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31 - Pontifical Gregorian University

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<strong>31</strong>In questo numero:› 35° Congregazione Generale› Visita del Padre Generale alla PUG› La nostra storia dalle origini alla nuova sede› I Padri Generali della Compagnia di Gesù› Speciale ConcistoroAnno XI - numero trentuno - Aprile 2008Spedizione in abbonamento postaleart. 2 comma 20/C , legge 662/96 - Filiale di Roma - Taxe perçue


SommarioP. GhirlandaDirettore responsabileP. Michele Simone, S.J.Direttore editorialeMarco CardinaliProgetto graficoGianfranco CaldarelliStampaPostel SpaFinito di stampareil 20 aprile 2008Quadrimestralea carattere informativoRegistrazione pressoil Tribunale di Roman. 134del 29 marzo 1996Direzione eamministrazioneLa <strong>Gregorian</strong>aInformazioni PUGPiazza della Pilotta, 400187 RomaTel. 06.6701.5110Fax 06.6701.5428e-mail:lagregoriana@unigre.itwww.unigre.it3 EditorialeP. Gianfranco Ghirlanda, S.J. Magnifico Rettore4 35° Congregazione GeneraleMarco Cardinali12 Visita del Padre Generalealla <strong>Gregorian</strong>aMarco Cardinali26 L'Intervista al Preposito Generaledella Compagnia di GesùMarco Cardinali27 La nostra storia dalle originialla nuova sedeGerardo Grillo30 I Padri Generali della Compagniadi Gesù<strong>31</strong> La voce della storia<strong>31</strong> Chi è il Vice Gran Cancelliere?32 Incontro dei dipendentiPaolo Basile34 Speciale ConcistoroMarco Cardinali36 L'intervista a S. Em. il CardinaleUrbano Navarrete, S.J.Marco Cardinali38 “Alla <strong>Gregorian</strong>a il mio graziepiù sincero”Marco Cardinali42 La nuova sezione "Donazioni"del sito Web dell'UniversitàXavier Debanne44 Nominea cura della Segreteria Generale45 Tesi di Dottoratoa cura della Segreteria AccademicaCarissimi studenti ed amici,la nostra rivista arriverà nelle vostre case, parrocchie eistituti, alla fine del periodo che la liturgia definisce“Tempo di Pasqua”. È un tempo che possiamo certamentedefinire gioioso, perché è il tempo della “visita”del Cristo risorto, ma di una gioia tutta diversa da quellache ricerca il mondo; una gioia intima, duratura e dirompenteche non è soggetta a mutamenti di sentimento, ditempo o di natura. Anche noi, professori e studenti, cheogni giorno siamo a contatto con i testi sacri e ci occupiamodi teologia e di tutte le discipline a questa connesse,dobbiamo non solo riflettere su tale gioia, ma riceverlacome un dono del Risorto, per esserne poi veritestimoni per il mondo. Credo che tutti siamo consapevolidi quanto sia necessario un simile annuncio. C'èancora oggi, come agli inizi della Chiesa, chi vuole farcredere che Gesù sia stato un grande uomo, ma che la suaazione fosse meramente umana e dunque terminata con ilcompimento della sua esistenza terrena. A questa obiezioneha risposto duemila anni fa e con decisione SanPaolo: «Ma se Cristo non è resuscitato, allora è vana lanostra predicazione ed è vana anche la vostra fede». Lanostra fede, infatti, sarebbe senza fondamento se Cristofosse morto, ma non risorto. La sua croce sarebbe statauna morte crudele e senza senso, per lui e per noi poichénon ci avrebbe redenti da nulla.Pensiamoci solo per un attimo: il nostro amore, seppurevero e profondo, sarebbe rivolto ad un morto e la nostrastessa fede sarebbe il ricordo di un uomo del passato, nondi colui che ha detto: «Io sono con voi tutti i giorni, finoalla fine del mondo» (Mt 28, 20). E Gesù è con noi e innoi nell'Eucaristia: se Lui non fosse risorto l'Eucaristianon sarebbe quello che è, il Corpo e il sangue del Signoreoggi, ma solo il ricordo di un fatto del passato.«Ora, invece, Cristo è resuscitato dai morti, primizia dicoloro che sono morti» (1 Cor 15, 20). Il misteropasquale, la morte e la resurrezione di Gesù è, dunque, ilpunto centrale della nostra fede. Una domanda chespesso ci si pone è: «Su quale certezza può allora la Chiesaesultare gioiosa al grido di Cristo è veramente risorto?».Sappiamo che il Cristo risorto apparve solo a testimoniscelti da lui, mentre tutti in Gerusalemme lo videromorire sulla croce, eppure la sua resurrezione è un avvenimentoche ha lasciato tracce storicamente constatabili.La prima traccia è il sepolcro vuoto, ma di per sé non èesaustiva, perché il suo corpo, avrebbe potuto essere statoportato via. Solo le apparizioni di Gesù ai discepoli chiarisconol'assenza del suo corpo nel sepolcro. I testimonidelle sue apparizioni confermano, con tutte le differenzedei vari racconti, che Gesù è apparso loro vivente, visibile,palpabile, tanto da poterloriconoscere dalle sue ferite (Gv20, 27). Allo stesso tempo essitestimoniano che il corpo diCristo non era semplicemente ilcorpo terreno tornato di nuovoin vita, ma era glorificato. Dalleapparizioni del Risorto possiamointuire come sarà ungiorno, alla resurrezione deimorti, anche il nostro corpo,ma non solo. Molto spesso miritrovo a pensare alla forza del messaggio che nasce da questeapparizioni: con esse Gesù non lascia senza pastorequelli che erano stati i suoi compagni, quelli che avevachiamato amici. I suoi discepoli che erano nel dolore eparalizzati nella paura ricevono da Cristo stesso la forza, laconsolazione e la conferma che tutto quello che egli avevadetto loro era vero. Cristo è veramente risorto! È certamenteil grido di stupore che è riecheggiato nei cuori diciascuno di loro, che è stato tratto fuori dal sepolcro delsui dubbi, paure, insicurezze, sensi di colpa, pessimismo,scetticismo, angoscia, ed è risorto con lui. Questa certezzadella fede è diventata gioia apostolica: la risurrezione deidiscepoli è diventata annuncio. Ciò è, ancora oggi, il fondamentodella nostra speranza e dell'azione di tutta laChiesa. Lo Spirito Santo, la cui venuta particolarmenteinvochiamo nella celebrazione della Pentecoste, ci confermache veramente Gesù è il Figlio di Dio, che le sueparole sono affidabili e vere, che egli possiede la potenza divincere la morte e che egli è morto per ciascuno di noicome vittima di espiazione per i nostri peccati. Ma ognunodi noi, particolarmente in questo tempo pasquale, ha ricevutola visita di Gesù che è venuto a incontrarlo in mododel tutto personale nella situazione in cui si trovava e aliberarlo da ciò che lo chiudeva nel suo “sepolcro” e gliimpediva di risorgere con lui. Se con lui risorgiamo, conlui saremo impegnati a vivere tutta la nostra vita, la formazione,l'attività accademica, nella luce della Risurrezione.Concludo questa riflessione con la speranza cristianae la preghiera che il tempo di studio e insegnamentoalla <strong>Gregorian</strong>a divenga per ciascuno di noi un progressivosvelamento, seppure nella fede, di questo mistero di gioiae di speranza che è la morte e la risurrezione del Cristo eche ci renda capaci a nostra volta di testimoniarlo a chi ciè accanto, con la nostra stessa vita. Solo così potremo direche noi siamo risorti con Cristo e che in noi vive il suo Spirito.P. Gianfranco Ghirlanda, S.J.Magnifico Rettore3


MarcoCardinaliFoto:Don Doll, S.J.35° Congregazione GeneraleCronaca dell' elezione di P. Adolfo Nicolás NuovoPreposito generale della Compagnia di Gesù eVice Gran Cancelliere della Pontificia Università<strong>Gregorian</strong>a e suo ex alunno.Il neo eletto P. Adolfo Nicolás nella sua prima CelebrazioneEucaristica da Preposito Generale della Compagnia di Gesù.Il P. Peter-Hans Kolvenbach riceve l'applauso diringraziamento per il suo costante e indefesso lavoro subitodopo l'accettazione delle sue dimissioni da Preposito Generale.Sant'Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù.Celate dietro ad un dipinto che scivola verso il basso grazie adun meccanismo, le reliquie sono simbolicamente vegliate dauna grande statua in argento dello stesso Sant'Ignazio. Lalampada votiva rimane accesa per tutta la durata della Congregazioneed altre ardono nelle Chiese dei gesuiti di tutto ilmondo e negli oratori di molte Congregazioni femminili dispiritualità ignaziana, come testimonianza della preghieracontinua per il successo della Congregazione.Rinuncia del Padre Peter-Hans KolvenbachIl CardinaleFranc Rodé,Prefetto dellaCongregazioneper gli Istituti diVita Consacrata ele Società di VitaApostolica,presiede la CelebrazioneEucaristicadi aperturadella 35° CongregazioneGeneralenella Chiesa delGesù. Alla suadestra P. Peter-Hans Kolvenbachl'uscente PrepositoGenerale dellaCompagniadi Gesù.7 gennaio 2008bene Sant'Ignazio, «il benessere del capo ridonda su tutto ilcorpo, e come sono i Superiori saranno a loro volta gli inferiori”.Il cardinale Rodé si è poi soffermato sulle tematiche sucui rifletterà la Congregazione generale, ossia l'identità delGesuita oggi, il significato e il valore del voto di obbedienza alSanto Padre, la missione della Compagnia nel contesto dellaglobalizzazione e la vita comunitaria. Per questo, ha ribaditoil porporato, occorre avere “lo stesso sguardo delle tre personedivine”, ossia porsi all'ascolto dello Spirito creatore, senzaperdere l'impegno per discernere i segni dei tempi. L'attenzione,quindi, va anche ai laici:“Sono molte le persone che dentro e fuori la Chiesa - ha dettoil cardinale Rodé - frequentano i vostri centri di insegnamentocon il desiderio di trovare una risposta alle sfide che lascienza, la tecnica, la globalizzazione, l'inculturazione, il consumismoe la miseria, pongono all'umanità, alla Chiesa e allafede, con la speranza di ricevere una formazione che li rendacapaci di costruire un mondo di verità e di libertà, di giustiziae di pace”. E tra le sfide che attendono la Chiesa, c'è la necessitàdi presentare al mondo la verità della Sacra Scrittura, cheallontana i fedeli dal rischio di un “relativismo senza orizzonte”,e di ridurre quella separazione tra Fede e cultura che“costituisce un impedimento grave l'evangelizzazione”.“L'obbedienza religiosa - ha poi ricordato il porporato - siconcepisce soltanto come obbedienza nell'amore”, aggiungendodi vedere “con tristezza e inquietudine” “un crescenteallontanamento dalla Gerarchia” e ribadendo che “la spiritualitàignaziana di servizio apostolico «sotto il Romano Pontefice»non accetta questa separazione”, poiché il suo motto è“In tutto amare e servire”.Nel pomeriggio del7 gennaio 2008,durante la primasessione formaledella 35ª CongregazioneGenerale, ilPadre GeneralePeter-Hans Kolvenbachsi è rivolto ai217 elettori con leseguenti parole:“Con la benedizione del Santo Padre concessa il 20 giugno2005 e dopo aver ottenuto un voto positivo dagli Assistentiad providentiam e dai Provinciali dell'intera Compagnia sullaserietà delle ragioni addotte per le dimissioni, io presento oraal giudizio della Congregazione Generale le mie dimissioni daSuperiore Generale della Compagnia di Gesù. Come stabilitodall'articolo 362 delle Norme Complementari, sebbene ilSuperiore Generale sia eletto a vita e non per un tempo determinato,egli può tuttavia in retta coscienza e secondo lanorma dimettersi dal suo ufficio per un motivo grave che lorenderebbe in maniera permanente non all'altezza delle fatichedel suo compito. Io sento che la Compagnia di Gesù hail diritto di essere governata e animata da un Gesuita nelpieno possesso dei suoi talenti fisici e spirituali e non da uncompagno le cui energie continueranno a diminuire a causadell'età - ben presto 80 anni - e delle conseguenze di tale età,specialmente nel campo della salute. Anche se le Costituzionie le Norme Complementari non lo menzionano, potreiaggiungere che l'elezione di un nuovo Generale darà allaCompagnia grazia divina di rinnovamento, o per dirlo con leparole di Sant'Ignazio, “nueva devoción”, “nuevas mociones”.a P. Peter-Hans Kolvenbach, Preposito Generaleuscente dopo circa 25 anni alla guida della Compagnia.Portavoce del ringraziamento è stato il CardinaleCon una Messa solenne, celebrata nella bella esignificativa cornice della Chiesa del Gesù di Roma, Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istitutidi Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica,si è aperta alle ore 10.00, la 35.ma CongregazioneGenerale. Il clima della celebrazione è stato caratterizzatoda un silenzio composto e commosso, alter-Il porporato ha ringraziato P. Kolvenbach per la suache ha presieduto il rito eucaristico:nato alla gioia del canto: la Santa Messa con cui si è fedeltà, la sua sapienza, la sua rettitudine, il suo esempiodi umiltà e povertà. “L'elezione di un nuovo pre-Nella sessione plenaria del 14 gennaio, la Congregazione haaperta la 35.ma Congregazione generale della Compagniadi Gesù si è svolta su questi due registri. posito generale - ha aggiunto - ha un valore fondamen-sottomesso al voto la rinuncia del Padre Generale. Il moderatore,Padre Valentín Menéndez, ha invitato gli elettori a fareCromaticamente divisa in due la Chiesa del Gesù: tale per la vita della Compagnia, non solo perché la suadomande ai quattro Assistenti ad Providentiam sui motivi chedavanti al presbiterio, il colpo d'occhio bianco dei struttura gerarchica centralizzata concede costituzionalmenteal Generale piena autorità per il buonhanno spinto il Padre Generale a presentare le sue dimissioni.paramenti degli oltre 400 gesuiti presenti; dietro, icolori variopinti dei tanti fedeli che hanno voluto governo, la conservazione e la crescita di tutto il corpoAl termine della celebrazione, infine, la suggestiva cerimonia Si è avuto poi un breve momento di preghiera in silenziounirsi alla celebrazione. E tutti hanno detto grazie della Compagnia, ma anche perché, come dice moltodell'accensione della lampada votiva davanti alle spoglie di seguito dal voto segreto manifestato in forma scritta.4 5


Due momenti che ritraggonoP. Adolfo Nicolás appena eletto.6Ripresa la sessione con la presenza del Padre Kolvenbachche si era allontanato durante il voto, ilPadre Valentín Menéndez gli ha comunicato il risultatodella votazione che, rendendo manifesto che laCongregazione accettava rispettosamente i motivida lui presentati e gli ha rivolto le seguenti parole:“In questo momento in cui la 35ª CongregazioneGenerale ha accettato la proposta di rinuncia da leipresentata, è giusto che la stessa Congregazione quiriunita, a nome di tutta la Compagnia, esprima ilringraziamento e il riconoscimento che tutta laCompagnia sente per la sua persona e il notevoleservizio che il Signore ha voluto che lei prestassealla Chiesa e alla Compagnia”.“Che il Nostro Creatore e Signore la ricompensiper il fedele servizio prestato per quasi un quarto disecolo. Gli chiediamo anche che continui a benedirlanel luogo e nel lavoro che Lui le affiderà per laSua maggior gloria. A nome di tutta la CG35 e ditutta la Compagnia gli diciamo dal cuore: tantissimegrazie, Padre Kolvenbach. Siamo orgogliosi dilei e del servizio che ha prestato in questi difficilima appassionanti anni che il Signore ha volutoconcederci”.Le ultime parole del P. Menéndez sono state ricevutecon un lungo e caloroso applauso che tutti iDelegati, in piedi, hanno tributato al Padre Kolvenbach.Da questo momento, dopo 24 anni e 4mesi, il P. Kolvenbach non è più Preposito Generaledella Compagnia di Gesù e decade la suanomina a Vice Gran Cancelliere della PontificiaUniversità <strong>Gregorian</strong>a.Poi il Padre Kolvenbach ha preso la parola e conun'ultima prova del suo invincibile umorismo haringraziato i delegati “per il modo così elegante cheavete escogitato per destituirmi”. E tra le risa e gliapplausi ha continuato più seriamente:“Oggi la Congregazione Generale ha deliberato diaccettare le mie dimissioni da Superiore Generaledella Compagnia di Gesù”.“Con gratitudine al Signore riconosciamo che,nonostante una sconcertante diversità di persone edi culture, di aspirazioni e di opere, non è maimancata l'unione di spiriti e di cuori, e che, nonostanteuna crescente fragilità, la Compagnia rimanein grado di dialogare apostolicamente con le sfidedel mondo moderno, per annunciarvi l'unicabuona novella”.“Alla vigilia dell'elezione del mio successore e delletante scelte che la Congregazione Generale dovrà fare,mi unisco alla preghiera con la quale Sant'Ignazio terminale sue lettere: “piaccia al Signore, per la Sua infinitae sovrana bontà, degnarsi di accordarci la Sua graziaperfetta, affinché abbiamo sempre il senso della Suasantissima volontà e interamente la compiamo”.10 gennaio 2008Lettera di Papa Benedetto XVI a P. PeterHans KolvenbachPrima che venisse ratificata la sua rinuncia a SuperioreGenerale della Compagnia di Gesù, il Padre PeterHans Kolvenbach ha ricevuto una lettera personale dalSanto Padre, Benedetto XVI. Il Padre Kolvenbach hacondiviso la lettera con i membri della CongregazioneGenerale e con tutta la Compagnia, e ha riferito a SuaSantità “la profonda attenzione e gratitudine” con cuiera stato accolto il suo messaggio. Ai gesuiti, Padre Kolvenbachha comunicato “l'affetto, la vicinanza spirituale,la stima e la gratitudine con cui i successori diPietro hanno guardato e guardano alla Compagnia diGesù, continuando ad aspettarne un fedele servizio perl'annuncio integro e senza incertezze del Vangelo nelnostro tempo”.Ponendosi in continuità con gli interventi dei suoi predecessori,il Santo Padre richiama nella sua lettera illegame particolare che lega la Compagnia di Gesù alSuccessore di Pietro, espresso dal "quarto voto" di specialeobbedienza al Papa. Benedetto XVI sottolinea echiede "che la Congregazione riaffermi, nello spirito diSant'Ignazio, la propria totale adesione alla dottrinacattolica, in particolare su punti nevralgici oggi fortementeattaccati dalla cultura secolare”.La Compagnia di Gesù, sono le parole di Padre Kolvenbach,dichiara la propria volontà di rispondere sinceramenteagli inviti e alle richieste del Santo Padre.La Congregazione Generale dedicherà ad essi tutta l'attenzionedovuta nel corso dei suoi lavori, una considerevoleparte dei quali sarà dedicate appunto ai temidella identità e della missione dei Gesuiti e della obbedienzareligiosa ed apostolica, in particolare della obbedienzaal Papa.19 Gennaio 2008Dopo quattro giorni di preghiera, riflessione e consultazionireciproche, i 217 elettori della 35ª CongregazioneGenerale il 19 gennaio sono pronti per votare per unnuovo Superiore Generale. La giornata inizia alle 8:00con una messa concelebrata nella Chiesa di Santo Spirito inSassia, vicino la Curia generalizia della Compagnia. Alle 9:30gli elettori si riuniscono in aula, recitano il Veni Creator Spiritus,ascoltano una esortazione letta dal P. Jacques Gellard, Assistentead providentiam, e si consacrano alla preghiera personaleper il resto di un'ora.Poi come prescritto dalla Formula, ogni elettore scrive a manosulla scheda ricevuta il nome della persona da lui scelta comeSuperiore Generale. Al termine della votazione, il PadrePeter-Hans Kolvenbach, insieme al Segretario della Congregazione(P. O. Torres) e al suo Assistente (P. I. Echarte) giuranoa Dio di compiere fedelmente il dovere di ricevere e renderepubblici i voti. Questi sono quindi raccolti e contati.Colui che ne riceve la maggioranza (109 voti) è consideratoeletto. Immediatamente il suo nome viene comunicato alSanto Padre per il suo assenso.Elezione del nuovo Preposito Generale dellacompagnia di GesùLa 35ª Congregazione Generale della Compagnia di Gesùgiunge al termine del voto e ha eletto il Padre Adolfo Nicolás,S.J., Preposito Generale. E' il 29° successore di Sant'Ignaziodi Loyola alla guida della Compagnia.Il decreto riguardante l'elezione, secondo le norme, è scritto amano dal Segretario della Congregazione e firmato dal PadreKolvenbach, che legge in latino: Ego Peter-Hans Kolvenbach,S.J., auctoritate Sedis Apostolicae et universae Societatis, ReverendumPatrem Adolfo Nicolás declaro electum in PraepositumGeneralem Societatis Jesu, in nomine Patris et Filii et SpiritusSancti (“dichiaro il Padre Adolfo Nicolás eletto Generale dellaCompagnia di Gesù in nome del Padre, del Figlio e dello SpiritoSanto”). Subito dopo il Generale eletto si è recato versoil crocefisso posto al centro dell' aula, e ha pronunciato la suaprofessione di fede: “Io Adolfo Nicolás credo fermamente aognuna e a tutte le verità contenute nel Simbolo della Fede”. Aquesto punto gli elettori, primo fra tutti il Padre Kolvenbachseguito dal Segretario e il suo Assistente, sono andati a rendereomaggio al nuovo Superiore Generale, subito dopo vengonoaperte le porte dell'aula e la comunità della Curia,avvertita dal suono della campana, entra per porgere il suosaluto all'eletto. Tutti insieme si recano quindi nella cappellaper una breve preghiera di ringraziamento.20 Gennaio 2008Dopo parecchi giorni di pioggia intermittente domenica 20gennaio a Roma è stata una giornata di sole molto bella.Dopo l'agitazione del giorno dell'elezione, i Delegati si sonopresi un momento di riposo mentre Padre Adolfo Nicolás nelcorso della mattinata ha letto i moltissimi messaggi di congratulazioniin arrivo da ogni parte del mondo e ha preparatola sua omelia per la Messa di ringraziamento che si celebra alleore 16.00 nella Chiesa del Gesù.Statio nelle “camerette di Sant'Ignazio”Alle ore 15.30 il Padre Generale, accompagnato da quattroelettori e un diacono, si è recato nelle “camerette di Sant'Ignazio”,accanto alla Chiesa del Gesù, dove egli scrisse leCostituzioni e morì. Dopo un momento di preghiera in silenzio,il diacono ha letto un passaggio dal Vangelo di San Matteo(Mt. 23,8-12): Ma voi non vi fate chiamare Maestro perchéuno solo è il vostro Maestro … e non vi fate chiamareguide perché una sola è la vostra guida, il Cristo, ma il maggiorefra voi sia vostro servitore. Poi il più anziano dei quattroelettori si è rivolto al Padre Generale e ha letto alcuni branidella Parte IX delle Costituzioni, in cui il Fondatore dellaCompagnia ha indicato le virtù e le qualità che dovrebbeavere il Superiore Generale: Sempre intimamente unito alSignore; esempio di virtù; libero dalle passioni; capace di temperarebenignità e fermezza sempre nella carità; capace di fortezzad'animo nelle debolezze altrui e di perseveranza davanti alle difficoltà;retto nella dottrina; sapiente nei giudizi; prudente nelledecisioni; vigilante nel condurre a buon fine ciò che gli è affidato;non cercare la stima e gli onori degli uomini; amare la Compagnia,non come possesso, ma come dono che viene da Dio.7


