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Campioni di poesia romantica inglese resi in ... - Vesuvioweb

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<strong>Campioni</strong> <strong>di</strong> <strong>poesia</strong> <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong><strong>resi</strong> <strong>in</strong> napoletano da Amedeo Mess<strong>in</strong>aV<strong>in</strong>cenzo Pepe


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comIn alcuni numeri passati <strong>di</strong> questa rivista, ho avuto modo <strong>di</strong> accennare allas<strong>in</strong>golare sensazione che avverto quando mi capita <strong>di</strong> leggere o rileggere testi letterari<strong>in</strong>glesi <strong>in</strong> traduzioni napoletane. È come se la percezione della bellezza della pag<strong>in</strong>aorig<strong>in</strong>ale uscisse potenziata.Sia ciò dovuto alla specificità del napoletano, o alla maggiore competenzal<strong>in</strong>guistica che <strong>in</strong> esso posso vantare, sta <strong>di</strong> fatto che la traduzione napoletana sembrafunzionare a mo’ <strong>di</strong> mezzo <strong>di</strong> contrasto nelle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i ra<strong>di</strong>ologiche: come questo aiutaa meglio visualizzare le parti più <strong>in</strong>accessibili del nostro corpo, quella dà risalto,profon<strong>di</strong>tà e risonanza alle zone opache del testo orig<strong>in</strong>ale.La sensazione <strong>di</strong> questa maggiore reattività a volte è così forte da conv<strong>in</strong>cermiche il napoletano possa essere più duttile dell’italiano a rendere il testo letterario <strong>di</strong>l<strong>in</strong>gua <strong><strong>in</strong>glese</strong>. Conv<strong>in</strong>cimento senza fondamento scientifico, certo; ma che siriaffaccia tuttavia prepotente, se non altro come sensazione che chiede <strong>di</strong> esserechiarita.Ed essendosi ripresentata anche ora che ho <strong>di</strong> fronte le traduzioni <strong>di</strong> alcunicomponimenti del romanticismo <strong><strong>in</strong>glese</strong> del poeta napoletano Amedeo Mess<strong>in</strong>a, miproverò a delucidarla. Prima, però, mi sembra giusto <strong>di</strong>re qualcosa sui testi <strong>in</strong>generale, perché già la loro scelta è forse <strong>in</strong><strong>di</strong>cativa della sensibilità del traduttore, edei criteri <strong>di</strong> lettura con i quali egli li avvic<strong>in</strong>a.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 2


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comSi tratta <strong>di</strong> sette componimenti <strong>di</strong> poeti della prima e della seconda generazione<strong>romantica</strong>. “We Are Seven” e “Splendour <strong>in</strong> the Grass” sono <strong>di</strong> William Wordsworth(1770-1850); “Where’s the Poet?”, “You Say you Love”, “When I Have Fears” e “LaBelle Dame Sans Merci” appartengono a John Keats (1795-1821). L’ultima, “TheWorld’s Wanderers” è <strong>in</strong>vece <strong>di</strong> Percy B. Shelley (1793-1822).Nonostante siano tutti significativi della temperie alla quale appartengono e delmondo poetico dei loro autori, essi non risultano <strong>in</strong> genere antologizzati con ugualefrequenza nei manuali scolastici.Del Keats, per esempio, accanto alle più famose “La Belle Dame Sans Merci”, e“When I Have Fears”, il traduttore colloca le meno conosciute“Where’s the Poet?” e“You Say You Love”. Allo stesso pr<strong>in</strong>cipio <strong>di</strong> selettività sembra <strong>in</strong>formata anche lascelta del testo <strong>di</strong> Shelley, il quale è <strong>in</strong> genere sacrificato dalle antologie a esclusivovantaggio <strong>di</strong> componimenti canonici quali la “Ode to the West W<strong>in</strong>d”, o le “StanzasWritten <strong>in</strong> Dejection Near Naples”.Lo stesso <strong>di</strong>casi delle due composizioni <strong>di</strong> Wordsworth, la prima delle quali,“We Are Seven”, <strong>in</strong> genere non viene trascelta dai curatori <strong>di</strong> antologie comecampione esemplificativo delle Lyrical Ballads (1798) cui essa appartiene, mentre laseconda è una piccola parte (6 versi) della decima strofa del poema Intimations ofImmortality from Recollections of Early Childhood (1807).V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 3


