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00 I-X (Page I) - Giornale Italiano di Cardiologia

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NUOVE COMPETENZE IN TERAPIA INTENSIVA CARDIOLOGICARuolo attuale dell’assistenza car<strong>di</strong>ocircolatorianel trattamento dell’insufficienza car<strong>di</strong>acaMassimo Bonacchi 1 , Massimo Massetti 2 , Guido Sani 11Car<strong>di</strong>ochirurgia, Dipartimento <strong>di</strong> Area Critica Me<strong>di</strong>co-Chirurgica, Università degli Stu<strong>di</strong>, Firenze,2Chirurgie Thoracique et Car<strong>di</strong>ovasculaire, Centre Hospitalier et Universitaire, Caen, FranciaKey words:End-stage heart failure;Heart transplantation;Ventricular assist devices.Patients with end-stage heart failure have poor quality of life and a poor prognosis. These patients are usuallyburdened by symptoms at rest, the need for frequent hospital admissions, complex pharmacological therapiesand a 1-year mortality rate of about 50%. Therapeutic options are scarce and not available for all. Onlyfew patients can be transplanted. Alternative me<strong>di</strong>cal and surgical therapies have shown limited ability toinfluence prognosis and quality of life. In the past years, technological progress has brought to the clinicianmechanical devices capable of provi<strong>di</strong>ng short/me<strong>di</strong>um and long-term circulatory assistance. Clinical evidenceof long-term survival without device-correlated adverse events using last generation small axial pumps, allowsus to evaluate its use in patients with contrain<strong>di</strong>cations or inaccessibility to transplantation.(G Ital Car<strong>di</strong>ol 2010; 11 (3): 182-191)© 2010 AIM Publishing SrlRicevuto il 25 maggio2<strong>00</strong>9; nuova stesura il 3giugno 2<strong>00</strong>9; accettatoil 10 giugno 2<strong>00</strong>9.Per la corrispondenza:Prof. Guido SaniCar<strong>di</strong>ochirurgiaDipartimento <strong>di</strong> AreaCritica Me<strong>di</strong>co-ChirurgicaUniversità degli Stu<strong>di</strong>Viale Morgagni, 8550134 FirenzeE-mail: sanig@unifi.itIntroduzioneL’insufficienza car<strong>di</strong>aca terminale può presentarsicome evento acuto oppure come ultimosta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una car<strong>di</strong>opatia cronica.Nella forma acuta la scelta della necessità<strong>di</strong> iniziare l’assistenza meccanica si basa moltosulla valutazione della possibilità del recuperodella funzione car<strong>di</strong>aca e sul fatto che il pazientesia un possibile can<strong>di</strong>dato al trapianto ono. Lo scopo dell’assistenza meccanica è comunquequello <strong>di</strong> preservare la funzione d’organoper non precludersi successive opzioni terapeutiche.La scelta della modalità <strong>di</strong> assistenzaspesso è con<strong>di</strong>zionata dal tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivo<strong>di</strong>sponibile e dall’esperienza specifica dell’ambientein cui il paziente viene trattato. In unafase precoce è buona norma privilegiare sistemirelativamente semplici che permettono <strong>di</strong>fare un bilancio della situazione clinica per poipassare a soluzioni terapeutiche più mirate.Queste ultime possono e devono prevedere iltrasferimento in centri con maggior esperienzacon possibilità <strong>di</strong> procedere ad un eventualetrapianto in emergenza.Nel caso <strong>di</strong> un paziente cronico con insufficienzacar<strong>di</strong>aca terminale, l’iter terapeutico èmaggiormente co<strong>di</strong>ficato. Siamo <strong>di</strong> fronte apazienti che hanno una prognosi ed una qualità<strong>di</strong> vita pessima e sono gravati da presenza <strong>di</strong>sintomi anche a riposo. Necessitano <strong>di</strong> frequentiricoveri, <strong>di</strong> terapie farmacologiche complesse<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile gestione, hanno una mortalità ad 1anno <strong>di</strong> circa il 50% 1,2 . L’opzione terapeuticaprincipale era ed è il trapianto car<strong>di</strong>aco. Le altresoluzioni, sia me<strong>di</strong>che che chirurgiche, hannomostrato limitata capacità <strong>di</strong> influenzare laprognosi e la qualità della vita, peraltro, ingruppi rigorosamente selezionati 3,4 .L’introduzione, abbastanza recente, <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi<strong>di</strong> assistenza ventricolare (VAD) sinistra<strong>di</strong> nuova generazione, che garantiscono,grazie alle innovazioni biotecnologiche, sicurezza<strong>di</strong> funzionamento per lunghi perio<strong>di</strong>, ingombroridotto e ottima qualità <strong>di</strong> vita, hacambiato le prospettive terapeutiche <strong>di</strong> questisoggetti 5-7 .Sulla base <strong>di</strong> esperienze cliniche ormai sufficientementeconsolidate esiste, quin<strong>di</strong>, lapossibilità <strong>di</strong> impiantare questi “ventricoli artificiali”a pazienti che hanno controin<strong>di</strong>cazionial trapianto o che per loro caratteristiche (età,controin<strong>di</strong>cazioni relative) hanno scarsissimeprobabilità <strong>di</strong> essere trapiantati. La prospettivaè quella <strong>di</strong> realizzare la destination therapy,con buone probabilità <strong>di</strong> farli ritornare ad unavita molto vicina alla normalità.D’altronde è ormai evidente che il trapiantoda solo non può far fronte a tutte le necessitàe che la <strong>di</strong>sponibilità dei cuori per i trapiantisarà sempre una risorsa limitata. Anche ottimizzandoil tasso <strong>di</strong> donazioni per milione <strong>di</strong>abitante, infatti, l’incremento avverrà con l’apporto<strong>di</strong> donatori anziani e non aumenterà la<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> cuori trapiantabili 3 . Dimostrazioneevidente è l’andamento delle donazioniin un sistema estremamente organizzato comequello della Regione Toscana (Figura 1) che haraggiunto nel 2<strong>00</strong>8 i 32.6 donatori utilizzati permilione <strong>di</strong> abitanti. Nonostante questo alto tasso<strong>di</strong> donazione, solo 4.6 per milione <strong>di</strong> abitantisono i donatori <strong>di</strong> cuore utilizzati a causa del-182