Le “camerette di Sant'Ignazio”, dove S. Ignazio di Loyola visse e morì, preparate peraccogliere il neo eletto Preposito Generale, che ha ricevuto in questo luogo così importantee simbolico le Costituzioni, prima di presiedere la Messa nella Chiesa del Gesù.L'abbraccio del Preposito Generale P. Adolfo Nicolás con il Rettore magnificoP. Gianfranco Ghirlanda, nel quadriportico della <strong>Gregorian</strong>a.Una vedutadall'alto dellaChiesa del Gesùgremita di gesuiti efedeli raccoltiattorno a P. AdolfoNicolás nella suaprima CelebrazioneEucaristica daPreposito Generaledella Compagniadi Gesù.Le parole diIgnazio, lette làproprio doveegli le scrisse,assumono unprofondo significato.Subitodopo il più giovanedegli elettoripresenti haconsegnato illibro delleCostituzioni aP. Nicolás,dicendo:Ricevi il testo delle Costituzioni, di cui sei divenutocustode:attendi al bene universale della Compagniaperché con la grazia di Dio e il tuo buon governo,questo corpo apostolico affidato alle tue curepossa conservarsi e svilupparsi nella caritàe nel servizio a Cristo e alla Chiesa sua sposa.Il P. Generale dopo aver ricevuto il libro delleCostituzioni, in silenzio si riveste dei paramentisacri e si dispone alla celebrazione dell'Eucaristia apertaa tutti, che offre per il bene spirituale di tutta la Compagnia.Messa di RingraziamentoAlle 16.00 la processione di tutti i Delegati, circondatida una folla di giornalisti e fotografi, si è mossa dallestanze di Sant'Ignazio alla Chiesa del Gesù, piena finoall'inverosimile. La presenza di diverse congregazionireligiose, in numero superiore della Messa di aperturadella Congregazione, e la gioia che si respirava è statacommovente. “Non ti dimenticare dei poveri”. Unarichiesta, quasi un sussurro, che scende nell'animamentre tutti intorno festeggiano e si congratulano. Unsussurro che diventa il saluto “più importante” per chiè stato appena chiamato ad essere l'“Ignazio” del21.mo secolo. E' quanto accaduto al neo-prepositogenerale dei Gesuiti, padre Adolfo Nicolás, negli istantisuccessivi allo “shock”, come lui stesso l'ha definito,dell'elezione a capo della famiglia religiosa fondata nel1540. All'omelia della sua prima Messa in veste di29.mo successore di Sant'Ignazio di Loyola, padreNicolás ha parlato a cuore aperto ai delegati della Congregazionegenerale e ad una chiesa gremitissima difedeli, di ciò che considera fondamentale nella propriamissione: l'attenzione agli immigrati, ai poveri in generale,conosciuti specie nelle Filippine. “Per i poveri - ha detto ricordandoalcuni colloqui avuti con gente in situazioni difficili -soltanto Dio è la forza”. E noi, ha proseguito, siamo chiamatia servirli, perché è questo che “piace” a Dio, anche se spessol'occhio del mondo guarda alla missione cristiana con unasuperficialità fatta di luoghi comuni più che di reale attenzione:“I giornali, le riviste, stanno giocando in questi giorni coni 'cliché': il 'papa nero', il 'papa bianco', potere, incontri,discussioni, ma tutto questo è così superficiale, è cosìirreale. Questo è soltanto un po' di nutrimento per coloroche amano la politica, ma non per noi. Isaia ci dice: serviredà piacere a Dio. E' servire che conta. Servire la Chiesa,servire il mondo, servire gli uomini, servire il Vangelo”.Quello del Vangelo è un messaggio di salvezza, “il nostro è unmessaggio di salvezza”, ha ripetuto padre Nicolás, citando lalettura della Messa del profeta Isaia. Un messaggio che, haconfessato, lo ha colpito per la sua insopprimibile universalità:“Il nostro Dio, la nostra fede, il nostro messaggio, lanostra salvezza sono così grandi, che non si possono metterein un contenitore, in un Paese, in un gruppo, in unacomunità, nemmeno in una comunità religiosa. Questesono notizie di salvezza per tutte le nazioni. E' un messaggiouniversale, perché il messaggio stesso è grande. E'un messaggio che non si può ridurre a null'altro”.Ci sono “nazioni” di popoli, più ancora che geografiche - hacontinuato padre Nicolás - che “chiedono il nostro aiuto”: gliesclusi anche dalla globalizzazione, gli svantaggiati, i “manipolati”:per i quali, ha detto, “la salvezza è ancora un sogno”,ma che restano comunque i candidati ideali a ricevere il “messaggiodi Dio che è per tutti”:“Perché quello che conta è la salvezza, la gioia dei poveri.Quello che conta, quello che è reale, è la speranza, la salvezza,e noi vogliamo che questa salvezza si estenda. Chesia come un'esplosione di salvezza: è così che parla Isaia.Che sia una salvezza che tocchi a tutti, una salvezzasecondo il cuore di Dio, la sua volontà, il suo Spirito”.Al termine della Messa, il Padre Generale si è recato all'altaredi Sant'Ignazio, ed ha venerato le spoglie del Fondatore conservatenell'urna sotto l'altare, e pregato per la Compagnia.Incontro e rinfresco con i gesuiti a Roma allaPontificia Università <strong>Gregorian</strong>aDopo la solenne concelebrazione di ringraziamento nellaChiesa del Gesù, il Padre Generale, insieme a tutti i Padri89


Da sinistra: il P. Germán Arana Beorlegui, S.J., Superiore della Comunità dei Gesuiti della <strong>Gregorian</strong>a,il P. Ugo Vanni, S.J., Docente emerito alla P.U.G. del Nuovo Testamento, Il Preposito Generale P. AdolfoNicolás, S.J., il Magnifico Rettore P. Gianfranco Ghirlanda, Il Vice Rettore Amministrativo P. Vitale Savio, S.J.vuto dall'Università in tale veste, in una specie di"presa di possesso". Al termine del discorso del Rettoreha preso la parola il P. Nicolás, che con grande semplicitàha ricordato i suoi anni di studio alla <strong>Gregorian</strong>aed ha avuto parole di apprezzamento per quello cheessa significa a servizio della Chiesa e quindi per l'operache svolgono i gesuiti che in essa lavorano, opera cheavrebbe avuto modo di apprezzare sempre di più proprionella sua funzione di Vice Gran Cancelliere. Terminatoil suo discorso si sono avvicinati i confratelliche ancora non avevano avuto modo di salutarlo personalmente.Tutto è stato coronato dal fraterno scambioavvenuto tra i gesuiti di Roma e i membri dellaCongregazione durante il rinfresco che è seguito.22 Gennaio 2008Il PrepositoGenerale P.Adolfo Nicolás,S.J., accolto dalrettore nel quadriporticodella<strong>Gregorian</strong>a,incontra i gesuitidella P.U.G. etutti i membridella CongregazioneGenerale.10Congregati, è venuto alla<strong>Gregorian</strong>a per incontrare igesuiti che si trovano aRoma, sia quelli delle casedella Provincia d'Italia, siaquelli delle case internazionaliromane. Al suoi arrivol'incontro col Padre Rettorenon poteva essere più cordiale.E' stato espresso da ungioioso abbraccio fraterno.Infatti, il Padre Rettore avevaconosciuto il P. Nicolás nellaCongregazione Generale 34a,dove aveva potuto ammirarela sua grande capacità di lavoro, il suo equilibrio, lasua cordiale umanità e profonda sensibilità spirituale.Subito un gran numero di gesuiti si è accalcatointorno a lui, manifestando la loro gioia edentusiasmo, tanto da rendergli difficile l'accesso nelquadriportico dell'Università. Finalmente, il Rettore,facendogli strada, gli ha permesso di entrarein Università, dove ha rivolto un breve saluto a luie a tutta la Congregazione Generale, esprimendo lagioia di tutta la comunità gesuitica della <strong>Gregorian</strong>aper essere la prima comunità visitata dalPadre Generale dopo la sua elezione. Il Rettore haricordato che il P. Nicolás ha conseguito il dottoratoalla <strong>Gregorian</strong>a negli anni in cui lui stessocompiva i suoi studi di primo e secondo ciclo. Il P.Rettore ha pure ricordato che il Padre Generale èVice Gran Cancelliere della <strong>Gregorian</strong>a e chequindi si aspetta un'altra occasione per essere rice-Completata l'elezione del nuovo Preposito Generale,per la Congregazione Generale inizia la seconda fase:ci si occuperà del governo della Compagnia, dei postulatiche sono stati inviati e di quanto altro emergerànelle discussioni.25 Gennaio 2008Alle 11.30 il neo eletto Superiore Generale della Compagniadi Gesù, Padre Adolfo Nicolás, S.J., ha incontratoi giornalisti nella “Sala Nadal” della Curia. Nonè stata una conferenza stampa, ma un semplice incontroper salutare tutti coloro che dall'inizio della CongregazioneGenerale si sono occupati dei recenti avvenimentiche hanno riguardato la Compagnia di Gesù.In questa occasione P. Nicolás si è definito uno “sconosciuto”ed ha proseguito scherzando sul fatto che perfinoin Spagna i giornalisti sono costretti a una speciedi “caccia al tesoro” per scoprire qualcosa sul suo passato.Non ha lesinato in humour il nuovo PrepositoGenerale, nel suo primo incontro con i rappresentantidella stampa durato circa una ventina di minuti in cuiha condiviso pensieri e considerazioni per raccontarequalcosa di sé, del suo ministero passato e per ribadirel'assoluta fedeltà della Compagnia al Papa, oltre cheper richiamare l'attenzione sull'Asia, un continente cheha lasciato un'impronta certamente indelebile sulla suapersona:"La maggior parte della mia vita l'ho passata in Asia.Sono andato in Asia, quando avevo 24 anni. L'Asia èstata una sfida, una vera sfida per molti, molti aspetti.L'Asia mi ha cambiato. In questo contesto ho dovuto studiarela teologia e questo è stato interessantissimo, perchéera come ritrovare la propria fede, non soltanto nel contestodel Vaticano II, ma nel contesto dell'Asia, in un conte-sto dove il buddismo, lo scintoismo e altre religioni hanno avutoun'influenza molto profonda".Padre Nicolás ha presentato in generale la realtà dei Gesuiti inAsia, dalle storiche missioni in Giappone o nelle Filippine -nelle quali il neo Preposito ha vissuto e lavorato per tantotempo - fino alle ultime presenze in Cambogia e Myanmar.Ma in precedenza, e a più riprese, padre Nicolás si è rifattoalle modalità con le quali i media hanno tentato di tracciareun suo profilo per replicare a ciò che, ha detto, non sempre èstato scritto correttamente. A cominciare, da una sua presunta“distanza teologica” da Benedetto XVI - tutt'altro, haaffermato, “ho studiato sui libri del prof. Ratzinger perfino aTokyo” - per finire con i consueti luoghi comuni sui contrastifra la Campagnia di Gesù e il Papa. Questa la pacata rispostadi padre Nicolás:“Tutto questo non è vero. La Compagnia di Gesù è stata sempre,fin dal principio e continua ad esserlo, in comunione con il SantoPadre. Siamo lieti di esserlo. Questa è una tensione artificiale,creata al di fuori della Compagnia. Se alcune difficoltà vi sono,principalmente è perché siamo così vicini, non fisicamente certo,ma spiritualmente. Ma la Compagnia di Gesù vuol collaborarecon la Santa Sede: questo non è cambiato e credo che non cambierà".Il Preposito Generale non si è voluto sbilanciare sul futuro.Sono in attesa di "ascoltare" e di “obbedire” alle indicazioniche scaturiranno dalla Congregazione generale, ha detto. E aigiornalisti che in questi giorni si sono spinti a ritrarlo comepiù somigliante al preposito uscente, padre Kolvenbach, o alprecedente, padre Arrupe, ha replicato:“Io non sono Arrupe. Amo Arrupe e lo ammiro. E' stata una personadi grande influenza. L'ho avuto come mio superiore perquattro anni in Giappone, e anche prima di andare in Giapponel'ho avuto a scuola, dove ci ha parlato della bomba atomica, dell'esperienzadi Hiroshima. L'ho ammirato, ma io non sonoArrupe e, ovviamente, non sono Kolvenbach, per molte ragioni.Allora, chi sono io? Se chiedessero a me, direi che sono fatto per larealtà nella quale mi trovo. Sono in procinto di diventare quelloche Dio vuole. Se poi potrò rispondere a ciò o meno, non lo so:questo resta sempre aperto".All'incontro hanno partecipato circa 65 giornalisti che hannomostrato la loro soddisfazione per l'opportunità di ascoltarePadre Nicolás e che al termine dell'incontro hanno potutovisitare l'aula della Congregazione Generale.26 gennaio 2008Udienza privata del Papa al Padre GeneraleLa mattina di sabato 26 gennaio, il Padre Generale è statoricevuto in udienza privata dal Santo Padre benedetto XVI.Un incontro breve ma cordiale e disteso durante il quale ilPadre Nicolás, seguendo la tradizione dei suoi predecessori,ha rinnovato il suo voto di obbedienza al Pontefice. Un po'sorpreso, il Santo Padre ha commentato: “una tradizionemolto buona”. Consapevole del fatto che il Padre Generale hainsegnato alla Sophia <strong>University</strong> a Tokio, dove la maggioranzadegli studenti non è cristiana, il Papa ha avuto parole di incoraggiamentoper il dialogo culturale che la Compagnia portaavanti in Giappone in tali circostanze.11


