombra no
- Page 11 and 12:
determinate categorie di persone i
- Page 13 and 14:
vissuti. Questi percorsi formativi
- Page 15 and 16:
essere utili agli altri ha il suo
- Page 17 and 18: CAPITOLO 4. L’INFERMIERE: “ VIT
- Page 19 and 20: “ L’espressione delle emozioni
- Page 21 and 22: Secondo alcuni autori, dalla combin
- Page 23 and 24: cognitivo che porta a questi stati
- Page 25 and 26: andare e il contenersi; il reagire
- Page 28 and 29: empatiche che spesso impara grazie
- Page 30 and 31: dai vissuti comuni. Le emozioni pos
- Page 32 and 33: isogni e desideri. La capacità di
- Page 34 and 35: quindi propone un modello di burn-o
- Page 36 and 37: ilevanza. Alcuni soggetti tendono a
- Page 38 and 39: nell’ambito delle patologie deriv
- Page 40 and 41: esperisce il sentimento della lassi
- Page 42 and 43: uona capacità creativa e la resili
- Page 44 and 45: Bandura ritiene, infatti, che un’
- Page 46 and 47: positive che la vita offre, senza p
- Page 48 and 49: L’INTELLIGENZA EMOTIVAMolto spess
- Page 50 and 51: progettazione dei servizi, per orie
- Page 52 and 53: a comunicare in modo efficace i dis
- Page 54 and 55: Quarto assioma:“ Gli esseri umani
- Page 56 and 57: IL SILENZIOIn una relazione di reci
- Page 58 and 59: coinvolgimento emotivo, la partecip
- Page 60 and 61: semplicità, in quanto è sufficien
- Page 62 and 63: disagio di fronte all’evento e, l
- Page 64 and 65: diventa in tal modo più autentica,
- Page 66 and 67: innovamento e alla riflessione, è
- Page 70 and 71: un passato personale doloroso di er
- Page 72 and 73: e forma alla problematicità dell
- Page 74 and 75: Ospedale di Finale Emilia presso le
- Page 76 and 77: 1° Domanda del questionario: Cosa
- Page 78 and 79: 4° Domanda del questionario: Che r
- Page 80 and 81: 7° Domanda del questionario: Ti se
- Page 82 and 83: 11° Domanda del questionario: Hai
- Page 84 and 85: 5.5. DISCUSSIONE E CONCLUSIONELa ra
- Page 86 and 87: sforzo per cercare di crescere e mi
- Page 88 and 89: denso di difficoltà e sarebbe util
- Page 90 and 91: • P. Phillips: “ A comparison o
- Page 92 and 93: • M. Strocchi: “ Autostima- Se
- Page 94 and 95: 6. ALLEGATI - QUESTIONARIOGentile c
- Page 96: 9. Ti riconosci in alcune di queste