a comuni<strong>care</strong> in modo efficace i disagi, i sentimenti, le emozioni che sono componentecostante della nostra attiv<strong>it</strong>à quotidiana. La comunicazione è niente se separata dallacapac<strong>it</strong>à di ascoltare e di empatizzare, si parla infatti in questo caso di “ascolto empatico”.Saper comuni<strong>care</strong> in modo adeguato può diventare molto difficile e dare ad<strong>it</strong>o a s<strong>it</strong>uazionidestabilizzanti di forte incomprensione, un incrocio di pensieri spesso pregiudizievoli chedanno poi luogo ad azioni scorrette. Tali s<strong>it</strong>uazioni possono essere ev<strong>it</strong>ate se ad intervenireè la capac<strong>it</strong>à empatica, e per essere empatici bisogna inanz<strong>it</strong>utto imparare ad ascoltare.Stare vicino all’altro con tutto sé stesso, un sé che abbiamo imparato ad accettare perchésolo con questa consapevolezza, che è autoconsapevolezza, siamo in grado di accoglierel’altro. L’ altro inteso come il compagno di lavoro, che condivide ogni giorno con noi isuoi dubbi, i dolori, le incomprensioni, i confl<strong>it</strong>ti che vengono a generarsi nel confrontocon la sofferenza. Viene defin<strong>it</strong>o anche come il bisogno di “fare rete” 92 , renderecondivisibile un sapere, quel sapere che viene dall’esperienza, dando luogo ad una serie discambi informali che rappresentano quei vissuti che sono sostegno essenziale alle fatichequotidiane.LA COMUNICAZIONELa comunicazione è un processo mediante il quale vengono trasmessi messaggi da unsoggetto ad altri. Essa si avvale di linguaggi, che per l’uomo sono rappresentati da unaserie di codici linguistici molto complessi. Dunque il processo del comuni<strong>care</strong> è ilpassaggio di un messaggio da un’Em<strong>it</strong>tente ad un Ricevente: il Ricevente lancia deimessaggi di risposta all’Em<strong>it</strong>tente attraverso il feed-back, cioè quel segnale di r<strong>it</strong>orno chepermette di comprendere quando l’attiv<strong>it</strong>à comunicativa è arrivata a destinazione econsente di prevedere il segu<strong>it</strong>o che la comunicazione avrà. E’ quindi un processo circolareche funziona sulla base di un feed-back reciproco, 93 condizionato dal contesto in cui siesprime e dai canali che si usano. Defin<strong>it</strong>a brevemente la struttura della comunicazione, èpossibile ora vederne modal<strong>it</strong>à e proprietà, che vengono dette da Paul Watzlawick,assiomi. 94 Si tratta di principi semplici, evidenti di per se stessi, che tuttavia hannofondamentali implicazioni interpersonali.92 V. Iori: “Emozioni e sentimenti nel lavoro educativo e sociale”, 2003, p. 227.93 G. Artioli, R. Montanari, A. Saffioti: “Counseling e Professione Infermieristica”, 2004, p.42.94 P. Watzlawick, J.H. Beavin, D.D.Jackson: “Pragmatica della comunicazione umana”. pp.41-42LII
Primo assioma è: “Non si può non comuni<strong>care</strong>”.Watzlawick afferma che non può esistere qualcosa che sia un non-comportamento; tuttinoi, necessariamente, che lo vogliamo o no, mettiamo in atto dei comportamenti. Quindi:“…se si accetta che l’intero comportamento in una s<strong>it</strong>uazione di interazione ha valore dimessaggio, vale a dire è comunicazione, ne consegue che comunque ci si sforzi, non si puònon comuni<strong>care</strong>”. La comunicazione è il mezzo che ci fa stare in relazione con gli altri,mettendo in comune emozioni, sentimenti, pensieri,esperienze, azioni. Ci regoliamo e cicomportiamo con gli altri in base ai messaggi che ci scambiamo in continuazione e cheinfluenzano reciprocamente il nostro modo di essere e di agire. 95Secondo assioma: “Si comunica sia con il canale verbale che non verbale”Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, in modo che ilsecondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione. Perciò si intende che unacomunicazione non soltanto trasmette informazione, ma al tempo stesso, impone uncomportamento. Molto spesso è il messaggio di relazione che prende il sopravvento suquello di contenuto. 96 Il canale non verbale è il più potente, attraverso di esso passa il 90%di ciò che vogliamo comuni<strong>care</strong>. E’ il canale che esprime con gesti, tono e inflessione dellavoce, postura e contatto fisico ed oculare, le nostre emozioni, anche le più profonde, chenon riusciamo ad esprimere a parole.Terzo assioma: “ La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze dicomunicazione tra i comunicanti”La “punteggiatura”, cioè l’interpretazione soggettiva che si dà di un messaggio, condizionapesantemente, in realtà, il proprio modo di essere, di autodefinirsi e di rapportarsi con glialtri. Questo assioma indica la necess<strong>it</strong>à di tenere contemporaneamente presente icomportamenti di tutti i comunicanti. Infatti possiamo dire che ogni comportamento di unasequenza è lo stimolo per l’evento che segue e, allo stesso tempo, la risposta o il rinforzoper quello precedente. Così ogni comportamento è causato e causa il comportamento altrui.95 Corso di formazione “Efficacia e cooperazione nella relazione d’aiuto” Padova 10-11 Ottobre 2008.96 M.Bernardi, A. Condolf: ”Psicologia per l’operatore sociale”, 1998, p.105.LIII
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