Prevenire le cadute nell’anzianoora si può con un semplice testIl test si effettuasu una tavolettabasculante e traslantecon un lettore digitaleapplicato sullo sternoper misurare gliadattamenti posturaliIl problema delle cadute dell’anzianoviene spesso banalizzato e sottovalutatoingenerando la falsa sensazione che ilfatto sia poco rilevante e non meriti unaparticolare attenzione.Ma se si considera l’elevata frequenzacon cui questo evento si verifica e, soprattutto,come una semplice caduta possaalterare un precario equilibrio e portarealla perdita dell’autonomia personale, sicomprenderà come il problema sia invecedi grande importanza per mantenereun soddisfacente stato di salute, intesocome condizione di benessere fisico, psichicoe sociale. Un’ attenta, affidabile eveloce valutazione ed un trattamento adeguatopotrebbero probabilmente aiutarea prevenire una gran parte degli eventi,soprattutto se il paziente verrà adeguatamenteaddestrato.L’obiettivo e l’impegno del progetto èquello di fornire alla comunità un efficacemezzo predittivo del rischio di cadutaed un adeguato piano rieducativo teso aridurre al minimo possibile il rischio perciascun soggetto.Per caduta si intende una perditadell’equilibrio e quindi della stabilità,senza perdita di coscienza.L’invecchiamento, ma anche alcunecondizioni patologiche, determinano unaprogressiva riduzione delle principali funzionidell’organismo.In particolare nell’anziano risulta compromessala capacità di correggere tempestivamentegli squilibri, cioè i repentinie improvvisi cambiamenti di posizione delcorpo, essendo i riflessi più lenti.La diminuita efficienza dell’apparato visivo,uditivo e muscolo-scheletrico rendonomeno sicura l’andatura e più precariol’equilibrio.L’effetto congiunto dei fattori legatiall’ambiente, alla ridotta efficienza dell’organismocon l’invecchiamento, a malattiee a disabilità, rende l’anziano moltovulnerabile al punto che piccoli “intoppi”possono causare la caduta.L’inattività della popolazione, in generale,e degli anziani in particolare, ha portatoil nostro organismo a una regressionemotoria.La vita moderna con la sua tecnologiaci aiuta a non faticare al punto che, alcuninormali movimenti della vita quotidiananon vengono più attuati e col passaredegli anni la nostra muscolatura “va inpensione”.Naturalmente il problema si presentapoi più evidente nella popolazione anzianache, per il male alla schiena, cadutepregresse o mancanza di equilibrio, tendesempre meno a muoversi deprogrammandoil sistema che sovrintende allasicurezza e stabilità dei movimenti.Oggi, con un test specifico, è possibilestabilire la vera età motoria, che nonsempre corrisponde a quella anagrafica,ed attuare la prevenzione utile a diminuirenotevolmente i rischi di caduta.4 novembre 2010 <strong>Diagnosi</strong>&<strong>Terapia</strong>
E qui entra in campo la PROPRIOCE-ZIONE. Dal latino “proprium” (proprio) iltermine propriocezione indica la ricezionedei segnali proveniente da nostre strutturecome le articolazioni, i muscoli e itendini che sono i canali sensoriali per icentri nervosi sottocorticali (non coscienti).Questi ci permettono il controllo dellaposizione verticale e di conseguenza,dell’equilibrio.Le capacità propriocettive sono utilizzateal giorno d’oggi al 40% delle possibilità:queste infatti non dipendono dallaquantità di attività fisica, ma dalla qualitàdelle azioni motorie che affrontiamo ognigiorno.Diminuendo e cambiando i nostri movimenti,ci si ritrova ad una certa età, oanche prima, ad avere una ridotta capacitàmotoria che si può ritrovare semplicementecon l’aiuto di un sistema elettronicospecifico collegato ad un softwaredi gestione.Il test si effettua su una tavoletta basculantee traslante con un lettore digitaleapplicato sullo sterno per misuraregli adattamenti posturali.In soli 15 minuti, effettuando alcuneprove da fermi e nella massima sicurezza,saremo in grado di scattare unafoto sulle reali condizioni dei sistemiche regolano la gestione della posturae sulla strategia che il corpo utilizza permuoversi nell’ambiente.In base ai risultati, il paziente potrà conoscereil suo reale livello di capacità motorieed il rischio di caduta accidentale.Utilizzando la medesima attrezzaturacomputerizzata non più in modalità testma in modalità riprogrammazione propriocettiva,sarà possibile confezionareun piano rieducativo che abbia il fine diriportare la capacità di controllo posturalea livelli accettabili o anche superiori, aseconda della volontà e degli obiettividel paziente.Autore: Fabio ContaFisioterapista e OsteopataCentro CEDERVia Pammatone 5Genova010.8608850L’invecchiamento,ma anche alcunecondizionipatologiche,determinanouna progressivariduzione delleprincipali funzionidell’organismo.In particolarenell’anziano risultacompromessala capacità dicorreggeretempestivamentegli squilibri.ANDROLOGIA eUROLOGIAl’esperto rispondeProf. Aldo Franco DE ROSEAndrologo ed UrologoCentro Medicina CeccardiGenovaaldofrancoderose@gmail.comSono una donna di 28 anni e da circa 2anni soffro di forti bruciori all’atto dellaminzione. Ho fatto tutti gli esami batteriologicipossibili, compreso tamponeuretrovaginale, e sono tutti risultati negativi..Cosa può essere e quali accertamentidevo ancora fare? Daniela NapoliLa presenza di soli bruciori durantela minzione non vanno confusi conle classiche cistiti che, oltre a questodisturbo, presentano spesso aumentodella frequenza minzionale, anche dipoche gocce di urine, peso sovrapubico espesso sangue. In primo luogo bisognaescludere le infezioni uretrali e vaginalimediante tamponi mirati. In particolarebisogna accertare la presenza di germicomuni, ma anche quelli particolari, chesi trovano solo se ricercati. Mi riferiscoalla clamidia, ureoplasma ureoliticume anche al bacillo di kock. In altri casibisognerà completare le indagini mediantel’ecografia dell’apparato urinario etransveinale e quindi l’uretrocistoscopiaper valutare le condizioni della mucosauretrale e vescicale e quindi escludereeventuali lesioni o restringimenti uretrali,la presenza di residuo dopo minzione oabbasamenti della vescica. Inoltre è utileeseguire anche un citologico urinario pervalutare la natura delle cellule eliminatecon le urine. Sarà comunque il buon sensodello specialista, dopo aver ascoltatoe valutato quanto riferito dalla paziente,che indirizzerà verso uno o l’altro accertamento.Naturalmente, in questi casi,non va tralasciato uno studio anche delpartner. Infatti molte volte le infiammazionidella prostata, vescicole seminali odegli epididimi si manifestano in manierasubdola, senza una vera e propria crisi: idisturbi sono modesti e solo in forma occasionale.In queste situazioni il pazientenon viene mai messo in allarme, al puntoda chiedere una visita specialistica oeseguire, anche lui, gli esami colturali perricerca di germi comuni e clamydia. Neconsegue che, dopo la prima terapia daparte della partner, credendo che tuttosia sistemato, iniziano i rapporti sessualisenza protezione e nuovamente si entrain contatto con il germe che provvederà areinfettare. L’infezione così passa da unoall’altro e le possibilità che sia eradicatosarano veramente minime. Allora sarebbebuona regola continuare ad avere rapportisessuali ma protetti, sino a quandogli esami colturali di entrambi i partnerrisultino negativi.novembre 2010 <strong>Diagnosi</strong>&<strong>Terapia</strong>5