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comLa piccola è la personificazione della bellezza e della <strong>in</strong>nocenza della natura,come risulta chiaro dal riferimento ai “capelli folti <strong>di</strong> riccioli / che le avvolgevano latesta”, agli “occhi belli assai”, e all’“abbigliamento selvatico e all’aria rustica”:A simple childThat lightly draws its breathAnd feels its life <strong>in</strong> every limb,What should it know of death?I met a little cottage girl:She was eight years old, she said:Her hair was thick with many a curlThat clustered round her head.She had a rustic , woodland air,And she was wildly clad:Her eyes were fair, and very fair;Her beauty made me glad.Nella riscrittura napoletana del Mess<strong>in</strong>a l’identità della bamb<strong>in</strong>a si stampa conpari efficacia nella nostra mente, anche per effetto della musicalità delle strofeottenuta dal r<strong>in</strong>corrersi degli endecasillabi e dal gioco delle rime alterne:Simmo setteNa semprece nennella ’e core bbuonoc’allera piglia ’a bbona e ’a malasciorte,cu ’e vàttete r’’a vita sempe a ttuono,pò mmaie sapé cher’è p’ognuno ’a morte?Ncuntraie na vota n’onza ’e pacchianellac’otto anne me ricette ca teneva.Ntricata essa purtava ’a chiommetella,na sepa nfronte ’e zervole nce steva.Pareva na furèsteca criaturavestuta tutta ’e vrenzule e petacce,dduie uocchie bbelle comm’e m<strong>in</strong>iaturachiena ‘e priezza le luceva ’a faccia.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 5


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comCom’è palese specialmente da questa ultima strofa, la traduzione napoletanaprocede tra momenti <strong>di</strong> stretta aderenza al testo orig<strong>in</strong>ale (nella sua s<strong>in</strong>teticità la solaparola “furèsteca” mi sembra una resa quanto mai felice dell’<strong>in</strong>tero verso “She had arustic, woodland air”) e quelli <strong>di</strong> maggiore libertà <strong>in</strong>terpretativa la quale, però, nonprevarica, risolvendosi <strong>in</strong> effetti <strong>in</strong> una funzione <strong>di</strong> commento che a volte anche pernecessità metriche procede facendo risaltare elementi delle immag<strong>in</strong>i che nel testoorig<strong>in</strong>ale sono impliciti. “Vestuta tutta ’e vrenzule e petacce”, per esempio, misembra una efficace esplicitazione <strong>di</strong> “she was wildly clad” che forse il Mess<strong>in</strong>a sentecome generico. Indov<strong>in</strong>ata, da questo punto <strong>di</strong> vista, mi sembra anche la scelta <strong>di</strong>rendere con il numerale “dduie” <strong>in</strong> posizione anaforica il riferimento alla bellezzadegli occhi della bamb<strong>in</strong>a, che <strong>in</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong> è sottol<strong>in</strong>eato dalla ripetizionedell’aggettivo “fair”; e quella <strong>di</strong> connotare come elemento della bellezza del voltodella bamb<strong>in</strong>a quella “priezza” che nel testo <strong><strong>in</strong>glese</strong> è <strong>in</strong>vece un effetto sul poeta.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 6


