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La tecnologia e l'innovazione nel processo di - Unioncamere ...

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<strong>La</strong> <strong>tecnologia</strong> e l’innovazione<strong>nel</strong> <strong>processo</strong> <strong>di</strong>internazionalizzazione dellaLombar<strong>di</strong>aA cura <strong>di</strong>:per UNIONCAMERE LOMBARDIAluglio 2012


SommarioIntroduzione e sintesi .................................................................................................. 21 Le performance della Lombar<strong>di</strong>a sui mercati internazionali ...................... 82 Gli in<strong>di</strong>catori dell’innovazione .................................................................... 172.1 Il gap <strong>di</strong> produttività ........................................................................... 172.2 <strong>La</strong> ricerca e sviluppo: spesa e occupazione ...................................... 202.3 L’attività brevettuale ........................................................................... 24Nota metodologica .................................................................................................... 31i


Introduzione e sintesiL’evoluzione dell’economia su scala mon<strong>di</strong>ale è caratterizzata negli ultimidecenni dalla progressiva integrazione dei mercati dei beni, dei servizi e deifattori produttivi 1 . A partire dagli anni ‘90, infatti, tale <strong>processo</strong> subisce unaforte accelerazione, favorito da tecnologie dell’informazione e dellacomunicazione sempre più sofisticate che ampliano le possibilità <strong>di</strong>investimento in aree geograficamente lontane, permettendo una piùefficiente allocazione delle <strong>di</strong>verse fasi del <strong>processo</strong> produttivo.In un simile contesto le imprese si trovano a mettere alla prova la propriacapacità <strong>di</strong> sfruttare le opportunità offerte dalla riorganizzazione dellaproduzione su scala globale e <strong>di</strong> fronteggiare la concorrenza dei paesiemergenti che in determinate produzioni ottengono ampi vantaggi <strong>di</strong> costorispetto alle economie avanzate. Per le imprese <strong>di</strong>venta essenziale,pertanto, mettere in atto strategie finalizzate a trovare e rafforzare lapropria collocazione lungo catene produttive internazionali sempre piùarticolate e <strong>di</strong>namiche.L’evoluzione del commercio internazionale della Lombar<strong>di</strong>a può essere utilead evidenziare il posizionamento della regione sui mercati globali, maappare anche necessario declinare l’analisi a livello settoriale in base alcontenuto tecnologico dei beni esportati. Infatti un elemento essenziale permantenere il proprio posizionamento su mercati sempre più competitivi eglobalizzati risiede <strong>nel</strong>la valorizzazione delle produzioni più <strong>di</strong>fficilmenteimitabili, caratterizzate da un valore aggiunto relativamente più elevato.<strong>La</strong> Lombar<strong>di</strong>a mostra una specializzazione dell’export nei beni a me<strong>di</strong>o-alta<strong>tecnologia</strong> elevata e superiore a quella dell’Italia; la specializzazione neiprodotti ad alta <strong>tecnologia</strong>, invece, è ancora molto bassa, per quanto increscita (cfr. par. 1). Tra il 1999 e il 2010 la regione (come l’Italia) perdequota sui mercati internazionali e tale per<strong>di</strong>ta coinvolge anche i comparti apiù elevato contenuto tecnologico. Rispetto all’Italia la Lombar<strong>di</strong>a presenta,comunque, alcuni vantaggi: la struttura dell’export regionale, infatti, èmaggiormente orientata verso i beni a più elevato contenuto tecnologico edurante la grande recessione sono state soprattutto le performance deicomparti ad alta e me<strong>di</strong>o-alta <strong>tecnologia</strong> a consentire un risultatocomplessivo relativamente migliore per la Lombar<strong>di</strong>a rispetto al totalenazionale.1 Cfr. Miotti S., Sachwald F. (2007) National production systems in the newglobalization phase, IFRI, Paris.2


Gli elementi positivi sopra evidenziati non sono comunque stati tali daimpe<strong>di</strong>re la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> competitività rappresentata dalla riduzione del pesodella regione sul commercio mon<strong>di</strong>ale. Se dunque <strong>tecnologia</strong> e innovazionegiocano un ruolo sempre più cruciale per guadagnare competitività suimercati internazionali viene da chiedersi in che misura la strutturaproduttiva lombarda sia capace <strong>di</strong> incorporare i processi innovativi.Valutare l’innovazione, tuttavia, è un compito arduo, in primo luogo perchél’oggetto <strong>di</strong> misura sfugge ad una definizione rigorosa, mentre,comprendendo un ampio spettro <strong>di</strong> attività formali e informali, assumecontorni sempre più sfumati 2 . L’analisi a livello regionale, inoltre, ècomplicata da una <strong>di</strong>sponibilità delle informazioni più modesta rispetto aquella utilizzabile a livello nazionale. Tenendo a mente tali caveat, ci sipropone <strong>di</strong> interpretare le performance della Lombar<strong>di</strong>a sui mercatiinternazionali sulla base degli in<strong>di</strong>catori, <strong>di</strong>sponibili a livello regionale, piùcomunemente utilizzati per valutare l’entità dei processi innovativi.In primo luogo il gap <strong>di</strong> produttività rispetto ad un paese leader in<strong>tecnologia</strong> e innovazione misura la capacità <strong>di</strong> una regione <strong>di</strong> sfruttare iguadagni <strong>di</strong> efficienza che scaturiscono dall’utilizzo della migliore<strong>tecnologia</strong>/innovazione <strong>di</strong>sponibile (cfr. par. 2.1). A tal proposito colpiscel’ampliamento del gap <strong>di</strong> produttività con gli Stati Uniti a partire dallaseconda metà degli anni ’90. Tale tendenza, estesa a tutti i principali paesieuropei, si riconduce alla <strong>di</strong>versa capacità <strong>di</strong> incorporare nei processiproduttivi investimenti in tecnologie dell’innovazione e della comunicazione(ICT) che hanno incoraggiato relativamente <strong>di</strong> più la crescita dellaproduttività statunitense. Tra il 1997 e il 2007, infatti, il gap si ampliaparticolarmente negli apparecchi meccanici, elettrici, ottici e mezzi <strong>di</strong>trasporto, comparti <strong>di</strong> particolare rilievo per il sistema produttivo lombardo.Si tratta <strong>di</strong> comparti caratterizzati da un contenuto tecnologico/innovativonotevole e nei quali l’impatto dell’ICT negli Stati Uniti ha svolto un ruolocruciale <strong>nel</strong> favorire l’aumento della produttività.Per quanto riguarda la ricerca e sviluppo delle imprese (par. 2.2), nonavendo dati riferiti ai singoli comparti, è più <strong>di</strong>fficile il collegamento con leperformance realizzate sui mercati internazionali; vero è, comunque, che lariduzione dell’incidenza della regione sul commercio internazionale potrebbeessere almeno in parte riconducibile ad un’attività <strong>di</strong> ricerca e sviluppoinsufficiente. A tal proposito l’incidenza della spesa in ricerca e svilupposvolta dalle imprese sul PIL regionale a partire dalla seconda metà deglianno ’90 si presenta piuttosto statica con modeste oscillazioni attorno alvalore registrato <strong>nel</strong> 1980; più <strong>di</strong>namica e superiore al valore rilevato2 Cfr. http://www.oecd.org/dataoecd/51/28/45326349.pdf3


