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Quaderni della Ri-Vista Ricerche per la progettazione del ...

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<strong>Quaderni</strong> <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> <strong>Ri</strong>-<strong>Vista</strong> <strong>Ri</strong>cerche <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>progettazione</strong> <strong>del</strong> paesaggioDottorato di ricerca in Progettazione paesistica – Università di Firenzenumero 1 – volume 3 – settembre-dicembre 2004Firenze University PressFRAMMENTAZIONE PAESISTICA 1Gabriele Paolinelli*AbstractIl concetto di frammentazione paesistica viene discusso come estensione di quello di frammentazione ambientale,già codificato in letteratura dagli studi di biologia conservazionale, di ecologia <strong>del</strong> paesaggio, di pianificazione e<strong>progettazione</strong> ambientale e da quelli re<strong>la</strong>tivi alle reti ecologiche. L’estensione comporta l’acquisizione disignificato dei parametri storico-culturali e morfologico-<strong>per</strong>cettivi nel campo degli studi <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione <strong>del</strong>paesaggio con collocazioni complementari a quelle dei parametri ecologico-naturalistici.Parole chiaveFrammentazione paesistica, framentazione ambientale, bio<strong>per</strong>meabilità <strong>del</strong> territorio, continuità ambientale.Nel<strong>la</strong> seconda metà <strong>del</strong> secolo scorso l’urbanizzazione e l’infrastrutturazione <strong>del</strong> territoriohanno determinato, con il concorso <strong>del</strong>le pratiche di meccanizzazione agraria e diregimazione dei corsi d’acqua, una decisa tendenza al<strong>la</strong> semplificazione ed omologazione<strong>del</strong> paesaggio, fenomeni tuttora in progressione, nonostante si siano verificati nel tempoalcuni mutamenti dei fattori concorrenti. “Le aree inedificate <strong>del</strong> territorio vengonotrasformate da una molteplice gamma di interventi di dimensioni sempre maggiori che neannul<strong>la</strong>no i valori paesistici e ne distruggono gli equilibri ecologici” 2 . Nel<strong>la</strong> generalità deicasi, ne conseguono effetti di alterazione e destrutturazione <strong>del</strong> paesaggio, crescenti inre<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> pressione antropica, sia essa di matrice insediativa, che anche solo agraria.Al<strong>la</strong> sempre minore riconoscibilità <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> città come paesaggio culturale identificatocorrisponde un’ampia gamma di crescenti deficienze funzionali ed ambientali. Il paesaggiorurale subisce pesanti alterazioni strutturali, in un processo di inesorabile erosione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong>artico<strong>la</strong>zione semiologica stratificata nei secoli, che coinvolge gli equilibri ecologici eambientali, con effetti di <strong>per</strong>dita di diversità biologica e di dissesto idrogeologico. Ancoraoggi, nel<strong>la</strong> cultura che più di ogni altra ha diffuso <strong>la</strong> condizione urbana, con grande influenzasul paesaggio, è difficile riscontrare un concreto riconoscimento dei ruoli degli spazi a<strong>per</strong>ti.Non solo non emerge l’importanza <strong>del</strong>le loro funzioni biologiche ed ecologiche, di fatto nonviene riconosciuta <strong>la</strong> specificità <strong>del</strong>le componenti naturali nel<strong>la</strong> realizzazione e nelfunzionamento <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> città, che tende ad evolversi ancora come meccanismo, formatoessenzialmente da componenti artificiali 3 . Negli sviluppi insediativi contemporanei,caratterizzati dall’urbanizzazione dis<strong>per</strong>sa o diffusa e dalle configurazioni fortemente1 Testo tratto ed adattato da: GABRIELE PAOLINELLI, La frammentazione <strong>del</strong> paesaggio <strong>per</strong>iurbano, FirenzeUniversity Press, Firenze, 2003; GABRIELE PAOLINELLI, Frammentazione paesistica, in GIULIO G. RIZZO (a curadi), Leggere i luoghi <strong>per</strong> fondamenti di urbanistica, Aracne, Roma 2004; GABRIELE PAOLINELLI, ANTONELLAVALENTINI, L’ambito tematico <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione paesistica, in ANTONELLA VALENTINI, Indicatori <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong>qualità ecologica <strong>del</strong> paesaggio: tra empirismo e teoria, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento diUrbanistica e Pianificazione <strong>del</strong> territorio, Progetto Giovani <strong>Ri</strong>cercatori 2001, ricerca coordinata da Giulio G.<strong>Ri</strong>zzo, Firenze, 2003.2 ANNALISA MANIGLIO CALCAGNO, Architettura <strong>del</strong> paesaggio. Evoluzione storica, Calderini, Bologna 1983.3 ROBERTO GAMBINO, I parchi naturali, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1991.178


instabili ed ibride dei paesaggi <strong>per</strong>iurbani, queste difficoltà e carenze si manifestano in unquadro complessivo di squilibri e consumo di risorse di difficile governo.“L’espansione degli aggregati urbani risulta quasi sempre indifferente al<strong>la</strong> qualità <strong>del</strong>lerisorse rinnovabili e non rinnovabili, che consuma. Nei processi di pianificazioneurbanistico-territoriale il suolo è spesso considerato come supporto inerte <strong>per</strong> moltepliciattività umane; ne vengono ignorate le funzioni ecologiche (produzione di biomassa,trasformazione di materia organica, filtro <strong>per</strong> le acque) o i maggiori fattori di rischio didegradazione e sottovalutati gli aspetti connessi al loro potenziale produttivo” 4 .Il paesaggio <strong>per</strong>iurbano è andato così evolvendo verso forme a sempre minor tasso dinaturalità e di reversibilità degli assetti antropici. Questi processi evolutivi, nonostante il calo<strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> pressione demografica avvenuto negli ultimi decenni, non sono assolutamente arrestati,né tanto meno invertiti, né infine bi<strong>la</strong>nciati dagli effetti di politiche di compensazionepaesistico-ambientale, nel nostro paese <strong>del</strong> tutto assenti, sia in termini di strumenti di legge,che di prassi pianificatoria e progettuale.Una dimensione generale <strong>del</strong>l’entità di questi fenomeni viene anche dal<strong>la</strong> so<strong>la</strong>considerazione <strong>del</strong> quadro quantitativo <strong>del</strong>l’urbanizzazione <strong>del</strong> territorio nazionale, di cui <strong>la</strong>ricerca Itaten ha indagato i connotati qualitativi attraverso <strong>la</strong> lettura morfologica. I numeridegli “… ultimi studi analitici risalgono al<strong>la</strong> ricerca sull’urbanizzazione in Italia fino aglianni Ottanta 5 , coordinata da Giovanni Astengo […]: fra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta,a