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comMa an<strong>di</strong>amo avanti nella lettura.Alla bamb<strong>in</strong>a la voce narrante chiede notizie sul numero dei componenti dellasua famiglia, e la risposta della piccola <strong>di</strong>sorienta il suo <strong>in</strong>terlocutore, perché tra “isette” ella <strong>in</strong>clude anche due fratelli morti <strong>in</strong> tenera età:“Sisters and brothers, little maid,How many may you be?”“How many? Seven <strong>in</strong> all”, she said,And wonder<strong>in</strong>g looked at me.“And where are they? I pray you tell.”She answered, “Seven are weAnd two of us at Conway dwell,And two are gone to sea.Two of us <strong>in</strong> the church-yard lie,My sister and my brother:And , <strong>in</strong> the church-yard cottage, IDwell near them with my mother”.“You say that two at Conway dwell,And two are gone to sea,Yet you are seven! I pray you tell,Sweet maid, how this may be?”Then <strong>di</strong>d the little Maid reply,“Seven boys and girls are we;Two of us <strong>in</strong> the church-yard lie,Beneath the church-yard tree”.“You run about my little Maid,Your limbs they are alive;If two are <strong>in</strong> the church-yard laidThen you are only five”.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 7


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comEccezion fatta per qualche punto, nella riscrittura del Mess<strong>in</strong>a il botta e rispostatra l’<strong>in</strong>credulo narratore e la can<strong>di</strong>da piccola sua <strong>in</strong>terlocutrice è riprodotto allalettera:Quante ne site ’e vuie, ntra frate e ssore,nennella mia, <strong>in</strong>t’â casa toia nfamiglia? »«Sette nuie simmo », arrispunnette allora,guardànnome c’’oppoco ’e maraviglia.“ E cchisti frate tuoie, <strong>di</strong>mme, addó stanno? »M’allebbrecaie: « Nuie sempe sette simmo,duie campano a ppe lloro ’un saccio ’a quannoe ll’ati dduie so’ mmarenare ’e rimmo.Ne tengo n’ati dduie sempe addurmute,so’ frate e ssora e stanno ô cimmetero.Vic<strong>in</strong>o a lloro, stise <strong>in</strong>t’ê tavute,i’ cu mmammà sto’ ’e casa. E chest’è overo ».«Tu rice ca dduie stanno mo luntanoe cc’ati dduie po songo marenare,comm’è c’allora site sette? Chiano,o ppuó spiecà? A tté comme te pare? ».A sti pparole meie ricette ’a nenna:«Sempe nuie sette simmo, sore e ffrate,Dduie ô campusanto, e chest’è na facenna.Tutt’’e dduie stise sott’a cchiante e pprate ».«Nennella mia, tu curre troppo ampressa.Tu parle ’e spiccio e i’ conto e nun me trovo.Si dduie mo stanno mmano ’a morta stessa,vuie site c<strong>in</strong>che... E cu sti ddete ’o pprovo ».V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 8


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comIl calore degli affetti e dell’immag<strong>in</strong>azione della piccola ha gioco facile contro lalogica comune per la quale la morte è una privazione: anche se morti, quei fratell<strong>in</strong>on hanno spezzato il ritmo vitale della sua esistenza; essi cont<strong>in</strong>uano anzi a vivereassieme a lei, a lei vic<strong>in</strong>i nelle <strong>in</strong>combenze quoti<strong>di</strong>ane e perf<strong>in</strong>o nei giochi sulle lorostesse tombe:“Their graves are green, they may be seen”,The little Maid replied,“Twelve steps ore more from my mother’s doorAnd they are side by side.My stock<strong>in</strong>gs there I often knitMy kerchief there I hem;And there upon the round I sit,And s<strong>in</strong>g a song to them.And often after sunset, Sir,When it is light and fair,I take my little porr<strong>in</strong>ger,And eat my supper there.The first that <strong>di</strong>ed was sister Jane;In bed she moan<strong>in</strong>g lay,Till God released her of her pa<strong>in</strong>,And then she went away.So <strong>in</strong> the church-yard she was laid;And when the grass was dryTogether round her grave we played,My brother John and IAnd when the ground was white with snowAnd I could run and slide,My brother John was forced to go,And he lies there by her side”.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 9