<strong>nel</strong>l’anno d’inizio della serie (1993) è l’incidenza della spesa in ricerca esviluppo dell’università sul PIL, ma a tal proposito bisognerebbe valutarel’efficienza dell’interazione tra ricerca accademica e sistema produttivo.Un’in<strong>di</strong>cazione in tal senso proviene dal rapporto Netval 3 da cui emerge cheal 31/12/2011 delle 990 imprese italiane spin-off 4 della ricerca pubblica,l’11,5% ha sede in Lombar<strong>di</strong>a e che <strong>nel</strong>la regione tale esperienza è tra lepiù consolidate, come testimoniato dall’età me<strong>di</strong>a delle imprese <strong>di</strong> questotipo (8,1 anni rispetto ai 6,8 dell’Italia).Un’altra in<strong>di</strong>cazione dell’innovazione proviene dall’attività brevettuale cherappresenta l’output del <strong>processo</strong> creativo, in particolare <strong>di</strong> quello che siritiene possa avere un impatto commerciale più intenso (par. 2.3). L’attivitàbrevettuale della Lombar<strong>di</strong>a cresce notevolmente tra il tra il 1980 e il 2006e si tratta <strong>di</strong> un incremento che coinvolge tutti i comparti ad eccezione dellachimica e metallurgia, settori comunque rilevanti per il sistema produttivoregionale. Nel biennio seguente si assiste ad un certo ri<strong>di</strong>mensionamentodell’attività brevettuale <strong>di</strong>ffuso in tutti i comparti, ma relativamente piùmarcato <strong>nel</strong>l’ICT e <strong>nel</strong>l’high tech. Nel 2008 l’attività brevettuale lombarda siconcentra maggiormente <strong>nel</strong> comparto tecniche industriali e trasporti e inquello delle necessità correnti della vita: in entrambi i casi si tratta <strong>di</strong>attività piuttosto <strong>di</strong>somogenee caratterizzate da un contenuto tecnologicomolto <strong>di</strong>fferenziato. Sempre <strong>nel</strong> 2008 il terzo posto in termini <strong>di</strong> domande <strong>di</strong>brevetto su PIL regionale spetta al comparto ICT, <strong>di</strong> cui quote significative,riferite alle telecomunicazioni e al comparto dell’ “altro ICT”, generano unimpatto sul sistema produttivo probabilmente <strong>di</strong> tipo in<strong>di</strong>retto, piùtrasversale e meno riconducibile ad uno specifico settore. In generale tra il1988 e il 2006 le domande <strong>di</strong> brevetto <strong>nel</strong>l’ICT e <strong>nel</strong> comparto high techpresentano lievi <strong>di</strong>fferenze in termini <strong>di</strong> incidenza sull’attività brevettualeregionale, mentre tra il 2006 e il 2008 entrambi i comparti presentano unariduzione della propria incidenza. Lungo tutto il periodo considerato, infine,rimane molto modesto il peso delle biotecnologie.Il sistema economico-produttivo lombardo, dunque, è in grado <strong>di</strong> sfruttare econcretizzare le potenzialità dei processi innovativi affinché le sue impreserestino competitive sui mercati internazionali? Dall’evoluzione dei principaliin<strong>di</strong>catori <strong>di</strong>sponibili emerge un quadro in chiaroscuro. Il tessuto produttivo3 Netval (2012) IX Rapporto Netval sulla Valorizzazione della Ricerca Pubblica inItalia. Pronti per evolvere (cfr. http://www.netval.it/pagine/Netval-Survey.aspx)4 Le imprese spin-off sono realtà impren<strong>di</strong>toriali nate per valorizzare la ricercarealizzata in ambito accademico col quale mantengono uno stretto legame. Nelrapporto Netval si prendono in considerazione non solo le imprese provenienti dagliatenei che hanno preso parte all’indagine, ma anche quelle gemmate da altri EntiPubblici <strong>di</strong> Ricerca (cfr. pag. 27 del rapporto).4


lombardo, infatti, è impegnato da tempo in attività innovative, cometestimoniato, ad esempio, dalla crescita dell’attività brevettuale o dallastruttura dell’export maggiormente orientata rispetto alla me<strong>di</strong>a nazionaleverso prodotti a <strong>tecnologia</strong> me<strong>di</strong>o-alta. Secondo il Regional InnovationScoreboard 5 , inoltre, la Lombar<strong>di</strong>a è tra le regioni europee caratterizzate daun livello d’innovazione me<strong>di</strong>o alta. Se la <strong>di</strong>rezione è giusta, però, gli sforzifinora compiuti non sono stati tali da arginare una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> competitivitàinternazionale dell’area e la crisi economico-finanziario sembrerebbe averper lo meno in parte penalizzato anche l’innovazione (cfr. ampliamento delgap <strong>di</strong> produttività dopo il 2007 o il ri<strong>di</strong>mensionamento dell’attivitàbrevettuale tra il 2006 e il 2008). Una certa <strong>di</strong>fficoltà <strong>nel</strong>l’incorporare iprocessi innovativi potrebbe trovare un ostacolo, infine, in un contestonazionale meno favorevole: l’Italia, infatti, rientra tra i paesi europeid’innovazione moderata, evidenziando un deficit rispetto a Francia, RegnoUnito e soprattutto Germania 6 . A tal proposito un vincolo significativo èrappresentato da quelle carenze che coinvolgono, più in generale, l’interosistema produttivo italiano (prevalenza <strong>di</strong> imprese <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni modeste,inadeguata formazione del capitale umano rispetto a funzioni manageriali e<strong>di</strong> ricerca, efficacia ancora piuttosto modesta degli incentivi pubbliciall’innovazione 7 ,...).5 Hollanders, Tarantola, Loschky (2009) Regional Innovation Scoreboard (RIS)2009, PRO INNO Europe®,http://www.proinno-europe.eu/page/regional-innovation-scoreboard6 Cfr. Innovation Union Scoreboard 2011,http://www.proinno-europe.eu/inno-metrics/page/innovation-union-scoreboard-20117 Per un approfon<strong>di</strong>mento sul tema si guar<strong>di</strong>: Bugamelli et al (2012) Il gapinnovativo del sistema produttivo italiano: ra<strong>di</strong>ci e possibili rime<strong>di</strong>, Banca d’Italia,Questioni <strong>di</strong> Economia e Finanza n. 119,http://www.banca<strong>di</strong>talia.it/pubblicazioni/econo/quest_ecofin_2/QF_121/QEF_119.pdf5


Peso % su export totale19911992199319941995199619971998199920002001200220032004200520062007200820092010Innovazione e <strong>tecnologia</strong>: un confronto internazionaleL’export <strong>di</strong> prodotti ad alta <strong>tecnologia</strong> tra il 1991 e il 2010 presenta un profilo <strong>di</strong> crescitapiù contenuto in Lombar<strong>di</strong>a e in Italia rispetto all’evoluzione della domanda mon<strong>di</strong>ale.Un andamento lievemente più favorevole per l’Italia non è comunque tale da colmare ilvantaggio relativo della regione che <strong>nel</strong> 2010 mostra un’incidenza dell’alta <strong>tecnologia</strong>sulle esportazioni complessive <strong>di</strong> 3 punti percentuali superiore alla me<strong>di</strong>a nazionale euna specializzazione dell’export del comparto maggiore <strong>di</strong> quella dell’Italia, benchéinferiore al valore-soglia pari a 100.600L’export <strong>di</strong> prodotti ad alta <strong>tecnologia</strong> (1991=100)Il peso % dell’alta <strong>tecnologia</strong> sulle esportazionicomplessive <strong>nel</strong> 2010Domanda mon<strong>di</strong>ale19500Lombar<strong>di</strong>a12400300200Italia9<strong>La</strong> specializzazione delle esportazioni<strong>nel</strong>l’alta <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong> 20101000Lombar<strong>di</strong>a62Lombar<strong>di</strong>a Italia Domanda mon<strong>di</strong>aleItalia470 20 40 60 80 100Estendendo il confronto ad alcune aree europee <strong>di</strong> rilievo, si nota che <strong>nel</strong> 2010 laGermania e il Baden Württemberg mostrano la maggiore specializzazione<strong>nel</strong>l’esportazione <strong>di</strong> beni ad alta <strong>tecnologia</strong>, evidenziando un certo <strong>di</strong>stacco rispetto allealtre aree. <strong>La</strong> Lombar<strong>di</strong>a, comunque, occupa il terzo posto tanto in termini <strong>di</strong>specializzazione che <strong>di</strong> incidenza sulle esportazioni complessive. <strong>La</strong> quota <strong>di</strong> mercatodella regione nei prodotti ad alta <strong>tecnologia</strong> è relativamente modesta, poco più alta <strong>di</strong>quella della Catalogna e circa la metà <strong>di</strong> quella del Baden Württemberg.1817161514131211109L’export dei beni ad alta <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong> 2010SpagnaItaliaCatalognaLombar<strong>di</strong>aBaden-WürttembergGermania840 50 60 70 80 90SpecializzazioneGermaniaItaliaBaden-Württ.L’export dei beni ad alta <strong>tecnologia</strong>: il peso %sulla domanda mon<strong>di</strong>ale <strong>nel</strong> 2010SpagnaLombar<strong>di</strong>aCatalogna0,30,50,91,21,57,96


