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La formazione della proprietà fondiaria dell'ospedale Rodolfo Tanzi

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Massimo Guenza<strong>La</strong> <strong>formazione</strong> <strong>della</strong> proprietà <strong>fondiaria</strong> <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>[Edito a stampa in L’ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> di Parma in età medievale, acura di Roberto Greci, Bologna 2004, pp. 137-178. © Massimo Guenza.Distribuito in formato digitale da Itinerari Medievali]PremessaStudiare la proprietà <strong>fondiaria</strong> di un ente religioso o assistenziale è uno deimodi per conoscere la realtà economica e sociale <strong>della</strong> località in cui taleente ha sede. Inoltre, essendo questo oggetto di donazioni e a sua voltaerogatore di beneficenza e servizi, è possibile, mediante la valutazione <strong>della</strong><strong>formazione</strong>, <strong>della</strong> consistenza e <strong>della</strong> gestione del patrimonio, avere unaidea abbastanza precisa <strong>della</strong> sua incisività sulla popolazione e sulla vita<strong>della</strong> città. Per questi motivi si è scelto di studiare la <strong>formazione</strong> <strong>della</strong>proprietà <strong>fondiaria</strong> <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>. In questa analisi ci si èfermati all'anno 1330 perché in quella data è stato redatto un inventario deibeni dell'ente 1 che certifica una situazione precisa e documentata.Analisi documentariaRaffrontata ad altre realtà documentarie relative ad enti ecclesiastici oospedalieri coevi, la situazione <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> non ècertamente delle più promettenti: infatti, dal punto di vista quantitativo, idocumenti che sono giunti sino a noi relativamente alla politicaamministrativa e finanziaria di questo ospedale, sono esigui; tuttavia, nelpanorama parmense, tale istituzione risulta essere uno degli enti con ladocumentazione più cospicua 2 .Solo per fare alcuni confronti ricordiamo che per periodi di tempoprossimi a quello preso in considerazione il capitolo <strong>della</strong> Cattedrale di1 E. ANVERSA, L'Ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> di Parma nei documenti membranacei diprivilegi, indulgenze e concessioni (1214-1368), tesi di laurea, Università degli Studi diBologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1985-1986, rel. G. Plessi, p. XXI e ss. eAppendice n. 2; P. BASILE, L'ospedale "<strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>" di Parma nel Trecento, tesi dilaurea, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1999-2000, rel.G. Albini.2 M. GAZZINI, Ospedali a Parma nei secoli XII-XIV. Note storiche e archivistiche, inR.Greci (a cura di), <strong>La</strong> Via Francigena nell'Emilia occidentale. Ricerche archivistiche ebibliografiche, Bologna 2002, pp. 91-119.1


Cremona dispone di oltre un migliaio di pezzi 3 , l'ospedale <strong>della</strong> Scala diSiena, per il solo Trecento, possiede un Diplomatico che conta quasi 3000pergamene 4 , l'ospedale di S.Maria di San Gallo, presso Firenze ci hatramandato un inventario redatto all'inizio del XIV secolo (San Gallo, 1), unlibro di "Entrate" relative agli anni 1322-1329 (San Gallo, 17) e un libro di"Fitti e livelli dal 1343 al 1350" (San Gallo, 4) 5 ; cospicuo è anche ilmateriale relativo all'ospedale dei S.S Giacomo e <strong>La</strong>zzaro alla Tomba diVerona, il quale conta numerosissimi registri 6 .I motivi che possono aver determinato l'esiguità numerica dei documentirelativi all'ente parmense possono essere ovviamente molti incendi,devastazioni, tumulti, roghi, smarrimenti 7 . Ad esempio nel 1306, in seguitoad una sollevazione contro Giberto da Correggio, all'epoca signore diParma, i palazzi del podestà e del capitano del Popolo vennero presid'assalto e saccheggiati, mentre l'archivio del comune venne dato allefiamme 8 ; ma anche gli incendi casuali erano frequenti, come avvenne nel1253, quando in città bruciarono ben 373 case 9 .Un recente sondaggio <strong>della</strong> documentazione spettante all'ospedale<strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, riporta l'esistenza di 290 documenti compresi tra il 1182 e il1346 10 . Per quanto riguarda questa ricerca possiamo dire che per un arco ditempo minore, cioè dal 1201 al 1330, i documenti relativi al patrimoniosono 153, tutti collocati nel fondo dell'Archivio di Stato di Parma, AntichiOspizi Civili, in diverse buste 11 (ad eccezione di un unico documentoriportato da Nicolli 12 .Questi documenti sono così suddivisi: 105 acquisti, 19 permute, 11immissioni in possesso, 15 tra affitti, livelli ed enfiteusi, 2 usufrutti,1vendita. <strong>La</strong> prevalenza dei cosiddetti documenti «pesanti», cioè quellirelativi ai diritti di proprietà e possesso più che alla gestione corrente deibeni evidenzia una selezione che si riscontra di sovente nei procedimenti di3 G. CHITTOLINI, I beni terrieri del Capitolo <strong>della</strong> Cattedrale di Cremona fra il XIII e ilXIV sec., in "Nuova Rivista Storica", XLIX (1965), pp. 213-274.4 S.R. EPSTEIN, Alle origini <strong>della</strong> fattoria toscana. L'ospedale <strong>della</strong> Scala di Siena e le sueterre (metà '200 - metà '400), Firenze 1986, p.3.5 G. PINTO, Forme di conduzione e rendita <strong>fondiaria</strong> nel contado fiorentino: le terre<strong>dell'ospedale</strong> di San Gallo in IDEM, <strong>La</strong> Toscana nel tardo Medio Evo. Ambiente, economiarurale, società, Firenze 1982, pp. 247-329.6 M. LECCE, I beni terrieri di un antico istituto ospedaliero veronese (sec. XII-XVIII), inG. Barbieri (a cura di), Studi in onore di Amintore Fanfani, Milano 1962, III, pp. 51-181.7 P. CAMMAROSANO, Italia Medievale. Strutture e geografia delle fonti, Roma 1991, pp.22-28.8 Chronicon Parmense ab anno MXXXVIII usque ad annum MCCCXXXVIII, a cura di G.BONAZZI, R. I. S. 2, IX/9, Città di Castello 1902-1904, pp. 1-259, qui pp. 105-106.9 Ibidem, p. 23.10 M.GAZZINI, Ospedali a Parma nei secoli XII-XIVcit., p. 103.11 Archivio di Stato di Parma (d'ora in poi ASPr), Antichi Ospizi Civili, Ospedale <strong>Rodolfo</strong><strong>Tanzi</strong> (d'ora in poi ASPr, RT), bb. 11, 12, 13, 14, 15, 24.12 F. NICOLLI, Codice diplomatico parmense, Piacenza 1835, doc. CDLIX, p. 231.2


conservazione archivistica 13 .Dal punto di vista cronologico essi non sono distribuiti in manieraomogenea 14 . Nei primi 10 anni <strong>della</strong> sua esistenza il <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> acquistadue case e due pezze ortive in città, una pezza di terra a Noceto e ne affittauna ortiva in città; si tratta di piccoli investimenti che fanno pensare ad unascarsa disponibilità di denaro, che però pare aumentare notevolmente a finedecennio quando nel 1209 l'ente acquista, per la considerevole cifra di 250lire imperiali, il mulino detto dei figli di Giacomo Salve 15 . I quattro decennisuccessivi si caratterizzano comunque per la non elevata quantità didocumenti e per il fatto di essere tutti relativi ad acquisti, ad eccezione diuna enfiteusi 16 . E' sempre nella prima metà del XIII secolo come vedremopiù avanti, che l'ospedale entra in possesso dei mulini e dei diritti relativialle acque del canale Cinghio nella zona di Capodiponte, nonostante alcuneliti nel 1214 che lo vedono in aperto conflitto con l'ospedale di S. GiovanniGerosolimitano e diversi abitanti, <strong>della</strong> vicinia dì S Maria dì borgoTaschieri 17 . In questa zona infatti si gioca una importante partita tra il poterecivile e quello religioso per il controllo di quella parte <strong>della</strong> città che hasaputo trarre da una catastrofe naturale, come può essere stata quella che nel1177 o 1180 ha allagato la città e spostato l'alveo del torrente Parma, lospunto per un repentino quanto veemente sviluppo sia urbanistico cheeconomico 18 .Dopo il ventennio 1241-1260, durante il quale la documentazioneamministrativa del <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> è scarsissima (disponiamo infatti di silitre documenti), si assiste ad un progressivo aumento e diversificazione degli13 P. CAMMAROSANO, Italia medievale cit., p. 65.14 <strong>La</strong> distribuzione dei documenti divisa per decenni è la seguente: 1201-1210=6 atti (5acquisti e 1 livello); 1211-1220=5 atti (4 acquisti e 1 immissione in possesso, indipendentedagli altri atti precedenti); 1221-1230=8 atti (8 acquisti); 1231-124=7 atti (7 acquisti);1241-1250=2 atti (1 acquisto e 1 enfiteusi); 1251-1260=1 acquisto; 1261-1270=8 atti (6acquisti, 1 permuta e 1 usufrutto); 1271-1280=13 atti (5 acquisti, 3 permute, 2 immissioniin possesso, di cui una relativa ad una delle permute, 2 livelli ed 1 affitto); 1281-1290=26atti (17 acquisti, 2 permute, 1 immissione in possesso, indipendente dagli altri attiprecedenti, 4 affitti, 1 livello e 1 enfiteusi); 1291-1300=18 atti (14 acquisti, 1 permuta, 1immissione in possesso di un lascito testamentario, 1 livello, 1 affitto); 1301-1310=15 atti(9 acquisti, 2 permute, 2 immissioni in possesso, indipendenti dagli altri atti precedenti, 1affitto, 1 enfiteusi); 1310-1320=24 atti (16 acquisti, 5 permute, 1 immissione in possesso,probabilmente di una donazione, 1 usufrutto, 1 vendita); 1321-1330=20 atti (12 acquisti, 5permute, 3 immissioni in possesso, tutte collegate ai relativi atti di acquisto).15 ASPr, RT, b. 11, n. 8, 1209 maggio 6.16 Ibidem, b. 24, n. 4, 1248 aprile 5: Gabriele di Giovanni Paterio ottiene in enfiteusi daPietro, rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, una pezza di terra edificabile in«borgo Novo ante portam predicti hospitali» per 18 imperiali annui.17 M. GAZZINI, <strong>La</strong> città, la strada, l'ospitalità: l'area di Capodiponte a Parma tra il XII eXI secolo, in R. GRECI (a cura di), Un'area di strada: l'Emilia occidentale nel Medioevo,Bologna 2000, pp. 307-331, qui p. 315. Capodiponte è l'area di oltretorrente posta ad ovestcittà.18 G. ALBINI, Città e ospedali nella Lombardia medievale, Bologna 1993, pp. 46-53.3


atti notarili. Una simile drastica riduzione <strong>della</strong> produzione documentariapuò testimoniare un periodo di particolare crisi. Sono gli anni dei più accesiconflitti tra guelfi e ghibellini che vedono Parma assumere un ruolofondamentale nello scontro tra i comuni e l'imperatore Federico II 19 ; inseguito ad un clamoroso voltafaccia <strong>della</strong> città il sovrano tedesco decise nel1247 di radere al suolo Parma e di costruire al suo posto una nuova città,Vittoria, che egli cominciò a costruire ancora prima di aver portato acompimento la prima parte del suo progetto. Le fondamenta <strong>della</strong> nuovacittà vennero gettate a Grola, località che distava assai poca da Parma 20 .Questo stato di belligeranza protrattosi per oltre tre anni, tra scorrerie,scontri sanguinosi, rappresaglie e devastazioni creò non pochi problemi achi già all'epoca possedeva diversi appezzamenti nei pressi dei fossati checircondavano la città. Finito l'aperto conflitto con l'imperatore, la situazionepolitica interna di Parma non accennò a quietarsi, al punto che nel 1253vennero concessi poteri straordinari a Giberto da Gente affinché pacificassele riottose fazioni cittadine e l'anno successivo venne acclamato podestà perdieci anni 21 . Con molta probabilità quindi, a causa <strong>della</strong> riduzione dielemosine, donazioni e rendite, come spesso accadde durante i periodi diguerra, l'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> si trovò ad avere una scarsa liquidità. Unatale situazione è confermata dalla concessione del papa Innocenzo IV di bencento giorni di indulgenza a tutti i fedeli che avessero aiutato l'ospedaleparmense con elemosine 22 .Riguardo alla varietà dei documenti spettanti all'ospedale si può notarecome a fronte di un elevato numero di atti di compravendite (circa 68%) dipermute (circa 12%) e di immissioni in possesso (circa 7%), vi sianosoltanto 17 documenti (poco più dell'11%) che sono collegabili alla gestionedelle proprietà.Di questi 17 documenti, due vedono l'ospedale come locatario e noncome locatore: il primo è proprio dei primi anni e con esso <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> inpersona prende in affitto una pezza di terra ortiva in borgo Taschieri 23 ;l'altro è di un secolo più tardo e riguarda l'affitto di un oratorio S. Pietro di19 P. TOUBERT, A. PARAVICINI BAGLIANI (a cura di), Federico II e le città italiane,Palermo 1994.20 I. AFFO', Storia di Parma, Parma, 1792-1794 (ris. anast. Bologna 1980), 4 voll., III, pp.205 e ss. Per una ricostruzione recente di questi avvenimenti, D. ABULAFIA, Federico II.Un imperatore medievale, trad. it., Torino 1990, pp. 312 e ss.21 I. AFFO', Storia di Parma cit., III, pp. 236 e ss.; per una interpretazione di questoperiodo si veda R. GRECI, Salimbene e la politica parmense del Duecento, inSalimbeniana. Atti del Convegno per il VII centenario di fra Salimbene - Parma 1987-1989, Bologna 1991, pp. 117-132.22 ASPr, RT, b. 9, n. 2, 1253 ottobre 4, Assisi; ANVERSA, L'Ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit.,doc. 2, pp. 15-17.23 ASPr, RT, b. 11, n. 4, 1204 settembre 1: Uguizoni Grandini di Capodiponte, pro remedioanime sue investe per 29 anni frate <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong>, di unterzo pro indiviso di una pezza di terra ortiva in borgo Taschieri al prezzo di 3 denariimperiali annui.4


