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Inserto BENBollettino Epidemiologico NazionaleStu<strong>di</strong> dal territorioCOMPORTAMENTI A RISCHIOE MALESSERE SOCIALE:I RISULTATI DELL’INDAGINETRA GLI STUDENTI DELLE SCUOLEMEDIE SUPERIORI DI OSTIA, ROMAYllka Kodra 1 , S<strong>il</strong>via Colitti 1 , Alberto Perra 1 ,Antonino Bella 1 e Anna Rita Bellomo 2per <strong>il</strong> Gruppo Epidemiologia in Azione 2004*1Centro Nazionale <strong>di</strong> Epidemiologia,Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS2Azienda USL Roma D(*) Gruppo Epidemiologia in Azione 2004: M. Antonietta Atzori,Salvatore Avorio, Fulvio Barizzone, Caterina Bellu, Carla Bietta,M. Elena Careddu, Patrizia Carletti, R. Maria Cecconi, AntonellaCiani Passeri, Lucio De Angelis, Mariangela De Curtis, Pina DeCurtis, Giovanna De Giacomi, Pirous Fathe Moghadam, MariaFerrara, Maurizio Ferri, Antonietta Fiorita, Linda Gallo, LucioGhio, Marcella Longo, Livia Malandrucco, Matteo Molino, TinaMoretto, Pasquangela Porqueddu, Giovanna Rossi, MarcelloSala, Pierangelo Sarchi, Francesco Sconza e Massimo O. TrinitoL’adolescenza è vista come un periodo <strong>di</strong> salute ottimalecon bassi livelli <strong>di</strong> morbosità e malattie croniche(1). Tuttavia suici<strong>di</strong>o, depressione e altre con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>salute mentale, AIDS e malattie sessualmente trasmissib<strong>il</strong>i,malattie legate a comportamenti a rischiominano questa percezione <strong>di</strong> prevalenza <strong>di</strong> buona salutedurante l’adolescenza (2).Convenzionalmente, per in<strong>di</strong>care i livelli <strong>di</strong> salute sifa ricorso a statistiche nazionali su mortalità e morb<strong>il</strong>ità,entrambi importanti per la determinazione dellasalute nella popolazione, ma non sempre rappresentatividel periodo adolescenziale (3). Si rende necessarioin<strong>di</strong>viduare alcuni in<strong>di</strong>catori più vali<strong>di</strong> per analizzaree comprendere lo stato <strong>di</strong> salute dei giovani, adesempio, avvalendosi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori soggettivi, derivanti<strong>di</strong>rettamente dalla percezione dei giovani. Questoapproccio stu<strong>di</strong>a la salute così come viene intesa daglistessi adolescenti, permettendo <strong>di</strong> identificarne leconseguenze comportamentali oggettive.Con tale obiettivo, la ASL Roma D e l’<strong>Istituto</strong> <strong>Superiore</strong><strong>di</strong> Sanità hanno realizzato un’indagine tra igiovani del penultimo anno delle scuole me<strong>di</strong>e superiori<strong>di</strong> Ostia, per stu<strong>di</strong>are la percezione del loro livello<strong>di</strong> salute fisica ed emotiva ed eventuali associazionicon comportamenti a rischio, riguardanti fumo, alcol,uso <strong>di</strong> sostanze stupefacenti, attività sessuale.L’obiettivo dell’indagine è identificare temi e modalitàper interventi a tutela della salute nella popolazionescolastica.Per stimare lo stato <strong>di</strong> salute fisica ed emotiva percepita,lo stu<strong>di</strong>o ha incluso 5 domande ut<strong>il</strong>izzate nell’HealthBehaviour in School-aged Ch<strong>il</strong>dren - HBSC (3) che l’OrganizzazioneMon<strong>di</strong>ale della Sanità (OMS) realizza perio<strong>di</strong>camentein 36 Paesi. A ogni risposta è stato assegnatoun punteggio (Tabella 1). Sulla base dei <strong>di</strong>versi livelli<strong>di</strong> percezione <strong>di</strong> salute fisica ed emotiva calcolatasommando i punteggi delle risposte, abbiamo identificatotre categorie “a rischio <strong>di</strong> malessere o <strong>di</strong>sagio sociale”:• basso rischio (0-1);• me<strong>di</strong>o rischio (2-3);• alto rischio (4-5).Per definire i comportamenti a rischio su fumo, alcol,sostanze stupefacenti e comportamenti sessuali,sono state ut<strong>il</strong>izzate le definizioni operative dell’OMSe degli United States Centers for Disease Control andPrevention. In fase <strong>di</strong> analisi si sono testate le associazionitra comportamenti a rischio e i <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> rischio<strong>di</strong> malessere o <strong>di</strong>sagio.Ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> metodo <strong>di</strong> campionamento a cluster(4) sono state selezionate 15 classi <strong>di</strong> 45 appartenenti alle13 scuole me<strong>di</strong>e superiori. Il 78% degli studenti selezionatiha risposto al questionario standar<strong>di</strong>zzato autocomp<strong>il</strong>ato (260 su 331 totali). Del restante 22% (71 su331) <strong>il</strong> 19% risultava assente <strong>il</strong> giorno dell’indagine,mentre <strong>il</strong> 3% aveva smesso <strong>di</strong> frequentare le lezioni.Il rapporto tra maschi e femmine è <strong>di</strong> 2/3, l’età me<strong>di</strong>aè <strong>di</strong> 17,6 anni (range 16-21).Lo stu<strong>di</strong>o mostra che <strong>il</strong> 46,5% risulta con un buonostato <strong>di</strong> salute fisica ed emotiva; <strong>il</strong> 46,4% presentaun livello me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> malessere, mentre <strong>il</strong> 6,9% risulta avereun evidente malessere. Si osserva un maggior rischio<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio tra le femmine OR = 1,7 (95% IC: 1,1-2,8).Per quanto riguarda i comportamenti a rischio, lostu<strong>di</strong>o ha <strong>di</strong>mostrato che:• l’83% degli studenti assume bevande alcoliche, nel 63%dei casi fuori pasto, soprattutto birra e superalcolici;• del 47% dei ragazzi che hanno sperimentato sostanzestupefacenti, <strong>il</strong> 22% ne fa uso abituale (cannabis);• l’86% dei ragazzi ha rapporti sessuali precoci (primadei 16 anni), nel 47% dei casi non protetti; <strong>il</strong>20% degli intervistati ha già avuto più <strong>di</strong> quattropartner (multipartner);Inserto BEN - Not Ist Super Sanità 2004; 17 (6)© <strong>Istituto</strong> <strong>Superiore</strong> <strong>di</strong> Sanitài


Tabella 1 - Livelli <strong>di</strong> percezione <strong>di</strong> salute fisica ed emotivaCon<strong>di</strong>zioni fisiche Punteggio 0 Punteggio 1ed emotiveSalute Molto bene Non molto beneAbbastanza beneUmore Sono molto felice Non mi sento molto feliceSono abbastanza feliceNon sono affatto feliceSentirsi giù Raramente o mai Più <strong>di</strong> una volta a settimanaPiù o meno una volta al mese o settimana Quasi ogni giornoStanchezza Raramente o mai Da 1 a 3 volte la settimanaMeno <strong>di</strong> una volta a settimanaPiù <strong>di</strong> 4 volte a settimanaSolitu<strong>di</strong>ne No, ogni tanto Piuttosto spesso, molto spessoTabella 2 - Comportamenti a rischio associati a livelli <strong>di</strong> malessere o <strong>di</strong>sagio sociale (in percentuale del campione)Comportamenti Basso rischio Me<strong>di</strong>o rischio Rischio elevato 2 P<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagioUso <strong>di</strong> bevande alcoliche a 30,6 52,1 55,6 12,8 0,001Uso <strong>di</strong> droga 38,8 53,7 61,1 6,8 0,03Attività sessuale a rischio b 50,4 52,1 50,0 0,1 n.sFumatori frequenti c 20,7 28,9 27,8 1,1 n.s(a) Birra e superalcolici fuori pasto(b) Attività sessuale a rischio: rapporti multipartner, precoci, non protetti(c) Fumatori (<strong>di</strong> sigarette) più <strong>di</strong> 20 giorni al meseii• <strong>il</strong> 52% dei ragazzi fuma sigarette, mentre <strong>il</strong> 24%<strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> non aver mai fumato.L’analisi dei comportamenti a rischio rispetto ai livelli<strong>di</strong> malessere o <strong>di</strong>sagio sociale ha mostrato un’associazionestatisticamente significativa con un maggioruso <strong>di</strong> sostanze stupefacenti (p = 0,03), e un maggiorconsumo <strong>di</strong> alcol fuori pasto (p = 0,001) Tabella2). Altra associazione significativa è con le relazioni fam<strong>il</strong>iariinsod<strong>di</strong>sfacenti (conflittuali o con problemi <strong>di</strong>comunicazione), p = 0,01 mentre risulta una correlazionenon significativa con <strong>il</strong> fumo frequente <strong>di</strong> sigarettae con i comportamenti sessuali a rischio.I dati dell’indagine presentano risultati analoghi aquelli <strong>di</strong> altre realtà