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Relazione annuale 2012 - Prima Comunicazione

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1. L’ecosistema digitaleIn attuazione del mandato parlamentare, ARCEP ha svolto la propria azione all’internodi un gruppo di lavoro cui partecipano le amministrazioni statali competenti in materiadi telecomunicazioni e tutela dei consumatori, che intende presentare un rapporto definitivola prossima estate (<strong>2012</strong>). I risultati preliminari dell’indagine avviata, tuttavia,mostrano che le condizioni di trasparenza e concorrenza attualmente esistenti nel mercato,pur rappresentando una condizione imprescindibile per la garanzia di un internetaperto e neutrale, non sono al momento ritenute sufficienti. Pertanto, si prevede l’adozionedi misure specifiche in materia, in particolare la pubblicazione di indicatori di qualitàper le reti fisse, che si aggiungono a quelli introdotti con riguardo alle reti mobili,soggetti a pubblicazione anche con riferimento ai metodi di misurazione adottati. Lafase attuale è invece ritenuta prematura per la fissazione di livelli minimi di qualità deiservizi, rispetto ai quali ARCEP si riserva ulteriori approfondimenti. Analogamente,sono previste solo misure di monitoraggio sull’evoluzione del mercato in materia diinterconnessione IP, dal momento che i modelli economici e le tariffe sono in continuaevoluzione. Infine, ARCEP ha pubblicato i risultati della ricognizione sulle pratiche ditraffic management in uso nel proprio mercato nazionale, rilevando una tendenzialeriduzione delle misure di blocco per effetto della concorrenza. Tuttavia, il regolatorefrancese si riserva di continuare a monitorare il mercato e, ove necessario, adottareraccomandazioni.In ambito europeo non sono soltanto gli organismi dell’ordinamento delle comunicazionielettroniche ad occuparsi delle questioni attinenti alla neutralità di internet. Il 7ottobre 2011 l’autorità europea di vigilanza sulla privacy (EDPS) ha pubblicato un parerein relazione alla <strong>Comunicazione</strong> della Commissione del 19 aprile 2011. Le questioniaffrontate nel documento riguardano le tecniche di gestione del traffico da parte deiprovider che potrebbero violare le norme europee sulla riservatezza delle comunicazioni,giustificando eventualmente l’adozione di linee guida sul rapporto tra net neutralitye protezione dei dati personali. Il parere segnala, in particolare, il potenzialeimpatto negativo di alcune tecniche di gestione delle reti sui diritti fondamentali allaprivacy e alla riservatezza dei dati personali, che trovano un fondamento costituzionalesia nelle norme del diritto europeo, sia nazionali. Nel parere, peraltro, è contemplatal’eventualità che alcune tecniche di ispezione utilizzate dagli ISP possano rivelarsicontrarie alle norme già vigenti in maniera di tutela della riservatezza delle comunicazionie dei dati personali. Sulla base dell’analisi svolta, il documento indica altresì l’esigenzadi promuovere un più ampio dibattito su questi temi, che investono il bilanciamentotra diritti fondamentali, e l’adozione di linee guida per gli Stati membri, in relazionea due aspetti in particolare: a) criteri e condizioni in virtù dei quali le pratiche diispezione dei pacchetti possano ritenersi legittime; b) individuazione dei casi in cui ènecessario acquisire il consenso degli interessati, per esempio quando l’attività dimonitoraggio riguarda il traffico peer-to-peer. Sulla base di questa iniziativa, l’EDPSprospetta un’attività di approfondimento circa l’adozione di norme vincolanti, idoneead apprestare strumenti di tutela più efficaci e maggiori garanzie di certezza del diritto.In particolare, si segnala l’esigenza di individuare in maniera precisa le conseguenzegiuridiche del principio di neutralità della rete e, allo stesso tempo, le misure idoneead assicurare una reale possibilità di scelta degli utenti, per esempio attraverso unamaggiore trasparenza sul ricorso a tecniche di monitoraggio delle comunicazioni daparte degli ISP.La riflessione intorno al tema della net neutrality non si limita all’analisi delle questionidi tutela della concorrenza e dei consumatori che possono giustificare un eventualeintervento regolamentare e sulle possibili forme della regolamentazione. Nel contestointernazionale, infatti, non sono mancate proposte volte a spostare il dibattito dall’arenadei regolatori di settore a quella dei legislatori nazionali ed europeo, seppur in un’otticaprogressiva e di complementarietà.63

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