Ciel d'oro di Pavia 24 . Per quanto riguarda invece gli altri atti si può notarecome vi sia una insolita attività negli anni '80 del XIII secolo: in queldecennio vengono infatti stipulati ben 6 contratti, riguardanti tre case in cittàe tre pezze di terra 25 .<strong>La</strong> durata di questi contratti non permette di fare considerazioni sullemodalità di gestione del patrimonio fondiario dell'ente. Sei contratti dilocazione riguardano case, per altro tutte in città 26 ; in questi casi si va dallanon specificazione dei termini (tre casi, due dei quali riguardano il possessodi edifici abitativi ceduti dagli affittuari dell'ospedali a terzi, a cinque anni(un caso), a 29 anni (due casi) mentre una casa viene data perfino in affittoperpetuo. Per i restanti 7 contratti di locazione l'oggetto del contratto è24 Ibidem, b. 13, n. 8, 1301 maggio 5: il monastero di S.Pietro di Ciel d'oro di Pavia affittaper 29 anni a Giovanni, rettore e ministro del <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, un oratorio con relativi edificie diritti a Castel'Aicardi, al prezzo di una libbra piperiis necti et boni da pagarsi per la festa<strong>della</strong> Vergine in agosto.25 Fr. Giacomo da Marano, ministro e rettore del <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, dà a livello ad una personail cui nome risulta illeggibile una pezza di terra lavorativa di una biolca al prezzo di due staie un quarterio di frumento all'anno (ASPr, RT, b. 12, n. 16, 1282 marzo 10); Maria, mogliedi Delayno de Blanchis, e Delayno, suo marito, vendono a Rolando Caghensacho, una casacon casamento ed edifici posti in vicinia S.Giacomo in borgo Forte, fatto salvo il fittoannuale per l'ospedale Radolfo <strong>Tanzi</strong> di 26 imperiali (b. 12, n.18, 1282 ottobre 19);Giacomo da Marano, rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> affitta per 29 anni aManfredello Draghi una pezza di terra a Eia dietro la corresponsione annuale di 3 stai difrumento da consegnare il 15 agosto (b. 12, n. 25, 1284 ottobre 9); Giacomo da Marano,rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> affitta ad pensionem per 5 anni a Geraldo deAleis Speciali una casa posta in vicinia S.Bartolomeo al prezzo di 45 soldi imperialiall'anno, da pagarsi il 15 agosto (b. 12, n. 26, 1284 ottobre 30); Ianno da Scusano, conversoe sindaco <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> affitta per 10 anno a Jacopino di Paolo una pezza diterra incolta in Colorno in 3 biolche al prezzo di 3 soldi imperiali annui, da pagarsi il 15agosto (b. 12, n. 36, 1288 aprile 3); Armanno, rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong><strong>Tanzi</strong>, da in enfiteusi a Ghisla moglie q. Giovanni Saleri da Sant'Andrea una casa concasamento posta in vicinia S.Giacomo (b. 12, n. 41, 1289 novembre 3).26 Gerardino di Enrico da Paderno vende a Jacopino Speziano e ad Alessandro del fuGuglielmo da Berceto una casa con casamento ed edifici e curia retrostante siti in vicinaS.Giacomo in borgo Forte, fatto salvo fatto salvo l'affitto dovuto all'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>(b. 12, n. 2, 1276 gingno 17); Maria, moglie di Delayno de Blanchis, e Delayno, suomarito, vendono a Rolando Caghensacho una casa con casamento ed edifici posti in viciniaS. Giacomo in borgoForte, fatto salvo il fitto annuale per l'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> di 26imperiali (b. 12, n. 18, 1282 ottobre 19); b 12, n. 26, 1284 ottobre 30: cfr. nota precedente;Giacomo da Marano, rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> affitta ad pensionemper 5 anni a Gerardo de Aleis Speciali una casa con casamento ed edifici posta in viciniaS.Bartolomeo al prezzo di 45 soldi imperiali all'anno, da pagarsi il 15 agosto (b. 12, n. 26,1284 ottobre 30); Tommaso Montano, vende a Gherardina moglie di Rolandinocaghensacho una casa con casamento ed edifici posti in vicinia S. Giacomo, fatto salvol'affitto di 28 imperiali da corrispondere all'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> in occasione <strong>della</strong> festadi S. Michele (b. 12, n. 48, 1291 dicembre 8); Giovanni, ministro e rettore <strong>dell'ospedale</strong><strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> da in affitto perpetuo ad una persona il cui nome risulta illeggibile una casacon casamento posti in vicinia S. Basilide al prezzo di 12 imperiali annui da pagarsi inoccasione <strong>della</strong> festa <strong>della</strong> Beata Maria Vergine in agosto (b. 12, n. 56, 1295 maggio 17).5


costituito da terre: in questi casi la durata va da 10 anni (un caso) a 24 anni(due casi), a 29 (un caso), alla durata perpetua (un caso) 27 ; in due casi ladurata non è specificata.Nessuno di questi documenti sembra nascondere un prestito dissimulatodal momento che nei contratti non sono presenti clausole di prelazione nelcaso l'ospedale decida di vendere tali proprietà, né siamo in possesso di atticon i quali i locatari abbiano precedentemente venduto all'ospedale i propribeni. In un'epoca in cui il prestito ad interesse era ufficialmente proibitodalla Chiesa, una persona che necessitava urgentemente di denaro potevafingere di vendere un bene immobile al prestatore (quello che sulla cartafigurava come un prezzo d'acquisto era in realtà la somma prestata) ericeverla il giorno stesso, o al massimo pochi giorni dopo, in enfiteusi,impegnandosi a pagare un canone d'affitto che era, in realtà, l'interessedovuto al creditore. Atti di questo genere erano completati da clausole moltorestrittive che garantivano al debitore la possibilità di riottenere la pienaproprietà del suo bene all'estinzione del debito e al creditore la restituzione<strong>della</strong> somma prestata con gli interessi in contanti o in natura 28 .Un ultimo accenno meritano i due usufrutti concessi dall'ospedale: ilprimo del 1267 riguarda due terre del valore di 13 lire imperiali poste aCarignano che vengono concesse a due chierici/famigli <strong>della</strong> chiesa diS.Ambrogio, dopo che proprio due mesi prima il <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> le avevaacquistate da un chierico <strong>della</strong> stessa chiesa, Bernardo de Botono, per 19lire 29 .27 Pietro, rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, da in enfiteusi perpetua Gabriele diGiovanni Paterio una pezza di terra casamentiva posta in « borgo Novo ante porta predictihospitali» ; di una tavola e sei piedi, al prezzo di 18 imperiali annuali da pagarsi per la festa<strong>della</strong> Beata Maria Vergine in agosto (b. 24, n. 4, 1248 aprile 5); Giacomo da Marano,rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, da a livello per 24 anni a Giacomo Piligarisuna pezza di terra posta in pertinenza di Varlatico di 5 staia e tre tavole al prezzo di 6 soldiannui (b. 12, n. 4, 1276 settembre 9); Giacomo da Marano, rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong><strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, da a livello per 24 anni a Gilberto Calçolario una pezza di terra vignataposta in pertinenza di Varlatico di una biolca e tre tavole al prezzo di 12 soldi e 4 denariannui (b. 12, n. 4, 1276 settembre 9); 1282 marzo 10 (b. 12, n. 16,: cfr. note precedenti);1284 ottobre 9 (b. 12, n. 25, cfr. note precedenti); 1288 aprile 3 (b. 12, n. 36, cfr. noteprecedenti); Giovanni, rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, da in enfiteusi aJacobino çanaçi una pezza di terra casamentiva posta nella vicinia di S. Spirito di tre tavolee 9 piedi e mezzo al prezzo di 14 imperiali a tavola da pagarsi per la festa <strong>della</strong> Beata MariaVergine in agosto (b. 13, n. 09, 1302 marzo 12).28 C. VIOLANTE, Per lo studio dei prestiti dissimulati in territorio milanese. Secoli X-XI,in G. BARBIERI (a cura di), Studi in onore di Amintone Fanfani, Milano 1962, I, pp. 641-735.29 Bernardo de Botono, chierico <strong>della</strong> chiesa di S. Ambrogio, di 25 anni, nipote edusufruttuario di magister Bernardo di Vigatulo, q. canonico parmense, vende a Giacomo daMarano, converso e sindaco <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, due pezze di terra a Carignano: laprima arativa sita in località Pontexellum, la seconda, metà per indiviso, sita in localitàClausum Petri, per un totale di 19 biolche e mezza, al prezzo di 19 lire imperiali; ibidem,altra pergamena, 1267 dicembre 13: Pietro Bixia, canonico <strong>della</strong> Pieve di Carignano e6


Poiché l'usufrutto decade con la morte degli usufruttuari, l'ente sarebberientrato nel pieno possesso del bene avendo nel frattempo conseguito unprofitto anticipato di 13 lire imperiali da ripartire sul periodo imprecisato<strong>della</strong> vita degli usufruttuari stessi. In pratica si tratta di un affitto del qualenon si conosce preventivamente la scadenza e pertanto la rendita annuale.Una tipologia di contratto assai simile a questa, è adottata dal convento diS. Domenico di Bologna diversi decenni più tardi. Nella seconda metà delXIV secolo, in seguito alla peste e più in generale alla crisi politica edeconomica che funestarono il Bolognese, si cominciano a registrare dellevendite dette ad vitam: in pratica il negozio consisteva nella vendita da partedel convento dell'usufrutto di una proprietà ad un acquirente; la durata <strong>della</strong>cessione del possesso del bene in questione era pertanto pari alla vita delconcessionario. In questa maniera l'ente poteva incamerare subito discretesomme di denaro pur mantenendo la proprietà dell'appezzamento <strong>della</strong> terra.Sulla base di alcuni calcoli è stato stabilito che in genere il prezzo <strong>della</strong>vendita corrispondeva a 10 annualità d'affitto, il che significa che gliamministratori bolognesi valutavano in un decennio la durata media diquesto tipo di contratto. Nel 1352 ben l'8% del patrimonio fondiario delconvento bolognese risulta essere venduto in questa maniera 30 . Per restareall'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> non abbiamo però altre testimonianze di atti diquesto genere fino al 1374, anno a partire dal quale invece sembra chediventi abbastanza praticato 31 .L'altro usufrutto è del XIV secolo e consiste nella concessione da parte diGiovanni, rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong>, ad un familiare <strong>dell'ospedale</strong>stesso di cinque pezze di terre, per un totale di quindici biolche 32 , poste aSan Michele Tiorre, località a 15 km dalla città 33 . Probabilmente in questoIanno de Rocha <strong>della</strong> chiesa di S. Ambrogio ricevono in usufrutto dall'ospedale <strong>Rodolfo</strong><strong>Tanzi</strong> le due pezze di terra del documento precedente, per un valore di 13 lire imperiali(ASPr, RT, b. 11, n. 53, 1267 ottobre 13).30 A.I. PINI, Forme di conduzione, rendita <strong>fondiaria</strong> e rese cerealicole nel bolognese dopola peste del 1348: l'azienda del convento di S. Domenico, a cura di V. FUMAGALLI, G.ROSSETTI, Bologna 1980, p. 274.31 Ringrazio Giuliana Albini per questa segnalazione.32 Pari a circa 4,6 ettari. Cfr. V. BANZOLA, Le antiche misure parmigiane, Parma 1968.33 Giovanni, rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, da in usufrutto a Cadevi-lano,familiare <strong>dell'ospedale</strong>, 5 pezze di terra poste a San Michele Tiorre, per un totale di 19biolche: la prima pezza di terra, in San Michele Tiorre, località Inlariana, le cui coerenzesono: chiesa di Toiorio; Tiberiis; Borlenghi, per una estensione di 4 biolche.; la secondapezza di terra lavorativa, di 2 biolche, in Toiorio, località Inlariana, le cui coerenze sono:Ubertino Spolcuo; via; quelli di Sasso; la terza pezza di terra di tre biolche poste in SanMichele Tiorre, località Inlariana, confinante da 2 parti con gli eredi Gerardo Rossi edall'altra con la; la quarta pezza di terra lavorativa di due biolche in San Michele Tiorre,località ad Vallem Sigifridi, le cui coerenze sono [...] de Bedutio, monastero di S. Micheledi Toiorio; la quinta pezza di terra prativa, 4 biolche poste a Matriculi, località Inbalaxio;,le cui coerenze sono monastero di S. Ulderico, Hagaçi e a nord Guglielmo Rossi (ASPr,RT, b. 13, n. 56, 1311 maggio 16).7


caso specifico il ricorso all'usufrutto in favore di un familiare rivela lavolontà dell'ente di mantenere un controllo diretto anche su appezzamentinon proprio prossimi alla città.Consistenza e tipologia <strong>della</strong> proprietàAlla fine del periodo da noi considerato, la proprietà <strong>fondiaria</strong> <strong>dell'ospedale</strong><strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> si aggira complessivamente intorno ai 230-233 ettari: unaestensione del tutto ragguardevole se si pensa che il capitolo Cattedrale diCremona, nello stesso lasso di tempo, arriva a possedere, calcolando iprincipali fondi, circa 233 ettari 34 ; l'ospedale di S.Maria <strong>della</strong> Scala, l'enteospedaliero più importante di Siene, fortemente e strettamente legato agliinteressi del comune, arriva a possedere nel 1326-1318 terre per 489 ettari 35 ;l'ospedale di San Gallo di Firenze agli inizi del XIV secolo possiede oltre150 ettari 36 ; il convento di S. Domenico di Bologna nel 1348 - quindiappena prima la tremenda epidemia di peste del 1348, in seguito alla qualetutti i patrimoni fondiari degli enti religiosi sono stati grandemente ampliati- possiede circa 135 ettari 37 , mentre l'ospedale dei S.S. Giacomo e <strong>La</strong>zzarodi Verona, alla stessa data, circa 270 38 .Alla proprietà <strong>fondiaria</strong> del <strong>Tanzi</strong> bisogna aggiungere 34 pezze di terracasamentiva, cioè edificabile (delle quali non è possibile ricostruirel'estensione dato che assai di rado essa viene riportata nei singolidocumenti) e 44 casse ad esse annesse, in maggior parte poste in città erelativi diritti d'uso delle acque dei canali sui quali sono collocati.Esaminiamo adesso le proprietà fondiarie nelle sue componentitipologiche. <strong>La</strong> proprietà <strong>fondiaria</strong> del <strong>Tanzi</strong> si presenta così suddivisa percirca il 77% terra arativa, per quasi il 9% terra boschiva, per quasi il 7%terra vineata e per circa il 6% terra prativa. Si riscontra pertanto una forteprevalenza <strong>della</strong> terra dedicata alla cerealicoltura ed una equa distribuzione<strong>della</strong> restante in tre tipologie differenti. Se una distribuzione di questogenere non è prerogativa peculiare del <strong>Tanzi</strong>, lo è invece la presenza di unaforte componente di terra boschiva, che non sempre è riscontrabile in altrienti presi come riferimento. Ad esempio la grande proprietà del monasterofemminile benedettino di S. Maria Teodote di Pavia posta a Borgo S.Donnino, l'attuale Fidenza, cittadina posta ad una ventina di chilometri daParma, che tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo si aggira intorno ai550 ettari, è per il 53% destinata alla cultura dei cereali, per il 32% a prato e34 CHITTOLINI, I beni terrieri del Capitolo <strong>della</strong> cattedrale di Cremonacit., p. 217.35 EPSTEIN, Alle origini <strong>della</strong> fattoria toscanacit., p. 40.36 PINTO, Le terre <strong>dell'ospedale</strong> di San Gallocit., pp. 253 e 268-269.37 A.I. PINI, Forme di conduzionecit., pp. 259-297, qui p. 269.38 LECCE, Beni terrieri cit., p. 63.8


