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promuovere la mediazione culturale in piemonte - Integrazione ...

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Contributi di ricercaEnrico Al<strong>la</strong>s<strong>in</strong>o, Lucia Andol<strong>in</strong>a, Marco Sisti, Roberta ValettiPROMUOVERE LA MEDIAZIONECULTURALE IN PIEMONTELa valutazione di una politica regionale per diffondere<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> nelle amm<strong>in</strong>istrazionipubbliche Piemontesi197/2006ISTITUTO DI RICERCHE ECONOMICO SOCIALI DEL PIEMONTE


Nel breve volgere di un anno sono scomparsi:Sued BenkhdimJorge MorelJean Marie Tshotshaamici, col<strong>la</strong>boratori dell’IRES e mediatori culturali. Il loro ricordo ci sostenga nelproseguire l’opera pionieristica da essi <strong>in</strong>iziata per <strong>la</strong> convivenza e <strong>la</strong> comprensionereciproca tra le persone di diversa orig<strong>in</strong>e.Il rapporto di ricerca è stato redatto da Lucia Andol<strong>in</strong>a e Marco Sisti (ProgettoValutazione) sotto <strong>la</strong> supervisione di Enrico Al<strong>la</strong>s<strong>in</strong>o, che ha scritto l’<strong>in</strong>troduzione.L’appendice 1 è stata curata da Roberta Valetti.2


L’IRES PIEMONTE è un istituto di ricerca che svolge <strong>la</strong> sua attività d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e <strong>in</strong> campo socioeconomico eterritoriale, fornendo un supporto all’azione di programmazione del<strong>la</strong> Regione Piemonte e delle altre istituzioni ed entilocali <strong>piemonte</strong>si.Costituito nel 1958 su <strong>in</strong>iziativa del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia e del Comune di Tor<strong>in</strong>o con <strong>la</strong> partecipazione di altri enti pubblicie privati, l’IRES ha visto successivamente l’adesione di tutte le Prov<strong>in</strong>ce <strong>piemonte</strong>si; dal 1991 l’Istituto è un entestrumentale del<strong>la</strong> Regione Piemonte.L’IRES è un ente pubblico regionale dotato di autonomia funzionale discipl<strong>in</strong>ato dal<strong>la</strong> legge regionale n. 43 del 3settembre 1991.Costituiscono oggetto dell’attività dell’Istituto:• <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione annuale sull’andamento socio-economico e territoriale del<strong>la</strong> regione;• l’osservazione, <strong>la</strong> documentazione e l’analisi delle pr<strong>in</strong>cipali grandezze socio-economiche e territoriali delPiemonte;• rassegne congiunturali sull’economia regionale;• ricerche e analisi per il piano regionale di sviluppo;• ricerche di settore per conto del<strong>la</strong> Regione Piemonte e di altri enti e <strong>in</strong>oltre <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> GiuntaRegionale al<strong>la</strong> stesura del Documento di programmazione economico f<strong>in</strong>anziaria (art. 5 l.r. n. 7/2001).CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONEAngelo Pichierri, PresidenteBrunello Mantelli, VicepresidentePaolo Accusani di Ritorto e Portanova, Antonio Buzzigoli, Maria Luisa Gioria, Carmelo Inì,Roberto Ravello, Maurizio Ravidà, Giovanni SalernoCOMITATO SCIENTIFICOGiuseppe Berta, Giorgio Brosio, Cesare Emanuel, Adriana Luciano,Mario Mont<strong>in</strong>aro, Nico<strong>la</strong> Negri, Giovanni Osso<strong>la</strong>COLLEGIO DEI REVISORIEmanuele Davide Ruff<strong>in</strong>o, PresidenteFabrizio Al<strong>la</strong>sia e Massimo Melone, Membri effettiviLiliana Maciariello e Mario Mar<strong>in</strong>o, Membri supplentiDIRETTOREMarcello La RosaSTAFFLuciano Abburrà, Stefano Aimone, Enrico Al<strong>la</strong>s<strong>in</strong>o, Loredana Annaloro, Maria Teresa Avato,Marco Bagliani, Giorgio Bertol<strong>la</strong>, Anton<strong>in</strong>o Bova, Dario Paolo Buran, Laura Carovigno,Renato Cogno, Luciana Conforti, Alberto Crescimanno, Alessandro Cunsolo, Elena Donati,Carlo Alberto Dondona, Fiorenzo Fer<strong>la</strong><strong>in</strong>o, Vittorio Ferrero, Filomena Gallo, Tommaso Garosci,Maria Inglese, Simone Land<strong>in</strong>i, Renato Lanzetti, Antonio Larotonda, Eugenia Madonia,Maurizio Maggi, Maria Crist<strong>in</strong>a Migliore, Giuseppe Mosso, Car<strong>la</strong> Nanni, Danie<strong>la</strong> Nepote,Sylvie Occelli, Sant<strong>in</strong>o Piazza, Stefano Piperno, Sonia Pizzuto, Elena Poggio, Lucrezia Scalzotto,Filomena Tal<strong>la</strong>rico, Luigi Varbel<strong>la</strong>, Giuseppe Virelli©2006 IRES – Istituto di Ricerche Economico-Sociali del Piemontevia Nizza 18 - 10125 Tor<strong>in</strong>o - Tel. 011/6666411 - Fax 011/6696012www.ires.<strong>piemonte</strong>.itSi autorizza <strong>la</strong> riproduzione, <strong>la</strong> diffusione e l’utilizzazione del contenuto del volume con <strong>la</strong> citazione del<strong>la</strong> fonte.3


INDICEINTRODUZIONE 31. LE FINALITÀ DELLA VALUTAZIONE E IL METODO DI LAVORO 71.1 Che cosa è <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> 71.2 Come nasce l’idea del<strong>la</strong> valutazione 91.3 Le domande di valutazione 111.4 I metodi per <strong>la</strong> raccolta delle <strong>in</strong>formazioni 121.5 I contenuti del rapporto 132 IL DISEGNO DELLA POLITICA 152.1 L’avvio del<strong>la</strong> politica regionale 152.2 Perché <strong>promuovere</strong> <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>? 162.3 Il “modello logico” 243. L’ITER AMMINISTRATIVO PER LA REALIZZAZIONE DEI PROGETTI DI MEDIAZIONE 293.1 Gli eventi e i tempi del<strong>la</strong> politica regionale 293.2 Un consuntivo sull’uso delle risorse f<strong>in</strong>anziarie 313.3 Le procedure adottate dalle s<strong>in</strong>gole amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali 323.4 Riflessioni sui diversi percorsi amm<strong>in</strong>istrativi adottati 364. LE ESPERIENZE DI MEDIAZIONE CULTURALE 374.1 Gli <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>anziati 374.2 Le criticità emerse nel<strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> 424.3 Alcune s<strong>in</strong>tetiche riflessioni sulle esperienze di <strong>mediazione</strong> 575. LA FORMAZIONE PER GLI OPERATORI PUBBLICI 595.1 Le procedure di f<strong>in</strong>anziamento 595.2 I corsi di formazione f<strong>in</strong>anziati 625.3 L’organizzazione e i contenuti dei corsi di formazione 685.4 Considerazioni f<strong>in</strong>ali e <strong>la</strong> costruzione di un percorso alternativo 736. CONCLUSIONI 796.1 Una politica coraggiosa con qualche successo e qualche problema 796.2 Investire <strong>in</strong> costruzione di reti ed empowerment 806.3 La <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> negli atti di programmazione prov<strong>in</strong>ciale 81APPENDICE 1 LE AGENZIE DI MEDIAZIONE CULTURALE IN PIEMONTE 85APPENDICE 2IL PROFILO PROFESSIONALE DEL MEDIATORE INTERCULTURALEDELLA REGIONE PIEMONTE 135


2CONTRIBUTI DI RICERCA


CONTRIBUTI DI RICERCAINTRODUZIONELa <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> si è affermata da alcuni anni come un’attività fondamentale nel processodi accoglienza e di <strong>in</strong>serimento degli immigrati stranieri <strong>in</strong> Italia 1 e <strong>la</strong> sua pratica si è diffusa sulterritorio e nei servizi, anche se <strong>in</strong> modo non uniforme 2 .Nata dall’<strong>in</strong>contro tra <strong>la</strong> riflessione sull’<strong>in</strong>terculturalità e <strong>la</strong> pratica del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>, <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong> ha dato luogo a una letteratura sempre più ricca sui propri fondamenti teorici emetodologici, nonché sugli aspetti tecnici del<strong>la</strong> pratica e sul<strong>la</strong> formazione dei mediatori 3 . Alcunistudi riguardano <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> esperienza <strong>piemonte</strong>se 4 .Invece sono meno studiate le procedure amm<strong>in</strong>istrative e le modalità organizzative che hannoconsentito – talora, <strong>in</strong>vece, ostaco<strong>la</strong>to – <strong>la</strong> reale diffusione e presenza dei mediatori culturali neglienti e nei servizi pubblici o a fornitura pubblica. La presente ricerca affronta questo aspetto.Naturalmente <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> non è limitata al<strong>la</strong> sfera pubblica, essendo ben presenteanche nelle associazioni, nel volontariato e nelle reti <strong>in</strong>formali. Tuttavia, <strong>in</strong> Italia sembra evidenteche <strong>la</strong> strada scelta consiste bensì nell’affidare al privato, di mercato o senza f<strong>in</strong>i di lucro, <strong>la</strong>realizzazione degli <strong>in</strong>terventi, ma come servizi forniti e f<strong>in</strong>anziati dalle amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche.In questo rapporto non ci proponiamo di analizzare il senso del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> o di presentarne letecniche, né di valutarne i risultati, l’effetto sui dest<strong>in</strong>atari e sul<strong>la</strong> società, ma di studiare unospecifico caso <strong>in</strong> cui un <strong>in</strong>sieme di enti territoriali hanno cercato di diffondere <strong>la</strong> conoscenza el’utilizzo del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> al loro <strong>in</strong>terno. Riteniamo che questo caso specifico possasuggerire ipotesi e riflessioni di più ampia portata sul modo <strong>in</strong> cui <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> può tradursi <strong>in</strong>una pratica efficace, accettata e diffusa.Abbiamo <strong>in</strong>fatti ragione di ritenere che questo snodo sia fondamentale. Le difficoltà che <strong>la</strong><strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>contra nel<strong>la</strong> sua pratica non sembrano derivare tanto da <strong>in</strong>sufficienze nel<strong>la</strong>impostazione teorica e metodologica o nel<strong>la</strong> tecnica di attuazione, o nei risultati pratici checonsegue, ma soprattutto dalle condizioni organizzative e amm<strong>in</strong>istrative con cui essa si realizza.La <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> è un’<strong>in</strong>novazione <strong>in</strong>dubbia e potenzialmente di impatto rilevante: lepersone di orig<strong>in</strong>e immigrata non sono chiamate ad adattarsi passivamente al<strong>la</strong> società e al<strong>la</strong>1 La <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> (o <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>) non riguarda solo le re<strong>la</strong>zioni con gli immigrati stranieri, ma <strong>in</strong> questasede ci limiteremo a considerare questo versante, per altro molto rilevante.2 CISP (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli), UNIMED (Unione delle università del mediterraneo),2003, Indag<strong>in</strong>e sul<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Italia. La ricerca e le normative regionali, http://www.cispngo.org/testi/<strong>mediazione</strong>_<strong>culturale</strong>/manuale.pdf.3 Castiglioni, Marta, La <strong>mediazione</strong> l<strong>in</strong>guistico-<strong>culturale</strong>. Pr<strong>in</strong>cipi, strategie, esperienze, Mi<strong>la</strong>no, Angeli, 1997; Demorgon,Jacques, Lipiansky, Marc (sous <strong>la</strong> direction de), Guide de l’<strong>in</strong>terculturel en formation, Paris, Retz, 1999; AaVv “La<strong>mediazione</strong> socio<strong>culturale</strong> per avvic<strong>in</strong>are, ascoltare e comprendere i ragazzi stranieri”, numero monografico di M<strong>in</strong>origiustizia, n. 1, 2000; CRINALI, Professione mediatrice <strong>culturale</strong>. Un’esperienza di formazione nel settore materno <strong>in</strong>fantile, Mi<strong>la</strong>no,Angeli, 2001; Andolfi, Maurizio (a cura di), La <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>. Tra l’estraneo e il familiare, Mi<strong>la</strong>no, Angeli, 2003;Petilli, Stefano et al. (a cura di), Mediatori <strong>in</strong>terculturali. Un’esperienza formativa. Roma, S<strong>in</strong>nos, 2004; Di Rosa, Roberta,Mediazione tra culture. Politiche e percorsi di <strong>in</strong>tegrazione, Pisa, Edizioni Plus, 2005; Gentile, Eugenio e Caponio, Tiziana (acura di), “La <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> nei servizi. Il caso del<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia di Bolgna”, Osservatorio delleImmigrazioni, n. 1, gennaio 2006 http://www.prov<strong>in</strong>cia.Bologna.it/immigrazione/documenti.4 Agnello, Giovanna, La <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> nei servizi sociali. Il caso di Tor<strong>in</strong>o, tesi di <strong>la</strong>urea <strong>in</strong> Pedagogia, Facoltà discienze del<strong>la</strong> formazione, Università di Tor<strong>in</strong>o, A.A. 1998/99; Balsamo, Franca, Famiglie di migranti: trasformazione deiruoli e <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, Roma, Carocci, 2003; Belpiede, Anna (a cura di), Mediazione <strong>culturale</strong>: esperienze e percorsiformativi, Tor<strong>in</strong>o, Utet, 2002; Cossa, Maurizio et al. (a cura di), Giustizia: l<strong>in</strong>gua, ruoli e attori. Rapporto di ricerca sul<strong>la</strong> figuraprofessionale dell’<strong>in</strong>terprete giudiziario svolta nell’ambito del progetto Integra “La Rete”, Tor<strong>in</strong>o, s.d.; Santagati, Mariagrazia,Mediazione e <strong>in</strong>tegrazione. Processi di accoglienza e <strong>in</strong>serimento dei soggetti migranti, Mi<strong>la</strong>no, Angeli, 2004.3


CONTRIBUTI DI RICERCAcultura di arrivo, ma a <strong>in</strong>terloquire <strong>in</strong> modo attivo e reciproco. Le difficoltà tecniche non possonoessere sottovalutate, per l’<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca difficoltà del compito e per le doti professionali e umane cherichiedono. Dal punto di vista organizzativo si aggiunge, <strong>in</strong>oltre, <strong>la</strong> complicazione dovuta al<strong>la</strong>varietà nello spazio e nel tempo delle esigenze (il numero e l’orig<strong>in</strong>e degli immigrati variano moltoe con rapidità sul territorio). Ma queste difficoltà sono analoghe a quelle di altre politiche sociali esono sormontabili.A favore del<strong>la</strong> diffusione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> agiscono diversi fattori. Il suo alto contenuto<strong>in</strong>novativo catalizza l’attenzione, e l’azione, di “imprenditori dell’<strong>in</strong>novazione” <strong>in</strong> diverseposizioni organizzative. Dirigenti, operatori, volontari, oltre ai mediatori stessi, <strong>in</strong> cerca di spaz<strong>in</strong>uovi di <strong>in</strong>tervento e desiderosi di affermare nuove legittimità si fanno portatori e promotoridel<strong>la</strong> <strong>in</strong>novazione. Gli operatori a diretto contatto con gli utenti (<strong>in</strong>fermieri, assistenti sociali,<strong>in</strong>segnanti, ecc.) trovano utile poter contare su personale aggiuntivo per affrontare casi complessie delicati. D’altra parte anche i dirigenti dei servizi e dell’amm<strong>in</strong>istrazione, quando non sonoapertamente favorevoli all’<strong>in</strong>novazione, <strong>in</strong> genere non hanno neppure partico<strong>la</strong>ri ragioni ditemere l’<strong>in</strong>serimento di queste figure semi-profesionali che non ne m<strong>in</strong>acciano il potere e irapporti di autorità 5 . In complesso qu<strong>in</strong>di ci sono condizioni abbastanza favorevoli al<strong>la</strong> diffusionedel<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> nei servizi: molto maggiori sembrano <strong>in</strong>vece le difficoltà perché essapossa trasformarsi <strong>in</strong> una funzione istituzionale pienamente legittimata.Il nodo fondamentale resta, a nostro avviso, quello dell’<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca debolezza e marg<strong>in</strong>alità dellepolitiche a favore degli immigrati. La legittimazione politica e organizzativa di queste <strong>in</strong>iziative èscarsa e si traduce <strong>in</strong> una cronica carenza di fondi e di personale, e nel<strong>la</strong> bassa posizione nel<strong>la</strong>sca<strong>la</strong> di priorità.Compiti delicati e gravosi, richiesta di capacità professionali specifiche, rilevanti aspettative qu<strong>in</strong>dia cui rispondono poche risorse e poca legittimazione: entusiasmo e impegno personale sono, nondi rado, <strong>la</strong> so<strong>la</strong> misura compensativa.La via lungo <strong>la</strong> quale si sta procedendo <strong>in</strong> Italia, <strong>in</strong>fatti, lega <strong>la</strong> funzione di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> aspecifiche figure professionali – i mediatori culturali – <strong>in</strong>caricati di attuar<strong>la</strong> <strong>in</strong> specifiche istituzionie organizzazioni, dai tribunali agli ospedali agli sportelli <strong>in</strong>formativi degli enti locali. Quasi semprei mediatori non sono però dipendenti del<strong>la</strong> pubblica amm<strong>in</strong>istrazione, ma soci di cooperative opersonale reclutato a tempo determ<strong>in</strong>ato da agenzie e organizzazioni esterne alle quali vieneaffidata <strong>la</strong> realizzazione. Come si è detto, non si tratta di una strada <strong>in</strong>eludibile o esclusiva, perchérestano possibili, di fatto e di diritto, sia <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> come competenza diffusa tra operatori ecittad<strong>in</strong>i, sia <strong>la</strong> sua pratica spontanea e <strong>in</strong>formale.Seguendo <strong>la</strong> logica di costruzione di nuove professioni o semi-professioni 6 , si è creato <strong>in</strong> pochianni un corpus teorico e tecnico di conoscenze che costruiscono <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> come prassiprofessionale. Sono qu<strong>in</strong>di stati realizzati appositi corsi di formazione professionale che <strong>in</strong> alcunicasi hanno un riconoscimento ufficiale, da parte delle Regioni o delle Università.In qualche caso poi – come <strong>in</strong> Piemonte – il possesso di un titolo riconosciuto di formazionecome mediatore 7 è condizione per poter svolgere attività di <strong>mediazione</strong> f<strong>in</strong>anziate da fondiregionali.5 IRES, Atteggiamenti e comportamenti verso gli immigrati <strong>in</strong> alcuni ambienti istituzionali, Tor<strong>in</strong>o, Rosenberg & Sellier, 1995,cap. IV; Al<strong>la</strong>s<strong>in</strong>o, Enrico, “Le professioni del sociale e l'immigrazione: atteggiamenti e strutturazione del rapporto”<strong>in</strong>: Annamaria Campan<strong>in</strong>i (a cura di), Il servizio sociale nel<strong>la</strong> società multietnica. Prima accoglienza: problemi e prospettive,Mi<strong>la</strong>no, Unicopli, 2002, pp. 185-198.6 Nel<strong>la</strong> term<strong>in</strong>ologia di Amitai Etzioni, (ed.), 1969, The Semi-Professions and Their Organisation. Teachers, Nurses, SocialWorkers, New York, The Free Press.7 La figura del “Mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>” è def<strong>in</strong>ita nel<strong>la</strong> Determ<strong>in</strong>azione n. 399 “nuove denom<strong>in</strong>azioni standard”del<strong>la</strong> Direzione regionale formazione professionale-<strong>la</strong>voro, Settore standard formativi, del 19 maggio 20004


CONTRIBUTI DI RICERCAManca <strong>in</strong>vece il passaggio successivo nel percorso che, usualmente, porta al<strong>la</strong> costruzione di unanuova professione, ovvero l’istituzione di albi professionali che riserv<strong>in</strong>o <strong>in</strong> esclusiva agli iscritti <strong>la</strong>possibilità di svolgere certe attività.Certamente non si prefigura una professione forte – come quel<strong>la</strong> medica o forense – ma unasemi-professione re<strong>la</strong>tivamente debole sul piano economico e del prestigio, sul modello degliassistenti sociali e delle figure di operatori socio-assistenziali nate negli ultimi anni.Proprio <strong>in</strong> questo filo che si dipana dal<strong>la</strong> formazione di figure professionali al loro <strong>in</strong>serimentonelle organizzazioni <strong>in</strong> cui operano si annidano probabilmente i rischi maggiori per un’efficacerealizzazione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> stessa.La <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> è stata <strong>in</strong>terpretata come un’attività propria di persone che per <strong>la</strong> loroesperienze e caratteristiche personali siano <strong>in</strong> condizioni di comprendere le culture di (almeno)una popo<strong>la</strong>zione m<strong>in</strong>oritaria e al contempo del<strong>la</strong> cultura dom<strong>in</strong>ante nel paese <strong>in</strong> cui operano.Queste capacità non sono però <strong>in</strong>nate, ma devono essere per l’appunto formate e aff<strong>in</strong>ate concorsi appositi. Devono essere <strong>in</strong> qualche misura stranieri <strong>in</strong> senso sociologico, ma nonnecessariamente <strong>in</strong> senso giuridico. Non si esclude che una persona di cultura e orig<strong>in</strong>e nazionalepossa fare il mediatore con persone di altre culture se, come nel caso degli antropologi, haacquisito conoscenze e competenze non superficiali su tale cultura. D’altra parte man mano chegli immigrati si stabilizzano e acquisiscono <strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anza, diventerebbe sempre più difficilelegare <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> all’orig<strong>in</strong>e straniera. Senza contare il fatto che un rigido legame tra l’orig<strong>in</strong>epersonale del mediatore e il gruppo con cui può operare espone a una serie di <strong>in</strong>congruenze edifficoltà pratiche. Il mediatore deve essere del<strong>la</strong> stessa “area <strong>culturale</strong>” e allora def<strong>in</strong>ita <strong>in</strong> qualmodo o basta essere del<strong>la</strong> stessa orig<strong>in</strong>e nazionale o occorre <strong>in</strong>vece appartenere ancheall’eventuale sottogruppo etnico o l<strong>in</strong>guistico?La formazione <strong>in</strong> qualche modo riconducibili al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> è fornita oggi da una moltitud<strong>in</strong>e dienti, soprattutto centri di formazione professionale e Università, con curricoli, durate e contenutiformativi piuttosto diversi. Solo <strong>in</strong> alcune regioni – tra le quali il Piemonte – esiste una figuraprofessionale riconosciuta dal<strong>la</strong> Regione, ma esse non esclude che altri corsi di formazione, <strong>in</strong>partico<strong>la</strong>re universitari, propongano curricoli simi<strong>la</strong>ri. I tentativi s<strong>in</strong>ora condotti per razionalizzareil sistema non hanno dato risultati def<strong>in</strong>itivi.A complicare il quadro, si aggiunge il fatto che alcuni immigrati con titoli di mediatore nonriconosciuti giungono da altre regioni, mentre cresce <strong>la</strong> richiesta di specialisti <strong>in</strong> alcuni settori (adesempio sanitario o giuridico), per le quali sono realizzati appositi corsi di formazione.Il problema è che, di fatto, <strong>la</strong> maggior parte dei mediatori culturali oggi operanti <strong>in</strong> Piemontesono stranieri extracomunitari e questo li espone a tutta una serie di limiti e di difficoltà tipicidel<strong>la</strong> loro condizione giuridica. In partico<strong>la</strong>re hanno bisogno di un reddito non esiguo e di uncontratto di <strong>la</strong>voro rego<strong>la</strong>re per poter r<strong>in</strong>novare il premesso di soggiorno e non possono essereassunti come dipendenti pubblici.Di fronte a costoro i pochi stranieri naturalizzati, e soprattutto gli italiani che ottengono titoliuniversitari <strong>in</strong> materia, si presentano con una forza contrattuale molto maggiore: non debbonorispettare i requisiti per r<strong>in</strong>novare il permesso di soggiorno e soprattutto possono essere assunticome dipendenti di amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche, anche se ad altro titolo.A questa situazione si aggiunge il fatto che da un <strong>la</strong>to le esigenze a cui deve rispondere <strong>la</strong><strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> sono molto variabili nel tempo e nello spazio e che <strong>la</strong> tendenza attuale per iservizi è a esternalizzare le attività anziché istituire servizi appositi con personale dipendete.Il rischio è qu<strong>in</strong>di che i mediatori culturali stranieri si trov<strong>in</strong>o conf<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> posizioni perennementemarg<strong>in</strong>ali e precarie e anzi si vedano scavalcare nelle gerarchie da cittad<strong>in</strong>i italiani che hanno(modifiche al<strong>la</strong> D.g.r. n. 184-2323 del 16 ottobre 1995, <strong>in</strong> attuazione del<strong>la</strong> legge regionale n. 63 del 13 aprile 1995, <strong>in</strong>specifico art. 24). Si veda l’Appendice 2 <strong>in</strong>fra.5


CONTRIBUTI DI RICERCAseguito <strong>la</strong> via reale del<strong>la</strong> formazione universitarie e dell’assunzione <strong>in</strong> pianta organica o almeno <strong>in</strong>posizioni più tute<strong>la</strong>te.L’attuale sistema prevede <strong>in</strong>fatti che <strong>la</strong> maggior parte delle attività di <strong>mediazione</strong> siano pagate concompensi limitati al numero di ore di attività erogate. In qualche caso questi <strong>in</strong>carichi vengonoaffidati a s<strong>in</strong>goli, ma per lo più, come viene spiegato nel rapporto, <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> viene appaltata acooperative e associazioni.Si rischia, <strong>in</strong> questo modo, di <strong>in</strong>trodurre sp<strong>in</strong>te al ribasso dei prezzi e logiche di competizione tragruppi che vanno talora a discapito del<strong>la</strong> qualità del servizio. Anche se le amm<strong>in</strong>istrazioni sonocoscienti del rischio e cercano di <strong>in</strong>trodurre c<strong>la</strong>usole compensative, resta il fatto che <strong>la</strong>remunerazione dell’attività risulta <strong>in</strong> genere modesta. Oltretutto, con <strong>la</strong> diffusione territoriale delservizio, anche i costi di trasferimento verso aree rurali e montane non rapidamente raggiungibiligravano sui mediatori. Questa situazione <strong>in</strong>oltre determ<strong>in</strong>a <strong>la</strong> creazione di bac<strong>in</strong>i di <strong>mediazione</strong>re<strong>la</strong>tivamente chiusi: l’abbondanza di mediatori nel<strong>la</strong> grandi città non compensa <strong>la</strong> loro carenza oassenza <strong>in</strong> aree distanti da esse. Il quadro è complicato dal<strong>la</strong> composizione nazionale degliimmigrati e dei mediatori, che non sempre sono proporzionali. Mentre per qualche provenienzaci può essere sovradimensionamento dell’offerta di mediatori, per altre vi è carenza (ad esempio,nel caso dei mediatori c<strong>in</strong>esi).Ne deriva un’<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca <strong>in</strong>stabilità delle posizioni <strong>la</strong>vorative, esposte alle <strong>in</strong>certezze dei fondistanziati per queste politiche, ai rischi di perdere appalti da parte delle cooperative e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e al<strong>la</strong>variabilità sul territorio del<strong>la</strong> richiesta. Se un certo numero di mediatori riesce a svolgere questo<strong>la</strong>voro da diversi anni con re<strong>la</strong>tiva cont<strong>in</strong>uità, per molti altri l’<strong>in</strong>certezza e <strong>la</strong> precarietà dom<strong>in</strong>anoanche nel breve term<strong>in</strong>e.Le politiche sociali italiane sembrano cont<strong>in</strong>uare a basarsi su un’idea dell’immigrazione comeevento occasionale, eccezionale e di breve durata e faticano ad affrontare <strong>la</strong> questione conprovvedimenti strutturali, progettati sul medio-lungo periodo e che offrano risorse di baseomogenee su tutto il territorio.Ci sembra <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e di dover segna<strong>la</strong>re un’ultima questione che può pesare sul dibattito sul<strong>la</strong><strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>. Nell’attuale situazione del mercato del <strong>la</strong>voro per gli stranieri, quel<strong>la</strong> dimediatore è una delle pochissime vie di fatto percorribili per chi aspiri a una mobilità sociale al difuori del <strong>la</strong>voro manuale o dell’autoimpiego nell’artigianato e nel commercio. Anche <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tivadebolezza dell’associazionismo degli immigrati e <strong>la</strong> poca visibilità pubblica di figure di <strong>in</strong>tellettualio esponenti del<strong>la</strong> cultura di orig<strong>in</strong>e immigrata fanno sì che quel<strong>la</strong> di “mediatore <strong>culturale</strong>” diventiun’etichetta che copre <strong>in</strong> pratica ogni attività di animazione e <strong>in</strong>tervento sociale e <strong>culturale</strong> daparte di stranieri. Non vi è nul<strong>la</strong> di illecito <strong>in</strong> questo, ma, ci sembra, può causare un sovraccaricodi aspettative e di richieste nei confronti di figure che dovrebbero avere compiti più specifici.Avanguardie e artefici del<strong>la</strong> futura società multi<strong>culturale</strong>, ma anche <strong>la</strong>voratori sociali precari esottopagati, i mediatori culturali sembrano riassumere alcune contraddizioni del<strong>la</strong> globalizzazione.Essi sono chiamati a gestire <strong>in</strong>terventi sociali con gradi responsabilità e aspettative, ma anchemarg<strong>in</strong>ali e politicamente avversati o sottovalutati.La nostra ricerca non pretende di dare risposta alle tante questioni aperte sul futuro del<strong>la</strong><strong>mediazione</strong> e dei mediatori culturali, ma vuole almeno contribuire a richiamare l’attenzione sullecondizioni che ne favoriscono o ne ostaco<strong>la</strong>no <strong>la</strong> diffusione all’<strong>in</strong>terno delle amm<strong>in</strong>istrazioni e deiservizi locali, coscienti del fatto che questi sono luoghi cruciali per creare e mantenere un clima direciproca compresione e rispetto.6


CONTRIBUTI DI RICERCA1. LE FINALITÀ DELLA VALUTAZIONE E IL METODO DI LAVOROCome “funziona” realmente una politica pubblica? Cosa succede quando le <strong>in</strong>tenzioni, i desideri,le op<strong>in</strong>ioni, gli <strong>in</strong>teressi, che sono al<strong>la</strong> base delle scelte degli attori pubblici, si traducono <strong>in</strong> azionied attività concrete? In che modo “le cose accadono” al di là di quanto è scritto e postu<strong>la</strong>to neidocumenti ufficiali che hanno istituito e promosso una certa politica? In che misura le ipotesi cheguidano le decisioni dei policy-maker trovano poi riscontro nel<strong>la</strong> realtà? In sostanza, attraversoquali meccanismi (amm<strong>in</strong>istrativi, gestionali, organizzativi, procedurali…) una politica pubblica sianima e prende vita? E quali esiti produce?In questo rapporto di ricerca si tenta di rispondere a queste domande, raccontando per esteso ilprocesso d’attuazione di una politica regionale, avviata nel 2002 e f<strong>in</strong>alizzata a <strong>promuovere</strong> <strong>la</strong><strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Piemonte. Come si vedrà, l’implementazione di questa partico<strong>la</strong>re politicaha conseguito, come spesso accade, soltanto una parte dei risultati desiderati e ha prodotto anchequalche conseguenza <strong>in</strong>attesa e poco gradita. Nel corso dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e si è cercato dunque dicomprendere, attraverso <strong>la</strong> raccolta e l’analisi di testimonianze scritte ed orali di buona parte degliattori co<strong>in</strong>volti nell’implementazione del<strong>la</strong> politica, quanto è concretamente accaduto, quali sonostate le pr<strong>in</strong>cipali motivazioni di tali accadimenti e, cosa assai più difficile da scoprire, comesarebbe stato possibile far funzionare meglio le cose.Il f<strong>in</strong>e ultimo di questo <strong>la</strong>voro non consiste però nel ricercare comportamenti scorretti o nonconformi a qualche rego<strong>la</strong> prestabilita, né, tanto meno, nell’<strong>in</strong>dividuare colpe o negligenzenascoste. Questo studio di valutazione è fondamentalmente motivato dal<strong>la</strong> volontàdell’amm<strong>in</strong>istrazione regionale di apprendere qualche lezione utile sui diversi modi di operare deisoggetti attuatori del<strong>la</strong> politica e sui v<strong>in</strong>coli e gli ostacoli che essi si sono trovati d<strong>in</strong>anzi nel corsodel loro <strong>la</strong>voro, così da essere pronta ad <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> modo più adeguato ed efficace <strong>in</strong> futuro.1.1 Che cosa è <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>Prima di procedere oltre nel<strong>la</strong> trattazione degli argomenti, è opportuno spendere almeno qualcheriga per spiegare cosa si <strong>in</strong>tenda comunemente con l’espressione “<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>”. In realtàsi tratta di un concetto non così semplice da def<strong>in</strong>ire. Nel<strong>la</strong> sempre più ricca letteraturasull’argomento compaiono <strong>in</strong>fatti teorie diverse su cosa sia l’attività di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> equali dovrebbero essere le caratteristiche più desiderabili del “bravo” mediatore. A ciò si aggiungache spesso anche le def<strong>in</strong>izioni più accreditate si scontrano con l’osservazione di una realtà benpoco corrispondente; <strong>la</strong> distanza tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere è <strong>in</strong> molti casi assaiprofonda ed è raro ritrovare nei fatti quello che viene ipotizzato, o addirittura prescritto, a livelloteorico.In genere per <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> 8 si <strong>in</strong>tende un’attività tesa a facilitare <strong>la</strong> comunicazione e <strong>la</strong>comprensione reciproca di due o più persone appartenenti a culture, ad etnie e/o a nazionalitàdifferenti. Seguendo questa def<strong>in</strong>izione il mediatore viene sovente descritto come un “costruttoredi ponti” tra diverse appartenenze culturali; colui che, <strong>in</strong> possesso di determ<strong>in</strong>ate conoscenze8 In letteratura e <strong>in</strong> alcuni documenti amm<strong>in</strong>istrativi si <strong>in</strong>contra anche <strong>la</strong> dizione “<strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>”. Nel testo che segue utilizzeremoper chiarezza e semplicità di l<strong>in</strong>guaggio solo l’espressione “<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>”.7


CONTRIBUTI DI RICERCAl<strong>in</strong>guistiche e di competenze specifiche nel<strong>la</strong> costruzione di re<strong>la</strong>zioni <strong>in</strong>terpersonali, è <strong>in</strong> grado diagevo<strong>la</strong>re il dialogo e il confronto tra soggetti di l<strong>in</strong>gua e costumi diversi.In molte situazioni egli ha il compito di limitare il rischio che si cre<strong>in</strong>o situazioni di ostilità o discontro tra le parti che si confrontano e che dovrebbero cercare di dialogare. In altre situazioni ilsuo compito consiste, più <strong>in</strong> positivo, nel favorire lo scambio di saperi e di <strong>in</strong>formazioniall’<strong>in</strong>terno di una determ<strong>in</strong>ata comunità di riferimento, <strong>in</strong> modo da far comprendere i vantaggi e ibenefici di una serena convivenza tra culture diverse e qu<strong>in</strong>di da abbassare le barriere delpregiudizio e dell’<strong>in</strong>comprensione.Non solo, e non tanto, dunque un <strong>in</strong>terprete che venga <strong>in</strong> soccorso di un soggetto, che <strong>in</strong>contradifficoltà a par<strong>la</strong>re, per scarse conoscenze del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua d’orig<strong>in</strong>e dell’<strong>in</strong>terlocutore, con <strong>la</strong> personaimmigrata; quanto piuttosto un “agente di trasformazione sociale”, che <strong>in</strong>terviene <strong>in</strong> modoproattivo su diverse dimensioni del<strong>la</strong> comunicazione <strong>in</strong>terpersonale (non limitandosi perciò aquel<strong>la</strong> del l<strong>in</strong>guaggio verbale).Il primo utilizzo del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> avviene (o dovrebbe avvenire) negli uffici delleamm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche, dove immigrati e funzionari sono di fatto obbligati a confrontarsi ead <strong>in</strong>dividuare modalità e strumenti condivisi di comunicazione. La necessità di avere almeno unoscambio di <strong>in</strong>formazioni su questioni di natura amm<strong>in</strong>istrativa (e non solo) impone, <strong>in</strong> quelle sediistituzionali, <strong>la</strong> ricerca di <strong>in</strong>novative soluzioni comunicative e re<strong>la</strong>zionali.Sebbene nel nostro paese si parli di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> a partire dai primi anni Novanta 9 , enonostante vi siano già da alcuni anni provvedimenti normativi, a livello nazionale e regionale 10 ,che menzionano esplicitamente l’attività di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, f<strong>in</strong>o ad oggi non sono poi moltigli enti pubblici che fanno uso, <strong>in</strong> modo cont<strong>in</strong>uativo, di mediatori culturali. Come si vedrà più <strong>in</strong>dettaglio nel prossimo capitolo, partendo da questa consapevolezza, i promotori del<strong>la</strong> politicaregionale hanno tentato di <strong>in</strong>cidere su questo problema, <strong>in</strong>centivando <strong>la</strong> sperimentazione di<strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> presso le s<strong>in</strong>gole amm<strong>in</strong>istrazioni <strong>piemonte</strong>si.Nel perseguire l’obiettivo di dar vita a nuove esperienze di <strong>mediazione</strong> e di consolidare l’uso dimediatori culturali presso i diversi enti pubblici, <strong>la</strong> Regione ha dunque erogato contributi per <strong>la</strong>realizzazione di progetti di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> (prima l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento) e ha f<strong>in</strong>anziato corsi diformazione professionale rivolti ad operatori pubblici su questo tema (seconda l<strong>in</strong>ead’<strong>in</strong>tervento).9 La primogenitura delle pratiche di <strong>mediazione</strong> viene solitamente attribuita ai paesi del Nord America (Stati Uniti eCanada) negli anni Sessanta. Si veda a questo proposito: Indag<strong>in</strong>e sul<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Italia, M. Viezzoli e F.P.Rizzi (a cura di), CISP-UNIMED – M<strong>in</strong>istero del Welfare, Roma, 2003. Il rapporto è <strong>in</strong>teramente scaricabile dal sitoweb: http://www.cisp-ngo.org.10 A questo proposito si ricorda che nell’ultimo anno sono state approvate due leggi regionali che prevedonoespressamente <strong>la</strong> realizzazione di <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> presso le amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche e chericonoscono ufficialmente <strong>la</strong> specifica professionalità del mediatore <strong>culturale</strong>. Si tratta del<strong>la</strong> Legge Regionale 24marzo 2004, n. 5 dell’Emilia-Romagna, recante il titolo “Norme per l’<strong>in</strong>tegrazione sociale dei cittad<strong>in</strong>i stranieri immigrati” edel<strong>la</strong> Legge Regionale del Friuli Venezia Giulia, approvata <strong>in</strong> Consiglio regionale il 17 febbraio 2005 dal titolo “Normeper l’accoglienza e l’<strong>in</strong>tegrazione sociale delle cittad<strong>in</strong>e e dei cittad<strong>in</strong>i stranieri immigrati”.8


CONTRIBUTI DI RICERCA1.2 Come nasce l’idea del<strong>la</strong> valutazioneL’Accordo di programma sig<strong>la</strong>to dal M<strong>in</strong>istero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal<strong>la</strong> RegionePiemonte, che ha dato l’avvio al<strong>la</strong> politica regionale per <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>,prevede l’obbligo per <strong>la</strong> Regione di trasmettere entro tre mesi dal term<strong>in</strong>e di scadenzadell’accordo una re<strong>la</strong>zione f<strong>in</strong>ale descrittiva di tutti gli aspetti riguardanti l’utilizzo delf<strong>in</strong>anziamento 11 . La motivazione di tale richiesta risiede perlopiù nel bisogno avvertito dalM<strong>in</strong>istero di avere una descrizione contabile e f<strong>in</strong>anziaria di quanto è stato realizzato.Questo studio non nasce per rispondere direttamente a tale esigenza di “rendicontazionef<strong>in</strong>anziaria” o “realizzativa”. L’obiettivo del<strong>la</strong> ricerca <strong>in</strong> questo caso, più che nel rendere contodell’utilizzo f<strong>in</strong>ale del f<strong>in</strong>anziamento, consiste nel tentativo di apprendere nuovi elementi diconoscenza rispetto al processo di attuazione degli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong>, alle difficoltà che lohanno caratterizzato e ai v<strong>in</strong>coli di contesto che ne hanno determ<strong>in</strong>ato l’evoluzione. Dest<strong>in</strong>ataridi questa forma di apprendimento dovrebbero essere sia i funzionari dell’amm<strong>in</strong>istrazioneregionale che ha promosso l’adozione di tali <strong>in</strong>terventi; sia i diversi attori locali (Prov<strong>in</strong>ce eComuni, Scuole, Aziende Sanitarie, Consorzi di servizi, Associazioni di mediatori,…) co<strong>in</strong>volt<strong>in</strong>el<strong>la</strong> messa <strong>in</strong> opera dei s<strong>in</strong>goli progetti di <strong>mediazione</strong>.Dal<strong>la</strong> “policy fiction” ai “policy facts”Da cosa nasce questa esigenza di apprendimento? Spesso accade che i decisori pubblici abbiano aloro disposizione pochissime <strong>in</strong>formazioni utili a descrivere quali siano state <strong>in</strong> concreto lemodalità d’attuazione delle politiche cui hanno dato impulso. Soprattutto nei processid’implementazione caratterizzati dal<strong>la</strong> presenza e dall’azione di più attori locali, esiste unadistanza notevole tra le f<strong>in</strong>alità che hanno mosso una determ<strong>in</strong>ata politica pubblica, magariformu<strong>la</strong>ta a livello centrale, e le realizzazioni che questa ha prodotto a livello locale.In effetti, le politiche pubbliche subiscono nel<strong>la</strong> fase del<strong>la</strong> loro implementazione modificazionianche profonde rispetto a quelle che erano le orig<strong>in</strong>ali <strong>in</strong>tenzioni dei suoi promotori. Esse sono <strong>la</strong>risultante ultima (e spesso non prevedibile) di un complesso <strong>in</strong>sieme di azioni, scelte ecomportamenti adottati dai s<strong>in</strong>goli soggetti attuatori. Ricostruire <strong>la</strong> messa <strong>in</strong> opera di una politica,e qu<strong>in</strong>di analizzarne il suo processo d’attuazione, significa essenzialmente raccogliere<strong>in</strong>formazioni per capire come le “buone <strong>in</strong>tenzioni” dei decisori si siano trasformate <strong>in</strong> attività eservizi a favore del<strong>la</strong> collettività e quali punti critici tale percorso di “trasformazione” abbia<strong>in</strong>contrato.In questo contesto valutare una politica pubblica significa soprattutto mettere a fuoco edescrivere le fasi e i contenuti che caratterizzano il delicato passaggio che va dal<strong>la</strong> policy fiction aipolicy facts. La policy fiction è il disegno astratto del<strong>la</strong> politica prodotto dai policy-maker, siano essilegis<strong>la</strong>tori, membri degli esecutivi, livelli apicali delle strutture pubbliche. Per diventare policy facts,tale disegno astratto deve fare i conti con le volontà, gli <strong>in</strong>teressi e le risorse di tutti quegli attoriche dovrebbero <strong>in</strong>corporare il dettato e gli obiettivi del<strong>la</strong> politica pubblica, così come sono11 Si tratta dell’art. 11 dell’Accordo che recita: “La Regione Piemonte si impegna a trasmettere al Dipartimento dellepolitiche sociali e previdenziali del M<strong>in</strong>istero del <strong>la</strong>voro e delle politiche sociali una re<strong>la</strong>zione f<strong>in</strong>ale descrittiva di tuttigli aspetti dell’utilizzo del f<strong>in</strong>anziamento. La re<strong>la</strong>zione <strong>in</strong> questione riguarderà l’<strong>in</strong>tero progetto e, qu<strong>in</strong>di, anche <strong>la</strong>parte eventualmente non coperta dal f<strong>in</strong>anziamento statale. Inoltre, verrà analizzato il conseguimento degli obiettivicontenuti nel progetto. Tale re<strong>la</strong>zione, comprensiva del<strong>la</strong> rendicontazione, dovrà essere prodotta entro tre mesi dalterm<strong>in</strong>e di scadenza dell’accordo.”9


CONTRIBUTI DI RICERCAformu<strong>la</strong>ti “dall’alto”, nel<strong>la</strong> loro attività quotidiana (all’<strong>in</strong>terno o all’esterno del<strong>la</strong> pubblicaamm<strong>in</strong>istrazione).Una vasta letteratura, soprattutto <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese, si occupa di studiare, documentare e spiegarele difficoltà che si <strong>in</strong>contrano sul camm<strong>in</strong>o dell’implementazione delle politiche pubbliche 12.Questa letteratura è conosciuta con diversi nomi: implementation research e process analysis sono forsei più comuni. Tali studi spesso si concentrano sui dettagli del processo realizzativo di una politicapubblica: le d<strong>in</strong>amiche e le re<strong>la</strong>zioni esistenti tra le diverse fasi d’attuazione, il contestoorganizzativo all’<strong>in</strong>terno del quale <strong>la</strong> politica viene implementata, le modalità di selezione e ditrattamento dei dest<strong>in</strong>atari/clienti dell’<strong>in</strong>tervento pubblico, <strong>la</strong> conduzione e <strong>la</strong> gestione da partedei funzionari delle s<strong>in</strong>gole attività operative 13 .A questo proposito occorre fare una breve precisazione. In term<strong>in</strong>i assai generali si può dire che<strong>la</strong> valutazione delle politiche pubbliche si muova su (almeno) due dist<strong>in</strong>ti b<strong>in</strong>ari metodologici:l’analisi d’impatto e, appunto, l’analisi d’implementazione. Al<strong>la</strong> base di tale dist<strong>in</strong>zione sta <strong>la</strong> differenzatra le domande a cui i due differenti approcci metodologici <strong>in</strong>tendono dare risposta. Mentrel’analisi d’impatto (o degli effetti) di una politica pubblica ha lo scopo di far comprendere se, e <strong>in</strong>che misura, <strong>la</strong> politica analizzata è riuscita ad ottenere il cambiamento desiderato sul problemacollettivo che tenta di affrontare 14 ; l’analisi d’implementazione, come è stato già evidenziato,studia i meccanismi <strong>in</strong>terni al<strong>la</strong> politica e cerca di ricostruirne le d<strong>in</strong>amiche che ne rego<strong>la</strong>no ilfunzionamento. Se nel<strong>la</strong> prima prospettiva le domande che si pone l’analista riguardano il“quanto” dei cambiamenti osservati è da attribuirsi <strong>in</strong> senso causale al<strong>la</strong> politica adottata, nel<strong>la</strong>seconda prospettiva esse si focalizzano sul “come” e il “perché” le cose accadono.Questo <strong>la</strong>voro si <strong>in</strong>serisce all’<strong>in</strong>terno di questo secondo filone di studi valutativi rivolto all’analisidei meccanismi attuativi. L’attenzione non è perciò dedicata esclusivamente ai “numeri” chedescrivono le attività e i prodotti realizzati dalle amm<strong>in</strong>istrazioni che gestiscono <strong>la</strong> politica(numero di progetti f<strong>in</strong>anziati, numero di ore di <strong>mediazione</strong> pagate, numero di utentico<strong>in</strong>volti…), quanto piuttosto a tutte quelle <strong>in</strong>formazioni (sia qualitative che quantitative) utili acomprendere il complicato funzionamento dei processi d’implementazione degli <strong>in</strong>terventi di<strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> realizzati.L’idea che guida questo <strong>la</strong>voro è di ricostruire <strong>la</strong> politica a partire dal modo <strong>in</strong> cui essa è stata<strong>in</strong>terpretata e condotta dai funzionari e dagli operatori nel<strong>la</strong> loro attività di tutti i giorni. In questaopera di ricostruzione molte sono le <strong>in</strong>formazioni che possono essere utilmente impiegate: daidati amm<strong>in</strong>istrativi generati nel corso dell’attuazione dei s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong>terventi, alle op<strong>in</strong>ioni e alleconsapevolezze che gli operatori hanno maturato rispetto ad aspetti salienti del loro <strong>la</strong>voro.12 Per una s<strong>in</strong>tetica rassegna del<strong>la</strong> letteratura sul tema si veda Brodk<strong>in</strong> E.Z., “Investigat<strong>in</strong>g policy’s practical mean<strong>in</strong>g: streetlevel research on welfare policy”, mimeo, 2000.13 Holcomb P., Night<strong>in</strong>gale D., “Conceptual underp<strong>in</strong>n<strong>in</strong>gs of implementation analysis” <strong>in</strong> Policy <strong>in</strong> action, Lennon M.C.,Corbett T. (a cura di), The Urban Institute Press, Wash<strong>in</strong>gton, 2003.14 “…Ciò che è oggetto di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e [nell’analisi d’impatto] è <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione di causa-effetto che si <strong>in</strong>staura tra l’attuazione del<strong>la</strong> politica e icambiamenti osservati nei fenomeni su cui <strong>la</strong> politica <strong>in</strong>tende (o si trova a) <strong>in</strong>cidere” <strong>in</strong> Mart<strong>in</strong>i A., Sisti M., “I concetti fondamentaliper l’analisi d’impatto: politica pubblica, effetto, situazione controfattuale”, mimeo, Tor<strong>in</strong>o, 2004.10


CONTRIBUTI DI RICERCA1.3 Le domande di valutazioneÈ possibile riassumere le esigenze conoscitive che stanno al<strong>la</strong> base di questo <strong>la</strong>voro <strong>in</strong> tredifferenti ord<strong>in</strong>i di domande.Il primo ord<strong>in</strong>e di domande è re<strong>la</strong>tivo alle modalità di <strong>la</strong>voro e alle procedure seguite dal<strong>la</strong>Regione e dagli enti locali al f<strong>in</strong>e di dare esecuzione al<strong>la</strong> politica regionale di promozione delleattività di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>. Probabilmente ogni amm<strong>in</strong>istrazione locale e gli stessi uffici del<strong>la</strong>Regione hanno re<strong>in</strong>terpretato il “mandato” del<strong>la</strong> politica a loro modo e soprattutto hanno sceltostrumenti e pratiche di <strong>la</strong>voro orig<strong>in</strong>ali. Il focus dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e è <strong>in</strong> questo caso l’iter amm<strong>in</strong>istrativoche ha anticipato <strong>la</strong> concreta realizzazione dei s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong>.• Secondo quali criteri <strong>la</strong> Regione ha distribuito le risorse rese disponibili dall’Accordo diprogramma? Quali parti del<strong>la</strong> tecnostruttura regionale hanno partecipato all’attuazione del<strong>la</strong>politica e con quali modalità?• In che modo le Prov<strong>in</strong>ce hanno allocato le risorse ad esse dest<strong>in</strong>ate da parte del<strong>la</strong> Regione e aquali organismi e/o associazioni sono state assegnate?• Quali sono le differenze più evidenti tra le varie procedure d’allocazione adottate? Qualicriticità hanno dovuto affrontare le amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali? Che tipo di strategie hannoadottato? Come hanno risposto gli enti locali ai bandi prov<strong>in</strong>ciali?• Si sono verificati ritardi nell’assegnazione delle risorse? Quali sono state le cause? Quali leconseguenze?Il secondo ord<strong>in</strong>e di domande concentra l’attenzione sugli aspetti legati all’erogazione dei servizidi <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> f<strong>in</strong>anziati dall’Accordo. Uno dei punti di maggiore <strong>in</strong>teresse riguarda<strong>in</strong>fatti <strong>la</strong> comprensione delle difficoltà <strong>in</strong>contrate da operatori pubblici e mediatori nell’ideare,progettare e gestire <strong>in</strong>sieme i nuovi progetti di “<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>”.• Che tipo di <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> sono stati f<strong>in</strong>anziati? I f<strong>in</strong>anziamenti dell’Accordo hannopromosso <strong>la</strong> nascita di nuovi progetti o sono serviti a proseguire attività preesistenti?• Quali difficoltà hanno <strong>in</strong>contrato i mediatori nel loro tentativo di <strong>in</strong>serirsi nelleamm<strong>in</strong>istrazioni? Com’è stata legittimata e supportata l’attività del mediatore all’<strong>in</strong>ternodell’organizzazione?• Com’è avvenuta l’<strong>in</strong>terazione tra operatori e mediatori culturali? In che misura vienericonosciuta <strong>la</strong> professionalità del mediatore?• Come viene stabilito il costo di un progetto di <strong>mediazione</strong>?• I f<strong>in</strong>anziamenti hanno dato luogo all’erogazione di servizi cont<strong>in</strong>uativi? Le amm<strong>in</strong>istrazionihanno deciso di proseguire l’<strong>in</strong>tervento con risorse autonome? In sostanza, le attività di<strong>mediazione</strong> mettono radici o tutto term<strong>in</strong>a quando si esauriscono i fondi dell’Accordo?Il terzo ord<strong>in</strong>e di domande al<strong>la</strong>rga l’orizzonte dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e e si focalizza sui corsi di formazioneprofessionale per gli operatori pubblici, l’altro filone d’<strong>in</strong>tervento f<strong>in</strong>anziato dai fondidell’Accordo di programma e ugualmente orientato a <strong>promuovere</strong> l’uso del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong> negli enti pubblici presenti <strong>in</strong> Piemonte. I decisori regionali avevano previstoun’<strong>in</strong>terazione s<strong>in</strong>ergica tra le due l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento (contributi a progetto e corsi di formazione),ipotizzando, almeno all’avvio del<strong>la</strong> politica, che i progetti di <strong>mediazione</strong> fossero attivati11


CONTRIBUTI DI RICERCAprioritariamente nelle strutture pubbliche il cui personale fosse <strong>in</strong>serito <strong>in</strong> percorsi di formazionead hoc.• Come ha funzionato il processo di selezione dei progetti formativi? Quali enti hanno ricevutoi f<strong>in</strong>anziamenti?• Che tipo di formazione è stata erogata? Quali ne sono stati i pr<strong>in</strong>cipali contenuti didattici?• Chi ha partecipato ai corsi? I partecipanti ai corsi sono stati poi co<strong>in</strong>volti nel<strong>la</strong> progettazione enel<strong>la</strong> realizzazione di <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>?• Come potrebbe essere migliorato il processo di costruzione e realizzazione dei percorsiformativi al<strong>la</strong> luce dell’esperienza passata?Nel paragrafo seguente si descrivono <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi le caratteristiche e le modalità d’impiego deglistrumenti di raccolta delle <strong>in</strong>formazioni sopraelencate ed utilizzate per cercare una risposta alledomande di valutazione.1.4 I metodi per <strong>la</strong> raccolta delle <strong>in</strong>formazioniNel corso dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e per <strong>in</strong>dividuare e raccogliere le <strong>in</strong>formazioni necessarie a rispondere aqueste domande si è fatto ricorso a diverse fonti e sono state impiegate differenti tecniche dirilevazione dei dati.A. L’ESAME DEL CONTENUTO DEI DOCUMENTI AMMINISTRATIVIIn una fase prelim<strong>in</strong>are è stato effettuato un primo censimento degli attori co<strong>in</strong>volt<strong>in</strong>ell’attuazione delle politiche per lo sviluppo del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>, attraverso <strong>la</strong> letturadei documenti amm<strong>in</strong>istrativi e<strong>la</strong>borati dal<strong>la</strong> Regione e dalle s<strong>in</strong>gole amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali.Tale lettura ha <strong>in</strong>oltre permesso di avere una prima idea su quali sono state le modalitàprocedurali e i criteri seguiti dalle s<strong>in</strong>gole amm<strong>in</strong>istrazioni per dare attuazione al mandatoregionale e allocare le risorse tra i diversi progetti di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> e di formazione.È stato poi compiuto uno studio a <strong>la</strong>rgo raggio sulle pr<strong>in</strong>cipali ricerche condotte da altri istitutiitaliani sul fenomeno del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, al f<strong>in</strong>e di comprendere quali conoscenze fosserogià state accumu<strong>la</strong>te da altri su questo argomento ed evidenziare le carenze <strong>in</strong>formative cheancora caratterizzano questo settore.B. LE INTERVISTE IN PROFONDITÀ CON I FUNZIONARI PROVINCIALIIn seguito a questa prima analisi dei materiali documentali sono state realizzate delle <strong>in</strong>terviste <strong>in</strong>profondità con i responsabili dei servizi Politiche Sociali di ciascuna Prov<strong>in</strong>cia al f<strong>in</strong>e dicomprendere <strong>in</strong> che modo gli enti hanno agito sul<strong>la</strong> base delle <strong>in</strong>dicazioni del<strong>la</strong> Regione; qualiscelte hanno adottato e quali difficoltà hanno trovato nel disegnare i bandi dest<strong>in</strong>ati agli entilocali. Tali <strong>in</strong>terviste hanno permesso di raccogliere le op<strong>in</strong>ioni e i punti di vista dei funzionarisull’<strong>in</strong>tero processo d’attuazione delle politiche.C. LA SOMMINISTRAZIONE DI QUESTIONARI AGLI UFFICI PROVINCIALIPer ottenere dai responsabili prov<strong>in</strong>ciali <strong>in</strong>formazioni quantitative omogenee re<strong>la</strong>tive all’utilizzodei f<strong>in</strong>anziamenti, alle tipologie di <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>anziati, nonché al numero di ore di <strong>mediazione</strong>erogate e al numero di mediatori co<strong>in</strong>volti complessivamente per l’attuazione degli <strong>in</strong>terventi, si èproceduto al<strong>la</strong> preparazione e al<strong>la</strong> successiva somm<strong>in</strong>istrazione di un breve questionario. La12


CONTRIBUTI DI RICERCAsomm<strong>in</strong>istrazione del questionario attraverso l’<strong>in</strong>vio per posta elettronica è avvenuta nel periododi giugno-settembre 2004.D. STUDIO DI ALCUNI CASI EMBLEMATICI NELL’EROGAZIONE DEI SERVIZI DI MEDIAZIONEAl f<strong>in</strong>e di comprendere specifici problemi legati all’erogazione di servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> siè poi approfondito lo studio di alcuni casi emblematici. Sono stati realizzati alcuni <strong>in</strong>contri<strong>in</strong>tervistacon i responsabili degli enti locali o delle strutture pubbliche che hanno ricevuto ilf<strong>in</strong>anziamento, nonché con gli operatori degli che hanno gestito direttamente i servizi sulterritorio e con alcuni mediatori culturali. In alcuni casi si è proceduto ad effettuare <strong>in</strong>terviste digruppo. L’esame del<strong>la</strong> documentazione prodotta ed il racconto delle modalità di erogazione delservizio hanno consentito di conoscere <strong>la</strong> natura di problemi e difficoltà più generali, legatiall’attuazione degli <strong>in</strong>terventi.E. RICOSTRUZIONE DEL PROCESSO DI FINANZIAMENTO E REALIZZAZIONE DEI CORSI DIFORMAZIONEUn tassello rilevante di questa politica regionale è costituito dal<strong>la</strong> formazione degli operatoripubblici. Nel corso dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e si è perciò ricostruito l’<strong>in</strong>tero processo di erogazione deif<strong>in</strong>anziamenti, di selezione dei progetti di formazione e di realizzazione dei corsi. A questo f<strong>in</strong>esono stati utilizzati i dati che <strong>la</strong> Direzione Regionale Formazione Professionale e Lavoro genera af<strong>in</strong>i di rendicontazione amm<strong>in</strong>istrativa. Per avere una conoscenza più approfondita di eventipartico<strong>la</strong>ri che hanno caratterizzato <strong>la</strong> messa <strong>in</strong> opera dei s<strong>in</strong>goli corsi si è poi fatto ricorso ad<strong>in</strong>formazioni raccolte attraverso <strong>in</strong>terviste dirette con i responsabili del<strong>la</strong> formazione di alcunestrutture pubbliche e di alcune agenzie formative. Inf<strong>in</strong>e sono stati analizzati i programmidettagliati di alcuni corsi di formazione.La ricerca si è qu<strong>in</strong>di avvalsa dell’impiego di una metodologia mista di rilevazione ed analisi delle<strong>in</strong>formazioni, utili a ricostruire l’attuazione del<strong>la</strong> politica. Da un <strong>la</strong>to si sono impiegate tecniche diosservazione documentaria applicate ad un <strong>in</strong>sieme composito di testi: delibere del<strong>la</strong> Giuntaregionale e delle Giunte prov<strong>in</strong>ciali; decreti dirigenziali di vari enti; piani di <strong>la</strong>voro; bandiprov<strong>in</strong>ciali; schede (application form) per l’ottenimento di contributi; progetti di formazione;re<strong>la</strong>zioni di rendiconto; materiale <strong>in</strong>formativo scaricato da siti web; database generati per f<strong>in</strong>alitàamm<strong>in</strong>istrative e gestionali.Dall’altro si è proceduto ad utilizzare tecniche di osservazione dei comportamenti (<strong>in</strong>dividuali ocollettivi) degli attori co<strong>in</strong>volti nell’attuazione del<strong>la</strong> politica, attraverso sia <strong>in</strong>terviste strutturate (oquestionari), sia <strong>in</strong>terviste discorsive o <strong>in</strong> profondità 15 , realizzate presso i diversi enti e i luoghi di<strong>la</strong>voro dei funzionari e degli operatori.1.5 I contenuti del rapportoIl rapporto ha <strong>la</strong> seguente struttura. Il prossimo capitolo è <strong>in</strong>teramente dedicato al<strong>la</strong> def<strong>in</strong>izionedel disegno orig<strong>in</strong>ario del<strong>la</strong> politica regionale. Se ne descrivono s<strong>in</strong>teticamente i primi passi che15 In generale è possibile dist<strong>in</strong>guere tra <strong>in</strong>tervista strutturata (o guidata) ed <strong>in</strong>tervista <strong>in</strong> profondità (o discorsiva) sul<strong>la</strong> basedell’utilizzo, fatto da parte del ricercatore che conduce l’<strong>in</strong>tervista, di una traccia più o meno rigida di domandeprefissate. Nel<strong>la</strong> somm<strong>in</strong>istrazione di un questionario tale rigidità è ovviamente massima; si fanno soltanto ledomande <strong>in</strong> esso contenute, seguendo strettamente le modalità previste. Nel<strong>la</strong> realizzazione di un’<strong>in</strong>tervista <strong>in</strong>profondità l’<strong>in</strong>tervistatore, una volta stabiliti i temi da affrontare, li <strong>la</strong>scia sviluppare piuttosto liberamentedall’<strong>in</strong>tervistato. A questo proposito si veda: M. Cardano, Tecniche di ricerca qualitativa, Carocci editore, Roma, 2003.13


CONTRIBUTI DI RICERCAne hanno caratterizzato l’avvio; vengono prese <strong>in</strong> considerazione le motivazioni essenziali che nehanno guidato <strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione; se ne ricostruisce <strong>la</strong> logica, mettendone <strong>in</strong> evidenza gli assunti e leipotesi di partenza.Il terzo capitolo ricostruisce <strong>in</strong> dettaglio l’iter amm<strong>in</strong>istrativo di assegnazione dei contributi dal<strong>la</strong>Regione alle Prov<strong>in</strong>ce e, da queste ultime, agli enti richiedenti, che hanno provvedutoall’attuazione degli <strong>in</strong>terventi. Si analizzano i tempi di svolgimento dell’<strong>in</strong>tera politica e si mettono<strong>in</strong> evidenza le diverse strategie allocative adottate a livello prov<strong>in</strong>ciale.Il quarto capitolo è dedicato alle esperienze di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> condotte nelle s<strong>in</strong>gole realtàlocali. Dopo una descrizione a livello aggregato degli <strong>in</strong>terventi realizzati, sono descritte lepr<strong>in</strong>cipali criticità emerse nel corso del<strong>la</strong> loro realizzazione. Sono <strong>in</strong>oltre presentati s<strong>in</strong>teticamentei risultati di c<strong>in</strong>que studi di caso, che illustrano le peculiarità di alcuni progetti di <strong>mediazione</strong>, edelle organizzazioni che li hanno attuati, nelle prov<strong>in</strong>ce di Asti, Alessandria, Biel<strong>la</strong>, Cuneo eTor<strong>in</strong>o. Il capitolo si chiude con alcune riflessioni alle esperienze analizzate.Il qu<strong>in</strong>to capitolo descrive le modalità d’attuazione del processo di formazione attivato dal<strong>la</strong>politica, mettendo <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re evidenza i positivi risultati ottenuti, le difficoltà <strong>in</strong>contrate daisoggetti attuatori e i momenti d’impasse che hanno caratterizzato l’erogazione dei corsi. Ilcapitolo si conclude con <strong>la</strong> proposta di una soluzione alternativa per l’attuazione degli <strong>in</strong>terventiformativi.Nel sesto capitolo sono s<strong>in</strong>tetizzati i pr<strong>in</strong>cipali esiti conoscitivi dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e e le <strong>in</strong>dicazioni dipolicy che da questi scaturiscono. Viene <strong>in</strong>oltre presentata una veloce rassegna dei pr<strong>in</strong>cipali attidi programmazione prov<strong>in</strong>ciale <strong>in</strong> tema di immigrazione extracomunitaria per comprendere qualisono le pr<strong>in</strong>cipali decisioni strategiche, adottate nel 2005 dalle Prov<strong>in</strong>ce <strong>piemonte</strong>si, sul versantedel<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.14


CONTRIBUTI DI RICERCA2 IL DISEGNO DELLA POLITICAIn questo capitolo viene illustrato il disegno del<strong>la</strong> politica regionale per <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong><strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Piemonte. Nel<strong>la</strong> prima parte vengono descritti i presupposti <strong>in</strong>iziali e <strong>la</strong>fase d’avvio del<strong>la</strong> politica. La seconda parte approfondisce alcune delle pr<strong>in</strong>cipali motivazioni chesottostanno alle scelte del<strong>la</strong> Regione Piemonte e che hanno caratterizzato <strong>la</strong> programmazionedegli <strong>in</strong>terventi e l’allocazione dei fondi, resi disponibili dall’Accordo di programma tra <strong>la</strong> stessaRegione e il M<strong>in</strong>istero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Nel<strong>la</strong> terza parte si ricostruisce <strong>in</strong>modo s<strong>in</strong>tetico <strong>la</strong> logica del<strong>la</strong> politica, mettendone <strong>in</strong> luce gli elementi più rilevanti.2.1 L’avvio del<strong>la</strong> politica regionaleLa politica per <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Piemonte, oggetto di questa analisi,nasce con l’Accordo di programma sig<strong>la</strong>to dal M<strong>in</strong>istero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Contale accordo, ratificato nel maggio del 2002 16 , si dà <strong>in</strong>izio al<strong>la</strong> realizzazione di un “progettosperimentale di <strong>in</strong>tegrazione sociale degli stranieri extracomunitari residenti nel territorioregionale”. Tale progetto è f<strong>in</strong>anziato, per una cifra pari a circa 1.270.000 euro, con sommeprovenienti dall'INPS e derivanti da un vecchio contributo ormai soppresso 17 .Il progetto concordato tra M<strong>in</strong>istero e Regione prevede l’attuazione di quattro l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento:1. l’erogazione di f<strong>in</strong>anziamenti diretti ad enti pubblici e f<strong>in</strong>alizzati ad <strong>in</strong>centivare l’impiego dimediatori <strong>in</strong>terculturali nei servizi al pubblico;2. <strong>la</strong> formazione su temi legati al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, e più <strong>in</strong> generale all’<strong>in</strong>tegrazione sociale,di operatori pubblici che svolgono attività a diretto contatto con il pubblico o che gestiscono<strong>in</strong>terventi connessi all'immigrazione;3. <strong>la</strong> realizzazione di strumenti di <strong>in</strong>formazione per cittad<strong>in</strong>i stranieri e per operatori del settore;4. l’attivazione di progetti a favore di immigrati residenti presso alcuni istituti di pena <strong>piemonte</strong>si.Su ciascuna delle prime due l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento viene allocata una somma pari a 500.000 euro,mentre <strong>la</strong> restante quota di circa 270.000 euro è dest<strong>in</strong>ata sia a f<strong>in</strong>anziare <strong>la</strong> produzione distrumenti <strong>in</strong>formativi rivolti a cittad<strong>in</strong>i stranieri immigrati e agli operatori del settore 18 , per unaquota pari a circa 100.000 euro; sia a realizzare altri progetti a favore di immigrati, come i progettirivolti a stranieri detenuti presso gli Istituti penitenziari di Alba, Ivrea, Saluzzo e Tor<strong>in</strong>o 19 .Le prime due l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento, oltre ad assorbire complessivamente quasi l’80% dell’<strong>in</strong>teroammontare stanziato dall’Accordo, rappresentano anche i pr<strong>in</strong>cipali strumenti di cui <strong>la</strong> Regione si16 L’Accordo di programma è stato ratificato con Deliberazione del<strong>la</strong> Giunta Regionale del 7 maggio 2002, n. 69-5978.17 F<strong>in</strong>o al gennaio del 2000 tale contributo, a carico del <strong>la</strong>voratore extracomunitario e pari allo 0,5% del<strong>la</strong> suaretribuzione, andava a f<strong>in</strong>anziare il Fondo per il rimpatrio dei <strong>la</strong>voratori extracomunitari – Legge 30 dicembre 1986, n. 943,“Norme <strong>in</strong> materia di collocamento e di trattamento dei <strong>la</strong>voratori extracomunitari immigrati e contro le immigrazioni c<strong>la</strong>ndest<strong>in</strong>e”. Lerimanenze risultanti dal<strong>la</strong> dismissione di tale fondo sono andate successivamente ad <strong>in</strong>crementare il Fondo nazionale perle politiche migratorie, discipl<strong>in</strong>ato dal Decreto Legis<strong>la</strong>tivo n. 286/98, Testo unico delle disposizioni concernenti <strong>la</strong> discipl<strong>in</strong>adell’immigrazione e norme sul<strong>la</strong> condizione dello straniero.18 Si tratta del progetto di redazione e di stampa di una “Guida ai servizi per cittad<strong>in</strong>i stranieri”, tradotta <strong>in</strong> otto l<strong>in</strong>gueoltre <strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua italiana. Tale pubblicazione è stata distribuita sull’<strong>in</strong>tero territorio regionale a partire dall’estate 2004.19 Determ<strong>in</strong>azione Dirigenziale 9 settembre 2003, n. 217 – Regione Piemonte.15


