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Relazione annuale 2012 - Prima Comunicazione

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2. Il settore delle comunicazioni in ItaliaFigura 2.27. Indici dei prezzi: l’editoria rispetto all’indice generale al consumo (1995-2011)150145140GiornaliPeriodiciIPC (FOI)1351301251201151101051001995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011Fonte: IstatDa alcune analisi effettuate dall’Autorità è emerso che il costo medio delle inserzioninel settore editoriale si è ridotto considerevolmente, in particolare negli ultimianni del decennio, anche se, anche sotto questo profilo, è bene distinguere tra editoriaquotidiana e periodica. Dal 2000 al 2010 i quotidiani hanno presentato un declinocostante dei costi medi per mille contatti (CPM), pari a quasi il 50% nell’intero decennio,con una riduzione superiore al 20% solo nell’ultimo triennio. Diverso è l’andamentodel CPM per i periodici che ha visto un’evoluzione altalenante: in crescita fino al 2008e in drastica contrazione nell’ultimo triennio, con una riduzione pari a circa il 30%.Tali marcate riduzioni si sono riflesse sulla dinamica negativa dei corrispondentiricavi pubblicitari. Gli introiti derivanti dalla pubblicità hanno continuato, infatti, a presentareun andamento negativo (-1,3%; nonostante l’incremento superiore al 20%della componente on line), comportando un’ulteriore traslazione delle fonti di finanziamentodel settore editoriale dal versante degli inserzionisti (ricavi pubblicitari) alversante degli utenti (ricavi da vendita di copie).Come rilevato, infatti, gli editori hanno cercato di mantenere inalterati i propri ricaviaumentando il prezzo sul versante degli utenti (lettori), con effetti sulla già ridottadiffusione, in una fase di crisi generale e in un Paese già caratterizzato da una scarsapropensione alla lettura, aggravando di conseguenza l’andamento persistentementenegativo delle vendite medie (cfr. Figura 2.28 per i quotidiani). Il mix di prezzi elevatie in crescita sul versante editoriale e di prezzi bassi e calanti su quello pubblicitario hapertanto prodotto effetti negativi, sia sulla diffusione dei quotidiani in Italia (avvantaggiandol’affermazione di mezzi quali la televisione commerciale, prima, e, più recentemente,internet), sia sui ricavi degli editori medesimi 69 .La Tabella 2.55 mostra l’assetto del settore editoriale nel suo complesso e la ripartizionedei ricavi dei principali gruppi operanti nel settore editoriale, comprensivo dell’editoriaquotidiana, periodica ed elettronica.69 Cfr. E. Argentesi e L. Filistrucchi (2007), “Estimating market power in a two-sided market:The case of newspapers”, Journal of Applied Econometrics, vol. 22, pagg. 1247-1266.137

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