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Relazione annuale 2012 - Prima Comunicazione

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<strong>Relazione</strong> <strong>annuale</strong> sull’attività svolta e sui programmi di lavoro <strong>2012</strong>Figura 2.28. Editoria quotidiana – Vendite medie giornaliere di quotidiani(1995-2011)6.500.0006.000.0005.976.8475.500.0005.881.3506.073.1586.017.5645.869.6025.913.514 5.830.5235.881.4215.710.8605.617.6205.461.8115.510.3255.399.9045.141.5535.000.0004.786.9574.500.0004.583.5754.459.8184.000.0001995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011Fonte: FIEG, La stampa in Italia 2009-2011, aprile <strong>2012</strong>Sotto il profilo della reddittività operativa, si evidenzia 74 che il margine operativolordo delle principali aziende editrici di quotidiani, pur mantenendosi positivo, dopo laparziale ripresa avvenuta nel 2010, ha subito nuovamente una contrazione nel 2011,mostrando una fragilità del settore che si è andata accentuando negli ultimi anni, nonostantegli interventi attuati sul piano dei costi e gli sforzi per fronteggiare la trasformazioneal digitale del sistema dell’informazione.Negli ultimi anni, negli Stati Uniti, il paese che per primo ha avvertito la crisi, si èassistito ad una perdita di centralità del quotidiano come centro della rete di relazionisociali, che si stanno spostando sulle comunità virtuali 75 , come ampiamente descrittodalle recenti analisi del Pew Research Center’s Project for Excellence in Journalism 76 .Anche in Italia, la stampa è stato il primo settore che ha dovuto affrontare la rivoluzionedigitale. I maggiori gruppi editoriali hanno diversificato il proprio portafoglioinformativo digitale (sito web, versione digitale del quotidiano cartaceo, prodotti specificiper tablet) per incrementare la possibilità di vendita di contenuti e per esplorarenuove forme pubblicitarie.L’editoria elettronica, quindi, è l’unico comparto che ha registrato una consistentecrescita, la quale ha compensato, anche se solo in parte, la crisi che ha colpito l’editoriaquotidiana cartacea. I primi investimenti nel digitale, realizzati in reazione allacrisi, hanno prodotto risultati rilevanti, seppure non ancora risolutivi.Una particolarità dell’Italia infatti, è che la fruizione web si dimostra più newsoriented di quella internazionale, con un incremento della posizione di molti siti di quotidianiitaliani dal 2009 al 2011, e con un aumento degli indicatori di traffico, che si traducein una crescita superiore al 40% negli utenti unici mensili, pari ad un incremento74 FIEG, “La Stampa in Italia 2009 - 2011”, aprile <strong>2012</strong>.75 Anche in Italia si verifica un fenomeno analogo e il tempo medio speso su Facebook è pari acirca quattordici volte il tempo medio speso sul primo giornale on line.76 Cfr. in particolare, The State of The News Media, 2011.142

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