Visita del Padre Generale alla <strong>Gregorian</strong>aIl Rettore Magnifico pronuncia il suo discorso davanti alVice Gran Cancelliere e ai professori riuniti in Aula Magna.MarcoCardinaliFoto: LucianoSaltarelli12Il Vice Gran Cancelliereincontra ufficialmente idocenti e le autorità dellaPontificia Università<strong>Gregorian</strong>aAlle 17.30 del 10 aprile scorso tutto è prontoper ricevere ufficialmente il Preposito Generaledella Compagnia di Gesù e Vice Gran Cancellieredella <strong>Gregorian</strong>a, P. Adolfo Nicolás. Questaè la terza volta in pochissimi mesi che il Generaleviene alla <strong>Gregorian</strong>a, ma è la prima in cuiviene in visita ufficiale per incontrare il Corpodocente e alcuni membri del personale.Ad accogliere il Preposito Generale c’è il RettoreMagnifico P. Gianfranco Ghirlanda, che loaccompagna in Rettorato in dove, in attesa dell’incontrodelle 18.00 in Aula Magna, P. Nicolásrilascia l’intervista per la nostra rivista. Il climache si respira nell’Aula Magna, nonostante l’ufficialitàdell’incontro, è gioioso e semplice unitoall’attesa per le parole che il Vice Gran Cancellierepronuncerà.Il primo a parlare è il Rettore Magnifico cheesprime a nome di tutta la comunità accademicail saluto a P. Nicolás e per illustrare col suodiscorso l’università stessa. Segue il saluto del P.Stephen Pisano, S.J., Rettore del Pontificio IstitutoBiblico e del P. Cyril Vasil', S.J., Rettore delPontificio Istituto Orientale, che fanno partedel Consorzio. Dopo i saluti a prendere laparola è il Padre Generale che, con sottile umorismorende l’incontro ancora più gioioso,prima di iniziare il suo discorso pieno di spuntidi riflessione per ciascuno dei presenti.Al termine del discorso tutti i presenti che sialzano in piedi e iniziano un lungo applausoespressione sincera di gratitudine per quantoappena ascoltato.Prima una foto di gruppo (quella che vedete incopertina) e poi l’incontro con i singoli docentiche vogliono salutare e ringraziare di persona illoro nuovo Vice Gran Cancelliere. A disposizionedi tutti i lettori vogliamo riportare perintero i discorsi dell’incontro. Siamo sicuri chesaranno per tutti fonte di riflessione e di incoraggiamento.Indirizzo di saluto delP. Gianfranco Ghirlanda,Rettore MagnificoMolto Reverendo Padre,già due volte ha onorato la <strong>Gregorian</strong>a con la Suapresenza, la prima il giorno successivo alla Sua elezionea Preposito Generale della Compagnia diGesù, dopo la solenne Messa di ringraziamentonella Chiesa del Gesù, e la seconda alla chiusuradella Congregazione Generale XXXV. Allora lacomunità dei gesuiti ebbe la gioia di riceverLa comePreposito della Compagnia di Gesù, oggi la comunitàuniversitaria è felice di riceverLa come ViceGran Cancelliere dell’Università <strong>Gregorian</strong>a.Infatti, sono presenti tutti i professori stabili e idocenti incaricati associati, gesuiti e non, il Senatoaccademico, composto dai membri del ConsiglioDirettivo, dai rappresentanti del corpo docente edegli studenti di ogni Facoltà e Istituto, e da alcuniCapi degli uffici amministrativi. Si aggiungono iDirettori dei Centri interdisciplinari e dei Dipartimenti,nonché i Responsabili degli altri uffici o settoriamministrativi. Sono quindi presenti i tre ViceRettori, i Decani delle Facoltà e i Presidi degli Istituti,che formano il Consiglio direttivo. Sono connoi anche tutti i membri della comunità gesuitadella <strong>Gregorian</strong>a, che comprende anche un certonumero di professori emeriti.L’Università si trova attualmente in un processo dirinnovamento iniziato nel 2002 dall’allora RettoreP.Franco Imoda, S.J., che promosse una pianificazionestrategica che si protrasse per due anni. Citroviamo ora nel processo di attuazione delle lineedirettive di tale pianificazione. La riflessione apertasiha portato ad un approfondimento dell’identitàdella <strong>Gregorian</strong>a, che, come opera della SantaSede affidata alla Compagnia di Gesù, ha un particolarelegame con il Papa, pienamente inserita nellavita e nella missione della Compagnia di Gesù.Nel coltivare in modo peculiare, in quanto universitàecclesiastica, le scienze sacre e quelle a loro connesse,la <strong>Gregorian</strong>a intende promuovere in tutte lesue attività, quei valori che sono particolarmentesottolineati dalla Chiesa e fatti propri dalle ultimeCongregazioni Generali della Compagnia di Gesù:la dignità della persona umana e del creato; ladimensione sociale della fede, fonte di carità, pace,verità e giustizia; il dialogo con il mondo della cul-tura e della scienza; l’ecumenismo e il dialogo con le altrereligioni. Tutto questo cercando di perseguire, pur con ilimiti propri di ogni realtà umana, l’eccellenza dell’insegnamentoe della ricerca, nello sforzo di attuare l’interdisciplinarietà,sempre più necessaria per dare una rispostaadeguata alle nuove sfide e ai nuovi stimoli della culturacontemporanea. Tutto questo ha trovato espressione neinuovi Statuti dell’Università approvati dalla Congregazioneper l’Educazione Cattolica il 17 gennaio 2008.Negli Statuti ha trovato espressione anche quanto ricordatodalla Dichiarazione d’intenti, che cioè l’Universitàvuole offrire “ai suoi studenti una sintesi armonica tra ilsapere umano e la luce della fede, secondo il metodo propriodi ogni disciplina”, per cui in ogni disciplina insegnatavuole “approfondire sempre di più il Mistero di Dioche rivela se stesso e il suo disegno di salvezza, realizzatoin Cristo, nella realtà dell’uomo, della storia e dellaChiesa”; inoltre “collabora strettamente con il ministeropetrino coltivando l’unità della fede nel rispetto dellediverse culture che caratterizzano le Chiese locali” e, “animatadallo spirito ignaziano”, cerca di applicare unapedagogia “fondata sulla relazione personale e professionaletra docente e studente”, per cui insiste “più nell’assimilazionedel sapere che nella molteplicità delle conoscenze”.Con questo l’Università vuole offrire allostudente, in collaborazione con i diversi collegi, una formazioneintegrale - umana, dottrinale e spirituale allostesso tempo - attraverso un accompagnamento finalizzatoallo sviluppo di una sua personalità, libera e responsabile,per prepararlo a prestare il suo servizio qualificatonella Chiesa e nella società.Nel servizio dell’intelligenza della fede – quindi dellacomprensione del mistero di Dio, dell’uomo, della Chiesae della società umana – servizio peculiare dell’Università<strong>Gregorian</strong>a, si distinguono per la loro stessanatura, in modo particolare, lo studiodelle materie teologiche, deldiritto canonico, della filosofiae della storia, checostituiscono, comesanciscono gli Statuti,il cuore accademicodella nostra istituzione.Altre scienzeumane, come lapsicologia e lescienze sociali edella comunicazione,in essa coltivate,sonoapprofondite einsegnate semprein un qualchemodo in connessionecon quelle,così da contribuireall’approfondimentodel mistero diDio, che, rivelatosiin Gesù Cristo,agisce nella13


14Chiesa e nel mondo.Siamo infatti consapevoli di dover compiere losforzo di preparare gli studenti a far fronte alfatto che in vaste parti del mondo, anche quelledi tradizione cristiana, lo spirito nichilistainvade la società, per cui i valori fondamentaliche debbono presiedere ad una vita degna dell’uomosono deprezzati, la finalità dell’esistenzasfugge e ai vari “perché” che agitano il cuoredell’uomo non c’è alcuna risposta. Siamo consapevolidi dover formare i nostri studenti adaffrontare la sfida di un ateismo più pericoloso,perché dissoluzione silenziosa e nascosta, maquanto mai corrosiva, dei fondamenti etici dellavita e delle sue radici nel sacro. Spesso, dove perreazione risorge un desiderio di spiritualità, sicade in forme di religiosità emotiva ed irrazionale,in cui il senso del Dio personale è fortementeindebolito o addirittura scompare. Specialmentenelle società opulente si producel’espansione di una visione secolarizzata dellarealtà, senza trascendenza, caratterizzata dal sincretismo,dall’atteggiamento agnostico e funzionalista,che porta, così, ad un mondo senz’anima.Tutto questo nel contesto di unneoliberismo e-sportato da una globalizzazionenon solidale, che, al servizio di poteri forti e diinteressi particolari, rinsalda antiche povertà ene crea di nuove, in quanto emargina le culture,i popoli e i gruppi che non servono agli interessidi tali poteri. Infine, società finora omogeneedal punto di vista religioso e culturale si stannorapidamente trasformando in società plurireligiosee pluriculturali, creando talvolta aspriconflitti.Preparare gli studenti a portare l’annuncio dellasalvezza e a seminare i valori evangelici affrontandoqueste sfide è una missione di cui tutte lecomponenti dell’Università, i professori, colloro insegnamento e ricerca, e gli studenti, conla loro applicazione allo studio, si debbono sentireinvestiti. I programmi accademici e le struttureamministrative dell’Università sono volte aquest’unico scopo, che è la ragione stessa per cuiessa ha coscienza di esistere.Per questa ragione, come in questi ultimi annisiamo stati impegnati in una riflessione sull’identitàe la missione dell’Università nella suaglobalità, nel prossimo anno tutte le Facoltà,Istituti e Centri saranno impegnati in una riflessioneseria e approfondita sulla propria identitàe missione in relazione alle esigenze attuali dellaChiesa e della società, per aver chiara la propriaproposta formativa, che dovrà portare necessariamentealla revisione dei programmi e dei meto-dipedagogici.La finalità formativa della <strong>Gregorian</strong>a comporta unimpegno da parte dei docenti a riflettere in se stessisul senso del loro insegnamento alla <strong>Gregorian</strong>a. Idocenti, qualsiasi materia coltivi-no, alla <strong>Gregorian</strong>asono chiamati a sentirsi investiti, in accordocon le particolari applicazioni che ogni Facoltà oIstituto o Centro specificherà, di una missione formativadi sacerdoti, di religiosi e religiose, di laici elaiche, che, a servizio della Chiesa secondo la specificavocazione propria, possano efficacemente contribuirealla costruzione del Regno di Dio nellasocietà di oggi.Alla base della vita dei docenti e del loro insegnamentoci sono necessariamente le virtù teologaliche sole danno senso alla loro ricerca e insegnamentoin relazione al Regno di Dio. La formazioneintegrale che la <strong>Gregorian</strong>a si propone di impartireai suoi studenti, richiede nel docente formatore nonsolo competenza e rigore scientifici, ma anche dotiumane e esemplarità di vita o sacerdotale o religiosao cristiana, a seconda della sua vocazione, in mododa essere maestro di vita e così, sia attraverso il suoinsegnamento e la sua ricerca scientifica sia attraversola sua vita di fede, speranza e carità, aiutare lostudente a cogliere il mistero di Dio presente intutta la realtà.La stessa finalità formativa sopra delineata richiedeun impegno anche da parte degli studenti, che consenso di responsabilità assumono l’ascesi che lo studiocomporta e che li rende disponibili a quantol’Università propone come percorso formativo. Maquesto presuppone da parte di ogni studente lachiarificazione delle motivazioni di carattere nonsolo intellettuale, ma anche spirituale personale edecclesiale, per cui sceglie di intraprendere un percorsoaccademico alla <strong>Gregorian</strong>a, volto alla suaformazione integrale, per prepararlo ad un servizioqualificato nella Chiesa e nella società.Reverendo Padre, con questo ho voluto solo indicarealcuni aspetti di ciò che noi qui presenti in rappresentanzadi tutta la comunità universitaria, compostada circa 2.900 studenti, 433 docenti eassistenti, 60 collaboratori amministrativi, ci proponiamooggi, per proiettarci nel futuro, comeanello di una catena, che costituisce la continuitànella tradizione del Collegio Romano, voluto dallostesso Sant’Ignazio e di cui l’Università <strong>Gregorian</strong>aè erede.Saluto del P. Stephen Pisano,S.J., Rettore del PontificioIstituto BiblicoCaro Padre Nicolás, a nome della comunità accademicadell'Istituto Biblico vorrei aggiungere anche il nostro benvenutoe il nostro grazie a Lei, di aver accettato questoinvito.Non voglio in questo momento descrivere le attività e lamissione dell'Istituto; in un'altra occasione Lei avrà lapossibilità di conoscere meglio la realità che è il Biblicooggi. Voglio dire soltanto che Lei può contare sul nostroimpegno per il bene dell'Istituto e del Consorzio e sulnostro aiuto a Lei come Vice-Gran Cancelliere.Colgo l'occasione per ricordare che Lei è anche un exalunnodel Biblico, avendo seguito qualche corso da noidurante i Suoi studi a Roma.Esprimiamo a Lei i nostri più sentiti auguri, e adessosiamo in attesta della Sua parola.Il Rettore del Pontificio Istituto BiblicoP. Stephen Pisano, S.J. porge il suo indirizzodi saluto al Padre Generale.Il Rettore del Pontificio IstitutoOrientale P. Cyril Vasil', S.J.,porge il suo indirizzo di salutoal Padre Generale.Saluto del P. Cyril Vasil', S.J.,Rettore del Pontificio IstitutoOrientaleReverendo Padre Generale25 anni, il Rettore del Pontificio Istituto Orientale venivapresentato alla Compagnia e salutato come il nuovo PrepositoGenerale. Oggi, come Rettore ho il piacere e onoredi presentare al nuovo Preposito Generale il PontificioIstituto Orientale.Il Pontificio Istituto Orientale, fondato ormai 90 anni fa,per volontà del papa Benedetto XV è una istituzione accademicache per sua stessa natura è destinata alla preparazionedei ricercatori e docenti delle varie materie ecclesiasticheorientali, del diritto canonico, di professori,giudici, ufficiali dei tribunali ecclesiastici, formatori eresponsabili dell’amministrazione delle rispettive Chieseorientali.Soprattutto le chiese dell’Est Europeo, da poco uscite dalcomunismo, ma anche quelle del Vicino Oriente, dove lapresenza cristiana è minacciata dalla radicalizzazione delfondamentalismo islamico, hanno bisogno di pastori benformati, di operatori nel campo del diritto e dell’amministrazioneecclesiale con una solida e specifica formazionegiuridica e scientifica.Quale altra istituzione è più adeguata per preparare unpersonale qualificato per queste Chiese, se non quella che15


Il P. Generale Adolfo Nicolás, S.J., pronuncia il suodiscorso nell'Aula Magna della <strong>Gregorian</strong>a.16secondo la volontà del Romano Pontefice, deveessere altiorum studiorum domicilium de rebusorientalibus christianis in Urbe.L’importanza di questo servizio con il temponon diminuisce, anzi, soprattutto nell’ultimodecennio, è cresciuta sensibilmente.Grazie all’approccio scientifico, storico ed ecumenicoche caratterizza da sempre il programmaaccademico e il metodo d’insegnamento,al P.I.O. vengono volentieri a studiareoltre ai cattolici orientali anche studenti provenientidalla Chiesa latina e studenti ortodossiche desiderano approfondire il loro approccioscientifico verso il patrimonio teologico orientale.Fra gli illustri ex-studenti di quest’ultimogruppo basta ricordare l’attuale patriarca ecumenicodi Costantinopoli Bartolomeos I che ciha onorato con la sua visita un mese fa.Anche attualmente fra gli studenti ortodossidella nostra Facoltà vediamo rappresentantidelle varie chiese, per esempio la Chiesa costantinopolitana,la Chiesa romena, la Chiesa greca,la Chiesa russa, la Chiesa siro-ortodossa, ecc.Una simile varietà la notiamo anche nel corpoaccademico composto da professori di diecidiverse Chiese sui iuris.Questo contributo ecumenico del PIO è inpiena corrispondenza con la missione specialeaffidata dal Romano Pontefice al PIO nelmomento della sua fondazione.Per il costruire il futuro il nostro Istituto guardacon speranza e con impegno di studio e dilavoro. Infatti siamo convinti che l’approfonditaconoscenza e il sincero apprezzamento delricco e comune patrimonio teologico, spiritualee canonico dell’Oriente e Occidente, - patrimonioche nel corso del tempo si è trasformato indisciplina e riti particolari delle singole Chiese -possa costituire un collante per ri-orientare lasimbolica navigazione di tutte le Chiese, d’Orientee d’Occidente, nella stessa direzione,verso il comune traguardo, cioè verso la salvezzadelle anime.Nel nome del Pontificio Istituto Orientale,anche nella speranza che la Sua Paternità potràpresto visitare il nostro Istituto, voglio esprimereil nostro appoggio e sostegno spirituale emorale al Lei nello svolgimento del compito diguidare la Compagnia di Gesù.Discorso del PadreGenerale della Compagniadi Gesù e Vice GranCancelliere P. AdolfoNicolásIntroduzioneE’ con grande piacere che sono qui per la terza voltain due mesi come il Padre Rettore ha detto.Ebbene, dato che Padre Ghirlanda ha parlato ditutto – e siamo fortunati se egli ha toccato solo“alcuni aspetti” – io mi limiterò a toccare solo cinquepunti.1. I nuovi Statuti sono stati approvatiPer essere sicuro che io ricevessi una copia dei nuoviStatuti, il Padre Rettore me li ha portati di persona.Gli Statuti sono magnifici e contengono tuttoquello che conviene all’Università. Formano unvolume che merita studio e meditazione , se non peraltro, per un riconoscimento alla grande mole dilavoro e di riflessione spesi nel redigerli.Troviamo negli Statuti Missione, orientamenti,chiara e accurata descrizione di scopi, strutture,metodologie. Non per nulla il Rettore Magnifico èun esperto in Diritto Canonico. Insieme con ilRegolamento Generale, gli Statuti costituisconouna eccellente opera legislativa e organizzativa.Leggere i due documenti ha destato in me unprofondo senso di ammirazione e di rispetto per gliautoriOra, come era da aspettarsi, essendo nuovo nellacarica, sono andato diritto alla pate degli Statutiche trattano del Governo, e in particolare del ruolodel Vice Magnus Cancellarius. Così finalmente hocapito cosa realmente significa Vice Magnus Cancellarius,In fondo, i suoi compiti si riducono a“solo” 14 capi.Le prime righe che ho letto recitano: “ Il Gran Cancelliereha il diritto e il dovere di proporre gli orientamentigenerali dell’Università per tutto ciò cheriguarda l’aspetto scientifico,didattico e pastorale” Ciòsignifica, in pratica, occuparsi di tutto quello che diimportante avviene nell’Università. E il testo continuacon termini come “custode e interprete…..egli presentanomi….nomina… approva… sospende… dimette…media nei conflitti di competenza, riceve ricorsi, inviarapporti alla Santa Sede”Il compito è scoraggiante e ben al di là delle competenzedi una sola persona, certamente delle mie. Come voi tuttisapete, all’epoca della 34esima CG della quale il PadreGhirlanda è stato membro altamente qualificato,fu costituitoun gruppo internazionale con l’importante compitodi assistere il Generale nei riguardi delle tre Istituzioniche formano il Consortium, e cioè, con la <strong>Gregorian</strong>a,l’IstitutoBiblico e l’Orientale. Quel gruppo è diventato unaCommissione Internazionale Permanente, formata per lopiù da Superiori Maggiori,che a loro volta erano stati Presidentidelle varie Conferenze di Superiori costituite inogni parte del mondo.La CG.35esima , ricevuta la valutazione di tale CommissioneInternazionale.ne ha confermato la permanenza per un tempo indefinito.E’ questa in sé una chiara testimonianza della importanzache la Compagnia di Gesù, nella sua suprema istanza,attribuisce a queste Istituzioni Romane, affidatele dalSanto Padre e da essa gestite come un servizio alla Chiesa.E questo mi permette di dormire tranquillo, sapendo dipoter contare sui migliori consigli immaginabili,sia dall’internodella <strong>Gregorian</strong>a e delle altre IstituzioniRomane, sia dalle Conferenze di Superiori rappresentatedai loro Presidenti.2. L’interesse della CG35esima per leIstituzioni Romane.La nostra recente Congregazione Generale ha mostrato edespresso un profondo e sollecito interesse per la Università<strong>Gregorian</strong>a e le altre Istituzioni del Consortium. Osereidire che, per un verso o per l’altro, tutti i Decreti e lealtre aree di discussione toccano la nostra Università.Più che in altri, è nel Decreto sulla Missione che la <strong>Gregorian</strong>ae le altre Istituzioini del Consorium trova il suoposto. E ciò avviene non solo nei paragrafi che riguardanole cosiddette Case Romane, ma anche in altri orientamentigenerali che si riferiscono direttamente alla Università.Il riferimento più diretto trova il suo posto nella sezioneintitolata: Preferenze Globali. Qui troviamo i dueseguenti paragrafi di esplicita portata per noi :(iii) “L’apostolato intellettuale è stato una caratteristicadeterminante della Compagnia fin dai suoi inizi. Date lecomplesse e ormai interconnesse sfide alle quali i Gesuitifanno fronte in ogni settore apostolico, la CG35esimalancia un appello in favore di un potenziamento e di unrinnovamento di questo apostolato, quale strumento privilegiatoper una Compagnia che voglia rispondere adeguatamenteall’importante contributo intellettuale che laChiesa ci chiede. Studi specializzati per i Gesuiti devonoes ere incoraggiati e sostenuti durante il corso della formazione”Questo tema è stato discusso anche da gruppi specialidedicati a settori di competenza del Governo Ordinariodella Compagnia . In quelle discussioni si è riaffermatoche questo apostolato ci accompagna fin dai primordidella nostra storia, che i giovani Gesuiti devono essereguidati e incoraggiati a impegnarsi in questa missione;17


