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L'INFERMIERE: VITTIMA O SOPRAVVISSUTO - Counselling-care.it

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4.3.5. COUNSELING: UN AIUTO ALL’INFERMIEREIl counseling psicologico è un intervento d’aiuto specifico e specialistico, offerto da unprofessionista ad un cliente che si trova in una s<strong>it</strong>uazione di confl<strong>it</strong>to o di difficoltà. Iproblemi che presenta possono essere di varia natura e/o collegati alla propria cresc<strong>it</strong>apersonale. Grazie a una relazione basata sull’ascolto e sulla facil<strong>it</strong>azione dellacomunicazione, il counselor aiuta il cliente ad approfondire e a riconoscere la suas<strong>it</strong>uazione, ad affrontare le scelte e i cambiamenti necessari per risolvere il problema eproseguire nella cresc<strong>it</strong>a personale. 101 Il counseling è tuttora insegnato e utilizzato comestrumento nell’attiv<strong>it</strong>à di cura, “ (…) le sue final<strong>it</strong>à appartengono al mandato professionaledell’infermiere in quanto assistere significa sia “stare con” che “esserci”. Care, “occuparsidi”, “prendersi cura”, sinonimi e specificazioni di “assistere”, implica vicinanza,prossim<strong>it</strong>à, alter<strong>it</strong>à, quindi relazional<strong>it</strong>à, contatto, presenza, non abbandono e nonindifferenza “ 102 . L’attiv<strong>it</strong>à di cura che offre l’infermiere, sappiamo che comportadispendio di forze: l’offrirsi inteso spesso come annullamento del sé, comportal’accrescimento di angosce, di domande a cui vorrebbe dare una risposta. I pensieridiventano tanti, chiediamo troppo alle nostre capac<strong>it</strong>à emotive. Ormai è noto, molti di noinon sono pronti ad affrontarsi, perché è con noi stessi che abbiamo a che fare ancor primache con gli altri. La cura richiede che si impegnino molte energie fisiche, cogn<strong>it</strong>ive eaffettive. Per questa ragione c’è chi vede nella cura il rischio di un’ emorragia d’essere, diuna perd<strong>it</strong>a di sé per un eccessiva attenzione all’altro. La buona cura è quella in cui,perentrambi i soggetti della relazione, non c’è perd<strong>it</strong>a di sé ma guadagno d’essere, e questo èpossibile solo se chi ha cura si prende anche cura di sé. 103 Aristotele insegna “…che nonc’è amicizia dell’altro se non c’ è l’amicizia per sé, perché per poter essere capaci divolere il bene dell’altro, si deve amare soprattutto sé stessi”. Solamente avendo cura di sési può coltivare la propria uman<strong>it</strong>à. Anche chi ha cura è vulnerabile, poiché il101 V. Calvo: “Il colloquio di counseling”, 2007, p.11.102 G. Artioli, R.Montanari, A. Saffioti “Counseling e professione infermieristica”, 2004, p.85.103 L.Mortari: “ La pratica dell’aver cura”, 2006, p.80.LVII

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