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.com« Verite stesso vuie, c’’a pochi passer’â casa nosta, stanno frate e ssora...Dòrmono nzieme e ’o vierno nn’arrepassa’e ttombe addó na rosa sempe sciore.Llà vaco spisso c’’o cruscè o cu ’e fierreo biancarìa stracciata arrepezzanno,m’assetto nterra e ssono ’o zzerrizzerrea ttutt’’e dduie na puisia cantanno.A vvote, mio signò, calata ’a sera,si ’o tiempo è ancora bbuono e se stà soro,faccio ’e me stessa ’a meglia lucannera,magno llà ncoppa, ncumpagnia r’’a lloro.Murette apprimma sòrema carnale,se trevuliava sempe mmiez’ô lietto,nf<strong>in</strong>o a che D<strong>di</strong>o ’a libberaie r’’o mmale,facènnola partì pe n’arricietto.Po mmiezo ô campusanto fuie nterratae pp’’a staggione sana, a gghiuorno a gghiuorno,c’’o frate mio pazziavo ogne ghiucata,currenno a ce acchiappà cu ’e ccroce attuorno.E quanno ’a terra se mbiancaie p’’a neva,putenno fà capriole ’e ogne manera,fràtemo pure accum<strong>in</strong>ciaie c’’a frevae ppo se l’è affuffato ’a morta nera ».V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 10


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comAnche qui non si può non osservare la sostanziale aderenza della resanapoletana al testo <strong><strong>in</strong>glese</strong>, <strong>in</strong>tramezzata da qualche tocco a punta <strong>di</strong> pennello, làdove si allude al senso della crudeltà del dest<strong>in</strong>o. Particolarmente espressivo sembra<strong>in</strong> tal senso il verso “trevuliava sempe mmiez’ô lietto” per rendere l’immag<strong>in</strong>e dellesofferenze della povera sorella morta, e quel “se l’è affuffato” riferito alla “mortenera” che ha ghermito la vita del fratell<strong>in</strong>o proprio quando la bamb<strong>in</strong>a si aspettava <strong>di</strong><strong>di</strong>vertirsi <strong>di</strong> più giocando sui campi “imbiancati <strong>di</strong> neve”. “Quanti siete allora?”cont<strong>in</strong>ua <strong>in</strong>sistente l’<strong>in</strong>terlocutore che crede <strong>di</strong> conv<strong>in</strong>cere f<strong>in</strong>almente la bamb<strong>in</strong>a adammettere <strong>di</strong> sbagliarsi nel conto. Ma la risposta della piccola è sempre la stessa:“How many are you, then”, said I,If they two are <strong>in</strong> heaven?”Quick was the little Maid’s reply,“O master! We are seven.”“But they are dead; those two are deadTheir spirits are <strong>in</strong> heaven!”’Twas throw<strong>in</strong>g words away for stillThe little Maid would have her will,And say “Nay, we are seven!”« Pirciò, quante ne site? » le spiaie,« si chisti ruie mo stanno <strong>in</strong>t’ê ccascette? »e ’a coppa â mano ’a nenna allebbrecaie:« Ma già ve l’aggio ritto, simmo sette ».« Ma songo muorte, chilli dduie, me siente?Ll’aneme lloro so’ angiule allicchette! »Tutte ’e pparole meie iévano a vviente,pecché ’a criatura, ’e cuoccio, me ricette:« Nn’è niente overo, simmo sempe sette ».Se il componimento precedente tocca il tema della morte dalla prospettiva deibamb<strong>in</strong>i, La Belle Dame Sans Merci del Keats si ispira a quello dell’amoreromantico, ma arricchito <strong>di</strong> risonanze metafisiche. Come si <strong>di</strong>ceva, anche questocomponimento ha la struttura <strong>di</strong>alogico-narrativa tipica delle ballate, e com<strong>in</strong>ciaanche qui <strong>in</strong> me<strong>di</strong>as res, con la voce poetante che nelle prime tre strofe chiede a unpallido cavaliere errante il motivo del suo doloroso peregr<strong>in</strong>are:V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 11