Var. % me<strong>di</strong>a annua ‘99-’09Peso sulla domanda mon<strong>di</strong>ale<strong>nel</strong> 2010 (n. in<strong>di</strong>ce 2002=100)Var. % me<strong>di</strong>a annua ‘98-’08Il peso delle esportazioni complessive sulla domanda mon<strong>di</strong>ale tra il 2002 e il2010 si contrae per tutte le aree in esame. Nuovamente le performance migliorisi riscontrano <strong>nel</strong>l’area tedesca, ma la Lombar<strong>di</strong>a, pur evidenziando una per<strong>di</strong>tarelativamente significativa, continua a mostrare una quota <strong>di</strong> mercato superiorea quelle del Rodano-Alpi e della Catalogna.100<strong>La</strong> quota <strong>di</strong> mercato complessiva tra il 2002 e il 201095908580Baden-WürttembergSpagnaCatalognaRodano-AlpiItaliaGermania75Lombar<strong>di</strong>aFrancia700 2 4 6 8Peso % sulla domanda mon<strong>di</strong>ale <strong>nel</strong> 2010Sebbene sui mercati internazionali la Lombar<strong>di</strong>a mostri un peso relativamentesignificativo e una specializzazione non irrisoria <strong>nel</strong>le esportazioni ad alta<strong>tecnologia</strong>, si rende necessario uno sforzo ulteriore per stare al passo con icompetitors europei più innovativi, in particolare con l’area tedesca. Tale sforzonon trova un riscontro sod<strong>di</strong>sfacente <strong>nel</strong>le spese in ricerca e sviluppo, la cuicrescita dovrebbe rafforzare i processi innovativi e neppure <strong>nel</strong>l’andamentodell’attività brevettuale in quei settori caratterizzati da un maggior contenuto<strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong>. Per quanto riguarda il primo aspetto, tra il 1999 e il 2009 la spesain ricerca e sviluppo della Lombar<strong>di</strong>a aumenta meno della me<strong>di</strong>a nazionale, e unandamento in linea con quello registrato in Germania e in Francia appareinsufficiente a colmare i <strong>di</strong>vari evidenziati con queste ultime e con Rodano-Alpi eBaden-Württemberg. Nel 2009, infatti, la spesa in ricerca e sviluppo dellaLombar<strong>di</strong>a rapportata al PIL è in linea con quella italiana, ma superiore solo alvalore che l’in<strong>di</strong>catore registra in Spagna e in Catalogna. L’attività brevettualenei comparti più innovativi, infine, segnala performance della Lombar<strong>di</strong>a edell’Italia relativamente deludenti: per la regione la crescita tra il 1998 e il 2008è inferiore a quella delle altre aree, mentre entrambe con<strong>di</strong>vidono con Spagna eCatalogna i risultati più modesti in termini <strong>di</strong> incidenza delle domande <strong>di</strong>brevetto sul PIL.<strong>La</strong> spesa in ricerca e sviluppoLe domande <strong>di</strong> brevetto all’EPO nei settori più innovativi*1210864SpagnaCatalognaItaliaLombar<strong>di</strong>aRodano-AlpiFranciaGermaniaBaden-Württemberg20,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0Spesa in ricerca e sviluppo su PIL (%) <strong>nel</strong> 200916141210864CatalognaSpagnaItaliaFranciaGermaniaRodano-AlpiBaden-Württemberg2Lombar<strong>di</strong>a00 2 4 6 8 10Brevetti su PIL <strong>nel</strong> 2008***high tech, ICT e biotecnologie**PIL a valori reali in MLD <strong>di</strong> euro7


1 Le performance della Lombar<strong>di</strong>a sui mercatiinternazionaliEurostat suggerisce un’aggregazione settoriale dei beni sulla basedell’intensità della <strong>tecnologia</strong> utilizzata per produrli.In base a tale classificazione si ottengono le seguenti categorie:- Settori ad alta <strong>tecnologia</strong> che comprendono, tra gli altri, lafarmaceutica, l’elettronica e le apparecchiature per letelecomunicazioni.- Settori a <strong>tecnologia</strong> me<strong>di</strong>o-alta in cui si trovano, ad esempio, lachimica, alcune apparecchiature elettriche e meccaniche e quasi tutti imezzi <strong>di</strong> trasporto.- Settori a <strong>tecnologia</strong> me<strong>di</strong>o-bassa che includono comparti comegomma-plastica e metalli.- Settori a <strong>tecnologia</strong> bassa come il tessile, l’abbigliamento, la pelle ecalzature, il legno, l’alimentare.Nel complesso i settori a più elevato contenuto tecnologico in Lombar<strong>di</strong>apesano sulle esportazioni più <strong>di</strong> quanto si registri in Italia (<strong>nel</strong> 2011 54%rispetto al 48%). Più in dettaglio <strong>nel</strong> 2011 ad esercitare il peso piùsignificativo sull’export complessivo sono in Lombar<strong>di</strong>a come in Italia isettori a me<strong>di</strong>o-alta <strong>tecnologia</strong> (42% e 39%, rispettivamente); al secondoposto si trovano quelli a me<strong>di</strong>o-bassa <strong>tecnologia</strong> (24% sia per la regioneche per il totale nazionale), mentre i beni a bassa <strong>tecnologia</strong> contano per il19% sull’export lombardo, per il 24% su quello italiano.Tra il 1999 e il 2007 l’export lombardo cresce nei comparti ad alta e me<strong>di</strong>oalta<strong>tecnologia</strong> poco meno della me<strong>di</strong>a nazionale, in linea con quest’ultimanei beni a bassa e me<strong>di</strong>o-bassa <strong>tecnologia</strong>. Quest’ultima tipologia <strong>di</strong> benimostra la crescita dell’export più sostenuta tanto in Lombar<strong>di</strong>a quanto inItalia (10% in me<strong>di</strong>a all’anno).Il biennio <strong>di</strong> crisi economico-finanziaria comporta una flessione delleesportazioni estesa a tutti i cluster; la Lombar<strong>di</strong>a mostra <strong>nel</strong> complesso unariduzione più contenuta <strong>di</strong> quella dell’Italia, grazie soprattutto all’andamentorelativamente migliore dei comparti ad alta e me<strong>di</strong>o-alta <strong>tecnologia</strong>. Tra il2009 e il 2011 le esportazioni tornano a crescere, evidenziando unandamento <strong>di</strong> poco migliore per l’Italia in ciascuno dei cluster settoriali inesame (cfr. Fig. 2).Nel 2010 le esportazioni lombarde pesano maggiormente sulla domandamon<strong>di</strong>ale <strong>nel</strong> comparto dei beni a me<strong>di</strong>o-alta <strong>tecnologia</strong> (1,4%), mentre perl’Italia il primato è detenuto da quelli a bassa <strong>tecnologia</strong> (5% sulla domandamon<strong>di</strong>ale); per entrambe a pesare meno sulla domanda mon<strong>di</strong>ale è ilcomparto dei beni ad alta <strong>tecnologia</strong> (cfr. Tab. 2). Tra il 1999 e il 2010 la8


Lombar<strong>di</strong>a, come l’Italia, perde quote <strong>di</strong> mercato rispetto alla domandamon<strong>di</strong>ale sia a livello complessivo che nei 4 cluster <strong>di</strong> rilievo (cfr. Fig. 3).Ciononostante entrambe le aree <strong>nel</strong>lo stesso periodo mostrano unincremento <strong>di</strong> specializzazione dell’export <strong>di</strong> beni ad alta e me<strong>di</strong>o-alta<strong>tecnologia</strong>; per contro la regione evidenzia una de-specializzazione neicomparti a <strong>tecnologia</strong> me<strong>di</strong>o bassa (cfr. Fig. 4). Tali movimenti portanol’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> specializzazione <strong>nel</strong> 2010 ad assumere i valori più elevati per icomparti a <strong>tecnologia</strong> me<strong>di</strong>o-alta, seguiti da quelli a bassa e me<strong>di</strong>o-bassa ebassa <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong>la regione, mentre l’export nazionale continua adevidenziare una maggiore specializzazione <strong>nel</strong> comparto a bassa <strong>tecnologia</strong>.Sia in Lombar<strong>di</strong>a che in Italia il valore dell’in<strong>di</strong>ce per i comparti ad alta<strong>tecnologia</strong> è, invece, inferiore a 100 8 (cfr. Fig. 5).L’evoluzione delle importazioni regionali può essere utile <strong>nel</strong>l’interpretare iprocessi d’internazionalizzazione in quanto connesse, almeno in parte, allascelta degli impren<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> delocalizzare all’estero fasi della produzione o <strong>di</strong>appoggiarsi a fornitori esteri più competitivi <strong>di</strong> quelli italiani.Come si nota dalla Fig. 6, <strong>nel</strong> 2011 tanto le importazioni lombarde quantoquelle italiane sono maggiormente concentrate nei settori a <strong>tecnologia</strong>me<strong>di</strong>o-alta (34% per la regione, 28% a livello nazionale), seguiti inLombar<strong>di</strong>a dai comparti ad alta <strong>tecnologia</strong> (22%), in Italia dai settori a<strong>tecnologia</strong> bassa che pesano per il 18% sull’import nazionale.Le importazioni regionali tra il 1999 e il 2007 aumentano soprattutto neicomparti a me<strong>di</strong>o-bassa <strong>tecnologia</strong> ed evidenziano <strong>nel</strong> complesso unacrescita più contenuta della me<strong>di</strong>a nazionale; rispetto a quest’ultima lacrescita dell’import lombardo è maggiore solo nei comparti ad alta e me<strong>di</strong>obassa<strong>tecnologia</strong>. È quest’ultimo comparto che segna la flessione piùmarcata tra il 2007 e il 2009 per le importazioni lombarde. <strong>La</strong> riduzionedell’import <strong>nel</strong> biennio <strong>di</strong> crisi è generalizzata e in Lombar<strong>di</strong>a <strong>nel</strong> complesso<strong>di</strong> poco più intensa rispetto alla me<strong>di</strong>a nazionale. Tra il 2009 e il 2011riprendono a crescere le importazioni <strong>di</strong> tutti i comparti, ma in particolare <strong>di</strong>quelli a me<strong>di</strong>o-bassa <strong>tecnologia</strong> (cfr. Fig. 7). Tra il 1999 e il 2010 il pesodelle importazioni lombarde sulla domanda mon<strong>di</strong>ale, pur <strong>di</strong>minuendo intutti i comparti, mostra una relativamente maggiore tenuta nei beni ad altae bassa <strong>tecnologia</strong> (cfr. Fig. 8).Dall’analisi emergono alcune considerazioni <strong>di</strong> seguito specificate.- <strong>La</strong> Lombar<strong>di</strong>a mostra tra il 1999 e il 2010 una riduzione del pesoesercitato sul commercio internazionale tanto dal lato delleesportazioni quanto da quello delle importazioni.8 Si ricorda che l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> specializzazione dell’area R con riferimento al comparto i è dato dal rapportopercentuale tra la quota delle esportazioni <strong>di</strong> R <strong>nel</strong> comparto i sulle esportazioni complessive <strong>di</strong> R e laquota delle esportazioni mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> i sulla domanda mon<strong>di</strong>ale complessiva.9


