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Relazione annuale 2012 - Prima Comunicazione

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<strong>Relazione</strong> <strong>annuale</strong> sull’attività svolta e sui programmi di lavoro <strong>2012</strong>wireless di nuova generazione, da cui dipende l’effettiva fruibilità dei principali servizie delle applicazioni che formano il paniere tecnologico di internet delle cose: dai servizidi geolocation per il settore automobilistico e la sicurezza domestica, all’oggettisticaautomatizzata che utilizza comunicazioni M2M (Machine-to-Machine).Pertanto, l’internet delle cose e la sua evoluzione sono destinati a influenzare la vitaquotidiana delle persone, in quanto tali dispositivi elaboreranno numerosi dati sensibiliattinenti, tra l’altro, ai modelli comportamentali degli utenti, alle loro preferenzee ubicazione. Quest’ultima, in particolare, determinerà una significativa espansionedel dominio di informazioni raccolte in rete, in ragione dell’ampliamento dei servizilegati alla geo-localizzazione dell’utente, già oggi disponibili e in fase di ulteriore sviluppo.L’internet delle cose, inoltre, investe questioni di carattere economico e tecnico. Inordine ai profili commerciali, la diffusione dell’internet delle cose interessa molteplicitecnologie e settori, recando opportunità di sviluppo nell’ICT, sia nel campo dei serviziche delle attività manifatturiere. Gli operatori del settore – le imprese di telecomunicazione,i fornitori di contenuti, applicazioni e servizi, ivi inclusi i servizi media audiovisivi,nonché le grandi internet company e le imprese manifatturiere – avranno lapossibilità di ampliare il perimetro delle proprie attività e di ricercare nuove fonti diricavo. Sotto il profilo tecnico, diversi esperti sottolineano il legame tra l’affermazionedell’internet delle cose e la nuova versione del protocollo internet (IPv6), che offreun sostanziale aumento nella disponibilità degli indirizzi IP, necessari a supportarel’elevato numero di dispositivi che saranno connessi in rete. Altri studiosi si soffermanosul ruolo giocato da alcune tecnologie, quali ad esempio le tecnologie RFID (Radiofrequencyidentification), le Near Field Communications (cfr. box 3 della <strong>Relazione</strong><strong>annuale</strong> 2011) e, ancora, quelle sottostanti i servizi di mobile payment (cfr. supraFocus 2) oppure la tecnologia ZigBee, basata sullo standard IEEE 802.15.4, e strumentaleper la creazione di Wireless Personal Area Networks (WPAN). Altri aspetti rilevantiai fini della realizzazione dell’internet delle cose sono connessi agli sviluppi neisettori della microelettronica, della sensoristica e dei sistemi incorporati (embeddedcomputing).L’internet delle cose prefigura, quindi, profonde trasformazioni nell’ecosistema digitalee produce nuove opportunità sia dal lato dell’offerta che della domanda di servizie apparati digitali, sulle quali lavora – con finalità di studio – l’Autorità, per mezzodel programma di ricerca Servizi e contenuti per le reti di nuova generazione (cfr.cap. 4.1.3.).In questo quadro, l’interoperabilità dei servizi e delle reti, la diffusione di standard tecnologicicondivisi, la trasparenza delle informazioni relative alle modalità di accessorappresentano alcuni dei temi oggetto di attenzione a livello internazionale. Alla lucedi questi sviluppi, la Commissione europea, facendo seguito alla <strong>Comunicazione</strong> dellaCommissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e socialeeuropeo e al Comitato delle regioni L’internet degli oggetti: un piano d’azione per l’Europadel giugno 2009 (COM/2009/0278), nel <strong>2012</strong> ha manifestato l’intenzione di elaborareun quadro normativo che permetta di sfruttare le potenzialità dell’IoT in terminidi benefici economici e sociali, garantendo nel contempo un livello adeguato di controllodei dispositivi che trattano le informazioni. Tale quadro interverrà sul rispettodella vita privata, la sicurezza delle persone e delle cose, la sicurezza delle infrastruttureche supportano tali servizi, le questioni etiche, l’interoperabilità, la governance egli standard tecnici di interoperabilità.In particolare, la Commissione europea, nel Piano d’azione pubblicato nel 2009, ha sottolineato,da un lato, come i progressi tecnici nell’ecosistema digitale abbiano luogo aprescindere dall’intervento pubblico, seguendo semplicemente il normale ciclo dell’in-46

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