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comOh, what can ail thee knight at armsAlone and palely loiter<strong>in</strong>g?The sedge has withered from the lake,And no birds s<strong>in</strong>g!Oh, what can ail thee, knight at armsSo haggard and woe-begone?The squirrel’s canary is full,And the harvest’s done.I see a lily on thy browWith anguish moist and fever-dew,And on thy cheek a ja<strong>di</strong>ng roseFast wither<strong>in</strong>g too.Oh cosa ti tormenta cavaliere armato / solo e pallido errando? / La caricedel lago si è seccata/e nessun uccello canta! / Oh, che ti affligge, cavalierearmato/così smunto e così desolato? / Il granaio dello scoiattolo è pieno, / eil raccolto è fatto. / Vedo un giglio sulla tua fronte / umido <strong>di</strong> angoscia erorido <strong>di</strong> febbre / e sulla tua guancia una rosa sbia<strong>di</strong>ta / velocementeappassita.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 12


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comAnche qui il Mess<strong>in</strong>a evidenzia lo sforzo <strong>di</strong> napoletanizzare il testo <strong><strong>in</strong>glese</strong>rispettando gli elementi costitutivi <strong>di</strong> quello <strong><strong>in</strong>glese</strong>. Questo sforzo, evidente già neltitolo “Bella mbriana senza cumpassione”, <strong>in</strong>dov<strong>in</strong>ato nonostante la valenzaossimorica che nell’immag<strong>in</strong>ario napoletano può assumere la connotazione della“bella mbriana” come <strong>di</strong> creatura immisericor<strong>di</strong>osa, è ricompensato adeguatamente <strong>in</strong>particolare dalla resa dell’ultima delle seguenti strofe, nella quale la musicalità degliendecasillabi accompagna e sostiene il gioco delle immag<strong>in</strong>i:Che te turmenta, cavaliere armato,ca miccio e sulitario vaie arrante?’A càrece r’’o laco s’è appassuta,nisciuno auciello pe tté ntona o canta.Che te turmenta, cavaliere armato,c’afflitto te ne staie malepatenno?’A màrtula r’’a ciurla è bella chienae pure ’a messiatura sta fernenno.Sponta nu giglio ncopp’ â fronta toianfosa ’e sparpetuo e tutta nu surore,appassuleia p’’a vòffola na rosa,pur’essa troppo ampressa e a vattecore.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 13


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comSollecitato dalle domande formulate dalla voce narrante, il cavaliere com<strong>in</strong>cia araccontare la sua storia: i suoi tormenti sono com<strong>in</strong>ciati quando ha <strong>in</strong>contrato unadonna misteriosa i cui sguar<strong>di</strong> e sospiri e profferte d’amore lo hanno stregato nonmeno della sua bellezza <strong>di</strong> fata:I met a lady <strong>in</strong> the meadsFull beautiful, a fairy’s child,Her hair was long , her foot was light,And her eyes were wild.I made a garland for her head,And bracelets too, and fragrant zone;She looked at me as she <strong>di</strong>d love,And made sweet moan.I set her on my pac<strong>in</strong>g steed,And noth<strong>in</strong>g else saw I all day long;For sidelong would she bend, and s<strong>in</strong>gA fairy’s song.She found me roots of relish sweet,And honey wild, and manna dew;And sure <strong>in</strong> language strange she said,‘I love thee true’.Incontrai una dama nei prati / bella assai, figlia delle fate, / dai capellilunghi, dal passo leggero, / e dagli occhi spiritati. / Le feci una ghirlandaper il capo, / e braccialetti e un c<strong>in</strong>to fragrante; / mi guardò come se fosse<strong>in</strong>namorata, / ed emise un dolce lamento. / La collocai sul mio destriero alpasso, / e niente altro vi<strong>di</strong> tutto il giorno; / perché si abbassava da un lato ecantava / una canzone fatata. / Mi trovò ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> dolce sapore, / e mieleselvatico, e rugiada <strong>di</strong> manna / e <strong>di</strong> sicuro <strong>in</strong> una l<strong>in</strong>gua sconosciuta <strong>di</strong>sse /“ti amo davvero” .V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 14