per il restante 15% è destinata alla vite, al bosco, e all'incolto 39 . A Bolognainvece il convento di S. Domenico presenta un'altra articolazione: infatti benl'82% delle terre sono arative e il restante è diviso tra prativo (11%) e vite(6%) 40 . Maggior varietà presenta invece l'ospedale dei S.S. Giacomo e<strong>La</strong>zzaro di Verona, ove a fronte di un 58% di terre arative, vi sono terrearative e vineate insieme (14%), alberi da frutto (14%) e terre prative(13%) 41 . Data la grande rilevanza delle terre arative tra le proprietà del<strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, specie se raffrontata con gli esempi riportati, si può avanzarel'ipotesi che il nostro ente possieda un numero elevato di terre di minorpregio, la cui lavorazione richiede una minor assiduità rispetto alla colturadi alberi da frutto o di vite; oppure, ma le due possibilità non si escludonovicendevolmente, l'ente parmense possiede la maggior parte delle sue terrein località distanti e pertanto esse sono dedicate a colture meno impegnative.Terra arativa 42<strong>La</strong> cerealicoltura è l'attività agricola primaria per tutto il Medioevo. Essarichiede alcuni periodi di intensa lavorazione — semina, mietitura, trasportonei granai - in occasione dei quali si fa ricorso spesso all'opera di salariati, afronte di lunghi periodi in cui l'attenzione del contadino può essere rivoltaaltrove, alle culture che richiedono una più costante attenzione come lavigna e l'orto, o all'aggiustatura degli attrezzi da lavoro 43 . Principali colturein questi secoli erano quelle del grano, del miglio, del panico, del sego,dell'orzo e <strong>della</strong> spelta; tutti questi cereali oltre che per la panificazionevenivano usati soprattutto per la preparazione di zuppe e polente, e alcuni diessi erano usati anche come alimento per gli animali da stalla 44 .<strong>La</strong> terra arativa è per il <strong>Tanzi</strong>, come in genere per tutti gli enti siaospedalieri che religiosi in genere, la componente primaria <strong>della</strong> proprietàper estensione di importanza economica. Si può notare anche che luoghiprivilegiati per l'acquisto di terre destinate a questo genere di sfruttamentosono le zone più vicine alla città.39 L. CHIAPPA MAURI, Per la storia delle campagne: la gestione <strong>della</strong> propietà di S.Maria Teodote di Pavia nel territorio di Borgo San Donnino (fine XIII - inizio XIV secolo),in Felix olim Lombardia, Studi di storia padana dedicati dagli allievi a Giuseppe Martini,Milano 1978, pp. 213-286, qui p. 230.40 PINI, Forme di conduzione cit., pp. 294-295.41 LECCE, Beni terriericit., pp. 64-65.42 Nel descrivere le diverse pezze di terra non ho tenuto conto <strong>della</strong> distinzione tra "terraarativa" e "terra" poiché ritengo che tra le due sostanzialmente non vi sia grande differenza.43 A. CORTONESI, Ruralia. Economie e paesaggi del Medioevo italiano, Roma 1995, pp.296 e sgg.44 M. MONTANARI, L'alimentazione contadina nell'Italia tardo medievale, in IDEM,Campagne medievali, Torino 1984, pp. 204-205.9


Tra il 1235 e il 1328 l'ente acquista 33 pezze di terra per circa 55,42ettari posti nel territorio compreso tra Vicofertile, Vigolante, San Pancrazio,Varlaticum , Eia, Fognano e Sanctus Donninus de Ripa, un'area a cavallo<strong>della</strong> via Emilia, a ovest <strong>della</strong> città e in parte a nord, che dista dalla porta piùvicina all'ospedale dai due ai cinque chilometri, a queste bisogna aggiungeretre pezze ottenute in permuta tra il 1262 e il 1327 ammontati a 7,93 ettari 45 .Mentre nel 1315, nell'ambito di una articolata permuta, l'ospedale si priva diuna piccola pezza di 5 staia Varlaticum 46 .A queste proprietà vanno aggiunte 5 pezze di terra per 4,9 ettari ricevutein donazione tra il 1263 e il 1307 47 . Quindi è presumibile che al 1330l'ospedale possedesse in questo comprensorio 41 pezze di terra arativa per68,28 ettari, pari al 38% di questa tipologia di terreno e al 29,4% <strong>della</strong>totalità <strong>della</strong> proprietà <strong>dell'ospedale</strong>.Nelle pertinenze di Noceto, tra il 1205 e il 1317, l'ospedale acquista 14pezze per un totale di 18,51 ettari 48 , ai quali bisogna aggiungerne 5,19ripartiti in 8 pezze ottenute mediante due permute e una immissione inpossesso 49 effettuate nel XIV secolo; infine bisogna aggiungere altre 3pezze per 3,14 ettari acquisite per testamento nel 1250 e nel 50 .A Noceto quindi risulta che il <strong>Tanzi</strong> possiede in tutto 19 pezze di terraarativa per 26,84 ettari, pari al 14,9% di questa tipologia di terreno eall'11,6% <strong>della</strong> proprietà terriera.Nel triangolo posto a 11 km a sud <strong>della</strong> città e compreso tra Carignano,Basilicanova e San Michele Tiorre, includendo anche Vigatto, il <strong>Tanzi</strong>acquista tra il 1267 e il 1328 10 pezze di terra per 13,14 ettari 51 ; a questebisogna aggiungere 5 pezze ottenute mediante permute effettuate tra il 1311e il 1328 per 5,04 ettari 52 e 2 pezze per 1,54 ettari ricevute in dono nel primo45 ASPr, RT, b. b. 11, n. 45, 1262 ... 11, una pezza di 14 biolche a Vigolante ottenute incambio di una a Grugno di 16; b. 12, n. 23, 1284 aprile 13, una pezza a Eia di 4 biolche, 4staia e 4 tavole in cambio di due pezze vineate sempre a Eia; b. 14, n. 54, 1327 novembre 8,una pezza a Eia di 1 biolca permutata con una analoga a Coduro.46 Ibidem, b. 14, n. 2, 1315 maggio 9.47 Ibidem, b. 1, n. 46, 1263 maggio 3; b. 11, n. 47, 1263 febbraio 12 e 22; b. 11, n. 51, 1267gennaio 9; b. 13, n. 28, 1307 ottobre 5.48 Ibidem, b. 11, n. 3, 1205 giugno 3; b. 11, n. 17, 1223 agosto 1; b. 11, n. 21, 1225novembre 9; b. 11, n. 23, 1226 dicembre 15; b. 11, n. 43, 1262 maggio 20; b. 12, n. 50,1293 settembre 9; b. 14, n. 9, 1317 aprile 2.49 Ibidem, b. 12, n. 67, 1304 maggio 21: non è possibile sapere se le terre in questioneprovengano da un atto di compravendita, di permuta o da un lascito.50 Ibidem, b. 11, n. 36, 1250 febbraio 12; b. 14, n. 45, 1325 giugno 16. Colgo l'occasioneper ringraziare una volta per tutte P. Basile per le preziose informazioni relative ai lascititestamentari e alle donazioni.51 Ibidem, b. 11, n. 53, 1267 ottobre 13; b. 12, n. 21, 1284 marzo 14; b. 12, n. 51, 1294maggio 24; b. 14, n. 15, 1319 marzo 1°; b. 14, n. 46, 1326 febbraio 1; b. 14, n. 48, 1326ottobre 16; b. 14, n. 58, 1328 luglio 5.52 Ibidem, b. 13, n. 51, 1311 marzo 13; b. 14, n. 2, 1315 maggio 9; b. 14, n. 32, 1322gennaio 16; b. 14, n. 58, 1328 settembre 25; b. 14, n. 59, 1328 ottobre 1.10


decennio del XIV secolo 53 .In totale quindi il <strong>Tanzi</strong> possiede in questa zona 17 pezze di terra per19,72 ettari, pari al 10,9% <strong>della</strong> terra arativa e all'8,5% di tutta la proprietà.Infine l'ultima zona ove si trova una importante concentrazione di terra èproprio la zona immediatamente adiacente alla città, nei pressi delleclausurae parmenses e cioè in località quali Valera, Vigorculum 54 , MuliniNeri 55 , Grola 56 , Vicopò 57 e nei borghi edificati nelle vicinanze <strong>della</strong> porta diS. Ilario 58 e di S. Maria Nova 59 e infine dentro la città stessa. Il <strong>Rodolfo</strong><strong>Tanzi</strong> in questa zona tra il 1256 e il 1328 procede all'acquisto di 16 pezzeper 6,17 ettari 60 ; ad esse vanno aggiunte oltre 5 pezze per un totale di 4,1ettari ottenute mediante diverse permute 61 . Una delle permute riguarda terrecedute a Medesano: pare evidente l'intento di disimpegnarsi da una localitàdistante e al contempo di ampliare la proprietà nei presi <strong>della</strong> città. Altre 6pezze per 2,16 ettari sono donate all'ospedale 62 . In tutto quindi il <strong>Tanzi</strong>controllava 27 pezze per un totale di 12,43 ettari, pari al 6,9% delle terre53 Ibidem, b. 13, n. 25, 1306 maggio 30; b. 13, n. 28, 1307 ottobre 5.54 Non mi è stato possibile rintracciare con sicurezza questa località ma, attraverso idocumenti è possibile dire che tale luogo era posto «in clausuris civitatis Parmensis propeportam Sanctae Crucis» (ASPr, RT, b. 13, n. 69, 1315 aprile 5) e che per di lì passava ilnavigium Communis (ASPr, RT, b. 12, n. 62, 1297 ottobre 18 e n. 65, 1315 aprile 5): quindidoveva essere a nord-ovest <strong>della</strong> città.55 Località che mi sembra di poter sicuramente collocare a nord <strong>della</strong> città, subito fuori daporta S. Maria Nova, appena oltre a quello che oggi è il palazzo Ducale (solo per cinte unesempio: ASPr, RT, b. 12, n. 64, 1297 giugno 6, «in clausuris civitatis Parmensis, extrafoveas viciniae Sancti Mariae Novae, loco qui dicitur Mulini Nigri»). Tale luogo per altrotrae il proprio nome dall'esistenza di mulini detti appunto Mulini Neri, di proprietà propriodel <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> almeno dal 1281, come vedremo più avanti.56 Località in pertinenza di Valera (ASPr, RT, b. 11, n. 29, 1234 febbraio 26), che,probabilmente in seguito al rafforzamento e allargamento delle mura e alla sistemazione<strong>della</strong> fossa <strong>della</strong> zona di Capodiponte negli anni tra il 1259 e il 1261 (cfr. Chronicon Parmenseab anno MXXXVIII usque ad annum MCCCXXXVIII, a cura di G. BONAZZI, R.I.S.2, IX/9, Città di Castello 1902-1904, pp. 1-259, ad annum), venne inclusa in clausurisvitatis parmensis (ASPr, RT, b. 12, n. 32, 1287 gennaio 24).57 Quest'ultima località in realtà è un poco più distante dalla città, in direzione di Sorbolo.58 Porta che immetteva nel borgo esterno <strong>della</strong> città, detto appunto borgo Sant'Ilario, posta asudovest <strong>della</strong> città, tra porta S. Croce e porta S. Basilide ed eretta tra il 1266 e il 1269. P.CONFORTI, Le mura di Parma, I, Parma 1979, p. 58.59 Porta aperta nel 1261 e posta a nord <strong>della</strong> città, sempre in zona di Capodiponte, sitaall'incirca ove oggi sorge il palazzo Ducale. CONFORTI, Le mura di Parma cit., p. 57.60 ASPr, RT, 1256 giugno 7 (b. 11, n. 40); 1281 novembre 10 (b. 12, n. 14 bis); 1287gennaio 24 (b. 12, n. 32); 1294 maggio 24 (b. 12, n. 51); 1296 luglio 30 (b. 12, n. 61); 1297giugno 6 (b. 12, n. 64); 1297 ottobre 18 (b. 12, n. 64 bis); 1297 novembre 23 (b. 12, n. 65);1305 febbraio 5 (b. 13, n. 19); 1306 novembre 23 (b. 13, n. 25); 1311 febbraio 11 (b. 13, n.43); 1312 maggio 6 (b. 13, n. 53); 1318 gennaio 9 (b. 14, n. 13); 1325 febbraio 26 (b. 14, n.42); 1326, febbraio 22 (b. 14, n. 47); 1328 maggio 20 (b. 14, n. 56).61 Ibidem, 1310 gennaio 26 (b. 13, n. 38); 1311 marzo 13 (b. 13, n. 51); 1315 aprile 5 (b.13, n. 69); 1320 maggio 19 (b. 14, n. 19).62 Ibidem, b. 13, n. 20, 1305 agosto 17; b. 13, n. 35, 1308 ottobre 29; b. 13, n. 44, 1311febbraio 26.11


arative e al 4,2% del totale.<strong>La</strong> terra arativa rappresenta il 77,4% (179,67 ettari) di tutta la proprietà<strong>dell'ospedale</strong>; ben il 38,9% (69,98 ettari) di questo tipo di terra, cioè il30,1% del totale, è concentrata nelle quattro zone sopra citate.Una altra importante concentrazione di terra arativa è localizzataCasalbarbato, ove nel 1270 Alberto Gallati lascia in eredità all'ospedale duepezze di terra per 59 biolche 63 . Si tratta di un ingente lascito cl presenta dasolo il 7,8% di tutte le terre possedute dall'ospedale; ciononostante nonsembra incidere sulla politica degli investimenti seguita dagli amministratoridell'ente; infatti non ci sono documenti che attestino un interesse o unaattività del <strong>Tanzi</strong> in tale località.Terra vignata<strong>La</strong> coltivazione <strong>della</strong> vite nei secoli compresi tra il XII e il XIV raggiunse lasua massima diffusione in Italia; infatti a causa dell'essenzialità sia per usialimentari che sacrali del vino, tale prodotto era molto richiesto al puntoche, dati gli alti costi del trasporto, si cercò di coltivarla anche in queiterritori che per condizioni climatiche e pedologiche non erano i più idonei.Il vino in quest'epoca non era un bene di lusso bensì di consumo popolare egeneralizzato: si calcola infatti che in questi secoli vi fosse un consumoannuale pro capite di 2,5 ettolitri a Firenze e addirittura di 7 a Venezia 64 .Per un ospedale era essenziale poterne disporre in quantità elevata, non soloper gli usi religiosi, da servire ai frati, ai conversi e agli operai, ma anche aipellegrini, ai viaggiatori e agli ammalati. Inoltre il vino non era utilizzatosolo come bevanda ma anche nella preparazione delle vivande e nellafarmacopea 65 .Proprio per queste ragioni, per il <strong>Tanzi</strong> la terra vignata, cioè la terracoltivata a vite 66 , costituisce la seconda tipologia per estensione. Le 24pezze di cui abbiamo notizie sicure, hanno una estensione di 17,81 ettari(circa il 7,7% di tutta la proprietà). Di esse ben 17 sono state acquistatedall'ente in circa 90 anni a partire dal 1218 67 , altre 5 pezze provengono da 363 Ibidem, b. 11, n. 57, 1270 giugno 29.64 A.I. PINI, <strong>La</strong> viticoltura italiana nel Medioevo. Coltura <strong>della</strong> vite e consumo del vino aBologna dal X al XV secolo, in «Studi medievali», XV (1974), pp. 795-884, qui p. 873.65 A.I. PINI, Due colture specialistiche nel Medioevo: la vite e l'ulivo nell'Italia padana, inV. FUMAGALLI, G. ROSSETTI (a cura di), Medioevo rurale. Sulle tracce <strong>della</strong> civiltàcontadina, Bologna 1980, pp. 119-138, qui pp. 121-128.66 Nei documenti si trovano spesso le diciture vidata e vineata, più raro è il termine vitata.67 ASPr, RT, 1218 ... 9 (b.11, n. 16);1223 agosto 1 (b. 11, n. 17); 1226 dicembre 3 (b. 11, n.22); 1228 aprile 23 (b. 11, n. 25); 1234 febbraio 26 (b. 11, n. 29); 1241 dicembre 10 (b. 11,n. 35); 1278 maggio 20 (b. 12, n. 6); 1282 marzo 29 (b. 12, n. 15); 1284 giugno 19 (b. 12,n. 24); 1285 luglio 9 (b. 12, n. 29); 1286 maggio 6 (b. 12, n. 30); 1287 gennaio 24 (b. 12, n.12