fronte di crescite di popo<strong>la</strong>zione mai su<strong>per</strong>iori al 70 <strong>per</strong> cento, l’incremento di consumo disuolo ha raggiunto punte anche di oltre il 700 <strong>per</strong> cento. Un aggiornamento assai complessoo<strong>per</strong>ato agli inizi degli anni Novanta, utilizzando <strong>la</strong> Carta tematica sul<strong>la</strong> occupazione <strong>del</strong>suolo, prodotta dall’Istat paralle<strong>la</strong>mente al censimento generale <strong>del</strong>l’agricoltura <strong>del</strong> 1990,porta ad evidenziare casi di crescita <strong>del</strong> consumo di suolo <strong>del</strong> quarantennio 1950-1990 conpunte <strong>del</strong> 1300 <strong>per</strong> cento nell’area di Taranto e <strong>del</strong>l’800 <strong>per</strong> cento nel<strong>la</strong> pianura modenese” 6 .Alcune esemplificazioni forniscono un’ulteriore cognizione <strong>del</strong>l’intensità <strong>del</strong>letrasformazioni paesistiche <strong>del</strong>l’ultimo secolo ed in partico<strong>la</strong>re degli ultimi cinquanta anni.“La popo<strong>la</strong>zione residente nelle zone costiere è aumentata di 4,6 milioni di unità. Oggi quasiun terzo degli italiani risiede nei comuni costieri. Lungo 1.260 chilometri di costa adriaticafino al<strong>la</strong> fine <strong>del</strong> secolo scorso c’erano altrettanti chilometri di dune a uno o a più cordoni.Oggi ne sopravvivono appena 123 chilometri, nemmeno il 10 <strong>per</strong> cento […]. Mezzo secolofa eravamo 47.500.000 abitanti. Oggi siamo poco più di 57.000.000. Ma i vani di abitazionesono balzati nello stesso <strong>per</strong>iodo da 37.300.000 ad oltre 120.000.000 (comprese seconde eterze case). […] I chilometri di strade sono passati da poco più di 100.000 (1950) ai 300.000di oggi. <strong>Ri</strong>comprendendo nei due conteggi le strade comunali extraurbane, i chilometri diautostrade sono passati in un cinquantennio da 480 a 6.500 chilometri circa” 7 .<strong>Ri</strong>ferendosi agli assetti insediativi <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> Val Padana, Turri osserva che “<strong>la</strong> megalopoli è unadivoratrice di spazio e di storia formidabile, semina distruzioni, cancel<strong>la</strong> memorie: taloraavvicinando<strong>la</strong> dalle direttrici padane che attraversano le residue campagne, <strong>la</strong> si vedeavanzare con le sue muraglie di cemento, eruttando file di macchine come sua propriadeiezione, inquinante, continua, senza requie, tra paesaggi che risentono sgradevolmente <strong>del</strong>suo respiro” 8 . Esiste <strong>per</strong>tanto una netta distinzione tra “il tessuto <strong>del</strong>le <strong>per</strong>manenze, assaivariegato, ed il tessuto formato da quello che abbiamo definito l’alluvionamento, legato aglisviluppi più recenti, cioè <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> seconda metà <strong>del</strong> Novecento. In confronto alle manifestazionipiù uniformi e senza radicamento nelle diverse situazioni territoriali di questo stratoantropico che, pur con <strong>la</strong> diversità dei suoi manufatti sembra assimi<strong>la</strong>bile ad un’unicapoltiglia urbana, quelle degli strati anteriori si rive<strong>la</strong>no profonde, umorali, legate ai processi4 Ufficio di Piano <strong>per</strong> <strong>la</strong> redazione <strong>del</strong>lo Schema Direttore - SDTM, Primo rapporto sulle condizioni disostenibilità <strong>del</strong>le previsioni urbanistiche <strong>del</strong>l’area vasta bolognese, Bologna, 1997.5 Si tratta <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> ricerca nazionale IT. URB. 80.6 COMITATO PER LA BELLEZZA E CENTRO STUDI TOURING CLUB ITALIANO (a cura di), Un Paese spaesato. Rapportosullo stato <strong>del</strong> paesaggio italiano, “I Libri Bianchi <strong>del</strong> Touring Club Italiano”, 12, Mi<strong>la</strong>no 2001.7 COMITATO PER LA BELLEZZA E CENTRO STUDI TOURING CLUB ITALIANO (a cura di), op. cit., Mi<strong>la</strong>no 2001.8 EUGENIO TURRI, La megalopoli padana, Marsilio, Venezia 2000.179


di lunga durata, cioè con un solido radicamento degli uomini e <strong>del</strong>le loro cose nell’ambientenaturale e nel<strong>la</strong> cultura che quelle cose ha prodotto. […] Ma questa è <strong>la</strong> città diffusa, che hadi<strong>la</strong>tato lo spazio urbano, ha riempito <strong>la</strong> pianura di edificazioni, con sprechi enormi dispazio, di verde, di silenzi. E che comporta il moltiplicarsi <strong>del</strong> traffico con <strong>la</strong> retico<strong>la</strong>ritàdegli insediamenti, <strong>la</strong> loro diffusione partico<strong>la</strong>re che distanzia l’abitare dal <strong>la</strong>vorare, lospazio pubblico dallo spazio privato” 9 .<strong>Ri</strong>spetto a questi scenari di omologazione e semplificazione <strong>del</strong> paesaggio, a ben vedere,senza alcun paradosso, coincidenti con <strong>la</strong> forte eterogeneità di configurazioni paesistichecaratteristica <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> contemporaneità, occorre richiamare il concetto di diversità paesistica,<strong>per</strong> distinguerlo nettamente da quello di frammentazione, che è possibile riferire agli staticritici di cui si è fatto cenno.L’accezione con cui si propone il termine frammentazione paesistica è di tipo univocamentenegativo, in analogia all’utilizzo che ne viene fatto nelle discipline ambientali. Il concetto didiversità paesistica, in analogia con quello di diversità biologica, coincide invecegeneralmente con condizioni di stato e con dinamiche positive.Figura 1. Diversità e frammentazione <strong>del</strong> paesaggio sono concetti distinti, non complementari. Il paesaggio concaratteristiche di elevata diversità <strong>del</strong> mosaico dei soprassuoli, rappresentato a sinistra, non ha necessariamentecaratteristiche critiche di frammentazione, mentre quello semplificato con una diversità decisamente ridotta,rappresentato a destra, denota molti caratteri sintomatici <strong>del</strong>le condizioni di frammentazione dovute al<strong>la</strong>diffusione <strong>del</strong>le monocolture industrializzate.Il paesaggio può essere connotato da elevata diversità <strong>del</strong> mosaico dei soprassuoli, senzasoffrire le condizioni patologiche che si fanno afferire al<strong>la</strong> categoria critica <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong>frammentazione. Viceversa, è possibile che un paesaggio semplificato, con un grado didiversità basso, sia in condizioni di severa frammentazione in coincidenza con <strong>la</strong> forteomogeneità che ne caratterizza il mosaico; spesso questa stessa è sintomo <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> presenza difattori causali di frammentazione. Lo studio <strong>del</strong> paesaggio <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> mezzadria di alcune areerelittuali iso<strong>la</strong>te nei rilievi <strong>del</strong> Chianti, in Toscana, fornisce validi elementi di discussione inmerito 10 . La ricostruzione su base storico-documentaria di quel paesaggio aiuta a <strong>per</strong>cepirnel’elevato grado di diversità, che emerge già dalle descrizioni scritte. Esso è allo stesso tempoun esempio significativo di paesaggio privo di sostanziali fenomeni di frammentazione, inassenza di fattori territoriali rilevabili come causa di tale tipo di alterazione (figura 2).9 EUGENIO TURRI, op. cit., Venezia 2000.10 PAOLO BALDESCHI, (a cura di), Il Chianti fiorentino. Un progetto <strong>per</strong> <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> <strong>del</strong> paesaggio, Editori Laterza,Bari 2000.180


