13.07.2015 Views

I lavori degli immigrati non europei a Torino - Integrazione Migranti

I lavori degli immigrati non europei a Torino - Integrazione Migranti

I lavori degli immigrati non europei a Torino - Integrazione Migranti

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Scheda D.I.Ter N. 1Titolo del progettoUguali e diversi. Il mondo culturale, le reti di rapporti, i <strong>lavori</strong> <strong>degli</strong> <strong>immigrati</strong> <strong>non</strong> <strong>europei</strong> a<strong>Torino</strong>Anno di realizzazione1989-1991Anno di pubblicazione1991Soggetti coinvoltiRealizzato da Ires Piemonte e Associazione “Ires Lucia Morosini” per la Regione PiemonteAmbito territoriale<strong>Torino</strong>ObiettiviConoscere la cultura, l'integrazione sociale, le reti sociali <strong>degli</strong> <strong>immigrati</strong> a <strong>Torino</strong>MetodoRaccolta e analisi di storie di vita, interviste in profondità, osservazione partecipanteRisultatiAlla fine <strong>degli</strong> anni ottanta si comprese che la immigrazione sarebbe stata un fenomeno rilevanteper il futuro. Uguali e diversi è una delle prime ricerche sul tema in Piemonte, condotta con unmetodo innovativo per l'epoca. La ricerca fa emergere i percorsi complessi e articolati dei pionieridella migrazione intercontinentale verso l'Italia. Un primo elemento caratterizzante era la ampia eintrinseca eterogeneità <strong>degli</strong> <strong>immigrati</strong> e il loro attivismo. Erano proporzionalmente numerosi imigranti con genealogie complicate e biografie avventurose, con legami familiari in diversi paesi,in fuga da regimi autoritari e conflitti, intenzionati a proseguire gli studi e la dedicarsi all'attivitàpolitica. Questa eterogeneità era amplificata e riprodotta nell'inserimento nella società locale, con lafine del periodo della grande fabbrica fordista come esperienza omogeneizzante. Era evidentel'inserimento prevalente nei <strong>lavori</strong> meno qualificati e precari, salvo rare eccezioni. Studenti eprofughi politici si affiancavano alla già numerosa collettività marocchina, una piccola societàcomplessa e <strong>non</strong> strettamente interconnessa, e al compatto gruppo senegalese, di cui fu studiata laconfraternita islamica Muridiyya locale. Gli <strong>immigrati</strong> emergevano come persone dotate di unaidentità <strong>non</strong> cristallizzata e definita sulla base della nazione e dell'etnia o della religione. L'identità<strong>degli</strong> <strong>immigrati</strong> è molto più frutto di una scelta tra di diverse possibilità, di un processo iniziato giàprima della emigrazione e continuato con l'inserimento nella società italiana, che un elementostatico e precostituito. Parimenti, era evidente la importanza delle differenze di genere che


strutturavano i percorsi migratori e l'inserimento.Parole chiaveReti familiari, catene migratorie, storie di vitaReperibilitàIres Piemonte, 1991, Uguali e diversi. Il mondo culturale, le reti di rapporti, i <strong>lavori</strong> <strong>degli</strong><strong>immigrati</strong> <strong>non</strong> <strong>europei</strong> a <strong>Torino</strong>, <strong>Torino</strong>, Rosenberg & Sellier.http://213.254.4.222/cataloghi/pdfires/373.pdfProgetti collegatiCarter D. M., 1997, States of Grace: Senegalese in Italy and the New European Immigration,Minneapolis, University of Minnesota Press.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!