donazioni 68 e due testamenti 69 , mentre di altre due abbiamo solo la presa dipossesso da parte del rappresentante <strong>dell'ospedale</strong> e nulla sappiamo riguardoalla modalità con cui esso ne è entrato in possesso 70 .In realtà le terre lasciate in eredità all'ospedale sono 6 ma, moltoprobabilmente, una delle pezze che il <strong>Tanzi</strong> ha ereditato nel 1260 daTebaldo Capellani a Corticella 71 è stata permutata nel 1271 dal rettoreGiacomo da Marano in cambio di una pezza di terra arativa sempre aCorticella 72 . Sono ben dieci le pezze vignate, delle quali non è possibilericostruire l'origine, che l'ospedale ha ceduto in permuta e mai in cambio diterra analoga, ma sempre in cambio di terra arativa, curare la vite è infattifaticoso e dispendioso: due pezze a Eia e a Fraore in cambio di una sempre aEia 73 , quattro pezze a Medesano in cambio di diverse pezze presso la città 74 ,una pezza a Porporano in cambio di una casa in città, una pezza a Medesanoper una nei pressi <strong>della</strong> città 75 , una pezza a Malandriano in cambio di una aCampegine 76 . <strong>La</strong> maggior parte di queste permute si devono interpretarecome un tentativo di compattare proprietà che l'ospedale deteneva indeterminate località ove la sua presenza era massiccia ma disorganica econtemporaneamente di abbandonare località più "scomode", oppure ove lapresenza dell'ente non era significativa. Esemplare in questo senso è quantoavviene a Fraore, località ove l'ente possiede solamente una piccolissimapezza di 0,84 ettari, che viene "sacrificata" per rafforzare la presenza del<strong>Tanzi</strong> nel paese limitrofo di Eia.Caso alquanto insolito è rappresentato invece dall'ultima permuta: infattil'ospedale si priva di terre a Malandriano, zona di scarso interesse per l'ente,a circa sei chilometri dalla città, in cambio di terre poste a Campagine, aoltre sedici chilometri sulla strada che da Parma porta a Reggio. Siamo difronte ad un atto che contrasta sia la logica di avvicinamento <strong>della</strong> proprietàalla città sia quella di rafforzamento <strong>della</strong> proprietà in località ove lapresenza <strong>dell'ospedale</strong> è significativa.<strong>La</strong> maggior parte delle vigne <strong>dell'ospedale</strong> (68,2%) sono concentratenella zona compresa tra Eia, San Pancrazio e Vicofertile, per una estensionedi 12,14 ettari.Altri 4,21 ettari, il 23,6% <strong>della</strong> terra vignata, si trovano nella zona32); 1290 marzo 28 (b. 12, n. 42); 1295 maggio 28 (b. 12, n. 57); 1299 febbraio 18 (b. 12,n. 71); 1311 maggio 22 (b. 13, n. 57).68 Ibidem, 1223 agosto 1 (b. 11, n. 17); 1234 febbraio 26 (b. 11, n. 29); 1274 dicembre 3 (b.11, n. 68).69 Ibidem, 1253 settembre 8 (b. 11, n. 38); 1260 ottobre 12 (b. 11, n. 44).70 Ibidem, 1285 agosto 24 (b. 12, n. 28); 1304 maggio 21 (b. 12, n. 67).71 Ibidem, b. 11, n. 44, 1260 ottobre 12.72 Ibidem, b. 11, n. 59, 1271 gennaio 8.73 Ibidem, b. 12, n. 23, 1284 aprile 13.74 Ibidem, b. 13, n. 38, 1310 maggio 22.75 Ibidem, b. 14, n. 19, 1320 maggio 19.76 Ibidem, b. 14, n. 63, 1329 aprile 1.13


compresa tra le mura e il circuito delle fosse che circonda la città o nelleloro immediate vicinanze 77 .Vigne di proprietà <strong>dell'ospedale</strong> si trovano tuttavia anche a Felegara: unapezza di 0,41 ettari (2,3%) acquistata nel 1284 78 ; a Marano: una pezza di0,36 ettari (2%) acquistata nel 1228 79 ; a Castell'Aicardi: una pezza di 0,36ettari (2%), con due case, acquistata nel 1290 80 ; infine a Noceto: tre pezzeper 0,33 ettari (1,9%), una acquistata nel 1223 81 , una ricevuta in donoinsieme ad una casa nel 1223 82 e una giunta tra le terre <strong>dell'ospedale</strong> nel1304 83 .Terra prativaAnche nel caso <strong>della</strong> terra prativa, 14,16 ettari (6,1% del totale), gli atti siconcentrano alla fine del XIII secolo, se si esclude l'acquisto di una pezzanel 1224 nella vicinia di S.Basilide 84 . Quattro documenti si riferisconoall'acquisto da parte <strong>dell'ospedale</strong> di una pezza a Fognano 85 , una aBianconese 86 , una a Castell'Aicardi 87 e infine una a Carignano 88 . Cinquepezze provengono da lasciti testamenti: una a Nocerato 89 , una aCornazzano 90 , due a Riolum 91 , una a Sanguinato 92 ; mentre tre sono delledonazioni, due a Marano 93 e una a Carignano 94 .A queste terre bisogna aggiungere una pezza <strong>della</strong> consistentedimensione di oltre un ettaro, a San Michele Tiorre 95 che, insieme ad altre, ilrettore Giovanni concede in usufrutto ad un famigliare <strong>dell'ospedale</strong> stesso.Non deve stupire che la quantità percentuale <strong>della</strong> terra prativa sia77 Ibidem, 1218 [...] 9 (b. 11, n. 16); 1234 febbraio 26 (b. 11, n. 29); 1287 gennaio 24 (b. 12,n.32); 1295 maggio 28 (b. 12, n. 57); 1299 febbraio 18 (b. 12, n. 71).78 Ibidem, b. 12, n. 24, 1284 giugno 19.79 Ibidem, b. 11, n. 25, 1228 aprile 23.80 Ibidem, b. 12, n. 42, 1290 marzo 28.81 Ibidem, b. 11, n. 17, 1223 agosto 1.82 Ibidem, b. 11, n. 17, 1223 agosto 1.83 Ibidem, b. 12, n. 67, 1304 maggio 21.84 Ibidem, b. 11, n. 18, 1224 gennaio 13.85 Ibidem, b. 12, n. 6, 1278 maggio 20.86 Ibidem, b. 12, n. 70, 1299 gennaio 28.87 Ibidem, b. 13, n. 40, 1310 maggio 23.88 Ibidem, b. 14, n. 58, 1328 luglio 5.89 Ibidem, b. 11, n. 62, 1271 aprile 20.90 Ibidem, b. 12, n. 11, 1280 aprile 3 e 5.91 Ibidem, b. 13, n. 65, 1313 agosto 19.92 Ibidem, b. 14, n. 53, 1327 febbraio 19.93 Ibidem, 1273 luglio 15 (b. 11, n. 67); 1304 maggio 5 (b. 13, n. 16).94 Ibidem, b. 11, n. 68, 1274 dicembre 3.95 Ibidem, b. 13, n. 56, 1311 maggio 16.14


abbastanza ridotta 96 se confrontata con quella degli esempi prima riportati 97 .Si può notare però che con il progressivo aumento <strong>della</strong> terra arativacomincia ad aumentare anche il prato; ciò dipende probabilmente dallanecessità di produrre foraggio per l'alimentazione del bestiame sia minutoche grosso; l'allevamento di quest'ultimo in particolare serve sia per lavorarela terra che per concimarla.Terra boschivaQuesta tipologia di terra era molto importante nell'economia del tempo, nonsolo perché garantiva il legname per il riscaldamento, per la costruzione dicase, di mobili e di attrezzi da lavoro, ma anche perché veniva utilizzata perl'allevamento dei suini, spesso lasciati allo stato brado 98 ; infine costituivauna riserva di caccia sia per animali di taglia medio grande, come cinghiali ecaprioli, sia per quelli di piccola taglia quali lepri e istrici, sia per tutta unaserie di volatili, in prevalenza pernici 99 .Anche in questo caso, ad eccezione di un acquisto di due pezze nel1235 100 a Vigomutolum 101 , gli acquisti <strong>dell'ospedale</strong> si concentrano tutti allafine del XIII secolo, e per la precisione sono tutti effettuati a Cornazzano trail 1281 e il 1289 102 . Ai 3,69 ettari di bosco a Vigomutolum, si vengono cosìad aggiungere i 16,89 di Cornazzano. In totale, i 20,58 ettari di bosco diproprietà del <strong>Tanzi</strong> corrispondono all'8,9% di tutta la terra, un percentualesicuramente significativa anche se non preponderante.Terra ortivaL'orto costituisce all'interno di un qualsiasi tipo di proprietà <strong>fondiaria</strong>, sia96 <strong>La</strong> terra prativa risulta essere così divisa: a Carignano 3,29 ha (23,21%); a Marano 1,85ha (13%); a Fognano 1,85 ha (13%); a Noceto 1,85 ha (13%); a Riolo 1,85 ha (13%); a SanMichele Tiorre 1,23 ha (8,7%); a Castel'Aicardi 1,17 ha (8,3%); a Sanguinaro 0,92 ha(6,5%); a Bianconese 0,15 ha (1,1%). Si possono ricordare le quattro pezze di cui il <strong>Tanzi</strong>si libera con permute nel 1310, tre pezze a Medesano per <strong>della</strong> terra nei pressi <strong>della</strong> portaS. Basilide (ibidem, b. 13, n. 38, 1310 gennaio 26) e nel 1329 una pezza per terre aCampegine (cfr. nota n. 52).97 Per il convento di S. Domenico di Bologna la terra prativa rappresenta l'11%, mentre perl'ospedale dei S.S. Giacomo e <strong>La</strong>zzaro di Verona è il 13%. Cfr. note n. 40 e 41.98 V. FUMAGALLI, L'evoluzione dell'economia agraria e dei patti colonici dall'Alto alBasso Medio Evo, in "Studi Medievali", XVIII, (1977/2), pp. 461-490, qui p. 463.99 CORTONESI, Ruralia cit., pp. 282 e sgg.100 ASPr, RT, b. 11, n. 32, 1235 febbraio 8.101 Probabilmente da riconoscere nell'attuale paese di Vigolante, posto a poco più di 4chilometri dalla città.102 ASPr, RT, b. 12, n. 14, 1281 settembre 5; b. 12, n. 27, 1285 marzo 1; b. 12, n, 34, 1288gennaio 24; b. 12, n. 35, 1288 gennaio 24; b. 12, n. 38, 1289 febbraio 12.15


essa piccola o grande, una presenza costante ed indispensabile. Esso infattiproduce alimenti determinanti per il bilancio alimentare di qualsiasi ceto 103 .È bene tenere presente che l'orto è produttivo in quasi tutti i mesi dell'anno,oltre al fatto che, data la ridotta dimensione, poteva essere coltivato inmaniera intensiva. A Viterbo gli orti talvolta erano coltivati un anno a lino el'anno successivo a grano, oppure a panico o orzo; tra una semina e l'altraera possibile coltivare ortaggi: cipolle, zafferano, cavoli, rape, fave, carote,aglio, scaglione, porri, spinaci, lattuga, cetrioli, zucche, ceci 104 .Poiché la lavorazione degli orti richiede pratiche colturali intensive,abbondanti concimazioni, lavorazioni ripetute <strong>della</strong> terra, irrigazioniabbondanti e periodiche – che devono essere svolte con una notevole moledi lavoro, superiore a quella impiegata nelle altre colture, è ovvio che essi sitrovino a ridosso <strong>della</strong> città, se non addirittura dentro, e vicini a corsid'acqua. L'ortaggio più diffuso, il più consumato in assoluto – in talunesituazioni si è appurato che era presente sulla tavola un giorno su tre 105 – è ilcavolo nelle sue diverse specie, il quale viene prodotto durante tutti i mesidell'anno ad esclusione di quelli estivi 106 .Il <strong>Tanzi</strong> risulta possedere dieci pezze di terra ortiva, per una estensionecomunque modesta dal momento che nel complesso non supera l'ettaro,tutte poste in Codiponte, nei pressi <strong>dell'ospedale</strong> stesso o delle mura e delleporte. Nove di esse sono state acquistate dall'ente lungo tutto il periodo da dipreso in considerazione 107 , mentre una gli è stata donata nel 1271 108 .Distribuzione e sistemi di conduzione <strong>della</strong> proprietàAll'inizio la <strong>formazione</strong> <strong>della</strong> proprietà <strong>fondiaria</strong> <strong>dell'ospedale</strong> non segueuna rigorosa politica, condizionata com'è dalla scarsa liquidità, dai lasciti edalle donazioni, e quindi essa si caratterizza per il casuale ed irrazionale103 A tale proposito si vedano le considerazioni di M. MONTANARI, L'alimentazionecontadina nell'alto medioevo, Napoli 1979, pp. 310-325 e 370-371; IDEM, Campagnemedievali, Torino 1984, pp. 207-208; una particolareggiata rassegna dei diversi ortaggi sitrova in R. GRAND, R. DELATOUCHE, Storia agraria del Medioevo, Milano 1968, pp.320-336.104 A. LANCONELLI, <strong>La</strong> terra buona. Produzione, tecniche e rapporti di lavoro nell'agroviterbese fra Due e Trecento, Bologna 1994, pp. 92-93.105 MONTANARI, L'alimentazione cit., pp. 359-361.106 LANCONELLI, <strong>La</strong> terra buona cit., p. 95.107 ASPr, RT, 1204 settembre 1 in borgo Taschieri (b. 11, n. 4); 1209 maggio 29, in localitàclausum Tizonum in Codiponte (b. 11, n. 9); 1218 [...] 9, presso la fossa nuova di Codiponte(b.11, n.16); 1224 gennaio 13, in vicinia S. Basilide (b. 11, n. 18); 1269 ottobre 24, invicinia di S. Maria Nova (b. 11, n. 55 bis); 1312 maggio 6, fuori Porta S. Basilide (b. 13, n.54); 1312 maggio 8, fuori Porta S. Basilide (b. 13, n. 54 bis); 1326 febbraio 22, in vicinia S.Ilario (b. 14, n. 47); 1330 agosto 12, prope terrales <strong>della</strong> vicinia di Tutti i Santi (b.15 n. 7).108 Ibidem, 1271 febbraio 12, in vicinia S. Maria di borgo Taschieri (b. 11, n. 60).16