- <strong>La</strong> contrazione <strong>di</strong> quote <strong>di</strong> mercato coinvolge le esportazioni lombardein tutti e 4 i principali macro settori <strong>di</strong> esportazione in<strong>di</strong>viduati sullabase della <strong>tecnologia</strong>.- Tra il 1999 e il 2010 l’andamento della specializzazione dell’exportlombardo sembra in<strong>di</strong>rizzarsi verso alcune tra le produzioni a piùelevato valore aggiunto, aumentando nei comparti ad alta e me<strong>di</strong>oalta<strong>tecnologia</strong>. Ciononostante <strong>nel</strong> 2010 l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> specializzazione deiprodotti <strong>di</strong> esportazione ad alto contenuto tecnologico resta inferiore a100.- Rispetto alla me<strong>di</strong>a nazionale il commercio internazionale dellaregione, classificato secondo la <strong>tecnologia</strong>, presenta numeroseanalogie in termini <strong>di</strong> composizione settoriale e <strong>di</strong> specializzazione,ma si registrano anche alcune <strong>di</strong>fferenze che vale la penasottolineare. In primo luogo, ad esempio, il peso dei settori ad alta eme<strong>di</strong>o alta <strong>tecnologia</strong> sull’export regionale è più elevato rispettoall’incidenza rilevata in Italia, mentre più contenuta è quella dei beni abassa <strong>tecnologia</strong>. Inoltre, se <strong>nel</strong>la regione l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> specializzazionedelle esportazioni più elevato si registra nei beni a me<strong>di</strong>o-alta<strong>tecnologia</strong>, per l’Italia il primato spetta alle esportazioni <strong>di</strong> prodotti abassa <strong>tecnologia</strong>. Ancora, se il valore dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> specializzazione neibeni ad alta <strong>tecnologia</strong> è inferiore a 100 in entrambi i casi, inLombar<strong>di</strong>a è comunque più elevato. Infine, benché il biennio <strong>di</strong> crisiabbia comportato una generale flessione dell’export, la performancelievemente migliore della Lombar<strong>di</strong>a rispetto all’Italia è da attribuiresoprattutto ad un andamento relativamente migliore dei comparti adalta e me<strong>di</strong>o-alta <strong>tecnologia</strong>. Tale migliore performance della regione,tuttavia, non trova conferma né negli anni precedenti alla crisi, né <strong>nel</strong>biennio <strong>di</strong> ripresa.10


Tab. 1 – Le esportazioni della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia per livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong>2011 (valori assoluti in milioni <strong>di</strong> euro)Livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong>AltaMe<strong>di</strong>oaltbassaMe<strong>di</strong>o-Agricoltura Minerali Energia Altro TotaleBassaVarese 1.949 3.916 1.807 1.591 6 3 0 42 9.314Como 240 1.486 999 2.333 11 1 0 36 5.107Sondrio 52 121 233 105 5 24 0 1 543Milano 7.153 18.813 8.690 8.865 172 135 0 1.435 45.263Bergamo 308 6.776 2.965 2.017 53 43 0 285 12.448Brescia 211 6.224 5.298 1.555 25 36 0 199 13.547Pavia 786 1.270 674 728 20 2 0 74 3.554Cremona 40 1.059 1.506 633 11 1 0 6 3.256Mantova 33 2.318 1.372 1.624 15 1 0 17 5.380Lecco 71 1.350 1.515 564 6 0 0 56 3.561Lo<strong>di</strong> 994 819 224 134 4 2 0 14 2.191Lombar<strong>di</strong>a 11.838 44.152 25.283 20.149 328 248 0 2.165 104.164Italia 32.651 147.371 90.218 89.517 5.770 1.249 276 8.797 375.850Fonte: elaborazioni su dati IstatFig. 1 – Le esportazioni della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia per livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong>2011 (quote % sul totale delle esportazioni)444036322824201612840Alta Me<strong>di</strong>o-alta Me<strong>di</strong>o-bassa Bassa Prodottidell'agricolturaLombar<strong>di</strong>a ItaliaMinerali Energia Altri prodottiFonte: elaborazioni su dati Istat11


Fig. 2 – Le esportazioni della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia per livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong>(var. % me<strong>di</strong>e annue)1999-2007 2007-2009AltaAltaMe<strong>di</strong>o-altaMe<strong>di</strong>o-altaMe<strong>di</strong>o-bassaMe<strong>di</strong>o-bassaBassaBassaProdottidell'agricolturaProdotti dell'agricolturaTotaleTotale0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0-15,0 -12,5 -10,0 -7,5 -5,0 -2,5 0,02009-201120,016,012,08,04,00,0Alta Me<strong>di</strong>o-alta Me<strong>di</strong>o-bassa Bassa Prodottidell'agricolturaTotaleFonte: elaborazioni su dati Istat▪ Lombar<strong>di</strong>a▪ ItaliaTab. 2 – Le esportazioni della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia per livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong>2010 (quote ‰ sulla domanda mon<strong>di</strong>ale)Livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong>AltaMe<strong>di</strong>oaltbassaMe<strong>di</strong>o-Agricoltura Minerali Energia Altro TotaleBassaVarese 1,07 1,23 0,77 0,86 0,02 0,01 0,00 0,08 0,81Como 0,08 0,44 0,43 1,35 0,03 0,00 0,00 0,08 0,42Sondrio 0,02 0,04 0,11 0,06 0,02 0,02 0,00 0,00 0,05Milano 3,35 6,01 3,75 4,86 0,60 0,21 0,00 2,00 3,83Bergamo 0,15 2,13 1,29 1,17 0,15 0,03 0,00 0,64 1,06Brescia 0,09 1,81 2,17 0,87 0,09 0,02 0,00 0,44 1,07Pavia 0,37 0,37 0,29 0,45 0,05 0,00 0,00 0,18 0,30Cremona 0,02 0,32 0,73 0,34 0,08 0,00 0,00 0,01 0,28Mantova 0,02 0,70 0,63 0,92 0,05 0,00 0,00 0,03 0,45Lecco 0,05 0,38 0,65 0,33 0,02 0,00 0,00 0,17 0,29Lo<strong>di</strong> 0,16 0,22 0,11 0,10 0,01 0,00 0,00 0,02 0,13Lombar<strong>di</strong>a 5,38 13,66 10,93 11,32 1,11 0,29 0,00 3,64 8,70Italia 14,65 44,97 39,14 50,05 18,54 0,83 11,46 17,29 31,22Fonte: elaborazioni su dati Istat e Chelem12


var. % dmvar. % dmFig. 3 – Le esportazioni della Lombar<strong>di</strong>a secondo il livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong> 1999 e<strong>nel</strong> 2010 (quote ‰ sulla domanda mon<strong>di</strong>ale)181614121086420Alta Me<strong>di</strong>o-alta Me<strong>di</strong>o-bassa Bassa Prodottidell'agricolturaMinerali Altri prodotti Totale1999 2010Fonte: elaborazioni su dati Chelem e IstatFig. 4 – Le esportazioni della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia secondo il livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong>(<strong>di</strong>ff. specializzazione 1999-2010 e var. % me<strong>di</strong>a annua 1999-2010 della domandamon<strong>di</strong>ale (dm))Lombar<strong>di</strong>aItalia15Minerali15Minerali1414131312Energia12Energia1111109Me<strong>di</strong>o-bassa109Me<strong>di</strong>o-bassa8765Prodottidell'agricolturaAltaMe<strong>di</strong>o-altavar. % dm totale8765Prodottidell'agricolturaAltaMe<strong>di</strong>o-altavar. % dm totale4Bassa4Bassa3322110-8 -4 0 4 8 12 16 20 24<strong>di</strong>ff. specializzazioneLombar<strong>di</strong>a0-8 -4 0 4 8 12 16 20 24 28<strong>di</strong>ff. specializzazioneItaliaL’ampiezza delle bolle è proporzionale al peso rivestito sull’export regionaleFonte: elaborazioni su dati Chelem e Istat13