Figura 2. La ricostruzione iconografica storico-documentaria <strong>del</strong> paesaggio rurale <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> mezzadria chiarisce <strong>la</strong>differenza fra i concetti di diversità e frammentazione paesistica, fornendo un evidenza <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> possibilità di averepaesaggi con rilevante grado di diversità ed irrilevanti condizioni di frammentazione.La frammentazione paesistica è una condizione critica significativa <strong>per</strong> l’interpretazione deiprocessi territoriali contemporanei, con specifica attenzione alle aree geografiche in cui siregistra una pressione antropica rilevante.Considerando <strong>la</strong> sedimentazione culturale dei paesaggi europei, è importante comprenderenel concetto di frammentazione paesistica <strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong>le qualità e quantità di habitatumano 11 , <strong>per</strong> quanto le modificazioni paesistiche che inducono effetti di frammentazioneambientale generano inevitabilmente <strong>per</strong>dita di identità e criticità anche re<strong>la</strong>tivamente alleesigenze di vita <strong>del</strong>le popo<strong>la</strong>zioni insediate.Gran parte <strong>del</strong>le teorizzazioni e <strong>del</strong>le applicazioni afferiscono ai campi disciplinari<strong>del</strong>l’ecologia applicata e <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> biologia conservazionale e riguardano le specie e gli habitatanimali e vegetali. I primi studi appartengono al<strong>la</strong> seconda metà <strong>del</strong> Novecento ed hannoavuto significativi sviluppi e diffusione solo negli ultimi due decenni. Oggi, le teorizzazionie le applicazioni sulle reti ecologiche sono ormai parte integrante <strong>del</strong> dibattito sul<strong>la</strong>pianificazione territoriale, a tutte le scale <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> sua espressione. Su questo ordine dievoluzione scientifica e tecnica si può innestare l’estensione <strong>del</strong> concetto di frammentazionedal<strong>la</strong> sfera ambientale a quel<strong>la</strong> paesistica, coinvolgendo significativamente gli habitat umanie le loro caratteristiche storiche e morfologiche, oltre che quelle ecologiche. L’ampiabibliografia specialistica, prevalentemente nordeuropea e statunitense, costituisce comunqueun supporto essenziale riferibile ad un’impostazione strettamente finalizzata.Nel<strong>la</strong> letteratura scientifica di genere territoriale, il concetto di frammentazione si trovatalvolta legato all’attributo ambientale 12 , talvolta all’attributo paesistica 13 , che occorreleggere anche secondo le differenze linguistiche e culturali fra gli autori, provenienti da paesiappartenenti a diverse aree geografiche. In ogni caso il termine sta generalmente ad indicareuno stato di alterazione strutturale dovuto al<strong>la</strong> parcellizzazione di habitat animali e vegetali,di unità ecosistemiche, o di unità spaziali omogenee <strong>per</strong> uso <strong>del</strong> suolo, a cui consegue <strong>la</strong>11 Nell’accezione letterale <strong>del</strong> termine habitat, ci si riferisce a “l’insieme <strong>del</strong>le condizioni ambientali in cui viveuna determinata specie” (VITTORIO INGEGNOLI, Fondamenti di ecologia <strong>del</strong> paesaggio, CittàStudi, Mi<strong>la</strong>no 1993,pag. 257). La categoria <strong>del</strong>l’habitat umano comprende <strong>per</strong>tanto tutte le configurazioni spaziali in cui si artico<strong>la</strong> <strong>la</strong>vita <strong>del</strong>l’uomo. Al<strong>la</strong> problematica <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione paesistica si riferisce <strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong>le qualità e quantitàdegli spazi a<strong>per</strong>ti, che svolgono diverse funzioni re<strong>la</strong>tive alle sfere biologica, sociale e culturale.12 L.G. BISOGNI, ARMANDO GARIBOLDI, SERGIO MALCEVSCHI, Reti ecologiche ed interventi di miglioramentoambientale, Il Verde Editoriale, Mi<strong>la</strong>no, 1996 e BERNARDINO ROMANO, Continuità ambientale. Pianificare <strong>per</strong> ilriassetto ecologico <strong>del</strong> territorio, Andromeda Editrice, Teramo, 2000.13 RICHARD T.T. FORMAN, Land mosaics, the ecology of <strong>la</strong>ndscapes and regions, Cambridge, 1995.181


<strong>per</strong>dita di diversità biologica e paesistica, in uno scenario complessivo di congestione edisartico<strong>la</strong>zione spaziale 14 .“The overall structural and functional integrity of a <strong>la</strong>ndscape can be understood andevaluated in terms of both pattern and scale. […] A common <strong>la</strong>ndscape pattern isfragmentation, which is often associated with the loss and iso<strong>la</strong>tion of habitat. Alternatively,fragmentation is considered as one of several <strong>la</strong>nd trasformation processes, which togethermay produce a diminution and iso<strong>la</strong>tion of habitat. Fragmentation also results from naturaldisturbances, such as fires and herbivore invasions, but has become an international <strong>la</strong>ndpolicy issue because of the wides<strong>per</strong>ad alteration of <strong>la</strong>nd mosaics by human activities. Thespatial scale at which fragmentation occurs is important when identifying strategies to copewith continued habitat loss and iso<strong>la</strong>tion. For example, fragmented habitat at a fine scalemay be <strong>per</strong>ceived as intact habitat at a broad scale. Only by recognizing and addressing<strong>la</strong>ndscape changes across different scales (<strong>per</strong>haps at least three) can p<strong>la</strong>nners and designersmaximize protection of biodiversity and natural processes” 15 .Considerando che <strong>la</strong> <strong>per</strong>dita <strong>del</strong>le funzioni ambientali di habitat e di connessione di habitat<strong>del</strong>le popo<strong>la</strong>zioni animali e vegetali è in diretto rapporto con alterazioni di qualità e