18Forse noi stiamo vivendo oggi la più grande crisifinora conosciuta delle relazioni umane. I vecchi etradizionali legami (villaggio, famiglia, gruppo,cultura, religione) si stanno disintegrando mentrecerchiamo disperatamente connessioni globali, retiuniversali, “comunità dell’universo” .Abbiamo ilbisogno di conoscere in profondità che cosa staeffettivamente accadendo.Ché cosa è quello che sta crollando? E come possiamoricomporre l’umanità in un mondo riconciliato?Ché cosa è la distruzione della natura che ciparla oggi di una più antica distruzione degli esseriumani e delle nostre più profonde relazioni con latrascendenza e con Dio?Il Decreto sulla Missione ci invita, individui, comuchequesto apostolato deve essere sostenuto,incoraggiato; che – e questo è decisamenteimportante – un solido apostolato Intellettualemigliora e approfondisce tutti gli altri apostolatinell’Ordine e nella Chiesa.Ricordo ancora le parole di un mio collega Provincialein Giappone. Si riferiva a quando,a undato momento della sua formazione, la suaCongregazione decise di fondere il suo Scolasticatocon quello dei Gesuiti. Sembrava unabuona scelta. Ma il problema nacque quando iProvinciali, considerando scontato che iGesuiti si sarebbero presa cura dei loro bisognidi formazione, non mandarono nessuno perseguire studi speciali. Egli concluse dunque conuna certa tristezza : “Non dando importanzaagli studi superiori, il livello dell’intera Provinciaè considerevolmente calato”.Ma torniamo alla CG35esima. Il paragrafo chesegue quello sopra citato sull’apostolato intellettualerecita:(iv) Le Istituzioni Interprovinciali in Romacostituiscono una speciale missione ricevutadirettamente dal Santo Padre. Ignazio scrisseche noi dobbiamo “considerare le missioni daparte di Sua Santità come le più importanti(Cost.603,8). Questa Congregazione riaffermal’impegno della Compagnia per le Case e leOpere Comuni di Roma come una preferenzaapostolica della Compagnia universale. Per servirequesta missione “nel modo più fruttuoso, videve essere inpermanenza unpiano e una valutazionestrategicada parte delleIstituzioni e dellaCompagnia”(Cf.CG34,D.22)Come poteteconstatare, il linguaggioè netto,senza ambiguitàe in piena continuitàcon la storiapassata dellaCompagnia, conla precedenteCG34esima e ildiscorso del Santo Padre in quest’Aula il 3 novembre2006.Ma non solo questo riguarda il nostro lavoro e lanostra sollecitudine per la Università <strong>Gregorian</strong>a ele altre Istituzioni del Consortium. Buona parte delDecreto sulla Missione parla del nostro serviziooggi come un servizio di riconciliazione, di ristabilimentodelle giuste e vivificanti relazioni dell’umanitàcon Dio, dell’uno con l’altro, con la Creazione.Questo è un programma totale, senza dubbioquello che il Padre Ghirlanda intendeva quandoparlava di una formazione che è allo stesso tempointellettuale e spirituale; ma spirituale in profondità,quindi creativa e salutare, basata sull’esperienzae allo stesso tempo capace di arricchire l’esperienzastessa.nità, istituzioni, la <strong>Gregorian</strong>a, e le altre Istituzioni delConsortium, a guardare dentro questa parte così importantedell’essere e del vivere umano.Un altro punto importante è sul quale il Decreto si soffermaè il rapporto tra il Centro e le Frontiere. Questorichiama come Ignazio mantenne vivissimo il rapportotra centro e frontiere. Al suo tempo le frontiere avevanouna forte dimensione geografica. Oggi, come il SantoPadre sottolineò nella sua allocuzione ai Padri e Fratellidella Congregazione, la Compagnia è chiamata ad andaresu quelle frontiere dove è necessario un nuovo dialogo conla cultura, con la scienza, con la giustizia e l’ingiustizia,con i valori profondi, con la nuova ricerca…La <strong>Gregorian</strong>a e le altre istituzioni del Consortium sonoben piazzate al Centro, e tuttavia hanno la stessa missionedi estendersi fino alle frontiere. Quelle geografiche sonogià qui: le aule di questa Università sono piene di studentiprovenienti da ogni parte del mondo.Ora la sfida più impegnativa è quella di confrontarsi conl’altro tipo di frontiere: quelle del pensiero profondo,della ricerca interdisciplinare, della integrazione nellaricerca teologica delle peculiarità, delle gioie umane edelle tragedie sociali di tanti studenti che vengono qui perprepararsi a un ministero – una volta tornati a casa – dicambiamento e di riconciliazione o nei campi creativi delministero pastorale e/o dell’azione sociale.In questo senso noi siamo meglio preparati che nel passatodi fronte a tale missione. Abbiamo tra studenti efacoltà molti che appartengono a parti del mondo che unavolta érano considerate periferia. Essi ci possono aiutare ariscoprire il vero Centro della nostra fede e della nostrateologia, mentre diventiamo consapevoli delle nuovefrontiere che sono cresciute sotto i nostri occhi e che sfidanomolti dei nostri presupposti.Come ho accennato prima, quasi tutti i nostri Decretitoccano, in un modo o in un altro, la <strong>Gregorian</strong>a. Permettetemiora di riferirmi brevemente à un Decreto che, sebbenenon menzioni la nostra Università, si rivolge ad essain modo molto diretto.E’ il Decreto sulla Collaborazione ed è intitolato: La collaborazioneal cuore della Missione. E’ diventato ormaiovvio che noi viviamo in un’epoca di collaborazione e chela <strong>Gregorian</strong>a e le altre Istituzioni del Consortium, cometutte le nostre altre Opere ed Istituzioni nel mondo, continuaad offrire un buon servizio e riesce a rispondere allasua vocazione, perché può contare su un eccellentegruppo di persone professionalmente preparate chestanno dando il meglio della loro vita e del loro talentoper la missione.Dal Decreto traggo solo due qualificativi che esprimono ilgenerale sentimento della Compagnia oggi. Il documentoafferma che noi Gesuiti ci sentiamo “umili” e “grati”.Questi sono aggettivi eccellenti per descrivere quello chesta succedendo tra noi.Ci sentiamo “umili” (humbled =portati a essere umili)perché siamo circondati da così eccellenti collaboratori,da così meravigliosi uomini e donne, da tali esempi diserietà nel lavoro e nella ricerca, il tutto intriso di unprofondo umanesimo che si può comprendere solamentein quanto modellato sulla Umanità di Gesù, nostroSignore.E siamo molto “grati”, perché questa non è una presenzache si impone, ma una presenza che ci ispira e ci arricchiscenella nostra vocazione e nel nostro lavoro di educatorie di studiosi, nonché di religiosi e di Gesuiti.3. Alcune importanti dimensionisottolineate dal Santo PadreCome ricordato prima, i nuovi Statuti affermano che ècompito del Vice-Magnus Cancellarius dare orientamentiall’Istituzione. Stavolta siamo davvero fortunati perché ilSanto Padre stesso ci ha dato alcuni di tali orientamenti,nel corso della sua visita e della sua allocuzione alla <strong>Gregorian</strong>a,il 3 novembre 2007.A tale importante allocuzione vorrei fare un breve riferimentoche dividerò in tre parti:1. AffermazioneLa prima parte era breve, ma chiara ed estremamenteaffermativa. Il Santo Padre disse :” quest’opera che nondubito di qualificare come uno dei più grandi servizi chela Compagnia di Gesù fa alla Chiesa universale”Penso che sarà difficile trovare una più forte affermazionedella importanza di qualsivoglia opera Apostolica nellaCompagnia di Gesù. Non c’è quindi da meravigliarsi se laCompagnia di Gesù ha continuato a ritenere questaOpera dell’Ordine una permanente preferenza attraversopiù di quattro secoli, e continua a mantenerla senza esitazionee senza dubbi.2 . OrientamentoAllo stesso tempo, ogni affermazione porta con sé unaenorme responsabilità.Le benigne e positive parole del Santo Padre recano con séuna molto alta ed esigente aspettativa di eccellenza nel19


20servizio, di risposta ai grandi bisogni diprofondità teologica e/o scientifica, e di formazioneper importanti settori e persone che spenderannola loro vita al servizio della Chiesa odella Fede Cristiana.In questa molto significativa allocuzione mipare di poter individuare quattro principaliorientamenti che ci sono offerti per la <strong>Gregorian</strong>ae per il ministero che in essa esercitiamo.Permettetemi di dire una parola su ciascuno diessi.2.1 Il Santo Padre ci dice: “La conoscenzadeve divenire amore”.Quando meditiamo, riflettiamo oparliamo della nostra fede, quandodichiariamo di cercarne profonditàe verità, dobbiamo renderciconto che questa comprensioneè “intelligenzanella fede, nella speranza,nella carità”.Noi non possiamopretendere di scalarele montagne dellaverità con lenostre forze…. Laverità di Dio èsempre al di làdelle nostrecapacità; lanostra ricercasarà sempresegnata daprofonda esinceraumiltà. IlSanto Padrecontinua:“solo lo Spiritoscruta laprofondità diDio”Solo la scorsasettimana hoavuto unabreve conferenza-stampacon quattrogiornalistigiapponesi.Nel corso della conversazione, uno diloro mi domandò in un modo molto schietto: “Leicome concepisce Dio? E può mai lei essere toccatoda Dio?Dopo la iniziale sorpresa per una domanda cosìdiretta in un momento nel quale proprio non me lasarei aspettata, riuscii solo a rispondere:SI, noi possiamo essere toccati da Dio, ma NO, noinon possiamo spiegare chi è Dio. I grandi teologidel passato lo hanno detto con fermezza: “Si intelligis,non est Deus.” E come ignorare la tradizionebuddista, per la quale il mistero è sempre al di là dellinguaggio umano?Nelle rigorose scuole del Buddismo, uno dei koan(un enigma spirituale per aiutare a raggiungere ilvuoto mentale) che si propone alla meditazione e:“Se vedete il Budda, uccidetelo!”.Ancora un esempio: l’origine e l’inizio spirituale delCristianesimo in Corea.Un dotto Confuciano coreano andò in Cina e là fuaffascinato da uno dei libri di Matteo Ricci sul Cristianesimo.Tornando in Corea, se lo portò a casa ecominciò a esaminarlo con altri quattro studiosicon i quali si incontrava in un luogo solitario, dinotte e di nascosto, per sicurezza.Dopo qualche mese di appassionato studio, un belgiorno il più giovane del gruppo esclamò tutto eccitato:“Questo non è solo un libro per lo studio,questo è un libro per la vita, un libro da vivere”. Emolti in Corea pensano che quello fu il momento incui nacque il Cristianesimo coreano.Questo è per noi di immensa importanza. Questomi ha tormentato per tutti gli anni di insegnamentodella teologia. Come aiutare i nostri studenti a trovareamore là dove stiamo loro comunicando conoscenza?Come aiutarli a essere toccati dal Diovivente, mentre essi si sforzano di entrare in contattocon il mistero di Dio, la salvezza di Cristo, ilsenso della Chiesa?2.2 Allo stesso tempo il Santo Padre ci sfida adandare avanti, ad essere aperti al cambiamento, diabbracciare la vita nella sua pienezza e camminarecon essa. Egli ci ha detto chiaramente: “Con l’evolversidei tempi, necessariamente mutano le prospettive”.Tutti sappiamo quanto il nostro mondo ècambiato nel breve spazio di una nostra vita. Mibasta pensare a quando ero studente in queste aule.Quante cose, prospettive, tendenze e immagini delmondo sono cambiate!Come possiamo pensare di servire se non abbiamo anchenoi la capacità di vedere i cambiamenti, di capirli, diriscoprire ancora fede, speranza, carità?In questo contesto, il Santo Padre avanza tre osservazioniche possono aiutarci a concentrare la nostra attenzionesul cambiamento e sulla sfida ad affrontarlo con unprofondo senso teologico, filosofico o umano.a) “Oggi non si può non tener conto del confrontocon la cultura secolare” Abbiamo qui il primo appelloall’attenzione. Come possiamo attrarre le culture secolariche crescono e diventano dominanti attorno a noi?Questo è stato uno dei punti chiave che il Santo Padre haevocato durante il mio primo incontro privato con Lui,mentre mi chiedeva del nostro lavoro nella UniversitàSophia a Tokyo. Riusciamo a capire quello che sta avvenendo?Riusciamo a dialogare con questa cultura? Sappiamoriscoprire con la gente nuovi orizzonti di speranza,nuove profondità di fede, nuove solidarietà di amore?b) La seconda sfida ha una origine più profonda :“Non si può prescindere poi – prosegue il Papa – dal rapportocon le altre religioni”, senza permettere che taliimpegnativi incontri indeboliscano la nostra propria fedee i contenuti essenziali dei nostri cuori. Questa osservazionedel Santo Padre richiederebbe più approfondimentoe più tempo per metterne in luce tutta la portata.c) E il Papa prosegue: “Non posso in questomomento dimenticare le altre scienze umane” Una dellepiù grandi grazie ricevute durante il mio insegnamentodella teologia è stata che le materie che mi sono state affidate,dalla Escatologia ai Sacramenti, dalla Rivelazionealle sollecitudini della Pastorale, mi hanno costretto aentrare in dialogo con le scienze umane e con gli studiosiallevati e formati in esse.L’invito del Papa a considerare altre scienze umane comeparte della nostra ricerca filosofica e teologica,non puòche essere di grande aiuto per realizzare meglio, con maggioreprofondità, con più vasto orizzonte e saggezza, ilnostro principale compito nella ricerca e nella formazione.Quando il Santo Padre ci ricorda scienziati come Claviuso studenti creativi come Matteo Ricci, i quali onoraronola nostra tradizione e le nostre scuole, Egli ci invita a recuperarel’antica ricchezza di scienza e teologia, quella diquando sviluppi storici e scarsa intelligenza non avevanoancora confinato le varie scienze in separati e spesso isolatiambiti. In un paio di Assistenze, mentre discutevamosui temi che volevamo proporre alla Congregazione35esima, l’argomento di una formazione più integrata siimpose con forza.Ora è mia viva speranza che la <strong>Gregorian</strong>a prenda la guidain questa ricerca di una nuova integrazione tra discipline,al servizio della verità e del Cristo intero: il Cristo che noitutti vogliamo incarnato nelle nostre vite e nel nostroministero.d) La fine di questa parte ci conduce a una affermazionepapale che molto bene si accorda con il nostro itinerariospirituale negli Esercizi. Il Santo Padre dice chetutte queste scienze sono radicalmente aperte alla trascendenzaIl senso ignaziano del “riconoscimento e stupore”dinanzi ai segni della presenza di Dio in ogni cosa trovaqui un’affermazione del fondamentale compito al qualesiamo chiamati, mentre spendiamo le nostre energie sullequestioni filosofiche e teologiche di oggi.2.3 Il Santo Padre ci chiama quindi a una doppiafedeltà. Da una parte una fedeltà alla nostra tradizione,alla nostra Chiesa nella sua pienezza. Ma anche unafedeltà alla creazione, all’umanità, alla Chiesa militantedei nostri contemporanei, influenzati e scossi dalle mentalitàe dalle tensioni delle nostre moderne società. Siamoinvitati a essere fedeli e insieme aperti; familiarizzati conla nostra millenaria tradizione e insieme pronti a metterciin cammino, pellegrini del divino, cercatori di ulterioriorizzonti di Dio.Ancora una volta una sfida alla quale solo grandi personalitàe grandi Istituzioni possono rispondere.2.4 Infine, il Santo Padre ci mette di fronte una questionecentrale e cruciale: “ E’ doveroso infatti domandarsia che tipo di sacerdoti si vuole formare gli studenti,a che tipo di religioso o di religiosa, di laico o di laica”.Questa è forse la più importante delle domande posteci. Enoi non possiamo mettere da parte questa questionerispetto alle esigenze dei curricoli o dei modelli fissati. Viè qui per la <strong>Gregorian</strong>a il più importante dei discernimenti.Il test del nostro servizio non sarà ciò che i nostristudenti ne pensano e nemmeno che tipo di qualifica essiricevono al termine degli studi.Il vero test sarà : “ che tipo di sacerdote, che tipo di persona,religioso o laico sono essi ?” Solo così essi arricchirannoe serviranno la Chiesa , e non diventeranno un fardelloper la Chiesa e per il popolo.3. ConfermaE’ dopo le questioni, le esortazioni, le sfide che la parte21


Da destra: P. Francisco Egaña, S.J., Vice Rettore Universitario; P. Stephen Pisano, S.J., Rettore del Pontificio Istituto Biblico; S. Em. il CardinaleUrbano Navarrete, S.J.; P. Adolfo Nicolás, Preposito Generale della Compagnia di Gesù; P. Gianfranco Ghirlanda, S.J., Magnifico Rettore della<strong>Gregorian</strong>a; P. Cyril Vasil', S.J., Rettore del Pontificio Istituto Orientale. Dietro di loro altre autorità e parte del Corpo Docente della <strong>Gregorian</strong>a.22della conferma nell’allocuzione prende tutto ilsuo significato. Dopo averci sfidato a fare ilmassimo al servizio della Chiesa nella formazionedei suoi ministri per vari compiti eresponsabilità, il Santo Padre conferma lanostra vocazione. E lo fa con espressioni inequivocabili.“Cari figli di Sant’Ignazio, ancora una volta ilPapa vi affida questa Università opera cosìimportante per la Chiesa universale e per tanteChiese particolari. Essa costituisce da sempreuna priorità tra le priorità degli apostolati dellaCompagnia”.Queste parole, che possono sembrare perfinoenfatiche, hanno un grande peso proprio perchévengono dopo che sono state specificate le sfidealle quali dobbiamo far fronte oggi.Vi è un appello finale alla <strong>Gregorian</strong>a e al suopersonale Docente e Amministrativo in terminidi spiritualità e di tradizione ignaziana. Torneremoda loro al termine di questa conferenza.Permettetemi di fare prima un breve riferimentoal significato delle nostre Istituzioni Romanerispetto all’obbedienza della Compagnia diGesù al Santo Padre.4. La <strong>Gregorian</strong>a e le altre Istituzionidel Consortium come testimonianza delQuarto Voto della Compagnia di GesùI membri non Gesuiti dell’Università mi scuserannose faccio un breve excursus su un puntoche sta molto a cuore a noi Gesuiti: il QuartoVoto di Obbedienza al Papa per quantoriguarda le nostre Missioni. E’ questo uno deitemi che sono stati scelti per essere sviluppatidurante la CG.35esima. Il tema generale eral’Obbedienza, ma si è convenuto che il QuartoVoto ne è una parte molto importante.E’ stata nostra costante tradizione considerare la<strong>Gregorian</strong>a e le altre istituzioni del Consortiumcome uno dei frutti diretti del Quarto Voto diObbedienza al Papa. E’ vero che è stato Sant’Ignazioad aprire il primo Collegio Romano dalquale si è sviluppata quella che oggi si chiamaUniversità <strong>Gregorian</strong>a. Ma è altrettanto veroche, con il passare del tempo,questa è diventatacosì intimamente legata al Santo Padre da essereconsiderata l’Università del Papa ed è stata sem-pre affidata dai Papi stessi alla Compagnia di Gesù.Tale ufficiale e diretto affidamento della Istituzionealla Compagnia si è ripetuto testualmente allavostra presenza, il 3 novembre 2006, nel corso dell’allocuzionedi Benedetto XVI.Quello che è più incoraggiante è che, grazie a questocomando papale, noi Gesuiti siamo totalmenteimpegnati con la <strong>Gregorian</strong>a e gli altri Istituti delConsorzio, e tutta la Compagnia di Gesù sparsa nelmondo è pronta e disposta a cooperare con personalee altre risorse per sostenere e rafforzare questoservizio alla Chiesa.Allo stesso tempo, poiché in quest’opera siamodirettamente legati al Santo Padre, serviamo laChiesa Universale e insieme molte Chiese Particolari,sotto la direzione e la guida del Papa.E poiché, grazie allo stesso legame con il Capo dellaChiesa, noi ci sentiamo più liberi nel cooperare contutti, voi, non Gesuiti, potete aiutarci a rendere unservizio migliore, più ricco e più profondo. Noi nonstiamo qui per consolidare la Compagnia di Gesù,Siamo qui, tutti insieme, per servire la Chiesa intutte le possibili dimensioni.5. Il discernimento ignaziano continua aespandere il MinisteroVorrei terminare questo mio primo discorso, che hapreso piuttosto il carattere di un dialogo semplice,che inizia oggi e che spero possa durare alungo.Vorrei terminare con qualche osservazionesulla gioia e la soddisfazione che la <strong>Gregorian</strong>a e leIstituzioni del Consorzio arrecano al cuore di tutti iGesuiti.Prima di tutto, come abbiamo ricordato più di unavolta,questa è un’opera che risponde direttamentealla missione dataci dal Santo Padre. Se possiamogiustamente dire che la volontà di Dio si trova e simette in pratica al meglio nell’obbedienza, la <strong>Gregorian</strong>aè uno dei luoghi dove possiamo fiduciosamentelavorare con la sicurezza che Dio è con noi eche siamo guidati dalla sua Volontà.Secondo, io non so trovare un modo migliore diservire la Chiesa e la Compagnia che quello dei programmie del ministero della educazione e della formazione.E ciò specialmente quando quei programmiseguono e sviluppano linee e percorsi di “formazione e crescita integrale”come il Padre RettoreGhirlanda ha indicato nel suoindirizzo di saluto. E in questostiamo ugualmenteseguendo le più recenti direttivedella Santa Sede.Terzo, sono sicuro cheabbiamo trovato incoraggiamentoe rassicurazione nell’udireil Santo Padre esprimereil suo esplicito desiderio chenoi manteniamo la tradizioneignaziana che informa lanostra educazione nel su ostilepedagogico, come l’approcciodato allo studio e alla vitanello spirito.Quarto, come già affermato, l’impegno per la ricerca cheogni Istituzione persegue è un magnifico servizio offertoallo studio, alla educazione ma anche alla ricerca, che inostri contemporanei fanno, di senso, di profondità, discopo nella vita.Questa permanente ricerca sarà un prezioso sostegnoall’insegnamento della Chiesa e, nello stesso tempo, allariscoperta di speranza e di amore in un mondo di ambiguitàe di incertezza. La ricerca contribuisce alla credibilitàdel Messaggio, un non piccolo servizio alla nostramissione oggi.Quinto, in armonia con il desiderio e la sollecitudine diPapa Benedetto, la <strong>Gregorian</strong>a sta costantemente esercitandoquel “Dialogo con la Cultura” che, molto probabilmente,è uno dei più significativi servizi che la Chiesa puòoffrire al mondo secolare.Sant’Ignazio incoraggiava noi Gesuiti a esercitare il ministerodella “conversazione” e parlava dell’abilità di partireda dove la gente sta , per poi camminare insieme verso lemete più profonde della vita umana e spirituale.Indipendentemente da quanto secolarizzata può essereuna società, i semi della trascendenza e il senso delmistero che ogni persona porta nel suo cuore non sonomai eliminati ma germogliano sempre di nuovo anchequando lo consideriamo al meno possibile.Sesto, questo servizio di ricerca della profondità e delletracce nascoste dello Spirito di Dio è egualmente buono efruttuoso all’interno della Chiesa.Nutrire e coltivare una Teologia che diventa un camminodi fede, che fa delle nostre dottrine e dei nostri valori deiveri veicoli di fede e di speranza, dei veri segnali stradaliper una esperienza spirituale, è qualcosa che ricadrà sempresulla Chiesa e l’arricchirà di una inattesa freschezza.Questo tipo di studio non solo renderà attraente e piacevolela teologia, ma la riempirà della credibilità della presenzadi Dio.Settimo, è fonte di gioia e di fraterna fierezza sapere cheun buon numero di voi presta un servizio alla Chiesaanche nell’impegnativo e per lo più nascosto ruolo di consultoripresso le Congregazioni Romane e altri Uffici dellaSanta Sede .Sappiamo che la Chiesa, da San Paolo in poiè stata sempre paragonata a un Corpo.E’ una gioia sapere che la nascosta e difficile funzione dialcune membra contribuisce al benessere del Corpo e allasua durevole salute.ConclusioneLa mia ultima parola è quella del ringraziamento per questoinvito e per la possibilità di manifestare in questomodo la mia personale ammirazione, il mio apprezzamentoper la Università <strong>Gregorian</strong>a e le altre Istituzionidel Consortium, ma anche di esprimere la gratitudine,l’ammirazione e il pieno supporto dell’intera Compagniadi Gesù recentemente riunita in Congregazione Generale.Termino perciò con una fervente preghiera. Che noi tutti,Gesuiti, Professori Amministratori Insegnanti e Studentisiamo pienamente integrati nel piano di Dio per la Chiesae per il mondo, che noi tutti contribuiamo a quel rinnovamentodi cuori e di menti che può fare una differenzanel nostro mondo, per il bene dell’Umanità.23