Fig. 5 – Le esportazioni della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia secondo il livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong>(l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> specializzazione <strong>nel</strong> 2010)Me<strong>di</strong>o-altaBassaMe<strong>di</strong>o-bassaAltaProdotti dell'agricolturaMineraliEnergia0 20 40 60 80 100 120 140 160Italia Lombar<strong>di</strong>aFonte: elaborazioni su dati Chelem e IstatTab. 3 – Le importazioni della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia il livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong> 2011(valori assoluti in milioni <strong>di</strong> euro)Livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong>AltaMe<strong>di</strong>oaltbassaMe<strong>di</strong>o-Agricoltura Minerali Energia Altro TotaleBassaVarese 1.233 2.719 903 1.442 59 18 0 84 6.459Como 204 1.056 559 950 120 12 0 40 2.941Sondrio 18 81 141 194 23 4 0 3 463Milano 21.150 24.551 9.931 10.624 1.009 2.114 0 1.133 70.511Bergamo 559 4.160 1.490 1.625 246 71 0 260 8.411Brescia 249 1.891 3.263 1.459 274 48 0 1.019 8.204Pavia 1.389 2.610 857 723 75 4.558 0 88 10.300Cremona 158 797 1.040 511 121 212 0 218 3.055Mantova 116 1.697 1.180 936 226 1.366 0 12 5.533Lecco 99 1.609 1.127 400 64 1 0 34 3.334Lo<strong>di</strong> 1.538 948 537 898 42 13 0 23 3.998Lombar<strong>di</strong>a 26.712 42.119 21.027 19.761 2.260 8.417 0 2.914 123.209Italia 51.109 112.346 66.758 73.171 12.980 69.235 2.980 11.900 400.480Fonte: elaborazioni su dati Istat14


Fig. 6 – Le importazioni della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia il livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong> 2011(quote % sul totale delle importazioni)35302520151050Alta Me<strong>di</strong>o-alta Me<strong>di</strong>o-bassa Bassa Prodottidell'agricolturaLombar<strong>di</strong>a ItaliaMinerali Energia Altri prodottiFonte: elaborazioni su dati Istat15


Fig.7 – Le importazioni della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia secondo il livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong>(var. % me<strong>di</strong>e annue)1999-2007 2007-2009AltaAltaMe<strong>di</strong>o-altaMe<strong>di</strong>o-altaMe<strong>di</strong>o-bassaMe<strong>di</strong>o-bassaBassaProdottidell'agricolturaMineraliTotaleBassaProdotti dell'agricolturaMineraliTotale0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20-25 -20 -15 -10 -5 02009-2011302520151050Alta Me<strong>di</strong>o-alta Me<strong>di</strong>o-bassa Bassa Prodottidell'agricolturaMineraliTotaleFonte: elaborazioni su dati Istat▪ Lombar<strong>di</strong>a▪ ItaliaTab. 4 – Le importazioni della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia il livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong> 2010(quote ‰ sulla domanda mon<strong>di</strong>ale)Livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong>AltaMe<strong>di</strong>oaltbassaMe<strong>di</strong>o-Agricoltura Minerali Energia Altro TotaleBassaVarese 0,47 0,82 0,36 0,80 0,15 0,01 0,00 0,16 0,51Como 0,09 0,32 0,24 0,53 0,33 0,01 0,00 0,05 0,24Sondrio 0,01 0,03 0,07 0,11 0,07 0,00 0,00 0,00 0,04Milano 11,39 9,11 4,12 6,18 2,92 1,87 0,00 2,38 6,77Bergamo 0,33 1,22 0,63 0,89 0,61 0,06 0,00 0,43 0,69Brescia 0,16 0,62 1,44 0,81 0,76 0,02 0,00 1,65 0,68Pavia 0,58 0,48 0,30 0,37 0,26 2,48 0,00 0,15 0,69Cremona 0,08 0,24 1,04 0,29 0,35 0,72 0,00 0,35 0,44Mantova 0,07 0,43 0,51 0,55 0,58 0,71 0,00 0,03 0,42Lecco 0,05 0,19 0,45 0,24 0,18 0,00 0,00 0,06 0,19Lo<strong>di</strong> 0,48 0,27 0,23 0,46 0,08 0,01 0,00 0,04 0,28Lombar<strong>di</strong>a 13,72 13,72 9,39 11,23 6,27 5,89 0,00 5,31 10,94Italia 25,92 35,63 29,45 41,49 36,74 41,88 110,15 22,22 34,00Fonte: elaborazioni su dati Chelem e Istat16


Fig. 8 – Le importazioni della Lombar<strong>di</strong>a secondo il livello <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong> <strong>nel</strong> 1999 e<strong>nel</strong> 2010 (quote ‰ sulla domanda mon<strong>di</strong>ale)211815129630Alta Me<strong>di</strong>o-alta Me<strong>di</strong>o-bassa Bassa Prodottidell'agricoltura1999 2010Minerali Altri prodotti TotaleFonte: elaborazioni su dati Chelem e Istat2 Gli in<strong>di</strong>catori dell’innovazione2.1 Il gap <strong>di</strong> produttivitàNegli scorsi decenni l’impatto dell’innovazione sulla competitività è statoparticolarmente rilevante, in particolare per quelle produzioni caratterizzateda un più elevato contenuto innovativo e dall’utilizzo <strong>di</strong> tecnologie avanzate.Le trasformazioni innescate dal progresso tecnologico e l’introduzione <strong>di</strong>nuove forme <strong>di</strong> organizzazione, infatti, consentono guadagni <strong>di</strong> efficienza epermettono alle imprese <strong>di</strong> restare competitive sui mercati internazionali.Il confronto con un paese leader per <strong>tecnologia</strong> e innovazione, pertanto,può offrire una misura della capacità <strong>di</strong> un’area <strong>di</strong> beneficiare e utilizzare iprocessi innovativi: quanto più il gap con il paese leader si riduce, tantomaggiore è l’impegno dell’area <strong>nel</strong>l’acquisire e sviluppare <strong>tecnologia</strong>(innovazione) necessaria a rafforzarne la competitività.Per misurare la <strong>di</strong>stanza dal leader si si utilizza il rapporto tra i livelli <strong>di</strong>produttività e come paese leader sono stati scelti gli Stati Uniti.Il gap <strong>di</strong> produttività (PIL per unità <strong>di</strong> lavoro) rispetto agli Stati Uniti, purmostrando un andamento molto simile per l’Italia e per la Lombar<strong>di</strong>a, è piùcontenuto <strong>nel</strong> caso della regione.17


Il <strong>processo</strong> <strong>di</strong> catching up si realizza principalmente <strong>nel</strong> corso degli anni ’70,come evidenziato dalla significativa riduzione del <strong>di</strong>vario <strong>di</strong> produttività.Negli anni ’80 l’in<strong>di</strong>ce si mantiene sostanzialmente stabile, evidenziando ilvalore più modesto <strong>nel</strong> 1989. Nei primi anni ’90 il gap torna ad ampliarsi,mentre si contrae tra il 1993 e il 1995, anno il cui la produttività del lavoroin Lombar<strong>di</strong>a è inferiore a quella USA solo del 5%. A partire dal 1996,tuttavia, il <strong>di</strong>vario si amplia in modo pressoché continuo, tanto da arrivarenegli anni più recenti su valori in linea con quelli osservati all’inizio deglianni ‘70 (cfr. Fig. 9).È opportuno ricordare che l’ampliamento del gap <strong>di</strong> produttività neiconfronti degli Stati Uniti a partire dalla seconda metà degli anni ’90interessa tutta l’Europa. Il fenomeno si riconduce principalmente alla<strong>di</strong>namica degli Stati Uniti, caratterizzati da una crescita della produttività<strong>nel</strong>le produzioni <strong>di</strong> beni più <strong>di</strong>rettamente connessi alle tecnologiedell’informazione e della comunicazione e da un aumento trasversale dellaproduttività a seguito del <strong>processo</strong> <strong>di</strong> intensificazione dell’uso del capitalegenerato dagli investimenti in innovazione e <strong>tecnologia</strong>. In Europa, invece,l’impatto dei processi innovativi è stato relativamente più lento e piùmodesto 9 .Tali considerazioni si riflettono anche <strong>nel</strong>l’evoluzione del gap <strong>di</strong> produttività(valore aggiunto per unità <strong>di</strong> lavoro) tra Lombar<strong>di</strong>a e Stati Uniti a livellosettoriale. Tra il 1987 e il 1997 l’in<strong>di</strong>catore si riduce con riferimento a tutti icomparti dell’industria, ad eccezione delle pelli e cuoio e dei minerali nonmetalliferi; il periodo, del resto, vede in Lombar<strong>di</strong>a una contrazionedell’occupazione in quasi tutti i comparti del manifatturiero.Tra il 1997 e il 2007, il gap si amplia in riferimento a quasi tutti i settoriindustriali e in particolare in alcuni tra i comparti più rilevanti per l’economialombarda, come le macchine gli apparecchi meccanici, elettrici ed ottici e imezzi <strong>di</strong> trasporto. D’altro canto tali settori sono anche quelli che negli StatiUniti si avvantaggiano maggiormente dei guadagni <strong>di</strong> efficienza realizzatigrazie alla <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> <strong>tecnologia</strong> e innovazione. Tra i settori rilevanti per laLombar<strong>di</strong>a, tiene maggiormente il comparto dei metalli, il cui <strong>di</strong>vario siamplia <strong>di</strong> poco, anche a seguito <strong>di</strong> una crescita relativamente contenutadella produttività del settore negli Stati Uniti. Un’eccezione all’allargamentodel gap riguarda le costruzioni che a fine periodo arrivano ad un valoredell’in<strong>di</strong>catore superiore a 100 (cfr. Tab. 5); negli Stati Uniti il comparto <strong>nel</strong>biennio 2006-2007 è particolarmente penalizzato dalla contrazione delvalore aggiunto connessa alla crisi immobiliare. Nei servizi colpisce la9 Per un’analisi più approfon<strong>di</strong>ta del tema in oggetto si veda, tra gli altri,Van Ark, O’Mahony, Timmer (2008) The Productivity Gap between Europe and theUnited States: Trends and Causes, Journal of Economic Perspectives, Vol. 22, n. 118