CONTRIBUTI DI RICERCAserve per stimo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> diffusione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> nelle pubbliche amm<strong>in</strong>istrazionipresenti sul territorio regionale. L’idea è di raggiungere questo obiettivo operando su due frontidist<strong>in</strong>ti. Da un <strong>la</strong>to, si tenta di <strong>in</strong>centivare direttamente <strong>la</strong> nascita o il potenziamento di servizi di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> nelle differenti realtà locali. Dall’altro, attraverso <strong>la</strong> realizzazione di corsi diformazione, si <strong>in</strong>tende veico<strong>la</strong>re verso gli operatori pubblici maggiori conoscenze e nuovesensibilità sui problemi legati al<strong>la</strong> gestione di utenti immigrati. Obiettivo non secondario dei corsiconsiste nel far conoscere i possibili vantaggi e le opportunità derivanti dall’impiego di mediatoriculturali all’<strong>in</strong>terno dei servizi aperti al pubblico.Si tratta, qu<strong>in</strong>di, di <strong>in</strong>terventi che, pur prevedendo l’impiego di due differenti strumenti di policy(f<strong>in</strong>anziamento diretto a specifici progetti e corsi di formazione), convergono essenzialmenteverso un medesimo scopo: <strong>promuovere</strong> l’impiego del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> nelle pubblicheamm<strong>in</strong>istrazioni <strong>piemonte</strong>si. L’approccio adottato per raggiungere un tale scopo può essereparagonato al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssica “terapia d’urto”. Grazie al<strong>la</strong> disponibilità una tantum di risorse aggiuntivederivanti dall’Accordo di programma, gli enti co<strong>in</strong>volti dal<strong>la</strong> politica regionale ricevono per unperiodo limitato di tempo, complessivamente circa un anno, dosi massicce (re<strong>la</strong>tivamente alleconsuete disponibilità per questo settore d’<strong>in</strong>tervento) di <strong>in</strong>centivi f<strong>in</strong>anziari dedicati all’utilizzo dimediatori culturali, nonché di ore di formazione usufruibili da funzionari e operatori <strong>in</strong>terni.Nelle <strong>in</strong>tenzioni di chi ha promosso <strong>la</strong> politica, l’azione congiunta di tali <strong>in</strong>terventi, <strong>in</strong>dirizzataverso un target def<strong>in</strong>ito di enti pubblici <strong>piemonte</strong>si, avrebbe consentito l’emersione di un bisogno<strong>la</strong>tente di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> e, contemporaneamente, avrebbe favorito <strong>la</strong> maturazione di unamaggiore consapevolezza riguardo le possibili modalità d’impiego dei mediatori.In questa logica, un partico<strong>la</strong>re ente pubblico (ad esempio una scuo<strong>la</strong> media, un centroprov<strong>in</strong>ciale per l’impiego, oppure un reparto ospedaliero), che <strong>in</strong> precedenza non aveva maiimpiegato mediatori culturali per agevo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> fruizione dei suoi servizi ai cittad<strong>in</strong>i immigrati, ha <strong>la</strong>possibilità, grazie ai corsi di formazione, di <strong>in</strong>segnare ai suoi dipendenti come re<strong>la</strong>zionarsi conutenti provenienti da paesi diversi. Può far loro conoscere che cosa è <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, ache tipo di problemi essa può dare risposta, e quali partico<strong>la</strong>ri vantaggi può recare nel lorospecifico ambito <strong>la</strong>vorativo. Nello stesso tempo, grazie ai f<strong>in</strong>anziamenti ottenuti su uno specificoprogetto, ha <strong>la</strong> possibilità di sperimentare l’uso di mediatori culturali e di verificarne l’utilitàdirettamente sul campo.Prima di descrivere le modalità adottate dal<strong>la</strong> Regione per tradurre questo partico<strong>la</strong>re approccio<strong>in</strong> attività ed azioni concrete, è opportuno spiegare s<strong>in</strong>teticamente su quali presupposti e qualibisogni si è fondata questa politica. Dove nasce l’esigenza di <strong>promuovere</strong> <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong><strong>in</strong> Piemonte? A quale concreto problema si <strong>in</strong>tende dare risposta?2.2 Perché <strong>promuovere</strong> <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>?Sebbene le analisi del<strong>la</strong> domanda e dell’offerta di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> nelle amm<strong>in</strong>istrazionipubbliche <strong>piemonte</strong>si non rientr<strong>in</strong>o tra gli obiettivi conoscitivi di questo <strong>la</strong>voro, è possibileatt<strong>in</strong>gere alle <strong>in</strong>formazioni raccolte durante quest’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, e a quelle contenute <strong>in</strong> ricercheprecedenti condotte da altri istituti, per farsi un’idea del<strong>la</strong> realtà su cui questa politica regionale è<strong>in</strong>tervenuta. L’obiettivo di questa ricostruzione è quello di chiarire le motivazioni che stanno al<strong>la</strong>base di questa politica, ovvero di comprendere perché si è ritenuto necessario ed utile<strong>promuovere</strong> <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Piemonte.16


CONTRIBUTI DI RICERCAUN’OFFERTA DI MEDIAZIONE POCO CONOSCIUTA E FRAMMENTATA SUL TERRITORIOOccorre <strong>in</strong>nanzitutto constatare come il mondo <strong>piemonte</strong>se del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> sia ancorapoco conosciuto nel<strong>la</strong> sua <strong>in</strong>terezza. La prima grande difficoltà consiste già nel riuscire a stimarequanti sono i servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> attivi <strong>in</strong> Piemonte. Non esiste <strong>in</strong>fatti alcuncensimento delle esperienze condotte <strong>in</strong> questo settore a livello regionale (ma si veda l’Appendice1 a questo rapporto) come, del resto, non esiste un vero e proprio censimento a livello nazionale.Un primo tentativo di rilevare il numero ed i contenuti dei servizi di <strong>mediazione</strong> presenti <strong>in</strong> Italiaè stato condotto nel 2003 da Cisp (Comitato <strong>in</strong>ternazionale per lo sviluppo dei popoli) edUnimed (Unione delle Università del Mediterraneo) <strong>in</strong> un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e svolta con il contributo delM<strong>in</strong>istero del Lavoro e delle Politiche Sociali 20 . Al term<strong>in</strong>e del<strong>la</strong> ricerca sono state censite 704esperienze di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> diffuse sull’<strong>in</strong>tero territorio italiano ma, secondo gli stessiricercatori, il loro numero è molto probabilmente superiore. Le ragioni del<strong>la</strong> presunta sottostimasono spiegate all’<strong>in</strong>terno del rapporto: “Molte esperienze sfuggono al<strong>la</strong> rilevazione <strong>in</strong> quanto nonesistono centri a livello nazionale e regionale che raccolgano e sistematizz<strong>in</strong>o dati sui servizi di<strong>mediazione</strong>. Le <strong>in</strong>formazioni disponibili sono spesso scarse e/o frammentarie. Inoltre, <strong>in</strong> molticasi si tratta di progetti o servizi a term<strong>in</strong>e, per cui al momento del<strong>la</strong> rilevazione possono risultarecessati o prossimi al<strong>la</strong> chiusura” 21 .A queste complicazioni deve essere aggiunta <strong>la</strong> difficoltà concettuale di dist<strong>in</strong>guere che cosa èun’attività di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> da cosa <strong>in</strong>vece non lo è. Molti dei progetti o dei servizi, chepotrebbero essere ricondotti ad un’attività di <strong>mediazione</strong>, utilizzano <strong>in</strong>fatti nomi e term<strong>in</strong>i diversiper <strong>in</strong>dicare il loro operato (<strong>in</strong>formazioni agli immigrati, servizi per l’<strong>in</strong>tegrazione sociale,educazione l<strong>in</strong>guistica,…) e per questo motivo possono completamente sfuggire all’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e. Alcontrario, servizi che svolgono attività lontane dal<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> possono rientrare nelconteggio solo perché utilizzano, magari per qualche motivo casuale, tale denom<strong>in</strong>azione; oppureperché fanno un vago uso del term<strong>in</strong>e “<strong>in</strong>tercultura”. Difficile, dunque, assegnare un reale valore,<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di completezza, ad <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di censimento che <strong>in</strong>tendono contare le esperienze di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, basandosi esclusivamente su nomi e titoli dati a progetti od uffici.A causa di tali carenze <strong>in</strong>formative non è stato possibile avere una rappresentazione quantitativa,unitaria ed esaustiva, dei servizi attivi <strong>in</strong> Piemonte prima che <strong>la</strong> politica regionale di promozionedel<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> avesse <strong>in</strong>izio. Nel corso delle <strong>in</strong>terviste si è qu<strong>in</strong>di cercato diraccogliere impressioni e punti di vista di alcuni testimoni privilegiati su quale fosse l’entità deiservizi di <strong>mediazione</strong> offerti sul territorio prima del 2003 e <strong>in</strong> che misura essi rispondessero ad unbisogno esistente di <strong>mediazione</strong>.Il quadro che ne è emerso descrive una situazione caratterizzata da un’elevata eterogeneità e unaforte segmentazione nell’offerta dei servizi. Accanto a realtà amm<strong>in</strong>istrative locali già ricche diuna certa esperienza nel settore, gli <strong>in</strong>tervistati descrivono situazioni nelle quali <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong> non solo è poco utilizzata, ma è anche un’attività poco conosciuta dagli operatori deidiversi servizi d’utilità. Lo spontaneismo, e un certo grado di sperimentazione, che hannocaratterizzato <strong>in</strong> questi anni <strong>la</strong> nascita e lo sviluppo delle esperienze di <strong>mediazione</strong>, sembrano averprodotto <strong>in</strong> Piemonte, così come d’altra parte accade nel resto d’Italia, un contesto “a macchia dileopardo”. Rilevanti differenze nell’erogazione di questo tipo di servizio non esistono soltanto tra20 Cfr. nota 2.21 Da Indag<strong>in</strong>e sul<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Italia, op. cit., pag. 165.17


CONTRIBUTI DI RICERCAi diversi territori (ad esempio, tra aree regionali <strong>in</strong>teressate <strong>in</strong> misura quantitativamente disugualedal fenomeno immigratorio), ma anche all’<strong>in</strong>terno dello stesso territorio tra le s<strong>in</strong>goleamm<strong>in</strong>istrazioni locali che vi operano. Ad apparenti somiglianze <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di bisogno e diopportunità d’accesso a f<strong>in</strong>anziamenti possono corrispondere disuguaglianze, anche molto forti,per quanto riguarda il ricorso ai servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.Sono perlopiù le organizzazioni del Terzo Settore (associazioni di volontariato, enti non profit ecooperative) a giocare un’importante ruolo di promozione, oltre che di attuazione, dei progetti di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> 22 . Nelle situazioni <strong>in</strong> cui tali organizzazioni sono più d<strong>in</strong>amiche, o piùradicate sul territorio, è più facile che nascano col<strong>la</strong>borazioni con enti pubblici, f<strong>in</strong>alizzate a darvita a questo tipo di progetti. Molto spesso i servizi di <strong>mediazione</strong> sono <strong>in</strong>fatti forniti <strong>in</strong> seguito aconvenzioni stipu<strong>la</strong>te tra tali organizzazioni e amm<strong>in</strong>istrazioni territoriali (prov<strong>in</strong>ce, comuni,scuole, presidi ospedalieri, questure, prefetture,…) che si dimostrano partico<strong>la</strong>rmente sensibili alproblema del rapporto con l’utenza immigrata. Tali enti, stimo<strong>la</strong>ti dall’<strong>in</strong>iziativa del privatosociale, decidono di avvalersi dei contributi pubblici disponibili per f<strong>in</strong>anziare l’avvio delle primeattività. In questo scenario, il Fondo nazionale per le politiche migratorie sembra costituire <strong>la</strong>pr<strong>in</strong>cipale fonte di f<strong>in</strong>anziamento dei progetti di <strong>mediazione</strong>, che preesistevano al<strong>la</strong> politicaregionale di <strong>in</strong>centivazione avviata grazie alle risorse rese disponibili dall’Accordo di programmadel 2002.UN BISOGNO “SOMMERSO” DI MEDIAZIONE CULTURALESe ricomporre il quadro dei servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> offerti prima del 2002 appare moltocomplicato, ricostruire il “bisogno” di tali servizi, esistente nelle amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche<strong>piemonte</strong>si prima di quel<strong>la</strong> data, risulta quasi impossibile. Non vi è stato <strong>in</strong>fatti alcun tentativosistematico di analizzare quale fosse <strong>la</strong> domanda di servizi di <strong>mediazione</strong> da parte degli entioperanti <strong>in</strong> Piemonte, prima che l’Accordo di programma venisse stipu<strong>la</strong>to.In teoria, tale analisi potrebbe essere svolta mettendo <strong>in</strong>sieme gli elenchi di enti edamm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche che, negli anni precedenti al 2002, hanno presentato richieste disovvenzioni per <strong>la</strong> realizzazione di progetti di <strong>mediazione</strong> presso una delle diverse fonti dif<strong>in</strong>anziamento (oltre al già citato Fondo nazionale per le politiche migratorie, il Fondo nazionaleper l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza 23 , eventuali risorse comunali aggiuntive, risorse provenienti dalleFondazioni ex-bancarie o da altre Fondazioni private,…). In pratica, un’analisi di questo tipo,oltre ad <strong>in</strong>contrare notevoli difficoltà legate al<strong>la</strong> necessità di recuperare ed aggregare archivi<strong>in</strong>formatici e cartacei tenuti da numerosi enti a differenti livelli di governo, produrrebbeprobabilmente una stima errata per difetto del bisogno di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.Questo, <strong>in</strong> primo luogo, perché non tutti gli enti che hanno rapporti con utenza immigratapossiedono i mezzi e i requisiti necessari per partecipare ai bandi di f<strong>in</strong>anziamento. Ne consegueche, pur essendo consapevoli del<strong>la</strong> necessità di attivare un servizio di <strong>mediazione</strong> all’<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong>loro organizzazione, non si trovano nel<strong>la</strong> condizione di poter <strong>in</strong>vestire tempo e risorse per tentaredi ottenere eventuali f<strong>in</strong>anziamenti. In secondo luogo, perché non tutti gli enti conosconorealmente <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> e sono pienamente consapevoli dei vantaggi che essa può22 Secondo l’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e CISP-Unimed, <strong>in</strong> Italia circa il 58% degli organismi che operano nel campo del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>(sui 178 rispondenti al<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva domanda del questionario) provengono dal privato sociale (associazioni senza scopodi lucro, cooperative, organizzazioni di volontariato, fondazioni ed enti di formazione). Op. cit., pag. 111.23 Si tratta del Fondo istituito dal<strong>la</strong> Legge 28 agosto 1997, n. 285, “Disposizioni per <strong>la</strong> promozione di diritti e di opportunitàper l'<strong>in</strong>fanzia e l'adolescenza”.18


CONTRIBUTI DI RICERCAportare nel<strong>la</strong> risoluzione di situazioni di tensione o di conflitto. Pur avvertendo qu<strong>in</strong>di l’esistenzadi un problema, tali enti non <strong>in</strong>travedono nelle attività di <strong>mediazione</strong> una possibile soluzione.Ciò fa pensare che le amm<strong>in</strong>istrazioni che partecipano ai bandi pubblici siano solo una parte, nonè possibile dire quanto picco<strong>la</strong>, di coloro che potrebbero utilmente servirsi di mediatori culturali.Detto <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i, <strong>la</strong> domanda di <strong>mediazione</strong> espressa attraverso <strong>la</strong> presentazione dellerichieste di f<strong>in</strong>anziamento è <strong>in</strong>feriore al<strong>la</strong> domanda potenziale. Se questo è vero, leamm<strong>in</strong>istrazioni che attuano <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, o quelle che partecipano ai bandidi f<strong>in</strong>anziamento, rappresentano solo uno spicchio di un più vasto <strong>in</strong>sieme di enti che <strong>in</strong>contranodifficoltà anche rilevanti nel<strong>la</strong> gestione di un’utenza composta anche di immigrati.La sensazione che vi sia un bisogno <strong>la</strong>tente o sommerso di questo tipo di servizi è stata più volteregistrata nel corso delle <strong>in</strong>terviste sia con i funzionari prov<strong>in</strong>ciali, sia con i rappresentanti delleassociazioni e degli organismi che si occupano a vario titolo di immigrazione. Buona parte dellepersone <strong>in</strong>tervistate ritiene <strong>in</strong>fatti che le risorse f<strong>in</strong>anziarie attualmente disponibili sono di granlunga <strong>in</strong>feriori a quelle che sarebbero necessarie a soddisfare <strong>la</strong> reale domanda di <strong>mediazione</strong>presente all’<strong>in</strong>terno delle amm<strong>in</strong>istrazioni.L’esistenza di una domanda di <strong>mediazione</strong> ancora non del tutto espressa <strong>in</strong> sedi ufficiali è unadelle conclusioni al<strong>la</strong> quale giunge anche il gruppo di ricerca di FIERI (Forum e Istituto Europeodi Ricerche sull’Immigrazione), <strong>in</strong> un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e volta a ricostruire gli <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong> tema diimmigrazione <strong>in</strong> trenta Comuni del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o con più di 10.000 abitanti.Nel rapporto conclusivo i trenta Comuni al centro del<strong>la</strong> ricerca sono stati divisi <strong>in</strong> due categoriepr<strong>in</strong>cipali: gli “<strong>in</strong>tervenenti”, cioè amm<strong>in</strong>istrazioni comunali che hanno attivato specifichepolitiche direttamente rivolte al fenomeno dell’immigrazione, e i “non <strong>in</strong>tervenenti”, cioèamm<strong>in</strong>istrazioni che al momento delle <strong>in</strong>terviste dichiaravano di non aver predisposto partico<strong>la</strong>ri<strong>in</strong>terventi re<strong>la</strong>tivi a questo fenomeno. Tra i dieci Comuni “<strong>in</strong>tervenenti”, solo quattro segna<strong>la</strong>no<strong>la</strong> presenza di mediatori culturali che, su <strong>in</strong>iziativa dell’amm<strong>in</strong>istrazione comunale, operanopresso scuole, servizi socio-assistenziali e sportelli <strong>in</strong>formativi rivolti ai migranti, ma almeno altritre enti dichiarano di aver già preso <strong>in</strong> considerazione <strong>la</strong> necessità di <strong>in</strong>trodurre questa nuovafigura professionale per facilitare l’accesso dei cittad<strong>in</strong>i immigrati ai servizi locali.A conferma del bisogno <strong>la</strong>tente di <strong>mediazione</strong> di cui abbiamo par<strong>la</strong>to, anche tra i venti Comuni“non <strong>in</strong>tervenenti” ve ne sono molti che, pur non predisponendo politiche ad hoc, riconosconocome problema prioritario da affrontare “le difficoltà di comunicazione l<strong>in</strong>guistica e dicomprensione delle procedure e delle pratiche burocratiche da parte degli immigrati” 24 . Glioperatori osservano negli immigrati “una certa diffidenza nei confronti dei servizi comunali, chesecondo molti degli <strong>in</strong>tervistati viene di solito superata grazie al<strong>la</strong> presenza di mediatori culturali“<strong>in</strong>formali”, ovvero i connazionali che hanno già fatto ricorso a quei servizi, o i figli, talvoltaanche m<strong>in</strong>ori, che conoscono meglio <strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua italiana e possono aiutare i genitori nel<strong>la</strong>comprensione dei moduli e delle richieste dell’operatore” 25 . Alcuni degli <strong>in</strong>tervistati sostengono<strong>in</strong>oltre che una tale situazione di diffidenza è rive<strong>la</strong>trice del<strong>la</strong> “necessità di <strong>in</strong>trodurre unapproccio <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> ai servizi, con una formazione specifica che aiuti gli operatori a24 Da Progetto 30 Comuni: <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sugli <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong> tema di immigrazione nei Comuni del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o con più di 10.000abitanti, G. Z<strong>in</strong>cone, T. Caponio, A. Lostia (a cura di), Fieri, Tor<strong>in</strong>o, 2004. Il rapporto è scaricabile dal sito web:http://www.fieri.it.25 Op. cit., pag. 30 e seguenti.19


CONTRIBUTI DI RICERCAriconoscere, e a tenere, nel dovuto conto le specifità culturali e sociali degli immigrati”. Partedegli <strong>in</strong>terpel<strong>la</strong>ti <strong>in</strong>dividuano perciò, <strong>in</strong> modo più o meno esplicito, l’utilità dell’<strong>in</strong>troduzione difigure di mediatori <strong>in</strong>terculturali e, allo stesso tempo, percepiscono come elemento importanteper <strong>la</strong> prevenzione e <strong>la</strong> risoluzione di possibili situazioni critiche <strong>la</strong> formazione degli operatori deiservizi.Naturalmente tale bisogno emerge <strong>in</strong> modo più pressante e allo stesso tempo più consapevole,<strong>la</strong>ddove è <strong>in</strong> crescita il fenomeno immigratorio. “L’importanza di attrezzare i servizi con nuovistrumenti professionali <strong>in</strong> grado di rispondere al<strong>la</strong> domanda, di cui gli stranieri sono portatori,sembra diffondersi nel<strong>la</strong> consapevolezza dei Comuni man mano che <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione migrantecresce numericamente e si diffonde <strong>in</strong> diversi centri del territorio regionale che avevano avutof<strong>in</strong>o a tempi recenti scarsi o nulli contatti con questo fenomeno”.Un ragionamento analogo può essere condotto per altri tipi di enti territoriali (scuole, questure,ospedali) che, essendo a diretto contatto con un’utenza immigrata <strong>in</strong> forte crescita, sia nellequantità che nel<strong>la</strong> varietà dei paesi di provenienza, percepiscono con chiarezza l’<strong>in</strong>sorgere digrosse difficoltà re<strong>la</strong>zionali e avvertono <strong>la</strong> necessità di avviare <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong>novativi <strong>in</strong> questoambito. Anche per queste amm<strong>in</strong>istrazioni <strong>la</strong> maturazione del<strong>la</strong> consapevolezza di trovarsid<strong>in</strong>anzi ad un nuovo stato di bisogno va di pari passo con l’evolversi del fenomeno immigratorio.In mancanza di una rigorosa analisi che tenti di ricostruire l’esatta entità del<strong>la</strong> domanda (espressao potenziale) di servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, è possibile assumere l’aumento dell’immigrazionecome una prima approssimazione del crescente, ma <strong>in</strong>determ<strong>in</strong>ato nel<strong>la</strong> sua entità, bisogno d<strong>in</strong>uovi strumenti professionali f<strong>in</strong>alizzati al<strong>la</strong> risoluzione di attriti, contrasti o semplici<strong>in</strong>comprensioni tra gli operatori e gli utenti.L’IMMIGRAZIONE: UN FENOMENO IN AUMENTO SULL’INTERO TERRITORIO REGIONALEIn effetti, il fenomeno dell’immigrazione risulta essere <strong>in</strong> aumento su tutto il territorio regionale.Se si osservano i dati re<strong>la</strong>tivi al numero di permessi di soggiorno ri<strong>la</strong>sciati nel<strong>la</strong> Regione Piemontenegli ultimi dodici anni, si registra un forte aumento a partire dal 1996. In circa sei anni il numerodi permessi ri<strong>la</strong>sciati è raddoppiato. Secondo i dati forniti dal M<strong>in</strong>istero dell’Interno, dopo c<strong>in</strong>queanni di re<strong>la</strong>tiva stabilità (1991-1995), <strong>in</strong> cui sono stati ri<strong>la</strong>sciati tra i 49.000 e i 54.000 permessi disoggiorno all’anno, si è giunti nel 2002 a ben 107.563 permessi di soggiorno ri<strong>la</strong>sciati. Nellostesso anno i permessi di soggiorno ri<strong>la</strong>sciati sono aumentati di circa il 12,2% rispetto a quelliri<strong>la</strong>sciati nel corso del 2001, quando già si era registrato un aumento cospicuo, pari a circa il14,3%, rispetto all’anno precedente. Gli ultimi dati giunti dal M<strong>in</strong>istero, re<strong>la</strong>tivi al 2003, mettono<strong>in</strong> evidenza un aumento partico<strong>la</strong>rmente rilevante del numero dei permessi ri<strong>la</strong>sciati, cheraggiungono quota 167.215 (+ 55% rispetto al 2002).20


CONTRIBUTI DI RICERCAGRAFICO 2.A – PERMESSI DI SOGGIORNO RILASCIATI IN PIEMONTE (PERIODO 1991-2003) AL 31/12 – MINISTERODELL’INTERNO180000167615160000140000PERMESSI RILASCIATI12000010000080000600005463949446530825392251880721838180669748790698381195872107563400002000001991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003E<strong>la</strong>borazioni dati: M<strong>in</strong>istero dell’Interno e Settore Statistico del<strong>la</strong> Regione PiemonteL’archivio statistico dei permessi di soggiorno, tenuto dal M<strong>in</strong>istero dell'Interno, viene alimentatodalle registrazioni operate dalle s<strong>in</strong>gole questure; si tratta del<strong>la</strong> più completa fonte <strong>in</strong>formativasul<strong>la</strong> presenza straniera rego<strong>la</strong>re <strong>in</strong> Italia. Nei dati pubblicati dal M<strong>in</strong>istro dell’Interno 26 e riferiti al31 dicembre di ciascun anno risultano però compresi anche un certo numero di permessi che, al<strong>la</strong>data di riferimento, sono scaduti. Per questo motivo l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat)corregge il dato m<strong>in</strong>isteriale, <strong>in</strong>dividuando i permessi di soggiorno che al primo gennaio di ognianno risultano <strong>in</strong> vigore e quelli che, seppur scaduti, vengono successivamente prorogati epertanto risultano riconducibili a cittad<strong>in</strong>i stranieri rego<strong>la</strong>rmente presenti sul territorio italiano. Idati Istat, pubblicati con uno scarto di circa dieci mesi rispetto a quelli m<strong>in</strong>isteriali, presentanoperciò una diversa stima dei cittad<strong>in</strong>i stranieri soggiornanti. I dati corretti dall’Istat (illustrati nelgrafico 2b) confermano il forte aumento del<strong>la</strong> presenza di stranieri <strong>in</strong> Piemonte: secondo talistime, gli stranieri rego<strong>la</strong>ri presenti <strong>in</strong> Italia al 1 gennaio 2003 erano 107.950 unità contro le44.402 unità contate al primo gennaio 1996 27 .26 Occorre precisare come non tutti gli immigrati soggiornanti <strong>in</strong> Italia siano conteggiati nel numero dei permessi disoggiorno ri<strong>la</strong>sciati nel corso dell’anno. Tale numero non comprende <strong>in</strong>fatti i m<strong>in</strong>orenni che hanno il permesso disoggiorno con un genitore e i permessi di soggiorno non ancora registrati. La Caritas di Roma nel dossier statistico2000 propone di aumentare il numero dei permessi di circa il 19% per ottenere una stima più realistica deisoggiornanti. A questo proposito si veda Immigrati <strong>in</strong> Piemonte – Una panoramica sul<strong>la</strong> presenza degli stranieri nel territorioregionale, E. Al<strong>la</strong>s<strong>in</strong>o, W.P. 143/2000, IRES-Piemonte, Tor<strong>in</strong>o, 2000. Il documento è scaricabile dal sito web:http://www.ires.<strong>piemonte</strong>.it/contributi.html.27 Si veda a questo proposito i dati re<strong>la</strong>tivi al Piemonte riportati su21


CONTRIBUTI DI RICERCAGRAFICO 2.B – PERMESSI DI SOGGIORNO RILASCIATI IN PIEMONTE (PERIODO 1991-2003) AL 01/01 – ISTAT120000107950100000910341011788356880000PERMESSI RILASCIATI600004000035303333113658939697444026316967376700542000001992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003Fonte: Dati: IstatLe statistiche disaggregate per s<strong>in</strong>go<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia, fornite dal M<strong>in</strong>istero dell’Interno e re<strong>la</strong>tive albiennio 2001-2002 (tavo<strong>la</strong> 2a), confermano il dato, peraltro abbastanza ovvio e già ampiamenteconosciuto 28 , che il più alto numero di immigrati risiede nel<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o. Tale prov<strong>in</strong>ciaconta, <strong>in</strong>fatti, una popo<strong>la</strong>zione immigrata soggiornante pari a circa <strong>la</strong> metà di quel<strong>la</strong> presentenell’<strong>in</strong>tero territorio regionale 29 . Nel 2002 circa il 52% del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione totale di soggiornant<strong>in</strong>el<strong>la</strong> regione è localizzata all’<strong>in</strong>terno dei conf<strong>in</strong>i del territorio tor<strong>in</strong>ese. La prov<strong>in</strong>cia che ri<strong>la</strong>scia <strong>la</strong>maggior percentuale di permessi di soggiorno, dopo Tor<strong>in</strong>o, risulta essere Cuneo, con circa il12,6%; mentre il Verbano Cusio Osso<strong>la</strong> presenta il valore m<strong>in</strong>imo pari al 2,7%.http://www.<strong>piemonte</strong>immigrazione.it/permessi.html e <strong>la</strong> pubblicazione: La presenza stranieri <strong>in</strong> Italia: caratteristichesocio-demografiche. I permessi di soggiorno al primo gennaio degli anni 2001, 2002 e 2003, D. Gabrielli (a cura di), Istat, Roma,2004.28 Per un’analisi dettagliata del<strong>la</strong> composizione del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione immigrata <strong>in</strong> Piemonte, si veda “Pr<strong>in</strong>cipalicaratteristiche del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione straniera <strong>in</strong> Piemonte”, M. Reg<strong>in</strong>ato, <strong>in</strong> Residenti stranieri <strong>in</strong> Piemonte – At<strong>la</strong>nte 1993-2000,Settore Statistico Regionale (a cura di), Tor<strong>in</strong>o, 2002. Il documento è <strong>in</strong>teramente scaricabile dal sito web:http://www.regione.<strong>piemonte</strong>.it/stat/stranieri. Inoltre il tema del<strong>la</strong> presenza degli immigrati stranieri nel<strong>la</strong> regioneviene affrontato anche <strong>in</strong> Popo<strong>la</strong>zione e società <strong>in</strong> Piemonte, W.P. 153/2001, C. Bonifazi, G. Gesano, F. He<strong>in</strong>s, IRES-Piemonte, Tor<strong>in</strong>o, 2001, pp. 59-64. Il documento è scaricabile dal sito web:http://www.ires.<strong>piemonte</strong>.it/contributi.html.29 Secondo i dati re<strong>la</strong>tivi al 2003 <strong>la</strong> quota di soggiornanti residenti a Tor<strong>in</strong>o è pari a circa il 55% di quel<strong>la</strong> presente sulterritorio <strong>piemonte</strong>se. Si tratta di un fenomeno diffuso anche <strong>in</strong> altre regioni: spesso <strong>in</strong>fatti il capoluogo regionaleca<strong>la</strong>mita <strong>la</strong> quota più consistente di stranieri. Oltre che a Tor<strong>in</strong>o, sempre nel 2003 si registrano concentrazioni simili aGenova (56%) e Napoli (55%); ancora più consistenti le concentrazioni a Roma (88%) e erug<strong>in</strong>a (80%). Si veda:Immigrazione – Dossier Statistico 2004, Caritas – Migrantes, Roma, 2004. Una s<strong>in</strong>tesi è scaricabile dal sito web:http://www.db.caritas.g<strong>la</strong>uco.it/caritastest/temi/Immigrazione/Dossier_2004/home.htm.22


CONTRIBUTI DI RICERCATAVOLA 2.A – PERMESSI DI SOGGIORNO RILASCIATI NELLE DIVERSE PROVINCE PIEMONTESIProv<strong>in</strong>cia 2001 2002 Differenza %Alessandria 7.118 8.416 18,2%Asti 6.150 6.899 12,2%Biel<strong>la</strong> 4.356 4.740 8,8%Cuneo 10.335 13.577 31,4%Novara 8.572 10.070 17,5%Tor<strong>in</strong>o 52.164 56.186 7,7%Verbano Cusio Osso<strong>la</strong> 2.776 3.008 8,4%Vercelli 4.401 4.667 6%Piemonte 95.872 107.563 12,2%Fonte: M<strong>in</strong>istero dell’Interno e Osservatorio regionale sull’immigrazioneNonostante <strong>la</strong> sostanziale conferma di una forte concentrazione nell’area tor<strong>in</strong>ese, occorreregistrare nei primi anni di questo decennio una sempre più ampia distribuzione degli stranierisoggiornanti anche nelle altre prov<strong>in</strong>ce <strong>piemonte</strong>si. Negli ultimi due anni si registrano, <strong>in</strong>fatti,aumenti rilevanti del numero di permessi di soggiorno sull’<strong>in</strong>tero territorio regionale: gli<strong>in</strong>crementi più accentuati sono evidenziati con riferimento al<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia di Cuneo, con circa il31% <strong>in</strong> più di stranieri soggiornanti nel 2002 rispetto all’anno precedente, al<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia diAlessandria, circa il 18,2% <strong>in</strong> più, e a quel<strong>la</strong> di Novara, circa il 17,5% <strong>in</strong> più. La prov<strong>in</strong>cia diCuneo registra anche l’aumento più marcato <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti (+3.242 permessi di soggiornorispetto al 2001), mentre l’aumento più modesto è registrato nel<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia di Verbania, pari acirca 232 unità. Il territorio regionale sembra essere perciò <strong>in</strong>teressato dall’immigrazione straniera<strong>in</strong> modo sempre più compatto e non esistono più, come <strong>in</strong>vece accadeva nel passato, areecompletamente estranee (o quasi) a questo fenomeno.Come mostra <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 2.b, l’<strong>in</strong>cidenza sul<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione residente del numero dei soggiornantistranieri è <strong>in</strong> aumento dal 2000 <strong>in</strong> tutte le prov<strong>in</strong>ce <strong>piemonte</strong>si <strong>in</strong> modo pressoché uniforme. Se ilnumero di permessi di soggiorno viene <strong>in</strong>fatti normalizzato con il dato re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione,le differenze molto marcate registrate nei valori assoluti tra Tor<strong>in</strong>o e le altre prov<strong>in</strong>ce vengono <strong>in</strong>buona misura ridimensionate. Nel 2002 Novara, Vercelli e Asti presentano un’<strong>in</strong>cidenza sul<strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zione residente superiore a quel<strong>la</strong> registrata su Tor<strong>in</strong>o e anche Cuneo e Biel<strong>la</strong> si attestanosu numeri molto vic<strong>in</strong>i, seppur leggermente <strong>in</strong>feriori, al dato tor<strong>in</strong>ese.TAVOLA 2.B – INCIDENZA DEI SOGGIORNANTI STRANIERI SULLA POPOLAZIONE – DATI ESPRESSI IN 0/00Incidenza degli immigrati soggiornanti sul<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zioneProv<strong>in</strong>cia2000 2002Alessandria 16,49 20,12Asti 25,7 32,99Biel<strong>la</strong> 21,16 25,22Cuneo 7,27* 24,17Novara 22,71 29,11Tor<strong>in</strong>o 22 25,87Verbano Cusio Osso<strong>la</strong> 16,17 18,84Vercelli 22,55 26,44Piemonte 19,54 25,42*Dato sottostimato di circa il 40% per <strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia di CuneoE<strong>la</strong>borazioni dati del Settore Statistico del<strong>la</strong> Regione Piemonte e M<strong>in</strong>istero dell’Interno23


CONTRIBUTI DI RICERCATRE MOTIVI PER PROMUOVERE LA MEDIAZIONEPer rispondere dunque <strong>in</strong> modo s<strong>in</strong>tetico all’<strong>in</strong>terrogativo posto all’<strong>in</strong>izio del paragrafo, perchédar corso ad una politica per <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Piemonte, possiamoidentificare almeno tre solide motivazioni, che appaiono <strong>in</strong> qualche misura tra loro legate:1) una forte crescita del fenomeno immigratorio, osservata <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re negli ultimi anni,sull’<strong>in</strong>tero territorio regionale, anche <strong>in</strong> aree con una scarsa tradizione di accoglienza e di<strong>in</strong>contro con culture provenienti da paesi lontani;2) un’<strong>in</strong>sufficiente conoscenza del<strong>la</strong> natura e del<strong>la</strong> praticabilità del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong> da parte di alcune amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche che, nello stesso tempo, <strong>in</strong>iziano adavvertire un bisogno, più o meno consapevole, di professionalità e strumenti (anche culturali)nuovi per affrontare i problemi che emergono dal confronto con l’utenza immigrata;3) una grande disparità e frammentazione nell’impiego del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, anchetra enti che operano nello stesso settore (sanità, scuo<strong>la</strong>, giustizia, assistenza sociale, servizi peril <strong>la</strong>voro…) e, comunque, una difficoltà generalizzata a consolidare e stabilizzare le esperienze<strong>in</strong> atto.Accanto a queste tre motivazioni, si colloca <strong>la</strong> scelta fondamentale, operata dal<strong>la</strong> RegionePiemonte ormai da alcuni anni, di <strong>in</strong>vestire sul<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> per favorire l’<strong>in</strong>tegrazionesociale dei cittad<strong>in</strong>i stranieri immigrati. La <strong>mediazione</strong> è stata ufficialmente riconosciuta qualestrumento qualificato e necessario per <strong>la</strong> risoluzione e <strong>la</strong> prevenzione di difficoltà, tensioni eattriti che possono scaturire dal rapporto “obbligato” tra operatori e funzionari del<strong>la</strong> pubblicaamm<strong>in</strong>istrazione e utenti immigrati. Il Piemonte, ad esempio, è stata <strong>la</strong> prima regione italiana afornire ufficialmente il profilo formativo del<strong>la</strong> figura di mediatore <strong>culturale</strong> 30 e, a partire dal 2000,ha <strong>in</strong>vestito <strong>in</strong> modo determ<strong>in</strong>ato e sostanzioso nel<strong>la</strong> formazione di operatori che <strong>la</strong>vorano <strong>in</strong>questo partico<strong>la</strong>re ambito professionale 31 .2.3 Il “modello logico”In questo paragrafo sono riassunti i tratti salienti del<strong>la</strong> politica regionale per <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong><strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>. A questo f<strong>in</strong>e si utilizza anche una rappresentazione grafica 32 che aiuta amettere <strong>in</strong> evidenza <strong>la</strong> logica dell’<strong>in</strong>tervento, ovvero a mostrare <strong>in</strong> modo s<strong>in</strong>tetico le concretef<strong>in</strong>alità che questa partico<strong>la</strong>re politica pubblica <strong>in</strong>tende conseguire attraverso <strong>la</strong> realizzazione diazioni specifiche; le caratteristiche del contesto, nel quale <strong>la</strong> politica è nata; gli assunti e le ipotesiche stanno ne stanno al<strong>la</strong> base; i risultati che <strong>la</strong> Regione si attende dal<strong>la</strong> sua implementazione.Questa politica regionale viene disegnata <strong>in</strong> un momento di forte crescita dell’immigrazione nelterritorio regionale. A fronte delle difficoltà che gli enti pubblici <strong>in</strong>contrano nell’affrontare lenuove sfide re<strong>la</strong>zionali, derivanti dal<strong>la</strong> gestione di un’utenza immigrata <strong>in</strong> aumento, e di un’offertadi servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> che si presenta segmentata e frammentaria, si decide di <strong>in</strong>vestirele risorse una tantum, rese disponibili dall’Accordo di programma, per diffondere l’impiego dimediatori culturali.30 Vedi supra nota 7.31 Si veda a questo proposito Mediazione <strong>culturale</strong> – Esperienze e percorsi formativi, A. Belpiede (a cura di), UTET, Tor<strong>in</strong>o,2002.32 Nel<strong>la</strong> letteratura specializzata simili rappresentazioni grafiche sono spesso def<strong>in</strong>iti “modelli logici” (logic model). Peruna veloce rassegna <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese sui possibili utilizzi di questo strumento e per una prima lista di riferimentibibliografici sull’argomento, si consiglia <strong>la</strong> visione del sito web: http://www.uwex.edu/ces/pdande/<strong>in</strong>dex.html.24


CONTRIBUTI DI RICERCAIn parte, tali risorse vanno a f<strong>in</strong>anziare i progetti di <strong>mediazione</strong> e<strong>la</strong>borati, e successivamenteattuati, dalle amm<strong>in</strong>istrazioni operanti a livello locale (comunità montane, comuni, questure,prefetture, scuole, unità sanitarie locali); <strong>in</strong> parte vanno a f<strong>in</strong>anziare <strong>la</strong> realizzazione di corsi diformazione dest<strong>in</strong>ati ad operatori pubblici che svolgono <strong>la</strong> loro attività <strong>la</strong>vorativa presso quellestesse amm<strong>in</strong>istrazioni. L’opportunità che, almeno <strong>in</strong> un primo momento, si <strong>in</strong>tende favorire èche i f<strong>in</strong>anziamenti sui progetti <strong>la</strong>vor<strong>in</strong>o <strong>in</strong> s<strong>in</strong>ergia con i corsi di formazione al f<strong>in</strong>e di faremergere il bisogno “<strong>la</strong>tente” di <strong>mediazione</strong> e di avviare un processo virtuoso di crescita diconoscenze e di consapevolezze sulle possibilità d’impiego dei mediatori all’<strong>in</strong>terno delleamm<strong>in</strong>istrazioni 33 .Nel<strong>la</strong> logica dell’<strong>in</strong>tervento, al<strong>la</strong> sp<strong>in</strong>ta propulsiva <strong>in</strong>iziale, provocata dal<strong>la</strong> grande disponibilità dirisorse spendibili <strong>in</strong> un periodo molto limitato di tempo (circa un anno), dovrebbesuccessivamente seguire il consolidamento e <strong>la</strong> stabilizzazione delle esperienze di <strong>mediazione</strong> di“successo” ad opera dei s<strong>in</strong>goli enti territoriali. Questa è <strong>la</strong> scommessa di fondo del<strong>la</strong> politica:oltre ad assicurare il f<strong>in</strong>anziamento corrente dei servizi attivati nel periodo di vigenzadell’Accordo, <strong>la</strong> Regione <strong>in</strong>tende stimo<strong>la</strong>re gli enti <strong>piemonte</strong>si a progettare e realizzare attività di<strong>mediazione</strong> e ad <strong>in</strong>vestire su queste, <strong>in</strong> modo cont<strong>in</strong>uativo ed autonomo rispetto alle risorsemesse a disposizione dal<strong>la</strong> stessa amm<strong>in</strong>istrazione regionale.33 A conferma di tale <strong>in</strong>iziale volontà del<strong>la</strong> Regione, nel<strong>la</strong> Determ<strong>in</strong>a Dirigenziale n. 215/2003 si legge: “I progetti di<strong>mediazione</strong> saranno attivati prioritariamente nelle strutture pubbliche il cui personale è stato <strong>in</strong>serito nei corsi di formazione attivati conl’Accordo, attraverso <strong>la</strong> direttiva “Formazione per <strong>la</strong>voratori occupati” anno 2003 (D.G.R. n. 79-7317 del 7.10.2002)”.25


GRAFICO 2.C – IL MODELLO LOGICO DELLA POLITICACONTRIBUTI DI RICERCAIL MODELLO LOGICO DELLAPOLITICA REGIONALE PER LA PROMOZIONE DELLA MEDIAZIONE CULTURALEL<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>terventoSogg. attuatoriDest<strong>in</strong>atariRisultati attesiF<strong>in</strong>alitàSituazione di partenza• Immigrazione <strong>in</strong> fortecrescita sul territorioregionale• Difficoltà degli enti pubbliciad affrontare le nuove sfidere<strong>la</strong>zionali derivanti dal<strong>la</strong>gestione di utenti immigrati• Esperienze di <strong>mediazione</strong>frammentarie, nonconsolidate, pococonosciute e diffuse26F<strong>in</strong>anziamenti direttia progetti di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>implementati dagli entiCorsi di formazioneper operatori pubblicisu temi legati al<strong>la</strong><strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>Direzione RegionalePolitiche Sociali;Uffici prov<strong>in</strong>ciali chesi occupano diimmigrazioneDirezione RegionaleForm. Profession.;Uffici prov<strong>in</strong>ciali chesi occupano di<strong>la</strong>voro e formazioneEnti pubblici didiversa naturaComunitàmontane; Comuni;Questure; Carceri;Prefetture;Ospedali eAziende Sanitarie;Scuole; Distrettisco<strong>la</strong>stici; Centriper l’impiegoAssunti ed ipotesi di baseEmersione delbisogno di<strong>mediazione</strong>presente <strong>in</strong> senoalle amm<strong>in</strong>istr.Maturazione dimaggioreconsapevolezzasulle possibilitàd’impiego deimediatoriStimo<strong>la</strong>re gli enti<strong>piemonte</strong>si aprogettare erealizzareattività di<strong>mediazione</strong> e ad<strong>in</strong>vestire suqueste, <strong>in</strong> modocont<strong>in</strong>uativo edautonomo dallerisorse regionalidisponibili1) La <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> viene considerato uno strumento utile a superare difficoltà di re<strong>la</strong>zione e di comunicazione tra lem<strong>in</strong>oranze immigrate e le istituzioni che operano sul territorio2) I f<strong>in</strong>anziamenti diretti a progetti di <strong>mediazione</strong> possono <strong>la</strong>vorare <strong>in</strong> s<strong>in</strong>ergia con i corsi di formazione dest<strong>in</strong>ati ad operatori pubblici.Questa doppia azione mette <strong>in</strong> moto un processo virtuoso di crescita di conoscenze e di consapevolezza sui temi del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong>.3) Al<strong>la</strong> sp<strong>in</strong>ta propulsiva <strong>in</strong>iziale, provocata dal<strong>la</strong> politica regionale, seguirà il consolidamento e <strong>la</strong> stabilizzazione delle esperienzepiù riuscite, ad opera dei s<strong>in</strong>goli enti attuatori. I DUE DIFFERENTI PERCORSI ATTUATIVI ADOTTATI DALLA REGIONE PIEMONTEPer conseguire questa f<strong>in</strong>alità sono stati adottati dal<strong>la</strong> Regione due differenti percorsi attuativi. Le risorse dest<strong>in</strong>ate a f<strong>in</strong>anziare iprogetti di <strong>mediazione</strong> proposti dagli enti sono state gestite dal<strong>la</strong> Direzione Regionale Politiche Sociali e questa ha provveduto adallocarle alle s<strong>in</strong>gole amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali. Le Prov<strong>in</strong>ce, e più <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re gli uffici che si occupano delle politiche perl’immigrazione, hanno ricevuto il mandato di contattare gli enti <strong>in</strong>teressati, <strong>in</strong>coraggiare <strong>la</strong> progettazione degli <strong>in</strong>terventi, ricevere lerichieste di f<strong>in</strong>anziamento e selezionare i progetti da f<strong>in</strong>anziare. Inoltre, agli stessi uffici è stato assegnato l’<strong>in</strong>carico di provvedere alleerogazioni dei pagamenti successivi all’attuazione degli <strong>in</strong>terventi e di predisporre <strong>la</strong> documentazione per <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva rendicontazionea consuntivo.


I DUE DIFFERENTI PERCORSI ATTUATIVI ADOTTATI DELLA REGIONE PIEMONTEPer conseguire questa f<strong>in</strong>alità sono stati adottati dal<strong>la</strong> Regione due differenti percorsi attuativi. Lerisorse dest<strong>in</strong>ate a f<strong>in</strong>anziare i progetti di <strong>mediazione</strong> proposti dagli enti sono state gestite dal<strong>la</strong>Direzione Regionale Politiche Sociali e questa ha provveduto ad allocarle alle s<strong>in</strong>goleamm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali. Le Prov<strong>in</strong>ce, e più <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re gli uffici che si occupano dellepolitiche per l’immigrazione, hanno ricevuto il mandato di contattare gli enti <strong>in</strong>teressati,<strong>in</strong>coraggiare <strong>la</strong> progettazione degli <strong>in</strong>terventi, ricevere le richieste di f<strong>in</strong>anziamento e selezionare iprogetti da f<strong>in</strong>anziare. Inoltre, agli stessi uffici è stato assegnato l’<strong>in</strong>carico di provvedere alleerogazioni dei pagamenti successivi all’attuazione degli <strong>in</strong>terventi e di predisporre <strong>la</strong>documentazione per <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva rendicontazione a consuntivo.La l<strong>in</strong>ea d’attività re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> formazione degli operatori pubblici è stata <strong>in</strong>vece assegnata al<strong>la</strong>Direzione Regionale Formazione Professionale e Lavoro. Le risorse disponibili sono entrate nelflusso dei f<strong>in</strong>anziamenti collegati al Fondo Sociale Europeo; le modalità di gestione di talif<strong>in</strong>anziamenti ricalcano qu<strong>in</strong>di le procedure seguite per l’allocazione e l’erogazione delle risorsecomunitarie. In partico<strong>la</strong>re i fondi derivanti dall’Accordo di programma sono entrati a far partedel<strong>la</strong> Direttiva Formazione Lavoratori Occupati – Anno 2003, Misura D2 – Adeguamento dellecompetenze del<strong>la</strong> Pubblica Amm<strong>in</strong>istrazione. In questo caso <strong>la</strong> gestione del<strong>la</strong> selezione edell’assegnazione dei f<strong>in</strong>anziamenti ai s<strong>in</strong>goli progetti formativi è passata attraverso gli ufficicompetenti <strong>in</strong> materia di Lavoro e Formazione Professionale delle amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali.La scelta compiuta dal<strong>la</strong> Regione è stata perciò di delegare alle Prov<strong>in</strong>ce <strong>la</strong> sollecitazione deiprogetti da parte degli altri enti locali, passando per due canali dist<strong>in</strong>ti: il primo più legato al<strong>la</strong> retedegli attori locali normalmente co<strong>in</strong>volti nell’attuazione delle politiche per l’immigrazione, ilsecondo basato sulle procedure abituali e sul network ormai consolidato, che caratterizzano ilsistema di f<strong>in</strong>anziamento del<strong>la</strong> formazione professionale.Dietro a questa scelta di delega, vi è <strong>la</strong> volontà di <strong>la</strong>sciare agli enti operanti sul territorio pienalibertà di costruire e proporre i progetti di erogazione dei servizi di <strong>mediazione</strong> e di formazione, apartire da un’analisi <strong>in</strong>terna dei loro bisogni e senza eccessivi condizionamenti da parte del<strong>la</strong>Regione. L’<strong>in</strong>tenzione è di dar vita ad un processo d’attuazione del<strong>la</strong> politica basato sul<strong>la</strong>autonoma capacità d’<strong>in</strong>iziativa e sulle abilità progettuali delle amm<strong>in</strong>istrazioni locali. Date alcuneregole di massima, derivate anche dalle condizioni dettate dall’Accordo di programma,l’implementazione degli <strong>in</strong>terventi avrebbe dovuto caratterizzarsi per un certo grado dispontaneità e creatività nelle fasi di ideazione e di conduzione delle <strong>in</strong>iziative locali.I prossimi capitoli sono dedicati all’analisi delle modalità d’attuazione del<strong>la</strong> politica, cioè del modo<strong>in</strong> cui questo disegno “ideale” ha trovato concreta traduzione nello svolgimento di attivitàamm<strong>in</strong>istrative e nel<strong>la</strong> fornitura di servizi reali. L’analisi è f<strong>in</strong>alizzata a mettere <strong>in</strong> evidenza gliostacoli, le difficoltà, i v<strong>in</strong>coli e i nodi che le pubbliche amm<strong>in</strong>istrazioni e gli altri soggetti chehanno partecipato al<strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong> politica (associazioni di mediatori, agenzie di formazione,cooperative,…) si sono trovati d<strong>in</strong>anzi nel corso del<strong>la</strong> sua implementazione.27


28CONTRIBUTI DI RICERCA


3 L’ITER AMMINISTRATIVO PER LA REALIZZAZIONE DEI PROGETTIDI MEDIAZIONEIn questo capitolo si passa ad illustrare, passo dopo passo, l’<strong>in</strong>tero percorso amm<strong>in</strong>istrativo cheha caratterizzato il f<strong>in</strong>anziamento dei progetti di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> realizzati dai s<strong>in</strong>goli enti<strong>piemonte</strong>si. Nel<strong>la</strong> prima parte del capitolo sono descritti gli eventi ed i tempi che hanno scanditol’attuazione del<strong>la</strong> politica a livello regionale e, qu<strong>in</strong>di, l’erogazione dei f<strong>in</strong>anziamenti alle diverseamm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali. Si offre nel secondo paragrafo un quadro a consuntivo che illustral’utilizzo delle risorse da parte delle amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali e <strong>la</strong> loro capacità di spesa. Nel<strong>la</strong>terza parte <strong>la</strong> trattazione si sofferma nel<strong>la</strong> descrizione delle diverse procedure di allocazione dellerisorse f<strong>in</strong>anziarie, adottate da parte delle amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali. Il capitolo si chiude conuna veloce analisi delle pr<strong>in</strong>cipali criticità, che sembrano aver caratterizzato l’attuazione di questapolitica a livello amm<strong>in</strong>istrativo.3.1 Gli eventi e i tempi del<strong>la</strong> politica regionaleCome è già stato ricordato nel capitolo precedente, <strong>la</strong> firma dell’Accordo di Programma, sig<strong>la</strong>totra M<strong>in</strong>istero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Regione Piemonte, e ratificato successivamentecon Delibera del<strong>la</strong> Giunta Regionale n. 69-5978 del 7 Maggio 2002, costituisce il momento chesegna <strong>la</strong> nascita del<strong>la</strong> politica regionale per <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Piemonte.Tale Accordo ha <strong>in</strong>fatti l’esplicito obiettivo di dar vita ad un “progetto sperimentale di<strong>in</strong>tegrazione sociale degli stranieri extracomunitari residenti nel territorio regionale” e specificachiaramente l‘<strong>in</strong>tenzione di <strong>in</strong>centivare l’impiego di mediatori <strong>in</strong>terculturali nelle amm<strong>in</strong>istrazionipubbliche, che svolgono <strong>la</strong> loro opera all’<strong>in</strong>terno del territorio <strong>piemonte</strong>se. Ruolo difondamentale importanza, all’<strong>in</strong>terno di tale progetto, viene dunque ad assumere il mediatorequale figura <strong>in</strong>termediaria tra le culture e <strong>in</strong> grado di facilitare i percorsi di <strong>in</strong>tegrazione.La scelta di realizzare questo “progetto sperimentale” <strong>in</strong> concerto con le Prov<strong>in</strong>ce <strong>piemonte</strong>sicostituisce il secondo momento del percorso amm<strong>in</strong>istrativo che <strong>la</strong> Regione segue per attuare ledisposizioni contenute nell’Accordo. Nel tempo che <strong>in</strong>tercorre tra <strong>la</strong> ratifica dell’Accordo diprogramma e <strong>la</strong> Determ<strong>in</strong>azione dirigenziale che distribuisce le risorse sul territorio regionale, iresponsabili del<strong>la</strong> politica a livello regionale <strong>in</strong>contrano più volte i funzionari degli ufficiprov<strong>in</strong>ciali ed annunciano, anche <strong>in</strong>formalmente, del<strong>la</strong> prossima disponibilità di risorse f<strong>in</strong>anziarieda allocare su attività di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>. È nell’ambito di questi <strong>in</strong>contri con le Prov<strong>in</strong>ce cheprende forma e viene discusso il disegno d’implementazione del<strong>la</strong> politica, s<strong>in</strong>teticamentedescritto nel capitolo precedente.Già <strong>in</strong> questa prima fase però i tempi previsti per dare attuazione del<strong>la</strong> politica <strong>in</strong>iziano adallungarsi. L’Accordo, così come specificato all’art. 13, <strong>in</strong>dica nel 30 Aprile 2003 il term<strong>in</strong>e ultimoper <strong>la</strong> realizzazione dei progetti previsti dal<strong>la</strong> politica regionale. Tuttavia, un primo ritardo nelpassaggio dei fondi dallo Stato al<strong>la</strong> Regione rende necessaria una prima proroga al 30 Marzo2004, così come viene anche <strong>in</strong>dicato nel<strong>la</strong> stessa Determ<strong>in</strong>azione Dirigenziale n. 215 del 9Settembre 2003. Con tale atto ufficiale <strong>la</strong> Regione stabilisce e rende noti i criteri per <strong>la</strong>distribuzione alle otto Prov<strong>in</strong>ce <strong>piemonte</strong>si di un f<strong>in</strong>anziamento complessivo di 500.000 euro peri progetti di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> da realizzarsi presso i s<strong>in</strong>goli enti.29


CONTRIBUTI DI RICERCATAVOLA 3.A – RIPARTIZIONE DEI FONDI TRA LE PROVINCE PIEMONTESI*Prov<strong>in</strong>ciaQuotafissaIn base al<strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zioneresidenteQUOTA VARIABILEIn base a n.immigratisoggiornantiIn base a n.alunni stranieriTotaleAlessandria 5.000 23.044 17.813 5.415 51.273Asti 5.000 11.289 14.763 2.527 33.579Biel<strong>la</strong> 5.000 10.146 9.535 2.265 26.947Cuneo 5.000 29.965 28.529 8.799 72.295Novara 5.000 18.496 13.955 3.587 41.038Tor<strong>in</strong>o 5.000 118.756 86.772 20.391 230.920VCO 5.000 8.614 4.945 819 19.379Vercelli 5.000 9.686 7.683 2.193 24.564Totale 40.000 230.000 184.000 46.000 500.000* Cifre <strong>in</strong> euro arrotondate per difettoLa tabel<strong>la</strong> di ripartizione (riportata al<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 3.a.), che appare <strong>in</strong> allegato al<strong>la</strong> stessaDeterm<strong>in</strong>azione n. 215, specifica <strong>in</strong> dettaglio le modalità di distribuzione dei fondi: le sommeassegnate a ciascuna Prov<strong>in</strong>cia sono determ<strong>in</strong>ate da una quota fissa, pari a 5.000 euro, a cui sonoaggiunte quote variabili <strong>in</strong> ragione (a) del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione residente, (b) del numero degli immigratisoggiornanti, (c) del numero di alunni stranieri. La Determ<strong>in</strong>azione stabilisce <strong>in</strong>oltre che ciascunaamm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale debba presentare un proprio piano, contenente gli <strong>in</strong>terventi daattuare ed il re<strong>la</strong>tivo impegno f<strong>in</strong>anziario, entro il 20 Dicembre 2003 34 .Il terzo ed ultimo momento che caratterizza l’iter amm<strong>in</strong>istrativo, seguito dai f<strong>in</strong>anziamenti nelloro passaggio dal livello statale al livello locale (ovvero presso i s<strong>in</strong>goli enti), vede dunqueprotagoniste le Prov<strong>in</strong>ce, che hanno il mandato di gestire <strong>la</strong> fase f<strong>in</strong>ale di erogazione dei fondi.Ad esse, una volta avuta <strong>la</strong> certezza dell’entità delle risorse a loro disponibili, spetta l’onere di<strong>in</strong>dividuare il “bisogno di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>” che proviene dal territorio, nonché di scegliere icanali e le modalità più adeguate per darvi risposta. In questa fase <strong>la</strong> politica regionale <strong>in</strong>iziaperciò a differenziarsi all’<strong>in</strong>terno di ciascuna realtà prov<strong>in</strong>ciale. Ogni Prov<strong>in</strong>cia re-<strong>in</strong>terpreta talemandato <strong>in</strong> modo orig<strong>in</strong>ale e, <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione al partico<strong>la</strong>re contesto nel quale si trova ad operare,segue procedure diverse per giungere all’allocazione dei fondi dell’Accordo.Come è già stato sottol<strong>in</strong>eato, una delle criticità che segna queste prime fasi del<strong>la</strong> politica è ilnotevole ritardo accumu<strong>la</strong>to nel<strong>la</strong> prima assegnazione dei f<strong>in</strong>anziamenti delle Prov<strong>in</strong>ce. Sebbenegli uffici prov<strong>in</strong>ciali fossero stati già avvertiti del<strong>la</strong> disponibilità dei fondi dell’Accordo per <strong>la</strong>realizzazione di <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> e lo stesso Accordo fosse <strong>in</strong> vigore già dalmaggio 2002, passa <strong>in</strong>fatti circa un anno e mezzo prima che esse siano a conoscenza dell’esattaentità di risorse a loro disposizione e abbiano qu<strong>in</strong>di <strong>la</strong> certezza di poter contare sui f<strong>in</strong>anziamentipromessi.A partire dal momento di assegnazione dei f<strong>in</strong>anziamenti (settembre 2003), le Prov<strong>in</strong>ce hannoqu<strong>in</strong>di a loro disposizione soltanto sei mesi per portare a term<strong>in</strong>e tutte le attività previstedall’Accordo, ovvero: (a) pubblicare i bandi per stimo<strong>la</strong>re gli enti presenti sul territorio apredisporre e successivamente <strong>in</strong>viare i progetti; (b) decidere l’allocazione ultima delle risorse equ<strong>in</strong>di scegliere su quali progetti “<strong>in</strong>vestire”; (c) comunicare gli esiti dell’eventuale selezione e34 La D.D. n. 215, pubblicata sul Bollett<strong>in</strong>o Ufficiale Regione Piemonte del 20 Novembre 2003, specifica: “le Prov<strong>in</strong>cedovranno predisporre e trasmettere al<strong>la</strong> Regione Piemonte entro 30 giorni dall’esecutività del<strong>la</strong> presente determ<strong>in</strong>azione dirigenziale unproprio piano contenete gli <strong>in</strong>terventi da attuare ed il re<strong>la</strong>tivo preventivo f<strong>in</strong>anziario”.30


distribuire le risorse agli enti richiedenti; (d) monitorare <strong>la</strong> concreta realizzazione dei progettipresso i s<strong>in</strong>goli enti; (e) curare <strong>la</strong> rendicontazione f<strong>in</strong>anziaria e realizzativa da <strong>in</strong>viare al<strong>la</strong> Regione.GRAFICO 3.B – LE SCADENZE E LE PROROGHE DELL’ITER AMMINISTRATIVOACCORDODI PROGRAMMA 30 Aprile 2003I PROROGAD. D. n. 2159 Settembre 200330 Marzo 200418 mesiII PROROGA 31 Luglio 2004III PROROGA 30 Ottobre 2004Si tratta di un tempo molto limitato per consentire <strong>la</strong> piena realizzazione di tutte le attivitàpreviste. Dopo <strong>la</strong> prima proroga che aveva spostato le scadenze al 30 marzo 2004, si rendonoperciò necessarie due ulteriori proroghe: <strong>la</strong> prima che rimanda i term<strong>in</strong>i ultimi per ilcompletamento delle attività al 31 luglio 2004, quando appare chiaro che i sei mesi a disposizionenon consentiranno agli enti di completare i progetti 35 . La seconda proroga 36 sancisce comescadenza f<strong>in</strong>ale per l’<strong>in</strong>vio del<strong>la</strong> rendicontazione f<strong>in</strong>anziaria da parte delle Prov<strong>in</strong>ce il 30 ottobre2004.Le tre proroghe sono illustrate <strong>in</strong> successione nel cronogramma riportato all’<strong>in</strong>terno del grafico3b. Come appare chiaro il term<strong>in</strong>e previsto <strong>in</strong>izialmente dall’Accordo di programma (30 aprile2003) slitta pertanto di ben 18 mesi (un anno e mezzo), creando, come si vedrà più diffusamentenel prossimo capitolo, alcuni problemi <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e al<strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi.3.2 Un consuntivo sull’uso delle risorse f<strong>in</strong>anziarieNel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 3.c è illustrato il quadro di riepilogo dell’impiego, operato da parte di ciascunaamm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale, delle risorse f<strong>in</strong>anziarie allocate per <strong>la</strong> realizzazione dei progetti di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.35 La lettera con <strong>la</strong> quale <strong>la</strong> Regione Piemonte richiede un primo r<strong>in</strong>vio del<strong>la</strong> scadenza al 31 luglio del 2004 è datataottobre 2003. Tra le motivazioni di tale richiesta le difficoltà <strong>in</strong>contrate nell’attuare procedure complesse edifferenziate all’<strong>in</strong>terno del territorio regionale, sia per l’assegnazione delle risorse ai progetti di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>,sia per <strong>la</strong> selezione dei corsi di formazione per gli operatori pubblici (si veda a questo proposito il capitolo 5).36 L’ultima proroga (al 30 ottobre 2004) viene richiesta da una lettera del<strong>la</strong> Regione Piemonte datata maggio 2004.31