MarcoCardinaliIl Generale P.Adolfo Nicolás,S.J., intervistatodal Dr. MarcoCardinali,responsabiledell’UfficioStampa eDirettore dellanostra rivista.L'Intervistaal Preposito Generale della Compagnia di GesùP. Nicolás quali sono i suoi ricordi della <strong>Gregorian</strong>adi quando era studente?Sono ricordi molto belli. Era l'anno 1968. Eravamomolti studenti al Collegio di San RobertoBellarmino e ricordo con grande piacere il tempotrascorso nella magnifica biblioteca e quello dellelezioni.A quel tempo per il Dottorato era necessarioseguire cinque corsi. Seguivo le lezioni del P.Alfaro, P. Alzeghy e due tre corsi del Biblico, cosache mi è stata molto utile. Era possibile sceglierecorsi tra i vari istituti e ricordo i corsi del P. de laPotterie, del P. Lionet, e ho trovato lo scambio congli altri studenti di altri paesi molto interessante. Eallora il ricordo più grande è proprio l'arricchimentoche derivava dall'internazionalità.Anche in Giappone, dove avevo studiato e mi trovavoda sette anni, vi era l'internazionalità, ma alla<strong>Gregorian</strong>a ha un carattere diverso.In Giappone era rivolta al Giappone stesso, alla<strong>Gregorian</strong>a vi è una internazionalità con un orientamentoverso il mondo, non ha confini. C'è chiviene dall'India e torna dopo la sua formazioneall'India.Ognuno, poi, viene con i suoi legami al paese diorigine, alla sua cultura, alle sue situazioni pastoralie viene per studiare e portare qualcosa dalla <strong>Gregorian</strong>a.Incontrare studenti e gesuiti di altri paesi èP. Nicolás, ci hadetto che era il1968, un periodoche potremmodefinire in fermento.Alla <strong>Gregorian</strong>asi sentivaquesta atmosfera?Si sentiva abbastanza.Basti pensareche a queltempo fu creata larappresentanzanella amministrazionedegli studenticon un rappresentanteelettodagli studenti stessi, che andava alle varie riunioniaccademiche. Ed era credo la prima volta che questoaccadeva.Gli studenti volevano dire di più sull'amministrazionee orientamento dell'Università.Ma posso dire che alla <strong>Gregorian</strong>a, almeno perquanto riguarda il corso del dottorato questo non hainfluito troppo.Noi venivamo qui per studiare in un arco limitato ditempo, io e i miei compagni già sapevamo cheavremmo dovuto dare dei corsi in Giappone tre annidopo, nel settembre del 1971. Dunque non c'eramolto tempo da dedicare ad altre cose che non fosserolo studio.É stato un tempo di studio molto intenso credo chesia quello in cui ho studiato di più, senza fare nessunavacanza, o lasciarmi andare ad altre distrazioni.Mi ricordo che facevo una passeggiata soltanto ladomenica.Credo che sia veramente un invito importante. Nell'impostarele nostre scuole secondarie e anche le università si ètanto cercato di studiare e di applicare le caratteristichedella pedagogia ignaziana e credo che questo sia importantissimoe che possa valere anche per l'insegnamento e lo studiodella teologia.Questo è stato uno dei miei problemi di professore di teologiaa Tokyo.Come insegnare la teologia in maniera che lo studente nonsoltanto impari, accresca le sue informazioni sulle nozioniteologiche, ma che viva l'esperienza che nasce da quello studio?Semplificando potrei dire che questo mi sembra il puntofocale delle pedagogia ignaziana: tutto deve essere giocatonell'esperienza, non sono soltanto nelle idee, nelle definizioni,nei processi mentali, ma è un processo vitale che deveessere vissuto. E devo dire che mi piace veramente tantovedere che il Santo Padre dica che qui abbiamo un metodoche ha un valore, che la teologia non è soltanto qualcosa chesi studia, ma che serve ad approfondire quell'esperienza personaleche poi deve arricchire l'esperienza delle comunità acui siamo inviati.Nel suo discorso del 3 novembre 2006, Papa BenedettoXVI ha anche sottolineato come per i gesuiti la <strong>Gregorian</strong>acostituisca da sempre una priorità tra le prioritàdegli apostolati della Compagnia di Gesù. Lei col suonuovo alto servizio ha modo di guardare ai gesuiti e leopere delle Compagnia in tutto il mondo. Si trova d'accordocon questa affermazione importante del Papa chevede questa istituzione a Roma come peculiare e necessariaper il bene della Chiesa?Sono completamente d'accordo e non solo io. In un certosenso, infatti, non è importante ciò che penso io, ma propriola Congregazione Generale, terminata poco tempo fa,ha riaffermato che questa è una priorità e continua adesserlo.Questo è un segnale molto positivo perché significa che isuperiori individueranno persone che contribuiscano a questaopera e credo che deve continuare ad essere una prioritànon solo perché è al servizio della Chiesa universale, maanche perché risulta un servizio all'educazione e alla società.Per questo tale priorità deve trasformarsi in una nuova sfidae per giustificare che essa è una priorità universale deve svolgeresempre di più un servizio universale e creativo, fare cioèquel qualcosa che si può fare solo qui e non si può fare inaltre università locali. Questa è una sfida da assumersi e checi assumiamo e per cui lavoreremo.mento per moltissimi ex alunni sparsi nel mondo che sisentono così legati alla loro alma mater, e che esprimonocon tante loro lettere il bene che hanno ricevutodalla formazione in <strong>Gregorian</strong>a.C'è qualcosa che vorrebbe dire agli studenti, seminaristi,religiosi, laici, che oggi studiano qui su come vivereappieno questo tempo di formazione?Vorrei dire le stesse cose che ho detto tante volte ai miei studentia Tokyo e Manila, dove ho insegnato per anni: l'opportunitàche si ha quando si studia in una università è irripetibilee bisogna avere una forte motivazione.La nostra formazione, infatti, non dipende solo da comesono i professori, o da come è la biblioteca, o da altre cose,ma è fondamentale la motivazione interna che ci spinge adusare l'opportunità di studio per approfondire lanostra fede, la nostra conoscenza, la vita cristiana.Dunque è una opportunità in cuibisogna dare tutto. Se guardiamo conquesta motivazione vedremo checi sono sempre possibilità.Non c'è nessun sistema perfettoe io non credo cheesista una universitàperfetta, ma pensoche in ogni occasioneci siano persone,professoriche possono aiutare;che cisiano semprelibri che sonopieni di saggezza;che cisia untempo dilavoro datrovare ecustodireche ci aiutia crescere.Trovare ePapa Benedetto XVI, nella sua storica visita allamantenere<strong>Gregorian</strong>a, in linea con i suoi predecessori, haquestaancora una volta affidato la <strong>Gregorian</strong>a alla Compagniadi Gesù, sottolineando il valore grande chezione è lamotiva-ha la pedagogia ignaziana, della formazione integraledella persona, e invitava proprio a non per-grande persfida piùdere questo valore. Lei in qualità di Vice Granuno studentecheCancelliere e soprattutto come Preposito Generaledella Compagnia di Gesù penso che abbia aLa nostra rivista è messa a disposizione di tutti gli studentiin <strong>Gregorian</strong>a, degli amici ed è un punto di riferiniversità.inizia l'u-stata per me un'esperienza veramente arricchente. cuore questo invito del Papa.24 25


La nostra storia dalle origini alla nuova sedeGerardoGrillo26Sant'Ignazio, fondatore della Compagnia di Gesù,primo Generale e fondatore del Collegio Romano di cuiè erede la Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a.Sant'Ignazio, il cui nome alla nascitaera Iñigo López de Loyola, nacquenel 1491, nel castello di Loyola,nelle Provincie Baschi in Spagna.Ricevette l'educazionecavalleresca propria della suacasata, in particolare mentreegli stette al servizio di GiovanniLópez de Cuéllar,Amministratore delle sostanzedella Regina Isabella di Castiglia,e da adulto entrò a servizio delViceré di Navarra. Nella guerra del1521 tra Francesco I di Francia e l'Imperatoredi Spagna Carlo V, i francesi si mosseroalla conquista della città di Pamplona (Navarra)ed Ignazio per obbedire al viceré di Navarra fuferito da una palla di cannone nemico che glilese il ginocchio destro. Caduto il loro capitanoi soldati spagnoli si arresero e Ignazio potéritornare nel suo castello a Loyola, gentilmenteportato in barella dai militari francesi.Nel corso della convalescenza Ignazio si dedicò aletture che prima di allora non aveva preso in considerazione:una raccolta di vite dei Santi (il Flossanctorum) e la lettura della Vita Christi del CertosinoLudolfo di Sassonia, tradotta però in linguaromanzata. Iniziò in questo periodo a porsi delledomande e sull'esempio dei grandi Santi, comeFrancesco d'Assisi e Domenico, meditava l'idea diavvicinarsi a Dio; combattuto tra i piaceri della vitaterrena e la spiritualità ritrovata, si affidò alla Vergineed a San Pietro, e si consegnò al Signore.Appena in forze si recò a Monserrato al santuariodella Madonna Nera dove dopo lunghe preghiere eun'attenta meditazione depose la spada dinanzi lastatua della Madonna durante un veglia notturna esi diresse verso Manresa. Qui tra penitenze e riflessionicapì l'importanza del discernimento spiritualee il peso della "giusta misura" in tutte le cose; daqueste sue intuizioni, tra le quali è da notare unavisione tutta particolare delle cose in Dio, nascerannoi suoi Esercizi Spirituali.Nel 1528 dopo diverse peripezie, incluso un viaggioin Terra Santa, nonché il posteriore soggiorno inBarcellona ed in Alcalá de Henares, si trasferì aParigi presso il Collegio di Santa Barbara doveconobbe Francesco Saverio e Pietro Favre che eranoin quel momento suoi compagni di stanza. A loroIgnazio confidò un suo progetto a cui da tempopensava, ovvero, consacrarsi all'apostolato - servirele anime - nella terra del Signore, la Palestina, e seciò non fosse stato possibile, offrirsi al Santo Padreperché disponesse di loro secondo la sua volontà.L'idea suscitò in loro un grande interesse tanto chevollero farne parte. A loro si aggiunsero altri quattrostudenti: Diego de Laynez, Simone Rodríguez,Alfonso de Salmeròn e Nicolás de Bobadilla con iquali nella cappella di Montmartre, il 15 agosto1534, fece voto di vivere in castità e in povertà e direcarsi a Gerusalemme; se poi per qualsiasi ragionequel pellegrinaggio non si fosse realizzato essi sisarebbero rimessi alla decisione del Papa perchéfosse Lui a fissare il luogo dove esercitare il loro serviziosacerdotale. Nella capitale francese Ignaziorimase fino al 1535, ottenendo il dottorato in Arti (filosofia).Nel 1537 Ignazio si trasferisce in Italia: prima a Bolognae poi a Venezia, dove fu ordinato sacerdote. Insieme aFavre e Laínez si avvicina a Roma. A 14 chilometri a norddella città ha una straordinaria esperienza mistica conosciutacome la «visione di La Storta», che lo conferma nell'esseremesso con il Figlio che porta la Croce e, quindi, didare il nome di Gesù a quella «Compagnia» che il Signorestava facendo nascere.Nel 1538 Ignazio e i suoi compagni, essendo stati impediti,per il pericolo dei Turchi, a partire per la Terra Santa,si offrono al Papa, secondo il voto pronunciato a Montmartre(Parigi). Il Papa Paolo III accetta la loro offerta ecome prima missione indica loro la catechesi di tutti ibambini delle scuole di Roma. Nel 1539 Paolo IIIapprova a voce la formula del nuovo Istituto e il 27 settembredel 1540 Paolo III approva la Compagnia di Gesùmediante il Breve «Regimini Militantis Ecclesiae».L'8 aprile del 1541 Ignazio è eletto all'unanimità Preposito[Superiore] Generale della Compagnia. Chiede unanuova elezione, preceduta da tre giorni di preghiera. Il 13aprile viene confermata l'elezione di Ignazio, che dopo seigiorni accetta. Il 22 aprile Ignazio e i suoi sei compagnivanno in pellegrinaggio alle sette chiese di Roma, e fannola professione religiosa nella basilica di S. Paolo fuori leMura.Quanto abbiamo scritto fin qui è solo un rapido percorsodella vita di Sant'Ignazio di Loyola, dalla conversione allafondazione della Compagnia di Gesù, che ne delineano ilgrande carisma e la santità di vita. Ciò che, però, ci premeora focalizzare è il fatto che Sant'Ignazio di Loyola pose lebasi della Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a, istituendo, nel1551, una Scuola gratuita di grammatica, d'umanità edottrina cristiana denominata per molti secoli CollegioRomano.Il Collegio Romano in origine era una piccolacasa presa in affitto collocata ai piedi delCampidoglio, vicino a Santa Maria inAracoeli. Al suo interno incominciaronoda subito le lezioni di latino egreco e poco dopo anche quelledi ebraico. Essendo quelluogo troppo piccolo,Ignazio pensò di provvedereper un'altra abitazionepiù comodae più adatta a ricevereun semprem a g g i o rnumero dialunni. Presein affitto, sempre nel cuore di Roma, una casa situata inuna via vicina, ora detta del Gesù.Nel 1552 Giulio III concesse al Preposito Generale, o, perlicenza data da questi, a chiunque dei futuri Prepositi oRettori dei Collegi dove alloggiavano gli studenti, lafacoltà e la licenza di conferire gradi accademici agli studentigesuiti del Collegio Romano. Con grandi sforzi economici,Ignazio volle che a partire dall'anno scolastico1553-1554 si avviassero all'interno del Collegio Romanogli insegnamenti di filosofia e di teologia. I nuovi insegnamentividero un aumento sempre crescente sia degliesterni che degli scolastici della Compagnia di Gesù alpunto che nel 1556, primo anno del suo pontificato, PapaPaolo IV, constatato il gran bene che il Collegio Romanofaceva alla gioventù, concesse a tutti gli studenti quei privilegiche Giulio III aveva concesso limitatamente aglistudenti gesuiti. In questo stesso anno, il 1556, fu fondatala tipografia che nel corso del tempo si caratterizzò amodello per le altre attraverso la sua molteplicità di caratteri.La concessione di Paolo IV era stata espressa, però,solo in forma orale (“vivae vocis oraculo”) senza lasciarealcun documento scritto a riguardo, a causa della suamorte. Il suo successore, Pio V, affinché non sussistessealcun dubbio sulla concessione già elargita, nello stessoanno 1566 decretò che le facoltà concesse in precedenzaacquistassero pieno vigore e fossero redatte per scrittoestendendone la validità alla data della concessione delsuo predecessore. In quello stesso anno, però, esattamenteil 21 luglio 1556, moriva Ignazio di Loyola egli succedeva come PrepositoGenerale il Padre GiacomoLaynez.D a l27


