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Catatonia: una revisione critica del concetto e indicazioni terapeutiche

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N. Bartolommei et al.che 106 . Considerando che tutti gli antipsicotici, inclusi gliatipici, possono causare <strong>una</strong> sindrome maligna da neurolettici(SMN) 107-111 e che i pazienti catatonici presentanoun elevato rischio di sviluppare <strong>una</strong> SMN 142 , alcuniAutori hanno sostenuto la controindicazione all’uso diantipsicotici atipici nel trattamento <strong>del</strong>la catatonia 24 .In letteratura, tuttavia, sono emerse di recente evidenzesull’efficacia di olanzapina, risperidone, aripiprazolo eclozapina 101-104 141 , nei quadri di catatonia associati a disturbipsicotici. In <strong>una</strong> recente review sull’argomento 103viene ipotizzato che l’efficacia degli antipsicotici atipiciin questo gruppo di pazienti sarebbe da ascrivere all’effettodiretto di tali molecole sul disturbo psicotico allabase <strong>del</strong>le manifestazioni catatoniche, che regredirebberoquindi in conseguenza <strong>del</strong> corretto trattamento <strong>del</strong>lapatologia sottostante. Ne deriverebbe pertanto un’indicazioneall’uso di antipsicotici atipici solo nelle forme catatonichesecondarie a disturbi psicotici, escludendoneinvece l’impiego nelle forme dovute a <strong>una</strong> condizionemedica generale.ConclusioniL’evoluzione nel corso degli ultimi anni <strong>del</strong>le conoscenzesulla psicopatologia e la neurobiologia <strong>del</strong>la catatoniahanno rinnovato l’interesse di clinici e ricercatori perquesto disturbo, pur lasciando irrisolti i problemi <strong>del</strong>ladefinizione diagnostica e <strong>del</strong>la collocazione nosologica.Il persistere di queste incertezze si ripercuote sulla praticaclinica: in molti studi, condotti in setting ospedalieri, èriportato che la frequenza <strong>del</strong>la catatonia è sottostimata,risultando maggiore quando la diagnosi è effettuata daricercatori esperti, con l’utilizzo di strumenti di valutazionestandardizzati. L’errore diagnostico più comune è,infatti, quello “omissivo”: l’opinione clinica prevalenteche tutti i pazienti catatonici siano immobili, stuporosi omutacici non induce a indagare la presenza di altri segni/sintomi suggestivi di catatonia, seppure meno tipici. Inoltre,l’attuale inquadramento diagnostico nei principalisistemi di classificazione (DSM, ICD) è oggetto di numerosecritiche. Le evidenze cliniche ed epidemiologichesulla maggiore frequenza di manifestazioni catatonichenei pazienti bipolari supportano la proposta di scindereil legame tra schizofrenia e catatonia e di riconoscerle<strong>una</strong> maggior autonomia diagnostica. È stato suggerito dirivedere anche i criteri sintomatologici specificando conmaggiore accuratezza tipo, numero, durata e gravità deisegni/sintomi necessari per la diagnosi.Un corretto approccio clinico al paziente catatonico richiedeche il riconoscimento <strong>del</strong>le manifestazioni psicopatologichesia accompagnato all’identificazione <strong>del</strong>lacondizione di base, psichiatrica o medica generale.Un appropriato iter diagnostico prevede pertanto chela raccolta <strong>del</strong>le notizie anamnestiche sia seguita da unEPUBaccurato esame obiettivo psichiatrico, generale e neurologicoe da <strong>una</strong> serie di accertamenti di laboratorio estrumentali. Una diagnosi precoce è il presupposto fondamentaleper interventi terapeutici tempestivi ed efficacie quindi per la riduzione <strong>del</strong>la morbilità e mortalità inparte legati all’elevata frequenza di complicazioni infermieristiche(disordini idroelettrolitici, ulcere da decubito,rabdomiolisi e insufficienza renale acuta, disturbitrombo-embolici, ritenzione urinaria acuta, infezioni sistemiche,polmonite ab ingestis). La compenetrazione diaspetti psichiatrici e medico-generali comporta pertantoche sin dall’inizio <strong>del</strong>l’iter diagnostico-terapeutico il pazientecatatonico sia assistito da un’équipe specialisticamultidisciplinare integrata, composta da psichiatri, internisti,nutrizionisti, infettivologi, senza trascurare il ruolofondamentale di un personale infermieristico adeguatamentepreparato.Per il trattamento specifico <strong>del</strong>la sintomatologia catatonicasono da considerasi misure elettive la somministrazioneper via parenterale di benzodiazepine e/o la TEC.È indicata in prima istanza la somministrazione e.v. dilorazepam, con il quale sono state riportate percentualidi remissione <strong>del</strong>le manifestazioni catatoniche parial 70% dei casi, mentre la terapia elettroconvulsivanteappare efficace in circa l’85% dei pazienti. In caso dimancata o parziale risposta alle benzodiazepine e nelleforme maligne di catatonia il ricorso alla TEC risultadecisivo per la sopravvivenza di questi pazienti, espostia un elevato rischio di decesso. Malgrado le numeroseevidenze sull’importanza di un trattamento tempestivocon la TEC, diversi algoritmi terapeutici non prevedonol’uso di questa metodica. Molti pazienti vengono cosiprivati <strong>del</strong>la possibilità di un trattamento efficace e sonoesposti non solo al rischio <strong>del</strong>le complicanze somatiche,potenzialmente letali, ma anche a quello di un trattamentoinadeguato, ad esempio con neurolettici, che possonopeggiorare il quadro sintomatologico <strong>del</strong>la catatonia efacilitarne l’evoluzione in forme maligne.Bibliografia1Kahlbaum K. Die Katatonie oder das Spannungsirresein.Berlin: Hirshwald 1874.2Kraepelin E. Psychiatrie: ein Lehrbuch für Studirende undÄrzte. 2 nd ed. Leipzig: Barth 1899.3Kraepelin E. Dementia Praecox and paraphrenia. Leipzig:Barth 1913.4Kraepelin E. Psychiatrie. Ein Lehrbuch fur Studierende undArzte. Achte, vollstandig umgearbeitete Auflage. 1. Band.Allgemeine Psychiatrie. Leipzig, Germany: Verlag von JohannAmbrosius Barth 1909.5Bleuler E. Dementia praecox oder Gruppe der Schizophrenien.In: Aschaffenburg G, editor. Handbuch der Psychiatrie.Spezieller Teil 4. Abteilung 1. Leipzig: Haelfte 1911.10

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