quantitàbiotiche ed abiotiche <strong>del</strong> paesaggio, si ritiene corretto adottare il termine frammentazionepaesistica <strong>per</strong> denominare una fenomenologia più complessa di quel<strong>la</strong> ambientale econcausa di quest’ultima re<strong>la</strong>tivamente alle condizioni <strong>del</strong>le popo<strong>la</strong>zioni animali e vegetalinei paesaggi culturali. In sostanza si ritiene prioritario il principio che le modificazioni <strong>del</strong>paesaggio indotte dai processi di uso e gestione <strong>del</strong>le risorse <strong>del</strong> territorio contribuisconosostanzialmente a determinare le condizioni di frammentazione ambientale 16 .In ragione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> matrice decisamente culturale <strong>del</strong> paesaggio europeo, è inoltre importantecomprendere nel concetto di frammentazione paesistica <strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong>le qualità e quantitàdi habitat umano, <strong>per</strong> quanto le modificazioni paesistiche che inducono i suddetti effetti diframmentazione ambientale, generano inevitabilmente <strong>per</strong>dita di identità e strutturafunzionale, spaziale, storica ed ecologica, anche re<strong>la</strong>tivamente alle esigenze di vita <strong>del</strong>lepopo<strong>la</strong>zioni insediate. E’ <strong>per</strong>tanto significativo estendere lo studio di questa fenomenologiaal<strong>la</strong> considerazione dei caratteri strutturali <strong>del</strong> paesaggio re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> stratificazione storica,al<strong>la</strong> morfologia degli spazi, come alle funzioni ambientali incidenti sull’habitat umano.Ai fini di conoscenza <strong>del</strong>le dinamiche ecologiche animali e vegetali, in ecologia <strong>del</strong>paesaggio, sono stati distinti i processi di trasformazione spaziale identificati come cofattori<strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> <strong>per</strong>dita di habitat secondo cinque diversi tipi e gradi di alterazione, ordinati <strong>per</strong> criticitàprogressiva (figura 3): <strong>per</strong>forazione (<strong>per</strong>foration), suddivisione (dissection), frammentazione(fragmentation), riduzione (shrinkage), progressiva eliminazione (attrition) 17 .14 La definizione di fragmentation riportata da R.T.T. Forman nel più completo dei suoi <strong>la</strong>vori recenti è: “thebreaking up of a habitat, ecosystem, or <strong>la</strong>nd-use type in small parcels” (RICHARD T.T. FORMAN, op. cit., 1995).15W.E.DRAMSTAD, J.D. OLSON, RICHARD T.T. FORMAN, Landscape Ecology Principles in LandscapeArchitecture and Land-Use P<strong>la</strong>nning, Harvard University Graduate School of Design - Is<strong>la</strong>nd Press - AmericanSociety of Landscape Architects, Washington, 1996. Nostra traduzione <strong>del</strong> testo, riportato dall’edizione originale:“La totale integrità strutturale e funzionale di un paesaggio può essere capita e valutata nei termini di mo<strong>del</strong>lo esca<strong>la</strong> […] Un mo<strong>del</strong>lo usuale è <strong>la</strong> frammentazione, che spesso è associata al<strong>la</strong> <strong>per</strong>dita ed all’iso<strong>la</strong>mento deglihabitat. In alternativa, <strong>la</strong> frammentazione è considerata come uno dei numerosi processi di trasformazioneterritoriale, che può produrre sia <strong>la</strong> diminuzione che l’iso<strong>la</strong>mento degli habitat. La frammentazione risulta ancheda disturbi naturali, come gli incendi e le invasioni degli erbivori, ma è diventata una urgenza politicainternazionale a causa <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> alterazione diffusa <strong>del</strong> mosaico territoriale determinato dalle attività umane. La sca<strong>la</strong>spaziale al<strong>la</strong> quale <strong>la</strong> frammentazione interviene è importante quando vengono identificate le strategie <strong>per</strong>fronteggiare <strong>la</strong> <strong>per</strong>dita e l’iso<strong>la</strong>mento degli habitat continui. Per esempio, un habitat frammentato a sca<strong>la</strong> didettaglio, può essere <strong>per</strong>cepito come un habitat intatto al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> vasta. Solo riconoscendo ed indirizzando icambiamenti <strong>del</strong> paesaggio attraverso le differenti scale (forse al minimo tre) i pianificatori ed i progettistipossono ottimizzare <strong>la</strong> protezione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> biodiversità e dei processi naturali.”16 W.E.DRAMSTAD, J.D. OLSON, RICHARD T.T. FORMAN, op. cit., Washington, 1996: “Natural processes as well ashuman activities change <strong>la</strong>ndscapes”. Nelle aree <strong>per</strong>iurbane di pianura, sono le attività umane e le loro struttureinsediative a produrre i maggiori effetti di alterazione <strong>del</strong> paesaggio e <strong>per</strong>tanto anche di frammentazione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> suastruttura.17 RICHARD T.T. FORMAN, op. cit., Cambridge, 1995.182


I <strong>per</strong>forazione: i processi spaziali producono trasformazioni <strong>del</strong> mosaico paesisticopuntuali e <strong>per</strong>tanto discontinue, <strong>per</strong>forandone <strong>la</strong> matrice rurale; possono esserecausate da edifici e gruppi di edifici iso<strong>la</strong>ti, come dal<strong>la</strong> dis<strong>per</strong>sione urbana nelle areerurali con buone condizioni di <strong>per</strong>manenza strutturale.II suddivisione: i processi spaziali producono trasformazioni <strong>del</strong> mosaico paesistico aprevalente sviluppo lineare, continue e generalmente costituenti reti molto estese,dividendone <strong>la</strong> matrice rurale e, nei casi di reti sovralocali, anche quel<strong>la</strong> urbana;possono essere causate da strade, ferrovie, canali di bonifica ed infrastrutture ingenere.III frammentazione: i processi spaziali producono trasformazioni profonde e continue<strong>del</strong> mosaico paesistico, frammentandone <strong>la</strong> matrice rurale e producendo talvoltaulteriori alterazioni anche di quel<strong>la</strong> urbana; dovute al<strong>la</strong> diffusione <strong>del</strong>l’insieme <strong>del</strong>letrasformazioni citate (I e II), danno luogo a effetti generalizzati di alterazione <strong>del</strong>paesaggio, con incremento <strong>del</strong>l’artificialità, <strong>per</strong>dita di equipaggiamento vegetale e difunzioni ecologiche, <strong>per</strong>dita di <strong>per</strong>manenza storica e di identità spaziale.IV riduzione: l’incremento <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> diffusione e <strong>del</strong>l’intensità <strong>del</strong>le condizioni diframmentazione produce una riduzione di alcuni tipi di componenti e sistemi <strong>del</strong>mosaico paesistico, con conseguenti possibili cali di diversità biologica, morfologicae storica, e complessivamente con profonde e diffuse alterazioni <strong>del</strong> paesaggio.V progressiva eliminazione: <strong>la</strong> progressione dei processi di riduzione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> presenzadi alcuni tipi di componenti e sistemi <strong>del</strong> mosaico paesistico ne producel’eliminazione, con conseguenti possibili <strong>per</strong>dite di diversità biologica, morfologica,storica, come talvolta di caratteri di rilevante interesse intrinseco, alterandocompletamente il paesaggio.Figura 3. Ideogramma dei processi di alterazione spaziale significativi nello studio <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazionepaesistica (adattatamento da RICHARD T.T. FORMAN, op. cit., Cambridge 1995).Tale artico<strong>la</strong>zione costituisce di fatto semplicemente un mo<strong>del</strong>lo di analisi dei processi ditrasformazione spaziale basato sul riconoscimento fisionomico <strong>del</strong>le diverse tipologie dicomponenti che concorrono a formare il mosaico <strong>del</strong> paesaggio e sull’osservazione dinamica<strong>del</strong>le modalità di trasformazione <strong>del</strong> mosaico stesso.Poichè l’impostazione fisionomica può essere correttamente sganciata dagli specificiobiettivi di analisi, il mo<strong>del</strong>lo risulta in questa forma applicabile al<strong>la</strong> interpretazione deiprocessi di trasformazione spaziale, oltre che <strong>per</strong> l’ecologia animale e vegetale, anche <strong>per</strong> gliaspetti di ecologia umana e <strong>per</strong> quelli culturali, re<strong>la</strong>tivi ai caratteri storici e morfologici <strong>del</strong>paesaggio.La rappresentazione <strong>del</strong> processo di alterazione spaziale 18 che il mo<strong>del</strong>lo restituisce adduceulteriori elementi di chiarezza sul<strong>la</strong> consistenza, <strong>la</strong> diffusione e l’intensità <strong>del</strong>le alterazionicaratteristiche <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> fenomenologia <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione paesistica. E’ sufficiente infatti unsemplice es<strong>per</strong>imento di lettura di una fotografia aerea zenitale secondo queste categorie, <strong>per</strong>avere idea <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> diffusione e <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> continuità spaziale caratteristiche <strong>del</strong>le criticità che esserappresentano. Oggi, è frequente riscontrare stadi di avanzata alterazione, che spessocoincidono con manifestazioni di frammentazione intensa e diffusa. Questo è di fatto ilmotivo principale <strong>per</strong> cui si ritiene significativo assumere come centrale il concetto diframmentazione rispetto agli altri considerati dal mo<strong>del</strong>lo, che possono essere visti comestadi antecedenti e successivi, in ragione dei quali sono minori o maggiori le difficoltà diattuare efficacemente politiche capaci di invertire le tendenze critiche. Lo stesso Forman, purrilevando l’importanza ecologica <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> distinzione di queste specifiche geometrie dimodificazione spaziale <strong>per</strong> gli effetti sulle popo<strong>la</strong>zioni naturali, segna<strong>la</strong> l’opportunità<strong>del</strong>l’utilizzo <strong>del</strong> concetto esteso di frammentazione paesistica nei processi di analisispaziale 19 .La consistenza scientifica <strong>del</strong> concetto di frammentazione paesistica risulta direttamenteimplicata anche dal<strong>la</strong> definizione <strong>del</strong>le teorie e dei metodi <strong>per</strong> l’interpretazione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong>18 La categoria <strong>del</strong>l’alterazione, riferita all’analisi <strong>del</strong> paesaggio, è stata proposta in GIULIO G. RIZZO, (a cura di),Tuscia Romana. Paesaggio e territorio: metodi e mo<strong>del</strong>li di valutazione, Gangemi, Roma 1990.19 RICHARD T.T. FORMAN, op. cit., Cambridge 1995.183


frammentazione ambientale. Sia l’analisi <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> bio<strong>per</strong>meabilità proposta nel<strong>la</strong> ricercaP<strong>la</strong>neco in Italia, che il mo<strong>del</strong>lo di interpretazione ecosistemica <strong>del</strong>le trasformazioni spazialidi cui si sta par<strong>la</strong>ndo, legato ad es<strong>per</strong>ienze di ecologia <strong>del</strong> paesaggio statunitensi ed europee,fanno riferimento a categorie di alterazione spaziale. Ciò comporta il diretto coinvolgimento<strong>del</strong> paesaggio in tutte le sue artico<strong>la</strong>zioni strutturali profonde: un’evidenza scientifica, al<strong>la</strong>quale fa eccezione solo il caso in cui tale osservazione sia riferita al<strong>la</strong> concezione <strong>del</strong>paesaggio come entità estetica, o comunque esclusivamente dipendente dalle variabiliculturali <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> <strong>per</strong>cezione sociale ed individuale dei luoghi, estranea all’impostazione quiproposta. E’ un’evidenza dovuta essenzialmente al<strong>la</strong> costituzione stessa <strong>del</strong> paesaggio,complesso sistemico, <strong>la</strong> cui struttura può essere letta in chiave moleco<strong>la</strong>re, secondo <strong>la</strong> piùspinta disaggregazione <strong>del</strong>le sue componenti, ma anche rispetto a livelli di organizzazionemaggiore che, pur non coincidendo in tutto con <strong>la</strong> sua reale complessità, offrono significativielementi di conoscenza. Considerando il livello di organizzazione <strong>del</strong> paesaggio che hacome entità di riferimento gli spazi a<strong>per</strong>ti, nel<strong>la</strong> loro artico<strong>la</strong>zione minuta <strong>del</strong> mosaicopaesistico in tessere omogenee, si accede ad una tipologia di elementi già in sé complessi,sezioni verticali complete <strong>del</strong> paesaggio, che restano subordinate rispetto al livelloorganizzativo massimo che afferisce a quest’ultimo, <strong>per</strong> il fatto che non ne contengonoautonomamente tutta <strong>la</strong> struttura re<strong>la</strong>zionale. E’ tale struttura che determina il paesaggiocome massimo livello di organizzazione considerato in questo ragionamento, conferendoglicaratteristiche diverse dagli spazi che lo compongono, secondo il principio olistico <strong>per</strong> cui iltutto è più <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> somma <strong>del</strong>le parti. Pertanto, tornando al<strong>la</strong> riflessione sul<strong>la</strong> consistenzascientifica <strong>del</strong> concetto e <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> problematica <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione paesistica, se si riconoscel’artico<strong>la</strong>zione spaziale come livello organizzativo strutturale <strong>del</strong> paesaggio, ne vieneappunto che i processi di trasformazione spaziale, oltre ad avere i documentati effetti diframmentazione ambientale degli habitat animali e vegetali, possono avere effetti diframmentazione paesistica.Acquisito il principio che i fenomeni di frammentazione paesistica dipendono dai processi ditrasformazione spaziale, risulta l’importanza <strong>del</strong>l’intepretazione di questi ultimi, anche <strong>per</strong> <strong>la</strong>definizione metodologica stessa.Osservando che i processi di trasformazione spaziale sono in atto nel nostro paese da duemillenni e che tali processi negli ultimi cinquanta anni hanno assunto connotati generalizzatidi alterazione <strong>del</strong> paesaggio, più che di modificazione intesa come contributo positivo al<strong>la</strong>stratificazione storica <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> sua struttura, si può dedurre come <strong>la</strong> frammentazione paesisticasia una patologia partico<strong>la</strong>rmente diffusa, che nelle aree ad elevata pressione insediativa e/oproduttiva raggiunge livelli rilevanti di co<strong>per</strong>tura <strong>del</strong> territorio.La conoscenza <strong>del</strong>le alterazioni paesistiche di origine antropica, che nel secolo passatohanno avuto una progressione assolutamente unica nel<strong>la</strong> storia, rende decisamente evidenteil grado di intensità che le manifestazioni di frammentazione strutturale possonoraggiungere, fino al<strong>la</strong> eliminazione completa <strong>del</strong>le configurazioni a cui si riferisce lo stessoprocesso di frammentazione. Sempre più difficilmente, con il progredire <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> edificazione e<strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> infrastrutturazione <strong>del</strong> territorio, di pari passo al<strong>la</strong> marginalizzazione <strong>del</strong>le areeagricole, è ad esempio oggi possibile riconoscere <strong>la</strong> frammentazione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> strutturainsediativa storica rurale, le cui componenti, edifici, strade, alberate, sistemi di drenaggio,sono profondamente ridotte, avvicinandosi evidentemente allo stato processuale critico <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong>eliminazione. Altrettanto, se non più gravemente, accade <strong>per</strong> <strong>la</strong> struttura spaziale <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> qualesono difficilmente rintracciabili, <strong>per</strong>fino a livello di frammenti, configurazioni equilibrate econ precise identità, tanto è intenso e diffuso il processo di riduzione <strong>del</strong>le formazionipaesistiche ad esse riconducibili. Al<strong>la</strong> frammentazione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> struttura e <strong>del</strong>le re<strong>la</strong>zionibiotiche, dovuta in <strong>la</strong>rga misura al<strong>la</strong> eliminazione dei soprassuoli vegetali arborei edarbustivi, si lega evidentemente <strong>la</strong> profonda alterazione degli equilibri spaziali <strong>del</strong>paesaggio. Le alberate, che hanno costituito un soprassuolo con completa dignità ed efficaciadi architettura <strong>del</strong> paesaggio, fanno parte con le strade e l’edilizia rurale, i complessi civili ereligiosi, di una struttura paesistica storica di rilevante valore culturale, che oggi risulta solofaticosamente rintracciabile a causa <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> <strong>per</strong>vasività e <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> congestione degli sviluppi184


insediativi e infrastrutturali metropolitani e <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> connessa marginalizzazione <strong>del</strong>le attivitàagricole, nonostante l’elevata resistenza che il paesaggio oppone alle modificazioniattraverso <strong>la</strong> propria struttura semiologica profonda.“La frammentazione <strong>del</strong> paesaggio produce una serie di aree naturali relitte circondate dauna matrice territoriale di natura più o meno profondamente diversa. […] Ai fini <strong>del</strong> governo<strong>del</strong> territorio è importante sa<strong>per</strong>e se le zone relitte hanno un valore effettivo <strong>per</strong> <strong>la</strong>conservazione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> biodiversità e, se il valore esiste, come devono essere gestite affinchèesso venga mantenuto. Una valutazione <strong>del</strong>le attuali condizioni di frammentazione<strong>del</strong>l’ambiente naturale deve considerare:− le esigenze <strong>del</strong>le specie potenzialmente interessate;− gli impatti intrinseci al<strong>la</strong> frammentazione in quanto tale;− i tipi e le geometrie <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione;− il comportamento <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> matrice di riferimento;− il ruolo dei corridoi ecologici.La criticità <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione dipende dalle caratteristiche <strong>del</strong>le specie a cui si fariferimento. Un primo evidente impatto è <strong>la</strong> riduzione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> su<strong>per</strong>ficie complessiva diambiente naturale, e quindi <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> quantità di habitat a disposizione <strong>del</strong>le specie di interessepresenti negli ecosistemi. Vi sono poi una serie di conseguenze specifiche <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong>frammentazione, che si traducono in svantaggi aggiuntivi rispetto al<strong>la</strong> semplice <strong>per</strong>dita dihabitat. In una revisione di molteplici studi effettuati al riguardo su mammiferi ed uccelli,Andrein (1994) rileva che, mentre al di sopra <strong>del</strong> 30% di habitat idoneo sul territorio <strong>la</strong><strong>per</strong>dita di animali è proporzionale al<strong>la</strong> <strong>per</strong>dita di habitat, al di sotto di questa soglia, ildecremento aumenta in modo re<strong>la</strong>tivamente maggiore” 20 .