28punto divista dellematerie bisognasottolineareche findall'inizio laFacoltà diTeologia fuconsideratala Facoltà piùimportante,con unnumero diprofessorisuperiore aquello dellealtre discipline insegnate. Nel 1553 furonoconferiti i primi due titoli di dottorato inTeologia. Rilievo particolare ebbe l'insegnamentodella teologia morale, con la cattedradei “casi” (“casus conscientiae”), che fece deiprofessori del Collegio Romano dei pionieriin tale materia. Assunsero grande importanzafigure come il P. Pallavicino, filosofo,biblista e teologo e i “controversisti”, in dialetticacon la Riforma protestante, come iPadri Lugo, Bellarmino, Suárez e Vázquez.Non possiamo dimenticare, poi, che la famadella levatura scientifica del CollegioRomano si espanse per tutta l'Europa equindi in tutto il mondo allora conosciuto,grazie a un grande matematico, il P. CristoforoClavio, che meritò il titolo di “nuovoEuclide”. Fu lui a realizzare nel 1582 lariforma del calendario voluta da GregorioXIII: il Calendario <strong>Gregorian</strong>oche abbiamo tuttorain usoprende tale nome proprio da questo Papa. È conil Clavio e il Bellarmino che Galileo aveva avutorapporti sul piano scientifico e della fede.La sede del Collegio Romano, però, si rivelò benpresto inadeguata a causa dell'aumento deglistudenti. I gesuiti si rivolsero a Papa GregorioXIII che è considerato il “fondatore e protettore”dell'Università <strong>Gregorian</strong>a. Fu proprio lui,infatti, che fece erigere le fondamenta di unanuova sede del Collegio Romano, nell'attualepiazza che prende il nome dal Collegio. Il cardinaleFilippo Boncompagni l'11 gennaio 1582,pose la prima pietra del nuovo edificio con unanuova costruzione, progettata dall'architettoBartolomeo Ammannati. La nuova sede fusolennemente inaugurata nel 1584 alla presenzadello stesso Pontefice che accrebbe l'istituzioneaccademica di benefici e privilegi, estendendolia qualunque collegio di studi della Compagniadi Gesù, nei quali venivano coltivati gli studi difilosofia e teologia. Come cappella del collegiofu adoperata la chiesa della SS. Annunziata, cheoccupava parte dello spazio dove attualmentesorge la chiesa di Sant'Ignazio, fatta costruire efinanziata dal cardinale Ludovico Ludovisi aseguito della canonizzazione di Sant'Ignazio diLoyola avvenuta nel 1622.All'interno del Collegio Romano iniziarono apartire dal 1651 una serie di raccolte di variogenere che vanno da antichità classiche a repertipreistorici ed etnografici; questo periodo fudetto in seguito kircheriano proprio per l'apportodato da P. Atanasio Kircher, studioso dimatematica, fisica e lingue orientali, addiritturadei geroglifici. I gesuiti curarono inoltre ungabinetto astronomico e fisico per il quale venneedificata una torretta detta dell'osservatorio nel1787. L'edificio del Collegio architettonicamentesi presenta come un vasto complessocostituito da due grandi cortili porticati, vasteaule e il complesso della Biblioteca del CollegioRomano, tra le più importanti diRoma, requisita nel 1873 - per le“leggi eversive” - e fatta confluirenella nascente Biblioteca centraleVittorio Emanuele II;sul tetto dell'annessachiesa e dell'edificioprincipale trovaronosede la torre dell'osservatorioe i gabinettiscientifici.I Gesuiti, però, dovettero lasciare la direzione del Collegionel 1773, perché la Compagnia di Gesù fu soppressa daBenedetto XIV e l'intera direzione dell'istituto fu affidataal clero secolare.Restaurata la Compagnia di Gesù nel 1814 da Pio VII, ilCollegio Romano nel 1824 fu affidato alla Compagnia diGesù da Leone XII, che rinnovò generosamente tutti idiritti e i privilegi che prima della soppressione eranostati concessi al Collegio. Il nuovo anno accademico fuinaugurato il 2 novembre dello stesso anno alla presenzadel Papa. Primo Rettore fu il P. Luigi Tapparelli D'Azeglio.Tra i più illustri docenti di teologia di quel tempo varicordato il P. Giovanni Perrone che insegnò dal 1824 al1855. Egli diffuse in tutto il mondo la “teologia romana”per mezzo dei suoi manuali e contribuì alla definizionenel 1854 del dogma dell'Immacolata Concezione.Il 29 marzo 1848 durante la repubblica romana i gesuitifurono allontanati e l'anno successivo il Collegio Romanovenne occupato e devastato dai rivoluzionari i quali primadi lasciarlo al sopraggiungere dei francesi che venivanoper liberare Roma, ne incendiarono un'ala, danneggiandoanche le “stanze di San Luigi”. Nel 1850 vennero ripresele attività accademiche e si provvide ai restauri.Nel 1870 le scuole di lettere e nel 1873 anche le scuole difilosofia e di teologia furono espulse dalle autorità civilidalle sedi del Collegio Romano. Furono requisiti anche lebiblioteche, l'osservatorio astronomico, il gabinettoscientifico e il museo Kircheriano. Con l'estensione delle“leggi eversive” del governo subalpino i gesuiti vennerodefinitivamente mandati via, ma il Collegio proseguì adesercitare le sue attività nelle sedi del Palazzo Borromeo(oggi Collegio di San Roberto Bellarmino).Papa Pio IX si lamentò pubblicamente e con parole amaredella requisizione, e benignamente nello stesso anno 1873dispose che il Collegio Romano assumesse ufficialmentela denominazione di Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a, inonore di Gregorio XIII. Con la laicizzazione dell'Università“La Sapienza” la <strong>Gregorian</strong>a rimase l'unica UniversitàPontificia a Roma fino al 1959, anno in cui altre realtàaccademiche presenti a Roma cominciarono ad esserericonosciute dalla Santa Sede come università pontificie.Nel secolo XX sia per il numero degli studenti che per lavarietà crescente delle scuole, degli istituti e delle facoltà,la Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a richiedeva una sedepiù ampia e più degna, che, volontà di Pio XI, fu erettapresso il Colle del Quirinale in Piazza della Pilotta. L'attualesede fu inaugurata il 6 novembre del 1930 in modosolenne e le fu riconosciuto espressamente uno statutoparticolare nei Patti Lateranensi.In seguito, nel 1928, lo stesso Pio XI dispose e decretò cheil Pontificio Istituto Biblico e il Pontificio Istituto Orientalefossero consociati all'Università, in modo da costituireuna sola Università Pontificia degli studi ecclesiastici,disponendo tuttavia che entrambi gli Istituti, ilBiblico e l'Orientale, fossero autonomi dal punto di vistagiuridico. Pio XI, poi, nel 1932 dispose che, per i particolarivincoli che legano l'Università <strong>Gregorian</strong>a alla SedeApostolica, il Gran Cancelliere di essa fosse il Prefettodella Congregazione dei Seminari e degli Studi Universitari(ora Congregazione per l'Educazione Cattolica), cosìche veniva dal Papa stesso detta “pienissimamente didiritto e di nome pontificia” (“plenissime iure et nominePontificiam compellendam esse palam dixerimus”). Il PrepositoGenerale della Compagnia di Gesù ne è il ViceGran Cancelliere.Ai nostri giorni Benedetto XVI, nel discorso tenuto nellasede dell'Università il 3 novembre 2006 di nuovo ha confermatol'affidamento dell'Università <strong>Gregorian</strong>a allaCompagnia di Gesù da parte della Sede Apostolica e ilposto primario che essa deve avere nelle priorità dellaCompagnia di Gesù, come istituzione di grande importanzaper la Chiesa universale e le Chiese particolari.29


I Padri Generalidella Compagnia di GesùLa vocedella storiaChi è il ViceGran Cancelliere?Cognome e Nome Nazione Eletto30S. Ignazio di Loyola Spagna-Basco 19/04/1541Lainez Giacomo Spagna-Cast. 02/07/1558S. Borgia Francesco Spagna-Gandia 02/07/1565Mercuriano Everardo Belga 23/04/1573Acquaviva Claudio Italia - Napoli 19/02/1581Vitelleschi Muzio Italia - Roma 15/11/1615Carrafa Vincenzo Italia - Napoli 07/01/1646Piccolomini Franceso Italia - Siena 21/12/1649Gottifredi Alessandro Italia - Roma 21/01/1652Nickel Goswino Germania 17/03/1652Oliva Giovanni Paolo Itlia - Genova 07/06/1661De Noyelle Carlo Belgio -Bruxelles 05/07/1682Gonzalez Tirso Spagna 06/07/1687Tamburini Michelangelo Italia - Modena <strong>31</strong>/01/1706Retz Francesco Boemia - Praga 30/11/1730Visconti Ignazio Italia - Milano 04/07/1751Genturione Luigi Italia - Genova 30/11/1755Ricci Lorenzo Italia - Firenze 21/05/1758SOPPRESSIONE DELLA COMPAGNIA il 16 Agosto 1773 con BOLLA del Papa CLEMENTE XIVBrzozowski Taddeo Lituania 07/08/1814Fortis Luigi Italia - Verona 18/10/1820Roothaan Giovanni Olanda-Amsterd 09/07/1829Becks Pietro Belgio 02/07/1853Anderledy Antonio Svizzera 24/09/1883Martin Ludovico Spagna 02/10/1892Wernz Francesco Saverio Germania 08/09/1906Ledòchowski Wlodimiro Polonia 11/02/1915Janssens Giovanni Battista Belgio-Malines 15/09/1946Arrupe Pietro Spagna-Basco 22/05/1965Kolvenbach Peter-Hans Olanda 13/09/1983Adolfo Nicolàs Spagna 19/01/2008Dopo quanti scrutini sono stati eletti i29 successori di Sant'Ignazio?• Due sono stati eletti al quarto scrutinio(Vitelleschi e Rothaan).• Tre dopo il terzo scrutinio (Gonzalez,Wernz, Arrupe)• Nove dopo il secondo scrutinio (Gottifredi,Nickel, Tamburini, Centurione,Ricci, Fortis, Martín, Ledochówski,Nicolás)• Gli altri (quindici) sono stati eletti alprimo scrutinio.Dopo quanti giorni dall'inizio dellaCongregazione è stato eletto il nuovoGenerale?Ecco i dati per le Congregazioni Generalidel XX secolo:• Uno è stato eletto dopo 8 giorni(Wernz)• Due sono stati eletti dopo 10 giorni(Ledochówski e Janssens)• Uno è stato eletto dopo 12 giorni (Kolvenbach)• Uno è stato eletto dopo 16 giorni(Arrupe)P. Adolfo Nicolás è stato eletto il tredicesimogiorno della Congregazione (19 gennaio.)Dalle notizie ufficiali diffuse dall'UfficioStampa della Curia Generalizia della Compagnia.Il Gran Cancelliere è all'apice della gerarchia diun'università. Tuttavia, di solito, tale titolo è permolti versi onorifico e la direzione dell'università èdi fatto attribuita ad un Vice Gran Cancelliere, chesi concretizza in alcune competenze in genere divigilanza o di istanza superiore, stabilite dagli Statuti,mentre la direzione ordinaria dell'università èsvolta dal Magnifico Rettore con competenza sututti gli aspetti della vita dell'università. L'Università<strong>Gregorian</strong>a ha uno statuto del tutto specialerispetto a tutte le altre Università ecclesiastiche pontificiein quanto il Romano Pontefice, che nomina ilRettore Magnifico, la governa tramite il Prefettodella Congregazione per l'Educazione Cattolica,che lo rappresenta come Gran Cancelliere (cfr StatutaGeneralia Pontificiae Universitatis <strong>Gregorian</strong>ae,art. 3, § 2). Proprio per questo il Papa Pio XI dichiaraval'Università <strong>Gregorian</strong>a “plenissimo iure acnomine” pontificia (cfr Lett. ap. <strong>Gregorian</strong>am studiorum,21 giugno 1932, in AAS 24 [1932], 268). Illegame particolare che ha la Compagnia di Gesù colRomano Pontefice e la storia stessa del CollegioRomano e dell'Università <strong>Gregorian</strong>a, sua erede,sono il fondamento di questo statuto del tutto particolare.Infatti, la <strong>Gregorian</strong>a è un'opera dellaSanta Sede affidata alla Compagnia di Gesù (cfrLeone XII, Breve Cum multa in Urbe, 17 maggio1824), per cui il Preposito Generale della Compagniadi Gesù è il Vice Gran Cancelliere ed ha la curapiù immediata di quest'opera (cfr Statuta GeneraliaPontificiae Universitatis <strong>Gregorian</strong>ae, art. 4, §2a), che Papa Benedetto XVI, in occasionedella sua visita del 3novembre 2006 all'Università,rinnovando l'affidamentodi essa alla Compagniadi Gesù, non haavuto dubbi nel qualificarla“come unodei più grandi serviziche la Compagniadi Gesùfa alla Chiesauniversale” (cfrL'OsservatoreRomano, 4novembre2006).<strong>31</strong>


Paolo BasileIncontro dei dipendentiper saperne di più sulla Congregazione GeneraleAnche quest'anno, lo scorso 21 dicembre, comeda consuetudine ormai radicata, ha avuto luogo iltradizionale incontro tra i dipendenti della PUG el'Amministrazione nella persona del MagnificoRettore, P. Gianfranco Ghirlanda; dei tre ViceRettori e del Direttore del Personale per lo scambiodi auguri prima della pausa natalizia.Dopo la relazione di P. Geisinger, è stato lasciato spazioad eventuali domande o richieste di spiegazioni daparte del personale amministrativo della <strong>Gregorian</strong>ache si è dimostrato interessato e partecipativo purnella delicatezza della materia.Tale iniziativa si è rivelata davvero utile allo scopo dipoter anche solo condividere un momento cosìimportante della vita e della tradizione della Compagniadi Gesù quale è, appunto, la l'elezione di un PrepositoGenerale.Un plauso e un ringraziamento particolari, pertanto,vanno senz'altro al Rev. P. Geisinger, S.J. per averacconsentito a fare daCicerone per il personaledella PUG nei meandriprocedurali delle gerarchiedella Compagnia diGesù e al nostro Rev. P.Rettore per aver datol'opportunità a tutti idipendenti della PUG diessere informati su questionicosì rilevanti inerentila struttura dellaCompagnia di Gesù.Il Magnifico RettoreP. GianfrancoGhirlanda, S.J.,introduce la relazionedel P. RobertGeisinger, S.J., sulla35° CongregazioneGenerale, durantel'incontro con idipendenti, nella saladelle Tesi della<strong>Gregorian</strong>a.Alcuni momentidell'incontro.32Tale appuntamento, ormai divenuto fisso, è statocaratterizzato quest'anno da un'informativa resadal Procuratore Generale della Compagnia diGesù, Rev. P. Robert Geisinger, S.J., sulla missione,la composizione e i lavori della CongregazioneGenerale della Compagnia di Gesù, incaricatasoprattutto di eleggere il nuovo PrepositoGenerale della Compagnia dopo le dimissioni rassegnatedal Rev. P. Peter-Hans Kolvenbach, S.J.Lo stile informale, ma sobrio ed incisivo del Rev.P. Geisinger, S.J., ha consentito a tutti i presenti dicomprendere i meccanismi articolati e talvoltacomplessi di procedura e diritto canonico inerentiprevalentemente la struttura ed i compiti dellaCongregazione Generale.33


MarcoCardinali34Speciale ConcistoroCreati 23 nuovi Cardinali tra i quali 10 ex alunni della<strong>Gregorian</strong>a e P. Urbano Navarrete, S.J., già Rettore MagnificoOgni vero discepolo di Gesù condivida la Sua passione,senza rivendicare alcuna ricompensa: è l'esortazionerivolta da Benedetto XVI ai 23 nuovicardinali, di cui 18 elettori, creati dal Papa nelConcistoro celebrato lo scorso 24 novembre nellaBasilica Vaticana. Una cerimonia emozionante,come il Papa stesso ha detto, perché esprime inmodo eloquente l’unità dei cardinali attorno alSuccessore di Pietro. Una “provvidenziale occasione”per offrire “alla città di Roma e al mondointero, la testimonianza di quella singolare unità chestringe i cardinali attorno al Papa”: così, il SantoPadre ha sintetizzato lo straordinario valore delConcistoro. Un “eloquente segno di unità cattolica”,ha detto, che suscita “ogni volta un’emozione speciale”.Il Papa ha commentato il passo del Vangelodi Luca nel quale i discepoli manifestano un’ambizionearrivista nel rivendicare per se stessi i postimigliori nel regno messianico. Gesù, ha avvertitoBenedetto XVI, corregge la loro “concezione grossolanadel merito” secondo la quale “l’uomo puòacquistare dei diritti nei confronti di Dio”. Unrichiamo quanto mai attuale:"L’evangelista Marco ci ricorda, cari e venerati Fratelli,che ogni vero discepolo di Cristo può aspiraread una cosa sola: a condividere la sua passione, senzarivendicare alcuna ricompensa. Il cristiano è chiamatoad assumere la condizione di 'servo' seguendo leorme di Gesù, spendendo cioè la sua vita per gli altriin modo gratuito e disinteressato. Non la ricerca delpotere e del successo, ma l’umile dono di sé per il benedella Chiesa deve caratterizzare ogni nostro gesto edogni nostra parola. La vera grandezza cristiana,infatti, non consiste nel dominare, ma nel servire".“Ecco l’ideale che deve orientare il nostro servizio”, hadetto il Papa sottolineando che, ai nuovi porporati,il Signore chiede e affida “il servizio dell’amore” finoall'effusione del sangue:"Amore per Dio, amore per lasua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione massimaed incondizionata, usque ad sanguinis effusionem,come recita la formula per l’imposizione dellaberretta e come mostra il colore rosso degli abiti cheindossate".Durante il Concistoro il Papa ha sottolineato lagrande responsabilità che pesa sui cardinali, chiamatida Cristo a “confessare davanti agli uomini lasua verità, di abbracciare e condividere la sua causa”.Il Pontefice ha esortato i neo Cardinali a compiere illoro servizio “con dolcezza e rispetto, con una rettacoscienza”, cioè “con quell’umiltà interiore che è fruttodella cooperazione con la grazia di Dio”. E’, ha avvertitoil Papa, una responsabilità non priva di rischi,ma come ricorda San Pietro “è meglio, se così vuoleDio, soffrire operando il bene piuttosto che fare ilmale”. Benedetto XVI si è soffermato sul ruolo delSacro Collegio dei cardinali nel quale, ha spiegatorivive l’antico presbyterium del Vescovo di Roma icui componenti “mentre svolgevano funzioni pastoralie liturgiche nelle varie chiese, non gli facevanomancare la loro preziosa collaborazione” nell’adempimento“dei compiti connessi con il suo universaleministero apostolico”: "I tempi sono mutati - ha dettoil Santo Padre - e la grande famiglia dei discepoli diCristo è oggi disseminata in ogni continente sino agliangoli più remoti della terra, parla praticamente tuttele lingue del mondo e ad essa appartengono popoli diogni cultura. La diversità dei membri del CollegioCardinalizio, sia per provenienza geografica che culturale,pone in rilievo questa crescita provvidenziale edevidenzia al tempo stesso le mutate esigenze pastorali acui il Papa deve rispondere".L’universalità, la cattolicità, ha ribadito, “si riflettepertanto nella composizione del Collegio dei cardinali”.Ognuno di loro, ha detto il Papa, rappresenta una “porzionedell’articolato Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa diffusadappertutto”. Quindi, ha rivolto un pensiero speciale allecomunità cristiane “più provatedalla sofferenza, da sfide e difficoltàdi vario genere”. "Tra queste, comenon volgere lo sguardo con apprensioneed affetto, in questo momentodi gioia, alle care comunità cristianeche si trovano in Iraq? Questi nostrifratelli e sorelle nella fede sperimentanonella propria carne le conseguenzedrammatiche di un perduranteconflitto e vivono al presentein una quanto mai fragile e delicatasituazione politica. Chiamando adentrare nel Collegio dei Cardinali ilPatriarca della Chiesa Caldea hointeso esprimere in modo concreto lamia vicinanza spirituale e il mioaffetto per quelle popolazioni".Il Santo Padre ha così riaffermato“la solidarietà della Chiesa interaverso i cristiani” dell’ “amata terra”irachena, invocando da Dio misericordioso,“per tutti i popoli coinvolti,l’avvento dell’auspicata riconciliazionee della pace”. Unavicinanza alla Chiesa irachenaespressa con forza anche dal neocardinaleLeonardo Sandri, exalunno della <strong>Gregorian</strong>a, che harivolto l’indirizzo d’omaggio alPapa a nome dei nuovi porporati.Un intervento nel quale il CardinaleSandri ha messo l’accentosulla fedeltà al Successore di Pietro:"Siamo e saremo al Suo fianco, BeatissimoPadre, nei momenti piùimpegnativi e in quelli ordinari delministero petrino. Desideriamorimanere con il Papa sia quando sifa servitore della verità e proclama ilprimato di Dio, come quando guidala Chiesa nel rinnovamento che scaturiscedalla fedeltà alla tradizione;sia quando invoca la pace, indicando la grande forza della preghierae del dialogo, come quando promuove l'unità dei cristianie il rispetto di tutte le religioni e le culture nella reciprocaesclusione di ogni genere di violenza".Il Santo Padre Benedetto XVI impone la berretta cardinalizia alneo porporato il Card. Urbano Navarrete, S.J.35