iduzione del gap <strong>nel</strong> comparto della pubblica amministrazione; a talproposito l’Italia e in maniera ancora più marcata la Lombar<strong>di</strong>a evidenzianotra il 2002 e il 2007 una riduzione dell’occupazione <strong>nel</strong> settore che non siverifica negli Stati Uniti.Fig. 9 – Il gap <strong>di</strong> produttività della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia riferito al PIL(n. in<strong>di</strong>ce USA=100)100959085807570656055Italia Lombar<strong>di</strong>a EU15Fonte: elaborazioni su dati BEA19


Tab. 5 Il gap <strong>di</strong> produttività della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia riferito al valore aggiuntoper settore (n. in<strong>di</strong>ce USA=100)1987 1997 2007Agricoltura, caccia e silvicoltura 17 20 14Pesca, piscicoltura e servizi connessi 11 62 132Estrazione <strong>di</strong> minerali 150 160 124Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 83 92 84Industrie tessili e dell'abbigliamento 80 80 61Industrie conciarie, fabbricazione <strong>di</strong> prodotti in cuoio, pelle e similari 105 90 54Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti <strong>di</strong> carta;stampa, e<strong>di</strong>toria 50 58 58Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche 39 64 44Fabbricazione <strong>di</strong> prodotti della lavorazione <strong>di</strong> minerali non metalliferi 124 116 129Produzione <strong>di</strong> metallo e fabbricazione <strong>di</strong> prodotti in metallo 83 99 91Fabbricazione <strong>di</strong> macchine e apparecchi meccanici, elettrici ed ottici;mezzi <strong>di</strong> trasporto 77 78 28Industria del legno, della gomma, della plastica e altre manifatturiere 83 86 69Produzione e <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> energia elettrica, <strong>di</strong> gas, <strong>di</strong> vapore eacqua 55 56 48Costruzioni 70 74 118Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione <strong>di</strong> autoveicoli,motocicli e <strong>di</strong> beni personali e per la casa 94 84 59Alberghi e ristoranti 90 104 90Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 66 75 77Interme<strong>di</strong>azione monetaria e finanziaria 83 86 91Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attivitàprofessionali ed impren<strong>di</strong>toriali 95 78 52Pubblica amministrazione e <strong>di</strong>fesa; assicurazione sociale obbligatoria 87 106 126Istruzione 72 77 84Sanità e altri servizi sociali 74 88 89Altri servizi pubblici, sociali e personali 142 142 97Servizi domestici presso famiglie e convivenze 53 50 55Totale 84 90 79n.b. Per alcuni settori non c’è una perfetta corrispondenza tra la classificazione regionale equella USA, ma il margine <strong>di</strong> incongruenza è relativamente modestoFonte: elaborazioni su dati BEA2.2 <strong>La</strong> ricerca e sviluppo: spesa e occupazione<strong>La</strong> rilevanza dei processi innovativi <strong>nel</strong>l’alimentare la competitività è ormaiampiamente riconosciuta tanto nei contributi accademici quanto negliorientamenti <strong>di</strong> policy. Un in<strong>di</strong>catore comunemente utilizzato per cogliere leforme più esplicite <strong>di</strong> innovazione 10 riguarda le attività <strong>di</strong> ricerca e sviluppo.<strong>La</strong> Fig. 10 mostra l’evoluzione della spesa in ricerca e sviluppo dellaLombar<strong>di</strong>a per settore istituzionale rapportata al PIL regionale. Se si prendein esame l’in<strong>di</strong>catore a livello complessivo si nota come l’incidenza della10 Si ricorda che gran parte dei processi innovativi sono collegati ad attività informali, che spaziano dalleabilità acquisite tramite il learning by doing a più efficienti tipologie <strong>di</strong> organizzazione della produzione,della rete <strong>di</strong>stributiva o, più in generale, dell’intera catena del valore <strong>di</strong> un prodotto.20


spesa sul PIL non sia particolarmente <strong>di</strong>namica e si posizioni quasi sempreal <strong>di</strong> sotto del valore relativo al 1993. Solo negli anni più recenti, infatti, sinota un certo miglioramento che consente all’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> posizionarsi <strong>nel</strong>2009 su un valore <strong>di</strong> poco superiore a quello <strong>di</strong> inizio periodo. Il compartodelle imprese, oltre ad evidenziare la <strong>di</strong>sponibilità dei dati per l’arcotemporale più ampio, rappresenta anche la parte più consistente della spesain ricerca e sviluppo complessiva (circa il 67% <strong>nel</strong> 2009). Rispetto ai valoridel 1980, l’in<strong>di</strong>catore cresce in maniera pressoché continua fino al 1990 perpoi assumere una <strong>di</strong>namica opposta fino al 2003. Negli anni seguenti siassiste ad un progressivo miglioramento che permette all’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong>posizionarsi dal 2007 su valori lievemente superiori a quello registrato <strong>nel</strong>1980.Per quanto concerne l’università, che rappresenta il 19% della spesa totalein ricerca e sviluppo <strong>nel</strong> 2009, l’in<strong>di</strong>catore a partire dal 1998 mostra semprevalori superiori a quelli evidenziati <strong>nel</strong> 1993, primo anno <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilitàdella serie; più in dettaglio la crescita è particolarmente sostenuta tra il2001 e il 2003 e <strong>nel</strong> periodo 2006-2009.Il rapporto tra le unità <strong>di</strong> lavoro in ricerca e sviluppo e quelle complessive simantiene relativamente stabile dal 1994 al 2000, si riduce <strong>nel</strong> 2001 e fino al2005 resta inferiore al valore mostrato <strong>nel</strong> 1994. Tra il 2006 e il 2009 sievidenzia un progressivo aumento dell’in<strong>di</strong>catore che a fine periodo è quasiil 40% in più del valore del 1994. Per quanto concerne il comparto delleimprese, si nota fino al 1992 una lieve oscillazione attorno al valorepresentato <strong>nel</strong> 1985, poi si verifica una progressiva riduzione fino al 2004,mentre la ripresa degli ultimi anni porta l’in<strong>di</strong>catore a superare il valore <strong>di</strong>inizio periodo <strong>nel</strong> 2007-2009. Il peso delle unità <strong>di</strong> lavoro in ricerca esviluppo delle università su quelle complessive è sempre superiore al valoreregistrato <strong>nel</strong> 1994 ed evidenzia la crescita più significativa <strong>nel</strong>la secondametà degli anni ’90 e negli anni più recenti; in particolare l’aumento tra il2007 e il 2009 porta l’in<strong>di</strong>catore ad assumere un valore doppio rispetto aquello mostrato ad inizio periodo (cfr. Fig. 11).Nel 2009 la ricerca e sviluppo lombarda pesa per il 21% su quella italiana equote ancora più elevate si registrano per i comparti del non profit (58%) edelle imprese (27%). In termini <strong>di</strong> incidenza della spesa sul PIL non sinotano sostanziali <strong>di</strong>fferenze tra Italia e Lombar<strong>di</strong>a a livello complessivo(1,3% in entrambi i casi), mentre nei singoli comparti la spesa per ricerca esviluppo sul PIL regionale è <strong>di</strong> poco superiore alla me<strong>di</strong>a italiana nei settoridelle imprese e del non profit. Come <strong>nel</strong> caso della spesa, l’incidenza delleunità <strong>di</strong> lavoro in ricerca e sviluppo della Lombar<strong>di</strong>a su quelle italiane èelevato (20,0%) e la maggiore incidenza si riscontra, ancora una volta, peril non profit (51%) e per le imprese (25%, cfr. Tab. 6). Dall’analisi21


