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Programma - Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto

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Buone pratiche relazionaliWorkshop 2Il mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>le Family Group Conference:sperimentazioni italiane <strong>del</strong>le Riunionidi FamigliaIntroduce il tema e presiede i lavori:Francesca Maci (Università Cattolica, Milano)«Come lavorare con la famiglia?»: questo è uno dei quesiti che interroganocon insistenza i professionisti che, a vario titolo, lavorano nell’ambito<strong>del</strong>la tutela minorile. È infatti opinione condivisa che, per poter realizzareinterventi efficaci nel fare fronte alle difficoltà presenti e realmente ingrado di riorientare il corso <strong>del</strong>la vita di bambini, ragazzi e genitori versoun orizzonte di maggior benessere, è indispensabile favorire la piena partecipazionedei diretti interessati. Le Family Group Conference — tradottein Riunioni di Famiglia per il contesto italiano — appaiono una validamodalità per coinvolgere la famiglia e le relazioni significative che legravitano intorno nella definizione <strong>del</strong> Progetto di tutela. La Riunione difamiglia consiste in un incontro strutturato tra i servizi sociali, i membri<strong>del</strong>la famiglia e altre persone vicine al bambino e ai suoi genitori, nel corso<strong>del</strong> quale, a partire dalle preoccupazioni presenti rispetto alla situazione<strong>del</strong> minore e dalle risorse disponibili, vengono pianificati interventiconcreti per fare fronte alle difficoltà. Il percorso di preparazione <strong>del</strong>laRiunione di Famiglia e l’incontro stesso si configurano come un processorelazionale, accompagnato da una figura indipendente denominatafacilitatore. Il workshop, oltre a fornire un quadro sintetico <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo,originario <strong>del</strong>la Nuova Zelanda e diffuso in numerosi altri Paesi, presenteràle prime sperimentazioni attuate nel contesto italiano nell’ambito <strong>del</strong>latutela minori, <strong>del</strong> penale minorile e <strong>degli</strong> interventi educativi.Workshop 3Prevenire e contrastare il bullismoIntroduce il tema e presiede i lavori:Claudio Stedile (Formatore, già dirigente scolastico, Trento)Il fenomeno <strong>del</strong>le prevaricazioni, e più in generale la gamma dei comportamentiagiti e/o subiti che ascriviamo alle manifestazioni tipiche <strong>del</strong>bullismo, non è nuovo e probabilmente è sempre esistito. Oggi, tuttavia,le sue dimensioni e la precocità con cui si manifesta ci inducono a unaparticolare vigilanza. Anche se non tutte le prevaricazioni e aggressivitàsono classificabili come atti di bullismo, tali episodi possono comunquerappresentare occasioni per affrontare il tema in termini preventivi,veicolando una cultura che educhi a risolvere i conflitti senza ricorrerealla forza fisica e alla prepotenza. La prevenzione si può realizzare a varilivelli, coinvolgendo l’intera comunità scolastica per creare una scuolaaccogliente, che sia un luogo in cui si sta volentieri e al quale si è orgogliosidi appartenere. Se la prevenzione si misura con la rete istituzionalee dei servizi <strong>del</strong> territorio, può attivare uno «sguardo lungo» sul bullismoe sui comportamenti connessi, monitorando il fenomeno e innescandostrategie di rete in collaborazione con la scuola. Una <strong>del</strong>le strategie che7

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