M Bonacchi et al - Insufficienza car<strong>di</strong>aca terminale e assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoriaChiave <strong>di</strong> LetturaRagionevoli certezze. L’insufficienza car<strong>di</strong>aca terminale, gravementesintomatica (sta<strong>di</strong>o D o classe NYHA IV) è un problemain continua espansione, con prognosi pessima e con limitateopzioni terapeutiche. L’allotrapianto car<strong>di</strong>aco, che costituisceoggi il trattamento gold standard, risulta incapace <strong>di</strong>rispondere a tutte le esigenze e tanto meno lo potrà in futuro.Questioni aperte. Lo stu<strong>di</strong>o REMATCH ha <strong>di</strong>mostrato che la primagenerazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi impiantabili, seppur con un altonumero <strong>di</strong> complicazioni (infezioni ed eventi tromboembolici),permette <strong>di</strong> ottenere vantaggi in termini <strong>di</strong> qualità e durata <strong>di</strong>vita rispetto alla terapia me<strong>di</strong>ca.Le ipotesi. Nell’ultimo decennio, la ricerca biotecnologica haportato alla realizzazione <strong>di</strong> nuovi ed evoluti <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenzameccanica impiantabili: le pompe rotative a flusso continuo,entrate in uso clinico recentemente, sembra che possanocostituire una promettente soluzione all’insufficienza car<strong>di</strong>acacronica terminale permettendo assistenze <strong>di</strong> lunga durata (destinationtherapy). Ulteriori e rigorosi stu<strong>di</strong> sono necessari perconfermare i dati iniziali e per porre le basi teorico-culturali <strong>di</strong>tale terapia.l’alta età me<strong>di</strong>a dei donatori stessi (63 anni) e l’alto tasso <strong>di</strong>morte per cause car<strong>di</strong>ovascolari (dal report dell’AssociazioneInterRegionale Trapianti del 2<strong>00</strong>8) 8 .Si deve infine considerare che i trapiantati car<strong>di</strong>aci non sonoimmuni da complicanze, come è evidente dai dati del registrodella International Society for Heart and Lung Transplantation(ISHLT), che ne con<strong>di</strong>zionano la prognosi e qualità<strong>di</strong> vita (Tabelle 1 e 2) 9 .Per queste considerazioni, in selezionate categorie <strong>di</strong> pazienti,bisogna iniziare a prevedere l’utilizzo delle alternativemeccaniche oggi <strong>di</strong>sponibili e nel contempo organizzare strumentiper determinare il beneficio <strong>di</strong> queste terapie valutandonon solo il dato della mortalità, ma anche la qualità <strong>di</strong> vitaed il peso economico gestionale.Tabella 1. Prevalenza <strong>di</strong> complicanze a 5 e 10 anni nei pazienti car<strong>di</strong>otrapiantati9 .Complicanza Dopo 5 anni Dopo 10 anniIpertensione 8266 (93.8%) 1586 (98.5%)Disfunzione renale 8859 (32.6%) 1829 (38.7%)Creatininemia 2.5 mg/dl 8.4% 8.2%Dialisi cronica 2.5% 4.9%Trapianto renale 0.5% 1.2%Dislipidemia 9237 (87.1%) 1890 (93.3%)Diabete 8219 (34.8%) 1601 (36.7%)Rigetto cronico 5944 (31.5%) 896 (52.7%)Tabella 2. Prevalenza <strong>di</strong> tumori maligni ad 1, 5 e 10 anni dal trapianto<strong>di</strong> cuore 9 .Neoplasia A 1 anno A 5 anni A 10 anniAssenza <strong>di</strong> 20 441 (97.1%) 7780 (84.9%) 1264 (68.1%)neoplasieNeoplasia <strong>di</strong> 612 (2.9%) 1389 (15.1%) 592 (31.9%)qualsiasi tipoTipo <strong>di</strong> neoplasiaCutanea 282 937 360Linfatica 142 127 38Altre 132 359 108Non specificata 56 39 126Sviluppo dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenzacar<strong>di</strong>ocircolatoriaLa possibilità <strong>di</strong> sostituire gli organi umani con organi artificialiha stimolato la ricerca me<strong>di</strong>ca sin dagli inizi del XX secolo.Negli anni ‘60, in seguito all’avvento della macchina cuore-polmonie l’aumentato numero <strong>di</strong> interventi car<strong>di</strong>ochirurgicisempre più complessi, si determinò un impulso allo sviluppo<strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> assistenza ventricolare temporanea: nel 1963,Figura 1. Le “donazioni utili” <strong>di</strong> cuore in Toscana dal 1992 al 2<strong>00</strong>6 (dati AIRT 2<strong>00</strong>8). Come si evince dal grafico i donatori <strong>di</strong> cuore sono passati da quasi l’80%del 1992 a poco più del 10% nel 2<strong>00</strong>6. Questo in seguito a mo<strong>di</strong>fiche sostanziali nelle caratteristiche della popolazione dei donatori, ed in particolare età me<strong>di</strong>adei donatori, passata da 48.7 (1999) a 63 anni (2<strong>00</strong>7) e causa morte vascolare, passata dal 30% (1994) al 78% (2<strong>00</strong>7).183


G Ital Car<strong>di</strong>ol Vol 11 Marzo 2010DeBakey impiantò la prima pompa intratoracica in un uomo<strong>di</strong> 42 anni sottoposto a sostituzione valvolare aortica complicatada sindrome postcar<strong>di</strong>otomica. Subito è apparso evidenteche vi erano una serie <strong>di</strong> problematiche che rendevano <strong>di</strong>fficilel’applicazione <strong>di</strong> un principio in teoria semplice. Per moltianni i miglioramenti sono stati solo parziali e <strong>di</strong> fatto le assistenzesia <strong>di</strong> breve che <strong>di</strong> lunga durata sono state patrimonio<strong>di</strong> pochi centri de<strong>di</strong>cati, che, in malati selezionati, riuscivanoad ottenere risultati sod<strong>di</strong>sfacenti.I problemi maggiori riscontrati erano legati a una serie <strong>di</strong>fattori specifici che evidenziavano il non sufficiente sviluppobiotecnologico dei <strong>di</strong>spositivi ed in particolare la non ancoraadeguata biocompatibilità (Tabella 3).In seguito all’evoluzione molte <strong>di</strong> queste problematichesono state risolte, e vari sono stati i <strong>di</strong>spositivi ideati, realizzatied entrati nell’uso clinico.Tabella 3. Problematiche dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoria.La fonte energetica, costituita da compressori enormi e molto pesantiLe batterie voluminose e <strong>di</strong> breve durataLa trombogenicità della