CONTRIBUTI DI RICERCATAVOLA 3.C. – RIEPILOGO ALLOCAZIONE RISORSE PER PROVINCIAPROVINCE1. Risorseassegnate2. Risorseimpegnate3. Risorse spese 4. Avanzo *5. Perc. diAvanzoAlessandria 51.273 51.273 51.273 0 0Asti 33.579 33.565 33.565 14 0Biel<strong>la</strong> 26.947 26.947 26.947 0 0Cuneo 72.295 72.295 72.295 0 0Novara 41.038 41.038 36.190 4.848 12%Tor<strong>in</strong>o 230.920 228.392 226.322 4.598 2%Verbania 19.379 19.320 17.834 1.545 8%Vercelli 24.564 24.564 24.564 0 0Totale 500.000 497.394 488.990 11.005 2%Cifre <strong>in</strong> Euro arrotondate all’unità*Avanzo f<strong>in</strong>ale determ<strong>in</strong>ato dal<strong>la</strong> differenza tra le risorse <strong>in</strong>izialmente assegnate e le risorse rendicontate,approssimate all’unità.La tabel<strong>la</strong> mostra <strong>in</strong> dettaglio:• nel<strong>la</strong> colonna 1, le risorse assegnate a ciascuna prov<strong>in</strong>cia secondo i criteri adottati dal<strong>la</strong>Regione Piemonte;• nel<strong>la</strong> colonna 2, le risorse impegnate dalle Prov<strong>in</strong>ce per <strong>la</strong> realizzazione dei progetti di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, proposti dagli enti pubblici presenti sul territorio;• nel<strong>la</strong> colonna 3, l’ammontare di risorse che risultano effettivamente spese dagli enti e qu<strong>in</strong>diregistrate a consuntivo dalle Prov<strong>in</strong>ce;• nel<strong>la</strong> colonna 4, l’avanzo di risorse costituito dal<strong>la</strong> differenza tra le risorse <strong>in</strong>izialmenteassegnate e le risorse effettivamente spese;• nel<strong>la</strong> colonna 5, <strong>la</strong> quota percentuale di avanzo rispetto all’ammontare di risorse <strong>in</strong>izialmenteassegnato.Nonostante i problemi dettati dal<strong>la</strong> ristrettezza dei tempi a disposizione per selezionare i progetti,allocare le risorse e realizzare gli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong>, ben c<strong>in</strong>que Prov<strong>in</strong>ce su otto sonoriuscite ad allocare e spendere il 100% delle risorse loro dest<strong>in</strong>ate. Complessivamente risultanospesi circa 488.990 euro dei 500.000 assegnati dal<strong>la</strong> Regione. La percentuale di avanzo è m<strong>in</strong>ima epari a poco più del 2% dello stanziamento totale (complessivamente circa 11.000 euro). Nelcapitolo successivo, dedicato all’analisi dei progetti f<strong>in</strong>anziati e realizzati dai s<strong>in</strong>goli enti, saràillustrata <strong>in</strong> modo più dettagliato <strong>la</strong> distribuzione delle risorse per ciascun ambito di <strong>in</strong>tervento.3.3 Le procedure adottate dalle s<strong>in</strong>gole amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>cialiLa Regione Piemonte, nell’assegnazione dei f<strong>in</strong>anziamenti per i progetti di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>,non detta precise l<strong>in</strong>ee guida, e nemmeno fissa una procedura comune, per giungereall’assegnazione delle risorse ai s<strong>in</strong>goli progetti. Essa predispone unicamente che gli <strong>in</strong>terventi di<strong>mediazione</strong> siano prioritariamente avviati nelle strutture pubbliche il cui personale sia stato32


<strong>in</strong>serito nei corsi di formazione attivati dall’Accordo di Programma 37 e che i mediatori co<strong>in</strong>voltisiano <strong>in</strong> possesso dell’attestato di qualifica professionale, comprovante <strong>la</strong> partecipazione ad uncorso di almeno 600 ore 38 .Ciascuna Prov<strong>in</strong>cia gestisce qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong> modo autonomo i f<strong>in</strong>anziamenti assegnati dal<strong>la</strong> Regione emette <strong>in</strong> atto procedure del tutto orig<strong>in</strong>ali, e diverse l’una dall’altra, per allocare le risorse ai s<strong>in</strong>golienti. Si dist<strong>in</strong>guono fondamentalmente quattro diverse procedure per <strong>la</strong> gestione dei fondi del<strong>la</strong>politica:(A) selezione di progetti attraverso l’emanazione di bando pubblico e assegnazione diretta dicontributi f<strong>in</strong>anziari ai progetti selezionati;(B) selezione di progetti, cui vengono attribuite ore di <strong>mediazione</strong> (e non contributi f<strong>in</strong>anziaridiretti) e affidamento dell’<strong>in</strong>carico di gestire l’offerta di <strong>mediazione</strong> ad un ente terzo;(C) <strong>in</strong>ter<strong>mediazione</strong> tra gli enti richiedenti ore di <strong>mediazione</strong> e i mediatori culturali presenti sul“mercato”;(D) affidamento dell’<strong>in</strong>tera gestione del<strong>la</strong> politica ad un ente esterno.Tali procedure prevedono un diverso ruolo del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia nel<strong>la</strong> sollecitazione e selezione delledomande di f<strong>in</strong>anziamento, nonché nel<strong>la</strong> determ<strong>in</strong>azione dell’ente che dovrà prestare l’opera di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> presso le amm<strong>in</strong>istrazioni locali che si sono aggiudicate i f<strong>in</strong>anziamenti.A. SELEZIONE DI PROGETTI E ASSEGNAZIONE DI CONTRIBUTI FINANZIARIAlcune amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali scelgono di erogare direttamente i contributi f<strong>in</strong>anziari ais<strong>in</strong>goli enti, che hanno proposto un progetto che prevede l’impiego di uno o più mediatoriculturali all’<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong> loro struttura. A questo scopo gli enti sono stati chiamati a presentareuna domanda di f<strong>in</strong>anziamento e <strong>in</strong> seguito sono stati ritenuti idonei dall’amm<strong>in</strong>istrazioneprov<strong>in</strong>ciale e si sono aggiudicati una certa quota delle risorse disponibili. Si tratta di una c<strong>la</strong>ssicaprocedura rego<strong>la</strong>ta da bando pubblico di concorso f<strong>in</strong>alizzato ad <strong>in</strong>centivare <strong>la</strong> crescita degli ent<strong>in</strong>el<strong>la</strong> loro capacità di presentare progetti meritori di f<strong>in</strong>anziamento. I contributi regionali sonodistribuiti <strong>in</strong> modo da coprire almeno <strong>in</strong> parte i costi di realizzazione dei s<strong>in</strong>goli progetti.Scelgono di adottare questa procedura le Prov<strong>in</strong>ce di Cuneo, Novara e Tor<strong>in</strong>o.La Prov<strong>in</strong>cia di Cuneo utilizza i trasferimenti provenienti dal<strong>la</strong> Regione Piemonte per f<strong>in</strong>anziareprogetti d’<strong>in</strong>tervento precedentemente esclusi dal programma di f<strong>in</strong>anziamento predisposto nelPiano progettuale degli <strong>in</strong>terventi a favore di immigrati extracomunitari – 2003, il pr<strong>in</strong>cipale documento diprogrammazione prov<strong>in</strong>ciale nell’ambito delle politiche per l’immigrazione. Il f<strong>in</strong>anziamento e <strong>la</strong>realizzazione di tali progetti erano stati esplicitamente r<strong>in</strong>viati <strong>in</strong> sede di approvazione del Piano 39ad una fase successiva, quando sarebbero state disponibili le risorse derivanti dall’Accordo diprogramma. I progetti di f<strong>in</strong>anziamento pervenuti presso l’amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale sono statiselezionati sul<strong>la</strong> base di quattro criteri: a) qualità del progetto; b) diffusione ed ampiezza dell’impatto; c) retedi partenariato; d) dimensione f<strong>in</strong>anziaria del progetto. Al term<strong>in</strong>e del<strong>la</strong> selezione sono stati ammessi af<strong>in</strong>anziamento sei progetti. Per il 90% dell’importo complessivo il f<strong>in</strong>anziamento viene erogato37 Il riferimento è ai corsi attivati attraverso <strong>la</strong> direttiva “formazione per <strong>la</strong>voratori occupati” dell’anno 2003. Si veda aquesto proposito il capitolo 5 che tratta <strong>in</strong> dettaglio questa specifica l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento.38 La Regione svolge <strong>in</strong>oltre un’attività di coord<strong>in</strong>amento tra le Prov<strong>in</strong>ce, <strong>in</strong>tervenendo <strong>in</strong> alcuni casi per chiarireeventuali ambiguità <strong>in</strong>terpretative sui contenuti del mandato assegnato alle Prov<strong>in</strong>ce, <strong>in</strong> altri per risolvere momentid’impasse nel<strong>la</strong> realizzazione delle azioni, come accade sul<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento dedicata al<strong>la</strong> formazione per operatoripubblici. Strumento pr<strong>in</strong>cipe di quest’attività è il Tavolo unico regionale di coord<strong>in</strong>amento.39 Delibera del<strong>la</strong> Giunta Prov<strong>in</strong>ciale n. 411-11 giugno 2003.33


CONTRIBUTI DI RICERCAnon appena sono resi disponibili le risorse regionali; il restante 10% dell’importo viene erogatodopo <strong>la</strong> rendicontazione da parte dell’ente aggiudicatario delle spese sostenute.Anche <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Novara segue una procedura simile a quel<strong>la</strong> adottata da Cuneo. Essatrasmette a tutti gli enti potenzialmente <strong>in</strong>teressati (Comuni, Ufficio Territoriale di Governo, Questura,Consorzi Socio Assistenziali, Centro Servizi Amm<strong>in</strong>istrativi, Scuole, Casa circondariale, ASL 13, AziendaOspedaliera di Novara, Ospedali di Arona, Borgomanero e Galliate, Camera di Commercio, INPS) una letterache offre le <strong>in</strong>formazioni necessarie per presentare progetti di <strong>mediazione</strong> f<strong>in</strong>anziabili <strong>in</strong> base alledisponibilità derivanti dall’Accordo di programma. In seguito all’<strong>in</strong>vio di tale lettera pervengonoall’amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale 24 progetti, i quali vengono tutti giudicati ammissibili.Considerata <strong>la</strong> numerosità dei progetti ammessi a f<strong>in</strong>anziamento, si decide di att<strong>in</strong>gere ad unaparte del contributo regionale assegnato con deliberazione n. 379 del 25/11/2002. Le risorseallocate sono perciò superiori a quelle derivanti dall’Accordo per una cifra pari circa 5.400 euro.Inf<strong>in</strong>e, <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o decide di ripartire le risorse regionali seguendo due differentimodalità: a) attraverso <strong>la</strong> pubblicazione di un bando rivolto agli enti presenti sul territorio ef<strong>in</strong>alizzato al f<strong>in</strong>anziamento di s<strong>in</strong>goli progetti di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>; b) attraverso ilf<strong>in</strong>anziamento diretto a progetti ad hoc, <strong>in</strong>dividuati al di fuori del<strong>la</strong> procedura di bando. Il bandoprov<strong>in</strong>ciale prevede di f<strong>in</strong>anziare progetti re<strong>la</strong>tivi a tre ambiti d’<strong>in</strong>tervento: area sco<strong>la</strong>stica, aread’accesso ai servizi (attività <strong>in</strong>formative di sportello) e area sanitaria. I progetti f<strong>in</strong>anziati extrabando appartengono ai seguenti enti: (a) Comune di Tor<strong>in</strong>o; (b) Prefettura di Tor<strong>in</strong>o; (c) Questura diTor<strong>in</strong>o; (d) Centro di Giustizia M<strong>in</strong>orile. Il bando si conclude con <strong>la</strong> scelta di f<strong>in</strong>anziare 30 progetti sui46 complessivamente presentati; <strong>la</strong> graduatoria degli ammessi a f<strong>in</strong>anziamento viene redatta da uncomitato di valutazione <strong>in</strong>terno al<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia. Il f<strong>in</strong>anziamento prov<strong>in</strong>ciale può coprire il 70%, il50%, oppure il 30% del costo complessivo del progetto.Ciò che caratterizza le tre procedure appena descritte sono i seguenti elementi: (i) una fase dibando e selezione dei progetti da parte del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia; (ii) <strong>la</strong> scelta di erogare direttamentecontributi f<strong>in</strong>anziari agli enti ammessi al f<strong>in</strong>anziamento; (iii) <strong>la</strong> decisione di <strong>la</strong>sciare agli entiassegnatari <strong>la</strong> scelta dei mediatori culturali cui fare riferimento e affidare l’<strong>in</strong>carico per <strong>la</strong>realizzazione del progetto.B. SELEZIONE DI PROGETTI E AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE DEL SERVIZIO DI MEDIAZIONEAD ENTE TERZODue amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali (Asti e Biel<strong>la</strong>) hanno scelto di raccogliere le richieste di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> da parte degli enti pubblici presenti sul territorio e successivamente diaffidare l’erogazione del servizio di <strong>mediazione</strong> ad un organismo terzo, <strong>in</strong> possesso dei requisit<strong>in</strong>ecessari. In un caso tale organismo è stato selezionato attraverso un apposito bando di gara;nell’altro si è proceduto ad affidamento diretto dell’<strong>in</strong>carico.La Prov<strong>in</strong>cia di Asti decide di effettuare una ricognizione territoriale a <strong>la</strong>rgo raggio per conoscerequali sono i bisogni di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> presenti. A questo scopo <strong>in</strong>vita gli enti pubblici arichiedere l’erogazione del quantitativo di ore di servizio che ritengono necessario a soddisfare leloro necessità. Contemporaneamente predispone un bando di gara per <strong>la</strong> selezione dell’Ente chedovrà offrire le ore di <strong>mediazione</strong>. Il bando di gara prevede una base d’asta dell’offertaeconomica pari a 20 euro (+ IVA al 4%) per ogni s<strong>in</strong>go<strong>la</strong> ora di servizio erogato. Partecipano al<strong>la</strong>34


gara quattro soggetti 40 . Aggiudicataria del<strong>la</strong> gara, sul<strong>la</strong> base delle risorse dichiarate (numero dimediatori con qualifica professionale disponibili) e sul<strong>la</strong> base dell’offerta economica (costo orarioper <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>), risulta <strong>la</strong> Cooperativa Sociale O.R.S.O., che provvede ad erogare i servizi di<strong>mediazione</strong> presso i s<strong>in</strong>goli enti, secondo quanto disposto dal<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia.La Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong> decide di <strong>in</strong>vestire le risorse regionali provenienti dall’Accordo diprogramma per <strong>in</strong>crementare i servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> già selezionati e f<strong>in</strong>anziati nel Pianoterritoriale per l’immigrazione (anno 2003). A questo f<strong>in</strong>e <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia provvede all’assegnazionediretta dell’<strong>in</strong>carico all’associazione Mosaico. L’associazione Mosaico 41 , con sede <strong>in</strong> Biel<strong>la</strong>, èformata <strong>in</strong>teramente da mediatori culturali <strong>in</strong> possesso dell'attestato regionale ri<strong>la</strong>sciato <strong>in</strong> seguitoad un corso f<strong>in</strong>anziato dal Fondo Sociale Europeo del 2001 e ha un rapporto di col<strong>la</strong>borazionecon <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong> di lunga durata.C. INTERMEDIAZIONE TRA GLI ENTI RICHIEDENTI E I MEDIATORI CULTURALIDue amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali (Verbano Cusio Osso<strong>la</strong> e Vercelli) si occupano direttamente,senza il co<strong>in</strong>volgimento di alcun organismo terzo, sia del<strong>la</strong> selezione e dell’assunzione deimediatori culturali successivamente co<strong>in</strong>volti nei progetti, che dell’attività di ricognizione delbisogno di <strong>mediazione</strong> presso gli enti.Tramite l’<strong>in</strong>vio di lettere ed avvisi che pubblicizzano <strong>la</strong> disponibilità di fondi, le amm<strong>in</strong>istrazionipresenti nei due territori prov<strong>in</strong>ciali sono <strong>in</strong>vitate a richiedere il numero e il tipo di “ore di<strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>” che ritengono necessarie per assicurare il servizio all’utenza immigrata.Contemporaneamente le amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali verificano <strong>la</strong> disponibilità di mediatoriculturali e, dopo aver reso noto un avviso di selezione pubblica (pubblicato sul sito web del<strong>la</strong>Prov<strong>in</strong>cia e <strong>in</strong>viato a tutte le associazioni che <strong>la</strong>vorano con gli immigrati, svolgono opera direclutamento dei mediatori <strong>in</strong> possesso degli standard formativi richiesti dal<strong>la</strong> Regione e dellecaratteristiche necessarie a soddisfare le esigenze degli enti. I mediatori culturali così reclutatisono assunti dal<strong>la</strong> stessa Prov<strong>in</strong>cia attraverso <strong>la</strong> stipu<strong>la</strong> di contratti di col<strong>la</strong>borazione coord<strong>in</strong>ata econt<strong>in</strong>uativa che durano f<strong>in</strong>o al term<strong>in</strong>e dei s<strong>in</strong>goli. Il responsabile del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia, preposto aseguire l’attuazione di questa politica, svolge <strong>in</strong> questo caso il ruolo di <strong>in</strong>termediario diretto efacilitatore dell’<strong>in</strong>contro tra <strong>la</strong> domanda dei servizi e l’offerta di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.D. AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE DELL’INTERO SERVIZIO AD UN ENTE TERZOInf<strong>in</strong>e, <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Alessandria decide di far gestire l’<strong>in</strong>tera attività di sollecitazione delledomande di <strong>mediazione</strong>, di selezione dei progetti f<strong>in</strong>anziabili e di allocazione delle risorse presso is<strong>in</strong>goli enti ad un ente terzo. A questo scopo affida, tramite assegnazione diretta, l’<strong>in</strong>caricoall’Istituto per <strong>la</strong> cooperazione e lo sviluppo di Alessandria 42 .Dopo l’assegnazione dell’<strong>in</strong>carico, l’Istituto svolge quel<strong>la</strong> ricognizione territoriale sui bisogni di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> che, nei casi illustrati precedentemente, veniva direttamente effettuata dagli40 Si tratta di: Aloha, picco<strong>la</strong> soc. cooperativa a.r.l. con sede a Santa Maria di Castello (AL); Un mondo senza conf<strong>in</strong>i,associazione <strong>culturale</strong> con sede ad Asti; PLAM, onlus con sede ad Asti; O.R.S.O., cooperativa sociale con sede aTor<strong>in</strong>o.41 Per una descrizione più dettagliata dell’Associazione Mosaico, cfr. tavo<strong>la</strong> 4.g.42 Per una descrizione più dettagliata delle attività dell’Istituto per <strong>la</strong> cooperazione e lo sviluppo, cfr. tavo<strong>la</strong> 4.e.35


CONTRIBUTI DI RICERCAuffici dell’amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale. Successivamente è lo stesso Istituto a gestire <strong>la</strong>disponibilità e il <strong>la</strong>voro dei mediatori culturali presso i s<strong>in</strong>goli enti che ne fanno richiesta.L’Istituto compie dunque un’opera di filtro tra mediatore ed ente richiedente e a questo scopotrattiene circa il 20% del f<strong>in</strong>anziamento assegnato (poco più di 10.000 euro) per coprire le spesed’amm<strong>in</strong>istrazione e di gestione degli <strong>in</strong>terventi.3.4 Riflessioni sui diversi percorsi amm<strong>in</strong>istrativi adottatiLe Prov<strong>in</strong>ce <strong>piemonte</strong>si, nel<strong>la</strong> scelta delle modalità e delle procedure di allocazione delle risorse,cercano di sfruttare al meglio le partico<strong>la</strong>ri condizioni ambientali ed organizzative nelle quali sitrovano ad operare. In alcuni casi il fatto di aver <strong>in</strong>vestito <strong>in</strong> passato nel<strong>la</strong> promozione di attivitàdi <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> (ad esempio attraverso il f<strong>in</strong>anziamento di progetti di lunga durata pressos<strong>in</strong>goli enti o, ancor di più, facilitando <strong>la</strong> costituzione di associazioni di mediatori culturali sulterritorio) le aiuta a scegliere un percorso “facilitato”, come l’assegnazione diretta dell’<strong>in</strong>carico di<strong>mediazione</strong> ad organismi ed enti con sufficiente esperienza di <strong>la</strong>voro e con progetti già pronti apartire, oppure con progetti già avviati e <strong>in</strong> attesa di essere rif<strong>in</strong>anziati.In altri casi <strong>in</strong>vece, <strong>la</strong>ddove <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> non si è ancora diffusa e non esistonoesperienze forti e consolidate, il <strong>la</strong>voro compiuto dalle Prov<strong>in</strong>ce è, per forza di cose, di natura piùsperimentale e il tentativo di co<strong>in</strong>volgere nuove realtà amm<strong>in</strong>istrative nel<strong>la</strong> realizzazione diprogetti di <strong>mediazione</strong> comporta un notevole dispendio di energie e di tempo. Al di là delle<strong>in</strong>evitabili differenze di contesto, i diversi territori prov<strong>in</strong>ciali sono comunque riusciti ad“assorbire” quasi <strong>in</strong>teramente le risorse f<strong>in</strong>anziarie rese disponibili dall’Accordo. Il 2% d’avanzoregistrato può <strong>in</strong>fatti essere considerato un residuo quasi fisiologico <strong>in</strong> una politica complessa diquesto tipo, che prevede il co<strong>in</strong>volgimento di diversi livelli di governo e di una molteplicità diattori di natura diversa (pubblici e privati).Due sono le criticità che, secondo le op<strong>in</strong>ioni raccolte nel corso delle <strong>in</strong>terviste con i responsabiliprov<strong>in</strong>ciali, sembrano aver <strong>in</strong>fluito negativamente sul<strong>la</strong> gestione, da parte delle stesse Prov<strong>in</strong>ce,dell’onere amm<strong>in</strong>istrativo derivante dall’attuazione del<strong>la</strong> politica regionale. Da un <strong>la</strong>to, l’<strong>in</strong>certezza<strong>in</strong>iziale sull’entità e sul<strong>la</strong> disponibilità dei f<strong>in</strong>anziamenti provenienti dall’Accordo: i ritard<strong>in</strong>ell’assegnazione e le molteplice proroghe sulle scadenze cui ottemperare hanno <strong>in</strong> diversi casilimitato l’opera di sollecitazione e di corretta programmazione delle attività di <strong>mediazione</strong> sulterritorio. Tempi più lunghi e, soprattutto, <strong>in</strong>dicazioni più precise e sicure avrebberoprobabilmente consentito di <strong>la</strong>vorare con una maggiore consapevolezza e avrebbero evitato ilverificarsi di momenti d’impasse, <strong>in</strong> alcune fasi del<strong>la</strong> politica, e di accelerazioni improvvise e nontroppo motivate, <strong>in</strong> altre. Dall’altro <strong>la</strong>to gli uffici che si occupano di politiche per l’immigrazioneassommano spesso, presso di loro, molte funzioni ed <strong>in</strong>carichi di diverso tipo, rientranti tutt<strong>in</strong>ell’esteso campo d’<strong>in</strong>tervento delle politiche sociali, e hanno raramente personale <strong>in</strong> misurasufficiente per rispondere <strong>in</strong> modo adeguato alle istanze che provengono dal territorio, o aglistimoli che giungono dal<strong>la</strong> Regione. Anche nelle realtà prov<strong>in</strong>ciali più toccate dal fenomenoimmigratorio sembra mancare un <strong>in</strong>vestimento di lungo periodo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di risorse e dipersonale sulle politiche per l’immigrazione. Lo stato d’<strong>in</strong>certezza e di precarietà che talisituazioni organizzative creano hanno reso più difficile per le Prov<strong>in</strong>ce adottare una strategia diprogrammazione di lungo periodo.36


4 LE ESPERIENZE DI MEDIAZIONE CULTURALEIn questo capitolo sono descritte le esperienze di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> sorte <strong>in</strong> seguito al<strong>la</strong>politica regionale f<strong>in</strong>anziata dall’Accordo di programma. Nel<strong>la</strong> prima parte si offre unadescrizione delle caratteristiche comuni ai progetti di <strong>mediazione</strong> realizzati nelle diverse realtàprov<strong>in</strong>ciali. La seconda parte si sofferma sulle pr<strong>in</strong>cipali criticità emerse nel corso dell’attuazionedegli <strong>in</strong>terventi, analizzando più <strong>in</strong> dettaglio alcuni casi emblematici. Il capitolo si chiude conalcune riflessioni conclusive sugli esiti cui ha condotto questa l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento.4.1 Gli <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>anziatiLo scopo di questo paragrafo è di offrire il quadro complessivo delle esperienze di <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong> f<strong>in</strong>anziate dal<strong>la</strong> Regione con i fondi provenienti dall’Accordo di programma. A questoproposito nel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 4.a è riportato l’<strong>in</strong>sieme degli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> svolti presso gli entiche ne hanno fatto richiesta. Tali <strong>in</strong>terventi sono suddivisi per colonna <strong>in</strong> base al<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia dilocalizzazione dell’<strong>in</strong>tervento e per riga <strong>in</strong> base all’ambito d’<strong>in</strong>tervento cui il servizio di<strong>mediazione</strong> è stato erogato. Viene riconosciuta <strong>la</strong> specificità di sei diversi ambiti di <strong>in</strong>tervento.1) All’ambito Giustizia fanno capo gli <strong>in</strong>terventi riconducibili ad enti che operano nel settoregiudiziario, o più <strong>in</strong> generale del<strong>la</strong> pubblica sicurezza: le questure, le prefetture, i tribunali, lecase circondariali e gli istituti di pena, per quelle attività che vanno dai servizi di <strong>in</strong>formazioneed accompagnamento ai detenuti immigrati e ai loro familiari, f<strong>in</strong>o all’attività di supporto per ildisbrigo di pratiche per <strong>la</strong> richiesta del permesso di soggiorno.2) L’ambito Lavoro e Formazione Professionale riguarda gli <strong>in</strong>terventi realizzati <strong>in</strong> seno acentri per l’impiego e agenzie di formazione professionale. Anche <strong>in</strong> questo caso le attivitàsvolte possono essere di vario tipo: dalle attività di sportello <strong>in</strong>formativo alle più complesseattività di supporto nel<strong>la</strong> valutazione del profilo professionale degli utenti del centro perl’impiego o dell’agenzia di formazione, al<strong>la</strong> realizzazione di m<strong>in</strong>i corsi f<strong>in</strong>alizzatiall’apprendimento l<strong>in</strong>guistico e <strong>culturale</strong>.3) L’ambito Sanità riunisce gli <strong>in</strong>terventi condotti all’<strong>in</strong>terno di aziende sanitarie e ospedali, chevanno dal supporto allo sportello <strong>in</strong>formativo, al<strong>la</strong> traduzione del<strong>la</strong> cartellonistica ospedaliera,all’aiuto nell’<strong>in</strong>terazione con il personale medico.4) L’ambito Scuo<strong>la</strong> raccoglie tutti i progetti realizzati dai distretti sco<strong>la</strong>stici, o che hanno visto ilco<strong>in</strong>volgimento di scuole di diverso grado e livello. Anche <strong>in</strong> questo ambito coesistono attivitàeterogenee: l’aiuto nel<strong>la</strong> redazione del bi<strong>la</strong>ncio di competenze dell’alunno straniero attraverso<strong>la</strong> ricostruzione delle esperienze sco<strong>la</strong>stiche pregresse, l’accompagnamento dei genitori neicolloqui con gli <strong>in</strong>segnanti o nel momento del<strong>la</strong> consegna delle pagelle, realizzazioni di attivitàdi <strong>la</strong>boratorio <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> con <strong>la</strong> partecipazione degli studenti.5) L’ambito Servizi socio-assistenziali mette <strong>in</strong>sieme gli <strong>in</strong>terventi svolti perlopiù da consorzi<strong>in</strong>tercomunali che operano nel campo delle politiche sociali. In alcuni casi i consorzi hannoagito da soggetti coord<strong>in</strong>atori per <strong>in</strong>terventi svolti presso altri enti come le scuole.6) In genere, l’ambito Amm<strong>in</strong>istrazione Locale raccoglie tutte le attività di <strong>mediazione</strong> tese afacilitare <strong>la</strong> fruizione dei servizi offerti dalle amm<strong>in</strong>istrazioni locali, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re dai comuni(ad esempio l’attività di accompagnamento e supporto nell’uso dei servizi anagrafici oppurel’attività di sportello condotta presso gli Informagiovani e gli Uffici per le Re<strong>la</strong>zioni con ilPubblico). In alcuni casi è possibile che i comuni abbiano impiegato parte del loro monte oreper rispondere alle esigenze di <strong>mediazione</strong> di altri enti.37


CONTRIBUTI DI RICERCATAVOLA 4.A –INTERVENTI DI MEDIAZIONE REALIZZATI PER PROVINCIA E AMBITO DI RIFERIMENTOPROVINCEAL AT BI CN NO TO VC VB Tot.AMBITO DI INTERVENTO1 - Giustizia 2 1 4 72 - Lavoro e3 1 7 5 16Form. Profess.3 - Sanità 7 1 3 8 194 - Scuo<strong>la</strong> 12 6 16 15 2 5 565 - Servizi1 2 3 3 5 7 21Socio Ass.6 – Amm. Locale 7 2 1 7 3 5 25Totale 14 18 10 6 20 41 25 10 144Come riportato nel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 4.a (ultima colonna, <strong>in</strong> basso), le esperienze di <strong>mediazione</strong> f<strong>in</strong>anziatesu tutto il territorio regionale contano complessivamente 144 diversi <strong>in</strong>terventi. Occorre peròprecisare che si tratta di una cifra non del tutto corrispondente al<strong>la</strong> quantità reale di esperienze di<strong>mediazione</strong> attivate, <strong>in</strong> quanto contiene alcune <strong>in</strong>evitabili approssimazioni. L’approssimazione piùrilevante riguarda <strong>la</strong> def<strong>in</strong>izione non univoca assegnata al term<strong>in</strong>e “<strong>in</strong>tervento”, che noncostituisce un’unità di osservazione omogenea ma può far riferimento ad almeno due tipi diattività, aventi caratteristiche molto diverse tra loro. In alcuni casi l’<strong>in</strong>tervento corrisponde ad unvero e proprio progetto con f<strong>in</strong>alità e dest<strong>in</strong>atari determ<strong>in</strong>ati, periodi di realizzazione prolungat<strong>in</strong>el tempo (di solito qualche mese) e capace soprattutto di assorbire un ammontare ancherilevante di risorse f<strong>in</strong>anziarie. Esempi di <strong>in</strong>terventi di questa natura possono essere quelli attuatipresso <strong>la</strong> Prefettura o <strong>la</strong> Questura di Tor<strong>in</strong>o (ogni <strong>in</strong>tervento ha impiegato circa 13.000 euro dif<strong>in</strong>anziamento).In altri casi, per <strong>in</strong>tervento si <strong>in</strong>tende un’attività di natura spot, realizzata <strong>in</strong> tempi moltoristretti e con l’impiego di risorse assai limitate. Un esempio di <strong>in</strong>tervento di questo tipo potrebbeessere qualche ora di <strong>la</strong>voro fornita dal mediatore, su specifica richiesta di un ente, a favore di uns<strong>in</strong>golo immigrato per <strong>la</strong> soluzione di un problema partico<strong>la</strong>re di natura cont<strong>in</strong>gente.Per avere una visione più chiara del<strong>la</strong> diversità degli <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>anziati, è stato realizzato ilgrafico 4.a che illustra <strong>la</strong> distribuzione degli <strong>in</strong>terventi 43 sul<strong>la</strong> base delle ore di <strong>mediazione</strong>effettivamente erogate. La maggior parte degli <strong>in</strong>terventi, circa il 70%, si colloca al di sotto delle150 ore di <strong>mediazione</strong>; <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse modale, con circa il 26,5%, è quel<strong>la</strong> che comprende gli <strong>in</strong>terventicon un numero di ore <strong>in</strong>feriore alle 50. La c<strong>la</strong>sse sopra le 400 ore (8 <strong>in</strong>terventi) contiene siamacro<strong>in</strong>terventi, realizzati all’<strong>in</strong>terno di una stessa amm<strong>in</strong>istrazione, sia progetti riferiti ad un soloente che però ha soltanto funzioni di coord<strong>in</strong>amento e serve una molteplicità di dest<strong>in</strong>atari. Sefosse possibile analizzare più <strong>in</strong> dettaglio <strong>la</strong> composizione di tali progetti, probabilmente siscoprirebbero molti <strong>in</strong>terventi di entità più modesta, che qu<strong>in</strong>di dovrebbero essere re-distribuit<strong>in</strong>elle c<strong>la</strong>ssi <strong>in</strong>feriori.43 Gli <strong>in</strong>terventi nel grafico sono so<strong>la</strong>mente 127, <strong>in</strong> quanto per 17 <strong>in</strong>terventi non è stato possibile risalire al numero diore di <strong>mediazione</strong> effettivamente erogate.38


GRAFICO 4.A – DISTRIBUZIONE DEGLI INTERVENTI PER ORE DI MEDIAZIONE4035343029NUMERO INTERVENTI25201526151076850110-50 51-100 101-150 151-200 201-250 251-300 301-350 351-400 >400ORE DI MEDIAZIONEAl di là delle differenze esistenti tra i diversi tipi di <strong>in</strong>terventi, ciò che risulta evidente da questaprima analisi è il numero partico<strong>la</strong>rmente elevato di esperienze di <strong>mediazione</strong> attivate sulterritorio regionale 44 <strong>in</strong> seguito al<strong>la</strong> realizzazione del<strong>la</strong> politica regionale. La quantità di entico<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> modo più o meno <strong>in</strong>tenso dagli <strong>in</strong>terventi è ben superiore a 144, <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong> alcunerealtà, ogni progetto f<strong>in</strong>anziato ha servito una rete piuttosto nutrita di amm<strong>in</strong>istrazioni edorganismi vari. Nel caso del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Cuneo, ad esempio, ogni progetto ha avuto un soloente capofi<strong>la</strong>, ma le amm<strong>in</strong>istrazioni che potevano utilmente avvalersi dei servizi di <strong>mediazione</strong>erano molto più numerose.LA NOVITÀ DELLA PARTECIPAZIONE DELLE SCUOLEGuardando al<strong>la</strong> ripartizione per ambiti, è facile accorgersi come <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> sia il settore che ha visto<strong>la</strong> realizzazione del numero maggiore di <strong>in</strong>terventi, circa il 38% sul totale per un numerocomplessivo di 56 <strong>in</strong>iziative. Questo dato sembra confermare l’impressione registrata più voltenel corso delle <strong>in</strong>terviste con i funzionari delle diverse prov<strong>in</strong>ce di una partecipazione elevata deidistretti sco<strong>la</strong>stici e delle scuole all’attuazione degli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong>. Una presenza cosìnumerosa da parte del settore sco<strong>la</strong>stico è stata percepita da molti degli <strong>in</strong>tervistati come unodegli elementi di sostanziale novità <strong>in</strong>trodotto dal<strong>la</strong> politica regionale, almeno sul <strong>la</strong>to deidest<strong>in</strong>atari dei f<strong>in</strong>anziamenti. La rosa delle scuole co<strong>in</strong>volte nel<strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi di<strong>mediazione</strong> sembra <strong>in</strong>fatti essersi molto al<strong>la</strong>rgata nel corso dell’implementazione di questa politica44 Si consideri che nell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e condotta nel 2003 da Cisp ed Unimed sono state censite a livello nazionale 704esperienze di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> e solo 244 tra queste hanno risposto all’<strong>in</strong>vio del questionario; sono stati solonove i questionari compi<strong>la</strong>ti da enti e organismi <strong>piemonte</strong>si. Cfr. capitolo 2, pag. 6.39


CONTRIBUTI DI RICERCArispetto alle esperienze di f<strong>in</strong>anziamento di attività simili precedentemente maturate. Secondol’op<strong>in</strong>ione di molti <strong>in</strong>tervistati sono numerosi i casi di istituti sco<strong>la</strong>stici che per <strong>la</strong> prima volta,proprio grazie a questa politica regionale, hanno richiesto f<strong>in</strong>anziamenti e hanno sperimentatoattività e progetti di <strong>mediazione</strong>.Da questo punto di vista le partecipazioni proporzionalmente più consistenti si sono avute <strong>in</strong>prov<strong>in</strong>cia di Novara (circa l’80% delle <strong>in</strong>iziative f<strong>in</strong>anziate facevano riferimento a scuole odistretti sco<strong>la</strong>stici), <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Asti (più del 65% delle <strong>in</strong>iziative), nel Verbanio Cusio Osso<strong>la</strong>(c<strong>in</strong>que <strong>in</strong>terventi sui dieci realizzati) e <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o (più del 36%). A queste esperienzedovrebbero essere aggiunte quelle non registrate “ufficialmente” <strong>in</strong> sede di rendicontazione, macomunque esistenti. In alcuni casi, <strong>in</strong>fatti, le amm<strong>in</strong>istrazioni locali (<strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re i Comuni) e iconsorzi <strong>in</strong>tercomunali di servizi hanno allocato parte del monte ore di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> aloro disposizione per <strong>la</strong> realizzazione di s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong>terventi presso le scuole. È molto probabilequ<strong>in</strong>di che le <strong>in</strong>iziative condotte presso le scuole sia un numero addirittura maggiore a quantorilevato.TAVOLA 4.B – RISORSE EROGATE PER PROVINCIA E AMBITO DI RIFERIMENTOAMBITO DI INTERVENTOAL AT BI CN NO TO VC VB Tot.1 - Giustizia 7.779 3.625 44.000 55.4042 - Lavoro eForm. Profess.11.234 3.750 19.999 7.860 42.8433 - Ssanità 13.776 5.295 10.925 7.860 37.8564 - Scuo<strong>la</strong> 10.113 7.400 26.026 50.971 1.964 6.413 102.8875 - Servizi4.439 7.625 50.000 6.426 20.432 6.880 11.421 107.223Socio Ass.6 - Amm. Locale 26.464 17.000 3.738 79.995 127.197Totale 40.240* 33.565 22.400* 72.295 36.190 226.322 24.564 17.834 473.410*Cifre espresse <strong>in</strong> euro, approssimate all’unità.*Le cifre re<strong>la</strong>tive alle Prov<strong>in</strong>ce di Alessandria e Biel<strong>la</strong> non comprendono le quote re<strong>la</strong>tive alle spese amm<strong>in</strong>istrative edi coord<strong>in</strong>amento, <strong>in</strong>divisibili per ambito e pari rispettivamente a circa 11.000 euro e 4.500 euro. Per questo motivo iltotale delle risorse spese appare <strong>in</strong>feriore a quanto mostrato al<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 3.c.Se si considera <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 4.b, si osserva però come le scuole si caratterizz<strong>in</strong>o per <strong>in</strong>terventi dientità piuttosto modesta; questo può spiegare l’elevato numero di <strong>in</strong>iziative f<strong>in</strong>anziate rispetto aglialtri ambiti, nei quali i s<strong>in</strong>goli progetti assorbono <strong>in</strong> media quote più <strong>in</strong>genti di risorse, come nelcaso dell’ambito giudiziario.Complessivamente all’ambito sco<strong>la</strong>stico è andata una quota di f<strong>in</strong>anziamenti regionali pari a pocopiù di 102.000 euro, circa il 21% delle risorse allocate. In media le <strong>in</strong>iziative svolte <strong>in</strong> questoambito ricevono dunque un f<strong>in</strong>anziamento di poco <strong>in</strong>feriore ai 2.000 euro. Cifre leggermentesuperiori sono quelle re<strong>la</strong>tive ai f<strong>in</strong>anziamenti percepiti <strong>in</strong> media dalle scuole tor<strong>in</strong>esi (circa 3.400euro <strong>in</strong> media), che hanno generalmente una maggiore esperienza e tradizione nel<strong>la</strong> conduzionedi <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong>. Negli altri casi le quote prov<strong>in</strong>ciali assegnate <strong>in</strong> media per le <strong>in</strong>iziativecondotte <strong>in</strong> ambito sco<strong>la</strong>stico vanno da un m<strong>in</strong>imo di circa 840 euro (Asti) ad un massimo dicirca 1.625 euro (Novara).40


LA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE NEGLI ALTRI AMBITIOltre alle scuole, che sembrano rappresentare anche simbolicamente il tratto più <strong>in</strong>novativo diquesta politica regionale, vi sono altri enti che per <strong>la</strong> prima volta hanno affrontato esperienze di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>. Una novità rilevante, ad esempio, è costituita dal co<strong>in</strong>volgimento dei centriper l’impiego. In questo ambito sono stati <strong>in</strong>vestiti a livello regionale circa 42.000 euro (circa l’8%delle risorse allocate). La scommessa sui centri per l’impiego è stata compiuta <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re dalleprov<strong>in</strong>ce di Asti e Biel<strong>la</strong>, che hanno dedicato a questo settore circa un terzo del budget a lorodisposizione. Altri <strong>in</strong>terventi sono stati f<strong>in</strong>anziati <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o presso i centri diChivasso, Ciriè, Cuorgnè, Ivrea, P<strong>in</strong>erolo, Susa e Venaria (2.750 euro allocato presso ogni centro)e <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Vercelli, dove le attività rivolte al settore Lavoro sono stati realizzati pressodiversi enti pubblici.L’<strong>in</strong>vestimento nell’ambito sanitario è stato leggermente più modesto (soprattutto <strong>in</strong> considerazionedelle potenzialità del settore): sebbene si tratti anche <strong>in</strong> questo caso di un settore consideratosolitamente come bisognoso di servizi di <strong>mediazione</strong>, a livello regionale sono stati spesi poco piùdi 37.000 per <strong>la</strong> realizzazione di 19 <strong>in</strong>terventi. L’<strong>in</strong>vestimento proporzionalmente più rilevante <strong>in</strong>questo ambito è stato effettuato dal<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia di Alessandria; alle ASL 20, 21 e 22 sono andaticomplessivamente circa 13.000 euro, ovvero il 32% delle risorse allocate complessivamentedall’amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale per <strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong>.La quota più <strong>in</strong>gente di risorse (127.000 euro pari al 30% dell’ammontare complessivo) è andata af<strong>in</strong>anziare <strong>in</strong>terventi condotti nell’ambito dedicato all’amm<strong>in</strong>istrazione locale. Occorre peròconsiderare che <strong>in</strong> questo ambito sono confluiti per <strong>in</strong>tero le risorse stanziate a favore delComune di Tor<strong>in</strong>o (50.000 euro). Inoltre, come già evidenziato <strong>in</strong> precedenza, parte delle risorsefacenti capo alle amm<strong>in</strong>istrazioni comunali, così come quelle dest<strong>in</strong>ate ai consorzi di servizisocio-assistenziali (circa 107.000 euro complessivamente), possono essere state successivamenteimpegnate per <strong>la</strong> realizzazione di <strong>in</strong>terventi presso altri enti, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re <strong>in</strong> ambito sco<strong>la</strong>stico.MOLTE AMMINISTRAZIONI COINVOLTE: OBIETTIVO RAGGIUNTO?Uno dei pr<strong>in</strong>cipali risultati attesi del<strong>la</strong> politica, che riguardava il co<strong>in</strong>volgimento di un <strong>in</strong>siememolto ampio di realtà amm<strong>in</strong>istrative nel<strong>la</strong> realizzazione di <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong>, puòdunque dirsi raggiunto. Inoltre, numeri così elevati <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di amm<strong>in</strong>istrazioni co<strong>in</strong>volte ef<strong>in</strong>anziamenti distribuiti confermano <strong>la</strong> tesi enunciata da diversi funzionari prov<strong>in</strong>ciali nel corsodelle <strong>in</strong>terviste, ovvero che <strong>la</strong> politica abbia davvero <strong>in</strong>teressato e toccato enti cheprecedentemente non utilizzavano mediatori culturali, o che ne facevano un uso piuttostocircoscritto e limitato. Sembra dunque che <strong>la</strong> politica regionale sia stata <strong>in</strong> grado di stimo<strong>la</strong>re <strong>la</strong>realizzazione di <strong>in</strong>terventi presso soggetti nuovi, o comunque di rafforzare esperienze <strong>in</strong> attopresso soggetti che avevano già <strong>in</strong>trapreso un percorso <strong>in</strong> questa direzione.Ciò che però resta da comprendere è quali sono state le reali caratteristiche di questoco<strong>in</strong>volgimento. In sostanza, a fronte di una “sollecitazione su ampia sca<strong>la</strong>”, sono state realizzateesperienze dest<strong>in</strong>ate a <strong>la</strong>sciare una traccia nelle amm<strong>in</strong>istrazioni? Gli <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>anziati hanno“semplicemente” risposto a bisogni immediati e cont<strong>in</strong>genti oppure proseguiranno nel tempo,come era nelle <strong>in</strong>tenzioni <strong>in</strong>iziali di chi ha promosso <strong>la</strong> politica a livello regionale? L’attuazione di41


CONTRIBUTI DI RICERCAquesti <strong>in</strong>terventi ha aiutato gli enti a maturare nuove consapevolezze sul loro bisogno di<strong>mediazione</strong> e sulle reali possibilità d’impiego dei mediatori? E quali difficoltà hanno dovutoaffrontare gli operatori pubblici e i mediatori co<strong>in</strong>volti per dare piena attuazione ai progetti? Cosanon ha funzionato, o cosa poteva funzionare meglio? Cosa potrebbe essere fatto per migliorare ilprocesso d’apprendimento <strong>in</strong>terno alle amm<strong>in</strong>istrazioni, al f<strong>in</strong>e di consolidare le esperienze piùnuove e più deboli?Per rispondere a queste domande, i numeri (re<strong>la</strong>tivi ai f<strong>in</strong>anziamenti assegnati, agli <strong>in</strong>terventiattivati e alle ore di <strong>mediazione</strong> erogate) chiaramente non bastano. L’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e è dunquecont<strong>in</strong>uata con <strong>la</strong> realizzazione di una serie di <strong>in</strong>terviste <strong>in</strong> profondità, f<strong>in</strong>alizzate a raccogliereop<strong>in</strong>ioni, punti di vista e testimonianze di alcuni operatori pubblici e mediatori culturalidirettamente co<strong>in</strong>volti nell’erogazione di servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> f<strong>in</strong>anziati dall’Accordo.Nelle prossime pag<strong>in</strong>e sono s<strong>in</strong>tetizzati i contenuti essenziali delle riflessioni emerse nel corso ditali <strong>in</strong>terviste. In partico<strong>la</strong>re verrà fatto riferimento a c<strong>in</strong>que esperienze partico<strong>la</strong>rmentesignificative realizzate <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Alessandria, Asti, Biel<strong>la</strong>, Cuneo e Tor<strong>in</strong>o.4.2 Le criticità emerse nel<strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong>Ricomporre un quadro esaustivo delle criticità emerse durante tutte le <strong>in</strong>terviste effettuate non èun compito facile. Difficoltà, problemi e possibili soluzioni cambiano <strong>in</strong>fatti, <strong>in</strong> modo ancheradicale, nel momento <strong>in</strong> cui ci si sposta all’<strong>in</strong>terno del territorio regionale e muta il contestoorganizzativo e sociale di riferimento. Per questo motivo, ciò che viene riportato <strong>in</strong> questoparagrafo sono solo alcune delle questioni segna<strong>la</strong>te dagli <strong>in</strong>tervistati, senza nessuna pretesa diessere esaustivi. In partico<strong>la</strong>re sono stati selezionati quei temi che trascendono <strong>la</strong> specificità deis<strong>in</strong>goli casi e che sembrano avere una valenza trasversale. L’<strong>in</strong>tenzione non è di analizzare <strong>in</strong>profondità tutti i s<strong>in</strong>goli problemi <strong>in</strong>dividuati o gli argomenti affrontati, quanto di proporre alcunielementi di riflessione, utili ad orientare successivi <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong>dirizzati al<strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong><strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> su sca<strong>la</strong> regionale.42


TAVOLA 4.C – ELENCO DELLE AMMINISTRAZIONI COINVOLTE NEGLI INTERVENTI DI MEDIAZIONEAsti1. Casa Circondariale2. QuesturaBiel<strong>la</strong>3. Casa Circondariale1. GIUSTIZIATor<strong>in</strong>o4. Amm<strong>in</strong>istrazione Penitenziaria5. Questura6. Prefettura7. Centro di Giustizia M<strong>in</strong>orileAsti8. Centro per l’impiego di Asti9. Società consortile formazioneprofessionale Alba-Barolo10. IAL AstiBiel<strong>la</strong>11. Aziende del territorio prov<strong>in</strong>cialeTor<strong>in</strong>o12. Centro per l’impiego di Chivasso13. Centro per l’impiego di Ciriè14. Centro per l’impiego di Courgnè2. LAVORO E FORMAZIONE PROFESSIONALE15. Centro per l’impiego di Ivrea16. Centri per l’impiego di P<strong>in</strong>erolo17. Centro per l’impiego di Susa18. Centro per l’impiego di VenariaVercelli19. Centro per l’impiego di Borgosesia20. Centro per l’impiego di Vercelli21. Sportello ISI22. Ufficio Borse Lavoro –Comune di Vercelli23. ConfartigianatoAlessandria24. Asl 20 Alessandria25. Asl 20 Tortona26. Asl 21 Casale M.27. Asl 22 Ovada28. Asl 22 Novi Ligure29. Asl 22 Acqui Terme30. Asl 22 ValenzaCuneo31. Azienda Ospedaliera S. Croce e CarleTor<strong>in</strong>o32. Asl 4 Tor<strong>in</strong>oAsti43. Consorzio CO.GE.SABiel<strong>la</strong>44. Sportello Servizi45. Incontri Orientamento Servizi TerritorialiCuneo46. Consorzio Socio Ass. del Cuneese47. Consorzio Socio Ass. “Intesa”48. Consorzio “Monviso Solidale”Novara49. C.A.S.A. Consorzio per l’attività Socio Ass.50. C.C.I.A.A. Novara51. Centro territoriale permanente3. SANITA’33. Asl S.Giovanni Battista34. Asl 10Vercelli35. Ospedale S’Andrea – G<strong>in</strong>ecologia36. Ospedale S’Andrea – DEA37. Asl 11 –Igiene Pubblica38. Asl 11 – Dip. Prevenzioni e Vacc<strong>in</strong>azioni39. Asl 11 – Patologia Neonatale40. Ospedale di Borgosesia – Pediatria41. Ospedale di Borgosesia – G<strong>in</strong>ecologia42. Consultorio familiare di Santhià4. SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALITor<strong>in</strong>o52. Consorzio Valle Susa53. C.I.S Ciriè54. C.I.S.A.P. Collegno e Grugliasco55. C.I.S.S. P<strong>in</strong>erolo56. C.I.S.S. 38 CourgnèVercelli57. Istituto “M<strong>in</strong>el<strong>la</strong>” Crescent<strong>in</strong>o58. Istituto “Conso<strong>la</strong>ta” Borgo d’Ale59. Caritas di Vercelli60. CISAS di Santhià61. Consorzio CASA di Gatt<strong>in</strong>ara62. Centro Ascolto di Tr<strong>in</strong>o63. Assoc. Eufemia - Varallo43


CONTRIBUTI DI RICERCATAVOLA 4C – ELENCO DELLE AMMINISTRAZIONI COINVOLTE NEGLI INTERVENTI DI MEDIAZIONE (CONTINUA)Asti64. Direzione Didattica III Circolo di Asti65. Direzione Didattica IV circolo di Asti66. Direzione Didattica VI circolo di Asti67. Direzione Didattica di Canelli68. Direzione Didattica di Vigliano69. Direzione Didattica di Vil<strong>la</strong>franca70. Istituto Comprensivo di Castell’Alfero71. Istituto Comprensivo di Vesime72. S.M.S. “Alfieri di San Damiano73. S.M.S. “ Jona” di Asti74. ITC per geometri “Giobert” di Asti75. Istituto Professionale Castigliano di AstiBiel<strong>la</strong>76. Oratorio San Filippo Biel<strong>la</strong> (doposcuo<strong>la</strong>)77. Direzione Didattica Biel<strong>la</strong>178. Direzione Didattica Pray79. Direzione Didattica Valle Mosso80. Direzione Didattica di Veglio81. Direzione Didattica Vigliano B.seNovara82. Direzione didattica Borgomanero83. Direzione didattica I circolo84. Direzione didattica di Oleggio85. Direzione didattica statale di Trecate86. Direzione didattica V circolo Novara86. Circolo didattico di Arona88. Istituto comprensivo di Bell<strong>in</strong>zago89. Istituto comprensivo Giovanni XXIII90. Istituto comprensivo Curioni91. Istituto Comprensivo Vespo<strong>la</strong>te92. Istituto Comprensivo Invorio5. SCUOLA93. Istituto Tecnico Industriale statale Omar94. S.M.S.. “G.Cassano”95. S.M.S. “Viale Dante 13”96. Scuole annesse convitto nazionale Carlo Alberto97. Istituzione sco<strong>la</strong>stica Varallo PombiaTor<strong>in</strong>o98. Direzione Didattica Gabelli99. Direzione Didattica Gambero100. Direzione Didattica Par<strong>in</strong>i101. Istituto Alberti – Luserna Val Pellice102. Istituto Giulio– Tor<strong>in</strong>o103. Istituto Superiore “Carignano”104. Scuo<strong>la</strong> media “Modigliani”105. Direzione Didattica “Sab<strong>in</strong>”106. Direzione Didattica “Cairoli”107. Direzione Didattica “De Feltre”108. ITCS “Sel<strong>la</strong>” – Tor<strong>in</strong>o109. Istituto Com.Tetti francesi Rivalta110. Istituto Cena111. Scuo<strong>la</strong> Media Croce – Morelli112. Scuo<strong>la</strong> Media Caduti di Cefalonia – ToVercelli113. ITIS di Vercelli114. Istituto Superiore di SanthiàVerbania115. Direzione Didattica di Gravellona Toce116. Scuo<strong>la</strong> Media Statale Omegna117. Scuo<strong>la</strong> Media Statale “Quasimodo”118. Scuo<strong>la</strong> Media Statale “Ranzoni”119. I. C. “Bagnol<strong>in</strong>i” Vil<strong>la</strong>dosso<strong>la</strong>6. AMM. LOCALEAlessandria120. Comune di Alessandria121. Comune di Casale M.122. Comune di Novi Ligure124. Comune di Ovada125. Comune di Rivalta B.126. Comune di Tortona127. Comune di ValenzaCuneo128. Comune di Alba129. Comune di CuneoNovara129. Comune di NovaraTor<strong>in</strong>o130. Città di Chieri131. Città di Moncalieri132. Città di Ivrea133. Città di Tor<strong>in</strong>o134. Comune di Orbassano135. Comunità Montana Val Pellice136. Comunità Montana Val SangoneVercelli137. Comune di Crescent<strong>in</strong>o - Informagiovani138. Comune di Gatt<strong>in</strong>ara - Informagiovani139. Comune di Santhia - InformagiovaniVerbania140. Ufficio Territoriale del Governo141. Comune di Omegna142. Comune di Verbania143. Comune di Vil<strong>la</strong>dosso<strong>la</strong>144. Comune di Vogogna44


IL DIFFICILE INSERIMENTO DEL MEDIATORE CULTURALEPromuovere l’uso del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> nelle pubbliche amm<strong>in</strong>istrazioni significa<strong>in</strong>nanzitutto affrontare <strong>la</strong> sfida di <strong>in</strong>trodurre, <strong>in</strong> seno ad un certo contesto organizzativo benstrutturato, con una distribuzione <strong>in</strong>terna del <strong>la</strong>voro e d<strong>in</strong>amiche re<strong>la</strong>zionali consolidate, unafigura professionale poco conosciuta a gran parte dei dipendenti <strong>in</strong>terni e con evidenti tratti di“estraneità” rispetto a coloro che già operano abitualmente all’<strong>in</strong>terno dell’amm<strong>in</strong>istrazione. Nelcorso delle <strong>in</strong>terviste sono state descritte diverse situazioni nelle quali i mediatori hanno trovatodifficoltà nell’<strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> seno a realtà organizzative che non si erano mai avvalse di tali figure.Una tipica situazione è quel<strong>la</strong> <strong>in</strong> cui il mediatore è stato percepito come “ca<strong>la</strong>to dall’alto” daglistessi operatori con i quali avrebbe dovuto col<strong>la</strong>borare. In questi casi, <strong>la</strong> sua presenza all’<strong>in</strong>ternodell’amm<strong>in</strong>istrazione non è stata accompagnata da un progetto di <strong>in</strong>serimento nel quale fossedef<strong>in</strong>ito esattamente ciò che l’ente si aspettava dal mediatore <strong>culturale</strong> e le mansioni di cuiavrebbe dovuto occuparsi. In questo hanno anche <strong>in</strong>fluito l’<strong>in</strong>iziale <strong>in</strong>certezza sui tempi legatiall’erogazione dei f<strong>in</strong>anziamenti e <strong>la</strong> successiva fretta di realizzare gli <strong>in</strong>terventi nelle scadenzedettate dall’Accordo 45 . In tali situazioni è completamente mancata una fase di preparazioneall’accoglienza del mediatore e tutto è stato giocato sull’improvvisazione dell’ultimo momento.Come afferma una delle persone <strong>in</strong>tervistate: “I mediatori culturali sono giunti nel<strong>la</strong> nostraorganizzazione da un giorno all’altro, senza che vi fosse stato alcun preavviso o preparazione all’evento. Nonavevamo fatto neppure una vera analisi dei bisogni di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>terni all’organizzazione. Quando sonoarrivati, ci siamo immediatamente posti il problema di farli <strong>la</strong>vorare, ma c’è voluto molto tempo prima cheimparassimo <strong>in</strong> che modo potevano essere utilizzati….Loro stessi, nonostante avessero una discreta esperienza sulcampo, hanno <strong>in</strong>izialmente avuto problemi di ambientamento”.Si tratta di casi <strong>in</strong> cui esisteva un bisogno di <strong>mediazione</strong> al quale era necessario dare risposta, mal’assenza di una progettazione dell’<strong>in</strong>tervento e di una chiara prefigurazione delle sue ricadutesull’organizzazione del <strong>la</strong>voro ha creato qualche problema nell’impiego del mediatore. Inpartico<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> mancanza di <strong>in</strong>formazione e di comunicazione tra gli operatori <strong>in</strong>terni all’enteriguardo alle attività che i mediatori stavano tentando di portare avanti nell’organizzazione harischiato a volte di comprometterne o comunque di depotenziarne l’utilizzo.Come racconta un’altra operatrice: “Alcuni dei nostri colleghi hanno percepito <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> comeuna cosa che non li riguardava, nel<strong>la</strong> quale cioè non erano direttamente co<strong>in</strong>volti. Ad esempio coloro che sioccupano del<strong>la</strong> prima accoglienza degli utenti spesso si sono dimenticati, o comunque hanno evitato, di <strong>in</strong>formare gliimmigrati dell’esistenza all’<strong>in</strong>terno dei nostri uffici di un mediatore <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> grado di aiutarli nei colloqui e chestava organizzando <strong>in</strong>contri dedicati esclusivamente a loro. Probabilmente se <strong>la</strong> comunicazione fosse passata <strong>in</strong>misura maggiore, gli immigrati che avrebbero beneficiato dei servizi di <strong>mediazione</strong> sarebbero stati molti di più”.Altre volte il mediatore è stato impiegato come jolly tuttofare, una sorta di figura supplente dautilizzare per lo svolgimento di compiti anche molto lontani dalle normali competenze delmediatore <strong>culturale</strong>. Lo scivo<strong>la</strong>mento <strong>in</strong> situazioni di questo tipo è partico<strong>la</strong>rmente frequentenelle scuole, dove è più facile che si present<strong>in</strong>o situazioni <strong>in</strong> cui occorre rispondere ad emergenzealternative al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> (attività di sostegno a situazioni di partico<strong>la</strong>re disagio,supplenze alle c<strong>la</strong>ssi,….). In questi casi, si assegnano al mediatore mansioni che non glicompetono, un po’ per il vantaggio immediato che se ne trae (<strong>la</strong> soluzione pronta per un45 Si veda quanto viene illustrato a tal proposito nel paragrafo 3.1, dedicato ai tempi dell’iter amm<strong>in</strong>istrativo.45


CONTRIBUTI DI RICERCAproblema <strong>in</strong>combente), un po’ per <strong>la</strong> mancanza di conoscenze appropriate rispetto allecompetenze del mediatore.Come segna<strong>la</strong> uno dei funzionari prov<strong>in</strong>ciali <strong>in</strong>tervistati: “Quando abbiamo proposto i mediatoriculturali alle scuole ci siamo resi conto di un grosso problema di <strong>in</strong>terpretazione del loro ruolo. Le scuole da noicontattate hanno espresso, nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi, il bisogno di avere a disposizione, non un mediatore<strong>culturale</strong>, ma più semplicemente un <strong>in</strong>terprete. Qualcuno cioè che si sostituisse ai docenti, quando fosse necessariocomunicare con i genitori dei bamb<strong>in</strong>i immigrati. Giusto per fare un esempio concreto: arriva <strong>in</strong> c<strong>la</strong>sse un bamb<strong>in</strong>oc<strong>in</strong>ese, di conseguenza i docenti hanno bisogno di qualcuno che traduca i messaggi scritti o orali dest<strong>in</strong>ati ai genitoriche par<strong>la</strong>no solo il c<strong>in</strong>ese. Oppure arriva un bamb<strong>in</strong>o dal<strong>la</strong> Bolivia, che non capisce una paro<strong>la</strong> di italiano, e sidecide di farlo affiancare da un mediatore che si trova perciò a svolgere <strong>la</strong> funzione di traduttore simultaneo dellelezioni più importanti…<strong>in</strong>somma se il mediatore non viene <strong>in</strong>serito <strong>in</strong> una realtà pronta ad accoglierlo da unpunto di vista <strong>culturale</strong> ed organizzativo, è probabile che il suo ruolo venga trasformato <strong>in</strong> qualcosa di diverso,molto probabilmente riduttivo rispetto alle <strong>in</strong>tenzioni orig<strong>in</strong>arie”.In realtà, secondo il “modello logico” presentato nel secondo capitolo, i problemi di naturaorganizzativa causati da una errata comprensione del<strong>la</strong> figura del mediatore <strong>culturale</strong> potevanoessere superati, o comunque mitigati, dai corsi di formazione, f<strong>in</strong>anziati dall’Accordo diprogramma e dest<strong>in</strong>ati agli operatori pubblici <strong>in</strong>terni alle amm<strong>in</strong>istrazioni. Come vedremo nelprossimo capitolo, questo apporto sul <strong>la</strong>to del<strong>la</strong> formazione è stato <strong>in</strong> molte realtà localipartico<strong>la</strong>rmente carente, se non del tutto assente, e questo può aver contribuito al parziale<strong>in</strong>successo di alcune <strong>in</strong>iziative.In altri casi però, soprattutto dove hanno operato mediatori appartenenti ad organismi edassociazioni con una forte esperienza di <strong>la</strong>voro alle spalle, si è ovviato a questa carenza sul <strong>la</strong>todel<strong>la</strong> formazione adottando soluzioni orig<strong>in</strong>ali, che possono rappresentare delle esperienze diriferimento anche per altri contesti. Sotto questo aspetto un’esperienza <strong>in</strong>teressante è <strong>la</strong> modalitàdi <strong>la</strong>voro con equipe di supporto adottata dal<strong>la</strong> cooperativa sociale “L’Arca” di Cuneo. Comedescritto con maggiori dettagli nel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 4.c l’equipe, formata da specialisti ed esperti di variediscipl<strong>in</strong>e, aiuta i mediatori culturali a superare eventuali problemi di <strong>in</strong>serimento e le difficoltà divario genere che essi <strong>in</strong>contrano nel corso del loro <strong>la</strong>voro. A questo scopo l’equipe organizzariunioni periodiche con i mediatori, alle quali sono <strong>in</strong>vitati a partecipare anche gli operatoripubblici che si avvalgono del servizio di <strong>mediazione</strong>. Gli operatori vengono qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>seriti <strong>in</strong> unasorta di percorso di “para-formazione” a fianco dei mediatori culturali.In generale, ciò che emerge dall’esame dei s<strong>in</strong>goli casi è <strong>la</strong> necessità di avere una solida reteprofessionale di riferimento, magari anche esterna al<strong>la</strong> specifica esperienza realizzata, che possasupportare sia il mediatore <strong>culturale</strong>, sia l’operatore <strong>in</strong>terno, a superare difficoltà, <strong>in</strong>comprensionied equivoci, che solitamente nascono nel<strong>la</strong> fase di primo <strong>in</strong>serimento del mediatore <strong>in</strong> seno al<strong>la</strong>struttura organizzativa. Occorre cioè adottare modalità di assistenza più complesse ed artico<strong>la</strong>te,che vanno ben al di là del<strong>la</strong> semplice presenza del mediatore, per qualche ora al<strong>la</strong> settimana, nel<strong>la</strong>sede dell’organizzazione. Soprattutto nelle esperienze più nuove e non ancora mature, appareopportuno prevedere che il <strong>la</strong>voro del mediatore presso l’organizzazione sia affiancato daun’attività di consulenza periodica che co<strong>in</strong>volga i responsabili dell’ente e gli altri col<strong>la</strong>boratori<strong>in</strong>terni. Il supporto prestato dovrebbe essere sia di natura progettuale (rilevazione delle esigenzespecifiche al<strong>la</strong> realtà organizzativa e disegno delle possibili attività che il mediatore può svolgereper dar loro risposta), sia di natura consulenziale (analisi delle difficoltà <strong>in</strong>contrate dal mediatorenello svolgimento del suo <strong>la</strong>voro, nonché discussione su eventuali soluzioni organizzative e loro46


successiva e<strong>la</strong>borazione), sia di natura formativa (apprendimento da parte dell’operatore dellemodalità più appropriate ed utili per servirsi del mediatore).TAVOLA 4.C – L’ESPERIENZA DELLA COOPERATIVA ARCAUna breve descrizione dell’organizzazioneLa cooperativa sociale “L’ARCA” è stata fondata a Cuneo nel 1998 per far fronte alle difficoltà di<strong>in</strong>serimento nel mondo del <strong>la</strong>voro delle donne extracomunitarie e più <strong>in</strong> generale per agevo<strong>la</strong>rel’imprenditorialità delle persone immigrate. Nel 2001 sono entrati a far parte del<strong>la</strong> cooperativa seimediatori <strong>in</strong>terculturali con l’obiettivo di dare risposta all’esigenza, proveniente soprattutto dalpersonale docente delle scuole e da operatori delle pubbliche amm<strong>in</strong>istrazioni locali, di figure <strong>in</strong> gradodi facilitare <strong>la</strong> comunicazione tra le istituzioni e i nuovi utenti immigrati, nonchè di prevenireeventuali situazioni di conflittualità tra le culture presenti sul territorio. Attualmente i mediatori checol<strong>la</strong>borano con <strong>la</strong> cooperativa sono sedici. La cooperativa ha prestato i propri servizi di mediazionper quattro dei sei progetti f<strong>in</strong>anziati dal<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Cuneo nell’ambito dell’Accordo diprogramma.L’equipe di supportoIl gruppo di mediatori è normalmente supportato da un’equipe di esperti specializzati <strong>in</strong> materie ediscipl<strong>in</strong>e diverse. L’equipe di base è composta da c<strong>in</strong>que persone: due assistenti sociali; un etnopsicologo;un avvocato esperto di diritto <strong>in</strong>ternazionale e di questioni legati all’immigrazione; unesperto di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> <strong>in</strong> ambito sco<strong>la</strong>stico. L’equipe ha <strong>la</strong> funzione di coord<strong>in</strong>are gli<strong>in</strong>terventi dei mediatori e di garantire loro una sorta di consulenza specialistica sui problemi piùcomplessi che possono <strong>in</strong>contrare nel corso del loro <strong>la</strong>voro. Ogni 15 giorni i mediatori sono“obbligati” a riunirsi con l’equipe per presentare e discutere collettivamente le criticità emerse durante<strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi. Spesso accade che alle riunioni partecip<strong>in</strong>o anche gli operatoripubblici direttamente co<strong>in</strong>volti nell’attuazione dei progetti di <strong>mediazione</strong>. Durante le riunionivengono <strong>in</strong>fatti discusse le modalità d’azione seguite dal mediatore e le richieste alle quali si trova arispondere; per gli operatori questo è un modo per riflettere e confrontarsi rispetto al modo <strong>in</strong> cui<strong>in</strong>terpretano e rie<strong>la</strong>borano i problemi legati al<strong>la</strong> gestione dell’utenza immigrata.La testimonianzaDalle parole di una delle responsabili del<strong>la</strong> cooperativa:“In passato era capitato che i mediatori venissero impiegati dalle amm<strong>in</strong>istrazioni <strong>in</strong> modo non corretto, o perlomenomessi a fare delle cose che non erano di loro competenza. …ad un certo punto abbiamo cercato di ovviare a questesituazioni costituendo un’equipe di supporto multidiscipl<strong>in</strong>are. L’equipe garantisce al mediatore una supervisionecont<strong>in</strong>ua: qualora gli venga richiesto di svolgere compiti che vanno al di là delle sue specifiche competenze, il mediatorenon è da solo ad affrontare il problema ma è <strong>in</strong> grado di portare il suo partico<strong>la</strong>re caso all’attenzione del gruppo dispecialisti che gli dà, oltre che sostegno professionale e morale, anche una forte.legittimazione nei confronti delleamm<strong>in</strong>istrazioni richiedenti il servizio. La grossa novità è che alle riunioni sono <strong>in</strong>vitati a partecipare anche gli stessioperatori (docenti sco<strong>la</strong>stici, assistenti sociali, funzionari amm<strong>in</strong>istrativi, medici,…) che usufruiscono del <strong>la</strong>voro delmediatore. Gli operatori vengono qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>seriti <strong>in</strong> un processo di consulenza, di confronto sulle s<strong>in</strong>gole esperienze e diapprendimento cont<strong>in</strong>uo.È un percorso che li aiuta a crescere come committenti; cioè ad utilizzare al meglio il servizio di <strong>mediazione</strong> che vieneloro offerto.”In alcuni casi quest’opera di assistenza viene condotta per <strong>in</strong>iziativa autonoma del<strong>la</strong> stessacooperativa o dell’associazione che eroga il servizio di <strong>mediazione</strong>, ma non sempre è stato così.Molto spesso, nel caso degli <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>anziati dal<strong>la</strong> politica regionale, le risorse impegnate suis<strong>in</strong>goli progetti non erano sufficienti a garantire questo tipo di supporto. Da questo punto di vista47