“Il sistema rurale essendo esso stesso fattore di degrado ambientale non è più in grado dicostituire antidoto al degrado urbano. Ciò tenendo conto <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> trasformazione nell’uso deifondi agricoli che hanno subito le pesanti riduzioni dei terreni in regime sodivo e <strong>la</strong> drasticariduzione <strong>del</strong>le piante legnose di campo e di ripa. La valutazione ecologica <strong>del</strong>lemodificazioni antropiche assume <strong>del</strong> resto una partico<strong>la</strong>re importanza nelle aree <strong>per</strong>iurbane,dove i conflitti <strong>per</strong> l’uso <strong>del</strong>le risorse originarie (in primo luogo il suolo), e gli effettidistruttivi che vengono esercitati sulle stesse risorse, rendono <strong>del</strong> tutto evidente il concetto dirischio causato dalle trasformazioni urbanistiche ed agricole attualmente in corso e postu<strong>la</strong>nocome necessaria l’adozione di misure di controllo globale <strong>del</strong>l’ambiente. Infatti è proprio inquesti ambienti <strong>per</strong>iurbani che più urgente si presenta <strong>la</strong> necessità di ridare naturalità alsistema territoriale. Si tratta in partico<strong>la</strong>re di considerare il sistema <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> vegetazione come iltessuto unificante in grado di contrastare l’output <strong>del</strong>l’ecosistema urbano, e di contrapporsialle gravi conseguenze <strong>del</strong>lo sprawl <strong>del</strong>le aree <strong>per</strong>iurbane, anche <strong>per</strong> avviare un processo diconciliazione-integrazione tra le metodologie <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> pianificazione <strong>del</strong>l’ecosistema urbano equelle <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> pianificazione <strong>del</strong>l’ecosistema agricolo” 21 .Alcuni studi di ricerca applicata sviluppati nell’ambito disciplinare <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> pianificazioneambientale, hanno considerato il concetto di continuità ambientale in contrapposizione aquello di frammentazione, introducendo quello complementare, già citato, di bio<strong>per</strong>meabilità<strong>del</strong> territorio. “La metodologia <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> continuità ambientale è stata e<strong>la</strong>borata attraversodiverse fasi di s<strong>per</strong>imentazione, ritenendo questo aspetto territoriale, dipendenteprevalentemente dal<strong>la</strong> geografia <strong>del</strong>le componenti urbanistico-insediative e dalle modalità diuso <strong>del</strong> suolo, un riferimento basale <strong>per</strong> le considerazioni attinenti invece <strong>la</strong> sfera <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong>retico<strong>la</strong>rità ecologica, dipendente a sua volta essenzialmente dalle componenti di caratterebiologico-naturalistico” 22 .20 L.G. BISOGNI, ARMANDO GARIBOLDI, SERGIO MALCEVSCHI, op. cit., Mi<strong>la</strong>no 1996.21 ANDREA TOSI, (a cura di), Degrado ambientale <strong>per</strong>iurbano e restauro naturalistico, <strong>Quaderni</strong> <strong>del</strong> Dipartimentodi Scienze <strong>del</strong> Territorio <strong>del</strong> Politecnico di Mi<strong>la</strong>no, Angeli, Mi<strong>la</strong>no 1999.22 BERNARDINO ROMANO, op. cit., 2000. Per gli sviluppi <strong>del</strong>le ricerche sul<strong>la</strong> continuità ambientale e le re<strong>la</strong>zionicon <strong>la</strong> retico<strong>la</strong>rità ecologica, si rimanda, oltre che al testo citato, al sito WEB PLANECO Project:http://dau.ing.univaq.it/p<strong>la</strong>neco.185


E’ essenziale che l’analisi <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione paesistica proceda al rilevamento <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong>distribuzione territoriale (caratteri topologici) dei diversi fattori (caratteri tipologici),attraverso il censimento sistematico su base cartografica <strong>del</strong>le forme di utilizzazione <strong>del</strong>lospazio. Occorre <strong>per</strong>ò non prescindere complessivamente dal<strong>la</strong> lettura dei processi e <strong>del</strong>ledinamiche culturali di ordine socioeconomico, che hanno parte sostanziale nel<strong>la</strong> evoluzione<strong>del</strong> paesaggio e <strong>per</strong>tanto anche nel<strong>la</strong> fenomenologia <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> sua struttura.Le condizioni di frammentazione possono avere origini molteplici e complementari: <strong>la</strong>promozione di politiche territoriali, l’attuazione di previsioni di piani territoriali, <strong>la</strong>realizzazione di o<strong>per</strong>e progettate, <strong>la</strong> diffusione di tecnologie, l’avvento di mutamentisocioeconomici. L’analisi dei processi e <strong>del</strong>le dinamiche socioeconomiche riguarda glisviluppi insediativi, l’evoluzione <strong>del</strong>le pratiche agrarie, i cambiamenti di assetto <strong>del</strong>leproprietà e le pressioni dovute al<strong>la</strong> rendita fondiaria. Questi aspetti sono evidentementeintrecciati da strette re<strong>la</strong>zioni di condizionamento, di cui il paesaggio costituisce una sorta dipunto di partenza e di arrivo nel<strong>la</strong> configurazione ciclica <strong>del</strong>le diverse forme di uso egestione <strong>del</strong>le risorse territoriali.Re<strong>la</strong>tivamente al<strong>la</strong> lettura <strong>del</strong>le re<strong>la</strong>zioni tra il paesaggio ed il contesto socioeconomico, <strong>la</strong>c<strong>la</strong>ssificazione dei fattori territoriali di frammentazione paesistica costituisce un campo diapprofondimento scientifico che potrebbe sviluppare utili strumenti di conoscenza econtrollo <strong>del</strong>le alterazioni indotte sulle risorse.L’analisi distingue i fattori in reali o potenziali, a secondo se vengano riscontrati in essere ose ne venga presunta <strong>la</strong> possibilità di sviluppo sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>le politiche territorialidocumentate. I fattori reali si riferiscono, <strong>per</strong>tanto, alle entità esistenti sul territorio, checostituiscono componenti <strong>del</strong> paesaggio e partecipano a determinarne le condizioni di stato. Ifattori potenziali sono invece determinati dalle previsioni di piano, facenti capo alle distintescale e tipologie di competenza istituzionale, dal<strong>la</strong> pianificazione sovraordinata di bacino,fino a quel<strong>la</strong> attuativa comunale. Tale ottica binaria è evidentemente utile <strong>per</strong> rendere il piùpossibile fe<strong>del</strong>e l’approssimazione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> realtà prodotta attraverso il processo conoscitivo:non so<strong>la</strong>mente <strong>per</strong>ché il paesaggio stesso è governato da equilibri dinamici ma, innanzitutto,<strong>per</strong> <strong>la</strong> consapevolezza <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> progressione dei fenomeni di alterazione paesistica nelle aree<strong>per</strong>iurbane di pianura, malgrado <strong>la</strong> nota e consolidata assenza di crescita demografica. Sitratta infatti di territori soggetti a processi insediativi contemporanei in gran parte afferential<strong>la</strong> localizzazione di attività terziarie.Fra gli studi pubblicati in Italia nello specifico ambito di ricerca riguardante <strong>la</strong>frammentazione