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Programma - Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto

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12La tutela dei MinoriWorkshop 10Minori stranieri e giustizia:la tutela <strong>del</strong> minore straniero nei procedimenti giudiziariIntroduce il tema e presiede i lavori:Giovanni Giulio Valtolina (Università Cattolica, Milano)Nella legislazione italiana, i diritti <strong>del</strong> minore sono sanciti in primoluogo dalla Costituzione che, all’art. 2, riconosce e garantisce i dirittie le libertà fondamentali <strong>del</strong>l’uomo e parla anche di «formazione <strong>del</strong>lapersonalità». La normativa stabilisce l’applicabilità <strong>del</strong>le norme costituzionaliche tutelano i diritti fondamentali anche al minore straniero.Tale tutela si concretizza in riferimento all’irregolarità <strong>del</strong>la presenza sulterritorio nazionale e alle difficoltà derivanti dalla diversità tra la cultura<strong>del</strong> Paese d’origine e la cultura <strong>del</strong> Paese ospitante. Per quanto sianodiverse le loro storie, i minori stranieri sono spesso accomunati da unasituazione di svantaggio rispetto ai loro coetanei, soprattutto a causa<strong>del</strong>l’insicurezza <strong>del</strong> loro soggiorno in Italia; insicurezza che talvolta sitraduce in un ridotto livello di effettività anche di quei diritti che sonoriconosciuti in astratto. I minori stranieri devono godere dei diritti diogni bambino e di alcuni diritti aggiuntivi, riferiti alla loro specificacondizione di vulnerabilità. Occorre quindi sottolineare come la tuteladei minori stranieri sia soprattutto una questione di diritti giuridici esociali da salvaguardare.Workshop 11Strutture residenziali, volontariatoe territorio:dentro e fuori le Comunità di accoglienzaIntroduce il tema e presiede i lavori:Donatella Bramanti (Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia,Università Cattolica, Milano)Dire che un servizio alla persona è di qualità significa porre al centrola dimensione relazionale, aspetto che qualifica in modo distintivo lecomunità di accoglienza. Non va, infatti, dimenticato che queste strutturesi offrono come risposta qualificata a un deficit di relazionalitàpositiva <strong>del</strong>le famiglie di origine dei minori accolti, e fanno leva sullarelazione educativa e/o genitoriale come strumento principe nella curadei minori. A chi compete la cura di questi bambini? L’interrogativo ècruciale e non banale. Dalle recenti ricerche condotte in questo campoemerge, da un lato, che è stato portato a termine l’obiettivo <strong>del</strong> superamento<strong>degli</strong> istituti, non solo a livello strutturale, ma anche a livelloculturale: c’è dunque un orientamento chiaro a favore <strong>del</strong>l’attivazionedi percorsi educativi nei confronti dei minori che tengano conto il piùpossibile <strong>del</strong>le esigenze di normalità. Dall’altro, però, non ci si è ancoradotati di una necessaria articolazione di servizi che operino con l’obiettivoesplicito di prendersi cura dei genitori o <strong>degli</strong> adulti di riferimento(rete familiare allargata, presente soprattutto per i minori stranieri). Inparticolare ciò che appare fragile è la stabilizzazione di reti virtuose

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