MarcoCardinaliS. Em. ilCardinaleUrbanoNavarrete, S.J.36L'intervistaa S. Em. il Cardinale Urbano Navarrete, S.J.Eminenza, come hasaputo e ha accolto lanotizia della Sua creazionea cardinale daparte del Papa Benedetto?Con molta serenità. Gliavvenimenti personalidella vita non mi turbanogranché. La mattina del 16ottobre scorso mi chiamaronodalla Segreteria diStato chiedendomi seavevo finito un piccolo studiodi carattere giuridicoche mi avevano chiesto.Quindi mi diedero appuntamentoper le cinque delpomeriggio. Mi sonorecato all'ora fissata e dopoaver spiegato brevemente alCard. Tarcisio Bertone,Segretario di Stato, ilpunto studiato, Sua Eminenzasenza ulterioripreamboli mi disse chenell'Udienza del giornoseguente il Santo Padreavrebbe annunziato il mionome fra gli altri che intendeva creare cardinali nelConsistoro pubblico previsto per il 24 di novembreprossimo. Mi disse che ero tenuto al segreto finoalle ore dodici del giorno seguente e mi consegnòla lettera del Santo Padre. Sono ritornato a casariflettendo come dovevo gestire la mia nuova situazionereligiosa ed ecclesiale.Quali sono stati i suoi sentimenti il giorno delConsistoro?Tenga presente che dal giorno della pubblicazionedella notizia alla celebrazione del Consistoro è passatopiù di un mese, quindi è stato un tempo sufficienteper assimilare il fatto. D'altra parte, per meRoma, la Città del Vaticano, la Basilica di San Pietroecc, non costituivano una novità, dopo di averrisieduto a Roma 54 anni, alcuni dei quali in notevolicontatto con organismi della Santa Sede. Perciòi miei sentimenti non sono stati particolarmentecommossi.La “prima messa” da cardinale come l'ha vissuta?Sono stato molto contento di essere stato invitato acelebrare la prima messa da cardinale, durante lanovena dell'Immacolata che tradizionalmente si celebracon grande solennità, qui accanto nella Parrocchiadei Dodici Apostoli nel cui territorio è ubicata l'Università<strong>Gregorian</strong>a. Direi che i miei sentimenti erano inqualche modo simili a quelli di un neo-sacerdote checelebra la sua prima messa nella propria parrocchia.C'è un momento del consistoro o della Celebrazionecol Papa che l'ha toccata più profondamente?Dei giorni del consistoro, incluso il giorno in cui ilSanto Padre ha ricevuto i neo-cardinali con le lorofamiglie, ricordo con particolare commozione ilmomento in cui sono andato con mia sorella, missionariada 54 anni in India, a baciare le mani di Sua Santitàe poter esprimerGli a parola la nostra obbedienza ela nostra fedeltà.È cambiato qualcosa nella sua quotidianità con ilcardinalato?Quando il P. Rettore Gianfranco Ghirlanda ha comunicatoalla Comunità religiosa della <strong>Gregorian</strong>a la notiziadella mia nomina a cardinale non appena diffusadalla radio, nelle parole che ho diretto alla Comunitàho chiesto due cose: la prima diretta ai Superiori chiedendoche mi permettessero continuare a restare alla<strong>Gregorian</strong>a, come è avvenuto; la seconda indirizzata aiconfratelli pregando loro di essere trattato con la stessasemplicità di confratello come sempre. Posso dire chedopo due mesi di esperienza, cerco di adempiere i mieicompiti di cardinale, però sono felice perché nella miavita religiosa, specialmente nella vita di comunità, nonho avvertito nessuna differenza.Il cardinalato è sicuramente un attestato di grandestima per lei da parte del Papa; lei lo consideraanche un attestato di stima per la <strong>Gregorian</strong>a in cuiha insegnato e di cui è stato rettore?Evidentemente. Anzi lo considero prevalentemente unattestato per la <strong>Gregorian</strong>a e per la Compagnia.Lei continua a vivere alla <strong>Gregorian</strong>a. Ci può raccontarequalcosa della <strong>Gregorian</strong>a di quando eraRettore?Sono stato rettore dal 1980 al 1986. Giovanni Paolo IIaveva iniziato il suo pontificato poco prima, il 22ottobre 1978. Venne a fare visita alla <strong>Gregorian</strong>anel pomeriggio del 15 dicembre 1979 e il 29 dellostesso mese nominava Arcivescovo di Milano ilRettore della <strong>Gregorian</strong>a Carlo Maria Martini,creato cardinale nel febbraio di 1983. All'iniziodel mio rettorato ero visto più come il successoredi Mons. Martini che come il Rettore della <strong>Gregorian</strong>a.Il fatto piuttosto dava prestigio al mioruolo. Il fatto ecclesiale più significativo del miorettorato fu l'attentato contro Giovanni Paolo II.All'interno della <strong>Gregorian</strong>a va segnalata laseconda visita di Giovanni Paolo II, ancora sofferentedell'attentato, il 23 ottobre 1982, per concludereil Congresso commemorativo del 400ºanniversario dell'ingresso in Cina del P. MatteoRicci, già alunno della <strong>Gregorian</strong>a (CollegioRomano). Il Congresso fu voluto dallo stessoSanto Padre per il significato storico del P. Riccinei rapporti fra la cultura occidentale e quellacinese. Inaugurato presso Università degli Studi diMacerata, luogo di nascita del P. Ricci, dove sicelebrarono due giornate di studio, ebbe fine alla<strong>Gregorian</strong>a, dopo altri due giorni di studio, con ildiscorso del Santo Padre.Secondo lei la missione della <strong>Gregorian</strong>a a piùdi 450 anni di vita è una missione ancora “giovane”che ha ancora qualcosa da dire?Se non avesse qualcosa da dire, la si dovrebbechiudere quanto prima. D'altra parte è ovvio chela situazione della Chiesa in più di 450 anni hasubito cambiamenti culturali, come il mondo, dienorme portata. Al tempo di S. Ignazio non esistevanoseminari propriamente tali nelle diocesidove gli aspiranti al sacerdozio potessero ricevereuna formazione adeguata alle esigenze delmomento storico del secolo XVI. S. Ignazio ebbel'intuizione di creare a Roma un centro a carattereinternazionale dove si potesse formare adeguatamenteuna schiera di giovani scelti che, tornati inpatria, fossero fermento di cultura e di guida dellechiese particolari. Oggi evidentemente questobisogno per fortuna non esiste più. Tuttavia la<strong>Gregorian</strong>a, come le altre Università Pontificie diRoma, ha ancora e continuerà ad avere la funzioneimportantissima di essere un centro diincontro della cattolicità dove i vescovi, i Superiori religiosied altri responsabili dei movimenti apostolici possano inviaregiovani scelti a formarsi in vista ai loro futuri probabili ruolinella Chiesa, senza trascurare i laici che intendono avere unaformazione adeguata all'apostolato.Papa Benedetto XVI incontra il CardinaleUrbano Navarrete e la sorella Pilar Navarrete.L'allora Decano di Diritto Canonico il P. UrbanoNavarrete, S.J. incontra Papa Giovanni Paolo IInella sua prima visita alla <strong>Gregorian</strong>a.37


MarcoCardinali“Alla <strong>Gregorian</strong>a il mio grazie più sincero”Parla un missionario in CongoP. Pio De Mattia con i bambinidella Scuola materna Santa Bakhita.Il missionariosaveriano nostroex alunnoP. Pio De Mattia38In questo bollettino Marco Cardinali ha raccolto latoccante testimonianza di un ex alunno della <strong>Gregorian</strong>a,P. Pio De Mattia di Parma: l'Istituto a cuiappartiene, i Saveriani, è esclusivamente missionarioed opera in tutti i continenti, specie in Africa,Asia e Sud America. Fin dal 1973 si trova nellaRepubblica Democratica del Congo (ex Zaire), epropriamente nell'estremo est del paese, nellaregione del Sud Kivu, che confina con il Ruanda, ilBurundi e la Tanzania. Durante il suo ministero èvissuto anche alcuni anni in Italia, sia per motivi distudio alla <strong>Gregorian</strong>a sia per un urgente interventochirurgico, che non gli consente più ora lavita itinerante di un tempo. La maggior parte dellasua vita missionaria l'ha spesa lavorando nelle missionidel Lago Tanganyika, nelle foreste dell'Urega,nella piana della Ruzzi e nella savana del Maniema.Gli studi fattialla <strong>Gregorian</strong>a,negli anni '90,riguardano ilDiritto Canonico(Licenza especializzazionein Giurisprudenza),e ciòper un motivoapostolico benpreciso. Infatti,durante le tantevisite ai villaggidelle sue missioni,è statosempre amaramente colpito dal gran numero diconiugi lontani dai sacramenti per dei problemiriguardanti la loro situazione matrimoniale. Purtroppomolti passano tutta la loro vita in questadeplorevole situazione, poiché in quelle diocesi dimissione non c'è alcuna struttura giuridica che liaiuti a chiarire e a risolvere il loro problema. Con lasua qualifica giuridica cerca appunto di venireincontro alle attese di tanti nostri cristiani.Per questo dal 2000 è stato nominato Vicario giudizialedell'Arcidiocesi di Bukavu e dirige il Tribunalediocesano in cui svolge la funzione di giudice unico.Grazie a questo lavoro, molti fedeli hanno potutorisolvere in vari modi il loro problema matrimonialee riprendere una normale vita cristiana.P. Pio, quale è in generale la situazione del Paese incui si trova ad operare?Attualmente il Congo sta cercando di risalire la chinadel precipizio in cui è caduto da diversi decenni, inpratica fin dall'inizio della sua indipendenza (30 giugno1960), che fin dal primo giorno fu deturpata daviolenze e massacri per ragioni politiche e tribali. Inquel periodo furono uccisi anche alcuni miei confratellie, fortunatamente, un'altra quindicina fu salvatain extremis dall'eccidio. Nel 1964 iniziò un lungoperiodo di 32 anni di dittatura di Mobutu Sese Seko,che ha immiserito un paese inizialmente fiorente. Nel1996 l'invasione militare del Congo da parte dei paesilimitrofi, Uganda, Ruanda e Burundi, motivata dallapresenza di 2 milioni di profughi hutu ruandesi nelnostro Kivu (Nord e Sud), ha si' messo fine alla dittaturamobutista, ma ne ha fatto sorgere un'altra ancorapiù feroce e oppressiva, con Laurent Désiré Kabila. Ilsuo regime intollerante ha scatenato nel 1998 quellache viene definita la prima guerra internazionale africana,con quasi 12 paesi africani che si facevano guerrain Congo. Egli fu assassinato nel gennaio 2001 e, tregiorni dopo, il potere fu preso dal figlio Joseph Kabila.Il clima generale di anarchia e illegalità fece sorgeredecine di gruppi armati che hanno seminato ovunquedistruzione e morte. Dopo reiterate pressioni dellacomunità internazionale e in seguito all'intesa firmatadalle varie fazioni in lotta nel 2002 a Sun City (SudAfrica), fu istituito un governo di transizione guidatoda un presidente, Joseph Kabila, e da ben 4 vicepresidenti.Ciò non ha impedito ai gruppi armati di moltiplicarsie di martirizzare la popolazione. Nel maggio2004, il generale dissidente Laurent Nkunda, chedomina incontrastato su gran parte del Nord Kivu, coni suoi agguerritissimi battaglioni è sceso nel Sud Kivued è riuscito ad occupare e saccheggiare la città diBukavu. In quella circostanza io stesso ho rischiato diperdere la vita perché l'esplosione di un razzo ha danneggiatola mia stanza in cui in quel momento mi trovavo.Le prime elezioni libere e democratiche della storiadel Congo si sono tenute nel 2006, vinte da JosephKabila, che ha continuato ad essere presidente delpaese. Nonostante ciò, le violenze e le uccisioni nonsono mai cessate nella nostra regione. Tra guerre e guerrigliefino ad oggi si contano quasi 5 milioni di vittimeinnocenti, in gran parte nel nostro Kivu, che è semprela prima zona ad essere attraversata dagli invasori. Neldicembre scorso, in seguito alla sonora sconfitta dell'e-sercito congolese da parte di Nkunda nel Nord Kivu, il presidenteha indetto un Forum di pacificazione aperto a tutti irappresentanti sia delle tante tribù del Kivu sia dei numerosigruppi armati. Esso si è tenuto a Goma (Nord Kivu) dal 6 al23 gennaio scorso. Tutti hanno firmato un accordo di pace;speriamo che esso venga veramente rispettato.Quali sono le difficoltà che si trova ad affrontare ognigiorno nel suo lavoro?Generazioni intere sono nate e cresciute in un ambiente dioppressione, di corruzione, di violenza, di guerre e guerriglie.I danni e le deformazioni sono a tutti i livelli della vita: materialee morale, individuale e comunitario, familiare e sociale,e anche religioso. Per gran parte della popolazione la povertàsi è trasformata in miseria; tanti valori tradizionali sono staticalpestati; la classica solidarietà africana è caduta in crisiprofonda; ecc. Ne sono triste conseguenza la delinquenza cheè cresciuta enormemente, l'indifferenza davanti ai pericoli ealla sofferenza altrui; l'inarrestabile fenomeno della moltitudinedi ragazzi di strada; il triste spettacolo della prostituzione,anche minorile; ecc.La fatica del mio lavoro giudiziario, anche se tanto impegnativo,svanisce di fronte allo spettacolo di tante miserie umanee all'urgenza del lavoro apostolico che ci interpella ognimomento. Esso è fatto non solo di evangelizzazione ma, orapiù che mai, anche di promozione umana. In questi ultimianni, ho cercato personalmente di darvi un piccolo apportoaprendo una Casa di Accoglienza per i ragazzi di strada eanche con la costruzione di una scuola materna, elementare esuperiore per i ragazzi poveri del quartiere Nyawera diBukavu.Quali sono i suoi ricordi del tempo trascorso a Roma alla<strong>Gregorian</strong>a?Degli anni trascorsi alla <strong>Gregorian</strong>a conservo bellissimiricordi. Arricchente il contatto con tanti professori di famainternazionale (gesuiti e non), incontrati sia all'interno deglistudi, specie nel corso di giurisprudenza, sia in incontri privati.Di grande importanza l'esperienza di internazionalità edi vera cattolicità offerta dalla <strong>Gregorian</strong>a, che accoglie studentidi tutti i continenti. Stimolanti anche gli studi fatti, perme interessanti e tanto preziosi, perché motivati dalla finalitàdirettamente missionaria e apostolica che mi aveva orientatoalla <strong>Gregorian</strong>a.Un momento di istruzione religiosa ad una piccola comunitàdi base, cui seguirà la Celebrazione Eucaristica.39


Il tribunale diocesano: P. Pio De Mattia, come vicariogiudiziale e giudice unico, il prete diocesanoAbbé Alphonse Makelele, il notaio Suor Geneviève Nshage.Un gruppetto di ragazzirecuperati dalla vita di strada.più umana e vivibile; oltre, evidentemente, ad impegnarsiin interventi puntuali per proteggere chi era perseguitatoe soccorrere con aiuti di vario genere le tantevittime dell'oppressione.Ciò che ci sostiene nel nostro impegno per la giustiziae la pace è la testimonianza dei tanti martiri di cui èricca la Chiesa di Bukavu, a partire dall'ArcivescovoMons. Munzihirwa, gesuita, fucilato nel 1996 neipressi della cattedrale, al suo successore Mons. Katalikomandato in esilio e deceduto lontano dalla sua diocesia Roma, per non parlare di tanti preti locali, suore elaici che hanno dato generosamente la vita in difesa diquesti valori.Viaggio a piedi suun sentiero chedurante la stagionesecca è polveroso edurante quelladella piogge èultrafangoso.L’esame deicatecumenidell'ultimo annoche si preparano aricevere ilbattesimo.40Si sente mai scoraggiato nell'opera che compie infavore dei più deboli?No, mai. Anzi, lo spettacolo di tante violenze, corruzionie ingiustizie suscita in me (e nei miei confratelli)una voglia ancora più forte di difendere ideboli e i poveri, che poi sono i prediletti delSignore e del Regno di Dio.Debbo dire a gran voce che, se si sono evitate tantecalamità alla popolazione congolese, specie nelnostro Kivu, è grazie all'impegno sempre vigorosodella Chiesa locale (gerarchia, clero autoctono,missionari, consacrati e laici) che, già al tempo delregime mobutista, non ha mai mancato di far sentirela sua voce di condanna delle ingiustizie e diproposta dei valori etici e religiosi per una societàPensa che la formazione abbia un ruolo fondamentalenella costruzione della pace nel mondo?La formazione ha una importanza capitale nella costruzionedella pace sia qui in Congo che nel mondointero. La formazione è una dimensione essenziale e unimpegno prioritario del nostro lavoro missionario esociale. In Africa una caratteristica della Chiesa è quelladi essere prevalentemente a conduzione laicale.Poiché le nostre missioni sono geograficamente moltovaste e, in gran parte, anche densamente popolate, dasempre siamo impegnati nella formazione dei nostripiù stretti collaboratori, responsabili di tanti compitiecclesiali: i catechisti per i 4 anni di catecumenato peril battesimo, i catechisti di piccoli e adulti per la ricezionedei vari sacramenti, quelli per la preparazione almatrimonio, i responsabili delle zone in cui è suddivisala parrocchia, i responsabili delle comunità di base, iresponsabili della liturgia domenicale, i responsabilidelle varie attività caritative e di sviluppo, ecc. Per nondire dell'attività formativa dei giovani dei numerosigruppi parrocchiali sia al centro che nei villaggi, eanche dell'educazione impartita nella fittissima rete discuole cattoliche (scuole materne, elementari, superiorie universitarie) che copre tutta l'estensione della diocesi.Più che mai impellente, a causa della deformazionedelle coscienze durante tanti decenni di corruzionee di violenze di cui ho parlato prima, è laformazione ai valori etici, specie a quelli sociali edemocratici riguardanti la dignità della persona, idiritti fondamentali dell'uomo, la giustizia e la pace, laricerca e la difesa del bene comune, l'onestà, la solidarietà,ecc.Il nostro lavoro apostolico sarebbe molto carente, senon proprio sterile, se alla formazione religiosa non siaffiancasse la formazione civica, in vista della formazioneintegrale della persona, come credente e comecittadino, di cui ha tanto bisogno il nostro Congo,come pure il nostro mondo moderno.Secondo lei cosa le ha dato in più o di diverso lo studiarein una università pontificia come la <strong>Gregorian</strong>a?Oltre alle belle esperienze di cui ho parlato prima, la <strong>Gregorian</strong>ami ha aiutato molto ad allargare i miei interessi ecclesialie ad esplicitare le mie potenzialità. Inoltre, col suo esigentemetodo di studio e di ricerca, mi ha educato a saper coglierel'essenziale delle problematiche e ad esporle in un quadrorazionale logico e coerente. Infine mi ha qualificato per lospecifico lavoro giurisprudenziale che sto svolgendo in seno aquesta Chiesa particolare.Alla <strong>Gregorian</strong>a il mio GRAZIE più sincero.41