superficie <strong>di</strong> contatto con il sangueLe <strong>di</strong>mensioni del <strong>di</strong>spositivo, troppo grande per pensare ad un impiantointratoracico <strong>di</strong> lunga durataLa necessità <strong>di</strong> ampie comunicazioni con l’esterno per connettere l’apparecchiocon la fonte energetica e ai sistemi <strong>di</strong> controlloL’alto tasso <strong>di</strong> complicanze emorragiche e infettiveDispositivi <strong>di</strong> assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoriaa flusso pulsatileLa prima idea è stata quella <strong>di</strong> costruire dei sistemi <strong>di</strong> assistenzameccanica che generassero il flusso il più vicino possibile allafisiologia e cioè pulsatile. Il volume sanguigno era spostatoper mezzo <strong>di</strong> un sistema pneumatico alimentato da un compressore.Le prime applicazioni cliniche sono state con sistemi extracorporei,in cui la pompa e la fonte <strong>di</strong> energia erano collocateal <strong>di</strong> fuori del paziente. I ventricoli erano collegati per mezzo<strong>di</strong> cannule posizionate a livello periferico o centrale e potevanosostituire la funzione ventricolare sinistra, destra o entrambea seconda delle necessità cliniche. L’assistenza potevadurare perio<strong>di</strong> relativamente brevi (al massimo alcune settimane),era gravata da un alto tasso <strong>di</strong> complicanze ed obbligavail paziente a rimanere nel proprio letto (Figura 2).L’evoluzione successiva è stata rappresentata dai sistemiparacorporei, in cui la fonte <strong>di</strong> energia era esterna, ma lapompa era adesa alla superficie del paziente che poteva,grazie anche allo sviluppo <strong>di</strong> compressori più piccoli e mobili,alzarsi dal letto e deambulare. In teoria il paziente potevaessere <strong>di</strong>messo al proprio domicilio. Questi sistemi, ancoroggi in uso, permettono un’assistenza sia mono- che biventricolaree possono essere utilizzati sia come ponte al trapiantoche come bridge to recovery. I <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> questacategoria più impiegati sono il Berlin Heart Excor ed il Thoratec(Figure 3 e 4).Ulteriore e significativo avanzamento è rappresentato daisistemi intracorporei, cioè pompe a flusso pulsatile totalmenteimpiantabili, alimentate prima tramite sistemi pneumaticie, successivamente, elettricamente. Si tratta <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi perassistenza esclusivamente sinistra, forniti <strong>di</strong> valvole uni<strong>di</strong>rezionali.L’impianto, viste le <strong>di</strong>mensioni, è addominale e puòessere intra- o extraperitoneale. La connessione con le camerecar<strong>di</strong>ache avviene con cannule connesse al ventricolo ed all’aorta.Un cavo percutaneo collega il <strong>di</strong>spositivo ad un’unitàesterna <strong>di</strong> controllo ed alimentazione. I modelli più evolutiimpiegati fino ad oggi sono l’Heartmate I XVE ed il Novacor(Figura 5). I problemi maggiori presentati sono le <strong>di</strong>mensioni,che ne hanno reso <strong>di</strong>fficoltoso l’impianto, la presenza <strong>di</strong> ampielinee esterne <strong>di</strong> collegamento causa <strong>di</strong> frequenti infezioni(30-50% dei casi) e l’alto tasso <strong>di</strong> eventi tromboembolici 10,11 .Per la prima volta è stato possibile sviluppare il ponte al trapiantocon migliaia <strong>di</strong> casi trattati ed una sopravvivenza chein uno ha raggiunto più <strong>di</strong> 6 anni 12 .Figura 3. Impianto <strong>di</strong> sistema a flusso pulsatile paracorporeo pneumaticotipo Berlin Heart Excor per un’assistenza ventricolare sinistra.Fonte: Berlin Heart, www.berlinheart.com.Figura 2. Sistema paracorporeo <strong>di</strong> assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoria (AbiomedBVS 5<strong>00</strong>0): a sinistra il sistema pneumatico che svolge le funzioni <strong>di</strong> pompaventricolare e a destra l’ingombrante consolle/compressore.Fonte: Abiomed, www.abiomed.com.Figura 4. Paziente con sistema a flusso pulsatile paracorporeo pneumaticotipo Berlin Heart Excor impiantato in modalità per assistenza ventricolaredestra e sinistra.184


M Bonacchi et al - Insufficienza car<strong>di</strong>aca terminale e assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoriaTabella 4. Principali <strong>di</strong>fferenze tra <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenza ventricolare(VAD) a flusso continuo e VAD a flusso pulsatile.Vantaggi dei VAD a flusso continuo rispetto ai VAD pulsatiliDimensioni più limitate (miglior compliance ed impianto più semplice)Maggior semplicità strutturale, con minori parti in movimento (minorrischio <strong>di</strong> malfunzionamento)Assenza <strong>di</strong> camera <strong>di</strong> riempimento (minor possibilità <strong>di</strong> stasi ematicae minori eventi tromboembolici)Minor consumo energetico (batterie più piccole e maggiore autonomia)Figura 5. Dispositivi pulsatili <strong>di</strong> assistenza ventricolare totalmente impiantabili:a sinistra il Novacor, a destra l’HeartMate I XVE.Fonti: WordHeart, www.wordheart.com; Thoratec, www.thoratec.com.Svantaggi ipotetici (con implicazioni cliniche negative ad oggi non <strong>di</strong>mostrate)Un certo grado <strong>di</strong> emolisi, <strong>di</strong> solito ben tollerata dai pazientiGli effetti a lungo termine del flusso sistemico non pulsatile non sonotutt’ora conosciutiMeccanismi <strong>di</strong> controllo (feedback) della velocità delle pompe e quin<strong>di</strong>del flusso generato sono complessi e non ancora ottimizzatiDispositivi <strong>di</strong> assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoriaa flusso continuoParallelamente ai <strong>di</strong>spositivi a flusso pulsatile sono stati sviluppatiquelli a flusso continuo. Alimentati elettricamente, sibasano su un sistema ruotante che determina un’energia propulsivacon cui viene generato un flusso continuo <strong>di</strong> sangue.Per molti anni si è ritenuto che questo tipo <strong>di</strong> flusso non fossetollerabile per lunghi perio<strong>di</strong> dai