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comLa successione delle sequenze si snoda agile anche nella resa napoletana:Ncoccio a na bella damma mmiez’ê prateoveramente acconcia e figlia ’e fata,capille luonghe, passo lieggio assaiee mmeretà furesteca ’a guardata.Na nzerta ’e sciure i’ le rialaie p’’a capa,dduie vranchiglie e nu cìntulo ad<strong>di</strong>ruso,accussì me smicciaie comme p’ammoree nu lamiento m’allanzaie squasuso.Ncopp’ô cavallo ô passo m’’a mettette,senza tené cchiù mente chillu iuornoa niente, pe bbìa ch’essa se cernevae na canzona me cantava attuorno.Essa truvaie pe mmé ràreche docee ncuollo m’acalaie rusata e mmèle,e ppo, c’’a lengua soia ca nun capevo,purzì ricette a mmé: « te voglio bbene ».V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 15


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comL’opera <strong>di</strong> seduzione della bella dama impietosa non si conclude con questa<strong>di</strong>chiarazione d’amore, perché il cavaliere viene <strong>in</strong>vitato a seguirla <strong>in</strong> una grottamisteriosa e qui, <strong>in</strong> sogno, gli si manifesta f<strong>in</strong>almente l’<strong>in</strong>quietante identità dellamisteriosa creatura che lo soggioga:She took me to her elf<strong>in</strong> grot,And there she wept, and sighed full sore,And there I shut her wild eyesWith kisses four.And there she lullèd me asleep,And there I dreamed-Ah! Woe betide!—The latest dream I ever dreamedOn the cold hill side.I saw pale k<strong>in</strong>gs, and pr<strong>in</strong>ces too,Pale warriors, death-pale were they all;They cried—‘La Belle Dame sans merciHath thee <strong>in</strong> thrall!’I saw their starved lips <strong>in</strong> the gloamWith horrid warn<strong>in</strong>g gapèd wide,And I awoke, and found me hereOn the cold hill side.And this is why I sojourn here,Alone and palely loiter<strong>in</strong>g,Though the sedge is withered from the lake,And no birds s<strong>in</strong>g.Mi portò alla sua grotta magica, / e lì pianse, e sospirò addolorata / e lì iochiusi i suoi occhi spiritati / con quattro baci. / E lì lei mi cullò f<strong>in</strong>o a farmiaddormentare, / e lì feci –Ah! Me misero/l’ultimo sogno da me mai fatto /sul freddo fianco della coll<strong>in</strong>a. / Vi<strong>di</strong> re e pr<strong>in</strong>cipi palli<strong>di</strong>, / palli<strong>di</strong> guerrieri,avevano tutti il pallore della morte. / Gridavano: “La Belle Dame sansmerci / ti ha <strong>in</strong> suo potere”. / Vi<strong>di</strong> <strong>di</strong> sera le loro labbra riarse / spalancate<strong>in</strong> orribile monito, / e mi svegliai, e mi ritrovai qui / sul freddo fianco dellacoll<strong>in</strong>a. / Ed ecco perché soggiorno qui / pallido e solo errando, / sebbene lacarice sia seccata <strong>in</strong> riva al lago, / e nessun uccello canti.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 16