CONTRIBUTI DI RICERCA<strong>la</strong> scelta di frazionare le risorse su un numero molto vasto di progetti non ha <strong>in</strong>centivatol’adozione di pratiche di questo tipo.IL “GIUSTO” COSTO DEL PROGETTO DI MEDIAZIONENel corso delle <strong>in</strong>terviste è spesso emersa <strong>la</strong> questione re<strong>la</strong>tiva al “giusto” costo di un progetto di<strong>mediazione</strong>. L’unità di misura che viene solitamente adottata <strong>in</strong> questi casi è il prezzo fissato perora di <strong>mediazione</strong> effettivamente erogata, ovvero per l’ora che il mediatore trascorre presso <strong>la</strong>sede dell’organizzazione cui presta il servizio. Da quanto risulta dalle schede di rendicontazione,gran parte delle prov<strong>in</strong>ce (almeno quattro su otto) ha fissato come prezzo orario 20 euro,comprensivi solitamente di ogni tipo di imposta, tassa o contributo comunque denom<strong>in</strong>ato. Lequattro prov<strong>in</strong>ce rimanenti hanno pagato un prezzo superiore da un m<strong>in</strong>imo di circa 1,50 euro(Cuneo) ad un massimo di circa 10 euro (Alessandria).TAVOLA 4.D – I PREZZI RELATIVI AD UN’ORA DI MEDIAZIONEProv<strong>in</strong>ciaPrezzo orario (<strong>in</strong> euro)Alessandria 30,21Asti 26,40Biel<strong>la</strong> 25Cuneo 21,46Novara 20Tor<strong>in</strong>o 20Verbano Cusio Osso<strong>la</strong> 20Vercelli 20Il costo di un progetto di <strong>mediazione</strong> nasce dunque come risultato del<strong>la</strong> moltiplicazione delprezzo orario e le ore di <strong>mediazione</strong> svolte. Una volta fissato il prezzo unitario, l’unica variabileche viene considerata, almeno a livello burocratico, nel<strong>la</strong> determ<strong>in</strong>azione del costo complessivo diun progetto è il tempo trascorso dal mediatore presso l’ufficio, <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> o il repartosanitario nel quale eroga il suo servizio. Cosa comporta l’accettazione di questa semplice e, aprima vista, ovvia rego<strong>la</strong> di calcolo?In primo luogo, comporta l’assoluta corrispondenza tra tempo di <strong>la</strong>voro e prodotto f<strong>in</strong>ale,basata sull’idea implicita che i progetti di <strong>mediazione</strong> presentano tutti quanti le stesse difficoltà direalizzazione e che <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> è una professione altamente standardizzata, che mantienemedesimi contenuti e uguali modalità di erogazione <strong>in</strong>dipendentemente dalle caratteristichedell’organizzazione <strong>in</strong> cui si presta servizio e delle peculiarità del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione di utenti che si staservendo. Nel calcolo del costo del progetto, utile al f<strong>in</strong>e burocratico di ottenere il f<strong>in</strong>anziamentonon si tiene cioè conto delle differenze, anche rilevanti, che vi possono essere tra attività di<strong>mediazione</strong> che sono erogate <strong>in</strong> situazioni e contesti istituzionali molto diversi. Su questi aspettiuna mediatrice esprime efficacemente <strong>la</strong> necessità di considerare i costi di un progetto su criteripiù ampi: “Al contrario di quanto spesso si fa nei bandi, si dovrebbero riconoscere costi diversi ad attività di<strong>mediazione</strong> differenti. Aiutare donne immigrate che stanno vivendo esperienze di prostituzione e di maltrattamentonon comporta lo stesso dispendio di energie e le stesse capacità professionali che implica lo stare allo sportello di unufficio che offre <strong>in</strong>formazioni sui servizi del Comune…questa differenza a livello di prezzo orario non èriconosciuta”.In secondo luogo, un tale sistema di calcolo sott<strong>in</strong>tende il mancato riconoscimento dieventuali costi aggiuntivi legati al<strong>la</strong> progettazione del servizio, oppure dipendenti dalle diverse48


condizioni logistiche <strong>in</strong> cui il servizio stesso viene erogato. Che <strong>la</strong> sede dell’organizzazione nel<strong>la</strong>quale il mediatore deve recarsi per erogare il servizio sia <strong>in</strong> una zona centrale, oppure si trovi <strong>in</strong>una zona difficilmente raggiungibile dal mediatore, il prezzo orario rimane sempre lo stesso.Come afferma <strong>la</strong> responsabile di un’associazione di mediatori: “Il nostro <strong>in</strong>tervento si svolgeva <strong>in</strong> unpaese montano abbastanza distante da Tor<strong>in</strong>o, raggiungibile dopo circa un’ora e un quarto di viaggio <strong>in</strong> treno. Traandata e ritorno il nostro mediatore impiegava qu<strong>in</strong>di 2 ore e mezzo, quando andava bene. Questo costoaggiuntivo, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di tempo necessario allo spostamento, non è stato <strong>in</strong> alcun modo riconosciuto <strong>in</strong> sede diassegnazione dell’<strong>in</strong>carico. Solo dopo molte <strong>in</strong>sistenze siamo riusciti a far accettare l’idea di accorpare le ore dipresenza del mediatore <strong>in</strong> ufficio da due a quattro ore al giorno <strong>in</strong> modo da ammortizzare, almeno <strong>in</strong> parte, i costie i tempi di viaggio. Al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e tutto considerato per ogni ora di “<strong>la</strong>voro” al mediatore entra <strong>in</strong> tasca una cifra assai<strong>in</strong>feriore al prezzo orario prestabilito” e ancora “..molto spesso i bandi non tengono neppure conto dei costi diprogettazione degli <strong>in</strong>terventi. Eppure <strong>la</strong> progettazione di un <strong>in</strong>tervento è una fase determ<strong>in</strong>ante del <strong>la</strong>voro,soprattutto quando si entra <strong>in</strong> contatto con amm<strong>in</strong>istrazioni che non hanno mai avuto precedenti esperienze di<strong>mediazione</strong>. Realizzare un <strong>in</strong>tervento <strong>in</strong> un ente “nuovo” solitamente significa affrontare difficoltà moltomaggiori…il mio punto di vista è che non si può utilizzare come esclusivo parametro del costo del progetto il tempotrascorso dal mediatore presso l’ente”.In alcune situazioni si è cercato di superare questo problema, affidando ad un ente terzo ilcoord<strong>in</strong>amento, <strong>la</strong> progettazione e <strong>la</strong> gestione degli <strong>in</strong>terventi. In questi casi i costi legati al<strong>la</strong>remunerazione del mediatore per il tempo trascorso presso l’amm<strong>in</strong>istrazione sono nettamentedisgiunti dagli oneri connessi al<strong>la</strong> progettazione e al coord<strong>in</strong>amento delle attività. Da questopunto di vista è significativa <strong>la</strong> decisione del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Alessandria di assegnare direttamenteall’Istituto per <strong>la</strong> Cooperazione allo Sviluppo, l’<strong>in</strong>tero ammontare di risorse derivanti dall’Accordo diprogramma, riconoscendo a tale ente <strong>la</strong> possibilità di scegliere dove <strong>in</strong>tervenire e di aiutare leamm<strong>in</strong>istrazioni territoriali a progettare il loro <strong>in</strong>tervento di <strong>mediazione</strong>. Come descritto più <strong>in</strong>dettaglio nel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 4.e, l’istituto <strong>in</strong> questione ha ricevuto un corrispettivo pari a circa il 20%delle risorse disponibili per l’attività di natura amm<strong>in</strong>istrativa e progettuale di supporto.Sebbene il numero di ore di <strong>mediazione</strong> rimanga dunque un criterio importante per <strong>la</strong>determ<strong>in</strong>azione del costo complessivo di un progetto e, qu<strong>in</strong>di, per l’assegnazione di risorsef<strong>in</strong>anziarie al re<strong>la</strong>tivo <strong>in</strong>tervento, alcune associazioni propongono che nei bandi si tenga contoanche di altri criteri, quali il livello di difficoltà del<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re attività di <strong>mediazione</strong> richiesta(che varia <strong>in</strong> base al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione servita e alle capacità professionali richieste); l’<strong>in</strong>novazione<strong>in</strong>sita nel progetto; i problemi legati al<strong>la</strong> raggiungibilità del luogo di <strong>la</strong>voro da parte delmediatore; <strong>la</strong> possibilità che il progetto richieda momenti di <strong>la</strong>voro differenti dal tempo dipresenza <strong>in</strong> amm<strong>in</strong>istrazione (coord<strong>in</strong>amento, approfondimento di eventuali problematiche, …).49


CONTRIBUTI DI RICERCATAVOLA 4.E – L’ESPERIENZA DELL’ISTITUTO PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO DI ALESSANDRIAUna breve descrizione dell’organizzazioneL’Istituto per <strong>la</strong> Cooperazione allo Sviluppo (ICS) è un consorzio di enti locali, costituito nel 1988 a cuipartecipano <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Alessandria ed i Comuni di Alessandria, Castelnuovo Scrivia, Novi Ligure,Ovada e Valenza. L’Istituto opera <strong>in</strong> due pr<strong>in</strong>cipali direzioni:- progetta e realizza degli <strong>in</strong>terventi di cooperazione <strong>in</strong>ternazionale (Afghanistan, Bulgaria, Cambigia,Mozambico, Palest<strong>in</strong>a, Tunisia,...);- promuove sul territorio alessandr<strong>in</strong>o <strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong> cooperazione, del<strong>la</strong> pace e dell’antirazzismoattraverso <strong>la</strong> formazione degli <strong>in</strong>segnanti, gli <strong>in</strong>terventi educativi e le <strong>in</strong>iziative editoriali.A questo f<strong>in</strong>e cura un centro bibliografico e di varia documentazione sui problemi legati al<strong>la</strong> cooperazionenei paesi <strong>in</strong> via di sviluppo e all’immigrazione.La progettazione e <strong>la</strong> gestione degli <strong>in</strong>terventiL’istituto ha deciso <strong>in</strong>sieme al<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia le modalità di attuazione degli <strong>in</strong>terventi. Come primo passosono stati scelte sette aree di riferimento, corrispondenti ai pr<strong>in</strong>cipali comuni alessandr<strong>in</strong>i; Acqui Terme,Alessandria, Casale Monferrato, Novi Ligure, Ovada, Tortona e Valenza. Per i tre Comuni che giàavevano un servizio di <strong>mediazione</strong> attivo si è deciso aggiungere risorse su tali esperienze <strong>in</strong> modo da darecont<strong>in</strong>uità al servizio e di aumentare le ore di presenza del mediatore. Ciò è successo ad Alessandria(presso l’Ufficio Cittad<strong>in</strong>i Stranieri); a Casale Monferrato (presso l’Agenzia Famiglia); a Novi Ligure(presso il PuntoGiovani). A Tortona ed Ovada si è <strong>la</strong>vorato presso lo sportello Anagrafe e Stato Civile. IlComune di Valenza ha impiegato il servizio di <strong>mediazione</strong> presso un asilo nido comunale che mostraun’elevata presenza di bimbi stranieri. L’amm<strong>in</strong>istrazione di Acqui Terme ha deciso di r<strong>in</strong>unciareall’<strong>in</strong>tervento di <strong>mediazione</strong> per non creare aspettative negli eventuali utenti; il monte ore re<strong>la</strong>tivo è statoassegnato all’Associazione Comuni Convenzionati ex USSL 76 per <strong>la</strong> gestione dei servizi socio-assistenziali, che cura ilnumero verde del<strong>la</strong> Questura di Alessandria sui permessi di soggiorno. Inoltre sono stati f<strong>in</strong>anziati<strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> presso le ASL 20, 21 e 22.La testimonianzaDalle parole di una delle responsabili presso l’Istituto:“Il supporto che abbiamo offerto è stato di tipo organizzativo e progettuale. A causa del<strong>la</strong> scarsità di tempo a disposizionenon siamo riusciti a fare una mappatura completa dei bisogni del territorio e abbiamo fatto immediatamente riferimento allerealtà amm<strong>in</strong>istrative più grosse: Comuni e ASL.Abbiamo cercato di aiutare <strong>la</strong> progettazione e <strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi sull’<strong>in</strong>tero territorio prov<strong>in</strong>ciale, cercando dirispondere alle partico<strong>la</strong>ri esigenze delle amm<strong>in</strong>istrazioni <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di ore di presenza e di l<strong>in</strong>gua par<strong>la</strong>ta dal mediatore. Aquesto proposito ci siamo occupati anche del<strong>la</strong> selezione dei mediatori <strong>in</strong>terculturali, att<strong>in</strong>gendo dal bac<strong>in</strong>o delle personeformate negli ultimi corsi di Asti ed Alessandria. Sia nel<strong>la</strong> fase di progettazione, che nelle fasi di attuazione e di verificaabbiamo svolto un ruolo di appoggio e accompagnamento ai progetti,…Tutti gli enti co<strong>in</strong>volti hanno espresso l’<strong>in</strong>teresse perun eventuale proseguimento dell’<strong>in</strong>tervento e alcune amm<strong>in</strong>istrazioni, come il Comune di Tortona, ha deciso di prolungarel’<strong>in</strong>tervento a proprie spese”.LA PROBLEMATICA RIPARTIZIONE DEL MONTE ORELa determ<strong>in</strong>azione del costo non è il solo fattore di rigidità presente nelle procedure diassegnazione delle risorse. A volte <strong>la</strong> ripartizione delle ore tra i diversi enti è avvenuta sul<strong>la</strong> basedi criteri oggettivi quali il numero di bamb<strong>in</strong>i immigrati iscritti al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> oppure il numero distranieri residenti <strong>in</strong> un comune. Questa è certamente una scelta che ha carattere di oggettività e50


di apparente razionalità, ma non produce sempre un’allocazione efficiente delle risorsedisponibili. Può <strong>in</strong>fatti accadere che alcuni enti ricevano più risorse di quante siano <strong>in</strong> gradoeffettivamente di utilizzare, mentre altri enti hanno m<strong>in</strong>ori risorse di quante servirebbero. Questasituazione è spiegata bene dal<strong>la</strong> responsabile di una cooperativa: “Le risorse f<strong>in</strong>anziarie aggiuntive,provenienti dall’accordo di programma, sono state allocate dai consorzi presso le diverse scuole <strong>in</strong> base al numero distranieri presenti. È accaduto così che <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> x avesse dieci ore perché aveva pochi bamb<strong>in</strong>i stranieri, anche semolto problematici, mentre <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> y, con un numero maggiore di bamb<strong>in</strong>i immigrati, che però non avevanoproblemi partico<strong>la</strong>ri, si ritrovasse con un pacchetto di 200 ore senza sapere cosa farsene. Un bamb<strong>in</strong>o o unafamiglia con grossi problemi di <strong>in</strong>serimento hanno magari bisogno di un aiuto cont<strong>in</strong>uo da parte del mediatore nelcorso di tutto l’anno, dieci bamb<strong>in</strong>i, ugualmente immigrati ma ben <strong>in</strong>seriti, potrebbero non aver bisogno nemmenodi un’ora di <strong>mediazione</strong>…Naturalmente tutte le scuole, anche quelle che ne avevano m<strong>in</strong>or bisogno, al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e hannoutilizzato il servizio perché qualcosa di utile da fare si trova sempre, ma il grosso problema erano le scuole conpoche ore, dove è stato necessario fare i salti mortali per rispondere anche solo alle emergenze”.Legare <strong>la</strong> distribuzione delle risorse a criteri “oggettivi” determ<strong>in</strong>ati dai valori assunti da qualchevalore demografico è un modo solitamente assunto a priori dalle amm<strong>in</strong>istrazioni per evitare ilrischio che, successivamente al<strong>la</strong> decisione distributiva, si producano conflitti o recrim<strong>in</strong>azioni disorta da parte degli enti esclusi, o che hanno ricevuto un ammontare m<strong>in</strong>ore di risorse. Insostanza, si scarica sull’oggettività del criterio <strong>la</strong> responsabilità e l’onere decisionale che comportauna scelta distributiva. Ma non sempre questo metodo ha consentito di <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> modoadeguato dove vi era più bisogno; è possibile qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>dividuare modalità di allocazionealternative?“Una possibilità” afferma uno degli <strong>in</strong>tervistati “è che a livello prov<strong>in</strong>ciale vi sia un bando, che resti apertotutto l’anno, e un ufficio che gestisca ed eroghi le risorse disponibili <strong>in</strong> modo cont<strong>in</strong>uo sul<strong>la</strong> base delle richieste deglienti, o comunque sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> rilevazione di bisogni che lo stesso ufficio dovrebbe compiere. L’ufficio non sarebbeobbligato a distribuire tutte le risorse <strong>in</strong> un momento x nel tempo sul<strong>la</strong> base di criteri troppo rigidi, ma potrebbeavere il tempo di ascoltare le domande, rendersi conto delle situazioni <strong>in</strong> evoluzione, verificare i risultati ottenuti.Sul<strong>la</strong> base di valutazioni adeguate al caso potrebbe poi assumere le re<strong>la</strong>tive decisioni”.Certamente una tale scelta comporterebbe che l’amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale si dotasse di unufficio dotato, sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i quantitativi, che qualitativi, di adeguate competenze professional<strong>in</strong>el<strong>la</strong> progettazione e gestione di politiche per l’immigrazione. Come si è sottol<strong>in</strong>eato <strong>in</strong>precedenza, una realtà organizzativa così strutturata non è comune nelle Prov<strong>in</strong>ce <strong>piemonte</strong>si,dove al contrario mancano risorse e personale <strong>in</strong>teramente dedicati a questioni legateall’immigrazione e coloro che si occupano di tali problemi, si occupano anche di molti altri settorid’<strong>in</strong>tervento (dalle politiche per i giovani agli <strong>in</strong>terventi sul terzo settore).PROBLEMI DI CONTINUITÀ NELL’EROGAZIONE DEL SERVIZIOAll’<strong>in</strong>izio del capitolo si è visto come <strong>la</strong> politica regionale abbia f<strong>in</strong>anziato <strong>la</strong> realizzazione d<strong>in</strong>umerosi <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> (<strong>in</strong>dicativamente circa 144); ma cosa accade ai servizi f<strong>in</strong>anziaticon queste risorse una tantum? In partico<strong>la</strong>re, cosa accade ai servizi nati sul<strong>la</strong> scorta di questaimmediata e momentanea disponibilità di risorse? Sono dest<strong>in</strong>ati a concludersi e ad eclissarsidopo una loro estemporanea, quanto breve, apparizione? Oppure, per così dire, mettono radici,dando luogo all’erogazione di un servizio cont<strong>in</strong>uativo e duraturo (come era nelle <strong>in</strong>tenzioni dichi ha promosso <strong>la</strong> politica)?51


CONTRIBUTI DI RICERCATAVOLA 4.F – L’ESPERIENZA DELLA COOPERATIVA “LE RADICI E LE ALI”Una breve descrizione dell’organizzazioneLe Radici e le Ali è una picco<strong>la</strong> cooperativa sociale costituitasi nel 2000 con l’obiettivo di forniresostegno per l’orientamento e l’<strong>in</strong>serimento al <strong>la</strong>voro e allo studio a donne immigrate e ai loro figli. Isoci fondatori sono quattro donne immigrate di nazionalità diversa (iraniana, c<strong>in</strong>ese, rumena ealbanese), che <strong>la</strong>vorano da molto tempo (1986) nel settore del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>. Con <strong>la</strong> cooperativa<strong>in</strong>oltre col<strong>la</strong>borano occasionalmente altre mediatrici a tempo determ<strong>in</strong>ato; il numero varia a secondadei progetti.L’esperienza nell’Ufficio Immigrazione del<strong>la</strong> Prefettura di Tor<strong>in</strong>oUno dei progetti seguiti dal<strong>la</strong> cooperativa è stato realizzato presso l’Ufficio Immigrazione(Cittad<strong>in</strong>anza e rifugiati politici) del<strong>la</strong> Prefettura di Tor<strong>in</strong>o. Il progetto è stato f<strong>in</strong>anziato per una primatranche nel periodo dicembre 2003-aprile 2004 per un importo pari a 10.000 euro; successivamente èstato rif<strong>in</strong>anziato f<strong>in</strong>o a luglio 2004 per un importo pari a 3.000 euro. Gli utenti del servizio di<strong>mediazione</strong> appartenevano a due categorie dist<strong>in</strong>te:- immigrati richiedenti <strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anza italiana;- immigrati <strong>in</strong> fuga dal loro paese d’orig<strong>in</strong>e richiedenti l’asilo politico.I mediatori impegnati <strong>in</strong> questo progetto hanno svolto soprattutto un <strong>la</strong>voro di <strong>in</strong>terpretariato, diaccoglienza e di preparazione dei rifugiati alle <strong>in</strong>combenze burocratiche. L’<strong>in</strong>serimento dei mediator<strong>in</strong>elle attività dell’ufficio è avvenuto con successo; l’<strong>in</strong>tervento di <strong>mediazione</strong> è servito da una parte adevitare <strong>in</strong>comprensioni e mal<strong>in</strong>tesi legati ai tempi necessariamente lunghi per <strong>la</strong> conclusione dellepratiche; dall’altra per orientare i rifugiati politici verso associazioni e centri <strong>in</strong> grado di offrireassistenza e sostegno f<strong>in</strong>anziario.Il problema del<strong>la</strong> “non cont<strong>in</strong>uità”: <strong>la</strong> testimonianzaDalle parole di una delle socie del<strong>la</strong> cooperativa:“Ciò di cui ha sofferto questo progetto, come del resto molti di quelli realizzati <strong>in</strong> altri enti, è <strong>la</strong> mancanza di cont<strong>in</strong>uità.F<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e di questo mese (ottobre 2004) cercheremo di garantire il servizio anche se <strong>in</strong> realtà i f<strong>in</strong>anziamenti sonoormai term<strong>in</strong>ati, perché non vogliamo <strong>in</strong>terrompere il rapporto che abbiamo con l’utenza e con l’amm<strong>in</strong>istrazione. Ma sitratta di un <strong>la</strong>voro di semi-volontariato che si basa sul<strong>la</strong> speranza di ricevere tra breve nuovi fondi. Se questo nonavverrà, saremo costretti ad <strong>in</strong>terrompere e non sappiamo quando potremo riprendere. Se il tempo d’<strong>in</strong>terruzione saràlungo, ciò significa che verranno persi contatti, re<strong>la</strong>zioni con gli operatori e modalità di erogazione che si stavano semprepiù consolidando. Se un giorno ripartiremo, dovremo <strong>in</strong>iziare daccapo o quasi”.Ciò che appare come un problema <strong>in</strong> molte delle esperienze analizzate è riuscire ad assicurarecont<strong>in</strong>uità al servizio di <strong>mediazione</strong>. Sono <strong>in</strong> effetti molti i dubbi espressi dagli operatori sul<strong>la</strong>reale possibilità che i servizi cont<strong>in</strong>u<strong>in</strong>o ad essere erogati una volta esauriti i f<strong>in</strong>anziamentidell’accordo. Occorre però sottol<strong>in</strong>eare come l’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e sia stata realizzata immediatamente dopo<strong>la</strong> conclusione degli <strong>in</strong>terventi, quando gli enti erano ancora <strong>in</strong> fase di rendicontazione; è qu<strong>in</strong>diforse troppo presto per formu<strong>la</strong>re un giudizio def<strong>in</strong>itivo su questo aspetto. È necessario dartempo alle amm<strong>in</strong>istrazioni co<strong>in</strong>volte di maturare decisioni al riguardo e solo una successivarilevazione sul campo, <strong>in</strong> tutte le realtà amm<strong>in</strong>istrative toccate dal<strong>la</strong> politica regionale, potràtestimoniare sul<strong>la</strong> durevolezza degli <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>anziati. Nel momento del<strong>la</strong> rilevazione lepr<strong>in</strong>cipali preoccupazioni di funzionari e mediatori riguardavano <strong>la</strong> scarsità delle risorsedisponibili ed il fatto che molti progetti di <strong>mediazione</strong> fossero <strong>in</strong> una situazione di stand-by.52


Anche se un progetto ha prodotto buoni risultati <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di soddisfazione dei bisognidell’utenza e di maturazione di consapevolezze e conoscenze presso gli operatori, non è <strong>in</strong>fattidetto che l’amm<strong>in</strong>istrazione abbia già deciso (o deciderà mai) di f<strong>in</strong>anziare nuovamentel’esperienza con risorse proprie. Da questo punto di vista, le risorse concesse una tantum hannodeterm<strong>in</strong>ato una crescita nelle aspettative e nelle attese di tutti gli attori co<strong>in</strong>volti per unsuccessivo ri-f<strong>in</strong>anziamento da parte del<strong>la</strong> Regione. E, <strong>in</strong> effetti, numerosi <strong>in</strong>tervistatisembrano legare <strong>la</strong> prosecuzione dell’<strong>in</strong>tervento al<strong>la</strong> possibilità che vengano messi a disposizionenuovi fondi regionali.Al momento delle <strong>in</strong>terviste, molti degli <strong>in</strong>terventi erano term<strong>in</strong>ati e <strong>la</strong>sciati <strong>in</strong> sospeso; senzaalcuna decisione assunta dall’ente di f<strong>in</strong>anziare nuovamente o di abrogare l’<strong>in</strong>tervento. Laprosecuzione nell’erogazione dei servizi viene a volte assicurata dal<strong>la</strong> disponibilità dei mediatori(soprattutto a livello di associazione), che cont<strong>in</strong>uano ad <strong>in</strong>vestire sull’esperienza di <strong>mediazione</strong>,andando molto al di là degli impegni contrattuali, come viene anche descritto <strong>in</strong> maggior dettaglionel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 4.f. È una situazione piuttosto comune quel<strong>la</strong> <strong>in</strong> cui è il mediatore stesso aprolungare, a proprie spese, l’esistenza del servizio <strong>in</strong> modo formale, cont<strong>in</strong>uando cioè a“prestare” servizio presso l’ufficio, o <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>formale, rispondendo alle sollecitazioni e allerichieste <strong>in</strong>dividuali degli immigrati. “Il <strong>la</strong>voro di <strong>mediazione</strong>” racconta un mediatore “non term<strong>in</strong>a maiquando f<strong>in</strong>iscono i soldi. Se <strong>in</strong>tervieni su un caso problematico, o stai portando avanti un servizio, viene quas<strong>in</strong>aturale darsi da fare oltre le risorse che hai a disposizione. Se l’utente conosce te come mediatore, oppure <strong>la</strong> tuaassociazione, e sa che ti stai occupando di quel servizio, o che te ne stavi occupando f<strong>in</strong>o a qualche giorno prima,cont<strong>in</strong>ua a cercarti e a chiederti aiuto. Questo accade abbastanza spesso e sottrarsi è difficile.”I servizi di <strong>mediazione</strong> funzionano se riescono ad essere cont<strong>in</strong>uativi e stabili. Solo <strong>in</strong> questomodo si riesce a consolidare <strong>la</strong> necessaria esperienza di back-office, soprattutto <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i dire<strong>la</strong>zione tra operatore e mediatore, e a diffondere nell’utenza <strong>la</strong> corretta <strong>in</strong>formazione rispetto aiservizi offerti e al ruolo che può essere assunto dal mediatore. In molti casi, gli <strong>in</strong>terventi (siaquelli f<strong>in</strong>anziati dall’accordo, sia quelli esistenti <strong>in</strong>dipendentemente dall’accordo) sonocaratterizzati dal<strong>la</strong> condizione esattamente contraria: si tratta perlopiù di servizi chesomigliano a torrenti “carsici”, ovvero sempre a rischio di scomparire a causa del<strong>la</strong> cronicamancanza di risorse, per poi riaffiorare grazie al<strong>la</strong> disponibilità, sempre temporanea econt<strong>in</strong>gente, di nuovi fondi.UN ELEMENTO INDISPENSABILE: LA FORMAZIONE DEI MEDIATORIUn presupposto fondamentale, aff<strong>in</strong>ché una politica di questo tipo riesca, è <strong>la</strong> disponibilità sulterritorio prov<strong>in</strong>ciale di mediatori formati a livello professionale e con una certa esperienza di<strong>la</strong>voro. Le politiche formative attuate dal<strong>la</strong> Regione e dalle Prov<strong>in</strong>ce negli anni precedentihanno costituito <strong>la</strong> base <strong>in</strong>dispensabile per <strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi; <strong>in</strong> ogniprov<strong>in</strong>cia si è potuto att<strong>in</strong>gere da un bac<strong>in</strong>o di mediatori che disponevano del diplomaprofessionale ri<strong>la</strong>sciato <strong>in</strong> seguito al<strong>la</strong> frequenza dei corsi di 600 ore f<strong>in</strong>anziati dal<strong>la</strong> Regione.In alcuni casi i mediatori hanno anche frequentato ulteriori corsi di aggiornamento di 200 ore,durante i quali sono stati approfonditi i seguenti aspetti: il ruolo del mediatore <strong>in</strong> ambito sanitario;l’organizzazione dei servizi sociali sul territorio; le conseguenze del<strong>la</strong> recente riforma sco<strong>la</strong>stica;elementi di psicologia; cenni di diritto amm<strong>in</strong>istrativo e del <strong>la</strong>voro; comunicazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>;l<strong>in</strong>gua italiana. Raramente il bisogno di un ente di disporre di un mediatore, preparatoprofessionalmente e <strong>in</strong> grado di par<strong>la</strong>re una determ<strong>in</strong>ata l<strong>in</strong>gua, non è stato soddisfatto.53


CONTRIBUTI DI RICERCANonostante ciò, molti degli <strong>in</strong>tervistati si sono detti conv<strong>in</strong>ti del<strong>la</strong> necessità di proseguire con il<strong>la</strong>voro di formazione cont<strong>in</strong>ua e di aggiornamento professionale.Rispetto al problema del<strong>la</strong> formazione professionale e del riconoscimento del<strong>la</strong> qualifica regionaledi mediatore <strong>culturale</strong> si è verificata l’esistenza di una situazione paradossale che, per fortuna,riguarda solo pochi casi sporadici. Alcuni mediatori, pur svolgendo <strong>la</strong> professione da molti annied essendo anche stati tra i docenti dei primi corsi di formazione <strong>in</strong> tema di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>,non sono <strong>in</strong> possesso dell’attestato che gli riconosca <strong>la</strong> qualifica ufficiale di mediatore <strong>culturale</strong>.Questa partico<strong>la</strong>re condizione, che dipende essenzialmente dall’anzianità di servizio, ovvero dalfatto che queste persone possono essere annoverati tra i pionieri del<strong>la</strong> professione di mediatore aTor<strong>in</strong>o e <strong>in</strong> Piemonte, non consente loro di partecipare ai bandi prov<strong>in</strong>ciali <strong>in</strong> quanto vienesolitamente <strong>in</strong>dicato come requisito <strong>in</strong>dispensabile il possesso dell’attestato regionale. I mediatoriche si trovano <strong>in</strong> questa situazione ipotizzano una soluzione che permetterebbe di sanare talesituazione: <strong>la</strong> Regione potrebbe organizzare un corso di aggiornamento professionale di non piùdi 200 ore, con una verifica f<strong>in</strong>ale e il conseguente ri<strong>la</strong>scio del diploma. Tale soluzionepermetterebbe di risolvere una questione che ha natura più burocratica, che sostanziale.IL MESTIERE DI MEDIATORE TRA ALTA PROFESSIONALITÀ E PRECARIATOUna politica f<strong>in</strong>alizzata al<strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> si basa sull’ipotesi che esistasul territorio regionale un numero sufficientemente ampio di persone, con competenzeprofessionali adeguate, <strong>in</strong> grado di svolgere il ruolo di progettista ed esecutore degli <strong>in</strong>terventi di<strong>mediazione</strong>. Come è già stato sottol<strong>in</strong>eato nelle pag<strong>in</strong>e precedenti, i corsi di formazioneprofessionale, realizzati negli anni scorsi dal<strong>la</strong> Regione e da gran parte delle prov<strong>in</strong>ce <strong>piemonte</strong>si,hanno consentito agli enti locali di disporre di personale qualificato e competente <strong>in</strong> materia di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.54


TAVOLA 4.G – L’ESPERIENZA DELL’ASSOCIAZIONE MOSAICOUna breve descrizione dell’organizzazioneL'associazione Mosaico è formata da mediatori culturali <strong>in</strong> possesso dell'attestato regionale ri<strong>la</strong>sciato <strong>in</strong>seguito dal primo corso F.S.E. per mediatori organizzato nel 2001 dall’agenzia di formazione Texilia diBiel<strong>la</strong>. I mediatori si sono associati con il forte desiderio di diventare una risorsa per il territorionell'affrontare il processo di <strong>in</strong>tegrazione sociale degli immigrati stranieri. I soci fondatoridell’associazione, vivono a Biel<strong>la</strong> da diversi anni e provengono dai seguenti paesi: Argent<strong>in</strong>a; Albania;Isole Comores; Turchia; Marocco; Romania. Sono tutti dotati di una buona formazione, di alto livello<strong>culturale</strong> e appaiono fortemente <strong>in</strong>tegrati nel<strong>la</strong> società biellese. Spesso col<strong>la</strong>borano anche con altrimediatori assunti con contratti di col<strong>la</strong>borazione coord<strong>in</strong>ata e non cont<strong>in</strong>uativa. L’amm<strong>in</strong>istrazioneprov<strong>in</strong>ciale ha promosso l’avvio di questa <strong>in</strong>iziativa, contribuendo al pagamento dei costi di start up. Almomento è l’unica associazione che si occupa del<strong>la</strong> realizzazione di progetti di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>nel territorio biellese.Modalità di gestione dei servizi di <strong>mediazione</strong>L’Associazione ha gestito i servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> previsti e f<strong>in</strong>anziati nel Piano territoriale perl’immigrazione (anno 2003) e <strong>in</strong>tegrati con le risorse dell’Accordo di Programma. I mediatori hannoprestato servizio presso c<strong>in</strong>que Direzioni sco<strong>la</strong>stiche; <strong>la</strong> Questura; il carcere e l’ufficio stranieri del<strong>la</strong>Prov<strong>in</strong>cia. Organizzano <strong>in</strong>oltre eventi e <strong>la</strong>boratori <strong>in</strong>terculturali aperti al<strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anza <strong>in</strong>col<strong>la</strong>borazione con altre associazioni culturali. L’associazione si fa <strong>in</strong>teramente carico del<strong>la</strong>promozione, del<strong>la</strong> progettazione e del<strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong>.Le testimonianzeDalle parole di un socio:“Lavoriamo su molti ambiti, facendoci sempre promotori dell’approccio <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> che abbiamo appreso durante ilcorso di formazione….I risultati del nostro <strong>la</strong>voro sono visibili. A esempio <strong>in</strong> questura, da quando forniamo il nostroservizio di supporto al ri<strong>la</strong>scio dei permessi di soggiorno, vi è stato un <strong>in</strong>cremento notevole del<strong>la</strong> produttività; se primariuscivano ad occuparsi di venti stranieri al giorno, adesso con l’aiuto del mediatore riescono a farne anche quaranta. Ilnostro compito è di control<strong>la</strong>re le carte all’immigrato prima che questi giungano allo sportello; verifichiamo che ci siatutto, se qualche documento manca lo consigliamo sul modo più veloce per ottenerlo, lo <strong>in</strong>dirizziamo agli uffici giusti,spiegandogli bene <strong>la</strong> strada e ci assicuriamo che non ci siano equivoci di sorta. In altri contesti il nostro ruolo non è solo<strong>in</strong>formativo, ma operiamo come aiuto all’immigrato che si trova anche <strong>in</strong> situazioni di partico<strong>la</strong>re pena. Basta pensare al<strong>la</strong>voro che svolgiamo <strong>in</strong> carcere… spesso rappresentiamo il loro unico ponte con <strong>la</strong> famiglia e con gli amici che si trovanonel paese d’orig<strong>in</strong>e…Li aiutiamo a comprendere ed accettare le regole del carcere…In un caso siamo riusciti pure adorganizzare un matrimonio all’<strong>in</strong>terno delle mura carcerarie.”Naturalmente non <strong>in</strong> tutte le prov<strong>in</strong>ce i corsi di formazione hanno avuto lo stesso successo <strong>in</strong>term<strong>in</strong>i di esiti occupazionali. In alcune zone, <strong>la</strong> maggior parte di diplomati non ha tardato amettere a frutto le competenze acquisite; si sono costituite associazioni che hanno <strong>in</strong>iziato subitoad operare sul territorio, magari <strong>in</strong> seguito ad un contributo e<strong>la</strong>rgito da alcune amm<strong>in</strong>istrazioniprov<strong>in</strong>ciali. Questo è il caso ad esempio dell’associazione Mosaico di Biel<strong>la</strong>, descritto al<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 4.f,55


CONTRIBUTI DI RICERCAoppure dell’associazione Tante T<strong>in</strong>te di Asti 46 . In alcuni casi i mediatori sono stati assunti dacooperative o da altre società che già <strong>la</strong>voravano nel settore dei servizi socio-assistenziali o nellepolitiche attive per il <strong>la</strong>voro, come nel caso del<strong>la</strong> cooperativa Orso di Tor<strong>in</strong>o o del<strong>la</strong> cooperativaArca di Cuneo.In altre zone del Piemonte, dove l’immigrazione è fenomeno sicuramente più recente, i mediatorihanno fatto fatica a trovare una collocazione <strong>la</strong>vorativa. A questo proposito il direttore di uncentro per l’impiego afferma: “Nel<strong>la</strong> nostra prov<strong>in</strong>cia sembra che non ci sia richiesta di mediatori culturali.Abbiamo provato a realizzare dei corsi negli anni passati, ma i risultati sono stati piuttosto scadenti. Quas<strong>in</strong>essuno ha trovato <strong>la</strong>voro stabile come mediatore… Per questo motivo, dopo questa esperienza <strong>la</strong> nostra prov<strong>in</strong>ciaha preferito f<strong>in</strong>anziare altri tipi di <strong>in</strong>terventi, sempre dest<strong>in</strong>ati ad immigrati, ma aventi f<strong>in</strong>alità e contenutiprofessionali diversi”.Al di là delle differenze territoriali <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di domanda di <strong>mediazione</strong> da parte degli enti,sembra che <strong>la</strong> professione del mediatore <strong>culturale</strong> sia un po’ ovunque caratterizzata da uno stato,quasi cronico, di precarietà ed <strong>in</strong>certezza. I mediatori che svolgono <strong>la</strong> professione a tempo pienoe non hanno <strong>la</strong> necessità di arrotondare con <strong>la</strong>vori di altra natura non sono molti. Un mediatore,membro di un’associazione, racconta quanto guadagna <strong>in</strong> media chi svolge <strong>la</strong> sua professione: “Icorsi di formazione professionale ai quali abbiamo partecipato erano dest<strong>in</strong>ati esclusivamente a persone disoccupate.Per questo motivo alcuni di noi hanno <strong>in</strong>terrotto il <strong>la</strong>voro che stavano facendo, nel<strong>la</strong> speranza che <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong> sarebbe diventata una professione capace di ripagarci di tutti i sacrifici. Non è andato tutto esattamentecome era stato previsto o come speravamo….. il problema più grosso sono ovviamente le entrate dell’associazione.Ognuno di noi riesce a ma<strong>la</strong>pena a guadagnare il 30% 40% di uno stipendio normale. È chiaro che se ti appoggisolo sull’attività di <strong>mediazione</strong> non ce <strong>la</strong> fai, allora ciascuno di noi, magari anche lì <strong>in</strong> modo sporadico, cerca diarrotondare facendo altro, di solito piccoli <strong>la</strong>voretti”.Una assistente sociale conferma: “Quasi tutti i mediatori che col<strong>la</strong>borano con noi svolgono questa attivitàpart-time. Non saprei dire se sono <strong>in</strong> grado di sostenersi occupandosi solo di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>; certo è che alcunidi loro fanno anche altro nel<strong>la</strong> vita e tra le donne ve ne sono molte che sono già sposate e non hanno l’assolutanecessità di <strong>la</strong>vorare a tempo pieno”. Un’altra mediatrice descrive <strong>la</strong> situazione <strong>in</strong> term<strong>in</strong>ipartico<strong>la</strong>rmente pessimistici: “I fondi dell’accordo di programma ci hanno consentito di portare avanti piùattività nello stesso tempo e di sostenerci anche meglio, ma non hanno cambiato drasticamente il corso dellecose….Ormai sono diversi anni che <strong>la</strong>voro <strong>in</strong> questo settore e sono sempre vissuta nel<strong>la</strong> speranza che le cose primao poi volgessero <strong>in</strong> positivo. Adesso, mi sono data qualche mese di tempo; poi se le cose cont<strong>in</strong>uano così saròcostretta a <strong>la</strong>sciare questa attività e cambiare <strong>la</strong>voro, anche se questa è una professione che mi piace moltissimo eche rega<strong>la</strong> grandi soddisfazioni…ma non a livello economico”.Interventi di poche ore distribuiti <strong>in</strong> tante amm<strong>in</strong>istrazioni diverse; difficoltà a farsi riconoscerespese di trasporto e costi aggiuntivi di progettazione degli <strong>in</strong>terventi; mancanza di cont<strong>in</strong>uitànell’assegnazione degli <strong>in</strong>carichi: questi sembrano essere gli elementi che rendono partico<strong>la</strong>rmentesfavorevoli e poco remunerative le condizioni di <strong>la</strong>voro del mediatore tipo. Nel contempo <strong>la</strong>professionalità che viene richiesta per l’attività di <strong>mediazione</strong> è molto elevata. Un mediatore devesaper par<strong>la</strong>re una o più l<strong>in</strong>gue straniere, oltre ovviamente l’italiano; deve aver appreso gliatteggiamenti tipici e le regole comportamentali caratteristiche di culture diverse; deve essere <strong>in</strong>grado di entrare <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione con persone che presentano, a volte, grosse difficoltà d’<strong>in</strong>serimento46 L’associazione Tante T<strong>in</strong>te nasce nel giugno del 2000, per volontà di un gruppo di mediatori culturali che hannoottenuto <strong>la</strong> qualifica regionale dal term<strong>in</strong>e di un corso di formazione di 600 ore. F<strong>in</strong>o a poco tempo fa erano gli unicimediatori con qualifica regionale che operavano nel territorio dell’Astigiano e dell’Alessandr<strong>in</strong>o.56


nel<strong>la</strong> comunità “ospitante” o che, addirittura, sono vittime di situazioni di sfruttamento o di graveemarg<strong>in</strong>azione; deve conoscere il funzionamento dei meccanismi giuridici, istituzionali eorganizzativi che rego<strong>la</strong>no <strong>la</strong> vita dell’amm<strong>in</strong>istrazione <strong>in</strong> cui opera; deve essere dotato del<strong>la</strong>sensibilità e dell’<strong>in</strong>tuito necessari a leggere ed <strong>in</strong>terpretare partico<strong>la</strong>ri situazioni che possono darluogo a contrapposizioni o conflitti. Come è possibile, dunque, conciliare <strong>la</strong> domanda diprofessionisti altamente qualificati con l’offerta di <strong>la</strong>vori occasionali, senza alcuna garanzia distabilità e che non riescono da soli ad assicurare il sostentamento dei mediatori?4.3 Alcune s<strong>in</strong>tetiche riflessioni sulle esperienze di <strong>mediazione</strong>Come è stato più volte osservato, <strong>la</strong> politica regionale per <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong> ha raggiunto il duplice scopo di far emergere il bisogno esistente presso le diverseamm<strong>in</strong>istrazioni territoriali (scuole, ASL, comuni, consorzi socio-assistenziali, centri per l’impiego)e di dar vita a molte <strong>in</strong>iziative progettuali, anche <strong>in</strong>novative rispetto al<strong>la</strong> situazione precedenteall’Accordo. L’elevato numero di progetti realizzati ed enti co<strong>in</strong>volti, <strong>in</strong>sieme alle testimonianzeraccolte presso i diversi attori <strong>in</strong>teressati dagli <strong>in</strong>terventi, è il dato che più ogni altro confermaquesta affermazione.D’altra parte tali esperienze si sono però scontrate sia con alcune difficoltà tipiche del mondodel<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> e, <strong>in</strong> quanto tali, precedenti e del tutto esogene al<strong>la</strong> politica <strong>in</strong> esame,sia con problemi più legati ai meccanismi di funzionamento del<strong>la</strong> stessa politica <strong>in</strong>trodottadall’Accordo. Se al primo genere di difficoltà possono essere annoverate una (ancora) poco chiaraconcezione del ruolo del mediatore <strong>culturale</strong> da parte degli operatori e dei funzionari pubblici;una forte debolezza, imputabile perlopiù all’eccesso di precarizzazione, di tale figuraprofessionale; e una endemica scarsità di risorse dedicate ai problemi dell’immigrazione da partedi molte delle amm<strong>in</strong>istrazioni co<strong>in</strong>volte, ai diversi livelli di governo; al<strong>la</strong> seconda categoria diproblemi appartengono soprattutto i ritardi e l’<strong>in</strong>certezze, che hanno caratterizzato le fasi <strong>in</strong>izialidell’attuazione, e un <strong>in</strong>vestimento non sufficiente di risorse direttamente f<strong>in</strong>alizzate a far crescere,negli enti che hanno partecipato al<strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong>, una fortecapacità progettuale e un’<strong>in</strong>tensa carica motivazionale nelle strutture organizzative <strong>in</strong>terne.La politica <strong>in</strong> questione, nonostante <strong>la</strong> cospicua distribuzione di risorse f<strong>in</strong>anziarie sul territorio,non è riuscita ad <strong>in</strong>cidere, se non <strong>in</strong> m<strong>in</strong>ima parte e <strong>in</strong> casi iso<strong>la</strong>ti, nel rafforzamento delle retiamm<strong>in</strong>istrative e di servizio che operano <strong>in</strong> questo settore. La frammentazione e <strong>la</strong> sporadicitàdegli <strong>in</strong>terventi è rimasta <strong>la</strong> caratteristica prevalente dei progetti di <strong>mediazione</strong> f<strong>in</strong>anziati; el’opportunità offerta dal<strong>la</strong> politica regionale sembra non aver cambiato drasticamente lo statusquo. Da questo punto di vista sono molte le <strong>in</strong>soddisfazioni raccolte nel corso dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e.Probabilmente un’opera di consolidamento delle conoscenze e delle competenze progettuali,nonché di potenziamento del<strong>la</strong> rete mediatori – operatori pubblici – funzionari addetti al disegnoe al<strong>la</strong> gestione di politiche per l’immigrazione – esperti esterni, può essere svolta <strong>in</strong>vestendofortemente non solo nel<strong>la</strong> realizzazione di s<strong>in</strong>goli progetti, attraverso l’e<strong>la</strong>rgizione di contributif<strong>in</strong>anziari ad hoc, ma anche nel<strong>la</strong> creazione di strutture d’implementazione <strong>in</strong>novative dalcarattere misto. Strutture, anche <strong>in</strong>formali, che prevedano <strong>la</strong> partecipazione di diverse figureprofessionali variamente <strong>in</strong>teressate al funzionamento dei servizi di <strong>mediazione</strong>, e checostruiscano il percorso implementativo degli <strong>in</strong>terventi, a partire da un serrato <strong>in</strong>treccio dirapporti, di <strong>in</strong>contri e di scambio di <strong>in</strong>formazioni. In alcune realtà tali strutture a rete sono nate <strong>in</strong>modo quasi spontaneo; si tratta dunque di riconoscere i punti di forza di tali realtà e di57


CONTRIBUTI DI RICERCAconsolidare <strong>la</strong> loro esperienza; nel contempo occorre tentare di esportare tale esperienza neicontesti più deboli.Dallo studio del processo d’attuazione di questa politica sembra emergere chiaramente unalezione: politiche <strong>in</strong>centivanti, che mirano a cambiare le decisioni strategiche di <strong>in</strong>vestimento e diprogrammazione di organizzazioni territoriali ad elevato grado di complessità, non possonobasarsi solo sul<strong>la</strong> distribuzione di risorse f<strong>in</strong>anziarie. È necessario operare prima e dopol’erogazione dei contributi per preparare e nutrire il terreno di agenti fertilizzanti, che consentanodi adottare le decisioni e le pratiche gestionali più “virtuose” (ovvero che vanno direzione volutadal<strong>la</strong> politica). In questo partico<strong>la</strong>re caso le esperienze locali di <strong>mediazione</strong> riescono aconsolidarsi, <strong>la</strong>ddove riescono, se esiste una rete ad alta connettività 47 , formata da mediatori,operatori, esperti e rappresentanti degli utenti immigrati, che rende possibile <strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione diidee e di scambi motivazionali e consente all’<strong>in</strong>tero gruppo di auto-legittimarsi nel<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zionee nel<strong>la</strong> proposta di <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong>novativi. Come si vedrà <strong>in</strong> conclusione del prossimo capitolo,anche i corsi di formazione, nati per scopi prevalentemente educativi e didattici, possonorappresentare l’occasione per dar vita a comunità professionali di questo tipo, ma vi è bisogno diun’opera di cont<strong>in</strong>uo supporto e di guida attenta da parte di coloro che hanno <strong>la</strong> regia regionaledel<strong>la</strong> policy.47 Nelle reti “ad alta connettività” le azioni di ogni s<strong>in</strong>golo <strong>in</strong>dividuo sono attraversate e moificate da reciprocicontatti, cioè da zioni di altri s<strong>in</strong>goli nel<strong>la</strong> rete. In questo senso “i s<strong>in</strong>goli hanno diretta connessione con gli altri, e ne esce unsenso congiunto delle cose e un’azione comune, un <strong>in</strong>sieme di tante azioni superiore al<strong>la</strong> loro aritmetica sommatoria”. Si vedasull’argomento delle reti nel settore dei servizi sociali, F. Folgheraiter, Teoria e metodologia del servizio sociale – Laprospettiva di rete, FrancoAngeli, Mi<strong>la</strong>no, 1998, pag. 434.58


5 LA FORMAZIONE PER GLI OPERATORI PUBBLICIQuesto capitolo è dedicato <strong>in</strong>teramente al<strong>la</strong> seconda l<strong>in</strong>ea di <strong>in</strong>tervento f<strong>in</strong>anziata dall’Accordo diprogramma: <strong>la</strong> formazione rivolta agli operatori pubblici. Nel primo paragrafo vengono descrittes<strong>in</strong>teticamente le procedure adottate dal<strong>la</strong> Regione per selezionare gli <strong>in</strong>terventi formativi daf<strong>in</strong>anziare; <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re sono messe <strong>in</strong> evidenza le pr<strong>in</strong>cipali difficoltà che hanno caratterizzatoquesta prima fase d’attuazione del<strong>la</strong> politica di formazione. Il secondo paragrafo è dedicatoall’analisi dei corsi di formazione realizzati dagli enti che sono stati ammessi al f<strong>in</strong>anziamento. Nelterzo paragrafo si esam<strong>in</strong>ano i contenuti di alcuni corsi, esplicitando alcune <strong>in</strong>congruenze emersenel corso delle <strong>in</strong>terviste. Inf<strong>in</strong>e, l’ultimo paragrafo riassume i risultati dell’analisi condotta suquesta l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento e ipotizza una strada alternativa per <strong>promuovere</strong> <strong>la</strong> crescita professionaledegli operatori pubblici <strong>in</strong> questo settore.5.1 Le procedure di f<strong>in</strong>anziamentoCome già descritto nel secondo capitolo, nel<strong>la</strong> fase <strong>in</strong>iziale d’implementazione del<strong>la</strong> politica si èdeciso di separare <strong>la</strong> formazione degli operatori pubblici dal<strong>la</strong> realizzazione dei progetti di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>. Mentre <strong>la</strong> gestione dei f<strong>in</strong>anziamenti diretti ai progetti di <strong>mediazione</strong> è stataaffidata al<strong>la</strong> Direzione Regionale Politiche Sociali; <strong>la</strong> programmazione e <strong>la</strong> realizzazione delle attivitàdi formazione sono state assegnate al<strong>la</strong> Direzione Regionale Formazione Professionale e Lavoro, che,nell’attuare tale l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento, si è attenuta strettamente alle procedure di allocazione egestione delle risorse già usate per il Fondo Sociale Europeo.Le risorse f<strong>in</strong>anziarie derivanti dall’Accordo, pari a 500.000 euro, sono confluite nel<strong>la</strong> DirettivaRegionale re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> formazione dei <strong>la</strong>voratori occupati per l’anno 2003 48 . Tali risorse hannof<strong>in</strong>anziato l’Azione D2.2. re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> “Formazione nell’ambito dei servizi pubblici perl’immigrazione” 49 , facente parte del<strong>la</strong> Misura D2 “Adeguamento delle Competenze del<strong>la</strong> PubblicaAmm<strong>in</strong>istrazione”. Questa decisione è stata determ<strong>in</strong>ata dal<strong>la</strong> necessità di avviare le attivitàformative <strong>in</strong> tempi brevi. Come sottol<strong>in</strong>eano i responsabili dell’ufficio regionale FormazioneCont<strong>in</strong>ua che si è occupato di dare attuazione a questa parte del<strong>la</strong> politica: “tenuto conto dell’urgenzadi dare corso al progetto, <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> scadenza dei f<strong>in</strong>anziamenti, è stato concordato a suo tempo tra <strong>la</strong>Direzioni Formazione Professionale e <strong>la</strong> Direzione Politiche sociali di agire nell’ambito degli strumenti diprogrammazione formativa già strutturati ed operanti (cioè <strong>la</strong> Direttiva re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> formazione dei <strong>la</strong>voratorioccupati - anno 2003), <strong>in</strong> quanto sarebbe mancato il tempo per predisporre altri provvedimenti ad hoc…data <strong>la</strong>possibilità offerta dal<strong>la</strong> Direttiva occupati di <strong>in</strong>dividuare tra le azioni di riqualificazione del<strong>la</strong> pubblicaamm<strong>in</strong>istrazione, <strong>in</strong> applicazione di un’<strong>in</strong>tesa tra Regione Piemonte e Dipartimento del<strong>la</strong> Funzione Pubblica voltaa <strong>promuovere</strong> <strong>la</strong> concentrazione delle risorse su specifici <strong>in</strong>terventi mirati, alcune attività di partico<strong>la</strong>re significato, siè concordemente ritenuto appoggiare le attività formative previste dal progetto ad una l<strong>in</strong>ea operativa riservata,dotata di proprie risorse, criteri di accesso e target di dest<strong>in</strong>azione.”.48 Documento allegato al<strong>la</strong> Deliberazione del<strong>la</strong> Giunta Regionale n. 79-7317 del 7 ottobre 2002.49 Questa azione è “riservata al personale impiegato presso gli uffici dello Stato e degli Enti pubblici operanti direttamente o<strong>in</strong>direttamente nei confronti dell’immigrazione rego<strong>la</strong>re, comprendente <strong>in</strong>terventi formativi dest<strong>in</strong>ati a favorire l’<strong>in</strong>tegrazione tra i servizi del<strong>la</strong>voro e delle politiche sociali”59


CONTRIBUTI DI RICERCAI dest<strong>in</strong>atari degli <strong>in</strong>terventi sono stati <strong>in</strong>dividuati negli operatori, funzionari, quadri e dirigentidel<strong>la</strong> pubblica amm<strong>in</strong>istrazione. I dest<strong>in</strong>atari dei f<strong>in</strong>anziamenti potevano essere sia enti pubblici(Comuni, Comunità montane, Aziende Sanitarie, Camere di Commercio…) attraverso attività diformazione diretta, sia agenzie formative attraverso attività di formazione <strong>in</strong>diretta.Le risorse sono state distribuite alle amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali sul<strong>la</strong> base dei seguenti criteri: peril 10% <strong>in</strong> parti uguali, per il 60% <strong>in</strong> proporzione al<strong>la</strong> percentuale di occupati nel settore pubblicodi ciascuna prov<strong>in</strong>cia sul totale dell’<strong>in</strong>tera regione, per il restante 30% <strong>in</strong> proporzione al numerodi immigrati soggiornanti <strong>in</strong> ciascuna Prov<strong>in</strong>cia 50 . Ogni amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale provvedequ<strong>in</strong>di ad allocare le risorse presso gli enti e le agenzie di formazione professionale chepresentano progetti. I bandi per l’assegnazione delle risorse ai diversi progetti si attuano con <strong>la</strong>procedura detta “a sportello”, ovvero i progetti possono essere presentati al<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia dipert<strong>in</strong>enza <strong>in</strong> un arco di tempo prestabilito, al term<strong>in</strong>e del quale, valutati i requisiti diammissibilità e i contenuti dei diversi progetti, sono pubblicate le graduatorie delle attivitàformative f<strong>in</strong>anziate 51 .LE DIFFICOLTÀ INIZIALI NELL’ALLOCAZIONE DELLE RISORSEQuasi tutte le Prov<strong>in</strong>ce hanno aperto su questa partico<strong>la</strong>re azione almeno due sportelli; nel<strong>la</strong>maggior parte dei casi il primo sportello si è concluso nei mesi di giugno/luglio 2003; il secondosi è <strong>in</strong>vece chiuso nel mese di dicembre 2003. L’ultimo sportello si è chiuso nel marzo 2004(Tor<strong>in</strong>o). In questa prima fase di distribuzione delle risorse sono sorte le prime difficoltà derivantidal fatto che erano pochi gli enti pubblici e le agenzie che presentavano progetti di formazione.Di conseguenza gran parte delle risorse non venivano assegnate e dopo i primi sportelli (giugno2003) era stato distribuito poco più del 26% dell’ammontare complessivamente disponibile“I primi sportelli sono andati quasi completamente a vuoto” racconta il dirigente del Settore FormazioneProfessionale di una delle Prov<strong>in</strong>ce co<strong>in</strong>volte “eppure avevamo provveduto, come facciamo sempre, a farcirco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> notizia rispetto al<strong>la</strong> disponibilità delle risorse. Inizialmente pensavamo che per quel tipo di corsi non cifosse richiesta. Successivamente, anche dopo un paio di riunioni con i funzionari del<strong>la</strong> Regione, abbiamo capito chec’era stato anche un problema nel<strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione delle <strong>in</strong>formazioni e abbiamo provveduto. Mi risulta che anche ifunzionari regionali abbiano <strong>in</strong>viato una lettera <strong>in</strong> cui <strong>in</strong>formavano dell’esistenza di questi soldi. Gli sportellisuccessivi sono andati meglio, ma non siamo comunque riusciti a spendere tutto”. “L’Azione formativasull’immigrazione” aggiunge il responsabile prov<strong>in</strong>ciale “sembrava non “tirare”, nonostante tutti i nostrisforzi. D’altra parte le risorse aggiuntive messe a disposizione dall’Accordo di programma non erano moltissime esi perdevano nel<strong>la</strong> miriade di f<strong>in</strong>anziamenti che dobbiamo gestire su altre Misure ed Azioni, <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione al FondoSociale Europeo”.Il passaggio delle risorse dagli usuali percorsi del<strong>la</strong> formazione professionale ha dunque prodotto,<strong>in</strong> un primo momento, un risultato <strong>in</strong>aspettato: una mancata risposta da parte degli enti e delleamm<strong>in</strong>istrazioni che si occupano di politiche o servizi per l’immigrazione, o che hanno direttocontatto con utenti immigrati. Probabilmente è successo che coloro che avrebbero volentieriusufruito di tali risorse non erano stati <strong>in</strong>formati adeguatamente del<strong>la</strong> loro esistenza; oppure nonerano abituati a presentare progetti formativi e a destreggiarsi tra le procedure legate al sistema di50 Determ<strong>in</strong>azione Dirigenziale n. 1011 del 28/10/2002.51 Le graduatorie delle attività f<strong>in</strong>anziate e delle attività non f<strong>in</strong>anziate da ogni s<strong>in</strong>go<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia sono consultabili sulweb al seguente <strong>in</strong>dirizzo: http://extranet.regione.<strong>piemonte</strong>.it/fpl/graduatorie/occupati2003_grad.jsp?60


selezione e di f<strong>in</strong>anziamento del<strong>la</strong> formazione professionale. In effetti, i bandi prov<strong>in</strong>ciali perl’allocazione delle risorse, redatti dai settori che si occupano di <strong>la</strong>voro e formazione, utilizzanospesso un l<strong>in</strong>guaggio tecnico di difficile lettura ed <strong>in</strong>terpretazione per persone che nonappartengono al<strong>la</strong> comunità professionale dei “formatori”. Inoltre, <strong>in</strong> questo caso, sembra nonaver pienamente funzionato <strong>la</strong> rete delle agenzie formative che solitamente <strong>in</strong>tercettano, perconto delle imprese o degli enti pubblici potenzialmente <strong>in</strong>teressati, i fondi stanziati dal<strong>la</strong> Regioneper attività di formazione.Un mix di cause ha dunque prodotto il risultato di una <strong>in</strong>iziale scarsa domanda di corsi diformazione: una carente circo<strong>la</strong>zione di <strong>in</strong>formazioni, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re tra gli uffici delle Prov<strong>in</strong>ceche si occupano di politiche sociali e quelli che si occupano di formazione professionale, econseguentemente una scarsa conoscenza e condivisione degli obiettivi del<strong>la</strong> politica; una<strong>in</strong>sufficiente comunicazione del<strong>la</strong> disponibilità di fondi presso gli enti che avrebbero avuto<strong>in</strong>teresse nell’accedere a questo tipo di formazione; <strong>la</strong> s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>re specificità e novità degli <strong>in</strong>terventididattici richiesti; <strong>la</strong> (re<strong>la</strong>tivamente) modesta entità delle risorse disponibili per i corsi diformazione di questa l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento rispetto alle somme facenti capo ad altre l<strong>in</strong>eed’<strong>in</strong>tervento f<strong>in</strong>anziate dal Fondo Sociale Europeo. La concatenazione di tutti questi elementisembra non aver azionato i meccanismi tipici del mercato del<strong>la</strong> formazione e, dunque, averbloccato <strong>la</strong> politica nel<strong>la</strong> sua fase d’avvio.UN CONSUNTIVO SULL’IMPIEGO DELLE RISORSEQuesta prima 52 difficoltà è stata comunque risolta grazie all’azione congiunta e sollecita diRegione e Prov<strong>in</strong>ce; <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re si è cercato di <strong>promuovere</strong> un maggiore raccordo tra i duesettori d’<strong>in</strong>tervento (Politiche sociali e Formazione Professionale) sia a livello regionale, sia alivello di s<strong>in</strong>go<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia. In partico<strong>la</strong>re i funzionari regionali, una volta compreso che <strong>la</strong> politicanon stava funzionando come previsto, hanno organizzato alcune riunioni con i responsabili deidiversi settori co<strong>in</strong>volti a livello prov<strong>in</strong>ciali, al f<strong>in</strong>e di facilitare l’impiego delle risorseprecedentemente stanziate.“Solo dopo ripetuti <strong>in</strong>terventi presso i comuni più importanti, le scuole, le questure ed altri uffici pubblici”ricordano a questo proposito i responsabili dell’ufficio regionale Formazione Cont<strong>in</strong>ua “secondoquanto concordato <strong>in</strong> una riunione congiunta dei funzionari prov<strong>in</strong>ciali dei settori assistenza e formazione,organizzata dal<strong>la</strong> Regione, per sollecitare un maggior coord<strong>in</strong>amento e soprattutto una maggiore comunicazioneverso gli operatori del sistema formativo ed i potenziali utenti, si è assistito ad un <strong>in</strong>cremento delle richieste che haportato con il secondo sportello a superare <strong>la</strong> dotazione, attestando <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e l’attività effettivamente svolta al 98%delle disponibilità”.Grazie dunque ad una successiva attività di coord<strong>in</strong>amento condotta a livello regionale e allepuntuali <strong>in</strong>iziative realizzate dai funzionari delle Prov<strong>in</strong>ce, alcune situazioni si sonodef<strong>in</strong>itivamente sbloccate. Ciò ha consentito di giungere all’impegno di circa il 98% deglistanziamenti (pari a circa 492.000 euro).52 La decisione di far confluire le risorse nel<strong>la</strong> Direttiva Occupati 2003 ha prodotto un’ulteriore conseguenza <strong>in</strong>attesa.Dal<strong>la</strong> Direttiva era escluso il f<strong>in</strong>anziamento di progetti che si rivolgevano al<strong>la</strong> formazione del personale prov<strong>in</strong>ciale, equ<strong>in</strong>di, per esempio, degli addetti dei Centri dell’impiego. Ciò ha costretto <strong>la</strong> Direzione Formazione Professionale -Lavoro ad approvare con Determ<strong>in</strong>azione n. 283 del 14/4/2003 un bando per <strong>la</strong> formazione dello stesso personaleprov<strong>in</strong>ciale, derogando di fatto da quanto disposto dal<strong>la</strong> Direttiva.61


CONTRIBUTI DI RICERCANel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 5.a è descritta <strong>la</strong> ripartizione delle risorse f<strong>in</strong>anziarie tra le diverse amm<strong>in</strong>istrazioniprov<strong>in</strong>ciali. La colonna a (risorse assegnate) mostra le risorse allocate dal<strong>la</strong> Regione secondo unaprima ripartizione (ottobre 2002). La colonna b (risorse impegnate) mostra le risorse che ogniamm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale è riuscita ad assegnare agli enti richiedenti dopo <strong>la</strong> chiusura deglisportelli. In alcuni casi (<strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re colpisce Tor<strong>in</strong>o) questa cifra eccede l’ammontare di risorseassegnate; ciò è dovuto ad una redistribuzione delle risorse tra le diverse Prov<strong>in</strong>ce. Taleredistribuzione è stata effettuata <strong>in</strong> corso d’opera per superare le difficoltà di impegni <strong>in</strong>contrateda alcune amm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali. Ciò spiega anche perché sia stato previsto un ultimosportello straord<strong>in</strong>ario nel mese di marzo 2004.TAVOLA 5.A – LE RISORSE FINANZIARIE PER LA FORMAZIONE, PER PROVINCE – CIFRE IN EURO (ARROTONDATEALL’UNITA)Prov<strong>in</strong>ciaa) RisorseAssegnateb) RisorseImpegnatec) RisorseSpesed) Avanzo(a-c)e) Perc. diAvanzoAlessandria 47.168 50.240 42.065 5.103 10,82%Asti 37.107 26.999 26.292 10.814 29,14%Biel<strong>la</strong> 30.142 17.792 17.180 12.961 43%Cuneo 49.905 46.824 45.945 3.960 7,93%Novara 42.839 29.952 27.040 15.799 36,88%Tor<strong>in</strong>o 242.584 283.000 211.685 30.899 12,74%VCO 25.363 15.600 14.544 10.819 42,66%Vercelli 24.893 22.016 21.056 3.837 15,41%Totale 500.000 492.424 405.809 94.190,88 18,84%Fonte: E<strong>la</strong>borazioni su dati del<strong>la</strong> Direzione Formazione Professionale e Lavoro – Regione PiemonteLa colonna c <strong>in</strong>dica le risorse spese, secondo quanto è emerso dal<strong>la</strong> rendicontazione f<strong>in</strong>ale. Ineffetti non tutte le risorse impegnate vengono poi effettivamente liquidate; può accadere chel’ente richiedente r<strong>in</strong>unci al f<strong>in</strong>anziamento (e/o al<strong>la</strong> realizzazione del corso), oppure può accadereche i corsi di formazione non rispett<strong>in</strong>o pienamente alcune condizioni e, qu<strong>in</strong>di, l’erogazione nonviene effettuata nel<strong>la</strong> sua totalità 53 . La colonna d è l’avanzo f<strong>in</strong>anziario registrato da ogniProv<strong>in</strong>cia sulle risorse <strong>in</strong>izialmente assegnate; viene calco<strong>la</strong>to sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> differenza tra <strong>la</strong>colonna a e <strong>la</strong> colonna c. La colonna e rappresenta l’avanzo espresso <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i percentualirispetto alle risorse <strong>in</strong>izialmente assegnate. Come si deduce dall’ultima riga <strong>in</strong> basso, l’ammontaredi risorse non spese sul<strong>la</strong> formazione è pari a circa 94.190 euro, circa il 18,84% delle risorsedell’Accordo stanziate su questa l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento.5.2 I corsi di formazione f<strong>in</strong>anziatiAl term<strong>in</strong>e del periodo di sportello sono state complessivamente impegnate risorse per circa492.424 euro su un totale di 108 corsi di formazione dislocati sull’<strong>in</strong>tero territorio <strong>piemonte</strong>se.53 Oltre che sul<strong>la</strong> base delle spese effettivamente sostenute, che devono essere adeguatamente documentate dagli enti,l’erogazione degli importi avviene <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione al numero dei partecipanti effettivi e all’attività effettivamente svolta,secondo le modalità e le scadenze previste. A tal f<strong>in</strong>e si considerano conteggiabili a titolo di “partecipanti effettivi” gliallievi che non abbiano cumu<strong>la</strong>to assenze <strong>in</strong> misura superiore ad un terzo del<strong>la</strong> durata totale effettiva del corso.Inoltre non possono essere ammessi a consuntivo <strong>in</strong>terventi formativi <strong>la</strong> cui durata complessiva non abbia raggiuntoalmeno un terzo delle ore previste dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva autorizzazione.62