XavierDebanneLa nuova sezione “Donazioni”del sito Web dell'UniversitàIl Santo Padre Benedetto XVI, il 20 aprile 2007,ricevendo una delegazione della "Papal Foundation",istituzione nata negli Stati Uniti per collaborarecon le opere di carità del Papa, harivolto un appello affinché i cattolici sostengano,anche economicamente, la formazione dilaici, sacerdoti e religiosi.Attraverso la Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a iPadri Gesuiti, da più di quattro secoli e mezzo,formano seminaristi e sacerdoti, religiosi e religiose,laici e laiche, provenienti da tutto ilmondo. Poiché l'autosufficienza economicofinanziariadell'Università <strong>Gregorian</strong>a e una suacrescita adeguata non sono di fatto raggiungibilitramite la sola copertura finanziaria ottenibiledalle entrate corrisposte dagli studenti, l'Universitàha deciso alcuni anni fa di sviluppareun programma di raccolta fondi per contribuirealla sostenibilità dell'Università nel tempo e perpromuovere il suo costante sviluppo.E' stato costituito così l'Ufficio Donazioni conil compito di raccogliere fondi ed è stato sceltoil mailing come strumento primario di raccolta.Il mailing, che si basa sull'invio di messaggiattraverso spedizione postale, è uno strumentoben adeguato alla presentazione della missionedell'Università a numerosi potenziali donatori ecapace, di conseguenza, di raccogliere donazionida persone altrimenti irraggiungibili. Ilmailing è anche utilizzato per la sensibilizza-zione dei donatori ai quali viene inviato regolarmenteil notiziario "Università <strong>Gregorian</strong>a Notizie".In ogni numero, tra l'altro, vengono presentatealcune testimonianze di ex-studenti chericonoscono che il successo delle loro attivitàdipende in gran parte da quello che hanno imparatodurante i loro studi alla <strong>Gregorian</strong>a.L'Università, lo scorso anno, ha inoltre deciso diampliare il suo sito Web con una sezione dedicataalle donazioni (www.unigre.it/donazioni) perché ilWeb rappresenta una piattaforma complementareal mailing per raggiungere, informare e coinvolgerepotenziali donatori, simpatizzanti e donatori regolari.Durante questi ultimi anni si è, infatti, accresciutala consapevolezza dell'importanza di Internet comestrumento di comunicazione, di dialogo e di incontro.Se, fino a qualche tempo fa, l'uso più comunedi Internet era legato all'invio di messaggi di postaelettronica e alla consultazione di siti Web per ottenereinformazioni, oggi Internet è sempre più unostrumento di interazione fra persone che condividonoidee, pensieri e adesioni a buone cause.Se è vero che non sono molte le persone che naviganoin rete alla ricerca di una buona causa dasostenere, è però altrettanto vero che numerosesono le persone che visitano il sito Web dell'Università<strong>Gregorian</strong>a: si tratta di potenziali studenti, studentiiscritti, ex-alunni, persone che partecipanoagli eventi organizzati dall'Università,utenti del catalogo elettronicodella Biblioteca, ecc..La sezione "Donazioni" offre anche ai potenziali donatoritutte le informazioni necessarie per eseguire una donazioneoff line tramite versamento sul conto correntepostale dell'Università, tramite Bonifico Bancario o tramitel'invio di un assegno. Per chi vuole esprimere il proprioimpegno attraverso donazioni mensili, anche di piccoloimporto, la sezione spiega come effettuare donazioniperiodiche tramite il servizio Rapporti InterbancariDiretti (RID) offerto dalle Banche. I donatori possonoanche segnalare la loro donazione off line all'Universitàtramite moduli interattivi.E' stata anche realizzata un'area informativa su comeeffettuare grandi donazioni e donazioni pianificate.Infatti la Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a, essendo EnteEcclesiastico per antico possesso di Stato e avente personalitàgiuridica a tutti gli effetti, può ricevere grandidonazioni, legati ed eredità.Il legato è una disposizione testamentaria in cui si stabilisceche l'Università riceverà in eredità alcuni beni determinati,mobili o immobili appartenenti ai donatori.Invece il lascito ereditario è una disposizione testamentariain cui si stabilisce che l'Università riceverà l'universalitào una quota-parte dei beni di proprietàdel donatore. Poiché chi vuole iscriverel'Università <strong>Gregorian</strong>a nel propriotestamento può non trovare nelsito tutte le informazioni necessarie,la sezione "Donazioni"fornisce indicazioni sucome organizzare unincontro con il Vice-Rettore Amministrativodell'Università,Padre Vitale SavioSJ, responsabiledell'Ufficio Donazioni.donazioni on line è rappresentato dal fatto che esse consentonodi avere costi interni estremamente bassi. Infattil'argomento "costi interni" delle attività di raccolta fondiriguarda l'etica e questo argomento è stato recentementetrattato dal Presidente del Pontificio Consiglio "CorUnum", il Cardinale Paul Joseph Cordes, nel corso dellaconferenza stampa di presentazione del Messaggio diBenedetto XVI per la Quaresima 2008. In particolare ilCardinale si è rallegrato che «il consumo interno delleagenzie di aiuto della Chiesa può essere considerato esemplare».Anche l'Università <strong>Gregorian</strong>a è attenta nel cercaresoluzioni di raccolta fondi che possano abbassare i costiinterni e le donazioni on line è una di queste soluzioni.In prospettiva la sfida dell'Università <strong>Gregorian</strong>a saràquella di integrare le nuove strategie di raccolta fondibasate su Internet con quelle tradizionali basate su mailingper disporre di una strategia globale di comunicazione.42La nuova sezione "Donazioni" delsito Web si rivolge principalmente aqueste persone con lo scopo di presentarei progetti formativi finanziabilie finanziati dall'attività diraccolta fondi, di informare sullemodalità di effettuare donazioni edi sviluppare la relazione Università-Donatori.Ad esempio il notiziario"Università <strong>Gregorian</strong>a Notizie"è adesso disponibile anche online sul sito.Oltre alla sezioneinformativa, l'UfficioDonazioni hadeciso di realizzareuna sezione per ledonazioni on line tramitecarta di credito, inquanto tali donazionisono effettuabili da qualsiasiparte del mondo, in temporeale, autonomamente e in modoriservato.Un ulteriore argomento a favore delle43


RUBRICARUBRICAA cura dellaSegreteriaGenerale44Nomine episcopali ex alunni dal 30-09-2007 al 15-01-2008Il Santo Padre ha nominato:Rev.do Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente dellePontificie Commissioni per i Beni Culturali dellaChiesa e di Archeologia Sacra, assegnandogli la SedeTitolare Vescovile di Villamagna di Proconsolare, conla dignità di Arcivescovo. Ha studiato Teologia dal1962 al 1966. Ex alunno del Pontificio SeminarioLombardo dei S.S.Ambrogio e Carlo.Rev.do Mons. Michael J. Hoeppner, Vescovo diCrookston (U.S.A.). Ha studiato Teologia dal 1971 al1975. Ex alunno del Pontificio Collegio Americano delNord.Rev.do Mons. Jesús González de Zárate, VescovoAusiliare dell'Arcidiocesi di Caracas (Venezuela). Hastudiato Teologia Spirituale dal 1993 al 1995. Exalunno della Casa San Carlo.Rev.do Pablo Emiro Salas Anteliz, Vescovo di Espinal(Colombia). Ha studiato Teologia dal 1993 al1995.Il Santo Padre Benedetto XVI ha dato il suo assenso all'elezionecanonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi dellaChiesa Greco-Cattolica Romena:del Rev.do P.Mihai Cătălin Frațila, finora Rettore delPontificio Collegio Pio Romeno a Roma. VescovoAusiliare dell'Arcieparchia di Făgărș e Alba Iulia deiRomeni, assegnandogli la sede titolare di Nove. Hastudiato Teologia dal 1993 al 2007.Del Rev.do P.Vasile Bizău, finora Professore di TeologiaMorale nel Seminario Maggiore di Maramureș, aVescovo di Curia Arcivescovile Maggiore, assegnadoglila sede titolare di Appiaria. Ha studiato Filosofia dal1993 al 1994 e Teologia dal 1994 al 2000. Ex alunnodel Pontificio Collegio Pio Romeno.Rev.do Hermenegildo Torres Asanza, Vescovo Ausiliaredi Machala (Ecuador). Ha studiato Teologia dal1998 al 2000. Ex alunno del Pontificio Collegio PioLatino Americano.Rev.do Hervé Gaschignard, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesidi Toulouse (Francia). Ha studiato Teologiadal 1986 al 1990. Ex alunno del Pontificio SeminarioFrancese.S.E.R. Mons. Giancarlo Maria Bregantini, C.S.S.Arcivescovo Metropolita di Campobasso-Boiano (Italia).Ha studiato Storia Ecclesiastica dal 1977 al 1980.S.E.R. Mons. Hervé Giraud, Vescovo Coadiutore diSoissons (Francia). Ha studiato Teologia dal 1985 al1987. Ex alunno del Convitto San Luigi dei Francesi.Rev.do P. Juan Antonio Martínez Camino, S.J. Vescovotitolare di Bigastro ed Ausiliare di Madrid (Spagna). Hainsegnato nella Facoltà di Teologia come Professore invitatonel 2001.S.E.R. Mons. Timothy Paul Broglio, Ordinario Militaredegli Stati Uniti d'America. Ha studiato Teologia dal 1973al 1977 e Diritto Canonico dal 1979 al 1983. Ex alunno delPontificio Collegio Americano del Nord e dal 1979 dellaPontificia Accademia Ecclesiastica.Rev.do. Mons. Paul Tighe, Segretario del Pontificio Consigliodella Comunicazioni Sociali. Ha studiato Teologiadal 1980 al 1988. Ex alunno del Pontificio Collegio Irlandese.S.E.R. Mons. Óscar Urbina Ortega, Arcivescovo Metropolitadi Villavicencio (Colombia). Ha studiato Filosofiadal 1978 al 1982. Ex alunno del Pontificio Collegio PioLatino Americano.Rev.do Mons. Romano Rossi, Vescovo di Civita Castellana(Italia). Ha studiato Teologia dal 1971 al 1973. Exalunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore.S.E.R. Mons. Antonio José López Castillo, ArcivescovoMetropolita di Barquisimeto (Venezuela). Ex alunno delPontificio Collegio Messicano.Ha studiato Teologia dal 1977 al 1978.Rev.mo Mons. Gianni Ambrosio, Vescovo di Piacenza-Bobbio (Italia). Ha studiato Teologia dal 1964 al 1968.S.E.R. Mons. Amândio José Tomás, Vescovo Coadiutoredi Vila Real (Portogallo). Ha studiato Teologia dal 1967 al1969. Ex alunno del Pontificio Collegio Portoghese.Rev.do Mons. Joseph Marino, Nunzio Apostolico in Bangladesh,elevandolo in pari tempo alla Sede titolare di Natchitoches,con dignità di Arcivescovo. Ha studiato Teologiadal 1975 al 1980 e Diritto Canonico dal 1984 al 1988. Exalunno dal Pontificio Collegio Americano del Nord e inseguito della Pontificia Accademia Ecclesiastica.Altre nomineIl Prof. Vincenzo Buonomo, Capo Ufficio nella MissionePermanente della Santa Sede presso le organizzazioni e gliorganismi delle Nazioni Unite per l'Alimentazione a l'Agricoltura(F.A.O.,I.F.A.D.,P.A.M.). È Professore Invitatonella Facoltà di Scienze Sociali dal 1992.Il Rev.do P. Leonello Leidi, C.P., Capo Ufficio della Congregazioneper gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di VitaApostolica. Ha studiato Diritto Canonico dal 1992 al 1997.A cura dellaSegreteriaAccademicaLISTA DELLE TESI DIFESE DAL 30-09-2007 AL 15-01-2008BIERNASKI, RafaelMovimenti Ecclesiali. Il dibattito teologico: dagli“Incontri Internazionali” alle “Nuove Comunità”.(Teologia, PASTOR, 8877)DOS SANTOS DELPHIN, Marcio ViniciusPesquisa teológica sobre o mistério de Deus Pai emalguns escritos de François-Xavier Durrwell. (1912-2005)(Teologia, PASTOR, 8868)DULLEA, John GerardThe Decrees of the Ecumenical Councils of the MiddleAges regarding Non-Christians: an inquiry into medievalinter-religious dialogue.(Teologia, TANNER, 8873)EDERLE, Rubén AlbertoDiscípulos y apóstoles de Jesús. La relación entre losdiscípulos y los Doce según Marcos. Análisis exegéticoteológico.(Teologia, STOCK, 8893)FASSERA, Mario LuigiTentativi di riforma dei monasteri femminili di Veneziaprima del concilio di Trento (sec. XV-XVI).(Storia Ecclesiastica, MEZZADRI, 8889)FEDERICI, DanieleL'evoluzione delle idee politiche di Gioacchino Venturanel contesto del pensiero politico di ispirazione cristianain Italia nella prima metà del diciannovesimo secolo.(Storia Ecclesiastica, GONZALEZ F., 8880)FURIOLI, AntonioEvangelizzazione e testimonianza alla luce dell'esperienzamissionaria di San Giustino De Jacobis in Abissinia(1839-1860).(Missiologia, LOPEZ GAY, 8894)GEEVARGHESE, Daniel BijiA Spirituality of Communion for Lay Participation inthe Church. A study of John Paul II's Apostolic ExhortationChristofideles laici (1988) in the Context of theSyro-Malankara Church.(Teologia, Istituto di Spiritualità, ORSUTO, 8909)GOVEKAR, NatasaLa comunicazione delle fede attraverso le immagini: apartire dalla Basilica di Santa Maria Maddalena diVézelay.(Missiologia, RUPNIK, 8887)GRODZKI, TomaszIl corpo e la corporeità nell'insegnamento teologico aTubinga e a Lublino (1965-2001).(Teologia, FARRUGIA M., 8895)GUIDA, Marco“Legenda sanctae clarae virginis”. Analisi storico-critica diuna fonte della spiritualità medievale.(Teologia, Istituto di Spiritualità, ACCROCCA, 8874)JIMENEZ BENITO, Jesús HumbertoInhabitación y vida espiritual en J.H. Newman.(Teologia, Istituto di Spiritualità, GARCIA MATEO,8885)KIM, SungbongLa purezza del cuore e la preghiera secondo la “Doctrine spirituelle”di Louis Lallemant, S.I. (1588-1635).(Teologia, Istituto di Spiritualità, GARCIA MATEO,8897)KOCHUPURAYIL, Shaji AbrahamPure Morals for Empirical Beings: The AnthropologicalAspects in Kant's Ethics.(Filosofia, SANS, 8857)KUREETHADAM, JoshtromRené Descartes and the Philosophical Roots of the EcologicalCrisis.(Filosofia, CARUANA, 8878)LENTIAMPA SHENGE, AdrienLa justice selon l'esperance. La structure dialectique de lajustice chez Paul Ricoeur et son fondement ontologique.(Filosofia, GILBERT, 8886)LINNER, MartinHumbert Clérissac und das Geheimnis der Kirche. EkklesiologischenEntfaltung und Untersuchung zur Personalitätder Kirche.(Teologia, HENN, 8882)MEDVED, MarkoLa Chiesa Cattolica a Fiume (1920-1938): amministratoriapostolici e vescovi di una diocesi plurinazionale in epocafascista.(Storia Ecclesiastica, INGLOT, 8905)MEJIA, MarvinThe contribution of Thomas A. Hendrick, the AmericanBishop of Cebu (1903-1909), to the Church in the Philippines.(Storia Ecclesiastica, TANNER, 8871)45


MERLO, LucaLa ministerialità ecclesiale. I contributi di Y. Congar, H.Legrand, B. Sesboüé.(Teologia, HENN, 8883)MOLINA GARCIA, José NumaLa comunicación espiritual en los “ejercicios” de SanIgnacio. Hacia una espiritualidad de la comunicación.(Teologia, Istituto di Spiritualità, RUIZ JURADO,8869)NGUYEN, Thuy-LinhThe Legacy of Henri de Lubac and the Challenge ofRadical Orthodoxy.(Teologia, HERCSIK, 8892)OPEREE, Masiga CasperAlternative Strategy of Development: Bottom-Up.Kenyan Perspective.(Scienze Sociali, CIMINELLO, 8881)SARTORI, ValentinoEsperienza, interpretazione e verità nell'epistemologiateologica di Edward Schillebeeckx: un tentativo di riletturapareysoniana e ricoeuriana.(Teologia, SALMANN, 8875)SIDLOVSKY, GejzaL'Abate Hieronymus Joseph Zeidler e il suo Diarium deglianni 1869-1870.(Storia Ecclesiastica, INGLOT, 8884)VARGHESE, JohnsThe Imagery of Love in the Gospel of John.(Teologia, BEUTLER, 8852)VOLK, DrazenLa presenza della filosofia delle forme simboliche nella teologiarecente.(Teologia, SALMANN, 8879)WANJALA, FrederickElements of Contextual Theology in Charles Nyamiti: ACase Study of African Ancestral Christology.(Teologia, MILLAS, 8888)WOIMBEE, GregoryL'objectivité de la raison théologique. L'intellectualisme deBernard Lonergan et la crise de la vérité.(Teologia, GALLAGHER, 8876)PER SOSTENERE LA MISSIONE FORMATIVA DELLA PONTIFICIA UNIVERSITA' GREGORIANALa Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a, Ente Ecclesiastico per antico possesso di Stato, avente personalità giuridica a tutti gli effetti, può ricevere Legati ed Eredità.Qui di seguito precisiamo le formule:1) Se si tratta di un LegatoIo sottoscritto/a…………………………. nato/a a …………………. il……….. e residente in ……………, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali, lascio atitolo di legato, all'Ente Ecclesiastico Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a, con sede in Piazza della Pilotta n. 4 - Roma, l'appartamento (altri beni da specificare), sito in………………. di mia proprietà, precisando che la disposizione in favore di detto Ente è da me fatta per gli scopi istituzionali dell'Ente medesimo. Revoco e annulloogni mia precedente disposizione testamentaria.Luogo e Data (prima della firma) ……………….Firma ……………….2) Se si tratta invece di nominare l'Università erede universale di ogni sostanza:Io sottoscritto/a…………………. nato/a a………………. il………….., NOMINO mio erede universale l'Ente Ecclesiastico Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a consede in Roma, piazza della Pilotta 4, precisando che la disponibilità in favore di detto Ente è da me fatta per gli scopi istituzionali dell'Ente medesimo. Revoco eannullo ogni mia precedente disposizione testamentaria.Luogo e Data (prima della firma) ……………….Firma ……………….(N.B. Il legato o il testamento olografo devono essere scritti per intero di proprio pugno dal testatore).Ci auguriamo che vi abbiano fatto piacere questeinformazioni della <strong>Gregorian</strong>a. Vi saremmoprofondamente grati se voleste collaborare alla lorodivulgazione fornendoci gli indirizzi di altri ex-alunnidella <strong>Gregorian</strong>a ai quali spedirle. Coloro chedesiderassero contribuire alla pubblicazione dellarivista, possono farlo inviando un’offerta a:We hope that you enjoy our bulletin. Pleasesend us the addresses of other alumni of the<strong>Gregorian</strong>, and in this way cooperate in itsdistribution. If you wish to make a contribution tothe publication of this review, you may do so bysending your donation to:Esperamos que este boletín sea de su agrado. Leagradeceríamos profundamente si pudiera colaborarcon la divulgación del mismo, facilitándonos lasdirecciones postales de otros ex-alumnos de la<strong>Gregorian</strong>a a quienes se lo podríamos hacer llegar.Quienes deseen hacer una contribución con lapublicación de la revista podrán hacerla enviando unaoferta a:Nous souhaitons que ce bulletin vous aura fait plaisir.Nous vous serions reconnaissants de bien vouloircollaborer à sa diffusion en nous fournissant lesadresses d’autres anciens étudiants de la PUG à quinous pourrions l’expédier. Toute contributionbénévole aux frais d’édition, dont nous vousremercions à l’avance, serait à envoyer à:Hoffentlich machen Ihnen diese Nachrichten aus der<strong>Gregorian</strong>a Freude. Es ist für uns eine große Hilfe,wenn Sie uns Adressen von anderen ehemaligenStudenten der <strong>Gregorian</strong>a zuschicken. So könnenwir auch mit ihnen wieder Verbindung aufnehmen.Falls Sie uns bei der Veröffentlichung dieserMitteilungen unterstützen möchten, schicken Siebitte Ihre Spende an:• Carta di credito On-Line (sul sito Internet: http://unigre.it)• Conto corrente postale n. 25077009 Intestato a Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a• Conto corrente bancario intestato a: Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>aPontificia Università <strong>Gregorian</strong>atramite:Banca Popolare EticaFiliale di RomaVia Rasella 1400187 RomaCOORDINATE BANCARIE INTERNAZIONALIEUR IBAN IT74 I050 1803 2000 0000 0118 079CODICE BICCCRTIT2184D• Assegno bancario, non trasferibile, intestato a Pontificia Università <strong>Gregorian</strong>a, da inviare in Piazza della Pilotta, 4 – 00187 Roma• Causale: donazione• Per informazioni: Telefono Ufficio Sviluppo: 06 6701 53204647


IMMAGINE DI COPERTINAFoto dell’incontro del Vice Gran Cancelliere con i Docenti della<strong>Gregorian</strong>a (10 aprile 2008).

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