emergono alcune considerazioni sintetizzate <strong>di</strong> seguito.- <strong>La</strong> ricerca e sviluppo lombarda pesa in maniera significativa su quellaitaliana, specialmente nei settori del non profit e delle imprese intermini sia <strong>di</strong> spesa, che <strong>di</strong> occupati.- <strong>La</strong> ricerca e sviluppo in Lombar<strong>di</strong>a si concentra in maniera piùconsistente <strong>nel</strong> comparto delle imprese; seguono, ad una certa<strong>di</strong>stanza, le università e il non profit.- L’incidenza della spesa in ricerca e sviluppo sul PIL regionale mostrauna scarsa <strong>di</strong>namicità e per quasi tutto l’arco temporale considerato èpiù modesta <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> inizio periodo. Per il comparto delle impresedal 1997 il peso oscilla attorno ai valori del 1980, mentre più<strong>di</strong>namica è l’incidenza della spesa dell’università che, a partire dallafine degli anni ’90, è superiore al valore registrato ad inizio periodo ecresce in maniera significativa tra il 2001 e il 2003 e tra il 2006 e il2009.- L’incidenza delle unità <strong>di</strong> lavoro in ricerca e sviluppo delle impresesull’occupazione regionale mostra valori superiori a quelli <strong>di</strong> inizioperiodo solo <strong>nel</strong> 2000 e <strong>nel</strong> 2006-2009. Il peso del comparto delleimprese, dopo aver subito tra il 1993 e il 2004 una progressivariduzione rispetto a quanto registrato <strong>nel</strong> 1985, riprende a crescere<strong>nel</strong> periodo seguente. Analogamente a quanto osservato per la spesa,mostra una maggiore <strong>di</strong>namicità il peso delle unità <strong>di</strong> lavoro in ricercae sviluppo dell’università: l’in<strong>di</strong>catore si posiziona sempre al <strong>di</strong> sopradel valore <strong>di</strong> inizio periodo arrivando a raddoppiarlo <strong>nel</strong> biennio 2008-2009.22


Fig. 10 – <strong>La</strong> spesa in ricerca e sviluppo in Lombar<strong>di</strong>a sul PIL (n. in<strong>di</strong>ce anno inizioserie=100)2051851651451251058565Fonte: elaborazioni su dati Istatamministrazione pubblica università imprese totaleFig. 11 – Le unità <strong>di</strong> lavoro in ricerca e sviluppo in Lombar<strong>di</strong>a su quelle complessive(n. in<strong>di</strong>ce anno inizio serie=100)2001801601401201008060401985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009amministrazione pubblica università imprese totaleFonte: elaborazioni su dati Istat23


Tab. 6 <strong>La</strong> spesa e le unità <strong>di</strong> lavoro in ricerca e sviluppo in Lombar<strong>di</strong>a e in Italia <strong>nel</strong>2009 (valori assoluti e quote %)AmministrazionepubblicaUniversità Non profit Imprese TotaleSpesaLombar<strong>di</strong>a (valoriassoluti*) 188 758 369 2.716 4.032Quote % su Italia 7,5 13,0 58,1 26,5 21,0Quote % su PILLombar<strong>di</strong>a 0,1 0,2 0,1 0,9 1,3Italia 0,2 0,4 0,0 0,7 1,3Unità <strong>di</strong> lavoroLombar<strong>di</strong>a (valoriassoluti) 2.696 11.411 4.101 27.587 45.794Quote % su Italia 8,0 15,2 51,1 25,1 20,2Quote % su unità<strong>di</strong> lavoro totaliLombar<strong>di</strong>a 0,1 0,3 0,1 0,6 1,0Italia 0,1 0,3 0,0 0,5 0,9*Milioni <strong>di</strong> euroFonte: elaborazioni su dati Istat2.3 L’attività brevettuale<strong>La</strong> spesa in ricerca e sviluppo è insufficiente a valutare l’effettiva capacitàinnovativa <strong>di</strong> un’area (o <strong>di</strong> un comparto) in quanto non <strong>di</strong>ce se le risorseimpegnate sono utilizzate in modo più o meno efficiente; in questo sensouna misura più adeguata dell’innovazione è rappresentata dall’attivitàbrevettuale 11 . Questa infatti rappresenta l’output del <strong>processo</strong> creativo, inparticolare <strong>di</strong> quello che si ritiene possa avere un impatto commerciale piùintenso. Inoltre le serie regionali sui brevetti, oltre ad essere <strong>di</strong>sponibili perun ampio intervallo temporale, presentano una buona <strong>di</strong>saggregazione persettore e regione e quin<strong>di</strong> offrono una misura più puntuale degli ambiti incui l’attività <strong>di</strong> ricerca si concentra maggiormente e/o si sta sviluppando piùrapidamente.Tra il 1980 e il 2006 l’attività brevettuale della Lombar<strong>di</strong>a, misuratarapportando al PIL regionale il numero <strong>di</strong> brevetti presentati all’EuropeanPatent Office (EPO), mostra un andamento crescente; <strong>nel</strong> biennio 2007-2008 si nota un certo ri<strong>di</strong>mensionamento che porta l’in<strong>di</strong>catore adassestarsi su un valore simile a quello rilevato 10 anni prima e pari ad oltretre volte quello registrato <strong>nel</strong> 1980. Pur evidenziando un profilo <strong>di</strong> crescita11 Cfr. OECD (2009) OECD stock on innovation – a stocktaking of existing work, 2 Febbraio, Parigi.24


molto simile, l’attività brevettuale lombarda è più intensa <strong>di</strong> quella italianalungo tutto il periodo (cfr. Fig. 12). Tra il 1988 e il 2006 l’in<strong>di</strong>catore sirafforza ovunque ad eccezione <strong>di</strong> chimica e metallurgia e biotecnologie,mentre tra il 2006 e il 2008 si assiste ad un ri<strong>di</strong>mensionamento esteso atutti i comparti, ma particolarmente ampio <strong>nel</strong>l’ICT e <strong>nel</strong>l’high tech (cfr. Fig.13). Nel 2008 il numero <strong>di</strong> brevetti sul PIL è più elevato <strong>nel</strong>le tecnicheindustriali e trasporto e <strong>nel</strong>le necessità correnti della vita 12 , seguite dalcomparto ICT, mentre le biotecnologie e il comparto tessile e della carta siposizionano in fondo alla graduatoria. Sempre <strong>nel</strong> 2008 circa il 28% deibrevetti presentati <strong>nel</strong>l’ICT riguarda il sotto settore “Computer, macchinariufficio”, il 23% quello delle telecomunicazioni. Nel medesimo anno lacomposizione dei brevetti <strong>nel</strong> comparto high tech segnala una prevalenzadel sotto settore “Tecnologie della comunicazione” (40%) e <strong>di</strong> “Computer eautomazioni” (24%).A livello provinciale <strong>nel</strong> 1998 e <strong>nel</strong> 2008 il numero <strong>di</strong> brevetti sul valoreaggiunto continua a mantenere il valore più elevato a Varese, il piùcontenuto a Sondrio. Nel 2008 al secondo e al terzo posto si trovano,rispettivamente, Lecco, Como e Bergamo, mentre Lo<strong>di</strong>, Pavia e Cremonaperdono posizioni rispetto alla performance del 1998 e l’opposto accade perMantova e Brescia; resta inalterato, invece, il posizionamento <strong>di</strong> Milano (cfr.Fig. 15). Tra il 1998 e il 2008 il numero <strong>di</strong> brevetti sul valore aggiuntoaumenta maggiormente a Sondrio, Mantova, Como e Brescia, mentre siriduce a Lo<strong>di</strong>, Cremona, Pavia, Milano e Varese (cfr. Tab. 8).Dall’analisi emergono le considerazioni <strong>di</strong> seguito specificate.- L’attività brevettuale lombarda <strong>nel</strong> lungo periodo aumentamantenendo un profilo <strong>di</strong> crescita superiore alla me<strong>di</strong>a italiana;<strong>nel</strong>l’ultimo biennio <strong>di</strong>sponibile (2007-2008), tuttavia, si nota un certori<strong>di</strong>mensionamento <strong>di</strong>ffuso in tutti i comparti.- Il ruolo più significativo è rivestito dai brevetti <strong>nel</strong>le tecnicheindustriali e trasporto, attività piuttosto trasversali e connesse a<strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> beni, da quelli a bassa fino a quelli ad alta<strong>tecnologia</strong> (cfr. Fig 14).- Tra il 1988 e il 2006 appare relativamente più deludente l’attivitàbrevettuale <strong>nel</strong> comparto della chimica e metallurgia, settori che,tuttavia, rivestono un ruolo <strong>di</strong> primo piano <strong>nel</strong> sistema produttivoregionale.- Rimane considerevole l’attività brevettuale <strong>nel</strong>le necessità correntidella vita. Anche in questo caso si tratta <strong>di</strong> attività molto eterogenee:12 Tale sezione comprende le seguenti sottosezioni: agricoltura, prodotti alimentari e tabacco, articolipersonali e domestici, sanità e <strong>di</strong>vertimenti.25


