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omotossicologia e termalismo - tiroide - comunicazione online

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Salute05/09 diagnosi & terapiaspazio-salute.it39tate con voi i numeri di telefono delCentro Antiveleni più vicino.Le piante, i fiori ed i frutti selvatici,nonché i funghi meriterebbero unospazio molto ampio, in questa sedeci limiteremo a dire che i bambinisono quelli più esposti ai pericoli inquanto naturalmente portati allacuriosità. Toccano e mettono in boccadi tutto e spesso le cose più pericolosesono anche quelle con i colori piùvivaci e le forme più accattivanti.Quindi è bene spiegare loro preventivamentetutti i pericoli in cui ci si puòimbattere durante una passeggiata inun bosco, in una campagna, all’ariaaperta. Per i funghi l’unico consiglioche ci sentiamo di dare è che la raccoltadovrebbe essere svolta solo dapersone molto esperte e comunquedi far controllare i funghi raccolti neiCentri appositi presso comuni o mercatigenerali.API, VESPE e CALABRONIIl termine scientifico è imenotteri. Api,vespe e calabroni, chi non ha pauradella loro puntura? La sensibilizzazioneal veleno delle vespe non è moltofrequente (le vespe pungono più dirado) ma si può avere anche doposolo una puntura, al contrario la sensibilizzazioneal veleno delle api (chepungono più spesso) si può averedopo varie punture, classico è il casodegli apicoltori e dei loro familiari. Lasensibilizzazione al veleno degli imenotteriè addirittura più elevata dellapositività per reazioni cliniche significativepregresse. Il veleno degli imenotteripuò essere responsabile di tre tipidi reazione. Una reazione locale, largaanche più di 10 cm che può durare piùdi 24 ore; una reazione allergica sistemica(generalizzata), caratterizzata daorticaria, angioedema, broncospasmo,shock anafilattico tutte di grado diserietà variabile fino anche al decesso.Molti studi hanno dimostrato chele persone che avevano avuto una reazionelocale ad una puntura avevanoun rischio relativamente basso di reazionesistemica generalizzata (2% neibambini) allorquando ricevevano unanuova puntura, paradossalmente questepersone hanno addirittura unrischio minore di sviluppare una reazionegeneralizzata rispetto ad individuisensibilizzati al veleno ma senzastoria pregressa di punture. La prevalenzadi reazioni sistemiche, nellapopolazione generale, si attesta fra lo0,15% ed il 3,3%. Chiaramente questepercentuali salgono, e di molto, nelcaso di apicoltori e loro familiari.Uno studio italiano condotto su popolazionepediatrica effettuato dal Prof.Elio Novembre di Firenze ha stimatol’incidenza di reazioni generalizzate(sistemiche) intorno allo 0,35%. InItalia l’incidenza annuale di reazionigravi varia fra 0,6 e 4,4 ogni 100.000abitanti, mentre la mortalità si attestasu 0,03 ogni milione di abitante sempreper ogni anno ed i fattori di rischiocollegati sono il sesso maschile, l’etàsuperiore ai 40 anni, la sede (collo evolto) ed il tipo di puntura. La diagnosiè essenzialmente di tipo anamnestica(storia clinica) e poi laboratoristica(test epicutanei ed IgE specifiche).Bisogna, però, tener presente che nel10% dei casi non sono evidenziabilirisposte a test specifici, ed inoltreanche con test sensibilissimi (CAP-RAST) si possono trovare anche il 30%di falsi positivi, cioè di soggetti in cui iltest evidenzia IgE specifiche per unveleno ma che in realtà è solo unfalso di laboratorio.Il trattamento delle reazioni allergichedipende dalla loro gravità. Le reazionilocali vanno trattate con applicazioni diimpacchi freddi ed antiistaminici e cortisonici(locali e generali).Le reazioni lievi-moderate (grado 2 diseverità: angioedema, broncospasmo,vertigine) vanno trattate come le reazionilocali aggiungendo un broncodilatatoreinalante. Le reazioni gravi(grado 3 e 4 di severità: dispnea,disfagia, confusione mentale, ipotensione,shock, perdita di conoscenza),vanno trattate con terapia endovena oin muscolo con adrenalina, cortisonee clorfenamina.

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