quella posta a occidente <strong>della</strong> città tra San Pancrazio e Eia, a cavallo quindi<strong>della</strong> via Emilia, importantissima via di comunicazione 119 , a meno di cinquechilometri dalla sede <strong>dell'ospedale</strong>.Gli amministratori del <strong>Tanzi</strong> cominciano ad investire a Eia e nelle suepertinenze, in particolare Fognano, dal 1275, periodo nel quale si registra undeciso incremento dell'attività documentaria del <strong>Tanzi</strong>. In questo casosembra che la strategia di investimento non sia stata suggerita da nessunapresenza in loco di terre precedentemente donate o lasciate in ereditàall'ente. Anzi, qui tutte le proprietà sono frutto di acquisti 120 o permute 121 .Gli atti di compravendita testimoniano una attiva politica di acquisizione diterre arative, 20 pezze acquistate e una ottenuta grazie a una permuta, intutto per 45,1 ettari; nello stesso periodo vengono inoltre acquistate anchetre pezze di terra vignata per 3,78 ettari, una pezza casamentiva, più unaottenuta da una permuta e tre case.In totale quindi l'ospedale possiede tra Eia e Fognano 50,73 ettari diterra, pari al 21,9% di tutto il patrimonio fondiario: si tratta sicuramente diuna concentrazione importante, <strong>della</strong> quale però poco sappiamo di come eragestita.Altra zona di forte presenza <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> è quellacompresa nel triangolo formato da Carignano, Basilicanova e San MicheleTiorre. Relativamente ad esso abbiamo 17 documenti: sette dicompravendita 122 , cinque di permuta, di cui uno solo testimonia unadevoluzione <strong>della</strong> zona, precisamente da Vigatto 123 , mentre gli altririguardano l'acquisizione di terre a Carignano 124 , due donazioni 125 , dueusufrutti 126 , infine una immissione in possesso di quattro pezze a Carignanoprovenienti dal lascito testamento do magister Bernardo Bottono, canonico119 G. SOLDI RONDININI, Aree di strada, terre, signori: la via "Francigena", le suevarianti "de Lombardia in Tusciam" (sec. XIV-XV), in R. GRECI (a cura di), Un'area distrada cit., pp. 159-177.120 ASPr, RT, 1275 novembre 11 (b. 12, n. 1); 1278 maggio 20 (b. 12, n. 6); 1282 maggio14 (b. 12, n. 17); 1285 luglio 9 (b. 12 n. 29); 1289 marzo 2 (b. 12, n. 39); 1291 marzo 14 (b.12, n. 45); 1291 ottobre 25 (b. 12, n. 46); 1302 aprile 2 (b. 13, n. 12); 1320 maggio 27 (b.14, n. 20); 1325 febbraio 23 (b. 14, n. 41); 1325 marzo 11 (b. 14, n. 43); 1328 ottobre 12 (b.14, n. 60).121 Ibidem, 1281 febbraio 6 (b. 12, n. 13); 1284 aprile 13 (b. 12, n. 23).122 Ibidem, 1267 ottobre 13 (b. 11, n. 53); 1284 marzo 14 (b. 12, n. 12); 1294 maggio 24 (b.12, n. 51); 1319 marzo 10 (b. 14, n. 15); 1326 febbraio 11 (b 14, n. 46); 1326 ottobre 16 (b.14, n. 48); 1328 luglio 5 (b. 14 n. 58).123 Ibidem, 1311 marzo 13 (b. 13, n. 51).124 Ibidem, 1315 maggio 9 (b. 14, n. 2); 1322 gennaio 16 (b. 14, n. 32); 1328 settembre 25(b. 14, n. 58); 1328 ottobre 1 (b. 14, n. 59).125 Ibidem, 1274 dicembre 3 (b. 11, n. 68); 1306 maggio 30 (b. 13, n. 25).126 Ibidem, 1267 dicembre 13 (b. 11, n. 53); 1311 maggio 16 (b. 13, n. 56). Riguardo alprimo abbiamo già detto in precedenza, alle note nn. 29, 51 e 122.18


olognese ed insigne doctor decretorum 127 .Il <strong>Tanzi</strong> possiede in questa zona 21 pezze di terra, quasi esclusivamentearativa per un totale di 30 ettari pari al 12,9% di tutte le sue proprietà. Nelcomputo non è stata presa in considerazione una pezza di terra arativa postaa Carignano che l'ospedale ha ottenuto in permuta in cambio di due case incittà, una nella vicinia di S. Giacomo e l'altra in quella di S. Spirito, e di unapiccola pezza di terra a Varlaticum, pertinenza di San Pancrazio; il valore<strong>della</strong> pezza di Carignano è stimato di 18 lire imperiali e ognuna delle treparti in cui è diviso il lotto di proprietà <strong>dell'ospedale</strong> è valutato 6 lireimperiali. Di questa pezza quindi si conosce solo il valore stimato ma nonl'estensione; ora, poiché il valore <strong>della</strong> terra a Carignano in quegli anni,secondo i documenti relativi al <strong>Tanzi</strong>, va dalle 6 alle 10 lire a biolca,l'appezzamento in questione dovrebbe avere una estensione che va da menodi 2 a 3 biolche. Improbabile sembra invece la stima delle case: in queglianni infatti, sempre secondo i documenti relativi al <strong>Tanzi</strong>, il valore di unacasa si aggira sulle 60 lire, contro le 6 di queste due. Si potrebbe pensarequindi ad una particolare forma di prestito del quale però non riusciamo aricostruire le modalità.Sempre a est <strong>della</strong> città, anche se più lontana rispetto a quella di Eia, è lazona intorno a San Secondo, tradizionalmente zona di forte presenza delcapitolo <strong>della</strong> Cattedrale di Parma 128 e <strong>della</strong> famiglia Rossi 129 . Anche qui gliinvestimenti <strong>dell'ospedale</strong> cominciano solo verso la fine del XIII secolo: sesi escludono i primi due atti, che sono due permute di un periodo appenaprecedente, una a Grugno 130 e l'altra a Corticella 131 , gli altri venti documenticoprono cronologicamente un trentennio a partire dal 1281: dodici di essi127 Ibidem, 1295 agosto 17 (b. 12, n. 58 bis). Il testamento, del quale non ci è rimasta copiaè del 10 giugno 1262. Essendo egli morto il 22 marzo 1266 e non avendo memoria di unaqualche contesa rimane la domanda del perché siano trascorsi quasi trent'anni tra la mortedi Bernardo e l'esecuzione delle sue volontà. Riguardo a questo personaggio si vedano: I.AFFÒ, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, 4 vol. Parma 1789, rist. anast.Bologna 1969, qui I, pp. 98-107; A. PEZZANA, Memorie degli scrittori e letteratiparmigiani, 4 voll., Parma 1825-1833, rist. anast. 1973, qui II, pp. 38-41; G. M. ALLODI,serie cronologica dei Vescovi di Parma, Parma 1856, I, p. 373 e n. 1 p. 553; G.MARIOTTI, Memorie e documenti per la storia dell'Università di Parma nel Medioevo,Bologna 1888, rist. anast. 1984, pp. 65-66; R. FANTINI, Maestri parmigiani nello Studiobolognese, in "Aurea Parma", XV (1931), pp. 195 e ss.; Corpus Statutorum almi Studiiparmensis (saec. XV), con introduzione su <strong>La</strong> storia dell'Università di Parma dalle originial secolo X, a cura di U. GUALAZZINI, Milano 1978, p. XXVIII.128 U.P. CENSI, Il declino del Capitolo <strong>della</strong> Cattedrale di Parma nei secoli XI-XIV, in"Archivio Storico per le antiche Province Parmensi" (d'ora in poi: "ASPP"), XLIII (1991),pp. 335-386, qui p. 339.129 G. BANDIERI, I Rossi a Parma dalle origini alla metà del secolo XIII, in "ASPP", serieIV, XXIX (1977), pp. 247-277 e XXX (1978), pp. 195-229.130 ASPr, RT, 1262 ... 11 (b. 11, n. 45).131 Ibidem, b. 11, n. 59.19


sono atti di compravendita 132 , uno è una permuta 133 , uno è una immissionein possesso di tre pezze di terre a Corticella delle quale non si conosce1'origine 134 , uno è l'atto con cui il <strong>Tanzi</strong> prende in affitto per 29 anni unoratorio a Castel Aicardi dal monastero di S. Pietro in Ciel d'oro di Pavia 135 ,tre sono i testamenti 136 e due le donazioni 137 .In totale il <strong>Tanzi</strong> si trova a possedere nel quadrilatero compreso tra SanSecondo, Corticella, Cornazzano e Castel Aicardi 8 pezze di terra boschivaper 16,89 ettari, concentrati tutti a Cornazzano, 15 di terra arativa per 7,39ettari, una di terra prativa di 1, 03 ettari, una di terra vignata con due casepaleate annesse di 0,36 ettari, due pezze di terra incolta per 0,31 ettari:queste 27 con i loro 25,98 ettari rappresentano 1'11,2% di tutta la terra<strong>dell'ospedale</strong>.Zona di forte presenza dell'ente è anche Noceto, località posta oltre ilfiume Taro a ovest di Parma. Qui si registra tra l'altro il primo acquisto che lanzi stipula al di fuori <strong>della</strong> città, nel 1205; gli altri documenti sidistribuiscono non molto numerosi, lungo tutto il periodo preso inconsiderazione: sette acquisti 138 , tre testamenti 139 e due permute 140 . In totalesiamo a conoscenza di 12 pezze arative per 21,75 ettari, di una prativa di1,85 ettari e di due pezze di terra vignata, con casa annessa, dell'estensionedi un terzo d'ettaro: in tutto quasi 24 ettari che rappresentano il 10,3% deltotale.Certamente però la proprietà doveva essere maggiore poiché tra lecoerenze <strong>della</strong> pezza di terra acquistata nel 1205 vie proprio l'hospitaleRodulphi Tancii de burgo Tascherio de Capite Pontis de civitatis Parmae, èquindi il <strong>Tanzi</strong> era già proprietario di almeno un appezzamento in localitàRoveretum. Analoga osservazione si può fare per un altro acquisto, questavolta del 1225, in località Roncum de Sacho.Anche a San Pancrazio e nelle sue pertinenze il <strong>Tanzi</strong> comincia ad132 Ibidem, 1281 settembre 5 (b. 12, n. 14); 1285 marzo 1 (b. 12, n. 27); 1288 gennaio 24 (b.12, n. 34); 1288 gennaio 24 (b. 12, n. 35); 1289 febbraio 12 (b. 12, n. 38); 1290 marzo 28(b. 12, n. 42); 1295 maggio 14 (b. 24, n. 11); 1295 settembre 24 (b. 12,, n. 60); 1307maggio 27 (b. 13, n. 26); 1308 gennaio 15 (b. 13, n. 29); 1308 febbraio 27 (b. 13, n. 31)'1310 maggio 23 (b. 13, n. 40).133 Ibidem, 1292 marzo 28 (b. 12, n. 49).134 Ibidem, 1301 gennaio 31 (b. 13, n. 7).135 Ibidem, 1301 maggio 5 (b. 13, n. 8); cfr. nota n. 24.136 Ibidem, 1280 febbraio 21 (b. 12, n. 10); 1280 aprile 3 (6. 12, n. 11); 1319 agosto 20 (b.14, n. 18).137 Ibidem, 1307 ottobre 5 (b. 13, n. 28); 1316 maggio 12 (b. 14, n. 7).138 Ibidem, 1205 giugno 3 (b. 11, n. 3); 1223 agosto 1 (b. 11, n. 17); 1225 novembre 9 (b.11, n. 21); 1226 dicembre 15 (b. 11, n. 23); 1262 maggio 20 (b. 11, n. 43); 1293 settembre9 (b. 12, n. 50 bis); 1317 aprile 2 (b. 14, n. 9).139 Ibidem, 1223 agosto 1 (b. 11, n. 17); 1250 febbraio 12 (b. 11, n. 36); 1325 giugno 16 (b.11, n. 45).140 Ibidem, 1319 maggio 10 (b. 14, n. 16); 1328 ottobre 1 (b. 14, n. 59).20


acquistare terre solo verso la fine del XIII secolo 141 . Probabilmente la sceltacominciare a investire in questa località è stata dettata oltre che dallaoggettiva comodità dei collegamenti stradali, anche dalla circostanza chequi l'ente possedeva già tre pezze di terra arativa e una vignata per 3,7 ettariprovenienti da quattro testamenti 142 . Gli acquisti dell'ente si concentranotutti Farigaria, località nelle pertinenze di San Pancrazio, macronologicamente si collocano in due momenti ben distinti: due pezze sonoacquistate negli anni '80 del XIII secolo 143 e di una terza abbiamo la presa dipossesso da parte <strong>dell'ospedale</strong> 144 ; altre due pezze sono acquistate nelsecondo decennio del secolo successivo 145 . In totale a San Pancrazio il<strong>Tanzi</strong> possiede 9 pezze di terra, 6 arative per 8,59 ettari e tre vignate per1,47 ettari: in tutto 10,06 ettari, cioè il 4,3% di tutta la proprietà <strong>fondiaria</strong><strong>dell'ospedale</strong>.A Valera e a Grola si incontrano numerosi appezzamenti di proprietà del<strong>Tanzi</strong>; qui però si può notare come la terra vignata sia quasi il doppio diquella arativa. Se si esclude il primo acquisto di terra in questa zona, cherisale al 1234 e che riguarda una pezza vignata con casa a Grola 146 , tutti glialtri acquisti si concentrano tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo 147 .Tra Grola e Valera quindi il <strong>Tanzi</strong> possiede 5 pezze, di cui una ricevuta indonazione 148 , di terra vignata per 3,3 ettari e 4 pezze arative per 1,82 ettaripiù una casa: in totale 5,13 ettari di terra e una casa, cioè il 2,2% di tutta laproprietà.Vicino a queste due località doveva essere anche San Donnino de Ripa,località <strong>della</strong> quale ho trovato una veloce quanto non decisiva (per quantoriguarda l'ubicazione) menzione nelle Rationes decimarum 149 ; ritengo peròche tale località corrisponda a quel piccolissimo agglomerato di case chetutt'oggi si trova lungo la strada che porta a Baganzola, a poco più di duechilometri a nord delle antiche porte di S. Croce e di S. Maria Nova, a pochecentinaia di metri dal letto del torrente Parma. Infatti non solo vi èpersistenza del toponimo fino ai nostri giorni, cosa non rara in campagna,ma vi è anche un riscontro topografico: la locuzione de Ripa rivela che1'ubicazione <strong>della</strong> località è prossima ad un corso d'acqua ed infatti in uno141 Ibidem, 1282 marzo 29 (b. 12, n. 15): una pezza di terra arativa e vineata di oltre 4 ettari.142 Ibidem, 1253 settembre 8 (b. 11, n. 38); 1263 febbraio 12 e 22 (b. 11, n. 47); 1263maggio 3 (b. 11, n. 46); 1267 gennaio 9 (b. 11, n. 51).143 Ibidem, 1282 marzo 29 (b. 12, n. 15); 1286 maggio 6 (b. 12, n. 30).144 Ibidem, 1285 agosto 24 (b. 12, n. 28).145 Ibidem, 1311 maggio 22 (b. 13, n. 57); 1316 novembre 25 (b. 14, n. 8).146 Ibidem, 1234 febbraio 26 (b. 11, n. 29).147 Ibidem, 1279 maggio 3 (b. 12, n. 7); 1287 gennaio 24 (b. 12, n. 32); 1294 maggio 24 (b.12, n. 51); 1295 maggio 28 (b. 12, n. 57); 1299 febbraio 18 (b. 12, n. 71); 1312 maggio 6(b. 13, n. 53); 1325 febbraio 26 (b. 14, n. 42).148 Ibidem, 1234 febbraio 26 (b. 11, n. 29).149 Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV, Aemilia, a cura di A. MERCATI, E.NASALLI-ROCCA, P. SELLA, Città del Vaticano 1933, p. 356.21