ambientale, l’unico caso in cui si è riscontrato un censimento sistematico subase tipologica <strong>del</strong>le cause territoriali <strong>del</strong> fenomeno è stato prodotto, re<strong>la</strong>tivamente alterritorio abruzzese e, <strong>per</strong> certi temi e scale, a livello nazionale, nell’ambito <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> citataricerca P<strong>la</strong>neco. La ricerca utilizza come criterio principale di indagine <strong>la</strong> bio<strong>per</strong>meabilità<strong>del</strong> territorio, secondo una c<strong>la</strong>ssificazione in cui le “aree considerate non bio<strong>per</strong>meabili al<strong>la</strong>sca<strong>la</strong> territoriale” sono responsabili di frammentazione ambientale, mentre quellebio<strong>per</strong>meabili, “su<strong>per</strong>fici naturali e seminaturali, su<strong>per</strong>fici agricole frammiste a spazinaturali”, sono ritenute favorevoli al<strong>la</strong> continuità ambientale. Fra le aree non bio<strong>per</strong>meabili,ovvero i fattori causali <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione ambientale, si trovano le seguenti categorie 23 .tessuto urbano continuo, tessuto urbano discontinuo, aree industriali o commerciali, retistradali e ferroviarie e spazi accessori, aree estrattive, aree sportive e ricreative, seminativi inaree non irrigue, risaie, frutteti, oliveti, prati stabili, colture annuali associate a colture<strong>per</strong>manenti, sistemi colturali e particel<strong>la</strong>ri complessi.“Il concetto di bio<strong>per</strong>meabilità presenta un limite importante rispetto al suo significato transsca<strong>la</strong>re.Può essere ritenuto di buona utilità quando è chiamato a rappresentare <strong>la</strong> fisionomia<strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> naturalità complessiva <strong>del</strong> territorio a dimensioni medio-grandi, mentre <strong>per</strong>deindubbiamente di significato interpretativo quando se ne tenta una lettura a dimensione23 Per <strong>la</strong> descrizione completa <strong>del</strong>le singole categorie si veda BERNARDINO ROMANO, Continuità ambientale.Pianificare <strong>per</strong> il riassetto ecologico <strong>del</strong> territorio, Andromeda Editrice, Teramo 2000. Per gli sviluppi <strong>del</strong>lericerche sul<strong>la</strong> continuità ambientale e le re<strong>la</strong>zioni con <strong>la</strong> retico<strong>la</strong>rità ecologica, si rimanda, oltre che al testo citato,al sito WEB PLANECO Project: http://dau.ing.univaq.it/p<strong>la</strong>neco.186


contrario, essa mostra una fenomenologia molto più vasta ed artico<strong>la</strong>ta, responsabile dialterazioni <strong>del</strong>le funzioni ambientali determinanti <strong>per</strong> l’ecologia umana, come <strong>del</strong>lecondizioni di <strong>per</strong>manenza storica, e di artico<strong>la</strong>zione morfologica <strong>del</strong> paesaggio.Alle finalità di riduzione e contenimento <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> frammentazione paesistica corrisponde unospettro molto ampio di interventi di miglioramento paesistico-ambientale con efficacia diriqualificazione diffusa. Essi non coincidono in modo diretto con <strong>la</strong> conservazione e <strong>la</strong> neocostituzione<strong>del</strong>le reti ecologiche, ma sono in <strong>la</strong>rga misura favorevoli e necessari rispetto al<strong>per</strong>seguimento di questi obiettivi.Figura 4 - Schema esemplificativo <strong>del</strong>lepossibili re<strong>la</strong>zioni tra gli spazibio<strong>per</strong>meabili e le reti ecologiche dimovimento <strong>del</strong>le diverse specie animali.E’ utile considerare che a diverse specieanimali non necessariamentecorrisponde, in uno stesso territorio, <strong>la</strong>stessa rete ecologica; le reti ecologichespecie-specifiche non sononecessariamente comprese nei corridoi dicontinuità biotica <strong>del</strong> paesaggio, puressendo queste probabilisticamentefavorevoli al<strong>la</strong> presenza ed allospostamento di animali, ma possonointeressare anche decisamente <strong>la</strong> matricepaesistica.Dottore di <strong>Ri</strong>cerca in Progettazione paesistica, Università di Firenze.RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICIBATTISTI CORRADO, FIGLIUOLI F., ROMANO BERNARDINO, La continuità ambientale a sca<strong>la</strong>nazionale: spunti da studi di pianificazione e da analisi faunistiche, atti <strong>del</strong> workshopnazionale Paesaggi rurali di domani: <strong>la</strong> gestione degli ecosistemi agrosilvopastorali e <strong>la</strong>tute<strong>la</strong> <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> connettività ecologica <strong>del</strong> territorio extraurbano, Agenzia Nazionale <strong>per</strong> <strong>la</strong>Protezione Ambientale (ANPA), Torino 10 settembre 1999.BISOGNI L.G., GARIBOLDI ARMANDO, MALCEVSCHI SERGIO, Reti ecologiche ed interventi dimiglioramento ambientale, Il Verde Editoriale, Mi<strong>la</strong>no 1996.BOITANI LUIGI, La tute<strong>la</strong> e <strong>la</strong> valorizzazione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> biodiversità terrestre in Italia: appunti<strong>per</strong> <strong>la</strong> Rete Ecologica Nazionale, atti <strong>del</strong> seminario nazionale Conservazione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> natura esviluppo locale: il sistema <strong>del</strong>le aree protette e <strong>la</strong> Rete Ecologica Nazionale,ECOLAVORO99, Legambiente, Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente, Federazione Italiana Parchi e<strong>Ri</strong>serve Naturali, Firenze 14 dicembre 1999.COOK E.A., VAN LIER H.N., (a cura di), Landscape p<strong>la</strong>nning and ecological networks,Elsevier, Amsterdam, 1994.DI FIDIO MARIO, Teoria e prassi <strong>del</strong>le reti ecologiche. Dall’iso<strong>la</strong>mento all’integrazione<strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> difesa <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> natura, seminario di studio <strong>del</strong> Dottorato di ricerca in Progettazionepaesistica, Universita’ degli Studi di Firenze, Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione<strong>del</strong> territorio, Firenze 26 maggio 1999, “<strong>Ri</strong>-<strong>Vista</strong> <strong>Ri</strong>cerche <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>progettazione</strong> <strong>del</strong>paesaggio”, “<strong>Quaderni</strong>”, 1, vol. 1, gen.apr. 2004.DRAMSTAD W.E., OLSON J.D., FORMAN R.T.T., Landscape Ecology Principles in LandscapeArchitecture and Land-Use P<strong>la</strong>nning, Harvard University Graduate School of Design -Is<strong>la</strong>nd Press - American Society of Landscape Architects, Washington 1996.188


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