mammiferi ma tale “presunzione”è stata sconfessata da tutti gli stu<strong>di</strong> preclinici e clinicieffettuati 13,14 . Ne esistono <strong>di</strong>versi tipi e i più semplici derivanodai sistemi impiegati per la circolazione extracorporea.Sono sistemi extracorporei e paracorporei, chiamati comunemente“pompe centrifughe”, impiegate essenzialmente comesistemi <strong>di</strong> supporto car<strong>di</strong>ocircolatorio a breve/me<strong>di</strong>o termine,cioè come ponte a trattamenti definitivi (Jostra Rotaflow,TandemHeart, Levitronix CentriMag).Lo sviluppo successivo è stato quello <strong>di</strong> realizzare sistemitotalmente impiantabili.I <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenza ventricolare impiantabilia flusso continuo: una nuova generazione<strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenza ventricolareSi tratta <strong>di</strong> pompe a flusso continuo <strong>di</strong> tipo rotatorio con sospensionemeccanica o no (in questo caso generalmente centrifuga),che si sono <strong>di</strong>mostrate efficaci nell’uso clinico e particolarmentein<strong>di</strong>cate per assistenze <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a e lunga durata(destination therapy). Sono <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni limitatecon un rotore ad alette che ruota a velocità variabili (5<strong>00</strong>0/12 <strong>00</strong>0 giri/min), e genera una portata che può arrivare a 10/12l/min. Visto il flusso continuo, non contengono valvole. Questanuova generazione <strong>di</strong> pompe presenta notevoli vantaggi rispettoai VAD a flusso pulsatile, mentre i possibili svantaggisembrano avere un’importanza clinica relativa 15-18 (Tabella 4).Il principale vantaggio <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>spositivi è rappresentatodalle <strong>di</strong>mensioni contenute che permettono tecniche <strong>di</strong>impianto mini-invasive (senza circolazione extracorporea)con notevole riduzione del trauma chirurgico (Figura 6). Perquanto riguarda l’impatto a lungo termine, sembra che il flussocontinuo sia ben tollerato. Inizialmente, per alcune settimane,possono verificarsi alterazioni dell’attività dei barocettori,del rilascio <strong>di</strong> catecolamine, della pompa linfatica, delflusso corticale renale, della permeabilità vasale. Tutto questoFigura 6. Confronto <strong>di</strong>mensionale tra <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenza ventricolare aflusso pulsatile (a sinistra) e a flusso continuo (a destra).può contribuire ad un certo grado <strong>di</strong> ritenzione idrica ed edema<strong>di</strong>ffuso che <strong>di</strong> solito si risolve in breve tempo. Sono statianche <strong>di</strong>mostrati una riduzione del consumo <strong>di</strong> ossigeno del20% e un aumento del flusso coronarico 13 .I <strong>di</strong>spositivi maggiormente utilizzati appartenenti a questacategoria sono:- l’HeartMate II. Pompa del peso <strong>di</strong> 375 g <strong>di</strong> 4 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametroe 6 cm <strong>di</strong> lunghezza. Presenta un rotore a sospensionemeccanica ad alta velocità (6-15 <strong>00</strong>0 giri) capace <strong>di</strong> generareun flusso <strong>di</strong> oltre 10 litri. È collegato all’esterno da unasottile linea <strong>di</strong> alimentazione e controllo, con passaggio delcavo transparietale a livello addominale. Ha un sistema <strong>di</strong>controllo del flusso in rapporto all’attività svolta dal paziente.Esiste una batteria “da passeggio” con un’autonomia<strong>di</strong> alcune ore (Figura 7);- il Berlin Heart Incor, pompa a sospensione magnetica taleda impe<strong>di</strong>re ogni contatto tra rotore e componenti fisse.Pesa 2<strong>00</strong> g, ha un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 3 cm ed una lunghezza <strong>di</strong> 12cm. La velocità <strong>di</strong> rotazione può variare dai 5<strong>00</strong>0 a 10 <strong>00</strong>0giri/min generando un flusso <strong>di</strong> sangue fino a 14 l/min. Lalinea <strong>di</strong> connessione alla batteria ed alla centralina <strong>di</strong> controlloattraversa la parete addominale. La superficie internadel <strong>di</strong>spositivo presenta un rivestimento con eparina (Figura8);- il Jarvik 2<strong>00</strong>0 FlowMaker (5.5 cm <strong>di</strong> lunghezza, 90 g <strong>di</strong> peso)è un sistema per molti aspetti peculiare nell’ambito dei<strong>di</strong>spositivi assiali, con vantaggi che lo rendono oggi uno dei<strong>di</strong>spositivi più avanzati in termini <strong>di</strong> sicurezza ed affidabili-185


G Ital Car<strong>di</strong>ol Vol 11 Marzo 2010tà (Figura 9): il <strong>di</strong>spositivo è completamente alloggiato all’internodel ventricolo sinistro con un condotto <strong>di</strong> efflussoanastomizzato in aorta <strong>di</strong>scendente: questo rende il <strong>di</strong>spositivoestremamente “integrato” sia anatomicamente chefunzionalmente al ventricolo stesso 7,17,19 , riducendo in modosostanziale lo spazio occupato e le superfici a contattocon il sangue. Negli Stati Uniti è approvato per l’uso clinicosolo con sistema <strong>di</strong> alimentazione per mezzo <strong>di</strong> cavo addominale,mentre in Europa si può già utilizzare un cavo conimpianto <strong>di</strong> raccordo retroauricolare, fissato sulla squamadell’osso temporale sinistro. Questo sistema (derivato dagliimpianti cocleari) ha mostrato notevoli vantaggi in termini<strong>di</strong> resistenza alle infezioni e <strong>di</strong> gestione da parte del paziente,con conseguente miglioramento della qualità <strong>di</strong> vita.Figura 7. L’HeartMate II.Fonte: Thoratec, www.thoratec.com.Figura 8. Il Berlin Heart Incor.Fonte: Berlin Heart, www.berlinheart.com.Il cuore artificiale totaleÈ il sistema più evoluto <strong>di</strong> pompa impiantabile. Sostituisce ilcuore e quin<strong>di</strong> la funzione <strong>di</strong> tutti e due i ventricoli. L’impiegoè fondamentalmente quello <strong>di</strong> ponte al trapianto. È necessariogarantire un equilibrio