dei documenti viene detto che una delle pezze confina proprio con il fiumeParma. Qui il <strong>Tanzi</strong> nel giro di due anni compra 4 pezze di terra arativadalla famiglia di Simone Guitachi per 1,52 ettari 150 ; ad esse bisognaaggiungere una pezza donata dallo stesso Simone 151 , che porta il totale <strong>della</strong>terra in questa località a quasi due ettari.Sicuramente la proprietà del <strong>Tanzi</strong> in questa località era più consistente:nel primo documento infatti, tra le coerenze <strong>della</strong> pezza di terra acquistatadall'ente, troviamo proprio 1'ospedale stesso.Ma il <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> acquisisce, a diverso titolo, anche terre in zone cherisultano o lontane dalla città o quantomeno isolate rispetto ai nucleiprincipali dei fondi dell'ente: per esempio a Gualtieri, nel 1228, il rettorePietro viene investito dal vescovo Grazia 152 di una pezza di terra medietatempro indiviso ... ad utilitatem ipsius ospitalis 153 ; a Felegara il rettore Giacomoda Marano acquista nel 1328 una piccola pezza di terra arativa e vignata,medietatem pro indiviso, delle dimensioni di poco più di una biolca 154 ; aVicopo il rettore Alberto Meçamico acquista nel 1328 una piccola pezza diterra arativa di una biolca 155 .Questi casi isolati ci confermano ancora una volta che per il periodo danoi considerato l'archivio <strong>dell'ospedale</strong> presenta vistose quanto evidentilacune.Purtroppo, data l'esiguità dei documenti pertinenti a questo argomento –per la maggioranza compresi nella seconda metà del XIII secolo - si puòdire poco riguardo alla conduzione delle terre di proprietà del <strong>Tanzi</strong>. Comegià ricordato in precedenza vi sono 6 documenti relativi ad affitti stipulatidall'ospedale, 4 dei quali sono per case in città; vi sono inoltre 4 livelli, dicui uno relativo ad una casa in città, e 3 enfiteusi, riguardantirispettivamente una casa in città e due terre casamentive ubicate sempreentro le mura. I restanti cinque documenti riguardano una piccola pezza diterra di una biolca e mezza a Eia 156 , una pezza di terra incolta a Colorno di 3biolche 157 , una pezza di terra vignata a Varlatico di neanche una biolca 158 ,150 ASPr, RT, 1310 agosto 31 (b. 13, n. 41); 1310 settembre 29 (b. 13, n. 41 bis); 1312febbraio 18 (b. 13, n. 49); 1312 febbraio 25 (b. 13, n. 50).151 Ibidem, 1312 gennaio 13 (b. 13, n. 48).152 Riguardo a questo importante vescovo parmense e giusperito si veda M. GUENZA,Vescovo e Comune a Parma nella prima metà del Duecento. L'episcopato di Grazia (1224-1236), tesi di laurea, Università degli Studi di Parma, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a.1999-2000, rel. R. Greci.153 ASPr, RT, 1284 ottobre 9 (b. 12, n. 25), data in affitto per 29 anni.154 Ibidem, 1284 giugno 19 (b. 12, n. 24).155 Ibidem, 1328 maggio 20 (b. 14, n. 56).156 Ibidem, 1228 febbraio 7 (b. 11, n. 24).157 Ibidem, 1288 aprile 3 (b. 12, n. 36), data in affitto per 10 anni.158 Ibidem, 1276 settembre 9 (b. 12, n. 4), concessa a livello per 24 anni.22


un'altra pezza vignata sempre a Varlatico con estensione di poco superiorealla biolca 159 , e infine una di terra lavorativa di una biolca 160 . Si tratta quindidi ben poca cosa sia quantitativamente sia per quanto riguarda l'entità delleinformazioni che essi ci trasmettono: infatti si può notare come essiriguardino appezzamenti assai piccoli, dati in concessione a volte livellaria ea volte ad fictum per periodi lunghi, superiori ai 20 anni. Leggendo i diversicontratti non si notano particolari differenze nelle clausole tra le due diversetipologie: entrambe implicano l'impegno da parte del conduttore admeliorandum la terra ricevuta in concessione, di lavorare bene la terra, dimantenere l'appezzamento in buono stato, di proteggere il terrenodall'acqua, scavare fosse e fare tutti i lavori del caso 161 . Per sottolineare lasostanziale mancanza di differenza tra documenti di affitto e di livello vi è ildato riguardante il pagamento dei canoni: in due casi, un affìtto e un livello,è previsto un canone in natura, mentre nel caso di tre livelli il canone è dapagarsi in moneta. <strong>La</strong> data dei pagamenti è stabilita sempre per il 15 agosto,in occasione <strong>della</strong> festa <strong>della</strong> Beata Vergine Maria. Non sono a conoscenzase anche a Parma, come nel milanese, vigesse una clausola quasi mai scrittama comunque applicata quasi di regola che prevedeva , in caso diavvenimenti eccezionali che avessero turbato il regolare andamento deiraccolti, la possibilità di convertire il canone in moneta in uno in natura,proporzionato all'effettivo raccolto 162 .Dato il fatto che non ci sono giunti libri contabili che testimonino lamodalità di conduzione delle terre di proprietà del <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, bisognaprovare a interpretare i pochi indizi che ci sono rimasti confrontandoli conquelli di altri enti ecclesiastici e assistenziali. Non è possibile allo statopoter fare un confronto con enti parmensi perché non ci sono giunti libricontabili più recenti di quello del monastero di S. Martino dei Bocci relativoal biennio 1386-1387 163 . Per tanto è possibile fare un confronto solo conrealtà extra cittadine. Nel caso del convento di S. Domenico di Bologna, laforma di conduzione delle terre prevalente è la mezzadria 164 , una forma dicontratto agrario che prevede la concessione del proprietario ad uncoltivatore <strong>della</strong> terra, di una casa ove abitare, degli attrezzi da lavoro espesso anche degli animali in cambio di metà, a volte un terzo di quantoprodotto, oltre a varie censi in natura come polli, uova, cacciagione,159 Ibidem, 1276 settembre 9 (b. 12, n. 4 bis), concessa a livello per 24 anni.160 Ibidem, 1282 aprile 10 (b. 12, n. 16), livello del quale però, a causa del cattivo stato<strong>della</strong> pergamena non si riesce a leggere né la durata del contratto, né la localizzazionedell'appezzamento.161 Sempre utile riguardo ai contratti di livello o di affitto è P. GROSSI, "Locatio adlongum tempus": locazione e rapporti reali di godimento nella problematica del dirittocomune, Napoli 1965.162 PINTO, Forme di conduzione cit., p. 283.163 C. ANTINORI, Un mastro parmense del secolo XIV. <strong>La</strong> contabilità del Monastero diS.Martino dei Bocci (1386-1387), Parma 1959.164 PINI, Forme di conduzione cit., p. 274.23


prosciutti e quant'altro. Gli affitti, numericamente solo un sesto dei contrattidi mezzadria, prevedono invece sono canoni in denaro.L'ospedale di S. Gallo, prima <strong>della</strong> Peste Nera, affitta ben 53 delle sue 58unità fondiarie, in prevalenza in cambio di canoni in natura, 37, e in misuraminore in cambio di canoni in moneta, 12; 3 sono affittate con canoni misti;4 unità sono concesse in vitalizio e una è condotta direttamentedall'ospedale. Da notare è invece che la conduzione a mezzadria ècompletamente assente 165 . Gli affitti, sia che siano in natura che in moneta,hanno una durata quasi sempre breve: per lo più 5 anni, ma vi sono contrattiche riportano anche 4, 3 o 8 anni; rari sono i contratti con durata superiore(10, 15, 18, 20 anni). Il pagamento dei canoni avviene sempre in due rate,una prima a metà agosto, dopo la mietitura, e una seconda a metà novembre,dopo la vendemmia 166 .Nel caso <strong>dell'ospedale</strong> dei S.S. Giacomo e <strong>La</strong>zzaro di Verona, l'estremofrazionamento <strong>della</strong> proprietà terriera, cui spesso si associava anche lalontananza dei singoli appezzamenti, porta alla scelta di non ricorrere allaconduzione diretta <strong>della</strong> stessa ma di ricorrere ad un sistema di locazioneperpetua o livellaria, che assicura una rendita stabile ed evita la complicataamministrazione richiesta dalla locazione temporale 167 . Per evitare il rischio<strong>della</strong> perdita <strong>della</strong> proprietà <strong>della</strong> terra, i contratti stipulati dall'ospedaleprevedono una renovatio ogni nove o quindici ani, accompagnatadall'offerta del concessionario, a titolo di regalia , di piccoli censi. A caricodel concessionario vi è l'obbligo di ben arare e coltivare la terra e dimigliorarla 168 . Diritto del concessionario è però quello di poter alienare ildominio utile <strong>della</strong> terra ricevuta, eccetto che ad un qualsiasi enteecclesiastico o a persone legate ad essi. Un tale diritto doveva essere validoanche per gli affittuari del <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, infatti vi sono ben tre documentiche testimoniano la vendita di altrettante case effettuate da tre affittuari, iquali, fatto salvo il fitto annuale da versare all'ospedale, cedono il possessodi immobili posti tutti quanti nella vicinia di S. Giacomo ad altri laici 169 .In prevalenza quindi si può notare che la proprietà terriera dei diversienti, benché concentrata in determinate località, era preferibilmentesuddivisa in numerosi, a volte numerosissimi appezzamenti da dare inconduzione a terzi, in modo tale da non appesantire l'ente dell'onere di unadiretta amministrazione. Non era raro che gli affittuari, per lo più artigiani oesponenti dei ceti medi cittadini, non coltivassero direttamente le terre loroconcesse, ma che a loro volta le subaffittassero ad altri 170 . Del resto,165 PINTO, Forme di conduzione cit., p. 275.166 Ibidem, p. 278.167 LECCE, Beni terrieri cit., p. 66.168 Ibidem, pp. 72-73.169 ASPr, RT, 1276 giugno 17 (b. 12, n. 2); 1282 ottobre 19 (b. 12, n. 18); 1291 dicembre 8(b. 12, n. 48).170 PINTO, Forme di conduzione cit., p. 286.24


prendere in concessione le terre costituiva una forma di investimento nondissimile dall'acquisto, considerati gli ampi diritti di cui il concessionariogodeva, e al tempo stesso richiedeva il possesso del denaro necessario perl'acquisto <strong>della</strong> semente, la disponibilità di bestiame per la lavorazione deicampi o, in caso contrario, la possibilità di assumere bubulci e, oltre aquesti, tutti i lavoratori stagionali occorrenti per svolgere le operazionirichieste dalle colture 171 .E' assai probabile quindi che anche il <strong>Tanzi</strong> abbia suddiviso le sueproprietà in poderi e in semplici appezzamenti da dare in affitto.<strong>La</strong> presenza di due case annesse ad una pezza di terra vignata a CastelAicardi, località ove, se si esclude il bosco di Cornazzano, si concentrano 11del sedici appezzamenti di varia natura, per poco meno <strong>della</strong> metà (3,7ettari) <strong>della</strong> terra che il <strong>Tanzi</strong> possiede qui, può far supporre che l'ospedalepossa aver organizzato la proprietà in questa zona in poderi.Una parziale conferma si può trovare in una concessione fatte dalcomune ai lavoratori delle terre <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> poste a CastelAicardi nel 1312 con la quale viene riconosciuta l'immunità dalle collette edai gravami per cinque anni 172 , concessione rinnovata puntualmente al suoscadere nel 1316 173 . Al di là <strong>della</strong> motivazione per cui il comune fa una taleconcessione, bisogna notare che i destinatari dell'atto sono i lavoratori delleterre del <strong>Tanzi</strong> e non il <strong>Tanzi</strong> stesso: quindi è assai probabile che si tratti dilocatari di fondi di proprietà <strong>dell'ospedale</strong>.Anche a Noceto e a Eia è documentata la presenza di una casa, annessaad una pezza di terra vignata; da qui l'impressione che l'ospedale abbiaorganizzato dei fondi abbastanza articolati quanto a tipologia <strong>della</strong> terra,anche se non sempre compatti, da dare in conduzione. E' assai improbabileche i famigli <strong>dell'ospedale</strong> potessero occuparsi di tutte le numerosissimeproprietà sia in città che fuori città. E' mia personale impressione che, comeper esempio faceva il capitolo Cattedrale di Cremona nello stessoperiodo 174 , il <strong>Tanzi</strong> accumulasse pezze di terre per poi dividerle inappezzamenti più piccoli da affidare a diversi fictalici.Tuttavia, almeno per le terre più vicine alla città e in particolare perquelle ortive poste all'interno delle città stessa, non è impensabile ipotizzareuna conduzione diretta da parte <strong>dell'ospedale</strong>, come per esempio è attestatoper l'ospedale di S.Maria <strong>della</strong> Scala di Siena 175 . I lavori agricoli dovevanoessere tra i compiti dei fratelli e delle sorelle <strong>dell'ospedale</strong> se nel 1369Beatrice, nell'atto di dedicarsi al <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, fa scrivere espressamenteche «fratres non possunt nec debeant ullo tempore mitere mitere ipsamdominam Beatricem ad aliquas eorum grancias extra civitatem Parma171 LANCONELLI, <strong>La</strong> buona terra cit., p. 185. 176.172 ASPr, RT, 1312 marzo 30 (b. 14, n. 6).173 ANVERSA, L'Ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> di Parma cit., p. XXXVIII.174 CHITTOLINI, I beni terrieri cit., pp. 220-225.175 EPSTEIN, Alle origini <strong>della</strong> fattoria toscana cit., p. 207.25


