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Agopuntura - Diagnosi e Terapia

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Qui si trova laMotrice Pia, ilprimo motorea scoppiofunzionante abenzina che diedeall’ Italia il primatomotoristico.Delahaye 135M del 1939 che il regista Marco Tullio Giordanaha inserito nel recente film “Sanguepazzo” e che risultaessere stata una delle vetture preferite di Benito Mussolini.Per gli amanti delle grandi innovazioni, il Nicolis ha inserbo la Motrice Pia, il primo motore a scoppio funzionantea benzina che ha dietro di sé una storia straordinaria. Perraccontarla bisogna partire dagli esperimenti di Leonardo DaVinci, fino al Carro a Vapore di Cugnot del 1769. Ma il salto diqualità, nella accezione moderna e condivisa, va attribuitoal Padre Scolopio Eugenio Barsanti e al suo amico FeliceMatteucci. Nel 1852 i due si unirono nell’ambizioso progettoche intendeva sfruttare l’espansione di un miscuglio gassoso,composto da idrogeno e aria atmosferica, incendiato da unascintilla elettrica all’interno di un contenitore.In questo modo si poteva trasformare parte dell’energiaprodotta dalla esplosione in energia cinetica. Nel 1853 i duecostruirono il primo prototipo, in verità non troppo lontanoda quello che sarebbe stato il primo motore a scoppiobrevettato nel 1854. Nel 1864 sarebbe dovuta iniziare laproduzione “in serie“ del motore, ma la morte improvvisa diPadre Barsanti bloccò il progetto. E fu proprio la mancanzadi diffusione massiccia di questa invenzione che fece perderea Barsanti e Matteucci il primato, attribuito invece ai tedeschiOtto e Langen. I due inventori presentarono nel 1867, allaEsposizione Universale di Parigi, il loro progetto, ampiamenteispirato alla invenzione degli italiani. Questo motore fuprodotto in serie e ne furono venduti ben 5000 esemplariper utilizzi industriali. Bisogna arrivare fino ai giorni nostri,precisamente al 2004, perché ai due italiani venga riconosciutala priorità nella invenzione che, ora, occupa un posto d’onoreal Deutsches Museum di Monaco di Baviera. L’eredità diBarsanti e Matteucci è stata raccolta da un altro genio, ilveronese Enrico Bernardi che nel 1882 sperimentò e brevettò laMotrice Pia, il primo motore a scoppio funzionante a benzina,dando in questo modo all’Italia un importante primatomotoristico. Oggi, questa grande opera dell’ingegno umanoriscuote l’ammirazione e l’interesse di visitatori di tutto ilmondo proprio al Museo Nicolis di Villafranca.Percorrendo i quattro piani di questo sorprendentecontenitore di meraviglie, anche gli appassionati delle dueruote troveranno alcuni esemplari che, da soli, meritanola visita. Come il rarissimo Celerifero, antesignano dellabicicletta, una sorta di cavallo a due ruote, chiamato anche“scuoti ossa” e attribuito a un certo Monsieur De Sivrac neglianni della Rivoluzione Francese. Interamente in legno, eracostituito da un asse posto a cavallo di due ruote e venivaspinto puntando i piedi sul terreno! Ancora, le Michaudinedell’800, primi bicicli con i pedali, e centinaia di biciclette divarie epoche, alcune delle quali appartenute a campioni chehanno fatto la storia del ciclismo.Emozioni a non finire anche per gli appassionati di moto chepotranno ammirare rarissimi esemplari d’epoca e bolidi piùrecenti e molto spettacolari o, invece, immaginare un viaggiod’altri tempi sulla ABC Skootamota del 1919. Definita la “motonon-moto”,la Skootamota, prodotta all’inizio del secolo dallaABC Road Motors, fu progettata da Grandville Bradshaw cherivoluzionò il concetto e la struttura del monopattino - mezzopiuttosto diffuso a quel tempo - collocando il motore dietro lasella, sopra la ruota posteriore, e trasmettendo il movimentoper mezzo di una catena. In Italia la Skootamota arrivò nel1920, con una dimostrazione su strada organizzata al Pincio. Imotociclisti duri e puri non la accolsero con entusiasmo, mail mercato guardava invece al nuovo mezzo con interesse ecuriosità. Se, infatti, fino a quel momento si viaggiava in piedisulla pedana, il nuovo scooter, fornito di un comodo sellino, eradi facile conduzione e adatto anche alle donne, consentendonovembre 2010 <strong>Diagnosi</strong>&<strong>Terapia</strong>45

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