Gli allievi previsti erano circa 1.092; al term<strong>in</strong>e del<strong>la</strong> politica di formazione gli utenti effettivi deicorsi sono stati 955.Come nel caso degli <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> 54 , anche il corso di formazione non rappresentaun’unità di osservazione omogenea, ma ha <strong>in</strong> sé diverse differenze di cui il conteggio dovrebbetener conto. La formazione è però maggiormente strutturata rispetto alle esperienze di<strong>mediazione</strong> e segue canoni ormai consolidati. Si possono riconoscere <strong>in</strong>fatti tre diversi tipi diazioni formative:• il corso strutturato, ovvero un corso di formazione strutturato per gruppi di allievi concaratteristiche omogenee, comprensivo di progetto didattico ed operativo;• il corso <strong>in</strong>dividuale, ovvero un <strong>in</strong>tervento formativo rivolto ad una so<strong>la</strong> persona, anche <strong>in</strong>questo caso comprensivo di progetto didattico ed operativo;• il voucher formativo, ovvero un buono di partecipazione <strong>in</strong>dividuale di valore fisso cheviene assegnato all’allievo a titolo di contributo spese per un corso di formazione offerto acatalogo da un ente di formazione accreditato.Gran parte dei corsi f<strong>in</strong>anziati dall’Accordo di programma sono del primo tipo (corsostrutturato); l’unica eccezione sono stati i 10 voucher assegnati al<strong>la</strong> Casa Circondariale diVerbania. In seno ai corsi strutturati vi è poi grande eterogeneità sul<strong>la</strong> quantità di ore erogatedurante ogni s<strong>in</strong>golo corso: si va da un m<strong>in</strong>imo di 16 ore per <strong>in</strong>terventi formativi, come quelliorganizzati dal<strong>la</strong> Casa di Carità a Verbania (rivolto a personale delle carceri o a personale docentenelle scuole) ad un massimo di 100 ore per <strong>in</strong>terventi formativi organizzati da C.i.s.a. Asti Sud(“Programma Nazionale Asilo: i nuovi scenari al<strong>la</strong> luce del<strong>la</strong> Bossi-F<strong>in</strong>i”) o da Formater diVercelli (“Sistema <strong>in</strong>formativo per <strong>la</strong> gestione dei servizi all’immigrazione”).LA DISTRIBUZIONE DEI FINANZIAMENTI PER ENTENel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 5.b sono riportati gli importi dei f<strong>in</strong>anziamenti e il numero dei corsi distribuiti pers<strong>in</strong>golo ente assegnatario. Gli enti sono messi <strong>in</strong> graduatoria sul<strong>la</strong> base dell’entità deif<strong>in</strong>anziamenti ricevuti. Ciò che colpisce immediatamente è l’entità dell’importo assegnatoall’Azienda Regionale U.S.L. 03 di Tor<strong>in</strong>o, che costituisce circa il 45% degli importicomplessivamente assegnati. Come sarà spiegato nelle pag<strong>in</strong>e seguenti, questa concentrazione dif<strong>in</strong>anziamenti presso un s<strong>in</strong>golo ente è un’anomalia non prevista, imputabile alle procedure diassegnazione delle risorse per l’attività di formazione e alle già evidenziate difficoltà <strong>in</strong>contrate neldistribuire l’<strong>in</strong>sieme di risorse disponibili.54 Si veda a questo proposito il paragrafo 4.1.63


CONTRIBUTI DI RICERCATAVOLA 5.B – IMPORTI DEI FINANZIAMENTI E CORSI FINANZIATI PER ENTI ASSEGNATARIEnteImporto Numero Importototale corsi per corsoAzienda regionale U.s.l. 03 221.760 36 6.160Centro Form. Prof. Cebano-Monregal. 37.824 11 3.439Consorzio EU.FOR. 32.640 7 4.663IAL 28.256 8 3.532FORMATER 21.056 2 10.528AGEFORM SCARL 20.136 5 4.027C.F.P.P. Casa di carità ONLUS 18.240 6 3.040C.I.S.A. Asti Sud 18.000 4 4.500FOR.AL Consorzio per <strong>la</strong> F.P. Nell’Aless. 12.000 1 12.000Comune di Alessandria 11.520 3 3.840Città Studi S.p.a. 9.152 2 4.576Azienda Form. Profes. A.F.P. Soc. Cons Arl 9.000 3 3.000Cons. Intercom. Socio Assistenziale 31 8.640 1 8.640Azienda Regionale U.S.L. 20 7.200 2 3.600FO.R.UM. SCRL 7.200 1 7.200CISA Ovest Tic<strong>in</strong>o 6.240 1 6.240Casa Circondariale di Verbania* 6.000 10 600Cons. Formaz. Innovazione Qualità 6.000 1 6.000Comune di Caselle Tor<strong>in</strong>ese 3.840 1 3.840Comune di Giaveno 3.840 1 3.840Azienda Regionale U.s.l. 10 2.920 1 2.920CSEA 960 1 960Totale 492.424 108 107.145*La Casa Circondariale di Verbania ha usufruito di 10 voucher <strong>in</strong>dividualiFonte: E<strong>la</strong>borazioni su dati del<strong>la</strong> Direzione Formazione Professionale e Lavoro – Regione PiemonteTali numeri non corrispondono esattamente ai f<strong>in</strong>anziamenti effettivamente erogati <strong>in</strong> quanto,come precedentemente evidenziato, vi possono essere state r<strong>in</strong>unce da parte degli entiassegnatari, oppure alcune delle spese possono non essere state riconosciute come valide, oancora il corso non ha soddisfatto pienamente i requisiti di partecipazione previsti. Una r<strong>in</strong>uncia èstata registrata ad esempio dal Comune di Alessandria che aveva previsto <strong>la</strong> realizzazione di trecorsi di formazione dal titolo “Servizi pubblici per l’immigrazione: processi di comunicazione e <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong>”. Il primo dei tre corsi (che prevedevano per ogni edizione <strong>la</strong> partecipazione di almeno 10allievi) è stato f<strong>in</strong>anziato entro il dicembre 2003 ed è stato perciò realizzato. Gli altri due corsi diformazione previsti hanno <strong>in</strong>vece ottenuto il f<strong>in</strong>anziamento con l’ultimo sportello, quando itempi tecnici per <strong>la</strong> realizzazione dei corsi erano diventati molto stretti (<strong>in</strong>izio 19 marzo 2004 econclusione con rendicontazione entro luglio 2004). Questo potrebbe essere il motivo del<strong>la</strong>r<strong>in</strong>uncia f<strong>in</strong>ale, che ha prodotto un avanzo di circa 7.680 euro. In alcuni casi <strong>la</strong> necessità direalizzare i corsi <strong>in</strong> tempi partico<strong>la</strong>rmente ristretti ha comportato <strong>la</strong> perdita dei f<strong>in</strong>anziamentiprevisti e <strong>la</strong> non totale copertura delle spese sostenute.Questo è il caso ad esempio dell’Azienda Regionale U.S.L. 03 che ha ricevuto l’approvazione dimetà dei f<strong>in</strong>anziamenti richiesti nel corso dell’ultimo sportello 55 . Come racconta <strong>la</strong> responsabiledel<strong>la</strong> formazione dell’Azienda Regionale ciò ha provocato notevoli problemi nel<strong>la</strong> realizzazione55 Determ<strong>in</strong>a 68507 del 10 Marzo 2004.64


dei corsi: “Mentre i corsi f<strong>in</strong>anziati con il primo sportello sono andati benissimo, nel<strong>la</strong> realizzazione degli ultimicorsi abbiamo <strong>in</strong>contrato grosse difficoltà dovute alle scadenze troppo ravvic<strong>in</strong>ate che ci sono state prescritte…l’approvazione dei corsi è del marzo/aprile 2004 e noi abbiamo dovuto organizzare e realizzare qu<strong>in</strong>dici corsi,più di 60 ore di au<strong>la</strong> per ciascun corso, con <strong>in</strong>izio delle lezioni a maggio e conclusione entro luglio….questo hasignificato mettere <strong>in</strong>sieme <strong>la</strong> disponibilità dei docenti e dei colleghi, prenotare le aule, preparare <strong>la</strong> documentazione,un’impresa titanica….al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e siamo riusciti a realizzare i corsi, ma, come risulta anche dal<strong>la</strong> rendicontazione,non <strong>in</strong> tutti i casi siamo stati <strong>in</strong> grado di rispettare le quote di presenza stabilite dal<strong>la</strong> Regione…questo purtroppocomporterà una perdita dei f<strong>in</strong>anziamenti previsti…ci stiamo perciò preparando a far fronte al re<strong>la</strong>tivo buco dibi<strong>la</strong>ncio….l’esperienza ci ha scottato e dubito che parteciperemo nuovamente ad altre gare per il f<strong>in</strong>anziamentodell’attività di formazione…”. I responsabili dell’ufficio Formazione Cont<strong>in</strong>ua imputano talesituazione al cont<strong>in</strong>gentamento dei tempi imposto dallo stesso Accordo di programma: “Lagestione dei tempi è stata considerata critica s<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio… non per nul<strong>la</strong> il settore competente si è subito attivatocon il M<strong>in</strong>istero per ottenere proroghe al<strong>la</strong> data di scadenza. Tale criticità è divenuta drammatica con ilconcentrarsi del<strong>la</strong> domanda sul secondo sportello di presentazione, soprattutto per <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o che,avendo tempi di istruttoria lunghi causati dal<strong>la</strong> quantità di domande da esam<strong>in</strong>are, ha dovuto comprimerel’effettiva erogazione del<strong>la</strong> formazione <strong>in</strong> pochi mesi….Sono questi tempi non compatibili con le esigenze formative,ma che, stante <strong>la</strong> situazione, non è stato possibile di<strong>la</strong>zionare; altri risultati si sarebbero potuti ottenere a fronte diuna più equilibrata distribuzione delle domande tra i due sportelli, oppure con una ulteriore, ancorché limitata,proroga”.LE ORE DI FORMAZIONE E GLI ALLIEVI PREVISTILa tavo<strong>la</strong> 5.c ripropone il numero di ore complessive e il numero di allievi previsti, distribuiti perenti assegnatari (questa volta elencati <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e alfabetico). Scorrendo i nomi degli enti che hannoricevuto il f<strong>in</strong>anziamento non è possibile comprendere, se vi siano state le “s<strong>in</strong>ergie”, <strong>in</strong>izialmentedesiderate, tra <strong>la</strong> prima l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento re<strong>la</strong>tiva al f<strong>in</strong>anziamento diretto dei progetti di<strong>mediazione</strong> e <strong>la</strong> formazione successivamente ricevuta. Ovvero se coloro che sono stati sottopostia formazione abbiano anche ricevuto i fondi per <strong>la</strong> realizzazione dei progetti di <strong>mediazione</strong>. Moltidegli enti elencati sono <strong>in</strong>fatti agenzie di formazione professionale che hanno effettuato corsi perconto di diverse amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche (soprattutto enti locali). Per farsi un’idea del<strong>la</strong>convergenza delle due l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento su una stessa popo<strong>la</strong>zione di dest<strong>in</strong>atari, sarebbe statonecessario avere accesso alle liste dei partecipanti ai corsi ed effettuare un confronto tra queste ele persone co<strong>in</strong>volte nei progetti di <strong>mediazione</strong>. Non è stato però possibile nel corso dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>eottenere gli elenchi dei partecipanti soprattutto per problemi legata al<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> privacy<strong>in</strong>dividuale; si è cercato qu<strong>in</strong>di di raccogliere le impressioni e i punti di vista a riguardo di unaserie di testimoni privilegiati.65


CONTRIBUTI DI RICERCATAVOLA 5.C – NUMERO DI ORE ED ALLIEVI PER ENTE ASSEGNATARIOEnte Ore complessive N. allieviAGEFORM SCARL 186 53Azienda Formazione Professionale A.F.P. Soc. Cons. ARL 90 42Azienda Regionale U.s.l. 03 2.040 300Azienda Regionale U.s.l. 10 16 25Azienda Regionale U.s.l. 20 60 20C.F.P.P. Casa di Carità ONLUS 160 104C.I.S.A. ASTI SUD 150 54Casa Circondariale di Verbania* 450 10Centro Form. Profess. Cebano-Monregalese Scrl 344 131CISA Ovest Tic<strong>in</strong>o 52 20Città Studi S.P.A. 88 20Comune di Alessandria 96 30Comune di Caselle Tor<strong>in</strong>ese 32 10Comune di Giaveno 40 6Consorzio EU.FOR. 272 98Consorzio Formazione Innovazione Qualità 50 15Consorzio Intercomunale Socio Assistenziale 31 72 10CSEA 20 4FO.R.UM. SCRL 60 14FOR.AL Consorzio per <strong>la</strong> F.P. nell’Alessandr<strong>in</strong>o 100 14FORMATER 188 24IAL 254 88Totale 1.092*La Casa Circondariale di Verbania ha usufruito di 10 voucher <strong>in</strong>dividualiFonte: E<strong>la</strong>borazioni su dati del<strong>la</strong> Direzione Formazione Professionale e Lavoro – Regione PiemonteDalle testimonianze ri<strong>la</strong>sciate si ha l’impressione che le due l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento non si siano quasimai <strong>in</strong>crociate, se non <strong>in</strong> pochissimi casi 56 . Come afferma il responsabile delle politiche sociali diuna Prov<strong>in</strong>cia: “Considerate le modalità di realizzazione degli <strong>in</strong>terventi, mi sento di poter escludere che glioperatori che hanno usufruito dei f<strong>in</strong>anziamenti abbiano anche fatto formazione. Se questo è avvenuto è attribuibileal caso non ad una programmazione razionale delle attività come sarebbe stato più desiderabile…”. Anche <strong>la</strong>funzionaria dell’ufficio immigrazione di un’altra Prov<strong>in</strong>cia offre più o meno <strong>la</strong> stessa versione: “Iomi occupo esclusivamente di politiche per l’immigrazione. So naturalmente che sono stati realizzati alcuni <strong>in</strong>terventiformativi rivolti ad operatori pubblici, ma non saprei dirvi <strong>in</strong> quanti ne hanno beneficiato e dove <strong>la</strong>vorano. Peravere queste <strong>in</strong>formazioni dovete chiedere direttamente al settore che si occupa di formazione professionale…comunque che io sappia non ci sono state sovrapposizioni tra le attività di formazione e i progetti di <strong>mediazione</strong>…le due cose sono di solito procedute separatamente….”.Tali testimonianze confermano i risultati degli approfondimenti effettuati con le agenzie diformazione professionale; sono molto poche le amm<strong>in</strong>istrazioni che hanno partecipato ai corsi eche compaiono anche negli elenchi prov<strong>in</strong>ciali degli enti f<strong>in</strong>anziati per attività di <strong>mediazione</strong>.Naturalmente ciò non significa che coloro che hanno partecipato ai corsi di formazione nonabbiano seguito anche <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> all’<strong>in</strong>terno delle loro amm<strong>in</strong>istrazioni; anzi èprobabile che questo <strong>in</strong> qualche misura sia avvenuto. Ciò che però sembra poco probabile è che56 Ad esempio un ente che ha svolto <strong>la</strong> formazione e nel contempo ha ricevuto i f<strong>in</strong>anziamenti per <strong>la</strong> realizzazione diun progetto di <strong>mediazione</strong> è il Centro per l’impiego di Asti (si veda tavo<strong>la</strong> 4.d). Questo caso verrà analizzato più <strong>in</strong>dettaglio nel prossimo paragrafo. Altri enti sono il Comune di Alessandria e il consorzio Co.Ge.Sa di Asti.66


tali <strong>in</strong>terventi siano stati f<strong>in</strong>anziati con i fondi dell’Accordo di programma e, qu<strong>in</strong>di, che abbiaavuto luogo quel processo virtuoso di “r<strong>in</strong>forzo” tra attività di formazione e attività disperimentazione delle attività di <strong>mediazione</strong>, auspicato dai promotori del<strong>la</strong> politica regionale.GRAFICO 5.A – LA DISTRIBUZIONE DEI COSTI DELLA FORMAZIONE PER ORA/ALLIEVO (IN EURO)4540403530Numero dei corsi252015211515105075310 01da 6 a 7 da 7 a 8 da 8 a 9 da 9 a 10 da 10 a 11 da 11 a 12 da 12 a 13 da 13 a 14 da 14 a 15 da 15 a 16 da 16 a 17C<strong>la</strong>ssi di costo (un'ora per s<strong>in</strong>golo allievo)Fonte: E<strong>la</strong>borazioni su dati del<strong>la</strong> Direzione Formazione Professionale e Lavoro – Regione PiemonteI COSTI DELLA FORMAZIONEIl grafico 5.a mostra <strong>la</strong> distribuzione <strong>in</strong> c<strong>la</strong>ssi di costo degli <strong>in</strong>terventi che sono stati f<strong>in</strong>anziatidall’Accordo di programma. Per ottenere tale distribuzione il f<strong>in</strong>anziamento regionale di ciascuncorso (nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi co<strong>in</strong>cidente con il costo del corso) è stato suddiviso per ilnumero delle ore previste moltiplicato per il numero di allievi previsti. Il risultato di tale calcolo<strong>in</strong>dica quanto è costato erogare un’ora di formazione ad un allievo all’<strong>in</strong>terno di ciascun corso 57 .In altri term<strong>in</strong>i, a parità di importo, un corso che serve un numero maggiore di allievi per unnumero maggiore di ore di au<strong>la</strong> mostra un costo per ora/allievo più basso. Il costo m<strong>in</strong>imo perora/allievo è rappresentato da 6 euro, mentre i costi più alti vanno dai 13 ai 16 euro. La medianadel<strong>la</strong> distribuzione 58 è pari a 12 euro, ma occorre sottol<strong>in</strong>eare che buona parte dei corsi con i costimaggiori hanno, come sarà spiegato nel paragrafo seguente, caratteristiche diverse <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i dicontenuti didattici dagli altri (come ad esempio corsi di l<strong>in</strong>gua straniera). Se qu<strong>in</strong>di non siconteggiano tali tipologie di corso, ovvero circa una trent<strong>in</strong>a di corsi che si collocano nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sseche va da 13 a 14 euro, il costo mediano scende ulteriormente e si colloca <strong>in</strong>torno ai 10/11 euro.57 Da questo conteggio sono naturalmente eslcusi i costi <strong>in</strong>diretti per Regione e Prov<strong>in</strong>ce derivanti da speseamm<strong>in</strong>istrative, costo del personale <strong>in</strong>terno, spese per utenze, etc.58 La mediana è il valore che divide <strong>in</strong> due parti uguali <strong>la</strong> distribuzione delle frequenze assolute, quando queste sianostate ord<strong>in</strong>ate dal più basso al più alto (o viceversa). Rispetto al<strong>la</strong> media è <strong>in</strong>dice molto meno sensibile ai valoriestremi del<strong>la</strong> distribuzione.67


CONTRIBUTI DI RICERCA5.3 L’organizzazione e i contenuti dei corsi di formazioneLa Regione Piemonte ha <strong>la</strong>sciato alle amm<strong>in</strong>istrazioni locali l’<strong>in</strong>iziativa di proporre e costruirepercorsi formativi sul tema del<strong>la</strong> comunicazione e delle re<strong>la</strong>zioni tra le diverse culture. Al<strong>la</strong> basedi tale scelta vi è l’idea di <strong>la</strong>sciare agli enti pubblici piena liberta nell’adottare le soluzionididattiche che meglio rispondano alle loro partico<strong>la</strong>ri esigenze organizzative ed educative. È statodunque deciso di <strong>promuovere</strong> un processo formativo non imposto dall’alto, almeno nel<strong>la</strong>struttura e dei contenuti specifici dei corsi, che si fondasse quasi esclusivamente sul<strong>la</strong> capacità dienti pubblici e agenzie di formazione di analizzare i bisogni <strong>in</strong>terni all’organizzazione, di<strong>in</strong>dividuare argomenti di <strong>in</strong>teresse per il personale dell’amm<strong>in</strong>istrazione e di identificare i docenticapaci di affrontare tali argomenti <strong>in</strong> c<strong>la</strong>sse.TAVOLA 5.C – I CORSI DI EU.FOR PER L’AZIENDA OSPEDALIERA DI SAN LUIGI DI ORBASSANOIl consorzio Eu.For ha realizzato sei corsi di formazione professionale per operatori che si occupanoa livello diverso di re<strong>la</strong>zioni pubbliche per conto dell’Azienda Ospedaliera San Luigi di Orbassano.Partendo da un’analisi dei fabbisogni formativi realizzata dallo stesso consozio, ha preso forma l’ideadi progettare un percorso formativo rivolto a coloro che quotidianamente attarverso attività disportello si re<strong>la</strong>zionano con cittad<strong>in</strong>i stranieri. Il percorso formativo è stato <strong>in</strong>tito<strong>la</strong>to corso frontofficeper l’immigrazione; ogni edizione ha avuto <strong>la</strong> durata di 40 ore. I docenti co<strong>in</strong>volti nei corsisono esperti nelle materie dell’immag<strong>in</strong>e e del<strong>la</strong> comunicazione d’azienda e nel<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.Gli argomenti trattati sono i seguenti:• La legge 189/2002 – re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> normativa <strong>in</strong> materia di immigrazione e diritto d’asilo• La legis<strong>la</strong>zione regionale sulle politiche per l’immigrazione• Esame di alcune <strong>in</strong>iziative degli enti locali a favore degli extracomunitari• I centri prov<strong>in</strong>ciali per l’impiego• I servizi e l’utenza axtracomunitaria• La gestione del quotidiano e l’<strong>in</strong>formazione• Politiche aziendali a favore degli extracomunitariIn effetti, come si è visto nel paragrafo precedente, una forte strutturazione del processoformativo si è avuta soltanto per quanto riguarda gli aspetti più formali, attraverso l’adozionedelle norme procedurali tipiche del sistema di f<strong>in</strong>anziamento e rendicontazione del Fondo SocialeEuropeo. Per ciò che, <strong>in</strong>vece, concerne i contenuti sostanziali dei corsi sembra che non vi sianostati <strong>in</strong>dicazioni str<strong>in</strong>genti. Specificano <strong>in</strong>fatti i responsabili regionali: “Gli <strong>in</strong>terventi formativi previstipotevano spaziare <strong>in</strong> un campo re<strong>la</strong>tivamente vasto, dall’approfondimento delle normative <strong>in</strong> materia diimmigrazione, all’aggiornamento l<strong>in</strong>guistico, all’acquisizione di competenze re<strong>la</strong>zionali, all’organizzazione delfront-office, al<strong>la</strong> <strong>in</strong>formazione/conoscenza re<strong>la</strong>tiva a culture e tradizioni degli stranieri <strong>in</strong>teressati dal flussomigratorio…Tra le diverse opzioni si è naturalmente dato per <strong>in</strong>teso che <strong>la</strong> formazione connessa al<strong>la</strong> promozionedel<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> fosse una tra le tipologie di <strong>in</strong>tervento più <strong>in</strong>teressanti e strettamente corre<strong>la</strong>te agliobiettivi complessivi del progetto. È però necessario precisare che né da parte del<strong>la</strong> Direzione Politiche sociali, né daparte dei settori prov<strong>in</strong>ciali competenti sono giunte <strong>in</strong>dicazioni <strong>in</strong> merito ad un peso prevalente, né tanto meno adun’esclusiva, da attribuire a tale formazione”. Gli stessi criteri usati per l’assegnazione dei punteggi aiprogetti formativi non hanno tenuto pienamente conto delle peculiari f<strong>in</strong>alità didattiche dei corsi68


che si <strong>in</strong>tendevano <strong>promuovere</strong> e, qu<strong>in</strong>di, non erano diversi da quelli adottati per <strong>la</strong> valutazionedegli altri corsi di formazione rivolti ad operatori pubblici.TAVOLA 5.D – I CORSI ORGANIZZATI DA CITTA STUDI DI BIELLACitta Studi di Biel<strong>la</strong> ha organizzato due corsi di formazione dal<strong>la</strong> durata di 44 ore l’uno. Il percorsoformativo, dal titolo Gestire accoglienza e <strong>in</strong>tegrazione nei servizi pubblici per l’immigrazioneè stato strutturato a partire delle esigenze del personale dipendente dell’ASL 12. L’obiettivoconsisteva nel potenziare le competenze dei partecipanti nel re<strong>la</strong>zionarsi e gestire utenti immigrati.Gli argomenti pr<strong>in</strong>cipali del corso trattati sono i seguenti:• La realtà biellese del fenomeno migratorio e i servizi del territorio• Convegno Nazionale WelcomeBank: idee, prodotti e progetti per l’<strong>in</strong>tegrazione bancaria deimigranti• Aspetti giuridici; legge Bossi F<strong>in</strong>i, diritti del migrante nel processo penale, carta di soggiorno• La legge sanitaria per gli stranieri immigrati (iscrizione al SSN, immigrati senza permesso disoggiorno, profughi e rifugiati politici)• Modelli di assistenza alle donne e ai m<strong>in</strong>ori, <strong>mediazione</strong> nel ricovero ospedaliero• Mediazione <strong>culturale</strong> nel consultorio familiare e <strong>in</strong> carcere• Comprendere situazioni di disagio familiare dovuto a problemi discrim<strong>in</strong>atori• Requisiti degli alloggi per i ricongiungimenti familiari• Progetti dell’Associazione Mosaico sul territorio biellese• Esperienze italiane ed <strong>in</strong>ternazionali di diversity management, comunicazione multi<strong>culturale</strong>, identitymanagement• Mediazione presso il centro I.S.I.• Dialogo <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> e gestione dei conflittiHanno partecipato ai corsi un elevato numero di docenti; esperti di politiche per l’immigrazione nelterritorio biellese e <strong>piemonte</strong>se, alcuni mediatori dell’Associazione Mosaico, esperti dell’AssociazioneStudi Giuridici sull’Immigrazione, esperti di economia solidale e <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>.Ciò che sembra aver più <strong>in</strong>ciso nell’assegnazione del punteggio è (1) il “passato” dell’enteproponente (ovvero se tale ente ha portato a conclusione altri corsi senza <strong>in</strong>correre <strong>in</strong> problemi o<strong>in</strong>toppi procedurali); (2) <strong>la</strong> rispondenza ad obiettivi trasversali del Fondo Sociale Europeo (comead esempio pari opportunità, connessione a progetti di sviluppo locale o uso di strumenti <strong>in</strong>formatici) e apriorità generali (realizzazione del corso tramite strutture certificate ISO, connessionedocumentata alle olimpiadi 2006 o al miglioramento ambientale,...). Un criterio riguardavaesplicitamente <strong>la</strong> congruenza del corso proposto rispetto agli obiettivi specifici (<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i didurata, contenuti e figura proposta); ma l’impressione è che <strong>in</strong> questo caso il filtro di tale criterionon abbia funzionato perfettamente e non abbia pesato fortemente sul<strong>la</strong> selezione f<strong>in</strong>ale.Probabilmente <strong>la</strong> decisione di non applicare tale criterio <strong>in</strong> modo troppo str<strong>in</strong>gente è dovuto alfatto che, ad un certo punto del processo d’attuazione, l’esigenza prioritaria delle Prov<strong>in</strong>ceconsisteva nel riuscire a spendere le risorse ad esse assegnate, piuttosto che selezionare i progettiformativi più rispondenti alle f<strong>in</strong>alità del<strong>la</strong> politica.I responsabili regionali ritengono a questo proposito che <strong>la</strong> procedura di selezione non sia stataopportunamente sfruttata <strong>in</strong> tutte le sue potenzialità <strong>in</strong> quanto i criteri <strong>la</strong>sciati al<strong>la</strong> discrezionalitàdelle Prov<strong>in</strong>ce avrebbero permesso di fare <strong>la</strong> differenza e scegliere i progetti formativi ritenuti piùadeguati: “occorre osservare che <strong>la</strong> procedura istruttoria, comune a tutte le attività di formazione, conserva ampi69


CONTRIBUTI DI RICERCAmarg<strong>in</strong>i di flessibilità, consentendo di operare attraverso un sistema multicriteria che accomuna <strong>in</strong>dicatori diaffidabilità/capacità/esperienza dei soggetti attuatori, <strong>in</strong>dicatori di coerenza di contenuti/programmi/durate del<strong>la</strong>formazione e caratteristiche/requisiti dei partecipanti, nonché premialità attribuibili a differenti tipologie di<strong>in</strong>tervento… utili qualora si <strong>in</strong>tenda graduare le approvazioni <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione a priorità predef<strong>in</strong>ite. La procedurarisulta dunque assai flessibile, permettendo tra l’altro di mirare verso obiettivi prefissati, sempre che tali obiettivisiano adeguatamente esplicitati e decl<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> condizioni verificabili e “misurabili”….. Non una rigiditàprocedurale qu<strong>in</strong>di ma una mancanza nel<strong>la</strong> def<strong>in</strong>izione di alcuni criteri di base ha rappresentato il nodocentrale…”. E ancora sottol<strong>in</strong>eano: “Ad un’analisi più attenta <strong>la</strong> differenza tra Enti mediamente buoni edEnti ottimi/eccellenti <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione ai rispettivi dati di passato si attesta su poche dec<strong>in</strong>e di punti, mentrel’attribuzione o meno di determ<strong>in</strong>ate priorità (determ<strong>in</strong>abili a discrezione di ciascuna prov<strong>in</strong>cia) aveva adisposizione 90 punti, ampiamente sufficienti a fare emergere le domande con caratteristiche ritenute piùsignificative…La mancata valorizzazione di tali priorità nei Bandi, evidentemente non attribuibile al<strong>la</strong> proceduraquanto piuttosto a scelte politiche locali poco discrim<strong>in</strong>anti, può senz’altro aver provocato un “appiattimento” dellegraduatorie…”.Dopo le prime difficoltà legate al<strong>la</strong> scarsa circo<strong>la</strong>zione delle <strong>in</strong>formazioni re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> disponibilitàdei fondi, enti ed agenzie di formazione hanno <strong>in</strong>iziato a par<strong>la</strong>rsi e a progettare <strong>in</strong>sieme corsi diformazione. “L’idea del corso” racconta <strong>la</strong> responsabile di un’agenzia di formazione” è nata <strong>in</strong>concomitanza con colloqui, e successivi accordi, avuti con <strong>la</strong> dirigenza dell’ASL, proprio <strong>in</strong> risposta a questa nuovanecessità dell’amm<strong>in</strong>istrazione sanitaria di gestire il consistente flusso di immigrati che ogni giorno si recano ai lorosportelli. I colloqui con l’ASL su questo tema sono <strong>in</strong>iziati nel momento <strong>in</strong> cui siamo venuti a sapere di unosportello straord<strong>in</strong>ario ad <strong>in</strong>izio estate del 2003 che avrebbe assegnato fondi regionali su questo tema…a quantomi risulta lo sportello ord<strong>in</strong>ario su questa azione era andato deserto….i corsi sono poi partiti nel settembre dellostesso anno….sono state proposte due edizioni del corso per due motivi: sia perché al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e i partecipanti eranoabbastanza numerosi, <strong>in</strong> totale circa venti,e qu<strong>in</strong>di per avere una formazione più <strong>in</strong>tensiva ci è sembrato opportunomantenere il numero di persone <strong>in</strong> au<strong>la</strong> piuttosto basso… sia perché occorreva comunque che qualcuno restasse negliuffici delle ASL a garantire il normale svolgimento delle attività e l’erogazione dei servizi abituali…qu<strong>in</strong>di nontutti potevano partecipare al corso…nonostante i temi fossero più connessi all’ambito del<strong>la</strong> sanità, <strong>in</strong> quanto l’ASLè stata il nostro primo committente, hanno partecipato ai corsi anche dipendenti di alcune comunità montane che nehanno fatto esplicita richiesta…per me questo è un s<strong>in</strong>tomo del bisogno di formazione su questi argomenti….tutti <strong>in</strong>ostri allievi si sono detti favorevoli ad una prosecuzione dei corsi e ad approfondimenti successivi…”.70


TAVOLA 5.E – I CORSI ORGANIZZATI DA CONEDIS – AGEFORIl gruppo Conedis ha organizzato c<strong>in</strong>que corsi di formazione, tre dei quali sono stati organizzati <strong>in</strong>prov<strong>in</strong>cia di Asti e gli altri due <strong>in</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Novara.I corsi di AstiI primi tre corsi, dal titolo Accompagnamento all’<strong>in</strong>tegrazione multirazziale, sono stati progettati perdipendenti pubblici di alcuni Comuni del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia e <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re del consorzio socioassistenzialeCo.Ge.Sa. Ogni edizione durava 30 ore e toccava gli stessi argomenti:• Cenni di cultura araba, balcanica e dei paesi dell’Est• Elementi di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>• Ricerche su siti Internet att<strong>in</strong>enti• Normative di riferimentoHanno <strong>in</strong>segnato nei corsi un docente universitario <strong>in</strong> Storia contemporanea e consulente per diversi centri<strong>in</strong>terculturali ed un esperto di questioni legali connesse all’erogazione di servizi pubblici.I corsi di NovaraGli altri due corsi, dal titolo Formazione al<strong>la</strong> <strong>in</strong>terculturalità attraverso i processi cognitivi di base èstato progettato per i dipendenti di un Istituto Comprensivo Sco<strong>la</strong>stico e di una Direzione Didattica Statale.L’obiettivo del corso è trasferire ai partecipanti <strong>la</strong> capacità di usare un personal computer per progettareprocessi di apprendimento ed <strong>in</strong>segnamento basati sul<strong>la</strong> <strong>in</strong>terculturalità. I corsi prevedevano una parte diformazione a distanza (FAD). Il corso è durato 48 ore (di cui 24 di FAD). Gli argomenti del corso sono iseguenti:• Dati, strutture e algoritmi nel<strong>la</strong> mente dei bamb<strong>in</strong>i, nel<strong>la</strong> storia e nelle culture• Il l<strong>in</strong>guaggio iperlogo e l’applicazione quaderno a quadretti• Segni, segnali e codici nel<strong>la</strong> realtà• Micromondi basati sulle tassel<strong>la</strong>zioni del piano• Elementi di <strong>in</strong>terculturalità• Introduzione al<strong>la</strong> programmazione strutturata di tipo cognitivo• La musica e i suoni come supporto all’apprendimento <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>Hanno <strong>in</strong>segnato nei corsi: un tecnico <strong>in</strong>formatico, un docente universitario esperto <strong>in</strong> matematica ecomunicazione via <strong>in</strong>ternet; un progettista di siti web f<strong>in</strong>alizzati al<strong>la</strong> comunicazione e al<strong>la</strong> formazione.Nei casi <strong>in</strong> cui enti pubblici e agenzie di formazione si sono realmente par<strong>la</strong>ti e hanno costruito<strong>in</strong>sieme un percorso formativo strutturato, si è effettivamente <strong>in</strong>nescato un processo virtuoso diriconoscimento di alcuni bisogni formativi essenziali e di formu<strong>la</strong>zione di risposte adeguate allepartico<strong>la</strong>ri esigenze espresse dall’amm<strong>in</strong>istrazione proponente. Vi è però un altro <strong>la</strong>to del<strong>la</strong>medaglia. In molti casi l’urgenza, dettata dai primi ritardi attuativi, di allocare le risorse disponibilie di realizzare i progetti formativi <strong>in</strong> tempi assai brevi non ha permesso di progettare percorsiformativi legati ai partico<strong>la</strong>ri problemi cui si trovano d<strong>in</strong>anzi le s<strong>in</strong>gole realtà amm<strong>in</strong>istrative. Intali casi si è avuta l’impressione che il corso di formazione abbia affrontato temi troppo generaliper costituire un servizio davvero utile all’operatore. Le lezioni <strong>in</strong>vece di essere strettamenteconnesse al<strong>la</strong> quotidianità degli operatori di quel partico<strong>la</strong>re ambito d’<strong>in</strong>tervento (sanità, <strong>la</strong>voro,giustizia,…), di partire dai concreti problemi che essi <strong>in</strong>contrano nel re<strong>la</strong>zionarsi ogni giorno conutenti immigrati, di fornire chiavi di lettura delle situazioni potenzialmente conflittuali edeventualmente di proporre modelli comportamentali utili a risolverle, hanno concentratol’attenzione su questioni più teoriche, o comunque del tutto slegate dal<strong>la</strong> realtà <strong>la</strong>vorativa deglioperatori.71


CONTRIBUTI DI RICERCAAnche nelle situazioni teoricamente più virtuose, nelle quali lo stesso ente pubblico ha ricevutosia il f<strong>in</strong>anziamento per <strong>la</strong> realizzazione dei progetti di <strong>mediazione</strong>, sia il corso di formazione(esattamente come nel disegno orig<strong>in</strong>ario del<strong>la</strong> politica), sono stati riscontrati alcuni problemidovuti al fatto che le due attività spesso non erano coord<strong>in</strong>ate o erano realizzate da soggettidiversi che non comunicavano tra di loro.TAVOLA 5.F – I CORSI ORGANIZZATI DALL’AZIENDA SANITARIA LOCALE 3L’Azienda Sanitaria Locale 3 ha realizzato 36 corsi f<strong>in</strong>anziati dall’Accordo di programma chepossono essere suddivisi <strong>in</strong> due categorie diverse. La prima categoria (6 edizioni) dal titoloComunicazione per l’immigrazione ha affrontato i seguenti argomenti:• Diritto e sociologia: cenni sullo scenario legis<strong>la</strong>tivo europeo e italiano; lo scenario demografico• Etnomedic<strong>in</strong>a, etnopsicologia e psichiatria trans<strong>culturale</strong>: il rapporto salute/ma<strong>la</strong>ttie <strong>in</strong> diverseculture• Comunicazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>• Sociologia dell’organizzazione: <strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong> diversità come risorsa organizzativaPer ciascuna edizione hanno partecipato 12 allievi: <strong>in</strong>fermieri professionali, medici ostetrici,psicologi, amm<strong>in</strong>istrativi, central<strong>in</strong>isti.La seconda categoria (30 edizioni) dal titolo Cultura <strong>in</strong>ternazionale sono corsi orientatiall’apprendimento del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese.“Tra le cose che non hanno funzionato” afferma un operatore che ha partecipato ad un corso diformazione “vi è il fatto che i docenti del corso di formazione fossero persone diverse dai mediatori che hannosvolto il servizio e che tra di loro non avessero mai par<strong>la</strong>to. Il corso ha affrontato temi molto generali ed astratti,poco connessi alle problematiche che <strong>in</strong>contriamo durante il nostro <strong>la</strong>voro. Qualche lezione è stata pure dedicata al<strong>la</strong>cuc<strong>in</strong>a etnica…<strong>in</strong>somma argomenti più pittoreschi e folcloristici che questioni legate al <strong>la</strong>voro che svolgiamo…adesempio sarebbe stato preferibile dedicare più tempo al<strong>la</strong> normativa specifica che rego<strong>la</strong> il nostro settore sui problemid’immigrazione, fare qualche lezione di sociologia dell’organizzazione per comprendere come si può <strong>in</strong>serire ilmediatore nel<strong>la</strong> nostra realtà e quale utilità può portare <strong>la</strong> sua presenza, spiegare le motivazioni di atteggiamentidell’immigrato che possono apparire anomali o strani ad un operatore italiano, prendere <strong>in</strong> esame esperienzeconcrete di realtà simili al<strong>la</strong> nostra che già svolgono attività di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.…. purtroppo tutto questo nonè stato fatto e <strong>la</strong> percezione del corso da parte degli operatori che vi hanno partecipato non è stata positiva… ho <strong>la</strong>sensazione che si sia persa un’occasione di crescita…”.In altri casi i fondi dell’Accordo hanno f<strong>in</strong>anziato corsi di formazione con contenuti più distantidall’ambito del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, o dal tema più generale dell’<strong>in</strong>tegrazione sociale.L’esempio più marcato da questo punto di vista sono trenta corsi di <strong>in</strong>segnamento di l<strong>in</strong>guastraniera realizzati presso una s<strong>in</strong>go<strong>la</strong> amm<strong>in</strong>istrazione. L’ente <strong>in</strong> questione ha un ufficio diformazione <strong>in</strong>terna molto d<strong>in</strong>amico ed attivo, che cerca di cogliere tutte le opportunità dif<strong>in</strong>anziamento presenti sul mercato. “Era da molto tempo che i nostri dipendenti ci chiedevano <strong>la</strong>realizzazione di corsi <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese” racconta <strong>la</strong> responsabile dell’ufficio “ma non riuscivamo mai atrovare f<strong>in</strong>anziamenti adeguati. I f<strong>in</strong>anziamenti legati al Fondo Sociale Europeo su <strong>in</strong>ternazionalizzazione e<strong>in</strong>tercultura ci sono sembrati l’occasione più giusta ed appropriata. Qu<strong>in</strong>di, oltre a sei corsi att<strong>in</strong>enti strettamenteal<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, abbiamo deciso di presentare una richiesta di f<strong>in</strong>anziamento per trenta corsi di l<strong>in</strong>gua<strong>in</strong>glese, denom<strong>in</strong>ati Cultura <strong>in</strong>ternazionale”.72


5.4 Considerazioni f<strong>in</strong>ali e <strong>la</strong> costruzione di un percorso alternativoCome è stato descritto nei paragrafi precedenti, il processo d’implementazione del<strong>la</strong> seconda l<strong>in</strong>ead’<strong>in</strong>tervento prevista dall’Accordo di programma ha prodotto alcuni risultati positivi ma anchequalche conseguenza imprevista e certamente non desiderata.In primo luogo, il processo d’attuazione, nelle sue fasi <strong>in</strong>iziali, ha risentito di una forte difficoltànell’assegnazione delle risorse e di un conseguente rallentamento nel<strong>la</strong> realizzazione delle attivitàdi formazione. Come si è avuto modo di sottol<strong>in</strong>eare, gli enti locali non erano sufficientemente<strong>in</strong>formati del<strong>la</strong> disponibilità dei f<strong>in</strong>anziamenti (cioè le <strong>in</strong>formazioni non circo<strong>la</strong>vano nei canali enei posti giusti), oppure non riuscivano ad attivarsi nel modo adeguato. Questo problema dicomunicazione <strong>in</strong> parte è stato dettato dal fatto che le modalità comunicative e i canali<strong>in</strong>formativi, usati abitualmente dal<strong>la</strong> rete di agenzie che realizzano corsi di formazioneprofessionale, sono assai diversi da quelli a cui fanno riferimento le strutture e gli uffici delleamm<strong>in</strong>istrazioni locali co<strong>in</strong>volte (o potenzialmente <strong>in</strong>teressate) nel<strong>la</strong> realizzazione di politichesociali e più <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re di progetti di <strong>mediazione</strong>. Mentre <strong>la</strong> prima ha quali <strong>in</strong>terlocutoripreferenziali i settori dedicati al<strong>la</strong> Formazione Professionale del<strong>la</strong> Regione e delle diverseProv<strong>in</strong>ce, i progetti di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> co<strong>in</strong>volgono (<strong>in</strong>direttamente) i settori prov<strong>in</strong>ciali chesi occupano di politiche sociali e (più direttamente) uffici di consorzi, comuni, scuole e aziendesanitarie, che non stanno <strong>in</strong> contatto cont<strong>in</strong>uo con il sistema di formazione professionale, o checomunque sono poco abituati a re<strong>la</strong>zionarsi con tale sistema.Questi eventi, nonostante le difficoltà che li hanno caratterizzati, hanno però messo <strong>in</strong> evidenza<strong>la</strong> buona capacità da parte delle strutture regionali e prov<strong>in</strong>ciali di rispondere prontamente alproblema di allocazione delle risorse, cercando soluzioni flessibili e riuscendo così a risolvere gli<strong>in</strong>iziali problemi di comunicazione. Dopo i primi momenti d’impasse, il sistema del<strong>la</strong> formazione ègiunto ad allocare quasi tutte le risorse stanziate (98%). I diversi settori co<strong>in</strong>volti si sono resiconto per tempo dei problemi di trasmissione delle <strong>in</strong>formazioni e hanno perciò modificatoopportunamente alcune procedure precedentemente stabilite per consentire che <strong>la</strong> politica diformazione andasse a buon f<strong>in</strong>e.Inoltre, se è pur vero che <strong>la</strong> procedura di selezione e di f<strong>in</strong>anziamento del<strong>la</strong> formazione può averscoraggiato, almeno <strong>in</strong> un primo momento, gli enti <strong>in</strong>teressati a tali f<strong>in</strong>anziamenti a fare domanda,o può aver causato successivamente una perdita delle risorse f<strong>in</strong>anziarie precedentementeassegnate, <strong>in</strong> quanto non tutti gli enti, a causa dei tempi stretti, sono riusciti a rispettare leprescrizioni derivanti dal<strong>la</strong> Direttiva e dal rego<strong>la</strong>mento del Fondo Sociale Europeo, <strong>la</strong>disposizione di tale procedura può però avere avuto anche risvolti positivi. Essa ha <strong>in</strong>fattiimposto una discipl<strong>in</strong>a nel<strong>la</strong> progettazione degli <strong>in</strong>terventi di formazione e nel<strong>la</strong> loro successivarendicontazione, recando maggiore trasparenza e chiarezza nell’impiego delle risorse. In sostanza,<strong>la</strong> partecipazione a procedure rigide ed ampiamente col<strong>la</strong>udate, soprattutto se ripetuta nel tempo,può far apprendere modi di operare più razionali sia nel<strong>la</strong> pianificazione delle attività che nel<strong>la</strong>gestione delle risorse assegnate. Questa lezione è costata “cara” soprattutto a coloro che nonsono riusciti a rispettare gli standard m<strong>in</strong>imi imposti dal<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>mentazione europea. Come èstato messo <strong>in</strong> luce, ciò ha contribuito al<strong>la</strong> formazione di una certa quota di residui attivi sul<strong>la</strong>politica regionale (per circa il 18%).In secondo luogo, è mancata <strong>la</strong> convergenza, <strong>in</strong>izialmente auspicata all’<strong>in</strong>terno dei documentiufficiali del<strong>la</strong> Regione, delle due l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento (formazione e f<strong>in</strong>anziamenti su progetto) sul<strong>la</strong>stessa popo<strong>la</strong>zione target. Nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi, coloro che hanno usufruito del contributo73


CONTRIBUTI DI RICERCAformativo, non hanno ricevuto i f<strong>in</strong>anziamenti per i progetti di <strong>mediazione</strong> (e viceversa). Taleproblema allocativo è stato probabilmente determ<strong>in</strong>ato da diverse motivazioni, tra le quali: 1) <strong>la</strong>scelta di separare, f<strong>in</strong> dal pr<strong>in</strong>cipio, l’attuazione delle due l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento; 2) il fatto che taleobiettivo di far convergere le due l<strong>in</strong>ee di <strong>in</strong>tervento non sia mai stato formu<strong>la</strong>to <strong>in</strong> modo chiaroed esplicito 59 ; 3) le difficoltà di comunicazione già sottol<strong>in</strong>eate nei precedenti paragrafi. A ciò siaggiunga che nei pochi casi <strong>in</strong> cui tale convergenza si è avuta, non sempre i contenuti formativisono stati adeguati alle aspettative; <strong>in</strong> alcuni casi le lezioni erano poco att<strong>in</strong>enti all’ambitod’<strong>in</strong>tervento, oppure non erano connessi direttamente all’esperienza di <strong>mediazione</strong> che l’entestava realizzando. Oltre a ciò, le risorse f<strong>in</strong>anziarie non sempre sono state impiegate per realizzarecorsi <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con gli obiettivi del<strong>la</strong> politica, come quando le risorse sono state impiegate perf<strong>in</strong>anziare corsi di l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese.Naturalmente riuscire a tener <strong>in</strong>sieme le due l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento, e tenere sotto controllo icontenuti didattici dei corsi <strong>in</strong> modo da garantirne l’adeguatezza e <strong>la</strong> piena coerenza agli obiettivi<strong>in</strong>iziali del<strong>la</strong> Regione, non è un’operazione così facile da realizzare. Potrebbe anzi trattarsi di unasfida titanica; una f<strong>in</strong>alità di policy certamente desiderabile, ma difficilmente realizzabile quando siopera su un territorio regionale così vasto e con una molteplicità di attori altamente disomogenei,<strong>in</strong> quanto a funzioni, professionalità e culture amm<strong>in</strong>istrative <strong>in</strong>terne. Sicuramente taleoperazione per riuscire appieno avrebbe richiesto tempi meno concitati di programmazione egestione degli <strong>in</strong>terventi, un maggior impegno di risorse, se non f<strong>in</strong>anziarie almeno organizzative,e un maggior sforzo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di coord<strong>in</strong>amento. Nelle pag<strong>in</strong>e seguenti sarà offerta unasoluzione che avrebbe forse consentito di raggiungere da questo punto di vista risultati migliori.Inf<strong>in</strong>e, dall’analisi del<strong>la</strong> distribuzione delle risorse (si veda <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 5.b) è facile accorgersi di unacerta sproporzione nell’allocazione delle risorse tra le diverse amm<strong>in</strong>istrazioni richiedenti: a treenti sono <strong>in</strong>fatti stati assegnati più del 50% dei fondi complessivamente disponibili. Se uno degliobiettivi del<strong>la</strong> politica era distribuire ad una <strong>la</strong>rga fascia di dest<strong>in</strong>atari i servizi di formazione, sipuò affermare che tale obiettivo non è stato pienamente raggiunto. Se non fossero <strong>in</strong>tervenuti iproblemi <strong>in</strong>iziali di comunicazione e, soprattutto, vi fosse stata una m<strong>in</strong>ore urgenza di spesa, ilnumero degli enti raggiunti dagli <strong>in</strong>terventi di formazione sarebbe stato sicuramente maggiore.Ad esempio, come suggeriscono gli stessi responsabili regionali del<strong>la</strong> formazione, si sarebbepotuto porre dei limiti di f<strong>in</strong>anziabilità alle proposte di formazione re<strong>la</strong>tive ad uno stessocommittente, come è avvenuto per altre azioni formative.LA COSTRUZIONE DI UN PERCORSO ALTERNATIVOIn questo paragrafo proponiamo un diverso percorso per giungere al<strong>la</strong> progettazione eall’erogazione di corsi di formazione. La scelta fondamentale ed <strong>in</strong>novativa che guida questoipotetico percorso riguarda <strong>la</strong> costruzione di strutture d’implementazione a rete, piùstrettamente legate al mondo del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.Al<strong>la</strong> base di questo percorso vi è <strong>la</strong> decisione esplicita di collegare <strong>la</strong> realizzazione del corsodi formazione all’attuazione del progetto di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>. In altri term<strong>in</strong>i, gli entilocali, che ricevono le risorse f<strong>in</strong>anziare per avviare esperienze di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, siaggiudicano anche un bonus formativo. Gli enti <strong>in</strong> questione sanno qu<strong>in</strong>di con certezza di poteraccedere ad un corso di formazione, <strong>in</strong> quanto assegnatari, attraverso <strong>la</strong> prima l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento,59 Dichiarano a questo proposito i responsabili regionali del<strong>la</strong> formazione:“…non è mai stato chiaro che i dest<strong>in</strong>atariprevalenti dovessero essere gli <strong>in</strong>termediatori culturali, o altri soggetti, così come non è mai emerso, né <strong>in</strong> fase di redazione del<strong>la</strong> Direttiva,né successivamente, durante <strong>la</strong> stesura dei bandi prov<strong>in</strong>ciali, che a livello locale ci fossero specifiche competenze da <strong>in</strong>centivare tramite <strong>la</strong>formazione o si <strong>in</strong>tendesse sostenere determ<strong>in</strong>ati contenuti o sviluppare partico<strong>la</strong>ri modalità tecnico didattiche”.74


di f<strong>in</strong>anziamenti dedicati al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>. Si tratta ovviamente di una possibilità riconosciuta aglienti f<strong>in</strong>anziati, non di un obbligo; ovvero gli enti possono anche ricevere i f<strong>in</strong>anziamenti per <strong>la</strong><strong>mediazione</strong> e non usufruire del<strong>la</strong> formazione.La scelta di legare le due l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento consente però di superare i problemi dicomunicazione, visti <strong>in</strong> precedenza. Inoltre, <strong>la</strong> partecipazione al<strong>la</strong> formazione può essereopportunamente <strong>in</strong>centivata, prevedendo<strong>la</strong> come criterio esplicito nel bando di assegnazione deif<strong>in</strong>anziamenti ai progetti di <strong>mediazione</strong>. L’amm<strong>in</strong>istrazione che garantisce <strong>la</strong> partecipazione deglioperatori al<strong>la</strong> formazione sale <strong>in</strong> graduatoria, oppure può ricevere proporzionalmente più risorseper realizzare il suo progetto. Naturalmente <strong>la</strong> partecipazione ai corsi è aperta anche ad enti cheanche non hanno ricevuto f<strong>in</strong>anziamenti sul<strong>la</strong> prima l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento.Il numero di “allievi” che ogni amm<strong>in</strong>istrazione può <strong>in</strong>viare al corso di formazione dipende aquesto punto dal:• numero di richieste di partecipazione effettivamente pervenute, ovvero da quante amm<strong>in</strong>istrazionihanno presentato domanda di partecipazione e per quanti dipendenti;• grado di <strong>in</strong>novazione del servizio di <strong>mediazione</strong> all’<strong>in</strong>terno dell’organizzazione, premiando <strong>in</strong> sostanza lerealtà organizzative che per <strong>la</strong> prima volta si acc<strong>in</strong>gono a realizzare un’esperienza di questotipo;• stato di bisogno dell’organizzazione richiedente, analizzato attraverso una diagnosi delle competenzedegli operatori, nonché del numero e delle caratteristiche degli utenti immigrati.Tale determ<strong>in</strong>azione avviene naturalmente nel<strong>la</strong> fase di progettazione ed organizzazione dei corsidi formazione. Per i diversi ambiti d’<strong>in</strong>tervento (sanità, giustizia, <strong>la</strong>voro, scuo<strong>la</strong>,…) vengonodunque preparati percorsi formativi differenziati aperti a diverse amm<strong>in</strong>istrazioni locali. Larealizzazione di tali percorsi può essere coord<strong>in</strong>ata da un gruppo di <strong>la</strong>voro Regione-Prov<strong>in</strong>ce,grazie al già col<strong>la</strong>udato impianto del<strong>la</strong> formazione professionale che, come sottol<strong>in</strong>eato <strong>in</strong>precedenza, assicura una rispondenza a procedure e canoni di trasparenza e razionalità.Attraverso un bando pubblico <strong>la</strong> gestione dei corsi è affidata ad agenzie di formazione dislocatesull’<strong>in</strong>tero territorio regionale e capaci di garantire il rispetto di standard qualitativi elevati dalpunto di vista sia delle strutture logistiche, che dell’esperienza nell’espletamento delle procedureamm<strong>in</strong>istrative e rendicontative.75


CONTRIBUTI DI RICERCAGRAFICO 5.B – UN POSSIBILE PERCORSO ALTERNATIVOProgrammazione dei percorsi formativi da partedi gruppo di <strong>la</strong>voro Regione - Prov<strong>in</strong>ceDopo <strong>la</strong> selezione pubblica per <strong>la</strong> partecipazione aicorsi, decide sul<strong>la</strong> base delle richieste ricevute :• quante risorse allocare sui percorsi formativi(divisi per ambito d’<strong>in</strong>tervento e per prov<strong>in</strong>cia);• quanti partecipanti per ciascun percorso formativoe per ciascuna amm<strong>in</strong>istrazione richiedenteEnti conbonus formativoEnti senzabonus formativoPresentano domanda di partecipazione ai corsiUffici prov. Formazione ProfessionaleSelezionano Agenzie di FormazioneTavoli virtuali• Progettazione dei corsi• Formazione team di gestione• Realizzazione corsi• Verifiche periodiche delle esperienze di<strong>mediazione</strong> <strong>in</strong> corso di svolgimentoPartecipazionedegli enti ai corsie alle verificheperiodicheLa progettazione dei s<strong>in</strong>goli percorsi formativi avviene grazie al<strong>la</strong> creazione di tavoli virtuali (chenon necessariamente prevedono <strong>la</strong> realizzazione di <strong>in</strong>contri o riunioni, ma che comunquepresuppongono uno scambio di materiali di <strong>la</strong>voro, cartacei o <strong>in</strong>formatici). Ogni percorsoformativo, nei diversi ambiti settoriali di riferimento, ha perciò un tavolo virtuale. Durante <strong>la</strong>realizzazione di questi tavoli si conoscono già il numero e i nomi dei partecipanti e le rispettiveappartenenze ed affiliazioni; <strong>la</strong>ddove si ritiene necessario, è perciò possibile effettuareun’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e ulteriore su quelli che saranno i dest<strong>in</strong>atari degli enti formativi per conoscere lepartico<strong>la</strong>ri esigenze formative. Ai tavoli si cerca di far partecipare e di co<strong>in</strong>volgere, <strong>in</strong> misura econ ruoli diversi, diverse persone: i responsabili prov<strong>in</strong>ciali; i progettisti dei corsi di formazionedelle agenzie; gli esperti di comunicazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> e i mediatori culturali che sarannoimpegnati nel<strong>la</strong> realizzazione del corso; gli operatori già co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> esperienze di <strong>mediazione</strong>;altri possibili docenti <strong>in</strong> discipl<strong>in</strong>e diverse, che possono avere att<strong>in</strong>enza ai partico<strong>la</strong>ri contenutidel corso (diritto, sociologia dell’organizzazione, demografia, antropologia <strong>culturale</strong>, etnopsicologia,…)e/o comunque specializzati <strong>in</strong> problemi re<strong>la</strong>tivi all’immigrazione. Alcuni hanno unruolo decisionale più diretto; altri si limitano a ricevere <strong>in</strong>formazioni sull’avanzamento del<strong>la</strong>progettazione. Le scelte e le decisioni compiute da ogni tavolo sono però messe <strong>in</strong> comune econdivise tra i diversi tavoli, quando riguardano uno stesso ambito d’<strong>in</strong>tervento.Ogni percorso formativo ha un coord<strong>in</strong>atore ed un team di gestione che si occupa del<strong>la</strong>progettazione e dell’accompagnamento degli <strong>in</strong>terventi di formazione f<strong>in</strong>anziati. Si tenta così disuperare <strong>la</strong> concezione del corso di formazione, come esperienza da realizzarsi una tantum. Al76


contrario i percorsi formativi prevedono diversi “richiami”, ovvero momenti di verifica daripetere nel corso dell’anno che permettono di comprendere l’evoluzione delle esperienze di<strong>mediazione</strong> <strong>in</strong> atto e di cont<strong>in</strong>uare il processo di apprendimento. Il corso non è un’esperienzachiusa <strong>in</strong> sé stessa ma comporta da parte dei partecipanti un impegno cont<strong>in</strong>uo nel tempo. Talepercorso è dunque utilizzabile come sistema di monitoraggio e di auto-valutazione degli <strong>in</strong>terventirealizzati; i partecipanti si <strong>in</strong>contrano e discutono dei vantaggi apportati dal<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>, delledifficoltà <strong>in</strong>contrate e delle soluzioni adottate (o adottabili) per superarle.Alle lezioni non partecipano soltanto gli operatori appartenenti ad una so<strong>la</strong> amm<strong>in</strong>istrazione, maoperatori appartenenti ad amm<strong>in</strong>istrazioni simili (ad esempio <strong>in</strong>segnanti di diverse scuole del<strong>la</strong>stessa città, personale sanitario o amm<strong>in</strong>istrativo di ospedali differenti, operatori di diversi centriper l’impiego, etc.). Questo aiuta <strong>la</strong> creazione di una rete di operatori pubblici, che svolgono <strong>in</strong>seno all’amm<strong>in</strong>istrazione di appartenenza mansioni analoghe e che, molto probabilmente,<strong>in</strong>contrano problemi simili nel loro confronto quotidiano con l’utenza immigrata. L’istituzione diun network consente ai partecipanti di scambiarsi <strong>in</strong>formazioni e di arricchire le loro esperienzecon quelle condotte da altri. Gli operatori e i mediatori trovano <strong>in</strong> seno a questo networklegittimazione reciproca e anche maggiore conv<strong>in</strong>zione nel sostenere i progetti di <strong>mediazione</strong>all’<strong>in</strong>terno dei propri enti di riferimento.Scendendo sul piano operativo, si è stimato il costo di un possibile corso di formazione aventequeste caratteristiche. Sul<strong>la</strong> base dei costi ora/allievo osservati nel paragrafo 4.2, si è ipotizzato <strong>la</strong>realizzazione di un corso di formazione standard di 50 ore, composto da una prima parte<strong>in</strong>tensiva di 38 ore e tre momenti successivi (richiami) di 4 ore l’uno. Per una c<strong>la</strong>sse di 12 allievi èprevedibile una spesa, approssimando per eccesso, di circa 6.000 euro; il costo di un’ora diformazione (erogata a 12 allievi) risulta dunque pari a circa 120 euro.TAVOLA 5.G – DISTRIBUZIONE DI CORSI E ALLIEVI PER PROVINCIAProv<strong>in</strong>cia N. corsi previsti N. allievi co<strong>in</strong>voltiAlessandria 8 96Asti 6 72Biel<strong>la</strong> 5 60Cuneo 8 96Novara 7 84Tor<strong>in</strong>o 41 492VCO 4 48Vercelli 4 48Totale 83 996Secondo tale impostazione, lo stanziamento di fondi per <strong>la</strong> formazione pari a 500.000 europermette <strong>la</strong> realizzazione di circa 83 corsi per un totale di circa 1.000 allievi su tutto il territorioregionale. La distribuzione dei corsi sul territorio può avvenire sul<strong>la</strong> base dei criteri già previstidal<strong>la</strong> formazione professionale (per il 10% <strong>in</strong> parti uguali, per il 60% <strong>in</strong> proporzione al<strong>la</strong>percentuale di occupati nel settore pubblico di ciascuna prov<strong>in</strong>cia sul totale dell’<strong>in</strong>tera regione,per il restante 30% <strong>in</strong> proporzione al numero di immigrati soggiornanti <strong>in</strong> ciascuna Prov<strong>in</strong>cia).Ciò dà luogo ad una distribuzione dei corsi tra le Prov<strong>in</strong>ce illustrata al<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 5.g. Naturalmenteuna tale distribuzione non è da <strong>in</strong>terpretare <strong>in</strong> modo troppo rigido; se <strong>in</strong>fatti prevale l’idea di77


CONTRIBUTI DI RICERCAoperare per ambiti settoriali di riferimento è possibile che alcuni corsi abbiano una partecipazione<strong>in</strong>terprov<strong>in</strong>ciale (per alcuni ambiti il percorso formativo potrebbe avere partecipanti provenientida prov<strong>in</strong>ce vic<strong>in</strong>e).L’adozione di un percorso di questo tipo, <strong>in</strong> primo luogo, permette di tenere maggiormente sottocontrollo il processo di spesa e di erogazione dei f<strong>in</strong>anziamenti, riducendo <strong>la</strong> possibilità che glienti per problemi di comunicazione o di comprensione delle norme procedurali non partecip<strong>in</strong>oai programmi formativi. In secondo luogo, consente di sviluppare quel<strong>la</strong> s<strong>in</strong>ergia <strong>in</strong>izialmenteauspicata e di <strong>in</strong>tervenire sul<strong>la</strong> stessa popo<strong>la</strong>zione target con i due tipi di <strong>in</strong>tervento (formazione esperimentazione diretta delle attività di <strong>mediazione</strong>), riducendo i rischi di dispersione. Inoltre,l’accompagnamento cont<strong>in</strong>uo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di formazione garantita agli operatori (e <strong>in</strong> certa misuraanche ai mediatori) co<strong>in</strong>volti nel<strong>la</strong> realizzazione dei progetti aumenta le possibilità di un’effettivacrescita professionale degli allievi. Inf<strong>in</strong>e, un percorso di questo tipo tende stimo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> nascita diuna più solida rete di operatori <strong>in</strong>teressati al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, che favorisce e legittimaanche il processo di consolidamento delle s<strong>in</strong>gole esperienze all’<strong>in</strong>terno delle amm<strong>in</strong>istrazionilocali.78