fra la gettata sistolica dei dueventricoli ed adeguare il flusso generato alle necessità fisiologichedell’organismo. Tra i cuori artificiali totali <strong>di</strong>sponibilidue sono in avanzato stato <strong>di</strong> sperimentazione ed approvatidalla Food and Drug Administration (FDA): l’Abiomed Abio-Cor Total Artificial Heart e il Jarvik 7-Car<strong>di</strong>oWest (Figura 10).Il loro impiego clinico è limitatissimo, ma se ne prevede unosviluppo importante nel prossimo futuro. Le in<strong>di</strong>cazioni sonoriservate a pazienti in attesa <strong>di</strong> trapianto car<strong>di</strong>aco per i qualinon è possibile nessun altro tipo <strong>di</strong> assistenza. Il centro car<strong>di</strong>ochirurgicoche vanta una maggiore esperienza con il cuore artificialetotale è quello tedesco <strong>di</strong> Bad Oeynhausen, con più <strong>di</strong>160 Car<strong>di</strong>oWest impiantati e con mortalità operatoria moltoalta (del 67% circa) a causa delle con<strong>di</strong>zioni estremamentegravi dei pazienti sottoposti ad impianto 20 .Modalità <strong>di</strong> impiego clinico dei <strong>di</strong>spositivi<strong>di</strong> assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoria: in<strong>di</strong>cazionie strategie <strong>di</strong> impiantoÈ vero che i criteri per l’in<strong>di</strong>cazione all’impianto <strong>di</strong> un’assistenzacar<strong>di</strong>ocircolatoria non sono completamente definiti poichéFigura 9. Jarvik 2<strong>00</strong>0 Flowmaker. Nei riquadri gli aspetti specifici del <strong>di</strong>spositivo:impianto intraventricolare, raccordo retroauricolare, connessioneaorta toracica <strong>di</strong>scendente.Fonte: JarvikHeart, www.jarvikheart.com.Figura 10. Due <strong>di</strong>spositivi approvati dalla Food and Drug Administrationper la sostituzione completa del cuore: il Jarvik-7 Car<strong>di</strong>oWest (a destra),pneumatico, e l’AbioCor (a sinistra), approvato solo nel 2<strong>00</strong>6, sistema ruotantecentrale, con batteria e controller impiantabili e con trasferimento <strong>di</strong>energia transcutaneo.TET = tubo endotracheale.Fonti: JarvikHeart, www.jarvikheart.com; AbioCor, www.abiomed.com.186


M Bonacchi et al - Insufficienza car<strong>di</strong>aca terminale e assistenza car<strong>di</strong>ocircolatorianon esistono stu<strong>di</strong> clinici in grado <strong>di</strong> stabilire con certezza risultati,costi e benefici ottenibili in termini <strong>di</strong> sopravvivenza equalità <strong>di</strong> vita 21-23 . Esistono, però, evidenze forti che possonoservire da linea guida. L’assistenza meccanica è utilizzata soprattuttoin casi <strong>di</strong> shock postcar<strong>di</strong>otomico o altre situazionipotenzialmente reversibili, in cui si valuta possibile il recuperodella funzione car<strong>di</strong>aca (bridge to recovery) 24-26 o nei pazientiin con<strong>di</strong>zioni terminali non trapiantabili per lo stato critico,con lo scopo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> recuperarli dallo shock multiorganicoe renderli can<strong>di</strong>dabili al trapianto (bridge to transplantation)16,26,27 . In questi casi può essere necessario fare un’assistenzamono- o biventricolare ed i risultati <strong>di</strong>pendono dallecomplicanze connesse all’assistenza meccanica e dalle con<strong>di</strong>zionicliniche del paziente preimpianto.I risultati incoraggianti ottenuti con VAD pulsatili elettrici5,10,23 , ulteriormente migliorati con l’utilizzo delle pompe aflusso continuo 6,14,17,18 , permettono <strong>di</strong> prendere in considerazionel’utilizzo dei VAD come terapia definitiva, destinationtherapy o meglio <strong>di</strong> “lunga durata” con lo scopo <strong>di</strong> ottenereun ritorno alla vita normale. Esiste anche la possibilità, per ora<strong>di</strong>mostrata in una selezionata categoria <strong>di</strong> pazienti, <strong>di</strong> ottenereun inverse remodeling favorito dalla decompressione e riposofunzionale delle cavità car<strong>di</strong>ache e dall’impiego <strong>di</strong> terapiespecifiche in modo che, ritrovata una stabile funzione car<strong>di</strong>aca,si possa espiantare il VAD 24-30 .In base a questi criteri si possono <strong>di</strong>videre le assistenze (Figura11) in:- assistenze <strong>di</strong> breve durata: generalmente


G Ital Car<strong>di</strong>ol Vol 11 Marzo 20104550%confunzionesistolicapreservata(3.03.5milioni)Classe NYHAIIIb =3<strong>00</strong>350.<strong>00</strong>0Can<strong>di</strong>datiteoricialla“destinationtherapy”Abitanti:3<strong>00</strong>milioniInsufficienzacar<strong>di</strong>aca=2.5%(degliabitanti)6.57milioni<strong>di</strong>soggettiDisfunzionesistolica=5055%degliscompensati(3.03.5milioni)Classe NYHAIIIb+IV


M Bonacchi et al - Insufficienza car<strong>di</strong>aca terminale e assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoriaUno stu<strong>di</strong>o successivo 5 su 309 pazienti impiantati tra il novembre2<strong>00</strong>1 e il <strong>di</strong>cembre 2<strong>00</strong>5 e inclusi nel FDA DestinationTherapy Registry, <strong>di</strong>vide i pazienti in due categorie, a basso edalto rischio. La sopravvivenza è rispettivamente dell’81% edell’11% ad 1 anno e del 48% e 0% a 2 anni, <strong>di</strong>mostrando lanecessità <strong>di</strong> una più oculata (o, meglio, più precoce) selezionedei pazienti stessi.Un altro stu<strong>di</strong>o 23 , utilizzando il database dello stu<strong>di</strong>o RE-MATCH, ha <strong>di</strong>viso i pazienti in due gruppi in base al periodo<strong>di</strong> impianto (1998-1999 e 2<strong>00</strong>0-2<strong>00</strong>1) ed ha valutato gli outcomee gli eventi avversi. Ha così evidenziato che una gestionepiù attenta dei pazienti nella fase <strong>di</strong> selezione, impianto e follow-up,permette <strong>di</strong> ottenere sopravvivenze migliori (rispettivamente,ad 1 anno del 59 vs 44%; a 2 anni del 38 vs 21%, p= 0.029).Implicazioni cliniche della nuova generazione <strong>di</strong><strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenza ventricolare: i <strong>di</strong>spositivia turbina con flusso assiale continuoL’introduzione nell’uso clinico dei <strong>di</strong>spositivi a turbina o“pompe a turbina”, ha permesso <strong>di</strong> confermare i dati preclinicisul possibile utilizzo del flusso continuo 13-15 e sui notevolivantaggi in termini <strong>di</strong> efficienza, durata, complicanze tromboembolicheed infettive 6,7,14,16 . Questi vantaggi sono confermatida uno stu<strong>di</strong>o su 133 pazienti (in classe NYHA IV e statusUNOS 1 ed un’età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 50 anni) in cui venivano impiantatipompe assiali <strong>di</strong> tipo HeartMate II. Dopo 180 giorni, 1<strong>00</strong> pazienti(75%) avevano raggiunto uno dei principali outcomedello stu<strong>di</strong>o (trapianto car<strong>di</strong>aco, recupero della funzione car<strong>di</strong>acao sopravvivenza con supporto meccanico attivo). Inoltre,rispetto al REMATCH <strong>di</strong>minuivano notevolmente le complicanze:le infezioni passavano da 3.49 a 0.37, gli ictus da 0.67a 0.26, gli eventi neurologici non ictus da 0.67 a 0.26, lo scompensoventricolare destro da 0.30 a 0.08. Questi dati costituisconoil presupposto per poter ipotizzarne l’utilizzo come alternativaal trapianto soprattutto in soggetti sintomaticamentee clinicamente stabili 16,19 . L’affidabilità è <strong>di</strong>mostratadall’esperienza dell’impianto effettuato nel 2<strong>00</strong>0 con un <strong>di</strong>spositivoJarvik, su un paziente maschio <strong>di</strong> 60 anni 17 , affettoda car<strong>di</strong>omiopatia <strong>di</strong>latativa i<strong>di</strong>opatica con grave scompensoterminale. Subito dopo l’impianto il paziente riacquisì unacon<strong>di</strong>zione clinica accettabile e, dopo circa 3 mesi, era in classeNYHA I, rimanendo paucisintomatico e libero da eventicorrelati al <strong>di</strong>spositivo per 7.5 anni. La sua qualità <strong>di</strong> vita eraeccellente. La causa <strong>di</strong> morte non è stata correlata al <strong>di</strong>spositivo,come confermato dall’autopsia che ha <strong>di</strong>mostrato la perfettaintegrità della pompa e l’assenza <strong>di</strong> apposizioni trombotichesulla stessa 6,17 .Stato attuale dell’assistenza meccanica cometrattamento definitivo dell’insufficienza car<strong>di</strong>acaIl miglioramento dei risultati connesso all’utilizzo dei VAD <strong>di</strong>ultima generazione spinge a riconsiderare i percorsi clinicoassistenzialidei pazienti per poter trovare un maggior numero<strong>di</strong> soluzioni.I pazienti relativamente giovani in attesa <strong>di</strong> trapianto oche comunque presentano i criteri per entrare nelle liste <strong>di</strong> attesa,che si aggravano fino allo shock car<strong>di</strong>ogeno devono esseresottoposti ad assistenza meccanica perché altrimentiavranno una prognosi pessima 3,21,32 . L’assistenza può essere <strong>di</strong>breve, me<strong>di</strong>a o lunga durata e deve avere come fine o il recuperodella funzione car<strong>di</strong>aca (bridge to recovery) o il trapianto(bridge to transplantation). Utilizzando una pompa assiale,i pazienti possono rimanere in assistenza anche per lunghiperio<strong>di</strong> (anni) e si può decidere il momento dell’eventuale trapiantocon maggiore accortezza e serenità.I pazienti più anziani (60-65 anni) in lista <strong>di</strong> trapianto dalungo tempo, gravemente sintomatici, che necessitano <strong>di</strong> frequentiricoveri, con qualità <strong>di</strong> vita scadente e prognosi infaustaa breve termine (1-2 anni) 31 , hanno poche speranze <strong>di</strong> esseretrapiantati ed in ogni caso lo sarebbero con “cuori marginali”.Anche in questi casi si ha una chiara in<strong>di</strong>cazione all’impianto<strong>di</strong> VAD a flusso continuo come terapia definitiva ocomunque <strong>di</strong> lunga durata (destination therapy). Ugualmentei pazienti che hanno controin<strong>di</strong>cazione assoluta o relativaal trapianto (ipertensione polmonare, malattie sistemiche,neoplasie già operate, ecc.) hanno una ben definita in<strong>di</strong>cazioneall’assistenza <strong>di</strong> lungo termine 16,33 .Nonostante tutto, però, ancora non si considera l’impianto<strong>di</strong> un VAD all’interno <strong>di</strong> un complesso, ma possibile, programmaterapeutico per pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca.In genere si ha ancora la percezione dei VAD, basata sull’esperienzadei sistemi <strong>di</strong> prima generazione, caratterizzati da <strong>di</strong>sfunzionimeccaniche, <strong>di</strong>fficoltà gestionali e frequenti eventiavversi 5,6,11,21 . La non completa conoscenza dei risultati attualifa sì che il possibile impianto <strong>di</strong> VAD venga preso in considerazione,abitualmente, nei pazienti terminali già in insufficienzamultiorganica 32,34,35 . Quasi mai si valuta l’in<strong>di</strong>cazione insoggetti in con<strong>di</strong>zioni cliniche stabili, che trarrebbero i maggioribenefici dall’uso <strong>di</strong> un VAD. Un atteggiamento più aggressivotroverebbe conforto anche nella letteratura che suggeriscel’impiego estensivo dell’assistenza con pompe assialinei pazienti in status UNOS 2 o in classe 4, 5 e 6 INTERMACS 35(Tabella 7). Al contrario, purtroppo, attualmente circa l’80%dei VAD vengono impiegati in pazienti classificabili come categoria1 e 2 INTERMACS.Altro fattore che spiega la <strong>di</strong>fficoltà nel <strong>di</strong>ffondersi deiVAD come destination therapy è che il loro utilizzo è spesso limitatoai centri <strong>di</strong> trapianto, mentre gli in<strong>di</strong>vidui non trapiantabilima che potrebbero essere can<strong>di</strong>dati per la destinationtherapy non vengono inviati a tali centri e quin<strong>di</strong> non vengonovalutati in quest’ottica. Per garantire quin<strong>di</strong> la migliore assistenzaa questi pazienti, sarebbe necessaria una rete per loscompenso “piramidale”, che partendo dalla base inquadrasseil paziente e lo in<strong>di</strong>rizzasse alla struttura in grado <strong>di</strong> affrontarei problemi relativi alla stato clinico 36 .ConclusioniViste le recenti evoluzioni tecnologiche ed i risultati in termini<strong>di</strong> qualità e durata della vita ottenibili con VAD <strong>di</strong> ultimagenerazione, c’è da domandarsi quale sarà il loro impiego nelprossimo futuro e se mai potranno essere preferiti all’allotrapiantocar<strong>di</strong>aco. Il loro rapido sviluppo in termini <strong>di</strong> miniaturizzazione,affidabilità, biocompatibilità ed adattabilità li faavvicinare molto alle caratteristiche <strong>di</strong> un “VAD ideale” (Tabella8) e bisogna anche considerare che, superate le problematicheeconomiche iniziali, hanno il vantaggio <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>sponibiliper tutti i pazienti senza liste d’attesa.189


G Ital Car<strong>di</strong>ol Vol 11 Marzo 2010Tabella 7. Categorizzazione dei pazienti per l’in<strong>di</strong>cazione all’impianto<strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenza ventricolare (VAD) secondo lo US-Based InteragencyRegistry for Mechanical Circulatory Support (INTERMACS).Livello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioneall’impianto <strong>di</strong> VADDefinizione - caratteristiche clinicheLivello 1Livello 2Livello 3Livello 4Livello 5Livello 6Livello 7Crash and burn - pazienti con ipotensione refrattariaai trattamenti convenzionali con segni<strong>di</strong> ipoperfusione <strong>di</strong> organi che richiedonol’impianto <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoriaadeguato entro poche ore.Sli<strong>di</strong>ng on inotropes - pazienti con una funzionecar<strong>di</strong>aca in peggioramento nonostante iltrattamento inotropo, che richiedono l’impianto<strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoriaadeguato entro pochi giorni.Dependent stability - pazienti stabili con supportoinotropico endovenoso che non può essere<strong>di</strong>scontinuato, che richiedono l’impianto<strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoriaadeguato entro poche settimane.Frequent flyer - pazienti che richiedono l’impiantoin elezione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> assistenzacar<strong>di</strong>ocircolatoria adeguato entro mesi e comunqueprima che i trattamenti convenzionali<strong>di</strong>vengano inadeguati a curare gli eventiacuti con ripristino delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> base, inclusolo stato nutrizionale.Housebound - pazienti con limitazione alle attivitàdomiciliari quoti<strong>di</strong>ane. Il “timing” appropriatoper l’impianto è molto variabile e <strong>di</strong>pendedal mantenimento dello stato nutrizionale,della funzione <strong>di</strong> organi e della qualità <strong>di</strong>vita del soggetto.Walking wounded - pazienti asintomatici durantele attività quoti<strong>di</strong>ane anche fuori casa. Il“timing” appropriato per l’impianto è moltovariabile e <strong>di</strong>pende dal mantenimento dellostato nutrizionale, della funzione <strong>di</strong> organi edella tolleranza all’esercizio.Too well - pazienti stabili clinicamente con terapiame<strong>di</strong>ca ed attività fisica solo moderatamentelimitata. Il supporto con VAD non è in<strong>di</strong>cato(come il trapianto).Tabella 8. Caratteristiche <strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> assistenza ventricolare(VAD) impiantabile ideale.Biocompatibile (superfici <strong>di</strong> contatto atrombogene, totalmente automaticoed adattabile, pulsatile (?), silenzioso)Di piccole <strong>di</strong>mensioniAssenza <strong>di</strong> linee percutaneeAffidabile (10 milioni <strong>di</strong> battiti/anno o 4 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> giri/anno)Di bassi consumiFacile da impiantare e da espiantarePermette la <strong>di</strong>missione del pazienteDi basso costoL’assenza <strong>di</strong> trial prospettici ampi e ben strutturati che <strong>di</strong>mostrinoin modo inequivocabile l’efficacia e l’efficienza deinuovi VAD rende arduo persuadere i car<strong>di</strong>ologi a porre in<strong>di</strong>cazioneall’impianto <strong>di</strong> VAD e gli amministratori a finanziareprogrammi numericamente importanti 37 . Per ovviare a questoFigura 13. L’integrazione multi<strong>di</strong>sciplinare nell’assistenza, oltre all’evoluzionetecnologica dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenza ventricolare, sarà essenzialenei prossimi anni per rendere la terapia <strong>di</strong> assistenza meccanica paragonabileal trapianto in termini <strong>di</strong> sopravvivenza e qualità <strong>di</strong> vita.sono in corso <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong>, tra cui un trial multicentrico italiano,il DAVID (Dispositivo <strong>di</strong> Assistenza Ventricolare Impiantabilee ritorno a Domicilio), che hanno lo scopo <strong>di</strong> valutare la sopravvivenza,qualità <strong>di</strong> vita ed impatto economico delle pompeassiali utilizzate come destination therapy. In attesa <strong>di</strong> questirisultati è necessario avere un approccio multi<strong>di</strong>sciplinarecon una stretta collaborazione tra varie figure professionali inmodo da migliorare tutte le fasi della terapia (Figura 13): dall’ideazionealla produzione del <strong>di</strong>spositivo, dalla valutazionepreimpianto all’impianto, fino alla gestione postoperatoria edal reinserimento del paziente nella vita attiva e produttiva. Taleapproccio sembra oggi l’unico anello mancante per unacompleta attuazione e successiva riuscita <strong>di</strong> questa impegnativama affascinante strategia terapeutica.RiassuntoI pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca nelle fasi terminali presentanouna qualità <strong>di</strong> vita ed una prognosi pessima, in quanto gravati da sintomianche a riposo, necessità <strong>di</strong> frequenti ricoveri ospedalieri, terapiefarmacologiche complesse ed una mortalità ad 1 anno <strong>di</strong> circa il50%. Le opzioni terapeutiche sono scarse e non <strong>di</strong>sponibili per tutti.Pochi soggetti possono essere trapiantati e le terapie “alternative”me<strong>di</strong>che e chirurgiche hanno mostrato limitata capacità <strong>di</strong> influenzareprognosi e qualità <strong>di</strong> vita. Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anniha messo a <strong>di</strong>sposizione del clinico <strong>di</strong>spositivi car<strong>di</strong>ocircolatori <strong>di</strong> supportoutilizzabili sia per assistenza <strong>di</strong> breve/me<strong>di</strong>a durata che <strong>di</strong> lungadurata. L’evidenza clinica <strong>di</strong> sopravvivenze <strong>di</strong> lunga durata senzaeventi avversi correlabili al <strong>di</strong>spositivo, ottenuta con piccole pompe assiali<strong>di</strong> ultima generazione, permette <strong>di</strong> valutarne l’impiego in pazienticon controin<strong>di</strong>cazioni o poche possibilità <strong>di</strong> accedere al trapianto.Parole chiave: Insufficienza car<strong>di</strong>aca terminale; Sistemi <strong>di</strong> assistenzaventricolare; Trapianto car<strong>di</strong>aco.Bibliografia1. Redfield MM. Heart failure - an epidemic of uncertain proportions.N Engl J Med 2<strong>00</strong>2; 347: 1442-44.2. Stewart S, MacIntyre K, Hole DJ, Capewell S, McMurray JJ. More“malignant” than cancer? Five-year survival following a first admissionfor heart failure. Eur J Heart Fail 2<strong>00</strong>1; 3: 315-22.La prognosi dei pazienti con insufficienza car<strong>di</strong>aca terminale èpeggiore della me<strong>di</strong>a dei tumori maligni con una sopravvivenzaad 1 anno del 50%.3. Hunt SA. Taking heart - car<strong>di</strong>ac transplantation past, present andfuture. N Engl J Med 2<strong>00</strong>6; 355: 231-5.190


M Bonacchi et al - Insufficienza car<strong>di</strong>aca terminale e assistenza car<strong>di</strong>ocircolatoria4. Westaby S. Surgery for heart failure: now something for everyone?Heart Fail Clin 2<strong>00</strong>7; 3: 139-57.5. Lietz K, Long JW, Kfoury AG, et al. Outcomes of left ventricularassist device implantation as destination therapy in the post-RE-MATCH era: implications for patient selection. Circulation 2<strong>00</strong>7;116: 497-505.Valutazione delle conseguenze dell’evoluzione tecnologica dei<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenza ventricolare sul miglioramento dei risultatiottenibili con la destination therapy.6. Westaby S. Ventricular assist devices as destination therapy. SurgClin North Am 2<strong>00</strong>4; 84: 91-123.7. Bonacchi M, Acquafresca M, Maiani M, Sani G. Implanted Jarvik2<strong>00</strong>0 FlowMaker left ventricular assist device: three-<strong>di</strong>mensionalcomputed tomography reconstruction. Eur J Car<strong>di</strong>othorac Surg2<strong>00</strong>9; 35: 731.8. Report AIRT 2<strong>00</strong>8. http://www.airt.it/Attivita/Resoconti.html [accessedNovember 27, 2<strong>00</strong>9].9. Report ISLHT 2<strong>00</strong>8. www.ishlt.org/registries/slides.asp?slides=heartLungRegistry&year=2<strong>00</strong>8 [accessed November 27, 2<strong>00</strong>9].10. Rose EA, Gelijns AC, Moskowitz AJ, et al, for the RandomizedEvaluation of Mechanical Assistance for the Treatment of CongestiveHeart Failure (REMATCH) Study Group. Long-term mechanicalleft ventricular assistance for end-stage heart failure. NEngl J Med 2<strong>00</strong>1; 345: 1435-43.Primo trial che ha <strong>di</strong>mostrato l’efficacia dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenzaventricolare <strong>di</strong> prima generazione impiegati come destinationtherapy nel migliorare sopravvivenza e qualità <strong>di</strong> vitarispetto alla terapia me<strong>di</strong>ca.11. Pae WE, Connel JM, Adelowo A, et al, for the CUBS Study Group.Neurologic events with a totally implantable left ventricular assistdevice: European LionHeart Clinical Utility Baseline Study(CUBS). J Heart Lung Transplant 2<strong>00</strong>7; 26: 1-8.12. Faggian G, Santini F, Franchi G, Portner PM, Mazzucco A. Insightsfrom continued use of a Novacor Left Ventricular Assist Systemfor a period of 6 years. J Heart Lung Transplant 2<strong>00</strong>5; 24: 1444.13. Wakisaka Y, Taenaka Y, Chikanari K, et al. Long-term evaluationof a nonpulsatile mechanical circulatory support system. Artif Organs1997; 21: 639-44.14. Haft J, Armstrong W, Dyke DB, et al. Hemodynamic and exerciseperformance with pulsatile and continuous-flow left ventricularassist devices. Circulation 2<strong>00</strong>7; 116 (Suppl 11): I8-I15.Stu<strong>di</strong>o comparativo tra <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> assistenza ventricolare pulsatilie a flusso continuo che <strong>di</strong>mostra l’efficacia del flusso continuonel perfondere organi e tessuti anche in cronico senza effettiavversi correlabili al tipo <strong>di</strong> flusso.15. John R. Current axial-flow devices – the HeartMate II and Jarvik2<strong>00</strong>0 left ventricular assist devices. Semin Thorac Car<strong>di</strong>ovasc Surg2<strong>00</strong>8; 20: 264-72.16. Miller LW, Pagani FD, Russell SD, et al, for the HeartMate II ClinicalInvestigators. Use of a continuous-flow device in patientsawaiting heart transplantation. N Engl J Med 2<strong>00</strong>7; 357: 885-96.Evidenzia chiaramente la riduzione <strong>di</strong> eventi avversi correlati al<strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> assistenza ventricolare ottenibile con <strong>di</strong>spositivi aflusso continuo rispetto ai risultati storici ottenuti con <strong>di</strong>spositivi<strong>di</strong> assistenza ventricolare pulsatili.17. Westaby S, Frazier OH, Banning A. Six years of continuous mechanicalcirculatory support. N Engl J Med 2<strong>00</strong>6; 335: 325-7.18. Potapov EV, Jurmann MJ, Drews T, et al. Patients supported forover 4 years with left ventricular assist devices. Eur J Heart Fail2<strong>00</strong>6; 8: 756-9.19. Siegenthaler MP, Frazier OH, Beyersdorf F, et al. Mechanical reliabilityof the Jarvik 2<strong>00</strong>0 Heart. Ann Thorac Surg 2<strong>00</strong>6; 81: 1752-8.20. Koerfer R. Risk factor analysis for bridge to transplantation with theCar<strong>di</strong>oWest total artificial heart. 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