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13.07.2015 Views

atteggiamento conflittuale e di ambivalenza nei confrontidel chirurgo cercando di colpevolizzarlo circa leconseguenze dell’intervento e nello stesso tempo nonpotendo rinunciare ad una dipendenza emotiva nei suoiconfronti, specialmente se la necessità dell’intervento è statacausata da una patologia tumorale a esito probabilmenteinfausto (di cui tra l’altro il paziente non sempre è statomesso al corrente in modo adeguato, rispettando sia i suoidiritti a conoscere la propria condizione e sia ad esserepreparato e sostenuto ad affrontare i problemi che talesituazione comporta).L’elemento fondamentale di cui il personale sanitariodeve tenere presente in questa fase è di evitare ognitendenza all’assunzione da parte del paziente di unatteggiamento fatale di invalidità e di rifiuto sia di quanto èaccaduto e sia delle problematiche che si delineanoall’orizzonte del suo futuro. Il paziente va rassicurato econvinto che le conseguenze dell’intervento non sono tali dagiustificare un’invalidità di fatto che ridurrebbe in manieradrammatica la sua efficienza personale e sociale.Contemporaneamente va addestrato e preparato adadoperare con convinzione e competenza le procedure e leprotesi che la tecnica gli mette a disposizione.Risulta molto importante per la credibilità che dàall’intero processo di rieducazione, l’intervento di altripazienti già riabilitati e adattati i quali in incontri di gruppocon pazienti operati più di recente possono confermare conla prova concreta delle loro esperienze la validità di quantoviene insegnato ai nuovi pazienti e nello stesso tempo27

fungono da esempio rassicurante e positivo nel processo diadattamento.ANDAMENTO DEL PROCESSO DI ADATTAMENTOLa fase critica di adattamento psicologico postoperatorioha normalmente una durata di circa 3 mesi. Ingenere allo scoraggiamento ed al profondo stato reattivodepressivo conseguente l’intervento si sostituisceprogressivamente, con il rafforzarsi della nuova sicurezzaderivante dalla riabilitazione, una condizione di ripresa dellafiducia in sé e di nuova fiducia circa il proprio valore e leproprie capacità di auto-affermazione basate sull’evidenzadi aver superato quelle difficoltà iniziali che sembravanocosì drammatiche.Il raggiungimento di questo stato di adattamento non èperò stabile ed irreversibile; nella gran parte dei pazienti,infatti, manca una convinta e definitiva accettazione dellanecessità dell’intervento chirurgico di stomia. Tale riservanei confronti dell’intervento e l’ambivalenza che continua apermanere nei confronti del chirurgo affioranocontinuamente al colloquio con tali pazienti anche adistanza di anni.E’ esperienza clinica comune l’evidenziarsi di notevoliregressioni circa lo stato psicologico di adattamento diquesti pazienti all’insorgere di fatti anche del tutto estraneial problema stoma.Un lutto familiare, un aggravarsi della condizione fisicao psichica, o altri eventi con una valenza traumatica per ilpaziente lasciano quest’ultimo in una condizione che pareva28

atteggiamento confl<strong>it</strong>tuale e di ambivalenza nei confrontidel chirurgo cercando di colpevolizzarlo circa leconseguenze dell’intervento e nello stesso tempo nonpotendo rinunciare ad una dipendenza emotiva nei suoiconfronti, specialmente se la necess<strong>it</strong>à dell’intervento è statacausata da una patologia tumorale a es<strong>it</strong>o probab<strong>il</strong>menteinfausto (di cui tra l’altro <strong>il</strong> paziente non sempre è statomesso al corrente in modo adeguato, rispettando sia i suoidir<strong>it</strong>ti a conoscere la propria condizione e sia ad esserepreparato e sostenuto ad affrontare i problemi che tales<strong>it</strong>uazione comporta).L’elemento fondamentale di cui <strong>il</strong> personale san<strong>it</strong>ariodeve tenere presente in questa fase è di ev<strong>it</strong>are ogn<strong>it</strong>endenza all’assunzione da parte del paziente di unatteggiamento fatale di invalid<strong>it</strong>à e di rifiuto sia di quanto èaccaduto e sia delle problematiche che si delineanoall’orizzonte del suo futuro. Il paziente va rassicurato econvinto che le conseguenze dell’intervento non sono tali dagiustificare un’invalid<strong>it</strong>à di fatto che ridurrebbe in manieradrammatica la sua efficienza personale e sociale.Contemporaneamente va addestrato e preparato adadoperare con convinzione e competenza le procedure e leprotesi che la tecnica gli mette a disposizione.Risulta molto importante per la credib<strong>il</strong><strong>it</strong>à che dàall’intero processo di rieducazione, l’intervento di altripazienti già riab<strong>il</strong><strong>it</strong>ati e adattati i quali in incontri di gruppocon pazienti operati più di recente possono confermare conla prova concreta delle loro esperienze la valid<strong>it</strong>à di quantoviene insegnato ai nuovi pazienti e nello stesso tempo27

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