6 CONCLUSIONIIn questo capitolo vengono riassunti i pr<strong>in</strong>cipali risultati conoscitivi prodotti dall’analisi delprocesso d’attuazione. Sono <strong>in</strong>oltre ricordate molto s<strong>in</strong>teticamente le <strong>in</strong>dicazioni generali di policycontenute all’<strong>in</strong>terno del rapporto di ricerca; e <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re viene sollecitato un ruolo attivo del<strong>la</strong>Regione nell’<strong>in</strong>centivare <strong>la</strong> costruzione di reti locali, capaci di svolgere un’azione di empowermentsugli attori co<strong>in</strong>volti. Viene <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e offerta una veloce rassegna sui Piani di <strong>la</strong>voro sulle politicheper l’immigrazione, prodotti dalle s<strong>in</strong>gole Prov<strong>in</strong>ce per l’anno 2005 al f<strong>in</strong>e di comprendere se, e <strong>in</strong>che misura, <strong>la</strong> politica regionale per <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Piemonte abbia<strong>la</strong>sciato una traccia visibile nei pr<strong>in</strong>cipali documenti di programmazione settoriale delleamm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali.6.1 Una politica coraggiosa con qualche successo e qualche problemaQuesto studio racconta <strong>in</strong> dettaglio il processo implementativo di una politica regionale, nata per<strong>promuovere</strong> <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> Piemonte, <strong>in</strong> seguito ad un Accordo di programma traM<strong>in</strong>istero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Regione Piemonte. La politica <strong>in</strong> questone è statapartico<strong>la</strong>rmente sfidante, per molti versi coraggiosa, ed ha tentato di dare un forte impulso ad unal<strong>in</strong>ea d’attività partico<strong>la</strong>rmente <strong>in</strong>novativa per le pubbliche amm<strong>in</strong>istrazioni: l’impiego dimediatori culturali nell’erogazione di servizi e nel<strong>la</strong> predisposizione di <strong>in</strong>terventi, che prevedono ilco<strong>in</strong>volgimento di utenti immigrati.Tale politica ha <strong>in</strong>teressato differenti livelli di governo; ha consentito <strong>la</strong> partecipazione di unnumero impressionante di amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche e di organismi privati (soprattutto del cosìdetto privato sociale); ed è riuscita <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e a dar vita a molti progetti di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> che <strong>in</strong>precedenza non esistevano sul territorio. Al<strong>la</strong> conclusione dell’Accordo di programma sono staticontati più di 140 progetti. Essi hanno toccato, <strong>in</strong> misura diversa, diversi ambiti d’<strong>in</strong>tervento: dal<strong>la</strong>voro al<strong>la</strong> giustizia, dal<strong>la</strong> sanità all’assistenza sociale, dai servizi amm<strong>in</strong>istrativi comunali allescuole. Proprio <strong>in</strong> riferimento a questo ultimo settore, si è registrato un livello di partecipazioneelevatissimo: più di 50 scuole e distretti sco<strong>la</strong>stici, sparsi per tutto il Piemonte, hanno dato vita ad<strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> di diverso tipo: dall’accompagnamento <strong>in</strong> c<strong>la</strong>sse di bamb<strong>in</strong>i conproblemi di <strong>in</strong>serimento al<strong>la</strong> facilitazione del dialogo genitori-docenti, all’organizzazione amomenti “animati” di scambio e di avvic<strong>in</strong>amento tra culture diverse. Inoltre a tale l<strong>in</strong>ead’<strong>in</strong>tervento si è accompagnata una vasta attività di formazione, che ha co<strong>in</strong>volto più di 1.000operatori pubblici (sportellisti dei centri per l’impiego, medici, <strong>in</strong>fermieri, funzionari comunali,<strong>in</strong>segnanti,….), per un totale di circa 100 corsi realizzati.Naturalmente <strong>la</strong> fase d’attuazione ha registrato anche qualche difficoltà e diversi momenti di<strong>in</strong>certezza. Del resto, politiche multi-attori, che <strong>in</strong>sistono su territori vasti e che <strong>in</strong>tendono<strong>in</strong>cidere su problemi ad elevato grado di complessità, assai raramente riescono a procedere senza<strong>in</strong>correre <strong>in</strong> qualche <strong>in</strong>toppo o rallentamento di sorta. Nel caso <strong>in</strong> questione, <strong>la</strong> lunga catenaimplementativa, che ha visto <strong>la</strong> partecipazione di enti differenti (per missione, per culturaorganizzativa, per funzioni e per modalità di <strong>la</strong>voro), e anche di diversi settori delle stesseamm<strong>in</strong>istrazioni, ha fatto talvolta perdere di vista alcune tra le f<strong>in</strong>alità del<strong>la</strong> politica, che eranostate formu<strong>la</strong>te <strong>in</strong> modo più o meno esplicito nel<strong>la</strong> fase di concepimento e prima attuazione del<strong>la</strong>politica.79


CONTRIBUTI DI RICERCAIn partico<strong>la</strong>re, sono due i fattori che hanno, <strong>in</strong> certe circostanze, <strong>in</strong>fluenzato <strong>in</strong> modo negativo <strong>la</strong>realizzazione di questa politica. In primo luogo, è mancata una chiara def<strong>in</strong>izione di tempiragionevoli per <strong>la</strong> realizzazione delle attività previste. Ad una prima scadenza assai str<strong>in</strong>gente (unanno), sono seguiti diversi r<strong>in</strong>vii e proroghe, sempre abbastanza brevi, che hanno consentito ilcompletamento dei <strong>la</strong>vori, ma che hanno anche <strong>in</strong>trodotto un clima di <strong>in</strong>certezza e dipreoccupazione negli enti co<strong>in</strong>volti. Tale <strong>in</strong>determ<strong>in</strong>atezza, accompagnata spesso da situazioni diblocco seguite da accelerazioni improvvise, ha segnato <strong>in</strong> alcuni casi una carenza diprogrammazione e di progettazione degli <strong>in</strong>terventi. In sostanza, <strong>la</strong> r<strong>in</strong>corsa delle scadenze hatalora prevalso sul<strong>la</strong> pianificazione degli <strong>in</strong>terventi. Se a ciò si aggiunge il fatto che ben raramente,nel<strong>la</strong> loro quotidianità, le politiche per l’immigrazione sono gestite da strutture ad hoc (ad esempioa livello prov<strong>in</strong>ciale) e, al contrario, sono spesso assegnate ad uffici multi-funzione, che operanosu un ventaglio molto ampio di politiche sociali, o da situazioni caratterizzate da alta precarietà, èfacile comprendere come l’implementazione di questa partico<strong>la</strong>re politica possa aver risentito didecisioni estemporanee o affrettate. In secondo luogo, <strong>la</strong> politica ha risentito <strong>in</strong> diversi momentiattuativi di una mancanza di comunicazione e di condivisione, tra i vari enti co<strong>in</strong>volti, degliobiettivi verso cui <strong>in</strong>dirizzare le scelte. In partico<strong>la</strong>re, sul <strong>la</strong>to del<strong>la</strong> formazione, ciò hadeterm<strong>in</strong>ato anche un blocco nel<strong>la</strong> realizzazione degli <strong>in</strong>terventi durato qualche mese. A taleblocco le amm<strong>in</strong>istrazioni regionali e prov<strong>in</strong>ciali hanno comunque saputo reagire con prontezza,dando vita ad un proficuo dialogo <strong>in</strong>teristituzionale.6.2 Investire <strong>in</strong> costruzione di reti ed empowermentLa lezione pr<strong>in</strong>cipale che emerge dall’analisi del<strong>la</strong> politica regionale è <strong>la</strong> necessità di <strong>in</strong>vestire, nonsolo nel<strong>la</strong> realizzazione di un numero elevato di progetti di <strong>mediazione</strong>, dissem<strong>in</strong>ati sull’<strong>in</strong>teroterritorio regionale (condizione forse necessaria, ma non sufficiente, per consolidare l’attività di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> nelle amm<strong>in</strong>istrazioni), ma anche nel rafforzamento di reti amm<strong>in</strong>istrative e diservizio ad alta connettività 60 , formate da soggetti sia <strong>in</strong>terni che esterni alle amm<strong>in</strong>istrazioni, capaci difarsi promotori dell’affermazione e dello sviluppo di questa attività.Da questo punto di vista <strong>la</strong> Regione dovrebbe rafforzare <strong>la</strong> sua capacità di creare empowermentnelle comunità locali, composte dai diversi attori variamente co<strong>in</strong>volti nel<strong>la</strong> realizzazione degli<strong>in</strong>terventi. Il ruolo del<strong>la</strong> Regione non può limitarsi soltanto a quello di ente dispensatore di risorsef<strong>in</strong>anziarie o di controllore dei meccanismi procedurali che rego<strong>la</strong>no i flussi di spesa. Esiste pergli uffici regionali uno spazio reale (e <strong>in</strong> alcuni casi anche <strong>la</strong> richiesta da parte delleamm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali e di altri enti pubblici e privati) per svolgere un’azione di facilitazionedei processi decisionali ed anche conferire legittimazione “a proporre e a fare” ad un network dipersone competenti e conv<strong>in</strong>te delle opportunità offerte dal<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>. In questoconsiste l’azione di empowerment: assumere “un atteggiamento tecnico capace di accrescere le probabilità che lepersone si sentano <strong>in</strong> grado di fare, ovvero <strong>in</strong> negativo, <strong>la</strong> capacità tecnica di evitare <strong>in</strong>iziative che destruttur<strong>in</strong>o ilsenso di poter fare delle persone… Se si crede che l’azione di qualcuno sia preziosa, il fatto che questo qualcunosenta che sia <strong>in</strong> suo potere agire è una variabile psicologica impresc<strong>in</strong>dibile” 61 . La Regione <strong>in</strong> alcune situazioniha giocato questo ruolo e, <strong>in</strong> qualche caso, è riuscita anche ad avere successo. Se questa posizionefosse stata mantenuta più a lungo e con maggiore consapevolezza, con il coraggio di tentaresoluzioni <strong>in</strong>novative anche sul piano procedurale, il successo sarebbe stato ancor più marcato. Laproposta di un percorso di formazione <strong>in</strong>novativo, formu<strong>la</strong>ta nel paragrafo 5.4, nasce proprio da60 Cfr. nota 43.61 F. Folgheraiter, op. cit., pag. 405 e seguenti.80


questa conv<strong>in</strong>zione: <strong>la</strong> scommessa sul<strong>la</strong> capacità dell’ente regionale di costruire una rete solidacon altri enti, orientata su una soluzione comune e condivisa; sul<strong>la</strong> possibilità di proporreun’azione decisa di empowerment; sul<strong>la</strong> disponibilità degli operatori delle amm<strong>in</strong>istrazioni locali edegli altri organismi territoriali di entrare a far parte di una comunità professionale, che abbiamomenti di <strong>in</strong>contro e di scambio sia a livello formale, che <strong>in</strong>formale, e che si faccia carico di<strong>in</strong>traprendere politiche <strong>in</strong>novative sul versante del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, e delle politiche perl’<strong>in</strong>tegrazione sociale più <strong>in</strong> generale.6.3 La <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> negli atti di programmazione prov<strong>in</strong>cialeDurante l’ultima stesura di questo rapporto di ricerca sono stati approvati dalle amm<strong>in</strong>istrazioniprov<strong>in</strong>ciali <strong>piemonte</strong>si i piani progettuali 2005, re<strong>la</strong>tivi alle politiche per l’immigrazione. Tali attidi programmazione illustrano le prime scelte strategiche ed operative, adottate dalle Prov<strong>in</strong>ce edai Consigli territoriali per l’immigrazione 62 , dopo <strong>la</strong> conclusione dell’Accordo di programma cheaveva dato l’avvio al<strong>la</strong> politica regionale per <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>. Si èritenuto qu<strong>in</strong>di opportuno approfondire l’analisi, cercando di capire se, e <strong>in</strong> che misura, <strong>in</strong> talidocumenti comparisse una traccia visibile di tale politica. Essi riprendono gli <strong>in</strong>dirizzi forniti dal<strong>la</strong>Regione Piemonte nel “Programma regionale di <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong> materia di immigrazione extracomunitaria.Triennio 2004-2006”, deliberato dal<strong>la</strong> Giunta regionale nel novembre del 2004 63 e ratificato dalConsiglio regionale nel febbraio del 2005 64 .Tutti i piani e i programmi analizzati <strong>in</strong>vocano più volte all’<strong>in</strong>terno del documento <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong>, ponendo<strong>la</strong> tra le attività da <strong>promuovere</strong> <strong>in</strong> modo prioritario sul territorio prov<strong>in</strong>ciale.Da questo punto di vista, l’esperienza condotta <strong>in</strong> seguito ai f<strong>in</strong>anziamenti dell’Accordo diprogramma ha <strong>la</strong>sciato il segno, sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di richiesta di risorse da parte di alcuni degli entico<strong>in</strong>volti, sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di attenzione da parte delle Prov<strong>in</strong>ce e dei Consigli territoriali perl’Immigrazione a questa specifica l<strong>in</strong>ea d’azione.In quasi tutti i casi le Prov<strong>in</strong>ce hanno scelto di riservare, all’<strong>in</strong>terno del proprio piano, una l<strong>in</strong>ead’<strong>in</strong>tervento ad hoc, dedicata al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> e volta a “favorire l’utilizzo di mediatori culturalicome facilitatori al processo di <strong>in</strong>tegrazione, come già avvenuto lo scorso anno <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione al f<strong>in</strong>anziamento previstodall’Accordo di programma tra M<strong>in</strong>istero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Regione Piemonte” 65 . Comunque<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, anche se non esplicitamente nom<strong>in</strong>ata come tale 66 , compare <strong>in</strong> moltedelle attività trasversali realizzate dalle Prov<strong>in</strong>ce. La Prov<strong>in</strong>cia di Novara ad esempio, propone piùvolte nello stesso documento l’obiettivo di <strong>promuovere</strong> e sostenere <strong>la</strong> formazione professionale62 I Consigli territoriali per l’immigrazione sono stati istituiti con il D.P.C.M. del 18 dicembre 1999 <strong>in</strong> tutte leprefetture. Sono presieduti dai Prefetti e composti da rappresentanti delle competenti amm<strong>in</strong>istrazioni del<strong>la</strong> Stato,del<strong>la</strong> Regione, degli Enti Locali, del<strong>la</strong> Camera di commercio, degli enti localmente attivi nell’assistenza agli immigrati,dalle organizzazioni dei <strong>la</strong>voratori, dai datori di <strong>la</strong>voro e dai <strong>la</strong>voratori extracomunitari. Essi dovrebbero svolgereun’azione di monitoraggio sul<strong>la</strong> presenza degli stranieri sul territorio, <strong>promuovere</strong> <strong>in</strong>iziative di <strong>in</strong>tegrazione e farpervenire al “centro” le proposte che emergono a livello prov<strong>in</strong>ciale. Sul<strong>la</strong> situazione <strong>piemonte</strong>se si veda ildocumento, Terza Conferenza dei Consigli Territoriali per l’Immigrazione, Regione Piemonte, Tor<strong>in</strong>o 2004, scaricabile alseguente <strong>in</strong>dirizzo: http://www.<strong>piemonte</strong>immigrazione.it/pubblicazioni.html.63 Deliberazione del<strong>la</strong> Giunta regionale n. 4-14155 del 23 novmbre 2004.64 Deliberazione del Consiglio regionale n. 411-5578, del 16 febbraio 2005.65 Piano di <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong> materia di immigrazione extracomunitaria-2005 – Prov<strong>in</strong>cia di Asti.66 Si veda il paragrafo 2.2 per le difficoltà sull’impiego dei term<strong>in</strong>i re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> e il riconoscimento di tali<strong>in</strong>terventi “sul<strong>la</strong> carta”. In partico<strong>la</strong>re cfr. nota 14.81


CONTRIBUTI DI RICERCAdegli operatori <strong>in</strong> tema d’immigrazione, e <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re <strong>in</strong>centivare <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong>, stanziando parte delle risorse per progetti di questa natura.In alcuni casi si confermano le cifre già stanziate grazie all’Accordo di programma, confermandodunque un impegno già cospicuo <strong>in</strong> questo settore, <strong>in</strong> altri gli stanziamenti sul<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>addirittura aumentano rispetto al passato. Ad esempio, <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Alessandria rafforzal’<strong>in</strong>vestimento effettuato sull’Istituto per <strong>la</strong> Cooperazione e lo Sviluppo sul tema del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong>. “Dopo <strong>la</strong> positiva esperienza del primo anno di attività….il servizio di <strong>mediazione</strong> proseguirà i suoi<strong>in</strong>terventi con le modalità già sperimentate…Accanto alle l<strong>in</strong>ee d’<strong>in</strong>tervento abituali, come <strong>la</strong> traduzione l<strong>in</strong>guisticae i veri <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, è prevista un’attività di facilitazione l<strong>in</strong>guistica…nei confronti di queglistranieri che, giunti da poco tempo nel nostro paese, <strong>in</strong>contrano difficoltà nell’<strong>in</strong>serimento nei diversi contesti neiquali sono chiamati ad agire..” 67 . Dal piano economico si desume che lo stanziamento per <strong>in</strong>terventidi <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> (realizzati <strong>in</strong> convenzione con l’Istituto) è pari a 120.000 euro (circa il50% delle risorse disponibili).La Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong> ha <strong>in</strong>teso “<strong>promuovere</strong> un programma di <strong>in</strong>terventi di sostegno alle <strong>in</strong>iziative dicomunicazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>…appare <strong>in</strong>fatti opportuno sviluppare <strong>in</strong>terventi…f<strong>in</strong>alizzati a conseguire l’obiettivodi favorire lo sviluppo di una società multi<strong>culturale</strong>, basata sul<strong>la</strong> pacifica convivenza delle diversità, sul<strong>la</strong> capacitàdi s<strong>in</strong>tetizzare positivamente i conflitti derivanti dalle difficoltà di dialogo e fondata sul<strong>la</strong> piena e accettatacondizione di cittad<strong>in</strong>anza dei migranti”. 68 In tale programma si prevede <strong>la</strong> realizzazione di attività di<strong>mediazione</strong> su diversi ambiti d’<strong>in</strong>tervento (attività di sportello, scuole, questura, casacircondariale, settore abitativo, promozione dell’<strong>in</strong>terculturalità). Nel piano economico del<strong>la</strong>Prov<strong>in</strong>cia si dichiara che a favore di tali <strong>in</strong>terventi saranno stanziati da un m<strong>in</strong>imo di 89.000 euroad un massimo di 94.000 euro; circa il 75%-80% delle risorse disponibili nell’anno.La Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o, partendo da un’analisi del precedente periodo di programmazione che havisto un buon sviluppo di nuove attività di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, soprattutto <strong>in</strong> ambitosco<strong>la</strong>stico 69 , conferma il suo impegno su tale l<strong>in</strong>ea d’<strong>in</strong>tervento: “trasversali al tempo del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> e altempo libero sono i mediatori culturali e le associazioni etniche, ancora deboli nel panorama italiano, ma sul cuiruolo, <strong>la</strong>ddove svolto <strong>in</strong> un’ottica <strong>in</strong>tegrativa, si potrebbe contare per aiutare genitori, da un alto, e operatori delpaese di accoglimento, dall’altro, nel<strong>la</strong> decodifica di identità foriere di conflitti <strong>in</strong>tergenerazionali, dove il m<strong>in</strong>orestraniero f<strong>in</strong>isce con l’essere il campo di battaglia”. In partico<strong>la</strong>re verrà privilegiato nel<strong>la</strong> futuraprogrammazione prov<strong>in</strong>ciale il riconoscimento del<strong>la</strong> figura del mediatore <strong>culturale</strong> come “figurapreziosa per <strong>la</strong> realizzazione di una proficua re<strong>la</strong>zione fra gli operatori e i migranti” 70 .Anche <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia del Verbano Cusio Osso<strong>la</strong> assegna una partico<strong>la</strong>re priorità al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong> svolta <strong>in</strong> ambito sco<strong>la</strong>stico, stanziando risorse proprie (pari a 20.000 euro, circa il 20%delle risorse stanziate) per uno specifico progetto f<strong>in</strong>alizzato ad <strong>in</strong>serire “studenti extracomunitari neltessuto sco<strong>la</strong>stico prov<strong>in</strong>ciale” 71 . Le risorse regionali vengono distribuite sia su progetti scelti <strong>in</strong> viaprioritaria dal<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia, quali le attività di sostegno agli sportelli “Informastranieri”, ai consorzi<strong>in</strong>tercomunali dei servizi sociali e al<strong>la</strong> casa di pronta accoglienza per badanti temporaneamente67 Piano prov<strong>in</strong>ciale per l’immigrazione-2005 – Prov<strong>in</strong>cia di Alessandria.68 Piano progettuale per <strong>in</strong>terventi a favore di immigrati extracomunitari-2005 – Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong>.69 Come è stato illustrato nel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> 4.a circa il 35% dei progetti di <strong>mediazione</strong> f<strong>in</strong>anziati dal<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o,sono stati realizzati <strong>in</strong> ambito sco<strong>la</strong>stico.70 L<strong>in</strong>ee guida per l’attuazione del programma prov<strong>in</strong>ciale per gli <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong> materia di immigrazioneextracomunitaria per l’anno 2005 – Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o.71 Piano progettuale 2005 re<strong>la</strong>tivo all’immigrazione extracomunitaria - Prov<strong>in</strong>cia del Verbano Cusio Osso<strong>la</strong>.82


non occupate; sia su progetti con f<strong>in</strong>alità differenti selezionati attraverso una procedura di bandopubblico.In molti casi le <strong>in</strong>iziative di <strong>mediazione</strong> dovrebbero porsi al centro di un’azione di rete svolta dadiversi soggetti pubblici e privati. La Prov<strong>in</strong>cia di Cuneo pone questo pr<strong>in</strong>cipio come un esplicitocriterio adottato per il f<strong>in</strong>anziamento dei progetti di <strong>mediazione</strong>. Tale pr<strong>in</strong>cipio si coniuga sia“nell’attivazione di azioni di coord<strong>in</strong>amento o supervisione specialistica dei mediatori”, sia nel “co<strong>in</strong>volgimentodelle organizzazioni specializzate già <strong>in</strong> fase di progettazione delle <strong>in</strong>iziative e di successiva gestione degli<strong>in</strong>terventi” 72 . Anche <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o ritiene prioritaria “l’attivazione di reti e partnership territorialiche sappiano essere <strong>in</strong> grado di fungere da moltiplicatori delle azioni”. Sotto questo aspetto si privilegia lostrumento del Piano sociale di zona 73 : “Gli <strong>in</strong>terventi sull’immigrazione….dovranno essere progettati sul<strong>la</strong>base di un’analisi delle differenti realtà, coniugando le riflessioni dei diversi punti d’osservazione co<strong>in</strong>volti (comuni,enti gestori, asl, terzo settore) e le attività operative e<strong>la</strong>borate all’<strong>in</strong>terno dei numerosi piani di zona attivati…..Ciònon esclude che negli altri territori …non si debba procedere al disegno di <strong>in</strong>terventi rivolti al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zionestraniera nell’ambito di tavoli di concertazione…” .72 Bando per il piano progettuale degli <strong>in</strong>terventi a favore di immigrati extracomunitari – anno 2005 – Prov<strong>in</strong>cia diCuneo.73 I piani sociali di zona sono nuovi strumenti di programmazione negoziata tra enti locali territoriali per qualificareed <strong>in</strong>novare le strutture e i servizi sociali. Sono previsti dal<strong>la</strong> legge quadro sul<strong>la</strong> riforma del welfare (n. 328/2000).83


CONTRIBUTI DI RICERCARINGRAZIAMENTISi r<strong>in</strong>graziano per <strong>la</strong> cortese disponibilità tutti coloro che a vario titolo hanno fornito <strong>in</strong>formazioni e idee agliautori del<strong>la</strong> ricerca. In partico<strong>la</strong>re un nostro s<strong>in</strong>cero r<strong>in</strong>graziamento va alle seguenti persone: dott.ssa Martoglio edott.ssa Prunotto (Politiche Sociali e del<strong>la</strong> Famiglia - Regione Piemonte); dott. Bellotto e dott. Buratti(Formazione professionale – Regione Piemonte); dott.ssa Valletti (Osservatorio regionale sull’immigrazione –IRES Piemonte); dott. Poggio (Servizi al<strong>la</strong> persona – Prov<strong>in</strong>cia di Alessandria); Avv. Caniggia e dott.ssaZabaldano (Sviluppo sociale e Lavoro- Prov<strong>in</strong>cia di Asti); dott.ssa Romano e dott. Boretti (Sviluppo socioeconomicoe politiche culturali – Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong>); dott.ssa. Odasso e dott.ssa Bottasso (Politiche sociali esanitarie – Prov<strong>in</strong>cia di Cuneo); dott.ssa Alb<strong>in</strong>i (Politiche sociali – Prov<strong>in</strong>cia di Novara); dott.ssa Ricucci(Solidarietà sociale – Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o); dott. Brignone (Sviluppo socio-<strong>culturale</strong> ed attività turistiche –Prov<strong>in</strong>cia del Verbano Cusio Osso<strong>la</strong>); dott.ssa Mezzano (Sviluppo socio-economico – Prov<strong>in</strong>cia di Vercelli);dott.ssa Gamba (Organizzazione e sviluppo risorse umane – ASL n.3); dott.ssa Goller (Città Studi agenziaformativa); dott. Ventrel<strong>la</strong> (Formazione e politiche attive del <strong>la</strong>voro – Prov<strong>in</strong>cia del Verbano Cusio Osso<strong>la</strong>);sig.ra Di V<strong>in</strong>cenzo e tutti i mediatori culturali dell’Associazione Mosaico di Biel<strong>la</strong>; dott.Vigna (Istituto per <strong>la</strong>cooperazione e lo sviluppo di Alessandria); dott.ssa Dalmasso e dott.ssa Licata (Cooperativa L’arca di Cuneo);dott.ssa Esposito (Centro per l’impiego di Asti); sig.ra Tayebeh Sim<strong>in</strong> Khadivi (Cooperativa Le radici e le ali).84


Appendice 1LE AGENZIE DI MEDIAZIONE CULTURALE IN PIEMONTELe schede seguenti (<strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e alfabetico per nome dell’organizzazione) offrono un quadro dis<strong>in</strong>tesi dell’offerta di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> sul territorio del<strong>la</strong> Regione Piemonte attraverso unadescrizione dei pr<strong>in</strong>cipali attori che operano <strong>in</strong> questo settore, del<strong>la</strong> tipologia degli <strong>in</strong>terventi cherientrano sotto questa etichetta e del<strong>la</strong> rete che <strong>in</strong>terseca e connette servizi, amm<strong>in</strong>istrazionipubbliche e terzo settore. Attraverso una griglia di rilevazione <strong>in</strong>viata alle organizzazioni noteall’Osservatorio e da esse compi<strong>la</strong>to 74 si è tentato di ricostruire l’offerta di <strong>mediazione</strong> sulterritorio <strong>piemonte</strong>se non solo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di servizi offerti presso le varie strutture pubbliche,spesso gestiti da cooperative e associazioni cui viene affidata <strong>la</strong> realizzazione, ma più <strong>in</strong> generaledelle diverse attività/progetti che rientrano nell’ambito del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> e delle forze erisorse disponibili messe <strong>in</strong> campo nei diversi territori.L’ambito del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> non è facilmente delimitabile, gli <strong>in</strong>terventi etichettabili sottotale voce possono variare molto a seconda dei contesti territoriali <strong>in</strong> cui si collocano e degli ambitisu cui <strong>in</strong>cidono, che vanno dai servizi socio sanitari, al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, dai Centri per l’Impiego, alcarcere, agli uffici comunali ecc..Il mediatore, a seconda dei contesti <strong>in</strong> cui opera, dell’organizzazione a cui fa riferimento e delproprio percorso di formazione e di vita, può essere impiegato con ruoli e importanza differenti.Inoltre, accanto a istituzioni note e a organizzazioni con grande esperienza, da tempo impegnatenel settore, si collocano diverse <strong>in</strong>iziative più recenti o <strong>in</strong>formali. Gruppi e associazioni possonosvolgere di fatto attività di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>formale al proprio <strong>in</strong>terno, possono essere costituiti dapersone che pur avendo ottenuto <strong>la</strong> qualifica regionale di mediatore non prestano il proprioservizio al di fuori dell’organizzazione di appartenenza, oppure da <strong>in</strong>dividui che purconsiderandosi mediatori non posseggono un titolo riconosciuto, condizione necessaria per potersvolgere attività di <strong>mediazione</strong> f<strong>in</strong>anziata dai fondi regionali. Spesso <strong>in</strong>oltre attività culturali osociali sono attribuite genericamente al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>.Qui si è scelto di <strong>in</strong>dividuare associazioni e cooperative che hanno tra le attività pr<strong>in</strong>cipali quellodi fornire <strong>mediazione</strong> a terzi, e che, attraverso progetti e attività, partecipano alle politiche di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> a livello prov<strong>in</strong>ciale e/o <strong>in</strong>terprov<strong>in</strong>ciale e regionale (non manca qualcheorganizzazione che opera a livello <strong>in</strong>terregionale).Le esperienze e <strong>la</strong> tipologia dei soggetti rimane molto variegata, si passa dalle realtà piùconsolidate a esperienze nate da poco, a seguito di qualche corso per mediatore riconosciuto dal<strong>la</strong>Regione. Le <strong>in</strong>dicazioni fornite non pretendono di essere un censimento completo ma di fornireuna immag<strong>in</strong>e del<strong>la</strong> situazione esistente nel 2004-2005.74 In qualche limitato caso abbiamo completato le <strong>in</strong>formazioni con dati rilevati <strong>in</strong> precedenza. Qualche associazionenon ha risposto al questionario e non risulta <strong>in</strong> questa pubblicazione, tuttavia le <strong>in</strong>formazioni re<strong>la</strong>tive a esse, e ad altreorganizzazioni che svolgono o utilizzano comunque attività riconducibili al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>, sono presenti sulsito dell’Osservatorio www.<strong>piemonte</strong>immigrazione.it.85


CONTRIBUTI DI RICERCAAssociazione AlmaTerraRagione socialePresidenteIndirizzo sede legaleAssociazione senza scopo di lucroCarmen Mercedes CaceresNorberto Rosa 13/a-10154 TORINOIndirizzo sedi operativeVia Norberto Rosa 13/a-10154 TORINONumero telefono/fax 011/24.67.002 fax. 011/20.56.133e-mai<strong>la</strong>lma@arpnet.itSito webwww.arpnet.it/almaOrario dalle h. 9:00 alle h. 18:00Servizi• Servizio di accoglienza, accompagnamento e <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>••Orientamento e accompagnamento al <strong>la</strong>voroLaboratori di l<strong>in</strong>gua italiana• Spazio bimbi/e••Consultorio giuridicoGruppo di aiuto – mutuo-aiuto• Centro di documentazione••Microcredito per le socieSalute e benessere• Banca del tempo••Laboratorio di cucitoLaboratorio di cuc<strong>in</strong>a multietnica• Hamman – Bagno turcoStoriaIl Centro Alma Mater apre, per <strong>la</strong> prima volta, le sue porte nel dicembre 1993. Le <strong>in</strong>iziative per <strong>la</strong> sua realizzazione risalgono a treanni prima, l’8 marzo 1990, quando un gruppo del<strong>la</strong> Casa delle donne di Tor<strong>in</strong>o e un gruppo di donne migranti uniscono le loroforze per dare avvio ad un progetto ambizioso: l’apertura di un centro <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> delle donne.La nascita del Centro, che prende il nome dell’edificio (ex scuo<strong>la</strong>) che lo ospita, è stata possibile grazie all’impegno comune di moltedonne, native e migranti, e grazie al sostegno del Comune di Tor<strong>in</strong>o, del<strong>la</strong> Presidente del<strong>la</strong> VI Circoscrizione, del<strong>la</strong> CommissioneRegionale per le Pari Opportunità, di molte associazioni femm<strong>in</strong>ili e di alcune donne delle organizzazioni s<strong>in</strong>dacali.Il Centro è gestito dall’Associazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> AlmaTerra, costituita nel maggio 1994 per coord<strong>in</strong>are le diverse <strong>in</strong>iziative svoltesia all’<strong>in</strong>terno che all’esterno del<strong>la</strong> struttura.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaL’idea forte che ha guidato il progetto “Alma Mater” è stata quel<strong>la</strong> di ribaltare lo stereotipo dell’immigrata come bisognosa e dirivalutare e mettere <strong>in</strong> evidenza, grazie all’<strong>in</strong>contro multi<strong>culturale</strong>, le risorse e le capacità <strong>in</strong>dividuali delle donne migranti, spesso<strong>in</strong>visibili e sommerse, e di utilizzare queste competenze <strong>in</strong> progetti di partecipazione organizzativa e di cooperazione anche <strong>in</strong> campoeconomico. In partico<strong>la</strong>re <strong>in</strong>torno a progetti riguardanti l’autodeterm<strong>in</strong>azione, l’empowerment e l’autonomia delle donne.In partico<strong>la</strong>re, il Centro è concepito come:• punto di accoglienza e di sostegno per donne che si trovano ad affrontare problemi corre<strong>la</strong>ti al processo di immigrazione;• punto di <strong>in</strong>contro e di socializzazione per donne di tutti i gruppi geo-culturali; luogo <strong>in</strong>formale per <strong>in</strong>contrarsi e per scambiareidee e qu<strong>in</strong>di per praticare e produrre <strong>in</strong>tercultura;• luogo che valorizza, rende protagoniste e sostiene le donne migranti che vogliono sperimentare sul territorio le propriecompetenze e professionalità, pregresse e/o acquisite; ciò avviene attraverso <strong>la</strong> promozione di <strong>in</strong>iziative per <strong>la</strong> creazione e <strong>la</strong>ricerca di nuove opportunità di <strong>la</strong>voro che diano una visibilità diversa, positiva alle migranti.Numero dei soci/membri Anno 2005: N. socie 1.200.86


Servizio di <strong>mediazione</strong>Accoglienza e accompagnamento donne migranti presso il Centro Alma Mater.Accoglienza diurna e notturna con donne <strong>in</strong> misure alternative e vittime del<strong>la</strong> tratta.Mediazione Culturale presso Questura, Carcere, Ospedali, Servizi Sociali, Scuole.Mediatori culturaliN° 100 mediatori di cui 15 maschi e 85 femm<strong>in</strong>e:Paese di provenienza N.Marocco 13Albania 11Romania 7Perù 7Nigeria 6Brasile 4C<strong>in</strong>a 4Somalia 4Altri paesi 44Età compresa tra i 22 e 50 anniTitolo di studio: Diploma di scuo<strong>la</strong> media superiore o LaureaFormazione: Attestato di mediatore/mediatrice <strong>culturale</strong> di 600 oreProgetti1: “INCLUSIONE – ACCOGLIENZA ABITATIVA E DIURNA DONNE EX ART. 18 – LEGGE 40/98” – Entepromotore: Città di Tor<strong>in</strong>o nell’ambito del Progetto “FREEDOM”2: PENSIERI METICCI 2006 – Donne e Fondamentalismi – Teatro e videoconversazioni tra le sponde del Mediterraneo – Entepromotore: Associazione AlmaTerra3: PROGETTO SPAZIO BIMBI/E E PUNTO D’INCONTRO FAMIGLIA – L.285/97 – Ente promotore: AssociazioneAlmaTerra con <strong>la</strong> Città di Tor<strong>in</strong>o4: SERVIZIO DI MEDIAZIONE CULTURALE PRESSO OIRM S. ANNA – Ente promotore: OIRM S. ANNA5: SPORTELLO DI ACCOGLIENZA E MEDIAZIONE CULTURALE PRESSO IL COMUNE DI NICHELINO – Entepromotore: Comune di Nichel<strong>in</strong>o con Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o6: DONNE STRANIERE EXTRACOMUNITARIE <strong>in</strong> misure alternative. Ente promotore: Associazione Alma Terra conRegione Piemonte7: ALMAINFORMA – Azioni <strong>in</strong>tegrate di <strong>in</strong>formazione e di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> – Ente promotore: Associazione AlmaTerra con Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o8: MEDIAZIONE CULTURALE presso i SERVIZI SOCIALI E LE SCUOLE DELL’OBBLIGO del<strong>la</strong> Città di Tor<strong>in</strong>o –Ente promotore: Città di Tor<strong>in</strong>o9: MEDIAZIONE CULTURALE presso <strong>la</strong> Casa Circondariale “LO RUSSO e CUTUGNO” di Tor<strong>in</strong>o – Ente promotore: CasaCircondariale “Lo Russo E. Cutugno” con <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o10: EPIC-GAZA/HAIFA/TORINO – Facilitazione e accompagnamento ai progetti di Pari Opportunità delle donne di Gaza eHaifa – Ente promotore: Associazione Alma Terra con Città di Tor<strong>in</strong>o11: BREZA – SERENA/VEDRA – Campagnia di screen<strong>in</strong>g per <strong>la</strong> prevenzione dei tumori al collo dell’utero a Breza (Bosnia)– Ente promotore: Associazione AlmaTerraTipologia dei beneficiariDonne Migranti, bamb<strong>in</strong>i/e di donne migranti.Circa 900/1.000 donne accolte <strong>la</strong> 1 a volta all’anno.Circa 3.000 donne ritornate all’anno.87


CONTRIBUTI DI RICERCAVolume dell’utenzaFonti di f<strong>in</strong>anziamento ••Regione PiemonteProv<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o• Città di Tor<strong>in</strong>o••Compagnia di San PaoloFondazione CRTEnti per cui presta servizioTerritorio di riferimentoAzienda Ospedaliera S. Anna – Città di Tor<strong>in</strong>o – Scuole di Tor<strong>in</strong>o e Prov<strong>in</strong>cia.Regione Piemonte.88


Cooperativa AlohaRagione socialePresidenteIndirizzo sede legaleCooperativaFabio GhiaraVia Santa Maria di Castello, 14 - AlessandriaIndirizzo sede operativa Asti – Via Roero 49Alessandria – Via S. Maria di Castello 14Novara – Via Calvari 12/fNumero telefono/faxe-mailSito web0131-288093 per tutte le sedi (collegamento V.O.IP.)fax 0131-228588alessandria@tantet<strong>in</strong>te.it, asti@tantet<strong>in</strong>te.it, novara@tantet<strong>in</strong>te.it,direzione@tantet<strong>in</strong>te.itwww.tantet<strong>in</strong>te.itOrario di aperturaAlessandria: 8.30-13.00 tutti i giorni (pomeriggio non aperta al pubblicoma operativa) attività di counsel<strong>in</strong>g orientativo. Formazione l<strong>in</strong>guisticacorsi brevi di <strong>in</strong>serimento <strong>la</strong>vorativo.Asti: solo su appuntamento.Novara: solo su appuntamento.ServiziAlessandria: coord<strong>in</strong>amento <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.Asti: <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.Novara: Sportello comune di Novara.StoriaLa Cooperativa ALOHA è diretta emanazione dell’Associazione Tante T<strong>in</strong>te.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenza“La picco<strong>la</strong> società cooperativa sociale” ha lo scopo di gestire stabilmente o temporaneamente, <strong>in</strong> conto proprioo per conto di terzi, attività di accoglienza (TU Immigrazione art. 42 – misure di <strong>in</strong>tegrazione sociale), conpersonale qualificato; attività di selezione, formazione <strong>in</strong>iziale e cont<strong>in</strong>ua di tali operatori;• <strong>in</strong>terventi di educazione <strong>in</strong>terculturali tesi al<strong>la</strong> diffusione di una cultura del rispetto e del<strong>la</strong> convivenzapacifica, con partico<strong>la</strong>re riferimento al<strong>la</strong> prevenzione del disagio sociale prodotto dai flussi migratori, alleattività di selezione, formazione <strong>in</strong>iziale e cont<strong>in</strong>ua di tali operatori;• gestione di strutture di prima e seconda accoglienza, case di ospitalità, comunità temporanee ed ognialtra forma di ospitalità per soggetti svantaggiati;• attività di pre-orientamento, orientamento, formazione professionale ed ogni altra attivitàcomplementare ed <strong>in</strong>tegrativa al<strong>la</strong> formazione professionale, specificamente rivolte ai soggettisvantaggiati – pubblicazione <strong>in</strong> forma cartacea ed elettronica di ogni materiale utile all’<strong>in</strong>serimentosociale, economico e <strong>la</strong>vorativo dei soggetti svantaggiati.Numero dei soci/membri Soci 5.Dipendenti 7.89


CONTRIBUTI DI RICERCAServizio di <strong>mediazione</strong>Tutte le casistiche di <strong>in</strong>tervento di <strong>mediazione</strong>, di attività di sportello e di assistenza all’<strong>in</strong>serimento socioeconomico ad esclusione dell’assistenza legale.Mediatori culturaliSi avvale degli stessi operatori dell’Associazione Tante T<strong>in</strong>te.ProgettiSportello Comune di Novara, e <strong>in</strong> appoggio a tutti i progetti del<strong>la</strong> Associazione Tante T<strong>in</strong>te.Tipologia dei beneficiariVolume dell’utenzaFonti di f<strong>in</strong>anziamentoEnti per cui presta serviziTerritorio di riferimentoCittad<strong>in</strong>i stranieri e italiani.Oltre 40/giorno presso lo sportello del comune di Novara.FSE, Fondi Regionali Appalto Comune di Novara.3 convenzioni/contratti attivi.Asti, Alessandria, Vercelli, Novara, Pavia, Mi<strong>la</strong>no, Bergamo.90


Associazione ALT 76 - AGENZIA FAMIGLIAPresidentePaolo GotelliIndirizzo sede legaleVia del Carm<strong>in</strong>e, 8 Casale M.to (AL)Indirizzo sede operativaVia del Carm<strong>in</strong>e, 8 Casale M.to (AL)Numero telefono/fax 0142-444334/461519 fax. 0142-435751e-mailvolontcasale@libero.itServiziAgenzia famiglia è uno sportello <strong>in</strong>formativo voluto dall’Amm<strong>in</strong>istrazione comunale di Casale Monferrato nel1998 e affidato all’Associazione ALT 76, l’obiettivo pr<strong>in</strong>cipale è quello di aiutare le persone e le famiglie native eimmigrate a risolvere problemi di <strong>in</strong>serimento accompagnandoli presso i Servizi Territoriali, Istituzioni, Sanità,Assistenza e specificatamente:• ascolto dei problemi del<strong>la</strong> persona, del<strong>la</strong> vita di coppia, dell’educazione dei figli;• <strong>in</strong>formazione e accompagnamento ai Servizi pubblici (Comune, ASL, Scuole, Questura, ecc.) e delprivato sociale;• segretariato sociale per aiuto, compi<strong>la</strong>zione documenti vari dest<strong>in</strong>ati a Uffici pubblici e privati;• accoglienza agli immigrati, mettendo a disposizione mediatrici culturali <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua madre: arabo, albanese,rumeno, c<strong>in</strong>ese, <strong>in</strong>glese, francese;• consigli di tipo psicologico e sociale;• <strong>in</strong>formazioni sui temi: <strong>in</strong>tercultura, disagio, giovani, famiglie, volontariato, e altri;• organizzazione di serate, spettacoli e corsi di formazione;• convenzioni con Enti e Scuole per il servizio di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>;• servizio di fotocopiatura documenti;• possibilità di lettura e prestito di libri e riviste;• disponibilità di spazi per riunioni.StoriaALT 76 nasce nel 1985 per realizzare qualcosa di concreto sul fronte delle dipendenze, cercando <strong>in</strong> modoprioritario di essere il punto di riferimento per le famiglie colpite dal problema. Organizza gruppi di auto-mutuoaiuto per i famigliari dei tossicodipendenti e segue i ragazzi nel loro percorso, orientandoli e accompagnandol<strong>in</strong>el periodo pre-e post comunità. Per i giovani <strong>in</strong>terviene nel campo del<strong>la</strong> prevenzione, organizzando momenti di<strong>in</strong>formazione e formazione sui temi delle dipendenze, <strong>in</strong> modo partico<strong>la</strong>re delle nuove droghe e dell’aids epromuove <strong>in</strong>contri con le Scuole, propone conferenze e dibattiti.Da anni gestisce <strong>la</strong> Giornata mondiale del<strong>la</strong> lotta al<strong>la</strong> droga, con il concerto no-stop-Musicacontro.ALT 76 aderisce a Libera – associazioni, nomi, numeri contro le mafie – ed è sensibile ai temi del<strong>la</strong> legalità e del<strong>la</strong>cittad<strong>in</strong>anza, creando contatti con le scuole. Promuove lo spirito di volontariato e gestisce una parte delTelesoccorso, <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con l’ASL 21 per anziani e amma<strong>la</strong>ti.Dal ‘98 gestisce per conto del Comune di Casale lo sportello “Agenzia Famiglia” a disposizione di tutte lepersone, native e migranti, per offrire una serie di opportunità: <strong>in</strong>dirizzo e accompagnamento ai servizi pubblici edel privato sociale, ascolto e consulenza sui problemi del<strong>la</strong> vita di coppia e di re<strong>la</strong>zioni con i figli, presenza di unamediatrice di l<strong>in</strong>gua araba per facilitare i contatti tra gli immigrati e i casalesi, consigli legali, aiuto nel disbrigodelle pratiche re<strong>la</strong>tive all’immigrazione, disponibilità di libri e riviste sui temi dell’educazione, del<strong>la</strong> mondialità,del<strong>la</strong> legalità, del volontariato.Organizza mostre, conferenze, serate di approfondimento sui temi per cui <strong>la</strong>vora.Agenzia Famiglia col<strong>la</strong>bora con le Istituzioni e le altre Associazioni e le scuole per creare progetti a favore deim<strong>in</strong>ori, delle persone a rischio, degli immigrati. È disponibile a sviluppare una rete di col<strong>la</strong>borazione con chi<strong>in</strong>tende <strong>in</strong>teressarsi ai problemi del<strong>la</strong> città, suggerendo azioni concrete di aiuto alle persone nel<strong>la</strong> vita di ognigiorno, di sostegno alle famiglie e ai ragazzi delle scuole dell’obbligo.91


CONTRIBUTI DI RICERCAServizio di <strong>mediazione</strong>Il servizio prevede l’<strong>in</strong>tervento delle mediatrici presso <strong>la</strong> sede nei giorni di martedì e venerdì (arabo) ma anche surichiesta <strong>in</strong> altri giorni, per i consueti servizi (counsell<strong>in</strong>g, rapporti con i Servizi, pratiche per <strong>la</strong> Questura ecc.),servizio esteso presso le scuole (anche con convenzioni), l’Ospedale S. Spirito, i Dipartimenti A.S.L. 21, le stessecase.Mediatori culturaliIl servizio vede <strong>la</strong> presenza di 4 mediatrici di sesso femm<strong>in</strong>ile, nazionalitàalger<strong>in</strong>a, libanese, albanese, rumena, età dai 30 ai 60 anni, due con Laureae due con Licenza Media superiore, con attestato regionale di mediatore<strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>. Possibilità su chiamata di altre due mediatrici: c<strong>in</strong>ese erussa. Le mediatrici non sono socie dell’associazione (2 mediatrici sonodell’Alma Mater di Tor<strong>in</strong>o ma <strong>in</strong> questo caso <strong>la</strong>vorano come autonome).ProgettiAttualmente l’associazione sta seguendo il progetto “Corso per assistenti familiari” f<strong>in</strong>anziato dal<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia diAlessandria, <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con i Servizi Sociali ASL 21 e il C.T.P. – Centro Territoriale Permanente.Tipologia dei beneficiariVolume dell’utenzaFonti di f<strong>in</strong>anziamentoEnti per cui presta serviziPersone e famiglie italiane e straniere per il servizio Agenzia Famiglia;anziani per il servizio di Telesoccorso; persone con problemi didipendenza da sostanze.Dal 1998 al marzo 2005: 419 famiglie italiane e 635 straniere.Convenzioni con il Comune di Casale Monferrato e con il Servizio Socioassistenzialedell’A.S.L. 21, contributi di Fondazioni bancarie,f<strong>in</strong>anziamento di progetti con leggi nazionali o regionali.Comune di Casale, Servizi sociali ASL 21 CTP, Prov<strong>in</strong>cia di Alessandria.Territorio di riferimento Servizi sociali ASL 21.92


Associazione A.me.cu (Associazione di Mediazione Culturale)Ragione socialeAssociazionePresidenteWalter Mar<strong>in</strong>Indirizzo sede legale Via Palestr<strong>in</strong>a, 15 10155 Tor<strong>in</strong>oIndirizzo sedi operative Via Palestr<strong>in</strong>a, 15 10155 Tor<strong>in</strong>oNumero telefono/fax 011. 286618fax 011. 4331780cell. 339. 4183032e-mailOrarioa.mecu@libero.itServiziIl servizio viene svolto prevalentemente dai mediatori culturali presso gli enti pubblici che hanno un rapporto conl’utenza straniera.StoriaA.Me.Cu. si è costituita come Associazione nel 1994 a seguito del primo corso per Mediatori Culturali (TecnicoAdetto all’Informazione Sociale) presso <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o realizzato nel 1991-1992 con il riconoscimento del<strong>la</strong>Regione Piemonte.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaL’Associazione ha lo scopo di favorire un rapporto <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>. Da quando è nata svolge attività di <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong>: burocratica, l<strong>in</strong>guistica, familiare, sco<strong>la</strong>stica, sanitaria, giuridica, ecc; traduzioni, <strong>in</strong>terpretariato, ricerca<strong>la</strong>voro, accompagnamenti: <strong>la</strong>voro autonomo, equipollenza titoli di studio, ecc. e di conseguenza tutta <strong>la</strong> problematicalegata prevalentemente all’immigrazione.Numero dei soci/membri21 persone di cui 19 Mediatori Culturali.Servizio di <strong>mediazione</strong>Mediazione <strong>culturale</strong> con istituzioni, scuole, servizi sociali.Mediazione <strong>culturale</strong> di primo e secondo livello, consulenze, pratiche burocratiche, traduzioni, <strong>in</strong>terpretariato.Mediatori culturaliPaese diprovenienzaNumeroAlbania 3Bulgaria 1C<strong>in</strong>a 2Colombia 1Marocco 2Perù 3Romania 3Russia 1Tunisia 193


CONTRIBUTI DI RICERCAAlcune delle pr<strong>in</strong>cipali attività:ProgettiUfficio Stranieri, Nomadi – Gab<strong>in</strong>etto del S<strong>in</strong>daco Comune di Tor<strong>in</strong>o: dal 1995 Co-gestione con <strong>la</strong> Coop. SocialeSanabil (AMMC) di un servizio cont<strong>in</strong>uativo con Mediatori Culturali.Ufficio M<strong>in</strong>ori Extracomunitari – Comune di Tor<strong>in</strong>o: servizio cont<strong>in</strong>uato per <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione m<strong>in</strong>orile.Sportello Stranieri del<strong>la</strong> Circoscrizione III – Comune di Tor<strong>in</strong>o: servizio di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> decentrato (AMMC2002-2004).Centro ISI – ASL 2: co-gestisce <strong>in</strong> ambito AMMC il servizio di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> da ottobre 2003.Centro ISI – ASL 4: servizio di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> ambito AMMC 1999-2002.Progetto “Integrarete” Città di Moncalieri – Connettersi per l’<strong>in</strong>tegrazione: <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong> tema d’immigrazione.Inserimento sco<strong>la</strong>stico dei m<strong>in</strong>ori stranieri Circoscrizione III – Comune di Tor<strong>in</strong>o <strong>in</strong> partenariato con SRF (SocietàRicerca e Formazione) 2002-2004.Progetto “Equal-Co.Me.: tutti i colori del mercato, parità di acceso al <strong>la</strong>voro” f<strong>in</strong>anziato dal<strong>la</strong> Regione Piemonte emirato al<strong>la</strong> possibilità d’<strong>in</strong>serimento occupazionale dei <strong>la</strong>voratori stranieri <strong>in</strong> azienda, <strong>la</strong>voro autonomo e <strong>la</strong> creazionedi impresa.Sportello di supporto agli Uffici per l’impiego per <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rizzazione settembre/novembre 2002.Convegno sul<strong>la</strong> ricerca “Percorsi di Successo” Presidenza del Consiglio dei M<strong>in</strong>istri – Dipartimento per gli AffariSociali avente per oggetto i percorsi migratori di successo e le politiche locali. Pubblicata come “WORKINGPAPER” Commissione per le Politiche d’<strong>in</strong>tegrazione 2001.Tipologia dei beneficiari Utenza straniera, enti pubblici.Volume dell’utenzaFonti di f<strong>in</strong>anziamentoEnti per cui presta servizioTerritorio di riferimentoBandi, concorsi, appalti pubblici.Citta di Tor<strong>in</strong>o, Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o, ASL, Scuole varie, Città di Moncalieri, Città diCarmagno<strong>la</strong>, Città di Carignano, Tribunale di Tor<strong>in</strong>o.Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o.94


Cooperativa L’ArcaRagione socialeCooperativa sociale – S.C. OnlusPresidenteMaria Car<strong>la</strong> BonoIndirizzo sede legaleVia Amedeo Rossi, 2 – CuneoIndirizzo sede operativaVia Amedeo Rossi, 2 – CuneoNumero telefono/fax 0171-692506 – 0171 488943e-mailcooperativaarca@libero.itSito webOrario di apertura da lunedì a venerdì: 9:00-12:30martedì e giovedì: 15:00-18:00Servizi• Mediazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>• Servizio di consulenza e appoggio su pratiche att<strong>in</strong>enti il rego<strong>la</strong>re <strong>in</strong>gresso e soggiorno dei cittad<strong>in</strong>icomunitari o extracomunitari• Servizio di segretariato sociale• Appoggio e <strong>mediazione</strong> nel<strong>la</strong> ricerca <strong>la</strong>voro• Accompagnamento e sostegno sociale• Corsi di italiano• Attività culturaliStoriaLa Coop. L’Arca nasce nel 1998 come complemento alle attività istituzionali dell’Associazione Prov<strong>in</strong>cialeMigranti di Cuneo e del Centro Migranti di Cuneo.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaLa Cooperativa ha lo scopo di perseguire l’<strong>in</strong>teresse generale del<strong>la</strong> comunità attraverso <strong>la</strong> promozione umana el’<strong>in</strong>tegrazione sociale dei cittad<strong>in</strong>i, dei m<strong>in</strong>ori, degli extracomunitari, dei carcerati ed ex carcerati, dei ma<strong>la</strong>ti e deglianziani ed <strong>in</strong> generale delle persone deboli e/o svantaggiate, attraverso:• <strong>la</strong> gestione di servizi socio-sanitari ed educativi (art. 1, lett. A L. 8 novembre 1991 n. 381);• lo svolgimento di attività diverse f<strong>in</strong>alizzate all’<strong>in</strong>serimento <strong>la</strong>vorativo di persone svantaggiate (art. 1 lett.B L. 8 novembre 1991 n. 381).Numero dei soci/membri50 personeServizio di <strong>mediazione</strong>La <strong>mediazione</strong> viene svolta <strong>in</strong> ambito sociale, sco<strong>la</strong>stico e carcerario.Il mediatore, operando <strong>in</strong> contesti diversi e diversificati, necessita di un coord<strong>in</strong>amento; proprio per questomotivo, <strong>la</strong> Coop. L’Arca ha al suo <strong>in</strong>terno un’équipe di supervisione e sostegno e un’équipe di consulenzaspecialistica nelle quali operano figure professionali specializzate nel settore dell’immigrazione (assistenti sociali,etno-psicologo, legale, <strong>in</strong>segnanti).Mediatori culturali Attualmente, <strong>la</strong> Coop. L’Arca si avvale del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di 25mediatori, <strong>in</strong> prevalenza di sesso femm<strong>in</strong>ile, di nazionalità diverse (areamagrheb<strong>in</strong>a, sub-sahariana, sud-americana, albanese, rumena, soma<strong>la</strong>,c<strong>in</strong>ese…) i quali hanno conseguito <strong>la</strong> qualifica regionale di mediatore<strong>culturale</strong>. Inoltre, alcuni di loro hanno conseguito <strong>la</strong> riqualifica dimediatore <strong>culturale</strong>.95


CONTRIBUTI DI RICERCAProgettiProgetto “Inter-Azioni”: il progetto prevede <strong>la</strong> realizzazione di <strong>in</strong>terventi per <strong>la</strong> valorizzazione ed ottimizzazionedel<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> e per assicurare agli stranieri il pieno esercizio dei diritti loro riconosciuti. LaCoop. L’Arca è convenzionata con i Consorzi socio-assistenziali del Cuneese, delle Valli Grana e Maira, delMonregalese e con le Comunità Montana Valli Mongia Cevetta e Langa Cebana e delle Valli Gesso eVermenagna.Progetto “Il Ponte”: il progetto ha per oggetto l’<strong>in</strong>formazione e l’<strong>in</strong>tegrazione delle persone immigrate, l’aperturadi sportelli <strong>in</strong>formativi per immigrati extracomunitari del territorio consortile avvalendosi di mediatori culturali:<strong>la</strong> Coop. L’Arca è convenzionata con il Consorzio Monviso Solidale di Fossano per quanto riguarda il servizio di<strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.Progetto “Informazione e sostegno al re<strong>in</strong>serimento”: il progetto vede <strong>la</strong> compartecipazione del Comune diCuneo, del<strong>la</strong> Casa Circondariale di Cuneo e del CFPP di Tor<strong>in</strong>o ed ha per oggetto <strong>la</strong> realizzazione di un serviziodi “presa <strong>in</strong> carico” di detenuti liberandi, l’<strong>in</strong>serimento all’<strong>in</strong>terno del carcere di un servizio di <strong>mediazione</strong><strong>culturale</strong>, il servizio di sostegno e raccordo tra i servizi operanti sul territorio ed il supporto abitativo.L’Arca è convenzionata con il C.F.P.P. Casa di Carità – Onlus di Tor<strong>in</strong>o per quanto riguarda il servizio di<strong>mediazione</strong>.Tipologia dei beneficiariI beneficiari del servizio sono sia i cittad<strong>in</strong>i stranieri sia gli operatori deivari enti richiedenti il servizio. Il mediatore svolge <strong>in</strong>oltre attività di<strong>in</strong>formazione e formazione agli operatori dei vari servizi presenti sulterritorio riguardo alle caratteristiche culturali, sociali, legis<strong>la</strong>tive dei paesidi provenienza dei cittad<strong>in</strong>i stranieri. Tali attività vengono anche rivolteal<strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anza (serate a tema) alle scuole, agli operatori del terzo settoreal f<strong>in</strong>e di accrescere le occasioni di progresso civile e <strong>culturale</strong>.Volume dell’utenzaFonti di f<strong>in</strong>anziamento L.R. N. 64/89 e del D.Lgs. n. 286/98 attuativo del<strong>la</strong> L.. 40/98.Det. 205 del 30/08/2004 – Regione Piemonte Ass. Pol. Sociali.Enti per cui presta servizi Presta servizio per il Consorzio socio-assistenziale del Cuneese, delle ValliGrana e Maira, del Monregalese e per le Comunità Montana Valli MongiaCevetta e Langa Cebana e delle Valli Gesso e Vermenagna ed i re<strong>la</strong>tiviComuni, per il Consorzio “Monviso Solidale” di Fossano, per le scuole diogni ord<strong>in</strong>e e grado, per il CFPP di Tor<strong>in</strong>o e <strong>la</strong> Casa Circondariale diCuneo.Territorio di riferimentoProv<strong>in</strong>cia di Cuneo ad eccezione di Alba e Bra.96


Associazione CaleidoscopioRagione socialeAssociazione di volontariatoPresidenteColuccelli SoniaIndirizzo sede legaleVia Zanel<strong>la</strong> 5 28887 Omegna (VB.)Indirizzo sede operativaVia del Rivo 8 28887 Omegna (VB.)Numero telefono/fax 0323-810032e-mail<strong>in</strong>volo@quipo.itOrario di aperturasportello di consulenza e progettazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>ServiziConsulenza alle scuole con operatori ed esperti dei processi <strong>in</strong>terculturali, formazione e coord<strong>in</strong>amento<strong>in</strong>tervento dei mediatori, formazione docenti, educatori ed operatori socioassistenziali, centro di documentazionecon materiali didattici cd Rom ed audiovisivi di contenuto <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>.StoriaL’Associazione è nata nel novembre 2003 dopo <strong>la</strong> costituzione, l’anno precedente, di un gruppo di <strong>la</strong>voro <strong>in</strong>ternoad un’Associazione di Commercio Equo e solidale.Tale gruppo di <strong>la</strong>voro, denom<strong>in</strong>ato Progetto Caleidoscopio, era stato attivato dopo un bando di concorso dellocale Centro di servizi per il volontariato per accedere a contributi volti al<strong>la</strong> realizzazione di attività <strong>in</strong>terculturali,lo sviluppo del gruppo stesso con l’acquisizione una propria identità ha poi sp<strong>in</strong>to al<strong>la</strong> costituzione diun’associazione autonoma e caratterizzata per le sue f<strong>in</strong>alità <strong>in</strong>terculturali.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaPromozione di una cultura del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra migranti e autoctoni come opportunità di e<strong>la</strong>borazione di nuovimodelli culturali con partico<strong>la</strong>re attenzione ai contesti educativi e sociali.Di seguito l’estratto dello statuto re<strong>la</strong>tivo a scopi, f<strong>in</strong>alità e attività.L’Associazione ispirandosi ai pr<strong>in</strong>cipi del<strong>la</strong> solidarietà umana si prefigge come scopo di:- Promuovere <strong>la</strong> conoscenza delle culture dei cittad<strong>in</strong>i stranieri presenti sul territorio.- Favorire lo scambio e <strong>la</strong> logica dell’<strong>in</strong>terazione tra <strong>in</strong>dividui e comunità autoctone e straniere.- Promuovere occasioni di cittad<strong>in</strong>anza attiva per i cittad<strong>in</strong>i stranieri per <strong>la</strong> realizzazione di un’<strong>in</strong>tegrazioneefficace e di una cultura condivisa.- Promuovere i diritti dei cittad<strong>in</strong>i stranieri sia dal punto di vista dei bisogni primari che di quelli sociali e culturali.- Promuovere <strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong> pace tra i popoli a partire dal<strong>la</strong> dimensione locale f<strong>in</strong>o ad una <strong>in</strong>ternazionale.In partico<strong>la</strong>re per <strong>la</strong> realizzazione dello scopo prefisso e nell’<strong>in</strong>tento di agire a favore di tutta <strong>la</strong> collettività,l’Associazione si propone di realizzare:- Proposte educative <strong>in</strong>terculturali per le scuole e altre agenzie sul territorio attraverso:• Corsi di formazione e sportelli di consulenza per <strong>in</strong>segnanti• Centri di documentazione educativo-didattica per l’accoglienza dei m<strong>in</strong>ori e <strong>la</strong> progettazione diattività <strong>in</strong>terculturali• Interventi nelle c<strong>la</strong>ssi anche con il contributo di mediatori l<strong>in</strong>guistico-culturali, testimoni,animatori di diverse provenienze• Progetti, concorsi, <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong> rete tra scuole• Gemel<strong>la</strong>ggi con scuole europee ed extraeuropee- Attività culturali rivolte al<strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anza per favorire <strong>la</strong> conoscenza e lo scambio <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>• Rassegne c<strong>in</strong>ematografiche, teatrali, musicali• Convegni, conferenze, <strong>in</strong>contri, mostre• Laboratori per adulti e ragazzi97


CONTRIBUTI DI RICERCA• Corsi di l<strong>in</strong>gua e cultura dei paesi di provenienza dei cittad<strong>in</strong>i stranieri• Col<strong>la</strong>borazioni con radio, TV, giornali• Produzione di materiale <strong>in</strong>formativo e <strong>culturale</strong>• Col<strong>la</strong>borazioni con Enti pubblici e privati• Col<strong>la</strong>borazioni con ONG per progetti di carattere sociale- Promozione di attività che valorizz<strong>in</strong>o le risorse proprie dei cittad<strong>in</strong>i stranieri per l’esercizio di una cittad<strong>in</strong>anzaattiva e del<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> di diritti <strong>in</strong>dividuali e collettivi• Creazione di un centro <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> come spazio per far circo<strong>la</strong>re idee- risorse- servizi• Col<strong>la</strong>borazioni con altri centri <strong>in</strong>terculturali• Corsi di l<strong>in</strong>gua italiana, di espressività, di animazione, di <strong>mediazione</strong> per <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong> contestieducativi• Consulenza per un orientamento al <strong>la</strong>voro capace di dare dignità alle competenze di ciascuno• Col<strong>la</strong>borazione con altre associazioni di volontariato per mettere a disposizione le risorse deicittad<strong>in</strong>i stranieriNumero dei soci/membriSi possono stimare circa 15 soci attivi italiani e stranieri (mediatori), a cuisommare circa altri 20 mediatori <strong>in</strong>terculturali che non frequentano <strong>la</strong> vitaassociativa ma che col<strong>la</strong>borano con l’associazione per <strong>in</strong>terventi mirati.Servizio di <strong>mediazione</strong>Mediazione sco<strong>la</strong>stica e <strong>in</strong> contesti educativi e socio assistenzialiMediatori culturaliCirca 25 mediatori di cui 3 uom<strong>in</strong>i e 22 donne.Età dai 23 ai 45 anni.Funzioni svolte: <strong>mediazione</strong> l<strong>in</strong>guistico-<strong>culturale</strong> nelle scuole gestione<strong>la</strong>boratori <strong>in</strong>terculturali <strong>in</strong> scuole, ludoteche.Percorsi formativi: corsi regionali per diploma di mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>(600 ore).Corsi di <strong>mediazione</strong> l<strong>in</strong>guistica e <strong>culturale</strong> <strong>in</strong> contesto sco<strong>la</strong>stico.Titoli di studio: diplomi di scuo<strong>la</strong> media superiore.ProgettiProgetto IntrecciF<strong>in</strong>anziamento Centro servizi per il volontariatoParners: Cooperativa sociale InsiemeConsorzio servizi socialiITC OmegnaAttività previste e realizzate:Mediazione sco<strong>la</strong>sticaInterventi di supporto con cooperative e servizi sociali <strong>in</strong> contesti di disagio socialeCorsi di formazione per docenti ed operatori socialiProgetto “Una l<strong>in</strong>gua tante culture” e “Paro<strong>la</strong> di griot”F<strong>in</strong>anziamento Prov<strong>in</strong>cia di VerbaniaPartner: Direzione Didattica Omegna ILaboratori <strong>in</strong>terculturali prima sull’uso del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua e delle parole (rivolto ai soli alunni del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> dell’Infanzia) epoi sullo strumento narrativo <strong>in</strong> senso <strong>la</strong>to, con al<strong>la</strong>rgamento delle attività anche al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> primariaCorsi di formazione per docentiOrganizzazione di un evento pubblico su fiabe, miti e poesieProgetto di coord<strong>in</strong>amento delle figure dei mediatori <strong>in</strong> ambito sco<strong>la</strong>stico nelle prov<strong>in</strong>ce di Novara e VerbaniaF<strong>in</strong>anziamento dell’Amm<strong>in</strong>istrazione Prov<strong>in</strong>cialePartner:Verbania: rete delle scuole del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia richiedenti mediatoriNovara: Fondazione Verga (Mi<strong>la</strong>no)-Caritas-S<strong>in</strong>dacati-Associazioni Immigrati del territorio98


Progetti a Borgomanero-Arona-S. Maurizio d’Opaglio (area dell’alto novarese) per <strong>la</strong> realizzazione di attività direte tra scuole su <strong>mediazione</strong>-<strong>la</strong>boratori <strong>in</strong>terculturali-formazione e supervisione per gli <strong>in</strong>segnantiF<strong>in</strong>anziamento dell’Amm<strong>in</strong>istrazione Prov<strong>in</strong>cialePartner: le scuole co<strong>in</strong>volte nel<strong>la</strong> rete (Complessivamente 14 Istituzioni Sco<strong>la</strong>stiche)Tipologia dei beneficiariVolume dell’utenzaFonti di f<strong>in</strong>anziamentoEnti per cui presta serviziTerritorio di riferimentoInsegnanti-alunni-genitori-educatori-operatori ed utenti servizi socioassistenziali.Considerando i <strong>la</strong>boratori <strong>in</strong>terculturali rivolti ad <strong>in</strong>teri gruppi c<strong>la</strong>sse oludoteche o gruppi di adulti il numero dell’utenza può essere quantificato<strong>in</strong> circa 1.000 soggetti che beneficiano degli <strong>in</strong>terventi.F<strong>in</strong>anziamenti erogati dalle Prov<strong>in</strong>ce.Fondi sco<strong>la</strong>stici per l’attuazione dell’autonomia.F<strong>in</strong>anziamenti centro servizi per il volontariato.Scuole, ludoteche, cooperative.Prov<strong>in</strong>cia di Novara e Verbania.99


CONTRIBUTI DI RICERCACooperativa GuestuRagione socialeCooperativa socialePresidenteSal<strong>la</strong> AmyIndirizzo sede legaleC.so Trieste n. 8/A – NovaraIndirizzo sede operativaC.so Trieste n. 8/A – NovaraNumero telefono/fax 0321/692360e-mai<strong>la</strong>mysal<strong>la</strong>@katamail.comOrario di apertura9.30-12.30; 15.00-19.00 chiuso mercoledì e sabato pomeriggioServiziMediazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>, assistenza familiare per gli anziani, pulizie e cater<strong>in</strong>g.StoriaL’associazione nasce nel 1997 pensando che il flusso dell’immigrazione sarebbe cresciuto e ci sarebbe sempre piùstata l’esigenza, da parte dei cittad<strong>in</strong>i stranieri, di avere un supporto per superare le <strong>in</strong>comprensioni l<strong>in</strong>guistiche ere<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> legge italiana. In seguito, i soci dell’associazione hanno conseguito l’attestato di mediatori<strong>in</strong>terculturali a seguito di un corso organizzato dallo IAL nell’anno 1998/1999 su <strong>in</strong>vito del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia diNovara.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaServizi di <strong>in</strong>ter<strong>mediazione</strong>, consulenza e assistenza per i problemi re<strong>la</strong>tivi all’immigrazione, dando l’opportunità di<strong>in</strong>serimento nei servizi locali con un m<strong>in</strong>imum di difficoltà. Servizio di produzione <strong>la</strong>vorativo e consulenza.Numero dei soci/membri8 personeConsulenza e assistenza, <strong>in</strong>terpretariato, traduzione.Servizio di <strong>mediazione</strong>Mediatori culturali12 mediatori <strong>in</strong>terculturali (7 femm<strong>in</strong>e, 5 maschi) dai 30 ai 46 anniprovenienti da Costa d’Avorio, Albania, Tunisia, Russia, Senegal.ProgettiTipologia dei beneficiariVolume dell’utenzaImmigrati e non.30 al giorno.Fonti di f<strong>in</strong>anziamentoEnti per cui presta serviziTerritorio di riferimentoComuni, scuole.Prov<strong>in</strong>cia di Novara.100


Associazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> InsiemeRagione socialeAssociazionePresidenteCatarama RitaVicepresidenteFerram HasnaIndirizzo sede legale Via Signorelli, 1 CuorgnèIndirizzo sedi operative Via Signorelli, 1 CuorgnèNumero telefono/fax 3204282909e-mai<strong>la</strong>ss.<strong>in</strong>sieme@hotmail.itOrariomartedì 14:30-17:00; giovedì 9:00-12:00ServiziCGIL-Cuorgnè – Informazioni e consulenza sul <strong>la</strong>voro, tute<strong>la</strong> a favore dei <strong>la</strong>voratori stranieri,legis<strong>la</strong>zione, pratiche ed orientamento al <strong>la</strong>voro, compi<strong>la</strong>zione curriculum, compi<strong>la</strong>zionemodulistica.ServiziL’associazione presta servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>, l<strong>in</strong>guistica, <strong>in</strong>formazioni sul<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione dell’immigrazione e del<strong>la</strong>voro, accompagnamento dell’utenza ai servizi, affiancamento degli operatori italiani nell’<strong>in</strong>teragire con l’utenza straniera.StoriaL’associazione è nata il 17 settembre 2005 a seguito di un Corso di Mediazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> organizzato dal<strong>la</strong> CSEA di Cuorgnèperché si è ritenuto un servizio mancante sul territorio del Canavese.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaLo scopo dell’associazione INSIEME è quello di creare un luogo amico per i nativi e per i migranti sviluppando e sostenendoattività, superare pregiudizi, negoziare e risolvere conflitti <strong>in</strong>terculturali, diventare un punto di riferimento per tutti coloro chehanno bisogno, <strong>in</strong> tal modo si attiva per:• Gestire e cercare di migliorare le re<strong>la</strong>zioni tra le Istituzioni e i migranti adulti• Promuovere <strong>la</strong> conoscenza delle diverse culture presenti sul territorio• Promuovere e sostenere attività <strong>in</strong>terculturali che favoriscono <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> imprenditoria quali <strong>la</strong>boratori teatrali,musicali, artigianali ecc.• Progettare e realizzare attività <strong>in</strong>terculturali che favoriscono <strong>la</strong> formazione e l’<strong>in</strong>serimento nel mondo del <strong>la</strong>voro• Sostenere attività <strong>in</strong>terculturali a favore sia dei fruitori sia degli operatori del servizio sanitario nazionale• Sostenere attività <strong>in</strong>terculturali a favore degli utenti nell’utilizzo dei servizi <strong>in</strong> genere, facilitando <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione con glioperatori• Sostenere attività <strong>in</strong>terculturali nel settore delle consulenze <strong>in</strong> genere• Promuovere un centro di documentazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> con funzioni di osservatorio sull’immigrazione e le sueproblematiche, con partico<strong>la</strong>re riferimento al<strong>la</strong> salute, al <strong>la</strong>voro, al<strong>la</strong> casa, al<strong>la</strong> famiglia ed ai m<strong>in</strong>ori• Sostenere <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong>terculturali nel<strong>la</strong> formazione didattica sia a favore degli <strong>in</strong>segnanti sia degli studenti• Intervenire sulle criticità che si possono manifestare nelle re<strong>la</strong>zioni tra scuole-alunno straniero-genitori• Aiutare alunni ed <strong>in</strong>segnanti ad affrontare le diversità l<strong>in</strong>guistiche e formative di molti studenti stranieri• Col<strong>la</strong>borare con altre realtà aff<strong>in</strong>i presenti sul territorio allo scopo di condividere le f<strong>in</strong>alità nel mantenimento del<strong>la</strong>propria identitàNumero dei soci/membriL’associazione è attualmente composta da tre persone, mediatrici <strong>in</strong>terculturali ma si proponedi crescere con l’aumento dell’utenza servita.101


CONTRIBUTI DI RICERCAServizio di <strong>mediazione</strong>Mediazione l<strong>in</strong>guistica, <strong>culturale</strong>, accompagnamento degli utenti ai servizi, <strong>in</strong>formazioni, affiancamento degli operatori del <strong>la</strong>vorocon l’utenza straniera.Mediatoriculturali3 mediatoriPaese di Numero Titolo diprovenienza M F studioRomania 2 Diploma diMaturitàMarocco 1 Diploma diMaturitàProgettiEtà Formazioneprofessionale47 Corso di30 mediatore<strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>26 Corso di<strong>mediazione</strong><strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>RuoloassociazionePresidentesegretariaVicepresidenteProgetto “Da 0-6 mesi – Chi ben com<strong>in</strong>cia…” progetto a sostegno del<strong>la</strong> famiglia con bimbi da 0-6 mesi tramitel’accompagnamento delle neo mamme straniere nel<strong>la</strong> nuova esperienza di essere genitore e per una migliore <strong>in</strong>tegrazione edaffiancamento degli operatori specialisti pediatri nell’ <strong>in</strong>teragire con l’utenza straniera – Ente promotore e partner – ASL 9Cuorgnè, Regione Piemonte – C.I.S.S. 38.Progetto – Sportello <strong>in</strong>formazioni – CGIL-Cuorgnè, – progetto per <strong>la</strong>voratori e <strong>la</strong>voratrici stranieri e nativi per <strong>in</strong>formazioni econsulenza sul <strong>la</strong>voro, tute<strong>la</strong> a favore dei <strong>la</strong>voratori stranieri, legis<strong>la</strong>zione, pratiche ed orientamento al <strong>la</strong>voro.Progetto – Pro Lavoro – progetto per favorire l'<strong>in</strong>serimento degli immigrati e nativi nel mondo <strong>la</strong>vorativo fornendo loro<strong>in</strong>formazioni precise sui servizi disponibili <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di accoglienza, ascolto, orientamento e accompagnamento al <strong>la</strong>voro Entepromotore / partner: Comune Forno Canadese – progetto <strong>in</strong> fase di approvazione.Tipologia deibeneficiariVolumedell’utenzaFonti dif<strong>in</strong>anziamentoEnti per cuipresta servizioTerritorio diriferimentoUtenza straniera e nativa.Regione Piemonte, CGIL, Comuni.ASL 9, CGIL Cuorgnè, Comuni del Canavese.Canavese.102


Cooperativa Sociale Mary Popp<strong>in</strong>sRagione socialePresidenteIndirizzo sede legaleIndirizzo sedi operativeSocietà Cooperativa SocialeAlessandra BrogliattoVia Palestro, 40 10015 IvreaVia Varmondo Arborio, 18 10015 Ivrea c/o Casa delle culture “Giuliana Karunanayake” – Centro<strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>Numero telefono/fax 0125 62 75 72fax 0125 42 15 39Casa delle culture 0125 644 417e-mailSito webOrariocoop_marypopp<strong>in</strong>s@hotmail.comcasacultureivrea@t<strong>in</strong>.itwww. casacultureivrea.itc/o Casa delle culture “Giuliana Karunanayake”lunedì-martedì e giovedì dalle 10:00 alle 13:00mercoledì e venerdì dalle 16:00 alle 19:00ServiziSvolgimento di ricerche e studi, utilizzo gratuito di <strong>in</strong>ternet e posta elettronica, <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>, sportello contro lediscrim<strong>in</strong>azioni e servizio di garanzia per favorire l’accesso all’abitazione.StoriaLa cooperativa nasce nel 2000 da un gruppo a forte prevalenza femm<strong>in</strong>ile che ha esperienza di cooperazione sociale eprofessionalità nel campo educativo, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re nei settori marg<strong>in</strong>ali.Il gruppo delle fondatrici, proveniente da altra cooperativa, aveva già studiato e <strong>la</strong>vorato nel campo dell’immigrazione ed erastato co<strong>in</strong>volto nell’accoglienza dei profughi dal Kosovo. Da esperienza di volontariato passa a progettare servizi di accoglienza e<strong>in</strong>tegrazione che troveranno possibilità di attuazione con il Programma Nazionale Asilo e nel successivo Sistema di protezioneper rifugiati e richiedenti asilo.La cooperativa fa parte di Copernico – consorzio di cooperative sociali – cosa che le consente uno sviluppo nel settore deiservizi alle persone anziane.Marypopp<strong>in</strong>s fornisce docenti per <strong>la</strong> realizzazione di un corso di formazione per mediatori culturali tenuto ad Ivrea dall’agenziaformativa Forum da cui nascono conoscenze e col<strong>la</strong>borazioni che portano al<strong>la</strong> progettazione e realizzazione di attività di<strong>mediazione</strong> <strong>in</strong> carcere e nelle scuole del territorio.Nel 2001 ottiene un f<strong>in</strong>anziamento dal<strong>la</strong> Compagnia San Paolo e, <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> Istituzione Canonico Cuniberti, apreun centro <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> (<strong>la</strong> Casa delle Culture “Giuliana Karunanayake”).Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaLa cooperativa opera <strong>in</strong> due settori:• Anziani – gestione di 2 residenze con impiego di 35 operatori.• Immigrazione e asilo con impiego fisso di 6 operatori retribuiti e volontari.Numero deiI soci sono 35.soci/membri103


CONTRIBUTI DI RICERCAServizio di <strong>mediazione</strong>• Interna all’attività di accoglienza e <strong>in</strong>tegrazione per rifugiati e richiedenti asilo di accompagnamento al<strong>la</strong> fruizione deiservizi e disbrigo pratiche.• Anche presso <strong>la</strong> Casa Circondariale l’attività di <strong>mediazione</strong> è pressocchè quotidiana e programmata.• Su richiesta presso le scuole, <strong>in</strong>terventi su richiesta di <strong>in</strong>segnanti, genitori, associazioni di immigrati o di volontariato.• Per attivazione tiroc<strong>in</strong>i formativi <strong>in</strong> attività di sostegno al tutor<strong>in</strong>g.Mediatoriculturali3 mediatori impiegati con cont<strong>in</strong>uità a tempo parzialealtri 4-5 per <strong>in</strong>terventiPaese di N. Titolo di studio Formazione professionaleprovenienzaMarocco 3 1) Bac<strong>la</strong>ureat <strong>in</strong>letteratura1) mediatore per 12 anni presso il carcere m<strong>in</strong>orileFerrante Aporti di Tor<strong>in</strong>o Interprete ufficiale per ilTribunale m<strong>in</strong>ori di Tor<strong>in</strong>o2) Maturità scientifica3) Laurea <strong>in</strong> lettere:studi is<strong>la</strong>miciDiploma del centro diformazione degli<strong>in</strong>segnanti di l<strong>in</strong>guaarabaAlbania 1 Iscritta al II° anno delcorso di <strong>la</strong>urea <strong>in</strong>scienze del<strong>la</strong>formazione primariaCorso di formazionesull'educazione al<strong>la</strong>diversitàRomania 1 Laurea <strong>in</strong> matematicae <strong>in</strong>formaticaC<strong>in</strong>a 1 Laurea <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gue eletterature orientali(c<strong>in</strong>ese)2) 3)Attestato di qualifica professionale:Mediazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>Corso di formazione professionale:Mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>Corso di formazione: mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>Corso FSE per Mediatori Interculturali promosso dal<strong>la</strong>Regione Veneto e conseguimento del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva qualifica104ProgettiMediazione nel<strong>la</strong> Casa circondariale del<strong>la</strong> Città di Ivrea per persone di cultura araba e albanese;Progettato dal<strong>la</strong> Cooperativa e f<strong>in</strong>anziato prima dal M<strong>in</strong>istero e successivamente dal<strong>la</strong> Regione Piemonte è attivo da 5 anniSi propone essenzialmente di:• rendere meno dura <strong>la</strong> detenzione <strong>in</strong> un paese straniero, utilizzando tutte le (scarse) risorse chel’istituzione carceraria dispone;• aiutare una positiva re<strong>la</strong>zione fra persone detenute di diverse culture e fra queste e gli operatori eassistenti volontari;• mantenere rapporti con <strong>la</strong> propria cultura, tradizioni, famiglia.Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo – Centro del Comune di IvreaCo-progettato con il Comune di Ivrea, attivo dal 2001 (Programma Nazionale Asilo), accoglie mediamente una vent<strong>in</strong>a dipersone e le accompagna nel<strong>la</strong> richiesta d’asilo, fornendo vitto, alloggio, accompagnamento ai servizi, tute<strong>la</strong> dei diritti eorientamento socio <strong>culturale</strong>.


Attività di <strong>in</strong>tegrazione abitativa e <strong>la</strong>vorativa f<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> completa autonomia per i rifugiati riconosciuti e per tito<strong>la</strong>ri di protezioneumanitaria. Accompagnamento e tutor<strong>in</strong>g per tiroc<strong>in</strong>i <strong>la</strong>vorativi.Servizio di <strong>in</strong>formazione e tute<strong>la</strong> per rifugiati e richiedenti asilo.Casa delle Culture “Giuliana Karunanayake” Centro <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> di <strong>in</strong>contro e promozione del<strong>la</strong> educazione al<strong>la</strong> conoscenzadel<strong>la</strong> diversità <strong>culturale</strong>. Progettato e gestito dal<strong>la</strong> cooperativa, i locali sono messi a disposizione dall’Istituzione CanonicoCuniberti, riceve f<strong>in</strong>anziamenti dal<strong>la</strong> Compagnia San Paolo.Attività prevalente con le scuole del territorio, con associazioni immigrati, sede dei servizi:Sportello contro le discrim<strong>in</strong>azioni per “razza” e orig<strong>in</strong>e nazionale (<strong>la</strong> cooperativa è iscritta all’elenco art. 6 D.Lgs 215/03).Marypopp<strong>in</strong>s cerca casa con te servizio di <strong>mediazione</strong>, garanzia e accompagnamento al corretto uso dell’abitazione per personesenza referenze e deboli sul mercato abitativo.Sportello <strong>in</strong>formativo del Centro Migranti del<strong>la</strong> Diocesi di IvreaTipologia deibeneficiariVolumedell’utenzaFonti dif<strong>in</strong>anziamentoEnti per cuipresta servizioTerritorio diriferimentoRifugiati, richiedenti asilo, persone straniere detenute, m<strong>in</strong>ori a scuo<strong>la</strong>, operatori dei servizi comunali, del<strong>la</strong>scuo<strong>la</strong>, del<strong>la</strong> casa circondariale, di aziende, immigrati.Alcune cent<strong>in</strong>aia di persone (<strong>in</strong>tendendo partecipanti alle attività, co<strong>in</strong>volti nelle <strong>in</strong>iziative, beneficiari).Convenzione con Comune Ivrea (a sua volte convenzionato con M<strong>in</strong>istero Interni), Regione Piemonte,Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o, Compagnia San Paolo.Comune Ivrea, Casa Circondariale di Ivrea, Scuole.Città di Ivrea e Canavese.105


CONTRIBUTI DI RICERCACooperativa MosaicoRagione sociale socialeCooperativa SocialePresidenteLa<strong>la</strong> Ramiz (carica di vicepresidente)Indirizzo sede legaleVia Pa<strong>la</strong>zzo di Giustizia 17, Biel<strong>la</strong>Indirizzo sede operativaVia Pa<strong>la</strong>zzo di Giustizia 17, Biel<strong>la</strong> (come sede centrale)Numero telefono/fax 015-31656e-mail<strong>in</strong>fo@mosaicobiel<strong>la</strong>.itOrario di aperturaCome sportelli <strong>in</strong>formativi ed accoglienza:sede centrale Biel<strong>la</strong>: da lunedì a venerdì 9:00-12:00lunedì: 14:30-16:30Cossato: martedì e venerdì 10:00-12:00Ponzone: giovedì 9:30-12:30Valle Mosso: mercoledì 9:00-12:00Sportello moduli Questura: mercoledì 16:00-19:00sabato 9:00-12:00Sportello casa: martedì e venerdì 14:30-16:30mercoledì 10:00-12:00ServiziInformazione, accoglienza, sostegno l<strong>in</strong>guistico, compi<strong>la</strong>zione moduli, consultazione, <strong>in</strong>tegrazione, aggregazione.StoriaL’associazione Mosaico è nata nel 2001 dopo un corso con attestato regionale seguito da Texilia (oggi Città Studi)di Biel<strong>la</strong>. È nata perché tra le persone che partecipavano al corso c’era <strong>la</strong> voglia di fare qualcosa per gli altri, perchi si trova <strong>in</strong> difficoltà. L’associazione è stata accolta dall’amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale con <strong>la</strong> quale ha <strong>in</strong>iziato a<strong>la</strong>vorare. Molti hanno creduto nel<strong>la</strong> necessità di un gruppo di mediatori culturali operante sul territorio, <strong>in</strong> primoluogo l’Assessorato allo Sviluppo Sociale del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong>, il Comune di Biel<strong>la</strong>, Assessorato al<strong>la</strong> Cultura,Direzione Didattica di Cossato, Associazioni presenti nel Biellese, ecc. Da gennaio 2005 è nata anche <strong>la</strong>Cooperativa Sociale Mosaico <strong>la</strong> quale cont<strong>in</strong>ua a svolgere il <strong>la</strong>voro <strong>in</strong>iziato dall’associazione e <strong>in</strong>tende portareavanti questa attività e sviluppare altre <strong>in</strong>iziative rivolte agli stranieri che vivono nel Biellese.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaComunicazione ed educazione Inter<strong>culturale</strong>: attivazione e gestione di sportelli, servizi, <strong>in</strong>iziative d’animazione e<strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> e di risoluzione dei conflitti tra le etnie; sviluppo di studi e ricerche; organizzazione diconvegni e sem<strong>in</strong>ari; edizione di libri, video e supporti multimediali; sostegno ad <strong>in</strong>iziative imprenditoriali ebancarie nell'ambito dell'economia <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> e dell'imprenditorialità dei migranti.Numero dei soci/membri8 persone.106


Servizio di <strong>mediazione</strong>Mediazione l<strong>in</strong>guistica, ascolto, sostegno, accoglienza, consulenza, <strong>in</strong>formazioni, <strong>in</strong>tegrazione, guida.Mediatori culturali7 mediatori:Paese diSessoN.provenienzaM FEtà Titolo studioMarocco 2 1 1 40/32 Laurea brevestudi is<strong>la</strong>mici/<strong>la</strong>urea <strong>in</strong>l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>gleseIsoleComores1 1 33 Diplomamaturitàl<strong>in</strong>guisticaTurchia 1 1 32 Laurea <strong>in</strong>teatroRomania 1 1 52 Laurea <strong>in</strong>chimicaAlbania 1 1 45 Laurea <strong>in</strong>matematica efisicaArgent<strong>in</strong>a 1 1 Diploma dimaturitàc<strong>la</strong>ssicaProgettiProgetto Eguaglianza tra diversi (Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong>) all’<strong>in</strong>terno di questo progetto ci sono diversi sottoprogetti come:Sportelli <strong>in</strong>formativi:La cooperativa Mosaico svolge prevalentemente attività di prima accoglienza, <strong>in</strong>formazione, orientamento eaccompagnamento per tutto quanto riguarda il <strong>la</strong>voro,supporto familiare, le pratiche per il soggiorno, <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> e<strong>la</strong> ricerca di un’abitazione.Casa Circondariale di Biel<strong>la</strong>:S’<strong>in</strong>terviene all’<strong>in</strong>terno del carcere dando un aiuto concreto ai detenuti, con l’<strong>in</strong>tervento del mediatore, offrendotutte le risposte riguardanti i r<strong>in</strong>novi di permesso di soggiorno, corsi di formazione e <strong>la</strong>voro una volta usciti dalcarcere, contatto con i familiari sia qui <strong>in</strong> Italia che nel proprio paese d’orig<strong>in</strong>e, facilita il contatto fra Tribunale eConso<strong>la</strong>to, per portare avanti le proprie pratiche e i colloqui con gli avvocati.Sono utilizzate tre modalità d’<strong>in</strong>tervento: <strong>in</strong>formazione, orientamento e accompagnamento al re<strong>in</strong>serimento nel<strong>la</strong>struttura sociale degli ex-detenuti attraverso l’<strong>in</strong>dividuazione d’opportunità professionali o formative.Sportello presso <strong>la</strong> Questura:La Cooperativa Mosaico <strong>in</strong>terviene all’<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong> Questura offrendo un servizio di sportello di primaaccoglienza per gli stranieri, fornendo supporto l<strong>in</strong>guistico, sostegno <strong>in</strong>formativo riguardante le praticheburocratiche necessarie per il soggiorno <strong>in</strong> Italia e un aiuto concreto per <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione dei documenti. Ilprogetto prevede l’utilizzo del<strong>la</strong> struttura operativa già presente all’<strong>in</strong>terno dell’istituto ed utilizza le risorse deimediatori culturali.La presenza dei mediatori supporta anche emotivamente gli stranieri che si rivolgono allo sportello, facilitando <strong>la</strong>comprensione reciproca attraverso, l’utilizzo d’altre l<strong>in</strong>gue oltre a quel<strong>la</strong> italiana.Sportello per <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione moduli:Il progetto s’artico<strong>la</strong> con f<strong>in</strong>alità <strong>in</strong>formativa per rendere note <strong>in</strong>dicazioni riguardanti documentazioni specifiche –quali i visti necessari per l’<strong>in</strong>gresso <strong>in</strong> Italia, il ri<strong>la</strong>scio o r<strong>in</strong>novo del permesso di soggiorno e carta di soggiorno, lerichieste per il ricongiungimento familiare, i flussi e l’acquisizione del<strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anza italiana, procedure perl’assunzione di immigrati, e <strong>in</strong>formazioni più generali a proposito del<strong>la</strong> permanenza <strong>in</strong> Italia degli stranieri.La raccolta dei documenti e <strong>la</strong> presentazione del<strong>la</strong> medesima <strong>in</strong> Questura evita le file allo sportello e i disagi chequesto crea alle donne e ai bamb<strong>in</strong>i e anche ai datori di <strong>la</strong>voro e ai loro dipendenti stranieri, <strong>mediazione</strong> l<strong>in</strong>guisticae traduzione di documenti e certificati.Mediazione l<strong>in</strong>guistica:Presso alcuni istituti e direzioni didattiche del territorio biellese: Il progetto è rivolto alle scuole con presenza di107


CONTRIBUTI DI RICERCAalunni stranieri e ha <strong>la</strong> f<strong>in</strong>alità d’agevo<strong>la</strong>re l’<strong>in</strong>serimento dei bamb<strong>in</strong>i nel<strong>la</strong> situazione sco<strong>la</strong>stica per prevenirefenomeni d’emarg<strong>in</strong>azione. L’azione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> si basa sull’<strong>in</strong>tervento di mediatori <strong>in</strong>dividuati <strong>in</strong> base al criteriodel<strong>la</strong> provenienza dal<strong>la</strong> medesima area l<strong>in</strong>guistica dei soggetti <strong>in</strong> difficoltà. Nei casi di partico<strong>la</strong>re complessità, imediatori provvedono a prendere contatto con gli <strong>in</strong>segnanti e le famiglie per predisporre quegli accorgimenti <strong>in</strong>grado d’affrontare e ridurre <strong>la</strong> situazione di disagio. Il servizio è stabilito su una base di dialogo cont<strong>in</strong>uo con gli<strong>in</strong>segnanti ed all’occorrenza con le famiglie, per svolgere un’opera di <strong>mediazione</strong> che garantisca il rispetto delleregole nell’<strong>in</strong>terazione con i docenti e fra compagni.Dare <strong>in</strong>formazione ai genitori riguardo al programma didattico ed alle procedure d’<strong>in</strong>serimento dei loro figli nelcontesto sco<strong>la</strong>stico, facilitare l’uso e l’applicazione del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua italiana nelle materie di studio, favorirel’<strong>in</strong>serimento e l’<strong>in</strong>tegrazione degli alunni immigrati, prevenire il disagio e <strong>la</strong> dispersione sco<strong>la</strong>stica.Sportello casa:Gli obbiettivi proposti sono quelli d’aiutare i cittad<strong>in</strong>i stranieri residenti nel<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong> e <strong>in</strong> rego<strong>la</strong> con lenorme sull’immigrazione a trovare un’abitazione stabile e a stipu<strong>la</strong>re un contratto, fornendo solide garanzie aiproprietari degli immobili e alle agenzie immobiliare.Progetto ISI (ASL di Biel<strong>la</strong>)ISI è uno sportello <strong>in</strong>formativo per gli stranieri <strong>in</strong> rego<strong>la</strong> con il permesso di soggiorno e stranieri non <strong>in</strong> rego<strong>la</strong>. Lacooperativa Mosaico mette a disposizione dei mediatori culturali dell’area nordafricana, s<strong>la</strong>vo-albanese, c<strong>in</strong>ese efilipp<strong>in</strong>e,al f<strong>in</strong>e di mediare con gli stranieri provenienti da quelle aree geografiche e favorirne l’accesso ai servizisanitari, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re per le ma<strong>la</strong>ttie a carattere diffusivo, per <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> materno-<strong>in</strong>fantile, per le ma<strong>la</strong>ttie essenzial<strong>in</strong>onché cont<strong>in</strong>uative, per l’attività <strong>in</strong>erente ai ricongiungimento familiare e per le altre attività svolte nel centroI.S.I come <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> salute del m<strong>in</strong>ore, assistenza agli stranieri rego<strong>la</strong>ri iscritti allo SSN ma bisognosi di<strong>in</strong>formazione nel<strong>la</strong> propria l<strong>in</strong>gua su problemi sanitari.Progetto Pace ed Intercultura (Direzione didattica di Cossato)Si tratta di <strong>in</strong>terventi da parte dei mediatori che fanno conoscere ai bamb<strong>in</strong>i delle scuole le diverse culture ecostumi del paese d’appartenenza.Progetto <strong>in</strong>tercultura <strong>in</strong> biblioteca: (per ragazzi e bamb<strong>in</strong>i)Questo progetto consiste nel far conoscere ai bamb<strong>in</strong>i per mezzo di racconti, fiabe, attività manuale (<strong>la</strong>boratorio),disegno, le diverse culture.Tipologia dei beneficiariVolume dell’utenzaFonti di f<strong>in</strong>anziamentoEnti per cui presta serviziTerritorio di riferimentoIn maggioranza stranieri, ma anche italiani.Per l’anno 2004 solo per gli sportelli circa 800 utenti, più gli utenti del<strong>la</strong>Questura, più gli utenti del carcere, più gli alunni delle scuole, più gliutenti dell’ISI, ecc…Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong> con fondi del<strong>la</strong> Regione Piemonte – DirezioneDidattica ed Istituti – Comune di Biel<strong>la</strong> – ASL Biel<strong>la</strong> Comune di Cossato.Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong> – ASL di Biel<strong>la</strong> – Direzione Didattiche ed IstitutiComprensivi – Comuni.Tutto il territorio biellese.108


Associazione Non solo stranieroRagionesocialePresidenteVicePresidenteIndirizzo sedelegaleAssociazione di promozione socialeMammia Saied,Marlene Qu<strong>in</strong>tanil<strong>la</strong>Via Archibugieri 5 10064 P<strong>in</strong>erolo (Tor<strong>in</strong>o),Via Lanteri, 32 10064 P<strong>in</strong>erolo (Tor<strong>in</strong>o)Indirizzo sedioperativenumerotelefono/faxe-mailOrario3400038179nonsolostraniero@libero.itServiziStoriaAssociazione appena nata a P<strong>in</strong>erolo a seguito del corso per mediatori organizzato dal Consorzio di formazione e qualitàterm<strong>in</strong>ato nel 2004.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaEducazione al<strong>la</strong> <strong>in</strong>tercultura e <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>.Numero deisoci/membri10 persone.Servizio di <strong>mediazione</strong>L’associazione ha <strong>in</strong> programma di svolgere attività di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong> tutti i campi <strong>in</strong> cui necessita.Mediatoriculturali10 mediatori di diverse nazionalitàPaese di Numeroprovenienza m fMarocco 1Tunisia 1Bielorussia 1Ciad 1Romania 2Thai<strong>la</strong>ndia, 1Perù 1Colombia 1Albania 1ProgettiL’associazione non è ancora <strong>in</strong>serita <strong>in</strong> nessun progetto, sta prendendo contatto con il territorio facendo attività di volontariato.Ha avuto qualche richiesta per attività di <strong>mediazione</strong> nelle scuole per lo più come <strong>in</strong>terpretariato.109


CONTRIBUTI DI RICERCATipologia deibeneficiariVolumedell’utenzaFonti dif<strong>in</strong>anziamentoEnti per cuipresta servizioTerritorio diriferimento110


Cooperativa Nova FamigliaRagione socialeCooperativaPresidenteZoulikha Laradji SignorettoIndirizzo sede legaleCorso Lecce, 84 10143 Tor<strong>in</strong>oIndirizzo sedi operativeCorso Lecce, 84 10143 Tor<strong>in</strong>oNumero telefono/fax Ufficio: 011/77.65.444 – 3356836282;fax: 011/74.90.032e-mailnovafamilia@libero.itOrario Tutti i giorni feriali dalle 9:00 alle 18:00Servizi di <strong>mediazione</strong> socio-<strong>culturale</strong>.ServiziStoriaNasce nel 1997 dall’esigenza di un servizio a sostegno degli immigrati e delle loro famiglie a seguito di un corso del<strong>la</strong> RegionePiemonte per mediatori socio-culturali: <strong>in</strong>dirizzo tute<strong>la</strong>re.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaMediazione socio-<strong>culturale</strong> per aiutare e sostenere i cittad<strong>in</strong>i immigrati nel nostro paese. Le aree di competenza sono quellesocio-sanitarie ed educative.Numero dei soci/membri11 persone.Servizio di <strong>mediazione</strong>Supporto ai medici e paramedici. Supporto agli <strong>in</strong>segnanti, supporto agli uffici comunali (ufficio Stranieri).Mediatori culturali10 mediatori. Sono tutte donne straniere provenienti dai paesi numericamente piùpresenti (Maghreb, Romania, Albania, ex Urss, C<strong>in</strong>a ecc...). Diploma di scuo<strong>la</strong> mediasuperiore o <strong>la</strong>urea. Tutte hanno frequentato un corso di <strong>mediazione</strong> conseguendo unattestato.ProgettiLa cooperativa partecipa a gare e trattative private solo con Enti pubblici. Paralle<strong>la</strong>mente esiste l’associazione Nova Familia chesi occupa di progetti sociali.Tipologia dei beneficiariCittad<strong>in</strong>i stranieri. Donne <strong>in</strong> gravidanza, m<strong>in</strong>ori stranieri.Volume dell’utenzaMigliaia di persone.Fonti di f<strong>in</strong>anziamentoConvenzioni con Enti pubblici.Enti per cui presta servizioTerritorio di riferimentoASL 3 (distretti socio sanitari, consultori familiari e pediatrici. Ospedale MariaVittoria, Ospedale Amedeo di Savoia). ASO Ospedale Mol<strong>in</strong>ette. Scuole MedieStatali, ufficio Stranieri e Nomadi del Comune di Tor<strong>in</strong>o. Ente di formazione CSEA.Tor<strong>in</strong>o e prov<strong>in</strong>cia.111


CONTRIBUTI DI RICERCACooperativa OrsoRagione socialePresidenteIndirizzo sede legaleIndirizzo sede operativaCooperativa sociale a.r.lMarco CantaVia Bobbio n.21/a TORINOVia Bobbio 21 - Tor<strong>in</strong>oVia Carducci 22 - AstiVia Coppa 3/b Alba - (CN)Numero telefono/fax Tor<strong>in</strong>o: tel. 011/3853400-fax 011/3827054Asti: tel/fax 0141/593201Alba: tel/fax 0173/366779e-mail<strong>in</strong>fo@cooperativaorso.itSito webOrario di aperturawww.cooperativaorso.itServizi112• Formazione e ricerca• Comunicazione e servizi <strong>in</strong>formativi• Educazione al<strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anza e politiche giovanili• Mediazione <strong>culturale</strong>• Orientamento sco<strong>la</strong>stico e professionale• Consulenza al<strong>la</strong> creazione di impresa e sviluppo locale• Servizi di outp<strong>la</strong>cement• Politiche attive del <strong>la</strong>voro e servizi all’impresa• Inserimenti <strong>la</strong>vorativi di fasce deboli• Inserimenti <strong>la</strong>vorativi di disabiliStoriaLa Cooperativa Orso nasce nel 1987 a Venaria, con l’obiettivo di gestire una struttura comunale al f<strong>in</strong>e direcuperar<strong>la</strong> e farne un Centro di <strong>in</strong>contro di aggregazione, <strong>in</strong>contro e <strong>la</strong>voro soprattutto per i giovani disoccupatia bassa sco<strong>la</strong>rità.Nello stesso periodo all’<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong> GIOC – Gioventù Operaia Cristiana – l’associazione a cui fannoriferimento alcuni soci fondatori del<strong>la</strong> Cooperativa – nasce e si sviluppa <strong>la</strong> riflessione sull’opportunità di creareun’impresa cooperativa <strong>in</strong> grado di progettare e gestire servizi di <strong>in</strong>formazione e aggregazione per i giovani; già datempo alcuni militanti stavano operando <strong>in</strong> questo ambito, sviluppando competenze, capacità e professionalità.Viene qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>dividuata una cooperativa già esistente legata al<strong>la</strong> GIOC, ne viene modificato lo Statuto<strong>in</strong>serendovi alcune attività nuove e una maggiore formalizzazione del rapporto con il movimento. Nel contempoc’è l’<strong>in</strong>tuizione del ruolo che il privato sociale, attraverso l’autorganizzazione imprenditoriale degli stessidest<strong>in</strong>atari degli <strong>in</strong>terventi, possa giocare un ruolo di primo piano nel<strong>la</strong> nuova gestione dei servizi pubblici.La provenienza giocista dei fondatori, l’impulso fondamentale che l’associazione ha dato al <strong>la</strong>ncio del<strong>la</strong>cooperativa ne hanno subito segnato il prodotto sociale offerto e <strong>la</strong> sua presenza nel territorio <strong>piemonte</strong>se:<strong>in</strong>terventi e <strong>in</strong>iziative nell’ambito delle politiche dell’<strong>in</strong>formazione, giovanili, del <strong>la</strong>voro nel<strong>la</strong> loro decl<strong>in</strong>azioneattiva, contrassegnate da una forte “discrim<strong>in</strong>azione positiva” verso le fasce più deboli. Una presenza che si è dasubito artico<strong>la</strong>ta sui territori di due prov<strong>in</strong>ce, Tor<strong>in</strong>o e Cuneo, per poi estendersi al<strong>la</strong> realtà astigiana. I filoni<strong>in</strong>iziali delle attività del<strong>la</strong> cooperativa sono quelli dell’<strong>in</strong>formazione, dell’educazione al<strong>la</strong> partecipazione, al<strong>la</strong> vitaattiva, al <strong>la</strong>voro e al<strong>la</strong> vita sociale con persone che hanno meno possibilità <strong>in</strong> partenza. Siamo nel 1989.La cooperativa eredita dunque una parte dei servizi gestiti dal<strong>la</strong> GIOC, che voleva anzitutto perseguire <strong>la</strong> sua


mission prioritaria re<strong>la</strong>tiva all’educazione, e viene istituita <strong>la</strong> prima sede del<strong>la</strong> cooperativa presso <strong>la</strong> sede GIOC diTor<strong>in</strong>o. In questa fase <strong>la</strong> Orso avvia contratti direttamente con le Pubbliche Amm<strong>in</strong>istrazioni, sicché si amplia ilnumero dei servizi e <strong>la</strong> loro diffusione sul territorio (Nichel<strong>in</strong>o, Trofarello, Alba, Bra). È molto forte, durantel’avvio, il co<strong>in</strong>volgimento di soci “volontari” e di persone competenti prese a prestito dall’esterno. È <strong>la</strong> fase cheabbiamo def<strong>in</strong>ito del management volontario.Nel 1992 si può par<strong>la</strong>re di prima fase di sviluppo del<strong>la</strong> cooperativa, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re al<strong>la</strong> luce di due eventisignificativi: il corso di formazione per Animatore socio<strong>culturale</strong>, che co<strong>in</strong>volge 12 disoccupati, da cui si registra ilprimo consistente <strong>in</strong>gresso di nuove leve nel<strong>la</strong> base sociale e di conseguenza si rafforza il posizionamento sugliInformagiovani; <strong>la</strong> promulgazione nel 1991 del<strong>la</strong> legge 381 e qu<strong>in</strong>di <strong>la</strong> nascita delle cooperative sociali: <strong>la</strong>cooperativa O.R.So. decide di def<strong>in</strong>irsi come cooperativa sociale di tipo A. Nello stesso anno <strong>la</strong> cooperativaaderisce a Confcooperative e Federsolidarietà, <strong>in</strong>dividuando <strong>in</strong> questa associazione di rappresentanza unaf<strong>in</strong>alizzazione allo sviluppo del<strong>la</strong> cooperazione più <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tonia con <strong>la</strong> sensibilità e progettualità del<strong>la</strong> cooperativa.La Orso trasferisce <strong>la</strong> sede da Via Vittorio Amedeo (sede GIOC) a Via Le Chiuse. Cambierà ancora negli anni <strong>la</strong>sua sede, per collocarsi def<strong>in</strong>itivamente nel<strong>la</strong> sede attuale di sua proprietà <strong>in</strong> via Bobbio 21.Nel frattempo <strong>la</strong> cooperativa si apre a gestire servizi non solo più per giovani ma avvia importanti <strong>in</strong>iziative eprogetti rivolti al<strong>la</strong> fascia adulta: nei Comuni <strong>in</strong> cui si opera <strong>in</strong> convenzione si avvia – su impulso del<strong>la</strong> leggeregionale 48/91 – l’esperienza dei CILO (Centri di <strong>in</strong>iziativa locale per l’Occupazione) e a Tor<strong>in</strong>o nel 1994l’esperienza del SAL, Servizio di accompagnamento al <strong>la</strong>voro, mutuata da una precedente esperienza diricollocazione di adulti realizzata <strong>in</strong> un’azienda tor<strong>in</strong>ese <strong>in</strong> liquidazione. Ci sono nuovi <strong>in</strong>terlocutori, <strong>la</strong> cooperativacresce <strong>in</strong> numero di <strong>la</strong>voratori e di fatturato; si affacciano anche nuovi dest<strong>in</strong>atari: <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re i portatori dihandicap e i soggetti <strong>in</strong> carico ai Sert. Crescono i rapporti con il sistema del<strong>la</strong> cooperazione sociale tor<strong>in</strong>ese enazionale: <strong>in</strong> diverse occasioni l’esperienza del<strong>la</strong> cooperativa Orso è oggetto di <strong>in</strong>teresse dei consorzi e dellecooperative per avviare <strong>in</strong>iziative nel campo delle politiche attive del <strong>la</strong>voro.Tra il 1994 e il 1997 <strong>la</strong> Cooperativa si dota di settori (le Divisioni) per rispondere sempre meglio alle esigenze cheprovengono dall’esterno e nasce un primo coord<strong>in</strong>amento tra i responsabili delle divisioni. È <strong>la</strong> fase diformazione del gruppo dirigente.In questi anni <strong>la</strong> cooperativa acquista una sua solidità: nel 1994 si supera il miliardo di fatturato; nel 1996 si arrivaa quota 50 <strong>la</strong>voratori e si sfiorano i 2 miliardi di fatturato. Sul piano del posizionamento di mercato è una dellerealtà più significative del privato sociale nei settori <strong>in</strong> cui opera. Aderisce <strong>in</strong> qualità di socio fondatore alconsorzio Cis, ad Alba e Bra. Si estende <strong>la</strong> rete dei soggetti con cui si col<strong>la</strong>bora: Comuni, Prov<strong>in</strong>ce, Regione, Entidi formazione, Imprese, Associazioni di Categoria, Cooperative, Associazioni s<strong>in</strong>dacali, Associazioni divolontariato, realtà ecclesiali.Negli anni che vanno dal 1997 ad oggi <strong>la</strong> cooperativa si consolida e vive un profondo sviluppo organizzativo; è <strong>la</strong>crescita stessa del<strong>la</strong> cooperativa a sollecitare una approfondita riflessione sul suo sviluppo. Si avvia il percorso dimiglioramento organizzativo. Si matura una costante attenzione al<strong>la</strong> capitalizzazione e rappresentazione delproprio know how, progressivamente si assumono sul fronte progettuale e gestionale il metodo e le pratiche delproject management; si strutturano <strong>in</strong> modo più razionale ed organico le divisioni e <strong>la</strong> struttura direzionale. Sigiunge ad una nuova revisione dello Statuto che tiene conto dei cambiamenti avvenuti sia all’esterno (le diverse<strong>in</strong>novazioni legis<strong>la</strong>tive <strong>in</strong> materia di <strong>la</strong>voro, istruzione e politiche giovanili) che all’<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong> Cooperativa(notevole aumento del numero di clienti e di operatori addetti). È <strong>la</strong> fase del management imprenditoriale.L’<strong>in</strong>tento è quello di costruire un’impresa sociale policentrica, con un’adeguata suddivisione delle responsabilità edi costruire partecipazione pur <strong>in</strong> una situazione profondamente modificata rispetto alle orig<strong>in</strong>i. Sia i cambiamentiavvenuti nell’area delle politiche giovanili che le riforme avviate nell’ambito del mercato del <strong>la</strong>voro portano <strong>la</strong>cooperativa a dotarsi di nuove strategie, per rispondere al meglio ai fabbisogni dei dest<strong>in</strong>atari e dei committenti.Insieme a questo aspetto è radicata tra i soci <strong>la</strong> conv<strong>in</strong>zione di voler mantenere, pur <strong>in</strong> una dimensione diversa, unprofondo radicamento territoriale: riflessione che tra le altre cose produce <strong>la</strong> nascita del<strong>la</strong> Divisione territorialeCuneo.In questi anni si affermano le prime esperienze di secondo livello. La fase gestionale su settori <strong>in</strong>novativi haaiutato ad accumu<strong>la</strong>re competenze operative e progettuali apprezzate da numerosi <strong>in</strong>terlocutori; <strong>in</strong>iziano aconsolidarsi le esperienze di formazione e consulenza: si gestiscono corsi di formazione per operatoriInformagiovani, si realizzano attività di ricerca su questo settore, si avvia l’attività di supporto ai nascenti centriper l’impiego attraverso il progetto Op<strong>la</strong>.L’esperienza del<strong>la</strong> cooperativa vive una nuova evoluzione: <strong>la</strong> riforma dei servizi per l’impiego <strong>in</strong> Piemonteabolisce <strong>la</strong> legge sui Cilo ma all’<strong>in</strong>terno dei Comuni nascono nuove occasioni di progettazione e di erogazione diservizi per disoccupati, <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con i centri per l’impiego. La cooperativa <strong>in</strong>izia ad occuparsi di sviluppolocale e di servizi per <strong>la</strong> creazione di impresa; nell’area delle politiche giovanili si sviluppa <strong>la</strong> riflessione sui diritti dicittad<strong>in</strong>anza dei giovani e prendono avvio i Consigli comunali dei ragazzi e vari percorsi per <strong>la</strong> partecipazione deiragazzi al<strong>la</strong> vita politica delle città.Con l’<strong>in</strong>nalzamento dell’obbligo sco<strong>la</strong>stico e <strong>la</strong>vorativo si attivano <strong>in</strong>novative attività di orientamento; i progetti di113


CONTRIBUTI DI RICERCA<strong>in</strong>serimento <strong>la</strong>vorativo si rivolgono maggiormente alle fasce più disagiate quali disabili, tossicodipendenti,detenuti, extracomunitari. Si sperimentano percorsi di outp<strong>la</strong>cement. Si contribuisce all’attivazione e realizzazionedi significative <strong>in</strong>iziative comunitarie.Con l’<strong>in</strong>izio del 2000 si porta a conclusione una positiva e<strong>la</strong>borazione sul fronte del<strong>la</strong> mission e del<strong>la</strong> propriaspecificità di impresa. Si attiva <strong>la</strong> pratica del bi<strong>la</strong>ncio sociale,per dare ragione delle proprie peculiarità, conl’obiettivo di evidenziare il contributo offerto dal<strong>la</strong> Orso nel <strong>promuovere</strong> lo sviluppo delle comunità <strong>in</strong> cui essa è<strong>in</strong>serita. Nel 2000 si arriva al<strong>la</strong> revisione dello Statuto con cui si registrano i cambiamenti <strong>in</strong>tervenut<strong>in</strong>ell’esperienza realizzata. Nel 2002 si approva il Rego<strong>la</strong>mento <strong>in</strong>terno, <strong>in</strong> coerenza con <strong>la</strong> nuova legge sul socio<strong>la</strong>voratore 142/01.Sul fronte operativo si partecipa positivamente ai bandi prov<strong>in</strong>ciali e regionali del Por sui servizi a sostegno de<strong>in</strong>uovi centri per l’Impiego. Nell’agosto 2003 si v<strong>in</strong>ce l’appalto dell’Informagiovani di Tor<strong>in</strong>o, dopo 17 anni dal<strong>la</strong>gestione dei primi servizi <strong>in</strong>formativi <strong>in</strong> Piemonte.Tutto ciò significa anche maggiore visibilità e <strong>in</strong>vestimento all’esterno. L’esperienza del Sal da Tor<strong>in</strong>o vieneesportata <strong>in</strong> altre regioni del Sud attraverso il consorzio CGM; <strong>la</strong> cooperativa è chiamata a gestire <strong>la</strong> formazione dioperatori pubblici e privati sia nell’ambito dell’orientamento e delle politiche attive del <strong>la</strong>voro, che nell’ambitodelle politiche giovanili. Ma significa anche grossi <strong>in</strong>vestimenti al proprio <strong>in</strong>terno attraverso <strong>in</strong>iziative diformazione e crescita professionale per rendere il <strong>la</strong>voro partecipato: ad esempio è nato recentemente un gruppo<strong>in</strong>terno di <strong>la</strong>voro sulle pari opportunità, con l’obiettivo di rendere possibile a tutti tempi e modi di <strong>la</strong>voro flessibilie calibrati sul<strong>la</strong> base delle esigenze, ad esempio, del <strong>la</strong>voro di cura.Oggi <strong>la</strong> cooperativa ha una sede centrale di coord<strong>in</strong>amento di tutte le attività a Tor<strong>in</strong>o, due sedi territoriali (Albaed Asti) e dec<strong>in</strong>e di sedi operative sparse sui territori delle prov<strong>in</strong>ce di Tor<strong>in</strong>o, Asti e Cuneo, <strong>in</strong> cui <strong>la</strong>vorano i 150operatori oggi attivi. Ha ottenuto <strong>la</strong> certificazione di qualità dei servizi ed è stata accreditata presso <strong>la</strong> RegionePiemonte come agenzia di orientamento.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaLa cooperativa ha lo scopo di “perseguire l'<strong>in</strong>teresse generale del<strong>la</strong> comunità al<strong>la</strong> promozione umana eall'<strong>in</strong>tegrazione sociale dei cittad<strong>in</strong>i” (dallo Statuto). Strumenti di perseguimento di questo obiettivo sono <strong>la</strong>gestione di servizi sociali ed educativi e <strong>la</strong> promozione di attività <strong>la</strong>vorative rivolte a soggetti <strong>in</strong> situazione ditransizione e/o debolezza rispetto al mercato del <strong>la</strong>voro.La Cooperativa O.R.So. descrive ogni anno <strong>la</strong> vita dell’organizzazione attraverso lo strumento del Bi<strong>la</strong>nciosociale. Intendiamo il Bi<strong>la</strong>ncio sociale come l’<strong>in</strong>sieme di <strong>in</strong>formazioni re<strong>la</strong>tive da un <strong>la</strong>to al<strong>la</strong> rendicontazione deirapporti tra l’impresa e gli <strong>in</strong>terlocutori ritenuti significativi, dall’altro al valore sociale aggiunto nei term<strong>in</strong>i disocialità (ovvero corresponsabilità, legame sociale, riconoscimento reciproco) e cittad<strong>in</strong>anza (<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i ditito<strong>la</strong>rità, fruibilità, competenza e partecipazione di diritti) che l’organizzazione ha prodotto. Se il bi<strong>la</strong>nciof<strong>in</strong>anziario rendiconta <strong>in</strong> merito al<strong>la</strong> proporzione tra variabili essenzialmente ed esclusivamente economiche, ilbi<strong>la</strong>ncio sociale può essere una lente <strong>in</strong>teressante per illustrare tanto i costi economici sostenuti <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong>qualità che si è riusciti a produrre, quanto <strong>la</strong> qualità degli stessi (ad esempio, come ho speso) <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione aglieffetti che si è ottenuti. È <strong>in</strong> sostanza il “risultato” e l’occasione di riflettere <strong>in</strong> modo condiviso all’<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong>nostra organizzazione, utile, fra l’altro a def<strong>in</strong>ire, attuare e control<strong>la</strong>re le strategie sociali ed economiche del<strong>la</strong>cooperativa.Attività del<strong>la</strong> cooperativa• progettazione, erogazione, valutazione e ricerca nel campo dei servizi per l'impiego;• (accoglienza, <strong>in</strong>formazione orientativa, formazione orientativa, consulenza orientativa, sostegnoall'<strong>in</strong>serimento <strong>la</strong>vorativo, formazione <strong>in</strong> alternanza, preselezione, sostegno al<strong>la</strong> creazione di impresa,politiche attive del <strong>la</strong>voro, sviluppo locale, formazione professionale);• progettazione, erogazione, valutazione e ricerca nel campo delle strutture e dei servizi <strong>in</strong>formativi;• progettazione, erogazione, valutazione e ricerca nel campo delle politiche giovanili, delle politiche dipartecipazione e promozione del<strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anza attiva, dell'animazione socio <strong>culturale</strong> del territorio,dell'<strong>in</strong>terculturalità;• formazione e consulenza <strong>in</strong> ambito di politiche del <strong>la</strong>voro, politiche giovanili gestione servizi <strong>in</strong>formativie <strong>in</strong> generale per tutti i settori tradizionalmente di attività del<strong>la</strong> cooperativa;114


• cooperazione <strong>in</strong>ternazionale: attività educative, di scambio e trasferimento di buone pratiche. attivitàeducative attraverso <strong>la</strong> realizzazione di <strong>in</strong>iziative editoriali, <strong>la</strong> produzione di spettacoli teatrali,c<strong>in</strong>ematografici, televisivi e multimediali, <strong>la</strong> promozione di convegni e sem<strong>in</strong>ari anche per conto di terzi;• promozione delle pari opportunità;• promozione e sensibilizzazione dell'impegno delle istituzioni a favore delle persone deboli e svantaggiatee di affermazione dei loro diritti.Numero dei soci/membri Addetti al 31/12/2003Soci 63Dipendenti 89TOT 152Funzioni svolte: I pr<strong>in</strong>cipali <strong>in</strong>terventi re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> si collocano nei seguenti ambiti:• re<strong>la</strong>zione scuo<strong>la</strong>-famiglie: facilitare <strong>la</strong> comunicazione tra nuclei famigliari o s<strong>in</strong>go<strong>la</strong> personaextracomunitaria e <strong>la</strong> realtà sco<strong>la</strong>stica;• pronto soccorso l<strong>in</strong>guistico: rivolto a m<strong>in</strong>ori e/o adulti extracomunitari <strong>in</strong>seriti all'<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>,del<strong>la</strong> formazione professionale, dei Centri Territoriali permanenti (CTP);• animazione ed educazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>: aiutare i giovani e gli adulti ad esprimere le proprie potenzialitàe conoscenze. Ciò implica pertanto educare al<strong>la</strong> pace, ai sentimenti, all'ascolto, al dialogo, allo scambio,al<strong>la</strong> gestione dei conflitti, al<strong>la</strong> legalità e al rispetto dei limiti. L'educazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> si collegaall'educazione all'Europa e al<strong>la</strong> mondialità;• traduzioni: traduzioni di materiali, schede <strong>in</strong>formative, guide dei Servizi, comunicazioni alle famigliedegli alunni extracomunitari da parte del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>Progetti <strong>in</strong> cui è co<strong>in</strong>volta l’associazione (Elenco deiprogetti e breve descrizione, Ente promotore, partner);• orientamento e accompagnamento ai servizi territoriali e al <strong>la</strong>voro;• attività di <strong>in</strong>formazione e di supporto nel<strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione delle pratiche connesse al permesso disoggiorno;• attività di accoglienza e di ascolto, con partico<strong>la</strong>re attenzione alle donne, all’<strong>in</strong>terno dei servizi dell’ASL;• attività culturali ed espressive a favore del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione detenuta;• attività di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong> e di affiancamento degli operatori socio assistenziali nell’ambito di<strong>in</strong>terventi a favore di s<strong>in</strong>goli e/o nuclei famigliari;• attività di formazione/<strong>in</strong>formazione a favore di operatori impiegati nel pubblico e nel privato sociale.Mediatori culturaliL’età media dai 30 ai 40 anni.I mediatori beneficiano di percorsi formativi specifici realizzati dal<strong>la</strong>Coop. Soc. a favore dei propri dipendenti.Tutti i mediatori sono <strong>in</strong> possesso del<strong>la</strong> qualifica di mediatore <strong>culturale</strong>.ProgettiTipologia dei beneficiari • Scuo<strong>la</strong> dell’obbligo (Materna, Elementare, Medie Inferiori) diBra (CN) e Comuni afferenti, Alba (CN) e Comuni afferenti,Asti e prov<strong>in</strong>cia.• Centro Territoriale Permanente di Alba (CN) e di Bra (CN).• Agenzia Formativa IAL di Asti.• Agenzia Formativa APRO di Alba e di Canelli (CN).• Istituti di Scuo<strong>la</strong> Media Superiore di Asti e di Alba.• Questura di Asti.• Carcere di Asti e di Alba.• Centro per l’Impiego di Alba-Bra (CN) e di Asti e presso lere<strong>la</strong>tive sedi decentrate.• Consorzio Socio-Assistenziale COGESA di Asti.• Consorzio Socio-Assistenziale INTESA di Bra (CN).115


CONTRIBUTI DI RICERCA• Consorzio Socio-Assistenziale ALBA-LANGHE E ROERO diAlba (CN).• Centri di Aggregazione M<strong>in</strong>ori di Alba (CN) e di Bra (CN).• ASL 18, Alba-Bra (Ambu<strong>la</strong>torio Multiprofessionale –Consultorio Familiare.Volume dell’utenzaConsiderando il numero di allievi <strong>in</strong>contrati nelle scuole, il numero dicittad<strong>in</strong>i stranieri che si rivolgono ai punti <strong>in</strong>formativi, al servizio stranieri,<strong>in</strong> Questura e considerando <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e che si opera su territori diversi ilvolume dell’utenza risulta essere molto ampio.Fonti di f<strong>in</strong>anziamento L.R. 64/89, D.Lgs. 286/98.Enti per cui presta serviziLa Coop. ORSo col<strong>la</strong>bora <strong>in</strong> modo partico<strong>la</strong>re con Enti Pubblici (Comuni, Prov<strong>in</strong>cia) a favore dei quali, tramiteapposite convenzioni, gestisce <strong>in</strong>terventi vari negli ambiti sopraccitati. Tali <strong>in</strong>terventi sono a beneficio dei diversisoggetti che operano sul territorio e sopraccitati e/o a favore dei diretti dest<strong>in</strong>atari dell’<strong>in</strong>tervento stesso (ilcittad<strong>in</strong>o).Territorio di riferimentoComune di Alba e circondario, Comune di Bra e circondario, Prov<strong>in</strong>cia diAsti.116


Ragione socialePresidenteCooperativa le Radici e le AliCooperativa SocialeTayebeh Sim<strong>in</strong> KHADIVIIndirizzo sede legale Via Nota 7 Tor<strong>in</strong>o 10122Indirizzo sedi operative Via Gerdil 7 Tor<strong>in</strong>o 10125Numero telefono/fax 011.4363745 /fax 011.4369158e-mailleradicieleali@virgilio.itOrario Da lunedì al venerdì dalle 09:00 alle 18:00ServiziInformazioni ed accompagnamento nelle pratiche di soggiorno e nei servizi <strong>in</strong> genere.Attività di orientamento sco<strong>la</strong>stico, formativo e professionale; orientamento al <strong>la</strong>voro per disoccupati stranieri.Servizi di progettazione, gestione, organizzazione e consulenza per gli operatori ed i partners re<strong>la</strong>tivamente ai s<strong>in</strong>goli progetti.Si occupa di progettare e gestire <strong>in</strong>terventi di formazione e di orientamento allo studio e al <strong>la</strong>voro; attività di educazione<strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> e <strong>mediazione</strong> socio-<strong>culturale</strong>; corsi di aggiornamento e di formazione; sem<strong>in</strong>ari e convegni; progetti di ricercasociale.• stages mirati ad offrire maggiori possibilità di <strong>in</strong>serimento <strong>la</strong>vorativo;• attività di orientamento sco<strong>la</strong>stico, formativo e professionale;• progetti di orientamento al <strong>la</strong>voro per disoccupati stranieri;• attività di <strong>mediazione</strong> e <strong>in</strong>terpretariato ed eventuale accompagnamento ai servizi, presso gli sportelli di CTP e istitutiprofessionali, ufficio cittad<strong>in</strong>anza e rifugiati politici del<strong>la</strong> Prefettura di Tor<strong>in</strong>o e del<strong>la</strong> Questura;• sem<strong>in</strong>ari, convegni e dibattiti sui temi dell'<strong>in</strong>tegrazione sociale e <strong>culturale</strong>, per l'educazione allo spirito del<strong>la</strong> tolleranza eper l'elim<strong>in</strong>azione dei pregiudizi razziali, religiosi, culturali, ecc.StoriaLa Cooperativa Sociale Le Radici e le Ali si è costituita il 5 febbraio 2001 riunendo le esperienze qu<strong>in</strong>dicennali nel campodell'<strong>in</strong>tervento e del<strong>la</strong> cooperazione sociale delle sue socie fondatrici.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaCome stabilito nel suo statuto, <strong>la</strong> Cooperativa Sociale le Radici e le Ali ha tra i suoi obbiettivi prioritari <strong>la</strong> promozionedell'<strong>in</strong>tegrazione sociale e <strong>la</strong>vorativa a favore di donne, giovani <strong>in</strong> cerca di primo impiego, immigrati, detenuti, e <strong>in</strong> generalesoggetti deboli. Tali obbiettivi sono perseguiti da le Radici e le Ali con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione, organizzazione e realizzazione di corsidi formazione tecnica e professionale, mirati a valorizzare le capacità e <strong>la</strong> professionalità dell'<strong>in</strong>dividuo.Numero dei soci/membri4 soci <strong>la</strong>voratori e dieci col<strong>la</strong>boratori esterni.Servizio di <strong>mediazione</strong>• Servizio di orientamento al <strong>la</strong>voro (obiettivo: <strong>in</strong>staurare un rapporto di fiducia e di comprensione dell’utente peravviarlo verso l’autonomia ed una migliore consapevolezza di sé, delle sue reali necessità e delle potenzialità di cuidispone).• Servizio di sportello <strong>in</strong>formativo per gli stranieri negli uffici pubblici (obiettivo: favorire <strong>la</strong> reciproca comprensione trautenti e servizio).Servizio di sportello <strong>in</strong>formativo per gli stranieri nelle scuole (obiettivo: fornire <strong>in</strong>formazioni e consulenza riguardo aproblematiche re<strong>la</strong>tive all’abitazione, al <strong>la</strong>voro, alle pratiche di soggiorno, all’istruzione e al<strong>la</strong> formazione, al<strong>la</strong> salute).Mediatori culturaliAttualmente 7 mediatrici sono impegnate nei progetti del<strong>la</strong> Cooperativa, sono di etàcompresa tra 26 e 40 anni; svolgono attività di <strong>mediazione</strong>, accompagnamento ai servizi,<strong>in</strong>formazione, <strong>in</strong>terpretariato. Sono tutte diplomate o <strong>la</strong>ureate e sono <strong>in</strong> possesso del<strong>la</strong>qualifica di mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>.117


CONTRIBUTI DI RICERCAProgettiProgetto So.subito – Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>oIl progetto è rivolto a sette CTP di Tor<strong>in</strong>o (Drovetti, Par<strong>in</strong>i, Castello di Mirafiori, Bracc<strong>in</strong>i, Gabelli, Saba), due del<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia(Rivoli, Grugliasco), due istituti professionali di Tor<strong>in</strong>o (Lagrange, unica sede, e Boselli, tre sedi). Vi si svolge attività di<strong>mediazione</strong>, orientamento al <strong>la</strong>voro, redazione dei curriculum, <strong>in</strong>formazioni sul riconoscimento dei titoli di studi,accompagnamento ai servizi.Progetto di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong> Prefettura – Contributo del<strong>la</strong> Compagnia di San PaoloIl progetto si svolge <strong>in</strong> due settori diversi:1) Ufficio di cittad<strong>in</strong>anza: <strong>in</strong>formazioni sul diritto di richiesta di cittad<strong>in</strong>anza, <strong>in</strong>formazioni per quanto riguarda <strong>la</strong>documentazione necessaria e <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> domanda, controllo dei documenti.2) Ufficio richiedenti asilo: attività di <strong>in</strong>terpretariato, <strong>in</strong>formazioni re<strong>la</strong>tive ai servizi esistenti rivolti all’utenza, siaistituzionali che organizzati a titolo di volontariato, eventuale accompagnamento ai servizi stessi.Corso per mediatori <strong>in</strong>terculturali – Enaip, sede di RivoliIl servizio fornito dal<strong>la</strong> Cooperativa nell’ambito del corso è re<strong>la</strong>tivo ad attività di consulenza nel<strong>la</strong> progettazione, nel<strong>la</strong> selezione enell’organizzazione degli stages, ed attività di docenza e preparazione/assistenza all’esame f<strong>in</strong>ale.Progetto Come – Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>oPartecipazione al Tavolo di Lavoro promosso dal<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o per <strong>la</strong> creazione di una rete permanente di servizi<strong>in</strong>tegrati, a supporto dell’<strong>in</strong>serimento <strong>la</strong>vorativo e sociale dei cittad<strong>in</strong>i non comunitari, con <strong>la</strong> sperimentazione di attività chepermettano l’attivazione concreta di <strong>in</strong>terventi mirati e personalizzati per l’<strong>in</strong>serimento nel circuito del <strong>la</strong>voro rego<strong>la</strong>re deicittad<strong>in</strong>i non comunitari.Progetto PrIME Ali – Regione PiemonteSperimentazione nuovi circuiti per l'occupabilità a favore di soggetti deboli del mercato del <strong>la</strong>voroInnovazione nell'offerta di orientamento e formazione professionalePromozione di patti, accordi, convenzioni tra imprese ed operatoriCollegamento stabile fra <strong>in</strong>terventi socio assistenziali e di politica formativa e del <strong>la</strong>voroTipologia deibeneficiariVolumedell’utenzaFonti dif<strong>in</strong>anziamentoEnti per cuipresta servizioTerritorio diriferimentoCittad<strong>in</strong>i extracomunitari legalmente e non legalmente soggiornanti sul territorio e cittad<strong>in</strong>i italiani conproblematiche più o meno simili (ricerca <strong>la</strong>voro, casa, orientamento alle scelte di studio e formazione,conflitti familiari, ecc.).Presso gli sportelli dei CTP e del<strong>la</strong> Prefettura si possono stimare più di 10.000 contatti; presso <strong>la</strong> sedeoperativa <strong>la</strong> stima è di circa 600 utenti all’anno.Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o, Compagnia di San Paolo, Regione Piemonte.Prefettura di Tor<strong>in</strong>o; Questura di Tor<strong>in</strong>o; sette CTP di Tor<strong>in</strong>o (Drovetti, Par<strong>in</strong>i, Castello di Mirafiori,Bracc<strong>in</strong>i, Gabelli, Saba); due CTP del<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia (Rivoli, Grugliasco), due istituti professionali statali diTor<strong>in</strong>o (Lagrange, unica sede, e Boselli, tre sedi).Tor<strong>in</strong>o e Prov<strong>in</strong>cia.118


Cooperativa sociale SanabilRagionesocialeCooperativa sociale di tipo A, c<strong>la</strong>ssificata ONLUSPresidente Said RaouiaVicepresidente Karim BarrazIndirizzo sede Via del Carm<strong>in</strong>e 4, 10122 Tor<strong>in</strong>olegaleIndirizzo sedi Via del Carm<strong>in</strong>e 4, 10122 Tor<strong>in</strong>ooperativeNumero Tel. 011-4369344 Fax 011-4601469telefono/faxe-mail sanabil@libero.itOrario dal lunedì al venerdì 09:00-13:00/15:00-19:00ServiziDal<strong>la</strong> sua costituzione, <strong>la</strong> Cooperativa Sanabil ha prestato partico<strong>la</strong>re attenzione al<strong>la</strong> presenza dei m<strong>in</strong>ori stranieri a Tor<strong>in</strong>o,attivandosi per <strong>la</strong> costruzione attorno ai ragazzi di riferimenti positivi, attraverso azioni di prevenzione, accompagnamento,educazione/animazione e socializzazione. A tale scopo, usufruendo dei contributi del<strong>la</strong> Legge 216/91, a partire dal 1996, ha datovita ad un Centro d’Incontro presso <strong>la</strong> sua sede operativa.Il Centro opera ormai da anni <strong>in</strong> attività di:• orientamento• accompagnamento solidale• <strong>in</strong>serimento sociale• aggregazioneI suoi dest<strong>in</strong>atari pr<strong>in</strong>cipali sono adolescenti e m<strong>in</strong>ori stranieri privi di riferimenti adulti positivi e di rapporti di fiducia con lestrutture. Si tratta qu<strong>in</strong>di di ragazzi che manifestano talvolta un grave rischio d’<strong>in</strong>serimento nel<strong>la</strong> devianza.Accanto all’attività del Centro, <strong>la</strong> Cooperativa fa parte <strong>in</strong>tegrante del<strong>la</strong> rete formale ed <strong>in</strong>formale di operatori ed istituzioni cheoperano a vario titolo nel mondo dell’immigrazione attraverso <strong>la</strong> presenza dei suoi mediatori <strong>in</strong>terculturali, che operano presso iservizi del<strong>la</strong> Città e del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o.• attività educative multiculturali;• <strong>la</strong>boratori di educazione all’<strong>in</strong>tercultura;• formazione, aggiornamento e tiroc<strong>in</strong>i per operatori sociali, <strong>in</strong>segnanti e mediatori <strong>in</strong>terculturali;• attività di ricerca e di sensibilizzazione e promozione <strong>culturale</strong> sulle tematiche dell’immigrazione;• <strong>in</strong>iziative di cooperazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>;• di recente costituzione anche uno sportello di orientamento al <strong>la</strong>voro attivo presso <strong>la</strong> propria sede.StoriaSi è costituita nel 1992 per <strong>in</strong>iziativa di un gruppo di cittad<strong>in</strong>i italiani e stranieri, al f<strong>in</strong>e di <strong>in</strong>tervenire sulle tematiche culturali,socio-educative, socio-assistenziali ed economiche legate all’immigrazione, con partico<strong>la</strong>re riguardo per il disagio giovanile.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaLa Coop. Sociale Sanabil, <strong>in</strong> armonia con i pr<strong>in</strong>cipi statutari, <strong>in</strong>tende:• Promuovere il recupero e <strong>la</strong> qualificazione umana, morale, <strong>culturale</strong>, professionale, e soprattutto l’<strong>in</strong>serimento sociale,formativo e <strong>la</strong>vorativo di persone che si trov<strong>in</strong>o <strong>in</strong> situazione di bisogno, handicap e/o emarg<strong>in</strong>azione.• Contrastare ogni forma di discrim<strong>in</strong>azione e di esclusione, promovendo e tute<strong>la</strong>ndo <strong>in</strong> ogni ambito <strong>la</strong> libertà e i dirittidegli stranieri, dei m<strong>in</strong>ori stranieri e delle loro famiglie e contribuendo al<strong>la</strong> loro <strong>in</strong>tegrazione sociale.• Promuovere <strong>la</strong> costituzione, <strong>la</strong> gestione, anche attraverso soggetti terzi, di servizi a favore degli immigrati.• Migliorare <strong>la</strong> conoscenza del fenomeno migratorio e sensibilizzare l’op<strong>in</strong>ione pubblica sulle tematiche migratorie.119


