L'INFERMIERE: VITTIMA O SOPRAVVISSUTO - Counselling-care.it

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nell’ambito delle patologie derivanti da rischi psicosociali connessi all’organizzazione dellavoro, ponendosi come malattia professionale emergente. 62 , 63 . Un ulteriore segnale dicambiamento si ha con l’uscita nel Decreto Legislativo 9 Aprile 2008, n. 81. “ Attuazionedell’ articolo 1 della legge 3 Agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e dellasicurezza nei luoghi di lavoro” in cui si precisa – Sezione II “Valutazione dei rischi” Art.28. Oggetto della valutazione dei rischi : La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1,lettera a) precisa che anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o deipreparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deveriguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelliriguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegatiallo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre2004. 64 Tali mutamenti legislativi sono un chiaro segnale di un aumentata sensibilità versosimili problemi e di una rinnovata consapevolezza della loro reale esistenza.62 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia,Decreto 27 Aprile 2004 ( GU 134, 10/06/2004).63 Ministero della Salute, Piano Sanitario Nazionale 2006-2008, DPR 7 Aprile 2006 (GU 139, 17/04/2006).64 Supplemento ordinario alla “Gazzetta Ufficiale” n. 101 del 30 aprile 2008.XXXVIII

4.3. PERCHE’ L’INFERMIERE DIVENTA “SOPRAVVISSUTO”Può l’infermiere uscire dalla condizione di “vittima” ? Sicuramente questa possibilitàesiste. La formazione è senza dubbio l’arma migliore che ha a disposizione. Attraverso laconoscenza e la percezione, il disagio emotivo può essere combattuto. Conoscenza,percezione e successiva elaborazione sono tre condizioni indispensabili al fine della“sopravvivenza” emotiva. La constatazione del burn-out emotivo deve anche essere lettacome un segnale di insofferenza che spinge al cambiamento, come l’occasione perfermarsi, cogliere le ragioni del disagio e riorganizzare la propria vita e l’atteggiamentocomplessivo nei confronti dell’attività lavorativa 65 . Diventare consapevoli delle difficoltà esapere che abbiamo i mezzi per affrontarle è senza dubbio di conforto e incoraggiamentocome il miglioramento di caratteristiche fondamentali quali: l’autostima, l’intelligenzaemotiva le capacità empatiche, comunicative e di ascolto. Riuscire a sensibilizzare leistituzioni ospedaliere e coloro che si occupano di attività sanitarie, ma soprattutto renderliconsapevoli dell’esistenza del problema sarebbe un passo nuovo e importante. Unoperatore “rinnovato nell’animo”, che sa di essere persona, avrà un approccio migliore contutto ciò che lo coinvolge e di conseguenza anche con il fruitore finale del suo ritrovatobenessere, il paziente. Questo feed-back positivo gioverà ad entrambi, attenuando oaddirittura eliminando l’insorgenza della sofferenza emotiva.4.3.1. AUTOSTIMA E SVILUPPO DELLE CAPACITA’ PERSONALIAccade di percepirsi stanchi di tutto e di tutti, si vorrebbe abdicare all’esistenza primaancora di qualsiasi valutazione su di essa. La lassitudine è quel sentire in cui trovaespressione il rifiuto di esistere, di assumersi l’impegno di dare forma al proprio tempo. Si65 F.Pellegrino: “Oltre lo stress :Burn-out o logorio professionale?”, 2006, p.9.XXXIX

4.3. PERCHE’ L’INFERMIERE DIVENTA “<strong>SOPRAVVISSUTO</strong>”Può l’infermiere uscire dalla condizione di “v<strong>it</strong>tima” ? Sicuramente questa possibil<strong>it</strong>àesiste. La formazione è senza dubbio l’arma migliore che ha a disposizione. Attraverso laconoscenza e la percezione, il disagio emotivo può essere combattuto. Conoscenza,percezione e successiva elaborazione sono tre condizioni indispensabili al fine della“sopravvivenza” emotiva. La constatazione del burn-out emotivo deve anche essere lettacome un segnale di insofferenza che spinge al cambiamento, come l’occasione perfermarsi, cogliere le ragioni del disagio e riorganizzare la propria v<strong>it</strong>a e l’atteggiamentocomplessivo nei confronti dell’attiv<strong>it</strong>à lavorativa 65 . Diventare consapevoli delle difficoltà esapere che abbiamo i mezzi per affrontarle è senza dubbio di conforto e incoraggiamentocome il miglioramento di caratteristiche fondamentali quali: l’autostima, l’intelligenzaemotiva le capac<strong>it</strong>à empatiche, comunicative e di ascolto. Riuscire a sensibilizzare leist<strong>it</strong>uzioni ospedaliere e coloro che si occupano di attiv<strong>it</strong>à san<strong>it</strong>arie, ma soprattutto renderliconsapevoli dell’esistenza del problema sarebbe un passo nuovo e importante. Unoperatore “rinnovato nell’animo”, che sa di essere persona, avrà un approccio migliore contutto ciò che lo coinvolge e di conseguenza anche con il fru<strong>it</strong>ore finale del suo r<strong>it</strong>rovatobenessere, il paziente. Questo feed-back pos<strong>it</strong>ivo gioverà ad entrambi, attenuando oaddir<strong>it</strong>tura eliminando l’insorgenza della sofferenza emotiva.4.3.1. AUTOSTIMA E SVILUPPO DELLE CAPACITA’ PERSONALIAccade di percepirsi stanchi di tutto e di tutti, si vorrebbe abdi<strong>care</strong> all’esistenza primaancora di qualsiasi valutazione su di essa. La lass<strong>it</strong>udine è quel sentire in cui trovaespressione il rifiuto di esistere, di assumersi l’impegno di dare forma al proprio tempo. Si65 F.Pellegrino: “Oltre lo stress :Burn-out o logorio professionale?”, 2006, p.9.XXXIX

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