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comEd ecco il racconto del cavaliere nella riscrittura del Mess<strong>in</strong>a:Po me purtaie a n’affatata grottae llà chiagnette e suspiraie ammaluta,i’ le nzerraie furèsteche ’e ruie uocchiecu qquatto vase e ’a vocca cannaruta.Aroppo, cunnuliànnome, addurmette’o cuorpo mio e, sciaurato, me sunnaiell’urdemo suonno stiso ncopp’ô sciancoe na cull<strong>in</strong>a ch’era fredda assaie.Verette allora prèncepe e rignante,guerriere tutte ianche comm’â morta,a mmé alluccanno: « ’A senza cumpassionemo tene mmano ’a bbona e ’a mala sciorta ».Verette â sera ’e llavre lloro stratte,sguarrate pe ll’allucche arrennamentee ccà m’arritruvaie scetato e stisoncopp’â cull<strong>in</strong>a fredda e mmalamente.Pe cchesto mo sto’ ccà, peliento e arrante,i’ sulo cu chest’anema che schianta,pure si ’a càrece s’è appassuliatae cchiù nisciuno auciello ntona e canta.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 17


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comA una uguale, o quasi, <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> mistero, sulla quale <strong>in</strong>combe il senso dellacaducità della vita e della <strong>in</strong>consistenza delle aspirazioni umane, riconduce il sonetto“When I Have Fears”:When I have fears that I may cease to beBefore my pen has gleaned my teem<strong>in</strong>g bra<strong>in</strong>,Before high piled books, <strong>in</strong> charactery,Hold like rich garners the full ripened gra<strong>in</strong>;When I behold, upon the night’s starred face,Huge cloudy symbols of a high romance,And th<strong>in</strong>k that I may never live to traceTheir shadows with the magic hand of chance;And when I feel, fair creature of an hour,That I shall never look upon thee more,Never have relish <strong>in</strong> the fairy powerOf unreflect<strong>in</strong>g love; then on the shoreOf the wide world I stand alone and th<strong>in</strong>kTill love and fame to Noth<strong>in</strong>gness do s<strong>in</strong>k.Quando ho paura che potrei f<strong>in</strong>ire <strong>di</strong> essere / prima che la mia penna abbiaspigolato il mio cervello pullulante, / prima che enormi pile <strong>di</strong> libri, <strong>in</strong>segni, / contengano a mo’ <strong>di</strong> magazz<strong>in</strong>i ricolmi il grano giunto amaturazione perfetta. / Quando vedo nel volto stellato della notte, / enormisimboli nuvolosi <strong>di</strong> una storia sublime, / e penso che potrei non vivere perseguirne / le ombre con la magica mano del caso; / e quando sento, bellacreatura <strong>di</strong> un’ora, / che non ti ammirerò mai più, / né più assaporeròl’<strong>in</strong>cantevole potere / dell’amore ist<strong>in</strong>tivo; allora sulla plaga / del vastomondo me ne sto sol<strong>in</strong>go e penso / f<strong>in</strong> quando amore e fama sprofondanonel nulla.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 18


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comNel napoletano del Mess<strong>in</strong>a il componimento si struttura come segue:Quann’aggio appaura ’e murì nu iuornoapprimma ’e pubbrecà c<strong>in</strong>che o seie libbrecomm’a granare ch<strong>in</strong>e r<strong>in</strong>to e attuornor’’o mmeglio ’e mé raccuoveto e astipato...E quanno veco, r<strong>in</strong>t’â notte ascura,’e signe ntruvuliate ’e nu rumanzo,e ppenzo ’e nn’arrivà maie a feneturaaret’a ll’ombre ’e ll’opera r’’a sciorta...Quanno po sento, amica ’e nu mumento,ca nun te verarraggio cchiù e pe gghiontache mmaie n’ammore me farrà cuntentosi nun ce stanno ’a sgravuglià matasse,tanno me fermo a ttené mente ô munno,nf<strong>in</strong>’a c’ammore e famma vanno nfunno.V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 19


