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COMUNICAZIONE MEDICO-PAZIENTE E ADERENZA ALLA TERAPIA

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Gran parte della probabilità di aderenza dei pazienti dipende dalla possibilità che sistabilisca un’efficace relazione M-P, una relazione basata sul calore, l’accoglienza e lafiducia reciproca. Per questo, il medico dovrà essere una fonte chiara e sincera diinformazioni, disponibile a dedicare al paziente tutto il tempo di cui necessita. Egli sarà ancheuna risorsa di continuo sostegno per i momenti di sconforto, un professionista capace diessere empatico e in grado di ascoltare, un uomo capace di contenere la rabbia e ladisperazione del paziente 28 .Solo in questo clima di accoglienza e di accettazione incondizionata è possibile che sisviluppi una relazione M-P in grado di aumentare e migliorare la possibilità che un pazientesia aderente al trattamento prescrittogli.CONCLUSIONII fattori di natura psicologica, sociale, ambientale e culturale influisconosignificativamente sulla scelta dei pazienti di mettere in atto o meno un comportamentoaderente al trattamento: tale scelta, però, risulta gravemente inficiata e/o compiuta su basidistorte se non si realizza nell’ambito di una totale disponibilità di informazioni e di un’efficaceatmosfera comunicativa.A livello macrosociale, è di fondamentale importanza considerare le profondeinfluenze culturali che guidano i comportamenti di salute e di malattia degli individui. Apparedavvero ingenuo credere che i programmi di prevenzione e promozione della salute nati epensati nei Paesi occidentali possano risultare efficaci anche in culture assai diverse comequella africana, quella sudamericana o quella orientale. Interventi miranti a rinforzare il locusdi controllo interno del benessere che, nei Paesi occidentali, è regolato dal Sé, sonocondannati al fallimento in altri contesti culturali dove il locus di controllo del benessere èpercepito come qualcosa di esterno alla volontà del singolo individuo 5 .A livello microsociale, è del tutto evidente che il canale comunicativo privilegiatocapace di elicitare un comportamento aderente del paziente sia il processo di comunicazioneM-P. In quest’ottica, non è più plausibile ritenere il paziente un semplice contenitore diinformazioni che può essere riempito a piacimento senza considerare le sue attitudini, i suoibisogni, le sue paure, i suoi desideri: il paziente, in definitiva, non è un semplice recettore delmessaggio emesso dal medico. È necessario che il medico tenga conto dei tempi necessarial paziente per poter gestire tutte le informazioni sulla sua malattia. È necessario, altresì, cheil paziente sia messo in grado di scegliere le terapie che più si confanno alle sue abitudini 28 . Il

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