contra voluntatem ipsius domine Beatricis» 176 .Mulini e diritti d'acqueAlmeno dal 1204 l'ospedale di <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> possiede i mulini de Cloça,detti dei figli di Casinario Romano posti nella vicinia di S. Basilide, lungo ilcanale Cinghio 177 . Tale canale era stato realizzato da Pettenario de CapitePontis in seguito all'inondazione del 1177, forse 1180, che aveva distrutto lemura occidentali <strong>della</strong> città e spostato l'alveo del fiume. Questo evento fecesì che il comune incaricasse del riassetto idrico <strong>della</strong> zona dell'oltretorrentee <strong>della</strong> progettazione e realizzazione delle nuove fosse Petenario de CapitePontis, uomo legato alla chiesa cittadina 178 . Questo canale diviene benpresto una importante fonte sia di acqua per i normali usi che di energia peril funzionamento dei numerosi mulini che vennero costruiti lungo il suocorso, facendo di questa una zona di forte espansione e di grande sviluppoeconomico, al punto che nel 1210 venne inclusa nel circuito <strong>della</strong> mura 179 .Nel 1208 Guidotto e Giovanni Cassinarii donano a <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> ildiritto d'uso delle acque del canale che passa vicino a borgo Taschieri 180 epochi mesi dopo Gilia de Marciatordallo dona all'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> ealla chiesa di S. Ulderico un mulino, del quale però si ignora l'ubicazione 181 .L'ano successivo <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> acquista per la considerevole somma di 250lire imperiali il mulino detto dei figli di Giacomo Salve, posto a nord delborgo di S. Spirito 182 . Dopo neanche quattro mesi le autorità comunaliriconoscono all'ospedale <strong>Tanzi</strong> la facoltà di spostare il corso del canaleCinghio poiché l'ente ne ha acquistato i diritti dai proprietari dei mulini postilungo tale canale, ovvero Casinario Romano e gli eredi di Pettinario 183 . Nel1211 il podestà di Parma concede all'ospedale il letto del canale vecchio conl'acqua che da esso scorre sino al nuovo canale realizzato da <strong>Tanzi</strong> stesso 184 .<strong>La</strong> fase di acquisizione di mulini e diritti sull'uso delle acque sembraconoscere una battuta di arresto nel 1214 quando <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> videosteggiati i suoi progetti dall'ospedale di San Giovanni Gerosolimitano, dadiversi abitanti <strong>della</strong> vicinia di S. Maria di borgo Taschieri e anche dallafamiglia Gonduini, sua sostenitrice pochi anni prima, proprio a causa di quel176 ASPr, RT, 1369 aprile 22 (b. 19, n. 6). Ringrazio per la segnalazione Marina Gazzini.177 Ibidem, b. 21, n. 2. A tale proposito si veda M. GAZZINI, <strong>La</strong> città, <strong>La</strong> strada,l'ospitalità: l'area di Capodiponte tra XII e XIV secolo, in R. Ganci (a cura di),Un'area distrada cit., pp. 307-331, qui p. 319.178 ALBINI, Città e ospedali cit., p. 48.179 M. O. BANZOLA (a cura di), Parma la città storica, Parma 1978, p. 102.180 ASPr, RT, 1208 aprile 16 (b. 11, n. 6).181 Ibidem, 1208 agosto 1 (b. 11, n. 7).182 Ibidem, 1209 maggio 6 (b. 11, n. 8).183 GAZZINI, <strong>La</strong> città, la strada, l'ospitalità cit., p. 315, n. 35.184 ASPr, RT, 121 novembre 2 (b. 11, n. 11).26


ultimo canale 185 . Non si conosce l'esito <strong>della</strong> lite, ma la sentenza podestariledi una analoga controversia nel 1229 186 e l'appoggio di cui ha goduto il<strong>Tanzi</strong> da parte delle autorità sia civili che ecclesiastiche, non lasciano moltidubbi riguardo al potere che l'ospedale poteva esercitare nella zona diCapodiponte in materia d'acque.Così, dopo una breve pausa, nel 1233 il rettore Pietro acquista da GuidoGinnami e Pietro Saxani dei mulini posti lungo il canale Cinghio, a sud diquelli <strong>dell'ospedale</strong> 187 e l'ano dopo ne compra uno a Vigomutolum 188 .A tutti questi mulini, non meno di sete, e ai diritti d'acque, acquisitidall'ospedale nel breve volgere di trenta anni, bisogna aggiungere anche ilmulino Nero, posto nella località omonima fuori dalle fosse <strong>della</strong> vicinia diS. Maria Nova, in clausuris civitatis parmensis, di proprietà <strong>dell'ospedale</strong> apartire almeno dal 1281 189 .Alla fine del secondo secolo troviamo altri tre atti che testimonianol'attività "idrica" <strong>dell'ospedale</strong>: tra ottobre e novembre del 1297 il <strong>Tanzi</strong>acquista tre pezze di terra confinanti tra loro a Virgorculum, e precisamentenel fondo del canale ove passa il navigium del comune 190 . Le misure dellepezze non lasciano dubbi sull'intenzione di scavare un canale da parte di chiha comprato tale terra: in totale viene acquistata una striscia di terra largapoco meno di tre metri e lunga oltre duecento metri.L'anno successivo infine lo stesso procuratore <strong>dell'ospedale</strong> dei due attiprecedenti, acquista da Baldo Rossi l'uso <strong>della</strong> acque «ducende per naviliumde Capite Pontis per terrarum dicti Baldi, per quam nunc decurrit aquacanalis dicti hospitalis quod terrarum debit esse amplum per quinque pedeset lungum quadraginta perticas» 191 .Questa considerevole proprietà di mulini, canali e diritti d'acque è tuttaconcentrata in città o nelle sue immediate vicinanze e ci dà l'idea del pesoeconomico e <strong>della</strong> capacità di influenza dell'ente sia sul tessuto urbano chesociale 192 .Ma non solo in città: infatti da un contratto di vendita del 1308, veniamoa conoscenza del fatto che il <strong>Tanzi</strong> doveva avere un mulino anche a CastelAicardi, in località Matabrigata: infatti il documento, descrivendol'ubicazione delle pezze di terra oggetto dell'atto, riporta che esse eranoposte «in fundo canalis molendini predicti ospitali» 193 .185 Per una precisa ricostruzione <strong>della</strong> questione <strong>della</strong> lite cfr. GAZZINI, <strong>La</strong> città, la strada,l'ospitalità cit., pp. 315-319.186 ASPr, RT, 1229 giugno 10 (b. 11, n. 20.7).187 Ibidem, 1233 novembre 9 (b. 11, n. 28).188 Ibidem, 1234 dicembre 20 (b. 11, n. 31).189 Ibidem, 1281 novembre 11 (b. 12, n. 14).190 Ibidem, 1297 ottobre 18 (b. 12, n. 64 bis); 1297 novembre 23 (b. 12, n. 65).191 Ibidem, 1298 agosto 13 (b. 12, n. 68).192 GAZZINI, <strong>La</strong> città, la strada, l'ospitalità cit., p. 331.193 ASPr, RT, 1308 febbraio 27 (b. 13, n. 31).27


Le case e le terre casamentiveDelle 34 pezze casamentive e delle 44 case che il <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> possiede, il35,3% delle prime (12) e il 38,6% (17) delle seconde sono nella vicinia di S.Maria di borgo Taschieri, luogo posto nella parte più occidentale <strong>della</strong> città,in cui l'ospedale aveva la propria sede, o forse sarebbe meglio dire le suesedi dal momento che almeno per i primi anni l'ospedale era diviso in duenuclei, l'hospitalis Rodulfi T[anci] e l'hospitalis Sancti Antonii postirispettivamente de subtus e de super a strada [Claudia] 194 . <strong>La</strong>concentrazione poi di almeno nove case aggettanti sulla via Claudia, oggiD'Azeglio 195 , alcune poste a nord e altre a sud, nonché il dato che nel 1350l'ospedale ospitava più di cento infermi e più di 70 esposti 196 , fanno pensareche è proprio in queste case che il <strong>Tanzi</strong> ricoverava i numerosi utenti, i frati,i conversi e i famigli. Altre quattro case, di cui l'ultima donata, insistevanoinvece su borgo Taschieri, oggi borgo Cocconi, proprio dove <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>comprò il primo edificio nel 1201 da Rainerio Fronti 197 e dove, almeno finoal 1250, vi era l'ospedale vero e proprio. Di altre due case, una lasciata ineredità e l'altra donata, sappiamo solo che sono in questa vicinia 198 . Di duecase vicine, poste iuxta hospitale Rodulphi Tancii, l'ente ha acquistatoproprio da Pettenario il diritto di esigere il fitto che JocopusMonducahominese di Rolandus Culdebagaxia sono tenuti acorrispondere 199 .<strong>La</strong> difficoltà di erigere un unico grande edificio ove ricoverare gliinfermi e alloggiare i frati, i conversi e quanti erano alle dirette dipendenzedell'ente, porta all'esigenza di utilizzare più edifici, non sempre direttamentecollegati tra loro. Una tale soluzione è probabilmente dettata dalla caoticitàdi un agglomerato che in poco più di cent'anni, dall'esondazione del fiume, ègiunto a costituire un terzo <strong>della</strong> città 200 , dalla presenza di numerosi canali,grandi e piccoli, di mulini e anche di numerosi campi 201 .Subito fuori dalla porta di S. Maria Nova, eretta tra il 1261 e il 1264 202 e194 GAZZINI, <strong>La</strong> città, la strada, l'ospitalità cit., p. 314.195 ASPr, RT, 1239 gennaio 8 (b. 11, n. 33); 1269 ottobre 22 (b. 11, n. 55); 1269 ottobre 22(b. 11, n. 56); 1270 ottobre 8 (b. 11, n. 61); 1271 marzo 2 (b. 11, n. 61 bis); 1272 maggio17 (b. 11, n. 65); 1285 dicembre 7 (b. 12, n. 29 bis); 1320 settembre 4 (b. 14, n. 23).196 <strong>La</strong> notizia è contenuta in un precetto emanato da Nicolò Trunci da Modena, vicario delpodestà Masetto Rusconi. M.O. BANZOLA, L'ospedale vecchio di Parma, Parma 1980, p.92.197 ASPr, RT, 1201 dicembre 2 (b. 11, n. 2); 1208 maggio 15 (b. 11, n. 5); 1214 febbraio 7(b. 11, n. 12); 1295 agosto 22 (b. 12, n. 59).198 Ibidem, 1267 gennaio 9 (b. 11, n. 51); 1295 agosto 22 (b. 12, n. 59).199 Ibidem, 1216 gennaio 30 (b. 11, n. 14).200 A. PEZZANA, Storia <strong>della</strong> città di Parma, Parma 1837-1959, 5 voll., II, p. 67.201 Lo stesso ospedale possedeva due pezze di terra, una ortiva (ASPr, RT, b. 11, n. 55 bis,1269 ottobre 24) e una di terra generica, di oltre 2 biolche, posta tra la vicinia di S. Spirito equella di S. Maria (ibidem, b. 12, n. 61, 1296 luglio 30).202 AFFO' Storia di Parma cit., III, p. 144.28


posta presumibilmente ove oggi c'è il palazzo Ducale 203 , l'ospedale acquistapiccoli appezzamenti di terre 204 , oltre a possedere almeno dal 1281 quelMulino Nero che dà il nome alla località posta appena fuori dalla Porta.Anche nella attigua vicinia di S. Spirito vi sono numerose proprietà del<strong>Tanzi</strong>. Nel 1209 acquista il mulino dei Salve 205 e successivamente acquista3 case con le relative terre casamentive 206 e dà in enfiteusi una pezza di terracasamentiva 207 . Nel 1307 riceve in donazione una casa in burgumValizelate 208 . Nel 1315 Fulchino de Medesano, per conto <strong>dell'ospedale</strong>,permuta una casa, posta in borgo Pantaleis, ricevuta in eredità da GiovanniFrugoni 209 , una casa nella attigua di S. Giacomo, in borgo delle ortiche,anche questa ricevuta in eredità 210 e una piccola pezza di terra a Varlaticumcon una pezza di terra ubicata a Carignano del valore di 18 lire imperiali 211 .Nella vicinia di S. Giacomo il <strong>Tanzi</strong> possiede quasi un quarto (6) dellesue case. Con tutta probabilità queste proprietà avevano lo scopo di faraffluire nelle case <strong>dell'ospedale</strong> denaro liquido. Infatti sia nel 1282 che nel1291 troviamo due documenti con i quali vengono vendute altrettante case,la prima sita in borgo Forte, non confinante con nessuna altra proprietà del<strong>Tanzi</strong> e giunta tra i possessi dell'ente probabilmente grazie alla donazione diBono Signori nel 1277 212 , è venduta da Maria, moglie di Delayno deBlachis, a Rolando Caghensacho, sempre fatto salvo il fitto annuale di 26imperiali da versare all'ospedale <strong>Tanzi</strong>. L'altra, anche questa non confinantecon nessun'altra proprietà <strong>dell'ospedale</strong> è venduta da Tommaso Montano aGerardina, moglie di Rolando Cheghensacho, sempre facendo salvo il fittodi 28 imperiali spettante al <strong>Tanzi</strong>. Un'altra casa viene invece data inanfiteusi dal rettore Armanno a Ghisla, moglie del fu Giovanni Saleri.Due case vengono ricevute in donazione, una nel 1308 213 e un'altra nel1312, la quale viene usata per una permuta dopo pochi anni 214 , mentre diun'altra abbiamo la testimonianza <strong>della</strong> presa di possesso da parte del rettoreAlberto Meçamico nel 1313 215 . L'ipotesi che questi edifici costituissero per203 BANZOLA (a cura di), Parma la città storica cit., p. 110.204 ASPr, RT, b. 24, n. 4, 1248 aprile 5 (64,24 m 2 ); b. 12, n. 14 bis, 1281 novembre 10(1.351 m 2 ); b. 12, n. 64, 1297 giugno 6 (842,52 m 2 ); b. 13, n. 25, 1306 novembre 23 (0,5ettari); b. 13, n. 43, 1311 febbraio 11 (7.703 m 2 ); b. 13, n. 68, 1315 febbraio 26 (1.241 m 2 );b. 14, n. 13, 1318 gennaio 9 (4.262,5 m 2 ).205 Vedi nota n. 15.206 ASPr, RT, 1230 novembre 18 (b. 11, n. 26); 1234 marzo 12 (b. 1, n. 19); 1321 maggio14 (b. 14, n. 29).207 Ibidem, b. 13, n. 9.208 Ibidem, 1307 ottobre 5 (b. 13, n. 28).209 Testamento del 1283 giugno 1 (ibidem, b. 12, n. 19).210 Testamento di Cino Nota del 1312 maggio 10 (ibidem, b. 13, n. 55).211 Vedi nota n. 46.212 ASPr, RT, 1277 giugno 28 (b. 12, n. 5).213 Ibidem, 1308 febbraio 3 (b. 13, n. 30).214 Cfr. nota n. 196.215 ASPr, RT, 1313 giugno 5 (b. 13, n. 64).29