<strong>nel</strong> 2008 per la Lombar<strong>di</strong>a quasi la metà dei brevetti che rientrano intale sezione è connessa alla me<strong>di</strong>cina/veterinaria, oltre il 30% adarredamento, casalinghi ed elettrodomestici.- Resta significativa la rilevanza del comparto ICT che, fatta eccezioneper la componente residuale (“altro ICT”), vede <strong>nel</strong> 2008 unamaggiore concentrazione <strong>di</strong> brevetti nei sotto-settori “computer,macchinari da ufficio” e “Telecomunicazioni”. Le domande <strong>di</strong> brevetto<strong>nel</strong>l’high tech rappresentano tanto <strong>nel</strong> 1988 quanto <strong>nel</strong> 2006 circa il10-11% del totale regionale, mentre perdono quasi 2 puntipercentuali <strong>nel</strong> 2008.- A livello provinciale si profila un quadro abbastanza variegatodell’attività brevettuale. Sia <strong>nel</strong> 1998 che <strong>nel</strong> 2008 si conferma ilposizionamento migliore <strong>di</strong> Varese e quello peggiore <strong>di</strong> Sondrio,nonostante quest’ultima sia la provincia caratterizzata dalla <strong>di</strong>namicapiù vivace. L’attività brevettuale cresce anche a Lecco, Como,Bergamo, Brescia e Mantova, si contrae altrove.Fig. 12 – L’attività brevettuale della Lombar<strong>di</strong>a e dell’Italia (n. <strong>di</strong> brevetti presentatiall’EPO su PIL reale)5,54,53,52,51,50,5Lombar<strong>di</strong>a ItaliaFonte: elaborazioni su dati EUROSTAT26


Fig. 13 – L’attività brevettuale della Lombar<strong>di</strong>a per sezioni CIB, settori high tech(HT), ICT e biotecnologie (BIO) (n. <strong>di</strong> brevetti presentati all’EPO su PIL reale)ABCDEFGHHTICTBIO0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1,0 1,1 1,2 1,32008 2006 1998 1988Fonte: elaborazioni su dati Eurostat e Istat27


Tab. 7 L’attività brevettuale della Lombar<strong>di</strong>a (i brevetti presentati all’EPO,composizione % per sezioni CIB, settori high tech e ICT)1988 1998 2008Sezioni CIBA Necessità correnti della vita 18,7 16,0 21,9B Tecniche industriali; trasporto 22,0 20,9 24,1C Chimica; metallurgia 19,4 11,6 11,5D Industria tessile e della carta 6,2 6,3 4,7E E<strong>di</strong>lizia, trivellazione; industria mineraria 4,8 3,9 6,2F Ingegneria meccanica; illuminazione; riscaldamento; armi;esplosivi 9,3 10,3 11,3G Fisica 8,5 10,0 9,0H Elettrotecnica 11,0 20,7 11,3Altro 0,0 0,2 0,0Totale 100,0 100,0 100,0Settori high techAeronautica 2,1 1,1 6,9Computer e processi automatizzati 25,5 24,2 23,7Tecnologie della comunicazione 13,3 29,5 39,7<strong>La</strong>ser 0,4 1,3 1,3Micro-organismi, ingegneria genetica 25,5 10,4 16,9Semiconduttori 33,2 33,6 11,5Totale high tech 100,0 100,0 100,0Settori ICTICT Elettronica <strong>di</strong> consumo 9,4 10,6 9,8ICT Computer, macchinari da ufficio 33,9 23,7 27,9ICT Telecomunicazioni 8,0 19,7 22,8Altro ICT 48,7 45,9 39,5Totale ICT 100,0 100,0 100,0Fonte: elaborazioni su dati Eurostat28


Fig. 14 – L’attività brevettuale della Lombar<strong>di</strong>a <strong>nel</strong>le principali sezioni CIB (quota %<strong>nel</strong> 2008)Tecniche industriali; trasporto30,320,84,15,3 10,35,6 5,6 7,410,7Necessità correnti della vita15,0Ingegneria meccanica; illuminazione;riscaldamento; armi; esplosivi4,84,815,049,329,029,030,030,030,949,35,130,95,112,012,024,024,0Scienza me<strong>di</strong>ca o veterinaria; igieneArredamento; casalinghi ed elettrodomestici; macinatori <strong>di</strong>caffè e <strong>di</strong> spezie; aspirapolveri in generaleAgricoltura; selvicoltura; allevamento bestiame; caccia;cattura; pescaAltroElementi o unità <strong>di</strong> ingegneria; sistemi generali per produrre emantenere l'efficienza funzionale <strong>di</strong> macchine o <strong>di</strong> impianti;isolamento termico in generaleRiscaldamento; unità <strong>di</strong> riscaldamento; ventilazioneIlluminazioneMacchine o motori in generale; impianti motori in generale;macchine a vaporeAltroFonte: elaborazioni su dati Eurostat29


Fig. 15 – L’attività brevettuale delle province lombarde (n. <strong>di</strong> brevetti presentatiall’EPO su valore aggiunto reale in miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro)VareseLeccoComoBergamoMilanoPaviaBresciaMantovaLo<strong>di</strong>CremonaSondrio0 1 2 3 4 5 6 7 81998 2008Fonte: elaborazioni su dati EUROSTATTab. 8 L’attività brevettuale delle province lombarde (n. <strong>di</strong> brevetti presentatiall’EPO su valore aggiunto reale, n. in<strong>di</strong>ce 1998=100)2002 2005 2008Varese 96 107 91Como 142 195 156Sondrio 445 558 408Milano 119 108 86Bergamo 127 141 111Brescia 122 148 127Pavia 95 96 81Cremona 191 155 77Mantova 226 316 185Lecco 116 132 110Lo<strong>di</strong> 80 53 52Lombar<strong>di</strong>a 120 121 97Fonte: elaborazioni su dati EUROSTAT30


Nota metodologicaL’aggiornamentoRispetto alla versione del lavoro pre<strong>di</strong>sposta <strong>nel</strong> luglio 2011 sono statiaggiornati i dati relativi al commercio con l’estero, alla spesa e occupazionein ricerca e sviluppo, all’attività brevettuale. Il paragrafo relativo al gap <strong>di</strong>produttività con gli USA è stato aggiornato solo per la parte che riguarda laproduttività calcolata sul PIL, non per ciò che concerne la produttivitàsettoriale. In quanto ISTAT ha fornito i conti economici regionali in base allaclassificazione settoriale ATECO 2007 solo per il periodo 2007-2009 (cfr.http://www.istat.it/it/archivio/52316) non è pertanto <strong>di</strong>sponibile almomento una serie storica regionale più lunga con la medesimaclassificazione settoriale.L’aggregazione settoriale dei beni per contenuto tecnologico<strong>La</strong> classificazione dei beni per contenuto tecnologico proposta da Eurostatpuò essere visualizzata me<strong>di</strong>ante i seguenti link:http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_SDDS/Annexes/htec_esms_an2.pdfhttp://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_SDDS/Annexes/htec_esms_an3.pdf31


<strong>La</strong> <strong>di</strong>saggregazione settoriale dell’attività brevettualeDi seguito sono elencati i co<strong>di</strong>ci e le descrizioni dei brevetti per tipologia:sezioni CIB (classificazione internazionale dei brevetti), settori high tech esettori ICT.Sezioni CIBA Necessità correnti della vitaB Tecniche industriali; trasportoC Chimica; metallurgiaD Industria tessile e della cartaE E<strong>di</strong>lizia, trivellazione; industria minerariaF Ingegneria meccanica; illuminazione; riscaldamento; armi; esplosiviG FisicaH ElettrotecnicaSettori high techAeronauticaComputer e processi automatizzatiTecnologie della comunicazione<strong>La</strong>serMicro-organismi, ingegneria geneticaSemiconduttoriSettori ICTICT Elettronica <strong>di</strong> consumoICT Computer, macchinari da ufficioICT TelecomunicazioniAltro ICTPer ciò che riguarda la CIB per una descrizione più dettagliata del contenutodelle sezioni si veda:http://www.wipo.int/ipcpub/#refresh=page32

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