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L'INFERMIERE: VITTIMA O SOPRAVVISSUTO - Counselling-care.it

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L’ASCOLTOAll’interno della comunicazione non è importante solo dare messaggi, ma è fondamentaleanche saperli ricevere, mettersi nella posizione di colui che ascolta: il ruolo dell’ascoltatoreè la verifica della propria disponibil<strong>it</strong>à a porsi in questa posizione. All’ interno dellarelazione, possiamo riconoscere diversi benefici che l’ascolto efficace può portare: siottiene la comprensione del messaggio ricevuto, si ascolta un significato che va oltre leparole, si favorisce l’empatia e il feed-back, si stimola l’altro a continuare l’interazione. 98Per Rogers l’ ascolto ”equivale a percepire non solo le parole ma anche i pensieri, lo statod’animo, il significato personale e persino il significato più riposto e inconscio delmessaggio che mi viene trasmesso dall’interlocutore”, l’ascolto diventa perciò, incontroprofondo con l’altro, un sentire solo la sua voce, annullare ciò che ci circonda. Il veroascolto diventa valido solo nel silenzio di tutto il resto. L’ascolto autentico, l’accoglienzaemotiva, senza giudizio,dei sentimenti e delle emozioni dell’altro. E’ necessario mettere inatto, la sospensione del giudizio, per poter accettare l’altro per quello che è. Dobbiamoimparare a fare in modo che il nostro giudizio, a volte inev<strong>it</strong>abile, non interferisca più d<strong>it</strong>anto nella relazione. Bisogna inoltre costruire un estremo rispetto per l’altro: noi siamo lìperché il collega ha bisogno, non il contrario e il rispetto per lui, per il suo modo di viveregli eventi, va mantenuto ad ogni costo. Farsi ascoltare diventa necessario quandol’incontro con la sofferenza diventa quotidiano, è l’incontro- scontro con noi stessi, con ciòche siamo e che siamo stati, a rendere indispensabile una richiesta d’aiuto. Saper ascoltarerichiede inanz<strong>it</strong>utto una buona consapevolezza di sé, un<strong>it</strong>a allo sviluppo delle capac<strong>it</strong>àrelazionali. Non si è in grado di ascoltare quando non siamo capaci di ascoltare il nostrodolore interiore, il nostro passato determina il nostro porci di fronte al presente. La personaha dei vissuti dolorosi, ma se impara a riconoscerli e a fare di essi degli strumenti perriconoscere e comprendere l’altro, può creare un incontro che ha dei risvolti pos<strong>it</strong>ivi intermini di emotiv<strong>it</strong>à. Le esperienze di gioia, dolore, paura, incertezza danno luogo allosviluppo di “risorse guar<strong>it</strong>rici” che possiamo condividere con coloro che collaborano connoi ogni giorno. Mettersi nei panni dell’altro va visto nel senso di “mettersi con l’altro”:dobbiamo valorizzare ciò che la persona porta, il suo vissuto, i suoi sforzi, il suo stessochiedere aiuto e il suo porsi in discussione.98 G. Artioli, r. Montanari,A. Saffioti: “Counseling e professione infermieristica”, 2004, p.43.LV

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