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L'INFERMIERE: VITTIMA O SOPRAVVISSUTO - Counselling-care.it

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determinate categorie di persone i ”reietti” della società. Le condizioni igienico- san<strong>it</strong>ariein cui versava la popolazione erano le peggiori, l’instaurarsi di malattie e pestilenze eraall’ordine del giorno. Con il trascorrere dei secoli e alle radici delle professioni san<strong>it</strong>ariesono nate anche associazioni filantropiche guidate da donne, soprattutto nobili e borghesiche vogliono recuperare un ruolo sociale di util<strong>it</strong>à. Un notevole contributo viene dato dalleist<strong>it</strong>uzioni religiose , l’importanza dei centri monastici cresce notevolmente, diventano verie propri centri di sviluppo e trasmissione del sapere. Nascono così molti ordini religiosi,femminili e maschili, che vedono nell’ assistenza al malato un buon modo per dar valore aivoti religiosi, ma che rallentano la leg<strong>it</strong>timazione dell’attiv<strong>it</strong>à assistenziale intesa comeassistenza infermieristica, così da accentuare ancora di più l’idea che definisce la figurainfermieristica come figura “debole”. 11 ”(…) in campo (…) assistenziale il personalesan<strong>it</strong>ario è in gran parte religioso. La formazione, la retribuzione, le competenze di questioperatori sfuggono strutturalmente a qualsiasi controllo. Si può comunque presumere chesi tratti di persone con forti motivazioni alla dedizione e al sacrificio, disposte adoccuparsi dei malati, degli anziani, degli handicappati e degli orfani con tutta la buonavolontà e l’entusiasmo che possono derivare da una scelta di spendere la propria v<strong>it</strong>a peril prossimo sofferente. Questo impegno personale e religioso può supplire a <strong>care</strong>nze dicompetenze e comunque garantisce che ciò che viene messo a disposizione degli utenti (…)è un aiuto morale “ 12 . Altro elemento che non è stato d’aiuto all’instaurarsi di unacoscienza infermieristica e che ne ha permesso uno scarso riconoscimento, è il significatosimbolico riservato al termine di “cura”, spesso associato, se non identificato, conl’universo femminile. Il femminile è stato a lungo, e per certi versi lo è ancora, soggetto auna pesante svalorizzazione, che trova leg<strong>it</strong>timazione nei dualismi che strutturanol’impianto del paradigma di pensiero prevalente in Occidente. Infatti la cultura Occidentaleè ricca di dualismi concettualmente e radicalmente oppos<strong>it</strong>ivi: ragione/emozione,mente/corpo, materia/spir<strong>it</strong>o ecc. E’ su questi dualismi che grava una sensibile asimmetria,poiché solo ad uno dei poli è riconosciuto un valore ( ragione, mente, spir<strong>it</strong>o ecc.), mentrel’ altro è svalutato, addir<strong>it</strong>tura fatto portatore di un valore negativo. Il problema è che lapolar<strong>it</strong>à negativa è identificata con il femminile , e con il femminile è identificato il lavorodi cura. Inoltre la donna è vista come madre, come colei che ha la vocazione materna,11 B.Longoni C.Peducci: Noi ci siamo: guida psicosociale per gli operatori dell’assistenza: 1997 p 1412 Olivetti Manoukian, Franca: Stato dei servizi. Un’ analisi psicosociologica dei servizi sociosan<strong>it</strong>ari; IlMulino, Bologna 1988, p. 16XI

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