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comDove è evidente la tendenza dell’<strong>in</strong>terprete a rendere con parole concrete isignificati obliqui del testo orig<strong>in</strong>ale, e a esplicitare i nuclei concettuali nascosti nelleimmag<strong>in</strong>i. Si veda, per esempio, la scelta <strong>di</strong> rendere col verbo “morire” il “cessare <strong>di</strong>essere” presente nel testo <strong><strong>in</strong>glese</strong>; l’<strong>in</strong>serimento <strong>di</strong> “pubblicare”, assentenell’orig<strong>in</strong>ale; e il ricorso a una serie <strong>di</strong> piccole immag<strong>in</strong>i che <strong>in</strong>sistono sull’idea della“pienezza” e della “maturità” (comm’a granare ch<strong>in</strong>e r<strong>in</strong>to e attuorno / r’ ’o mmeglio’e mé raccuoveto e astipato).Allo stesso effetto mira la decisione <strong>di</strong> svolgere il contenuto semantico <strong>di</strong>“unreflect<strong>in</strong>g” (dell’amore ist<strong>in</strong>tivo), <strong>in</strong> una frase ipotetica “si nun ce stanno ’asgravuglià matasse”, che potrebbe apparire immotivata. È che il Mess<strong>in</strong>a, entrato <strong>in</strong>s<strong>in</strong>tonia con lo spirito del testo <strong><strong>in</strong>glese</strong>, ne viene co<strong>in</strong>volto, al punto che non <strong>resi</strong>stealla tentazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare con esso, <strong>di</strong> far sentire la sua voce e la sua anima <strong>di</strong>napoletano colto, erede <strong>di</strong> una prestigiosa tra<strong>di</strong>zione lirica e melica.È quanto succede anche negli altri due poemi <strong>di</strong> Keats “Where’s the Poet?” e“You Say you Love”; ma soprattutto nel piccolo componimento <strong>di</strong> Shelley “TheWorld’s Wanderers” col quale mi piace concludere il <strong>di</strong>scorso.Il testo orig<strong>in</strong>ale si struttura come segue :Tell me, star, whose w<strong>in</strong>gs of lightSpeed thee on thy fiery flightIn what cavern of the nightWill thy p<strong>in</strong>ionsclose now?Tell me, Moon, thou pale and greyPilgrim of Heaven’s homeless wayIn what depth of night or daySeekest thou, repose nowWeary w<strong>in</strong>d, who wanderestLike the world’s rejected guestHast thou still some secret nestOn some hill or billow?Dimmi, stella, le cui ali <strong>di</strong> luce / ti sosp<strong>in</strong>gono nel tuo <strong>in</strong>fuocato volo, / <strong>in</strong>quale caverna della notte / si chiuderanno le tue penne ora? / Dimmi Luna,grigia e pallida / pellegr<strong>in</strong>a nel cielo senza casa, / <strong>in</strong> quali abissi della notte/ cerchi il riposo ora? / Vento spossato, che vaghi / come l’ospite reietto delmondo, / hai ancora un tuo segreto nido, / su una coll<strong>in</strong>a o un’onda?V<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 20


G. DF. - S. A. per www.vesuvioweb.comEd eccolo nella riscrittura del Mess<strong>in</strong>a, grazie alla quale, anche, io credo sipotenzi <strong>in</strong> me quel senso <strong>di</strong> maggiore percettività del testo <strong><strong>in</strong>glese</strong>, del quale <strong>di</strong>cevo, edal quale hanno preso l’abbrivo queste note:’E viannante r’’o munnoRimme, tu stella ca cu scelle ’e lucete faie nu volo ncielo ’e fuoco ch<strong>in</strong>o,r<strong>in</strong>t’a qua’ grotta quann’è notte nfrucesti ppenne toie tutte splennente nz<strong>in</strong>o?Rimme, tu luna griggia e appagliaruta,r’’o cielo peller<strong>in</strong>a e senza lietto,pe qua’ sprufunne te ne vaie mmalutacercanno ’o iuorno e ’a notte nu recietto?Rimme, tu viento sempe vacabunno,nn’’o tiene ancora ’o pizzo tuio annascusoca mmece ’e te fastià pe ncopp’ô munnote rà nu poco ’e abbiento schizzignuso?Asher Brown Durand (1796 - 1886)V<strong>in</strong>cenzo PepeV<strong>in</strong>cenzo Pepe. Poesia <strong>romantica</strong> <strong><strong>in</strong>glese</strong>. 21

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