l'ospedale una buona fonte di guadagno mediante la concessione in affitto èsuffragata dal fatto che essi dovevano essere tutti abbastanza piccoli dalmomento che il loro valore è compreso tra le 6 e le 15 lire, mentre per lecase acquistate nelle confinanti vicinie di S. Maria e S. Spirito, nellaseconda metà del XIII secolo, il valore delle case si aggira intorno alle 30lire imperiali 216 . L'ultima casa, in burgo de foveiis, copata e con edifici eorto retroposto, è acquistata dal <strong>Tanzi</strong> nel 1325.Sempre in Capodiposnte, a sud però <strong>della</strong> via Claudia, in una zona cheancora nel 1765 presenta una forte connotazione rurale 217 , cioè nella viciniadi S. Basilide, il <strong>Tanzi</strong> possedeva i mulini detti dei figli di CasinarioRomano 218 e diverse pezze di terra ortiva sia dentro che fuori le mura 219 ,nonché una pezza di terra arativa posta fuori Porta S. Basilide, in localitàCleti 220 . Anche qui il <strong>Tanzi</strong> possiede una casa dalla quale ricava un affitto di12 imperiali all'anno 221 ed una seconda donatagli nel 1296 222 .Nella vicinia di S.Ilario, che tra il 1266 e il 1269 vede la costruzione diuna nuova porta tra Porta S.Croce e Porta S.Basilide, per l'accesso allimitrofo Borgo S.Ilario 223 , il <strong>Tanzi</strong> possiede un'altra casa con casamento 224e due piccole pezze di terra 225 .Completano i possessi del <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> nella zona di Capodiponte, ocomunque a ovest del fiume, una pezza di terra ortiva in località clausumTizonum de Capite Pontis acquistata nel 1209, una pezza di terracasamentiva in burgum de Fovea vetera acquistata nel 1213 226 , una pezzaortiva e una vignata presso le fosse nuove acquistate nel 1218 227 , due caseacquistate nel 1286 da Alberto e Giovanni <strong>della</strong> vicinia di S. Giacomo 228 ,una pezza di terra lavorativa in «clausurae civitatis parmensis in loco quidicitur ad <strong>La</strong>mam de strata de Cremona» ottenuta per permuta nel 1311 229 ,una casa ed una pezza di terra lavorativa ottenuta anch'essa per permuta nel216 Ibidem, b. 11, nn. 55, 56, 61, 61 bis, 65; b. 12, n. 29 bis.217 Si può vedere come ancora nella Prospettiva <strong>della</strong> città «a volo d'uccello» delineata daPaolo Ponzani (1570-1572) riportata da CONFORTI, Le mura cit., I, p. 113, vi siano larghispazi vicino alle mura lasciati a coltura, soprattutto in questa zona <strong>della</strong> città.218 ASPr, RT, 1214 gennaio 26 (b. 11, n. 13).219 Ibidem, 1224 gennaio 13 (b. 11, n. 18); 1312 maggio 6 (b. 13, n. 54); 1312 maggio 8 (b.13, n. 54 bis.).220 Ibidem, 11310 gennaio 26 (b. 13, n. 38):4 biolche, 4 staia, 11 tavole e 6 piedi (14.886,9mq) ottenute in cambio di 10 pezze di terra di vario genere poste a Medesano e dintorni.221 Ibidem, 1295 maggio 26 (b. 12, n. 56).222 Ibidem, 1296 giugno 22 (b. 12, n. 62), casa posta in burgum de Cornibus.223 CONFORTI, Le mura cit., I, Parma 1979, p. 33.224 ASPr, RT, 1319 luglio 3 (b. 14, n. 17).225 Ibidem, 1305 febbraio 5 (b. 13, n. 19); 1326 febbraio 22 (b. 14, n. 47).226 Ibidem, 1213 settembre 10 (b. 11, n. 10).227 Ibidem, 1218 ... 9 (b. 11, 16).228 Ibidem, 1286 dicembre 2 (b. 12, n. 31).229 Ibidem, 1311 marzo 13 (b. 13, n. 51).30


1320 230 , una pezza ortiva nella vicinia di Ognissanti, acquistata nel 1330 231 .Nella zona di Capodiponte quindi si concentra la stragrande maggioranzadelle terre e degli immobili urbani. Dall'altra parte del fiume, nel cuorepolitico, religioso ed economico <strong>della</strong> città, le proprietà del <strong>Tanzi</strong> sono assairidotte e sembra anche che gli amministratori <strong>dell'ospedale</strong> vi dedichinopoca attenzione. Abbiamo la notizia del possesso di una casa data in affittoquinquennale nella vicinia S. Bartolomeo, ma <strong>della</strong> quale poi si perdono letracce 232 , e di una casa in borgo Felino, nella vicinia S. Ulderico, vendutadal <strong>Tanzi</strong> al monastero di Valleserena 233 . Una casa posta nella vicinia di S.Nicola è protagonista di una vicenda abbastanza particolare. Nel 1271Giacomo da Marano, rettore <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> permuta una casaposta nella vicinia di S. Nicola, con un'altra posta nella vicinia di S.Silvestro di proprietà di magister Gerardo, canonico <strong>della</strong> chiesa di S.Nicola. Lo stesso giorno Giacomo da Marano prende possesso <strong>della</strong> nuovacasa 234 . Sino a qui nulla di strano: si potrebbe pensare che Gerardo volesseuna casa più vicina alla chiesa presso cui godeva di un canonicato, o che,trasferendosi nella vicinia di S. Nicola, volesse avvicinarsi alla cattedrapresso il cui capitolo forse sorgeva attività di magister. Il fatto strano ed"inspiegabile" è che dopo solo due anni, gli stessi attori tornano a scambiarsile stesse proprietà, ricostituendo lo status quo ante 235 doppia permuta sia daattribuire ad una esigenza contingente dei due attori oppure ad una coperturadi un qualche altro negozio dissimulato: infatti le clausole dei contratti nonprevedono nulla di insolito che possa far attribuire ai contratti in questioneuna valenza diversa.Conclusioni<strong>La</strong> lacunosità dei documenti a disposizione è ulteriormente testimoniata dalfatto che l'inventario dei beni <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> del 1330, cui hofatto cenno all'inizio, unitamente ad un altro del quale non si conosce la data230 Ibidem, b. 14, n. 19.231 Ibidem, 1330 agosto 12 (b. 15, n. 7).232 Ibidem, 1284 ottobre 30 (b. 12, n. 26).233 Cfr. nota 12.234 ASPr, RT, 1271 gennaio 26 (b. 11, n. 63): Giacomo da Marano, rettore e ministro<strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, permuta una casa con casamento ed edifici in vicinia S.Nicola,con una casa con casamento ed edifici in vicinia di S. Silvestro di proprietà di MaestroGerardo, canonico <strong>della</strong> chiesa di S. Nicola; ibidem, stessa data: Giacomo da Marano,rettore e ministro <strong>dell'ospedale</strong> <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>, prende possesso <strong>della</strong> casa nella vicinia di S.Silvestro.235 Ibidem, altra pergamena, 1273 maggio 12.31


di riferimento, ma che può essere datato tra la metà 236 e la fine del XIVsecolo 237 , testimonia un patrimonio complessivo <strong>dell'ospedale</strong> di ben 451appezzamenti di terra per circa 1000 ettari, 158 case e ben 8 mulini. È assaifacile vedere come i documenti relativi alla <strong>formazione</strong> di questo ingentepatrimonio testimonino solamente un quarto circa <strong>della</strong> totalità delle terre edelle case; anche se è bene tenere presente che "grazie" alla Peste Nera del1348, la maggioranza degli enti religiosi e assistenziali incrementò inmaniera assai consistente il patrimonio in forza dell'enorme numero diassegnazioni testamentarie.Ciononostante è stato possibile tracciare a grandi linee le modalità e itempi <strong>della</strong> costituzione e dell'amministrazione <strong>della</strong> proprietà <strong>dell'ospedale</strong>dalle sue origini. Si può infatti dire che gli amministratori dell'entecercarono razionalmente di coniugare accorti investimenti con diversedonazioni e lasciti testamentari in modo da costituire una proprietà terrierapur nella prevalente e voluta frammentazione, tendeva a concentrarsi inalcune località privilegiate del contado. Allo stesso modo tentarono dicostituire un insieme di beni immobili utili non solo alla normale attività evita <strong>dell'ospedale</strong>, ma anche garanti di una liquidità monetaria tale dapermettere alle casse dell'ente di affrontare le spese quotidiane e diincrementare i possedimenti.A conferma di come il problema <strong>della</strong> liquidità sia un problema di unerto rilievo per il <strong>Tanzi</strong>, almeno per quanto riguarda il XIV secolo,possiamo ricordare ben 15 testimonianze che indicano come sia le autoritàcivili che quelle religiose favoriscano in modi diversi le esigenze di denaro<strong>dell'ospedale</strong>. Infatti in sette occasioni vengono concessi 40 giorni diindulgenza a coloro che fanno elemosina al <strong>Tanzi</strong> 238 , mentre in altre otto236 ANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit., p. 282.237 BASILE, L'ospedale "<strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>" cit., p.22.238 1302 dicembre 13: il vescovo di Parma Papiniano <strong>della</strong> Rovere concede un'indulgenzadi 40 giorni a coloro che fanno elemosina al <strong>Tanzi</strong> (ASPr, RT, b. 8, n. 4; edito inANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit., doc. 6, pp. 28-30); 1304 aprile 1, Cremona: ilvicario del vescovo di Cremona concede un'indulgenza di 40 giorni a coloro che fannoelemosina al <strong>Tanzi</strong> (ibidem b. 7, n. 18; edito in ANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit.,doc. 7, pp. 31-34); 1305, agosto 12, Imola: il cardinale diacono e legato apostolicoNapoleone concede un'indulgenza di 40 giorni a coloro che fanno elemosina al <strong>Tanzi</strong>(ANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit., doc. 13, pp. 56-57); 1313 dicembre 8, Reggio:il vescovo di Reggio Guido concede un'indulgenza di 40 giorni a coloro che fannoelemosina al <strong>Tanzi</strong> (ASPr, RT, b. 9, n. 5, edito in ANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong>cit., doc. 15, pp. 61-63); 1354 marzo 6, Parma: il vescovo di Parma Ugolino concedeun'indulgenza di 40 giorni a coloro che fanno elemosina al <strong>Tanzi</strong> ibidem, b. 8, n. 14, editoin ANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit., doc. 27, pp. 147-150); 1357 dicembre 15,Parma: il vicario del vescovo di Parma Ugolino concede un'indulgenza di 40 giorni a coloroche fanno elemosina al <strong>Tanzi</strong> (ibidem, b. 9, n. 9, edito in ANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong><strong>Tanzi</strong> cit., doc. 30, pp. 159-163); 1359 giugno 15, Milano: il vescovo di Parma Ugolinoconcede un'indulgenza di 40 giorni a coloro che fanno elemosina al <strong>Tanzi</strong> (ibidem, b. 7, n. 3e b. 9, n. 10, edito in ANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit., doc. 31, pp. 164-168).32


occasioni prima la massima autorità ecclesiastica, il papa, poi anche isignori <strong>della</strong> città, i Visconti, concedono all'ospedale l'immunità el'esenzione dalle collette 239 .Un ultimo accenno merita la composizione sociale delle persone chehanno stipulato i contratti su cui si è basato questo lavoro. Assai raramentecoloro che hanno venduto beni al <strong>Tanzi</strong> appartengono a famiglie importanti,o per lo meno assurte ad una qualche notorietà: Rolando Putagli, figlio diGilio, abitante nella vicinia di S. Michele del Canale, permuta nel 1262 unapezza di terra lavorativa a Vigomutolo con una a Grugno, mentre nel 1281vende una pezza di terra boschiva nelle pertinenze di Cornazzano 240 . Contutta probabilità questi è lo stesso Rolando Putagli che nel 1274 è nominatopodestà di Bologna 241 .Nella maggioranza dei casi si tratta di persone che vivono in città, per lopiù proprio nella zona di Capodiponte, con tutta probabilità appartenenti aiceti medio bassi, come alcuni cognomi ci fanno intendere, sintomo questo<strong>della</strong> popolarità e del profondo radicamento di questo ente nel contestodell'oltretorrente: Giacomo Spetiarius, <strong>della</strong> vicinia di S. Bartolomeo 242 ,Giacomo Piligaris, qui fuit de Brisia, <strong>della</strong> vicinia di S. Croce 243 , Lorenzofiglio del fu Giovanni Sartori, <strong>della</strong> vicinia di S. Ulderico 244 , Gerardinamoglie di Rolandino Caghensachi 245 , Gerardo Vachisani 246 , Bertolino figlio239 1326 gennaio 24, Avignone: papa Giovanni XXII invita il cardinale prete e legatoapostolico Bertrando affinché vigili che nessuna autorità sia civile che religiosa richiedaesazioni all'ospedale (ibidem b. 8, n. 9, edito in ANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit.,doc. 16, pp. 64-66); 1327 dicembre 21, Avignone: papa Giovanni XXII invita i vescovi diParma, Modena e il prevosto <strong>della</strong> chiesa di S. Giovanni Battista di Parma, di assicurarsiche nessun laico imponga collette ai frati <strong>dell'ospedale</strong> (ibidem, b. 7, n. 14 e b. 9, n. 6, editoin ANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit., doc. 17, pp. 67-70); 1328 marzo 16,Avignone: papa Giovanni XXII informa il rettore <strong>dell'ospedale</strong> <strong>della</strong> lettera del dicembre1327 e invita allo stesso tempo il vescovo di Parma e il capitolo a non esigere da loro lecollette e i sussidi a favore <strong>della</strong> sede apostolica (ibidem, b. 7, n. 16, edito in ANVERSA,L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit., doc. 18, pp. 71-75); ibidem, 1328 marzo 16, Avignone: papaGiovanni XXII concede l'immunità dalle esazioni all'ospedale (ibidem, b. 8, n. 10, edito inANVERSA, L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit., doc. 19, pp. 76-79); 1361 aprile 9, Parma: ilvicario del podestà di Parma, viste le concessioni – che non ci sono pervenute – diGiovanni Visconti del 1350, di Matteo Visconti del 1355, di Bernabò Visconti del 1360,conferma le immunità concesse all'ospedale (ibidem, b. 7, n. 26, edito in ANVERSA,L'ospedale <strong>Rodolfo</strong> <strong>Tanzi</strong> cit., doc. 39, pp. 197-216).240 1262 (...) 11 (ASPr, RT, b. 11, n. 45); 1281 settembre 5 (ibidem, b. 12, n. 14).241 Chronicon Parmense ab anno MXXXVIII usque ad annum MCCCXXXVIII, a cura di G.BONAZZI, R. I. S. 2 , IX/9, Città di Castello 1902-1904, pp. 1-259, qui p. 30, 31-33.242 1276 giugno 17 (ASPr, RT, b. 12, n. 2).243 1276 settembre 9 (ibidem, b. 12, n. 4).244 1284 marzo 14 (ibidem, b. 12, n. 21).245 1291 dicembre 8 (ibidem, b. 12, n. 48).246 1295 settembre 24 (ibidem, b. 12, n. 60).33


del fu Simone Menavachie 247 , Rolando de Urçano, <strong>della</strong> vicinia di S.Bartolomeo di Strada Rotta 248 .247 1326 febbraio 11 (ibidem, b. 14, n. 46).248 248 1317 aprile 2 (ibidem, b. 14, n. 9).34

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