Tale constatazione introduce al tema della comunicazione medico-paziente: infatti unmiglioramento della comunicazione M-P può influire in maniera decisiva sul comportamentoaderente dei pazienti 2 ; la corretta trasmissione e comprensione delle informazioni da partedel paziente deve essere quindi un obiettivo prioritario nell’ambito dell’interazione M-P inquanto ciò produce estremi benefici in termini di aderenza e migliore qualità della vita 2,26,27 .Più in dettaglio, appare essenziale rendere le informazioni comprensibili ai pazienti efare in modo che tali informazioni, quando comprese, non siano dimenticate. Uno deiprincipali motivi del fallimento della comunicazione nell’interazione M-P è da ricercarsi neimodelli di comunicazione più frequentemente adottati nella pratica medica 28 . In particolare, ilmodello paternalistico della “non rivelazione” delle notizie adottato fino a pochi anni fa dallamaggior parte dei medici italiani, si sostanzia in un tipo di comunicazione che priva il pazientedi importanti informazioni sulla sua salute, sulla base dell’assunto che solo il medico debbadecidere cosa è meglio fare per il paziente. Allo stesso modo, il modello della “totalerivelazione” delle notizie (particolarmente diffuso nell’area anglosassone), prevede che ipazienti debbano essere informati su ogni cosa riguardo la loro malattia, senza tener contodegli stati emotivi o della predisposizione dei pazienti a ricevere determinate informazioni. Idue modelli, anche se partono da assunti diversi, hanno un’alta probabilità di esitare in unatrasmissione delle informazioni fallimentare, con conseguenze negative per l’aderenza deipazienti ad un trattamento specifico. Solo recentemente sta diffondendosi nella pratica clinicaun modello più articolato di comunicazione che tiene conto della individualità dei pazienti, delloro bisogno di informazione e della loro predisposizione ad accoglierle. Tale modello dellacomunicazione individualizzata della notizia assume che i pazienti non hanno tutti la stessaesigenza o voglia di conoscere tutte le informazioni che riguardano la loro malattia e,soprattutto, non sono tutti pronti, nello stesso momento, a ricevere le informazioni; neconsegue che il medico deve essere attento ad individuare i bisogni, i desideri e i tempi diogni singolo paziente relativi alla ricezione delle informazioni 28,29 . Ispirandosi a questomodello, è possibile evitare che i messaggi informativi vadano dispersi o confusi, con ilconseguente indesiderato risultato che si verifichi un comportamento non aderente delpaziente. Una comunicazione M-P efficace, infatti, apporta benefici in termini di più elevatasoddisfazione del paziente, riduzione dello stress e dell’ansia, migliore cooperazione tramedico e paziente, elementi tutti concorrenti ad ottenere un comportamento cooperativo edaderente dal paziente 2 .È responsabilità del medico, dunque, fare in modo che i pazienti siano soddisfatti delleloro consultazioni cliniche: tale soddisfazione è direttamente associata alla capacità del
medico di stabilire un rapporto empatico con il paziente, con un atteggiamento accogliente emeno burocratico, con la disponibilità di tempo dedicato al paziente per consentirgli la pienaespressione dei propri vissuti.Anche la mancata comprensione o il fraintendimento delle informazioni possonoinficiare un’ottimale aderenza al trattamento. Tra le principali cause di incomprensione delleinformazioni va citato l’uso, da parte dei medici, di termini troppo tecnici 30 e l’esistenza diconvinzioni dei pazienti sulla natura, le cause e le modalità di cura della propria malattia cheli portano ad escludere informazioni mediche dissonanti con tali convinzioni 31 . I pazienti,inoltre, non pongono domande per avere chiarimenti 32,33,34 e i medici, non sentendosi porrealcuna domanda, credono di essere stati efficaci e comprensibili, concludendo che i pazientinon hanno bisogno di ulteriori informazioni.Modalità interattive di tal genere non consentono ai pazienti di disporre delleinformazioni necessarie per poter valutare tutti i benefici del trattamento prescritto.Inoltre, anche se le informazioni vengono fornite in modo comprensibile ciò nonsignifica vengano ritenute in memoria. Ricerche sull’argomento hanno dimostrato che laquantità di informazioni dimenticate dipende dalla modalità di presentazione e che a influirepositivamente sul ricordo non è tanto il tempo che trascorre tra l’acquisizione e l’utilizzo 35,36,37e nemmeno l’età 36,37,38 , quanto piuttosto la presenza di livelli di ansia medio-alti 36,39,40 , diconoscenze mediche pregresse 36 , nonché la percezione soggettiva dell’importanza delleinformazioni. È dimostrato inoltre che le informazioni presentate per prime vengonoricordate 41,2 .È utile per il medico, dunque, tenere in considerazione le variabili che influiscono sullaprobabilità che l’informazione rilevante sia percepita e decodificata dal paziente perrealizzare una comunicazione che possa influire con successo sulla scelta di uncomportamento aderente.MIGLIORARE L’<strong>ADERENZA</strong> ATTRAVERSO IL MIGLIORAMENTO DELLA<strong>COMUNICAZIONE</strong> <strong>MEDICO</strong>-<strong>PAZIENTE</strong>Migliorare la comprensione e il ricordo delle informazioniL’applicazione di alcuni semplici accorgimenti può ottenere effetti positivi nel migliorare lacomprensione e il ricordo delle informazioni e quindi nel determinare livelli ottimali diaderenza terapeutica: