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Il bootstrap.Un’applicazione informatica per un problemadi ricampionamento 1Maria Teresa Morana 2 Mariano Porcu 3Abstract: The aim of this paper is to give a simple introduction to the bootstraptechniques showing a basic computer algorithm. The algorithm displays, stepby step, how to determinate a bootstrap confidence interval.Parole chiave: Bootstrap, Confidence Interval, Re-sampling Techniques.1 IntroduzioneSia X una v.c. rilevata su una data popolazione costituita da N unitàe sia (X 1 , . . . , X CC ) un campione C, di ampiezza CC, estratto senzareinserimento dalla stessa popolazione. Frequentemente gli analisti chelavorano su dati campionari nulla conoscono sulle caratteristiche dellapopolazione da cui viene estratto il campione stesso. Ciononostante,essi hanno la necessità di ottenere una stima (puntuale o intervallare)di uno o più parametri incogniti della popolazione e, allo stesso tempo,hanno bisogno di poter valutare le proprietà dello stimatore utilizzatoper ricavare tali grandezze. Il contesto nel quale gli analisti operanopuò essere parametrico, se sono note la funzione di distribuzione della1 Il lavoro è responsabilità comune degli autori, tuttavia sono opera di M.T.Morana i §§3 e 4, di M.Porcu i §§1, 2 e 3.1.5.2 MIUR – URST - Servizio Centrale per gli AA.GG. e per il Sist. Informativo eStatistico - Ufficio di Statistica - P.zza J.F. Kennedy, 20 — 00144 Roma.3 Università degli Studi di Cagliari – Dipartimento di Ricerche Economiche eSociali – V.le S. Ignazio da Laconi, 78 — 09123 Cagliari.1


popolazione da cui si estrae il campione e la funzione di distribuzionedello stimatore; non parametrico quando tali funzioni sono incognite.In termini più specifici, si vuole stimare una caratteristica della popolazione,poniamo θ, attraverso le osservazioni raccolte nel campioneC, nulla conoscendo sulla distribuzione della v.c. X e determinare ilgrado di accuratezza della stima ˆθ fatta.La soluzione di questo problema può essere analitica, individuando– sotto certe condizioni – la distribuzione esatta o asintotica dellostimatore utilizzato, oppure empirica attraverso l’impiego di tecnichedi simulazione e di ricampionamento. Lo scopo di questo lavoro èquello di presentare un aspetto di quest’ultimo approccio indicandogli elementi caratterizzanti della metodologia bootstrap e proponendoun algoritmo per la sua implementazione informatica.2 Cenni sulla metodologia bootstrap2.1 L’idea di baseL’idea base del bootstrap fu introdotta nel 1979 da Bradley Efron[2]proponendo una metodologia basata su calcoli informatici finalizzatialla stima dello scarto quadratico medio di una stima ˆθ. Il bootstrapè, quindi, una di quelle metodologie statistiche che nell’ambito anglosassonevengono dette computer intensive; trova cioè la sua ragioned’essere nella possibiltà di disporre di adeguati strumenti di calcoloelettronico 4 . Fatta eccezione per questo limite, al giorno d’oggi tutt’altroche insuperabile, il metodo, come dicono Efron e Tibishrami(1993), ‘enjoys the advantage of being completely automatic’. A ciò siaggiunga che la stima bootstrap dello scarto quadratico medio di ˆθ, nonrichiedendo assunzioni teoriche particolari sulla popolazione in riferimentoalla quale è calcolata, non risulta influenzata dalla complessitàmatematica dello stimatore impiegato.4 La metodologia è ‘avida’ di tempo computazionale e se non si ricorresse all’usodi calcolatori elettronici la sua implementazione sarebbe talmente laboriosa dascoraggiarne l’impiego in assoluto.2


La logica su cui poggia il bootstrap può essere illustrata come segue:dato un campione iniziale X = (X 1 , . . . , X CC ) estratto da unavariabile casuale X con distribuzione F (x, θ) si stima il parametro θmediante ˆθ = ˆθ(X 1 , . . . , X CC ); dal campione iniziale si estraggono conripetizione altri campioni Xb ∗ = (X∗ b1 , . . . , X∗ bCC) su ciascuno dei qualisi stima con lo stesso stimatore ˆθ b ∗ = ˆθ(X b ∗ ) il parametro di interesse. Inpratica, siamo di fronte ad una situazione simile a quella efficacementedescritta da Hall[3] impiegando la metafora della bambola matryoshkarussa: il ricercatore deve stimare il numero delle lentiggini dipinte sulviso della matryoshka più grande (quella che contiene tutte le altrebambole) che è andata perduta, partendo dal numero delle lentigginicontate sui visi delle bambole più piccole.2.2 Aspetti formaliFormalmente, la metodologia si articola in due fasi fondamentali; laprima è quella in cui un campione C, che d’ora in avanti chiameremoanche ‘campione principale’, di ampiezza CC viene estratto senza ripetizioneda una popolazione X; la seconda è quella in cui viene estrattoda C, con reinserimento, un sub-campione di ampiezza CC (d’ora inpoi ‘campione bootstrap’); questa seconda fase viene ripetuta B volte.Tale ripetizione, che deve avvenire un numero ‘sufficientementegrande’ di volte, ha lo scopo di portare ad una approssimazione dell’universodei campioni di ampiezza CC ottenibili con reinserimento[6]da C. Tutto ciò detto, si indicherà con ( b X1 ∗, ..., b XCC ∗ | x 1, . . . , x CC )la v.c. descritta dal b-esimo campione bootstrap (b = 1, . . . , B) condizionatodal fatto che dalla popolazione sia stato estratto il particolare‘campione principale’ C; la v.c. ( b X1 ∗, ..., b XCC ∗ | x 1, ..., x CC )varierà nell’insieme costituito dall’universo dei campioni bootstrap dinumerosità CC estraibili da C.Al termine di questa seconda fase, l’obiettivo sarà quello di determinarelo scarto quadratico medio di ˆθ e, a tale scopo, si utilizzerà ladistribuzione empirica ˆF del ‘campione principale’ anziché l’incognitadistribuzione F della popolazione da cui C è stato estratto. Per mag-3


Campioni Stime StimaDistr. bootstrap bootstrap bootstrapempirica di dim. CC di ˆθ dello sqm↓ ↓ ↓ ↓¡x 1 −→ ˆθ∗ (1) = sqm(x ∗1 )x 2 −→ ˆθ∗ (2) = sqm(x ∗2 )↗ x 3 −→ ˆθ∗ (3) = sqm(x ∗3 ) ↘£¥¤..ˆF −→ x −→ ˆθ∗ (b) = sqm(x ∗b ) −→↘... ↓. ↗ ↓.. ↓x −→ ˆθ ∗ (B) = sqm(x ∗B ) ↓¦¨§ŝqm B = [ ∑ Bb=1][ˆθ ∗ (b)−ˆθ ∗ (·)] 2 1/2B−1dove:ˆθ∗ (·) = ∑ B ˆθ ∗ (b)b=1 BFigura 1: Schema concettuale della stima bootstrap dello sartoquadratico medio (Efron, 1993)41


gior chiarezza viene riproposto nella Figura 1 l’algoritmo presentatoda Efron (1993).Tutti i possibili campioni, diversi per almeno un elemento, che sipotrebbero estrarre da X, sono:( ) 2CC − 1CCNella maggior parte dei casi, però, si tratta di un numero troppo elevato,pertanto si procede estraendo da X un numero di campioni piùpiccolo (B) la cui grandezza dipende dalla disponibilità dei mezzi dicalcolo utilizzabili nonché dal tipo di stime che si vogliono ottenere: l’idealesarebbe un numero B → ∞ ma, fortunatamente, esistono precisicriteri per stabilire un numero B < ∞ che sia ugualmente soddisfacente.Tali criteri possono essere esplorati nel dettaglio[2], qui riportiamoalcune ‘rules of thumb’ per determinare B:• 30 < B < 50 per stimare i momenti;• B = 50 per ottenere stime affidabili dello scarto quadraticomedio di ˆθ sotto la distribuzione empirica ˆF : SQM ˆF(ˆθ);• molto raramente è richiesto B ≥ 200 per stimare uno SQM.• B almeno uguale a 1000 per stimare la distribuzione di campionamentodello stimatore o per costruire intervalli di confidenza[1].La stima bootstrap del parametro di interesse θ è data da:quella della varianza di ˆθ è:ˆθ B = 1 BB∑ˆθ b ∗ , (1)b=1ˆV B (ˆθ) = 1 B∑(ˆθ b ∗ B − 1− ˆθ B ) 2 . (2)5b=1


In questo modo, simulando l’estrazione di più campioni, è possibilestimare la distribuzione bootstrap di ˆθ senza fare assunzioni sullaforma della popolazione per cui tale grandezza è ricercata.3 Applicazioni del BootstrapL’ ambito applicativo più importante del bootstrap è quello della costruzionedi intervalli di confidenza. L’approccio classico a questa categoriadi procedure inferenziali prevede l’uso di statistiche pivotali edelle loro distribuzioni esatte o asintotiche. Nella generalità dei casi,allorquando si ottiene con i dati campionari una stima ˆθ della caratteristicaθ su cui si investiga, si assume che, all’aumentare dell’ampiezzadel campione C, la distribuzione di ˆθ approssimi sempre di più quelladella Normale con E(ˆθ) = θ. Considerato ciò, l’intervallo di confidenzaper θ, al livello di confidenza 1 − α, viene calcolato con la formula:ˆθ ± z α/2 ŝqm (3)dove il valore di z α/2 viene ottenuto dalle tavole della distribuzioneNormale standardizzata[2] e ŝqm è la stima dello scarto quadraticomedio di ˆθ.I problemi connessi con questa impostazione metodologica sonolegati al fatto che il ricercatore, il più delle volte, postula l’appartenenzadella popolazione oggetto di studio ad una famiglia parametricanota (ad esempio la famiglia esponenziale): la veridicità di questa assunzionemolto spesso non risulta controllabile. Il metodo bootstrappermette di superare il problema insito nella formulazione di ipotesi distributivenon verificabili e consente al ricercatore di ottenere intervallio regioni di confidenza più affidabili.3.1 Metodi per la determinazione degli I.C.Esistono vari metodi bootstrap per la determinazione degli intervallidi confidenza, i principali sono i seguenti:a) Metodo dell’intervallo t-bootstrap6


) Metodo del percentilec) Metodo del percentile correttod) Metodo del percentile corretto e accelerato.3.1.1 Metodo dell’intervallo t-bootstrapPer ciascuno dei B campioni bootstrap si calcola la quantità pivotaleZ ∗ b = ˆθ ∗ b − ˆθŝqm ∗ b(4)dove ŝqm ∗ b è la stima dello scarto quadratico medio di ˆθ ∗ b . Pertanto,l’intervallo di confidenza al livello (1 − 2α) è dato da:[ˆθ − ˆt (1−α) ŝqm,ˆθ − ˆt (α) ŝqm]dove ˆt (α) e ˆt (1−α) sono, rispettivamente, l’ α-esimo e l’ (1 − α)-esimopercentile della distribuzione bootstrap di Z ∗ b , ovvero ˆt (α) è tale cheP [Z ∗ b ≤ ˆt (α) ] = α (o, altrimenti, −→ [#Z∗ b ≤ˆt (α) ]B= α).L’utilizzo di questo tipo di intervallo è condizionato dal fatto che essonon è invariante per trasformazioni.3.1.2 Metodo del percentile (BP)Il calcolo dell’I.C. fatto con questo metodo si basa sull’utilizzo deipercentili della distribuzione bootstrap cumulata di ˆθ ∗ . Gli estremidell’intervallo di confidenza al livello (1 − 2α) sono:[ˆθ ∗(α) , ˆθ∗(1−α) ] oppure [ˆθ −ˆθ (1−α)dsqm∗√B, ˆθ −ˆθ∗(α)dsqm ∗√B].7


Una proprietà di tale intervallo, che lo fa preferire a quello visto inprecedenza, è che è invariante per trasformazioni monotone ed è ancherange-preserving, ovvero i suoi estremi ricadono sempre entro l’intervallodi variazione del parametro di interesse. Il metodo del percentilemetodologicamente è ritenuto particolarmente affidabile in quanto offreil miglior livello di copertura[2]. Un suo limite, invece, è che essorisulta poco accurato a meno che la dimensione dei sub-campioni nonsia sufficientemente grande.3.1.3 Metodo del percentile corretto (BC)Talvolta per la costruzione di I.C. è vantaggioso ricorrere alle proprietàdella distribuzione Normale. Ciò può essere fatto mediante unatrasformazione monotona ϕ(·) di ˆθ del tipo:ϕ = ˆθ − θτ+ z 0 (5)tale da indurre la normalità di ˆθ e dove τ è costante. Nei casi in cuiè ammissibile una trasformazione come la (5) il metodo del percentilefornisce un intervallo di confidenza distorto. Efron ha dimostrato cheponendo:⎧⎪⎨z 0 = G −1 {F ∗ (ˆθ, ˆF )}ˆθ ∗(α) = F ∗−1 {G(z (α) + 2z 0 )}⎪⎩z (α) = G −1 (α)l’intervallo di confidenza al livello (1 − 2α) risulta uguale a:[ˆθ −dsqm √B ˆθ∗(1−α) ,ˆθ −dsqm √B ˆθ∗(α) ].Nelle applicazioni pratiche solitamente si può usare al posto di G(·) ladistribuzione normale standardizzata φ(·) per cui:8


⎧⎨⎩z 0 = φ −1 {F ∗ (ˆθ, ˆF )}z (α) = φ −1 (α).In particolare, si osserva che se z 0 = 0 l’intervallo BC coincide conquello BP.3.1.4 Metodo del percentile corretto-accelerato (BCA)Questo metodo trova il suo impiego quando è possibile ipotizzare chela distribuzione bootstrap sia non simmetrica intorno a ˆθ e che lavarianza di quest’ultima caratteristica sia funzione di θ. In questo casooccorre trasformare ˆθ in modo da stabilizzare la varianza ed eliminarel’asimmetria della distribuzione. Una trasformazione che consente disuperare entrambi i problemi è quella proposta sempre da Efron:ϕ = ˆθ−θ1+aθ + z 0.Ponendo:⎧⎪⎨ˆθ ∗(α) = Fn ∗−1 {G[z 0 + zα +z 01−a(z α +z 0 ) ]}⎪⎩z 0 = G −1 {F ∗ (ˆθ, ˆF )} solitamente z 0 = φ −1 {F ∗ (ˆθ, ˆF )}l’intervallo di confidenza al livello (1 − 2α) è il seguente:sqm ˆ[ˆθ − √ ˆθ∗(1−α) B, ˆθ − ˆsqm √B ˆθ∗(α) ].In casi come questo è necessario stimare sia la costante di correzionedell’asimmetria z 0 sia la costante di accelerazione a; un modo perstimare quest’ultima può essere[2]:â =PBb=1 [ˆθ(·)−ˆθ(b)] 36{PBb=1 [ˆθ(·)−ˆθ(b)] 2 } 3 2dove ˆθ(·) =PBb=1 ˆθ(b)B.L’intervallo BCA è invariante per trasformazioni monotone ed ha ungrado di accuratezza del II ordine. Naturalmente, se a = 0 allora BCA= BC; se a = 0 e z 0 = 0 allora BCA = BC = BP.9


3.1.5 Determinazione dell’errore di coperturaˆθ∗∗INFUn modo per valutare la validità di un intervallo di confidenza è quellodi misurare l’errore di copertura, dato dalla differenza tra il livello diconfidenza effettivo e quello nominale.Il livello di confidenza effettivo viene determinato attraverso il calcolodel numero di intervalli bootstrap contenenti il parametro ˆθ stimatocoi dati del campione principale, tenendo sempre conto del fattoche nulla si conosce sul vero parametro θ della popolazione. È quindinecessario stimare, per ciascuno dei B campioni bootstrap, altrettantiintervalli di confidenza, ovvero, estrarre da ogni b-esimo campione(b = 1, . . . , B) altri W sub-campioni bootstrap ed iterare il procedimento.In altri termini, allorché da ogni sub-campione bootstrap siestraggono W sub-sub-campioni bootstrap, su ciascuno di essi si calcolanole statistiche ˆθ ∗∗ (nel caso dell’utilizzo del metodo del percentilesi ordinano) e si determina per ciascuno dei B campioni il rispettivo intervallodi confidenza (cioè e ˆθ∗∗SUP). A questo punto, si verifica sela grandezza campionaria ˆθ si trova o meno entro ciascun intervallo[4]:il livello di confidenza effettivo è dato dalla frazione di intervalli checontengono ˆθ. Un procedimento di questo tipo è ovviamente vincolatoalla possibilità di incrementare notevolmente il tempo computazionalea disposizione.Proprio per ridurre il numero di estrazioni e, conseguentemente,ottimizzare il tempo computazionale è possibile stimare solo la varianzadella seconda distribuzione bootstrap (che richiede un numero diestrazioni inferiore), assumendo che la distribuzione di campionamentostandardizzata della statistica ˆθ sia ben approssimata dalla distribuzionedi campionamento bootstrap standardizzata. Tuttavia, esistonoaltre tecniche di ricampionamento che riducono il numero di campioninecessario per l’implementazione del bootstrap iterato e che garantisconoun buon livello di accuratezza degli intervalli. Tra queste tecnichesi ricordano il bootstrap bilanciato, il bootstrap antitetico e il bootstrapbilanciato ed antitetico[2], [3], [4].10


4 L’algoritmoL’applicazione informatica per l’implementazione di un programma ingrado di calcolare un intervallo di confidenza bootstrap ed il relativoerrore di copertura è stata scritta nel linguaggio di programmazioneQuick Basic 5 utilizzando il software di compilazione della Microsoftnella versione 4.5. Considerato il linguaggio di programmazione sceltoed il carattere puramente esemplificativo dell’elaborazione, si è decisodi stimare la media di una distribuzione Normale con parametri incognitie di costruire un intervallo di confidenza seguendo il metodo delpercentile (BP).Nella stesura del programma si è scelto di generare anche la popolazioneda cui è stato successivamente estratto il campione principale sucui è stata calcolata la statistica oggetto di interesse, questo per averela possibilità di conoscere anticipatamente il vero valore della grandezzastimata nel campione. Pertanto è stata generata una popolazioneNormale di dimensione L e di parametri 6 (M, V 2 ). Nell’algoritmo sonostate anche inserite alcune subroutine per l’implementazione delleprocedure di ordinamento e di calcolo della media aritmetica e delloscarto quadratico medio.1. Generazione della Popolazione Normale:Il metodo impiegato per la generazione degli L numeri pseudocasualidistribuiti normalmente è quello proposto da Box eMuller[7] che fa uso di due numeri pseudo-casuali u e v generaticon il metodo congruenziale puro 7 e distribuiti uniformementenell’intervallo (0, 1):(a) Generazione di due numeri casuali Uniformi in [0,1] utilizzandola formula di Lehmer (si osservi che il numero u5 La scelta del linguaggio di programmazione è di pura convenienza e non èdeterminante ai fini degli obiettivi del presente articolo.6 Nel resto del programma si assume, comunque, che tale distribuzione non sianota.7 Nel programma si è posto il seme iniziale X 0 = T IMER; mentre si sono assunticostanti il periodo P = 20000 e λ = 11.11


non è generato nell’intervallo [0,1] ma viene ricondotto aquest’ultimo dividendolo per la costante P ):⎧⎨ u i = λu i−1 (Mod P )⎩v i = u iP∀i = 1, . . . , L.(b) Generazione di L numeri casuali da una distribuzione Normalestandardizzata mediante la formula di Box-Muller:utilizzando i due numeri ottenuti nel punto (a), un numeropseudo-casuale distribuito secondo una normale standardizzataè dato da una delle seguenti trasformazioni:⎧⎨ Z 1 = √ −2 log v 2 sin 2πv 1⎩Z 2 = √ −2 log v 2 cos 2πv 1 .(c) Trasformazione dei valori della Normale standardizzata invalori di una Normale di media M e s.q.m. V utilizzando:X iN(M,V ) = M + Z ij V ∀i = 1, . . . , L ; j = 1, 2.2. Estrazione del ‘Campione principale’ dalla PopolazioneNormale generata:Dalla popolazione Normale generata si estrae un campione casualesistematico senza ripetizione di dimensione CC (il campioneprincipale C), sul quale verranno successivamente stimati ilparametro di interesse (AV ) e lo scarto quadratico medio (SE).(a) Calcolo del passo di estrazione per la selezione sistematicadegli elementi di X che entreranno a far parte del campioneprincipale C.(b) Generazione di un numero casuale intero Uniforme da cuiiniziare la selezione sistematica dei CC elementi di C.(c) Calcolo della media aritmetica e dello scarto quadraticomedio del campione principale.12


(d) Identificazione degli elementi di C.3. Estrazione dal ‘Campione principale’ dei B campionibootstrap e determinazione di altre stime bootstrap:Dal campione principale (quello che mima la popolazione a noiincognita) si estraggono con reinserimento 8 B campioni di ugualenumerosità CC.Per ciascuno dei B campioni bootstrap viene poi stimato il parametrodi interesse (AV (b) , b = 1, . . . , B), utilizzando il medesimoalgoritmo del campione iniziale e il relativo scarto quadraticomedio (SE (b) , b = 1, . . . , B). La stima bootstrap del parametrodi interesse è data dalla media delle corrispondenti stime calcolatesu ciascun campione: nel caso in esame è la media delle medie(AV EB). Nel dettaglio le operazioni sono:(a) Selezione (attraverso la generazione di numeri casuali Uniformiinteri nell’intervallo [1, CC]) dei CC elementi cheentrano a far parte del b-esimo sub-campione (b = 1, . . . , B).(b) Calcolo della media aritmetica e dello s.q.m.sub-campione bootstrap.di ciascun(c) Calcolo della media aritmetica delle B medie bootstrap.(d) Ordinamento delle B medie bootstrap.(e) Calcolo dello s.q.m dello stimatore bootstrap della mediaaritmetica AV EB.4. Determinazione attraverso il metodo dei percentili dell’intervallodi confidenza per la stima ˆθ:A questo punto, ordinato il vettore delle medie, viene stimata ladistribuzione bootstrap delle frequenze cumulate calcolando:ˆF cum ∗ = ∑ Bb=1 ˆF ∗ (b) dove ˆF ∗ (b) = 1 B∀b = 1, ..., B8 Per convenienza di calcolo, nel programma è previsto un controllo su B in mododa ottenere sempre un numero dispari.13


pertanto, fissato il livello di confidenza nominale (1 − 2α), si sonodeterminati l’α-esimo e l’(1 − α)-esimo percentile della distribuzionebootstrap (coincidenti, rispettivamente, con gli estremiinferiore e superiore dell’I.C.).(a) Calcolo dei percentili della distribuzione delle medie bootstrap.(b) Assegnazione agli estremi 100α-esimo e 100(1 − α)-esimodei corrispondenti valori nel vettore ordinato delle B stime.(c) Determinazione degli estremi inferiore e superiore dell’intervallodi confidenza per la stima AV utilizzando la formula[1]:[AV −o, più semplicemente:AV ∗(1−α)· SE ˆ√B; AV +[AV ∗(α) , AV ∗(1−α) ].5. Determinazione dell’errore di copertura:AV ∗(α)· ˆ SE √B].L’ultima parte dell’algoritmo è dedicata al calcolo dell’errore dicopertura (EC) per il quale si è valutato il livello effettivo (LE)da confrontare, successivamente, con quello nominale (ALF A).A tale scopo:(a) Da ciascuno dei B campioni bootstrap vengono estratti,senza reinserimento, altri W campioni di dimensione CC e,ripetendo l’algoritmo precedente, si individuano B intervallidi confidenza.(b) Per valutare il livello effettivo di copertura, vengono inseritinel programma due contatori:• K: si aggiorna ogni volta che il b-esimo intervallo (b =1, . . . , B) contiene la stima della media del campioneprincipale (AV );14


• S: si aggiorna ogni volta che AV eguaglia uno deidue estremi del b-esimo intervallo di confidenza (b =1, . . . , B).(c) Terminato tale controllo per i B intervalli di confidenza, siha:(K + S)LE =BEC = LE − ALF A.La misurazione dell’errore di copertura permette di avereindicazioni sulla bontà del metodo utilizzato.15


Riferimenti bibliografici[1] Capursi V., D’Esposito M. R., La Roca M., Lombardo A., VitaleC., Jackknife, Bootstrap e Verosimiglianza Empirica: una review,pubblicata a cura del Centro di Specializzazione e Ricerche, Portici(NA), 1993.[2] Efron B., Tibshirani R.J., An introduction to the bootstrap,Chapman & Hall, London,1993.[3] Hall P., The bootstrap and Edgeworth expansion, Springer & Verlag,New York, 1992.[4] Lombardo A., Bootstrap e statistiche pivotali, Dispense del Seminarioal Corso di Dottorato di Ricerca in Statistica Applicatadell’Università di Palermo, giugno 1998.[5] Mineo A., Considerazioni critiche su due metodi di ricampionamento:il jackknife e il bootstrap, in Quaderni di Statistica e Econometria,Atti del Convegno su ‘Metodi di ricampionamento e modellistatistici’, Napoli 5-6 novembre 1990, vol. XII, pp. 105-130.[6] Pieraccini L., Alcune riflessioni sui fondamenti teorici del metodobootstrap in Quaderni di Statistica e Econometria, vol. XII, 1990.[7] Rizzi A., Generazione di distribuzioni statistiche mediante unelaboratore elettronico, in Quaderni di Statistica, n. 1, 1977.[8] Shao Jun, Dongsheng Tu, The jackknife and bootstrap, Springer &Verlag, New York, 1995.16

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