CONTRIBUTI DI RICERCALe aree di competenzaAl f<strong>in</strong>e di raggiungere le f<strong>in</strong>alità statuarie, <strong>la</strong> cooperativa Sanabil si impegna:• a livello sociale e <strong>culturale</strong>, a favorire concreti processi di reale <strong>in</strong>tegrazione ed avversare ogni forma di esclusione e diemarg<strong>in</strong>azione, impegnandosi <strong>in</strong> attività sociali ed educative legate all’immigrazione, con partico<strong>la</strong>re riguardo al disagiogiovanile;• a livello istituzionale per <strong>promuovere</strong> e realizzare servizi sanitari, socio-sanitari, educativi e assistenziali rivolti aglistranieri;• a livello politico, per sollecitare e sostenere, <strong>in</strong> sede politica e legis<strong>la</strong>tiva, risposte adeguate alle aspettative e ai bisognidegli stranieri.Ha come oggetto di attività <strong>la</strong> gestione di servizi socio-educativi, sanitari, <strong>in</strong>formativi, di orientamento e di <strong>mediazione</strong><strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>. È capofi<strong>la</strong> di un’agenzia di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>, A.M.M.C, Agenzia Multietnica di Mediazione Culturale.Promuove e realizza ricerche sociologiche sull’immigrazione.Numero deisoci/membriServizio di <strong>mediazione</strong>Proposte progettuali e <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> presso enti pubblici e privati- Campo sco<strong>la</strong>stico, formativo ed educativo- Campo socio-assistenziale e penitenziario- Campo socio-sanitarioModalità di attivazione del servizioIl <strong>la</strong>voro di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> si differenzia <strong>in</strong> base alle esigenze specifiche espresse dai servizi presso cui opera. In l<strong>in</strong>eadi massima, è prevista una metodologia che contemp<strong>la</strong> <strong>la</strong> promozione al confronto e al<strong>la</strong> conoscenza/accoglienza delle diversità.Attraverso una logica di compartecipazione, gli <strong>in</strong>terventi sono sempre condivisi, prevedendo <strong>la</strong> valorizzazione e ilco<strong>in</strong>volgimento di tutti i soggetti <strong>in</strong>teressati, al f<strong>in</strong>e di costruire re<strong>la</strong>zioni positive, nel<strong>la</strong> prospettiva dell’<strong>in</strong>contro, dello scambio edel<strong>la</strong> reciprocità.L’attività del mediatore cerca di facilitare l’accesso e <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione positiva con i servizi, <strong>in</strong>tervenendo nel<strong>la</strong> risoluzione di difficoltàl<strong>in</strong>guistiche, nonché di eventuali conflitti, e favorendo <strong>la</strong> negoziazione di compromessi tra operatori e utenti. È nostro pr<strong>in</strong>cipioimpresc<strong>in</strong>dibile tenere conto del<strong>la</strong> valorizzazione e del recupero dei significati più profondi del<strong>la</strong> cultura d’orig<strong>in</strong>e, nonché dellestorie <strong>in</strong>dividuali di migrazione. Strategie idonee e specifiche sono dunque valutate caso per caso, sul<strong>la</strong> base di una modalitàispirata a pr<strong>in</strong>cipi di dialogo, apertura e flessibilità. La metodologia punta altresì al<strong>la</strong> responsabilizzazione dell’utente straniero,che è sempre ascoltato come <strong>in</strong>terlocutore/trice reale “protagonista” del proprio percorso di <strong>in</strong>tegrazione.Per ciò che concerne gli aspetti più strettamente strutturali, si elencano qui di seguito tre livelli del servizio di <strong>mediazione</strong><strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> e le rispettive metodologie operative:1) A livello <strong>in</strong>dividuale:• si configura come un aiuto necessario <strong>in</strong> tutti i casi <strong>in</strong> cui si manifestano difficoltà di comunicazione per cause non solol<strong>in</strong>guistiche ma anche culturali, valoriali e re<strong>la</strong>zionali;• è un <strong>in</strong>tervento impresc<strong>in</strong>dibile <strong>in</strong> casi di conflitto, garantendo <strong>la</strong> conciliazione o riconciliazione delle parti. In questocaso, <strong>la</strong> metodologia utilizzata consiste nel far conoscere e comprendere alle parti <strong>in</strong>teressate i sistemi di riferimentodell’ “altro”;• è un sostegno <strong>in</strong>formativo importante per i servizi poiché consente <strong>la</strong> diffusione di <strong>in</strong>formazioni sul<strong>la</strong> realtà migratoriadel territorio e sui nuovi bisogni emergenti.2) A livello d’équipe:• richiedendo competenze e conoscenza specialistiche <strong>in</strong> vari settori, il <strong>la</strong>voro del mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> va sostenutoda una costante col<strong>la</strong>borazione con attori diversi che operano nel settore. La nostra cooperativa fornisce al suomediatore il supporto necessario: <strong>in</strong>contri di scambio, affiancamento di esperti re<strong>la</strong>zionali, sociologi, psicologici, etc.,corsi cont<strong>in</strong>ui di formazione e di aggiornamento.3) A livello sistemico:• <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> non può presc<strong>in</strong>dere da un <strong>la</strong>voro di rete. La metodologia operativa prevede dunquel’attivazione di una rete già consolidata di altri soggetti territoriali senza i quali si vanificherebbero molti <strong>in</strong>terventi.120


MediatoriculturaliSanabil, <strong>in</strong>sieme all’Agenzia AMMC, di cui è capofi<strong>la</strong>, offre mediatori culturali con attestato di qualificaprofessionale riconosciuto dal<strong>la</strong> Regione Piemonte. L’équipe è costituita da mediatori <strong>in</strong>terculturali (maschi efemm<strong>in</strong>e), di varia provenienza geografica, <strong>in</strong> modo da coprire con le loro competenze svariate areel<strong>in</strong>guistico-culturali.Le aree geografiche di provenienza dei mediatori sono: Albania, Algeria, Argent<strong>in</strong>a, Bang<strong>la</strong>desh, Brasile,Bulgaria, Burundi, Camerun, Repubblica Ceca, C<strong>in</strong>a, Cile, Costa d’Avorio, Kossovo, Egitto, Ghana,Giordania, India, Iran, Mali, Marocco, Nigeria, Pakistan, Perù, Polonia, Repubblica Democratica del Congo,Romania, Russia, Ruanda, Somalia, Sudan, Tunisia. Sono <strong>in</strong>oltre presenti mediatori culturali di orig<strong>in</strong>e Rom.I mediatori sono spesso <strong>in</strong> grado di par<strong>la</strong>re, oltre al<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua ufficiale dei rispettivi paesi d’orig<strong>in</strong>e, anche unaserie di l<strong>in</strong>gue locali o di dialetti. La Cooperativa è <strong>in</strong> contatto con molte associazioni e persone s<strong>in</strong>goleappartenenti a nazionalità poco frequenti <strong>in</strong> città e difficilmente reperibili. Possiamo così garantire un servizioefficace <strong>in</strong> breve tempo. Dispone <strong>in</strong>oltre di più mediatori del<strong>la</strong> stessa provenienza <strong>in</strong> modo da garantirecont<strong>in</strong>uità di servizio <strong>in</strong> casi partico<strong>la</strong>ri di emergenza o eventuali sostituzioni per motivi estremi. Ognimediatore è dotato di cellu<strong>la</strong>re, <strong>in</strong> modo da facilitarne e velocizzarne il reperimento.ProgettiTipologia deibeneficiariStranieri e non: adulti, giovani e m<strong>in</strong>ori che si trov<strong>in</strong>o <strong>in</strong> stato di bisogno, handicap, disagio o pregiudizio.Sono beneficiari dell’attività di Sanabil anche enti pubblici e privati che si occupano di educazione, istruzione,sanità, formazione, <strong>la</strong>voro, assistenza.Per <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>: Stranieri di ogni provenienza geografica; enti pubblici e privati.Volumedell’utenzaFonti dif<strong>in</strong>anziamentoEnti per cuipresta servizioTerritorio diriferimento121


CONTRIBUTI DI RICERCAAssociazione SoleRagione socialeAssociazione senza f<strong>in</strong>e di lucroPresidenteVice PresidenteSabah NaimiTeschi KudretIndirizzo sede legale Via Savonaro<strong>la</strong> n. ? – AlessandriaIndirizzo sedeoperativanumero telefono/fax 339.6103916; 333.5775143e-mai<strong>la</strong>ssociazione_sole@hotmail.comOrariosu appuntamentoServiziMediazione, organizzazione di eventi legati al<strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anza straniera e altri servizi di supporto e <strong>in</strong>formazioneriguardanti il mondo dell’immigrazione.StoriaL’associazione è nata a giugno 2004 su richiesta delle istituzioni (Prefettura, Questura, Prov<strong>in</strong>cia, Comune). Trefondatrici hanno seguito il corso per mediatori culturali del Foral di Alessandria nel 2002-2003 e <strong>la</strong> vice presidenteaveva frequentato lo stesso corso nel 2000-2001.Prima del<strong>la</strong> costituzione dell’associazione le socie fondatrici <strong>la</strong>voravano già come mediatrici presso sportelli s<strong>in</strong>dacali eQuestura.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaOrientamento e aiuto a cittad<strong>in</strong>i stranieri, attività di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>.Numero deisoci/membri25 personeServizio di <strong>mediazione</strong>L’associazione col<strong>la</strong>bora con ICS. I mediatori paralle<strong>la</strong>mente cont<strong>in</strong>uano l’attività di <strong>mediazione</strong> a livello <strong>in</strong>dividualedal momento che l’associazione non ha ancora ottenuto f<strong>in</strong>anziamenti sufficienti per poter supportare completamentel’attività. L’<strong>in</strong>tento è quello di <strong>la</strong>vorare verso una completa autonomia dell’associazione e di operare nei diversi campi:sco<strong>la</strong>stico, sanitario, giuridico ecc.Mediatori culturali8 mediatoriPaese diprovenienzaNumero SessoEgitto 1 mMarocco 2 fAlbania 2 fRomania 1 fC<strong>in</strong>a 1 mCile 1 fTitoli di studio: 2 <strong>la</strong>uree, 6 diploma superiore122


ProgettiOrganizzazione Festa Multietnica di Alessandria (Prefettura), organizzazione del Convegno (26 aprile 2005) con ilConsiglio Territoriale per l’Immigrazione e <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Alessandria sul<strong>la</strong> Sanità dal titolo “Dall’emergenza aldiritto”, un progetto con Foral per un corso di specializzazione per mediatori sul<strong>la</strong> sanità 2005/2006. Per quest’anno<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia ha affidato tutta <strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> all’Ics. L’associazione sta col<strong>la</strong>borando con ICS <strong>in</strong> Questura, Prefettura,numero verde, Ctp di Alesssandria e Acqui.Tipologia deibeneficiariVolume dell’utenzaFonti dif<strong>in</strong>anziamentoEnti per cui prestaserviziTerritorio diriferimentoCittad<strong>in</strong>i stranieri e italianiF<strong>in</strong>anziamenti Prov<strong>in</strong>ciali e RegionaliPrefettura, Prov<strong>in</strong>cia, Comune, Questura ForalProv<strong>in</strong>cia di Alessandria123


CONTRIBUTI DI RICERCALa Talea Cooperativa SocialeRagione socialePresidenteIndirizzo sede legaleCooperativa socialeGiovanna Zald<strong>in</strong>iVia Norberto Rosa 13/a Tor<strong>in</strong>oIndirizzo sedi operativeVia Norberto Rosa 13/a Tor<strong>in</strong>oVia Tor<strong>in</strong>o 9 – Collegno (sede di vil<strong>la</strong> 5)Numero telefono/fax 011/201727 – 011/2492237e-mail<strong>in</strong>fo@coop<strong>la</strong>talea.itwww.coop<strong>la</strong>talea.itOrario lunedì-venerdì 9:00-18:00ServiziArea <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>:• servizio di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con servizi comunali, ASL, scuole, associazioni no-profit;• servizio di <strong>mediazione</strong> e <strong>in</strong>terpretariato telefonico “MEDIonLINE”;• traduzione di documenti e asseverazioni;• <strong>in</strong>formazioni per permessi di soggiorno, consulenza a Enti e Aziende.Area formazione e <strong>in</strong>tercultura:• consulenza e progettazione di <strong>in</strong>terventi per Enti pubblici e privati Agenzie territoriali che operano con un’utenzamulti<strong>culturale</strong>;• corsi di formazione e aggiornamento per operatori dei servizi socio-sanitari, <strong>in</strong>segnanti e dirigenti sco<strong>la</strong>stici,educatori;• corsi, supervisioni e aggiornamento per mediatrici/mediatori <strong>in</strong>terculturali. La Cooperativa opera nei settori di<strong>in</strong>tervento del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>;• progettazione e realizzazione di attività <strong>in</strong>terculturali nelle scuole e nei centri giovanili;• conduzione di <strong>la</strong>boratori teatrali/<strong>in</strong>terculturali;• produzione di spettacoli teatrali con <strong>la</strong> compagnia multietnica Almateatro.Area assistenza e cura al<strong>la</strong> persona:• assistenza domiciliare presso comunità alloggio e abitazioni private• col<strong>la</strong>borazione familiareArea benessere e qualità del<strong>la</strong> vita:• Hammam – Bagno Turco – nel Centro Inter<strong>culturale</strong> delle Donne Alma Mater di Tor<strong>in</strong>o• Hammam Vil<strong>la</strong> Khamsa presso Vil<strong>la</strong>5 di Collegno• servizio di cuc<strong>in</strong>a <strong>in</strong>ternazionale a domicilio per feste e ricorrenze familiari, ricevimenti, co<strong>la</strong>zioni e cene di <strong>la</strong>voro• feste a tema con animazione e allestimento scenico.124


StoriaLa Talea è una cooperativa sociale – tipo A – creata nel 1992 da un gruppo di donne immigrate provenienti da varie aree delmondo (Brasile, Cameroun, Filipp<strong>in</strong>e, Marocco, Nigeria, Somalia, Tunisia, Zaire) e presenti a Tor<strong>in</strong>o, co<strong>in</strong>volte nel<strong>la</strong> fase dipreparazione e attivazione del Progetto Alma Mater.È <strong>in</strong> seguito ad un corso di formazione organizzato dall’Associazione Produrre e Riprodurre, <strong>in</strong>fatti, che le donne che vi hannopartecipato decidono di fondare <strong>la</strong> Cooperativa come momento di auto-aiuto nel loro percorso di migrazione e di <strong>in</strong>clusione,grazie al<strong>la</strong> s<strong>in</strong>ergia ed al<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> IV Circoscrizione, <strong>la</strong> Commissione Pari Opportunità del<strong>la</strong> Regione Piemonte, <strong>la</strong>Città di Tor<strong>in</strong>o ed altre Organizzazioni femm<strong>in</strong>ili.Nell’ambito delle diverse col<strong>la</strong>borazioni si evidenziano <strong>la</strong> creazione nel 1995 di un hammam femm<strong>in</strong>ile all'<strong>in</strong>terno del CentroAlma Mater, prima esperienza italiana di questo genere e, nel 2004 l’apertura di un nuovo Hammam a Collegno, dove all’<strong>in</strong>ternodel patto territoriale del<strong>la</strong> zona ovest, <strong>la</strong> Cooperativa ha promosso con ARCST Legacoop, ARCI Valle Susa, CooperativaAtypica, Centro Donna, Cooperativa Di Vittorio e Cooperativa Rond<strong>in</strong>e 83 un progetto di riqualificazione e gestione di una delleville del<strong>la</strong> Certosa Reale. Il gruppo ha costituito una società consortile a responsabilità limitata denom<strong>in</strong>ata “ONDA –Organizzazione no profit Donne Associate”, che ha per scopo <strong>la</strong> costruzione e <strong>la</strong> gestione dei <strong>la</strong>vori di recupero del<strong>la</strong> Vil<strong>la</strong> 5del<strong>la</strong> Certosa Reale <strong>in</strong> Collegno.La Vil<strong>la</strong> 5 ospita oggi un centro polifunzionale per servizi rivolti prevalentemente alle donne ed attività di <strong>in</strong>cubazione di impreselegate all’erogazione dei suddetti servizi, promuovendone lo sviluppo, <strong>la</strong> razionalizzazione e l’efficienza.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaGli obiettivi del<strong>la</strong> cooperativa sono:• favorire <strong>la</strong> creazione di opportunità di <strong>la</strong>voro per le donne migranti• sperimentare e diffondere modalità <strong>in</strong>novative di approccio al <strong>la</strong>voro• accrescere l’empowerment <strong>in</strong> campo personale, sociale e professionale delle donne migranti• favorire l’<strong>in</strong>tegrazione delle donne immigrate nel tessuto sociale• <strong>promuovere</strong> le pari opportunità di genere e tra migranti e nativi/e• <strong>promuovere</strong> <strong>la</strong> cultura e <strong>la</strong> valorizzazione dell’accoglienza• <strong>promuovere</strong> l’<strong>in</strong>terculturalità come processo di <strong>in</strong>tegrazione e di cittad<strong>in</strong>anza attiva.La <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>, <strong>la</strong> formazione, il teatro, l’organizzazione di progetti ed eventi socio-culturali, l’Hammam, sono glistrumenti privilegiati di <strong>la</strong>voro delle donne di Talea, per favorire reali processi <strong>in</strong>terculturali <strong>in</strong>tesi come scambio di pratiche emodelli di vita differenti.Numero dei 20 sociesoci/membri La Talea annovera tra le proprie socie le seguenti figure professionali: mediatrici/mediatori culturali,registe teatrali, animatrici <strong>in</strong>terculturali, formatrici dell’<strong>in</strong>tercultura e del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong>, operatricidell’assistenza, esperte di medic<strong>in</strong>e etniche tradizionali, esperte di pratiche etniche tradizionali per <strong>la</strong>cura e il benessere del corpo, massaggiatrici, estetiste.Servizio di <strong>mediazione</strong>A partire dal 1993 <strong>la</strong> Coop. La Talea, <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con l’Associazione Almaterra ed altre Organizzazioni del settore, hacreato, il Coord<strong>in</strong>amento dei mediatori culturali (C.M.C.), e<strong>la</strong>borando una metodologia di <strong>in</strong>tervento che ha dato vita a numerosiprogetti di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>. Le attività di <strong>mediazione</strong> sono svolte dal<strong>la</strong> Cooperativa all’<strong>in</strong>terno dei servizi pubblici –Comuni, ASL, Aziende Ospedaliere, Scuole, ecc. – a favore di un’ampia tipologia di utenza.MEDIonLINEDal 2005 è attivo MEDIonLINE, il primo servizio telefonico attivato <strong>in</strong> Italia per <strong>la</strong> soluzione rapida ed efficace ai problemil<strong>in</strong>guistici e culturali dei servizi che operano con un’utenza multietnica e multi<strong>culturale</strong>.Il servizio è rivolto a tutti gli enti pubblici e privati che necessitano di una traduzione l<strong>in</strong>guistica e <strong>culturale</strong>. Il servizio copre unavasta gamma di l<strong>in</strong>gue e culture ed è svolto da mediatrici e mediatori professionisti di madre l<strong>in</strong>gua.125


CONTRIBUTI DI RICERCAMediatori culturali126Dipendenti 8Col<strong>la</strong>boratori Co.Co.Pro 18Col<strong>la</strong>boratori esterni 132SessoNazionalità NumeroTitolo di studioM FMarocch<strong>in</strong>a 6 2 4 LaureaTunis<strong>in</strong>a 1 x LaureaAlger<strong>in</strong>a 1 x LaureaEx Jugos<strong>la</strong>via 2 x Media Superiore e LaureaNigeria 1 x LaureaGiordana 2 x LaureaCamerunese 1 x LaureaRumena 3 1 2 LaureaMoldavia 1 x LaureaPeru’ 2 2 DiplomaAlbania 1 x LaureaSomalia 2 x LaureaC<strong>in</strong>a 3 x LaureaProgettiMediazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>Con CITTÁ DI TORINO‣ Servizi socio-assistenziali: <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> nei servizi sociali decentrati‣ Servizi socio-educativi – Ufficio Mondialità (1994-1998-2001 ad oggi)‣ Servizi demografici ed elettorali – 2001-2002‣ Ufficio Casa (2001 ad oggi)‣ Progetto “Una f<strong>in</strong>estra sul<strong>la</strong> piazza” Ufficio Stranieri e Nomadi (novembre 2003-novembre 2004) progetto socioeducativorivolto ai m<strong>in</strong>ori che gravitano nell’area di Porta Pa<strong>la</strong>zzo, tramite l’<strong>in</strong>tervento di mediatore di stradamarocch<strong>in</strong>o‣ Progetto “Cantiere <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>” Centro Inter<strong>culturale</strong> giovanile – VI Circoscrizione (ottobre2003-2004) progettosocio-educativo di prevenzione del disagio giovanileCon CISAP Consorzio Intercomunale dei Servizi al<strong>la</strong> Persona (Grugliasco)‣ Servizio di <strong>mediazione</strong> a chiamata per le diverse esigenze del territorio.‣ Progetto “Auariu” (2003-2004) f<strong>in</strong>anziato dal<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o per azioni e <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong> tema di politiche diimmigrazione (legge 40/98).‣ Progetto “Media-zione” <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> di strada per m<strong>in</strong>ori.‣ Progetto “Go<strong>in</strong>g-to” (2004-2005), f<strong>in</strong>anziato con i contributi per azioni ed <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong> tema di politiche diimmigrazione (Legge 40/98).‣ Progetto “Ci sei o ci fai” (2003- 2005), fondo di <strong>in</strong>tervento per <strong>la</strong> Lotta al<strong>la</strong> Droga trasferito alle Regioni ex articolo 1– legge 18/02/19999 n. 45.Con Città di Collegno‣ Progetto “Tutte Dappertutto”- 2003-2004 – percorsi di <strong>in</strong>clusione sociale di donne migranti e native f<strong>in</strong>anziato dal<strong>la</strong>Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o per azioni e <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong> tema di politiche di immigrazione (Legge 40/98).‣ Progetto “Vil<strong>la</strong> 5” è un progetto di ristrutturazione e gestione del<strong>la</strong> pa<strong>la</strong>zz<strong>in</strong>a per attività e servizi rivolti alle donne,realizzato attraverso i Fondi Strutturali (DOCUP 2002-2006, Misura a Regia Regionale 3.1° – Progetti Integratid’Area).‣ Circolo Didattico “CIARI” Grugliasco – a.s. 2001-2002 progetto di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> per l’<strong>in</strong>serimento ascuo<strong>la</strong> di bamb<strong>in</strong>i immigrati.‣ Citta di Grugliasco a.s. 2002-2003 servizio di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> per l’<strong>in</strong>serimento a scuo<strong>la</strong> di bamb<strong>in</strong>i neoarrivatimarocch<strong>in</strong>i e c<strong>in</strong>esi.‣ Progetto Legge 40/98 Istituto Omnicomprensivo di Grugliasco.Laboratori teatrali <strong>in</strong>terculturali ALMATEATROCon il gruppo Almateatro, <strong>la</strong> Cooperativa conduce <strong>la</strong>boratori <strong>in</strong>terculturali nelle scuole medie superiori <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con ilCESEDI (Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o); svolge attività di ricerca e formazione all’<strong>in</strong>terno del centro <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> e <strong>in</strong> partnerariato conmolte associazioni multietniche di donne presenti <strong>in</strong> Italia.Ha aperto uno spazio teatrale per bamb<strong>in</strong>i delle scuole elementari e medie nel Centro AlmaMater e partecipa da anni al


Progetto “Caleidoscopio” e al Progetto “Scuole e Teatro” del Comune di Tor<strong>in</strong>o.‣ Progetto “Laboratorio <strong>in</strong>teretnico a San Salvario” 2003-2004 Città di Tor<strong>in</strong>o – Divisione Servizi Educativi.Laboratori teatrali e allestimento spettacolo con gli allievi delle scuole materne, elementari, medie e medie superiori,<strong>in</strong>segnanti e genitori del quartiere San Salvario.‣ Progetto “Spazi al femm<strong>in</strong>ile dal<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> al quartiere” 2002-2003 Città di Tor<strong>in</strong>o – Divisione Servizi Educativi –Ufficio Politiche di genere. Obiettivo del progetto: <strong>la</strong> creazione di spazi per le donne migranti e native che vivono aPorta Pa<strong>la</strong>zzo. Indag<strong>in</strong>e conoscitiva sul<strong>la</strong> vita quotidiana delle donne migranti di Porta Pa<strong>la</strong>zzo, <strong>la</strong>boratorio diattività espressive per l’apprendimento del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua italiana.‣ Progetto “Spazi al femm<strong>in</strong>ile – noi donne di Porta Pa<strong>la</strong>zzo” 2003-2004 Città di Tor<strong>in</strong>o – Divisione Servizi Educativi– Pari Opportunità. Il progetto vuole facilitare <strong>la</strong> nascita di un gruppo di donne native e migranti nel quartiere diPorta Pa<strong>la</strong>zzo. Questo gruppo dovrà <strong>promuovere</strong> l’<strong>in</strong>tegrazione e <strong>la</strong> partecipazione delle donne al<strong>la</strong> vita delquartiere, accrescere le conoscenze e le capacità <strong>in</strong>dividuali e di gruppo e facilitare l’accesso ai servizi e alle risorsedel quartiere e del<strong>la</strong> città.‣ Progetto L40: “Tutte dappertutto” 2003-2004 Prov<strong>in</strong>cia di Tor<strong>in</strong>o. Azioni nel campo del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong><strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>, consulenza giuridica, gestione di gruppi di auto-mutuo-aiuto con le mamme native e migranti e<strong>la</strong>boratori teatrali con le donne del territorio. Partenariato con il Centro Donna di Collegno gestito dall’Arci ValleSusa e <strong>la</strong> Cooperativa Atipica. Allestimento spettacolo e pubblicazione ricerca “L’arte del<strong>la</strong> cura” <strong>in</strong> tre l<strong>in</strong>gue:italiano, rumeno, arabo.‣ Progetto “Spazi al femm<strong>in</strong>ile – noi donne di Porta Pa<strong>la</strong>zzo” 2003-2004 Città di Tor<strong>in</strong>o – Divisione Servizi Educativi– Pari Opportunità. Il progetto vuole facilitare <strong>la</strong> nascita di un gruppo di donne native e migranti nel quartiere diPorta Pa<strong>la</strong>zzo. Questo gruppo dovrà <strong>promuovere</strong> l’<strong>in</strong>tegrazione e <strong>la</strong> partecipazione delle donne al<strong>la</strong> vita delquartiere, accrescere le conoscenze e le capacità <strong>in</strong>dividuali e di gruppo e facilitare l’accesso ai servizi e alle risorsedel quartiere e del<strong>la</strong> città.Pari opportunità‣ Progetto Asse E – Misura E 1-F.S.E. 2002 “Accompagnamento e tutor<strong>in</strong>g dei servizi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>”.‣ Progetto Asse E – Misura E 1-F.S.E. 2003-2004 “LANGUAGE LINE – sperimentazione di attività di tele<strong>la</strong>voro permediatrici culturali” progetto sperimentale di servizio gratuito di <strong>mediazione</strong> l<strong>in</strong>guistico-<strong>culturale</strong> telefonico per Entiche operano con un’utenza immigrata.‣ Progetto Asse E – Misura E 1-F.S.E. “Fumnet: imprenditorialità femm<strong>in</strong>ile nelle perform<strong>in</strong>g arts: elementi per unsistema di eccellenza” Il progetto è il risultato di un’esperienza di partenariato attivo e ha l’obiettivo generale dirafforzare <strong>la</strong> coscienza e <strong>la</strong> visibilità di una categoria di artiste specifica (settore teatro, danza, musica) e di sostenere ilrafforzamento di una professionalità <strong>in</strong>novativa femm<strong>in</strong>ile favorendo i percorsi di crescita e di auto-imprenditorialità.‣ Progetto “Cultura di parità e <strong>in</strong>tercultura” Asse E – Misura E 1-F.S.E, il progetto, presentato dal Comune diMoncalieri vede come partner pr<strong>in</strong>cipale <strong>la</strong> Coop. LA TALEA gruppo Almateatro. Inizio settembre 2003,conclusione settembre 2004. Il progetto prevede attività di educazione e sensibilizzazione alle pari opportunità, conun’ottica <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> nelle scuole medie <strong>in</strong>feriori e superiori di Moncalieri, con i genitori, gli <strong>in</strong>segnanti e i giovani.‣ Progetto Equal II fase “Web FEM – Web For Empowerment: realizzazione di azioni <strong>in</strong>tegrate volte a <strong>promuovere</strong>l’<strong>in</strong>clusione delle donne migranti nei territori rurali, mediante l’identificazione e <strong>la</strong> valorizzazione delle competenze<strong>in</strong>espresse di cui sono portatrici, <strong>in</strong> partenariato con S&T Società Cooperativa <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con ColdirettiTor<strong>in</strong>o, Comune di Borgiallo (Tor<strong>in</strong>o), Confcooperative Tor<strong>in</strong>o, Poliedra s.p.a., Prov<strong>in</strong>cia di Alessandria.‣ Progetto Legge 215 – <strong>in</strong>terventi a favore dell’imprenditoria femm<strong>in</strong>ile, per l’allestimento dell’Hammam e <strong>la</strong> Sa<strong>la</strong>Polivalente di Vil<strong>la</strong> 5-Collegno.Tipologia deibeneficiariVolume dell’utenzaFonti dif<strong>in</strong>anziamentoDonne migranti e nativeUtenti stranieri che afferiscono ai serviziM<strong>in</strong>ori e loro famiglieEnti pubblici e loro operatoriAnziani e persone con handicap fisici e psichiciClienti private/iFondi Comunali, Prov<strong>in</strong>ciali, Regionali, Unione Europea, scuole, ASL.Dal<strong>la</strong> vendita di servizi.127


CONTRIBUTI DI RICERCAEnti per cui prestaservizioTerritorio diriferimentoComune di Tor<strong>in</strong>o,Città di CollegnoConsorzio CISAPASLCircoli didatticiCESEDIRegionale128


Associazione TANTE TINTERagionesocialePresidenteIndirizzo sedelegaleIndirizzo sedioperativeNumerotelefono/faxe-mailSito webOrarioAssociazioneFabio GhiaraVia Santa Maria di Castello, 14 (Alessandria)Asti – Via Roero 49Alessandria – Via S. Maria di Castello 14Novara – Via Calvari 12/f0131-288093 per tutte le sedi (collegamento V.O.IP.)fax: 0131-228588alessandria@tantet<strong>in</strong>te.it, asti@tantet<strong>in</strong>te.it, novara@tantet<strong>in</strong>te.it, direzione@tantet<strong>in</strong>te.itwww.tantet<strong>in</strong>te.itAlessandria: 8.30-13.00 tutti i giorni (pomeriggio non aperta al pubblico ma operativa) – attività di counsel<strong>in</strong>gorientativo. Formazione l<strong>in</strong>guistica cosi brevi di <strong>in</strong>serimento <strong>la</strong>vorativoAsti: solo su appuntamentoNovara: solo su appuntamentoServiziAlessandria – attività di counsel<strong>in</strong>g orientativo. Formazione l<strong>in</strong>guistica cosi brevi di <strong>in</strong>serimento <strong>la</strong>vorativo – sede di serviziocivile – coord<strong>in</strong>amento <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>Asti – attività di counsel<strong>in</strong>g orientativo. Formazione l<strong>in</strong>guistica cosi brevi di <strong>in</strong>serimento <strong>la</strong>vorativo – sede di servizio civile<strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>Novara – attività di counsel<strong>in</strong>g orientativo. Formazione l<strong>in</strong>guistica cosi brevi di <strong>in</strong>serimento <strong>la</strong>vorativo – sede di serviziocivile <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>StoriaIl Dipartimento degli Affari Sociali presso il Consiglio dei M<strong>in</strong>istri, nell’ambito del P.O.N. “I percorsi dell’<strong>in</strong>clusione sociale”, ha<strong>in</strong>detto nel 1998 un bando per <strong>la</strong> presentazione di progetti f<strong>in</strong>alizzati a percorsi di formazione utili alle politiche di <strong>in</strong>serimentosociale di persone svantaggiate.In tale contesto il progetto “Tante T<strong>in</strong>te” nasce come percorso di formazione per mediatori <strong>in</strong>terculturali, voluto dalleamm<strong>in</strong>istrazioni prov<strong>in</strong>ciali di Asti e Alessandria, e gestito dal CFPP Casa di Carità ONLUS di Tor<strong>in</strong>o.Obiettivo generale del percorso è stata <strong>la</strong> formazione (e <strong>la</strong> “messa <strong>in</strong> marcia”) di uno staff di mediatori <strong>in</strong>terculturali e <strong>la</strong> loro<strong>in</strong>tegrazione nel<strong>la</strong> rete dei servizi sociali a disposizione dei cittad<strong>in</strong>i e dell’Amm<strong>in</strong>istrazione, per attivare le politiche sociali re<strong>la</strong>tiveal problema dell’immigrazione di cittad<strong>in</strong>i extracomunitari.Al term<strong>in</strong>e del corso, nel giugno 2000, otto allievi del corso, (di provenienza albanese, marocch<strong>in</strong>a, ispanica e iugos<strong>la</strong>va) presentisul territorio delle prov<strong>in</strong>ce di Alessandria ed Asti, ed un gruppo di cittad<strong>in</strong>i, italiani e stranieri, hanno fondato un‘associazione,mantenendo il nome del progetto.Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaL ’Associazione di promozione sociale Tante T<strong>in</strong>te è stata fondata con i seguenti scopi statutari:• realizzare <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>culturale</strong>• realizzare <strong>in</strong>terventi di educazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>, educazione allo sviluppo• realizzare <strong>in</strong>terventi di orientamento e <strong>in</strong>serimento socio-<strong>la</strong>vorativo di cittad<strong>in</strong>i stranieri• attivare servizi reali a favore degli associati• realizzare <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong> azioni di cooperazione <strong>in</strong>ternazionale, per lo sviluppo locale, <strong>in</strong> modo specifico nei Balcani e neipaesi dell’Est Europa.129


CONTRIBUTI DI RICERCAAree di competenzaAccompagnamento: supporto ai nuclei famigliari, per quanto attiene all'<strong>in</strong>tegrazione sociale, sanitaria, sco<strong>la</strong>stica e <strong>culturale</strong>.Consulenza e Orientamento <strong>la</strong>vorativo: attività di consulenza personalizzata, rivolta sia ai s<strong>in</strong>goli che alle imprese, per unamigliore <strong>in</strong>tegrazione <strong>in</strong> ambito <strong>la</strong>vorativo e un più efficiente <strong>in</strong>contro tra domanda ed offerta di <strong>la</strong>voro; orientamento dei<strong>la</strong>voratori occupati verso enti ed organizzazione di tute<strong>la</strong> (patronati, s<strong>in</strong>dacati, ecc...).Mediazione Culturale: presso 64 enti convenzionati.Educazione Inter<strong>culturale</strong>: organizzazione di convegni a rilevanza regionale sul tema del<strong>la</strong> <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>;partecipazione al<strong>la</strong> commissione regionale di def<strong>in</strong>izione dello standard formativo re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> figura del mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>e al tavolo sull'immigrazione voluto dall’amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale di Alessandria.Istruzione: organizzazione, <strong>in</strong> via sperimentale, di corsi di formazione professionale e di conoscenza generale del<strong>la</strong> culturaitaliana, f<strong>in</strong>alizzati a <strong>promuovere</strong> l'<strong>in</strong>tegrazione dei cittad<strong>in</strong>i stranieri; organizzazione di <strong>la</strong>boratori l<strong>in</strong>guistici all'<strong>in</strong>terno del carcereper <strong>la</strong> traduzione di norme, leggi e annunci.Ricerca: progetto di monitoraggio del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione detenuta extracomunitaria, allo scopo di far emergere le difficoltà che glistranieri <strong>in</strong>contrano nel contatto con <strong>la</strong> realtà e <strong>la</strong> giustizia italiana, nonché le prospettive che nutrono per il periodo successivoallo pena detentiva.Numero deisoci/membriOltre 200 (tra le varie tipologie di soci).Servizio di <strong>mediazione</strong>Tutte le casistiche di <strong>in</strong>tervento di <strong>mediazione</strong>, di attività di sportello e di assistenza all’<strong>in</strong>serimento socio economico adesclusione dell’assistenza legale.MediatoriculturaliDipendenti 3Col<strong>la</strong>boratori Co.Co.Pro 4Col<strong>la</strong>boratori esterni 14Nazionalità NumeroSessoM FTitolo di studioAlbania 4 1 3 Laurea <strong>in</strong> pedagogiaDiploma superioreDiploma superioreLaurea <strong>in</strong> musicologiaNigeria 3 3 Scuo<strong>la</strong> media superioreEgitto 1 1 Laurea <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gueMoldavia 1 1 Diploma superioreCuba 1 1 LaureaArgent<strong>in</strong>a 1 1 Laurea <strong>in</strong> giurisprudenzaMarocco 4 1 3 Diploma superioreLaurea <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gueRomania 2 2 Diploma superioreUcra<strong>in</strong>a 1 1 LaureaSerbia 1 1 LaureaProgettiIl progetto T<strong>in</strong>a è stato realizzato nel<strong>la</strong> prov<strong>in</strong>cia di Asti nel periodo settembre 2003/settembre 2004 con <strong>la</strong> cooperazione tra:l’Amm<strong>in</strong>istrazione Comunale di Asti, il PIAM ONLUS ASTI, <strong>la</strong> Consigliera per le Pari Opportunità del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Asti, ilCISA-Asti Sud (Consorzio Comunale Socio Assistenziale), l’Opera Pia Sant’Antonio Asti Onlus, <strong>la</strong> Cooperativa Crescere<strong>in</strong>siemedi Canelli e l’Associazione Tante T<strong>in</strong>te. L’azione ha previsto <strong>la</strong> realizzazione di percorsi di arricchimento professionale rivolti aglioperatori e percorsi pre e post <strong>in</strong>serimento e arricchimento professionale rivolto ai beneficiari e l’acquisizione del<strong>la</strong> qualifica dimediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> da parte di alcuni operatori. Sono stati co<strong>in</strong>volti una vent<strong>in</strong>a di operatori, tra cui qualche ragazza ex Art.18, ed una vent<strong>in</strong>a di beneficiarie, <strong>in</strong> diversi casi ex Art. 18.L’<strong>in</strong>tervento ha avuto come obiettivo generale l’accesso dei “nuovi cittad<strong>in</strong>i” ai diritti di cittad<strong>in</strong>anza attivando servizipermanenti funzionali al governo locale delle politiche migratorie.L’obiettivo occupazionale specifico si concretizza <strong>in</strong> 120 <strong>in</strong>serimenti <strong>la</strong>vorativi, 60 dei quali equamente distribuiti sulle due130


Prov<strong>in</strong>ce <strong>in</strong>teressate.La PS (Partnership di Sviluppo) del Progetto EQUAL TANTE TINTE, coord<strong>in</strong>ata dall’Associazione Tante T<strong>in</strong>te (ente nonprofit), è composta da 8 partner provenienti dal settore pubblico (OIL, Organizzazione Internazionale del Lavoro, INPS,Direzione regionale del Piemonte e il Centro territoriale permanente di educazione degli adulti) e dal privato (Unione <strong>in</strong>dustrialidi Alessandria, Ente Scuo<strong>la</strong> Edile). Affronta <strong>la</strong> problematica dell’<strong>in</strong>serimento socio-<strong>la</strong>vorativo dei soggetti immigrati nelleprov<strong>in</strong>ce di Alessandria e di Asti <strong>in</strong> cui il fenomeno migratorio è recente e non esiste una tradizione <strong>in</strong> materia di politiche diaccoglienza e <strong>in</strong>tegrazione. Ne consegue che <strong>la</strong> manodopera disponibile è utilizzata senza programmazione con le politichesociali, creando precarietà occupazionale e differenze sociali significative rispetto al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione autoctona. L’obiettivooccupazionale specifico si concretizza <strong>in</strong> 120 <strong>in</strong>serimenti <strong>la</strong>vorativi, 60 dei quali equamente distribuiti sulle due Prov<strong>in</strong>ce<strong>in</strong>teressate.Prov<strong>in</strong>cia di Asti MISURA B1 L<strong>in</strong>ea 2 POR-Regione PiemonteIl Progetto nel<strong>la</strong> sua fase operativa di presa <strong>in</strong> carico del cliente ha preso avvio il 19 marzo 2003 con i primi colloqui <strong>in</strong>dividuali.L'attività è <strong>in</strong>iziata attraverso <strong>la</strong> convocazione telefonica degli utenti per il primo colloquio conoscitivo. In seguito sul<strong>la</strong> base deirisultati ottenuti si è provveduto al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione: occupabili /non immediatamente occupabili. Le strutture operanti sulterritorio (Comune, Servizi Sociali, ASL, Associazioni, SERT, DSM, ecc.) che hanno <strong>la</strong> facoltà di segna<strong>la</strong>re utenti <strong>in</strong>seribili nelProgetto B1, dovranno segna<strong>la</strong>re il caso agli operatori del CpI, i quali provvederanno ad <strong>in</strong>serire le persone nel processo previstodal DL 297/00 ed <strong>in</strong> seguito nei Percorsi previsti dai progetti specifici (B1, A2, A3).Il Progetto B1 Lotto 2 prevede tipi di utenzaben def<strong>in</strong>iti (ex detenuti, giovani a rischio, disabili fisici, extracomunitari) <strong>la</strong> selezione viene condotta dall’équipe del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>eorientamento che provvede, su segna<strong>la</strong>zione degli operatori che gestiscono le altre misure, ad <strong>in</strong>serire nel Progetto B1 gli utenti.Tipologia deibeneficiariVolumedell’utenzaFonti dif<strong>in</strong>anziamentoEnti per cuipresta servizioTerritorio diriferimentoCittad<strong>in</strong>i stranieri e Italiani.Oltre 400 tra le vaie sedi.FSE, Fondi Regionali, fondi propri.Oltre 64 convenzioni attive.Asti, Alessandria, Vercelli, Novara, Pavia, Mi<strong>la</strong>no, Bergamo.131


CONTRIBUTI DI RICERCAAssociazione WelcomeRagione socialePresidenteVice PresidenteIndirizzo sede legaleIndirizzo sede operativaAssociazioneViorica StratuMaarouf AbdelmajidVia Repubblica 43 – Presso Studio Cavicchioli – Biel<strong>la</strong>Biel<strong>la</strong> – Via Lamarmora 4-Presso ufficio AUSERCossato – Via Marconi 12-Presso <strong>la</strong> Biblioteca ComunaleNumero telefono/fax 348.2633343e-mai<strong>la</strong>ss.welcome@libero.itOrario di aperturaSportello di Cossatopresso Biblioteca Comunale,Via Marconi 12:Lunedì 15:00-17:00Martedì 10:00-12:00Venerdì 15:00-17:00Sportello di Biel<strong>la</strong>presso CGIL, spazio riservato all’AUSER,Via Lamarmora, 4Martedì 15:00-17:00Mercoledì 15:00-17:00Servizi• Informazioni e consulenza sulle pratiche burocratiche e documentazione re<strong>la</strong>tive al r<strong>in</strong>novo permessidi soggiorno, carta di soggiorno, ricongiungimenti famigliari.• Informazioni su modalità di fruizione di servizi sanitari è socio-assistenziali anche ad enti pubblici.• Consulenza l<strong>in</strong>guistica a richiesta.• Informazioni sulle modalità di trasferimento di denaro al paese d‘orig<strong>in</strong>e.• Informazioni sulle modifiche delle normative del<strong>la</strong> politica d’immigrazione.• Nelle scuole servizio di supporto complementare didattico, facilitazione l<strong>in</strong>guistica e comunicativa,dialogo fra istituzione e famiglie.• Aiutare agli immigrati ad orientarsi fra i servizi messi a disposizione dalle amm<strong>in</strong>istrazione pubbliche,dai servizi sociali e da altri enti di accoglienza,orientamento e formazione del Biellese.• Ruolo di <strong>in</strong>terfaccia con altri uffici <strong>in</strong> grado di gestire l’accoglienza e l’orientamento degli utenti.• Progetto I.S.I (Informazione salute Immigrati),dest<strong>in</strong>ato anche ad immigrati irrego<strong>la</strong>ri o c<strong>la</strong>ndest<strong>in</strong>i.Assistenza sanitaria. Visite mediche, Distribuzione medic<strong>in</strong>ali, e altre <strong>in</strong>formazione re<strong>la</strong>tive a <strong>la</strong> sanità.StoriaL’Associazione è nata per dimostrare che gli immigrati esistono anche al di fuori dell’ambito <strong>la</strong>vorativo, che sonopersone con una identità, una storia, ed una dignità fatta di sentimenti, affetti, esperienze di vita e competenzediverse. L’associazione è costituita da un gruppo di 9 giovani arrivati da altri “mondi”, che hanno partecipato alcorso per “Mediatori Inter<strong>culturale</strong>” organizzato dal<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong> e realizzato da Città Studi (Annoformativo 2003/2004). Term<strong>in</strong>ato il corso si sono costituiti nell’Associazione Inter<strong>culturale</strong> di solidarietà socialedenom<strong>in</strong>ata “WELCOME”. Sono rappresentate 6 diverse provenienze.L’ associazione è stata costituita <strong>in</strong> data 26 maggio 2004.132


Missione, obiettivi e f<strong>in</strong>alità, aree di competenzaL’associazione si ispira ai valori dell’etica, del<strong>la</strong> solidarietà, del<strong>la</strong> valorizzazione delle differenze.Nell’<strong>in</strong>tento di agire <strong>in</strong> favore di tutta <strong>la</strong> collettività l’associazione promuove:• L’accoglienza e l’<strong>in</strong>tegrazione economica e sociale degli immigranti;• Lo sviluppo dell’economia <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re del Welcome Market<strong>in</strong>g e dell’IdentityManagement;• Lo sviluppo dell’economia <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> e del<strong>la</strong> f<strong>in</strong>anza solidale e <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> cooperazionesociale, del commercio equo,del turismo <strong>culturale</strong>, accessibile e sostenibile e del<strong>la</strong> cooperazione alconsumo;• La col<strong>la</strong>borazione e lo scambio di buone prassi tra le imprese sociali e le imprese tradizionali, gli entilocali, gli ord<strong>in</strong>i professionali, le associazioni produttive, le università, gli istituti sco<strong>la</strong>stici, leorganizzazioni s<strong>in</strong>dacali, le banche e le fondazioni bancarie;• Mediazione e traduzione multil<strong>in</strong>gue (rumeno, russo, arabo, francese, spagnolo) presso le scuole ed entilocali;• Partecipazione ed organizzazione degli eventi che favoriscano l’<strong>in</strong>tegrazione sociale e il dialogo tra leculture;• Partecipazione alle ricerche e studi sull’immigrazione anche per conto di altri enti committenti;• Gestione di sportelli d’<strong>in</strong>formazione ed orientamento sui temi dell’immigrazione.Numero dei soci/membri9 personeServizio di <strong>mediazione</strong>Mediatori culturali9 Mediatori Interculturali provenienti da: Marocco, Russia, Ecuador,Perù, Romania, Moldavia, 3 uom<strong>in</strong>i e 6 donne di età compresa tra 25 e 35anni.ProgettiL’associazione nel<strong>la</strong> sua breve attività ha col<strong>la</strong>borato con enti pubblici e privati, con le scuole del territorio, e conaltre associazioni culturali: Etnica, Apertamente, Amici Biellesi, Angel<strong>in</strong>o, progetto “Donne <strong>in</strong> viaggio”.L’associazione partecipa al Tavolo per <strong>la</strong> Pace, coord<strong>in</strong>ato dall’Assessorato per <strong>la</strong> Pace del<strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong> eal<strong>la</strong> Rete Territoriale Immigrati (RTM Biel<strong>la</strong>) dove sono collocati vari soggetti che si occupano del temaimmigrazione.Realizzazione del Calendario Welcome 2005, le cui immag<strong>in</strong>i rilevavano il tema dell’<strong>in</strong>tegrazione <strong>in</strong> tutti gli ambitidel<strong>la</strong> quotidianità. Il calendario <strong>in</strong> oggetto ha le f<strong>in</strong>alità di fornire anche elementi di conoscenza sulle piùimportante festività religiose, civile nazionali, e le pr<strong>in</strong>cipali giornate festive <strong>in</strong>ternazionali riconosciute dall’ONU.Il progetto e stato realizzato grazie al contributo economico del<strong>la</strong> Fondazione Cassa di Risparmio di Biel<strong>la</strong> e LaProv<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong> ed altri sostenitori privati,<strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con Eventi & Progetti Comunicazione.Organizzazione del<strong>la</strong> Giornata Mondiale dell’Immigrazione il 18/12 nel<strong>la</strong> ha realizzato:- Progetto “Un Saluto di Pace”; <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con le scuole elementare di Biel<strong>la</strong>Progetto “Tenda”; <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con il Conso<strong>la</strong>to del Marocco, che ha messo a disposizioneuna tenda marocch<strong>in</strong>a, allestita <strong>in</strong>ternamente piazzata un giorno prima <strong>in</strong> Piazza Duomo (Biel<strong>la</strong>)- Progetto “Cena Multietnica”; <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con l’associazione Equo-Solidale Raggio Verde- Sfi<strong>la</strong>ta di “Moda Araba”- Chiusura del<strong>la</strong> giornata 18/12 con una Serata Musicale Lat<strong>in</strong>oAmericana.Tipologia dei beneficiariVolume dell’utenzaFonti di f<strong>in</strong>anziamentoEnti per cui presta serviziTerritorio di riferimento- Immigrati.- Enti locali, pubblici e privati che, si occupano di immigrazione.- Pubbliche amm<strong>in</strong>istrazione.Enti locali, pubblici e privati, Pubbliche amm<strong>in</strong>istrazioni ed anchefondazione bancarie.Enti locali, pubblici e privati, Pubbliche amm<strong>in</strong>istrazioni ed anchefondazione bancarie.Il territorio di riferimento e <strong>la</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Biel<strong>la</strong> e d<strong>in</strong>torni.133


134CONTRIBUTI DI RICERCA


Appendice 2IL PROFILO PROFESSIONALE DEL MEDIATORE INTERCULTURALE DELLA REGIONE PIEMONTEDocumentazione fornita dal<strong>la</strong> Regione Piemonte, Direzione formazione professionale – <strong>la</strong>voro,Settore standard formativi – Qualità ed orientamento professionale.Descrizione generaleMEDIATORE INTERCULTURALEIl mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> svolge attività di collegamento tra le culture straniere e le strutture, iservizi e le istituzioni locali e nazionali col<strong>la</strong>borando al<strong>la</strong> ricerca di risposte alle esigenze di<strong>in</strong>tegrazione degli immigrati. Presta <strong>la</strong> propria opera presso strutture e servizi, sia pubblici cheprivati (ASL, ospedali, consultori, scuole, centri di accoglienza, servizi socio assistenziali, carceri,uffici pubblici sia statali che dell'amm<strong>in</strong>istrazione locale ecc.) Col<strong>la</strong>bora con gli operatori deiservizi pubblici e privati affiancandoli nello svolgimento delle loro attività e partecipando al<strong>la</strong>programmazione degli <strong>in</strong>terventi al f<strong>in</strong>e di garantirne l'efficacia. L'allievo potrà f<strong>in</strong>alizzare <strong>la</strong>professionalità acquisita al f<strong>in</strong>e di fornire <strong>la</strong> propria opera a soggetti pubblici e privatiprecedentemente citati, anche promuovendo con altri allievi <strong>la</strong> costituzione di un'impresa diservizi <strong>in</strong> regime di cooperativa.ELENCO COMPETENZEValorizzare le identità dei s<strong>in</strong>goli nel rispetto delle differenze• CAPACITÁ:- Identificare l’<strong>in</strong>terlocutore attraverso <strong>la</strong> sua storia- Identificare i bisogni di base e le attese dell’<strong>in</strong>terlocutore- Potenziare le risorse <strong>in</strong>dividuale dell’<strong>in</strong>terlocutore- Identificare le potenzialità e le aree di fragilità dell’<strong>in</strong>terlocutore- Garantire l’identità dell’<strong>in</strong>terlocutoreFOCUSProgettare <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione all’analisi dei bisogniIndividuare v<strong>in</strong>coli e opportunità dei contesti <strong>in</strong>terculturali• CAPACITÁ:- Analizzare flussi comunicativi- Corre<strong>la</strong>re d<strong>in</strong>amiche re<strong>la</strong>zionali e comportamentali ad elementi culturali- Identificare modalità di <strong>mediazione</strong> utilizzabile nei diversi contestiFOCUSIdentificare i conf<strong>in</strong>i del proprio ruolo nei diversi contesti135


CONTRIBUTI DI RICERCAFavorire contesti di col<strong>la</strong>borazione/<strong>in</strong>tegrazione• CAPACITÁ:- Agevo<strong>la</strong>re azioni di <strong>in</strong>terculturalità- Promuovere azioni di <strong>mediazione</strong>- Facilitare azioni di prevenzione del disagioFOCUSIdentificare strategie per favorire percorsi di <strong>in</strong>tegrazioneRe<strong>la</strong>zionarsi con i servizi• CAPACITÁ:- Identificare le pr<strong>in</strong>cipali procedure operative dei Servizi di riferimento- Riconoscere le opportunità offerte dai Servizi <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione alle loro prestazioni- Identificare le potenzialità (<strong>in</strong>terne/esterne) dei ServiziFOCUSSviluppare l’<strong>in</strong>tervento di reteELENCO ATTIVITÁCo<strong>in</strong>volgere l’utente straniero e i soggetti autoctoni• AZIONI:- Accompagnare i soggetti nel processo di <strong>in</strong>tegrazione- Raccogliere <strong>in</strong>formazioni- Informare su opportunità di stabilizzazione nel tessuto sociale e <strong>culturale</strong>- Stimo<strong>la</strong>re al confronto- Evidenziare gli effetti positivi dell’<strong>in</strong>tegrazioneFOCUSDef<strong>in</strong>ire le fasi di un percorso di accoglienza e <strong>in</strong>serimentoARGOMENTITeorie e tecniche del<strong>la</strong> comunicazioneElementi di psicologia e sociologia trans<strong>culturale</strong>Analisi dei bisogniNozioni di dirittoNormativa e procedure italiane ed europee <strong>in</strong> materia di immigrazioneEducazione al<strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anza136


Sostenere l’<strong>in</strong>terlocutore nel processo di <strong>in</strong>tegrazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>• AZIONI:- Accompagnare l’<strong>in</strong>terlocutore al r<strong>in</strong>forzo del<strong>la</strong> propria identità <strong>culturale</strong> el<strong>in</strong>guistica- Accompagnare l’<strong>in</strong>terlocutore al rispetto delle altre identità culturali e l<strong>in</strong>guistiche- Costruire azioni per <strong>la</strong> stabilizzazione dell’<strong>in</strong>terlocutore nel tessuto economicosocialeFOCUSPredisporre azioni di <strong>mediazione</strong> che favoriscano l’<strong>in</strong>tegrazioneARGOMENTITecniche di osservazioneAntropologia <strong>culturale</strong>Trasformazioni del contesto socio ambientaleMediazione dei conflittiL<strong>in</strong>gua italianaMedic<strong>in</strong>a sociale ed educazione sanitariaPartecipare al<strong>la</strong> programmazione degli <strong>in</strong>terventi rivolti ad immigrati/autoctoni• AZIONI:- Mappare i servizi del territorio- Attivare i servizi per s<strong>in</strong>gole <strong>in</strong>iziative/progetti- Attivare re<strong>la</strong>zioni con gli operatori del contesto di riferimento- Realizzare <strong>in</strong>iziative e prassi operativeFOCUSProdurre una mappa dei servizi territorialiARGOMENTIPolitiche sociali: il territorio come sistema di retePrassi normative e organizzazione dei serviziTecniche di progettazione e di microprogettazione137


138CONTRIBUTI DI RICERCA


Stampa ProfiloIdentificazione univoca del profiloNome: Mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>Indirizzo:Tipo:StandardDescrizione perl'orientamento:Descrizione analiticaIl mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong> svolge attività di collegamento tra le culture straniere e le strutture, i servizi e le istituzioni localie nazionali col<strong>la</strong>borando al<strong>la</strong> ricerca di risposte alle esigenze di <strong>in</strong>tegrazione degli immigrati.Presta <strong>la</strong> propria opera presso strutture e servizi, sia pubblici che privati (ASL, ospedali, consultori, scuole, centri diaccoglienza, servizi socio assistenziali, carceri, uffici pubblici sia statali che dell'amm<strong>in</strong>istrazione locale ecc.)Col<strong>la</strong>bora con gli operatori dei servizi pubblici e privati affiancandoli nello svolgimento delle loro attività e partecipandoal<strong>la</strong> programmazione degli <strong>in</strong>terventi al f<strong>in</strong>e di garantirne l'efficacia.L'allievo potrà f<strong>in</strong>alizzare <strong>la</strong> professionalità acquisita al f<strong>in</strong>e di fornire <strong>la</strong> propria opera a soggetti pubblici e privatiprecedentemente citati, anche promuovendo con altri allievi <strong>la</strong> costituzione di un'impresa di servizi <strong>in</strong> regime dicooperativa.Attività:Co<strong>in</strong>volgere l’utente straniero e i soggetti autoctoniDescrizione:Azioni:Argomenti:Focus:Accompagnare i soggetti nel processo di <strong>in</strong>tegrazioneRaccogliere <strong>in</strong>formazioniInformare su opportunità di stabilizzazione nel tessuto sociale e <strong>culturale</strong>Stimo<strong>la</strong>re al confrontoEvidenziare gli effetti positivi dell’<strong>in</strong>tegrazioneElementi di psicologia e sociologia trans<strong>culturale</strong>Analisi dei bisogniNozioni di dirittoNormativa e procedure italiane ed europee <strong>in</strong> materia di immigrazioneEducazione al<strong>la</strong> cittad<strong>in</strong>anzaTeorie e tecniche del<strong>la</strong> comunicazioneDef<strong>in</strong>ire le fasi di un percorso di accoglienza e <strong>in</strong>serimentoAttività:Sostenere l’<strong>in</strong>terlocutore nel processo di <strong>in</strong>tegrazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>Descrizione:Azioni:Argomenti:Focus:Accompagnare l’<strong>in</strong>terlocutore al r<strong>in</strong>forzo del<strong>la</strong> propria identità <strong>culturale</strong> e l<strong>in</strong>guisticaAccompagnare l’<strong>in</strong>terlocutore al rispetto delle altre identità culturali e l<strong>in</strong>guisticheCostruire azioni per <strong>la</strong> stabilizzazione dell’<strong>in</strong>terlocutore nel tessuto economico-socialeTrasformazioni del contesto socio ambientaleL<strong>in</strong>gua italianaTecniche di osservazioneMediazione dei conflittiMedic<strong>in</strong>a sociale ed educazione sanitariaAntropologia <strong>culturale</strong>predisporre azioni di <strong>mediazione</strong> che favoriscano l’<strong>in</strong>tegrazioneAttività:Partecipare al<strong>la</strong> programmazione degli <strong>in</strong>terventi rivolti ad immigrati/autoctoniDescrizione:Azioni:Argomenti:Focus:Mappare i servizi del territorioAttivare i servizi per s<strong>in</strong>gole <strong>in</strong>iziative/progettiAttivare re<strong>la</strong>zioni con gli operatori del contesto di riferimentoRealizzare <strong>in</strong>iziative e prassi operativePolitiche sociali: il territorio come sistema di retePrassi normative e organizzazione dei serviziTecniche di progettazione e di microprogettazioneProdurre una mappa dei servizi territorialiPag<strong>in</strong>a 1 Di 3


Competenza: Valorizzare le identità dei s<strong>in</strong>goli nel rispetto delle differenzeDescrizione:Capacità:Argomenti:Identificare l’<strong>in</strong>terlocutore attraverso <strong>la</strong> sua storiaIdentificare i bisogni di base e le attese dell’<strong>in</strong>terlocutorePotenziare le risorse <strong>in</strong>dividuale dell’<strong>in</strong>terlocutoreIdentificare le potenzialità e le aree di fragilità dell’<strong>in</strong>terlocutoreGarantire l’identità dell’<strong>in</strong>terlocutoreFocus:Competenza:Progettare <strong>in</strong>terventi di <strong>mediazione</strong> <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione all’analisi dei bisogniIndividuare v<strong>in</strong>coli e opportunità dei contesti <strong>in</strong>terculturaliDescrizione:Capacità:Argomenti:Analizzare flussi comunicativiCorre<strong>la</strong>re d<strong>in</strong>amiche re<strong>la</strong>zionali e comportamentali ad elementi culturaliIdentificare modalità di <strong>mediazione</strong> utilizzabile nei diversi contestiFocus:Competenza:Identificare i conf<strong>in</strong>i del proprio ruolo nei diversi contestiFavorire contesti di col<strong>la</strong>borazione/<strong>in</strong>tegrazioneDescrizione:Capacità:Argomenti:Agevo<strong>la</strong>re azioni di <strong>in</strong>terculturalitàPromuovere azioni di <strong>mediazione</strong>Facilitare azioni di prevenzione del disagioFocus:Competenza:Identificare strategie per favorire percorsi di <strong>in</strong>tegrazioneRe<strong>la</strong>zionarsi con i serviziDescrizione:Capacità:Argomenti:Identificare le pr<strong>in</strong>cipali procedure operative dei Servizi di riferimentoRiconoscere le opportunità offerte dai Servizi <strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione alle loro prestazioniIdentificare le potenzialità (<strong>in</strong>terne/esterne) dei ServiziFocus:Sviluppare l’<strong>in</strong>tervento di retePag<strong>in</strong>a 2 Di 3


Parte 2.3 Matrice Attività / CompetenzeElenco competenze:C1 - Valorizzare le identità dei s<strong>in</strong>goli nel rispetto delledifferenzeC2 - Individuare v<strong>in</strong>coli e opportunità dei contesti<strong>in</strong>terculturaliC3 - Favorire contesti di col<strong>la</strong>borazione/<strong>in</strong>tegrazioneC4 - Re<strong>la</strong>zionarsi con i serviziElenco attività:A1 -A2 -A3 -Co<strong>in</strong>volgere l’utente straniero e i soggettiautoctoniSostenere l’<strong>in</strong>terlocutore nel processo di<strong>in</strong>tegrazione <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>Partecipare al<strong>la</strong> programmazione degli <strong>in</strong>terventirivolti ad immigrati/autoctoniPag<strong>in</strong>a 3 Di 3


02/09/2005Sezione 2 bis - Requisiti standardIdentificazione univoca del profiloNome: Mediatore <strong>in</strong>ter<strong>culturale</strong>Settore: SOCIOSANITARIO E PUBBLICA AMMINISTRAZIONEComparto: ATTIVITA' DI EROGAZIONE SERVIZI SOCIOASSISTENZIALIAltro:Durata prova f<strong>in</strong>ale: 16Durata per dest<strong>in</strong>atarioOre Corso: 600Durata stage: 200Dest<strong>in</strong>atari:Sco<strong>la</strong>rità di riferimento:Altri titoli di studio ammessi orichiesti e/o prerequisiti:Adulti > 25 anni disoccupati o <strong>in</strong>occupatiGiovani


BIBLIOTECA – CENTRO DI DOCUMENTAZIONEOrario: dal lunedì al venerdì ore 9.30-12.30Via Nizza 18 – 10125 Tor<strong>in</strong>oTel. 011 6666441 – Fax 011 6666442e-mail: biblioteca@ires.<strong>piemonte</strong>.it – http://213.254.4.222Il patrimonio del<strong>la</strong> biblioteca è costituito da circa 30.000 volumi e da 300 periodici <strong>in</strong> corso.Tra i fondi speciali si segna<strong>la</strong>no le pubblicazioni ISTAT su carta e su supporto elettronico, il catalogo deglistudi dell’IRES e le pubblicazioni sul<strong>la</strong> società e l’economia del Piemonte.I SERVIZI DELLA BIBLIOTECAL’accesso al<strong>la</strong> biblioteca è libero.Il materiale non è conservato a scaffali aperti.È disponibile un catalogo per autori, titoli, parole chiave e soggetti.Il prestito è consentito limitatamente al tempo necessario per effettuare fotocopia del materiale all’esternodel<strong>la</strong> biblioteca nel rispetto delle vigenti norme del diritto d’autore.È possibile consultare banche dati di libero accesso tramite <strong>in</strong>ternet e materiale di reference su CDRom.La biblioteca aderisce a BESS-Biblioteca Elettronica di Scienze Sociali ed Economiche del Piemonte.La biblioteca aderisce al progetto ESSPER.UFFICIO EDITORIAMaria Teresa Avato, Laura Carovigno – Tel. 011 6666447-446 – Fax 011 6696012 – E-mail:editoria@ires.<strong>piemonte</strong>.itULTIMI CONTRIBUTI DI RICERCASYLVIE OCCELLI“Sens<strong>in</strong>g” mobility: an outl<strong>in</strong>e of a mas model for urban mobilityTor<strong>in</strong>o: IRES, 2005, Contributo LabSIMQ n. 3, “Contributo di Ricerca” n. 190STEFANIA LORENZINI, STEFANO PIPERNOL’IRAP <strong>in</strong> Piemonte – Analisi delle dichiarazioni 1999 e 2000Tor<strong>in</strong>o: IRES, 2005, “Contributo di Ricerca” n. 191STEFANO AIMONE, ROBERTO CAGLIERO, CLAUDIA COMINOTTIFiliere e politiche agro<strong>in</strong>dustriali <strong>in</strong> PiemonteRicerca commissionata dal<strong>la</strong> Regione Piemonte – Assessorato Ambiente, Agricoltura e Qualità –Direzione n. 11 – Programmazione e Valorizzazione dell’AgricolturaTor<strong>in</strong>o: IRES, 2005, “Contributo di Ricerca” n. 192STEFANO AIMONE, LORENZO MULLERAgenzia per i nuovi <strong>in</strong>sediamenti montaniS<strong>in</strong>tesi degli studi prelim<strong>in</strong>ari – Azione N2 del PSR 2000-2006 del<strong>la</strong> Regione PiemonteTor<strong>in</strong>o: IRES, 2005, “Contributo di Ricerca” n. 193LUCIANO ABBURRÀ, PAOLA BORRIONE, RENATO COGNO, MARIA CRISTINA MIGLIOREMisurare lo sviluppo sociale nelle regioniCosa ci dicono i dati di SISREG: il Sistema di Indicatori Sociali Regionali dell’IRES PiemonteTor<strong>in</strong>o: IRES, 2005, “Contributo di Ricerca” n. 194SIMONE LANDINI, SYLVIE OCCELLIInfo-mobility e propensione al tele<strong>la</strong>voro: un’analisi esplorativa per il PiemonteTor<strong>in</strong>o: IRES, 2005, Contributo LabSIMQ n. 4, “Contributo di Ricerca” n. 195MASSIMO GUAGNINI, SANTINO PIAZZA, STEFANO PIPERNO, DANIELE PIVETTIIl modello econometrico multisettoriale del Piemonte: il modulo sul<strong>la</strong> politica fiscale delsettore pubblico localeTor<strong>in</strong>o: IRES, 2005, “Contributo di Ricerca” n. 196

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