italiane su prevalenza e tipologia<strong>di</strong> comportamenti a rischio - Progetto HBSC 2003 RegioneVeneto (2).Comportamenti a rischio e malessere o <strong>di</strong>sagio socialesono effettivamente associati. Non è fac<strong>il</strong>menteidentificab<strong>il</strong>e <strong>il</strong> rapporto <strong>di</strong> causalità tra questi elementi,ma è probab<strong>il</strong>e che l’aumento dell’uno contribuiscaad aumentare l’altro e viceversa.L’età della sperimentazione dei comportamenti arischio si aggira intorno ai 14-15 anni, <strong>di</strong> conseguenzaun intervento efficace andrebbe strutturato primadell’ingresso dei ragazzi nella scuola superiore.L’urgenza e la necessità <strong>di</strong> intervenire con programmiefficaci è evidente se si considera non solo cheInserto BEN - Not Ist Super Sanità 2004; 17 (6)© <strong>Istituto</strong> <strong>Superiore</strong> <strong>di</strong> Sanità<strong>il</strong> 54% degli intervistati presenta un me<strong>di</strong>o o alto rischio<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, ma che questa percentuale fotografaun gruppo selezionato <strong>di</strong> ragazzi, lasciando fuorichi ha abbandonato la scuola o era assente.Esistono in letteratura numerose evidenze che<strong>di</strong>mostrano l’efficacia scientifica <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> intervento.Tale efficacia è maggiore laddove l’interventosia integrato, coinvolga i ragazzi nella programmazione,organizzazione e realizzazione, si avvalgadell’educazione tra pari e preveda lo sv<strong>il</strong>uppo<strong>di</strong> ab<strong>il</strong>ità.Riferimenti bibliografici1. Sells WC, Blum RW. Morbi<strong>di</strong>ty and mortality among US adolescents:an overview of data and trends. American Jounalof public health 1996;86(4):513-9.2. Bertinato L, Mirandola M, Rampazzo L, et al. Secondo rapportosullo stato <strong>di</strong> salute e gli st<strong>il</strong>i <strong>di</strong> vita dei giovani venetiin età scolare. Regione Veneto, Assessorato alle PoliticheSociali. Padova; 2003.3. Currie C, Hurrelmann K, Settertobulte W, et al. (Eds). HealthBehaviour in School-aged Ch<strong>il</strong>dren: a WHO Cross-NationalStudy (HBSC). International Report. Health and health behaviouramong young people. (WHO Policy Series). WHO:Copenhagen; 2000 (http://www.hbsc.org/downloads/Int_Report_00.<strong>pdf</strong>).4. World Health Organization. Immunization coverage clustersurvey. Part A. The manual Revision 7. Geneva; 2004.


INDAGINE DI UN’ESTESA EPIDEMIADI EPATITE VIRALE A (HAV)IN CAMPANIA,GENNAIO-GIUGNO 2004Gruppo <strong>di</strong> lavoro ad hoc*(*) Osservatorio Epidemiologico Regione Campania: Renato. PizzutiServizio <strong>di</strong> Epidemiologia delle ASL, Campania: ASL CE/2, AngeloD’Argenzio; ASL NA/5, Francesco. Giugliano; ASL AV/2, MariaAntonietta Ferrara; ASL BN/1, Paolo D’Argenio; ASL CE/1, CrescenzoBove; ASL NA/1, Andrea Simonetti; ASL NA/2, AntoninoParlato; ASL NA/3, F<strong>il</strong>omena Peluso; ASL NA/4 Raffaele Palombino;ASL SA/1, Anna Luisa Caiazzo; ASL SA/2, Maria Grazia Panico;ASL SA/3, Giuseppe Di Fluri; <strong>Istituto</strong> <strong>Superiore</strong> <strong>di</strong> Sanità:Giuseppe Pontrelli, Marco Massari, Fabrizio Rossi, Lucia PastoreCelentano, Amy Cawthorne, Stefania Salmaso, Delia Boccia,Massim<strong>il</strong>iano Di Renzi, Maria Rapicetta e Luciana CrociInserto BEN - Not Ist Super Sanità 2004; 17 (6)© <strong>Istituto</strong> <strong>Superiore</strong> <strong>di</strong> SanitàAlla fine <strong>di</strong> marzo 2004 l’Osservatorio Epidemiologicodella Campania ha segnalato al Centro Nazionale<strong>di</strong> Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione dellaSalute (CNESPS) dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Superiore</strong> <strong>di</strong> Sanità (ISS) uninsolito numero <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> Epatite A (HAV) provenientida varie ASL della regione e in particolare dalla ASLNa5. Il confronto con i dati <strong>di</strong> sorveglianza <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>iper lo stesso periodo negli anni precedenti (dalla base<strong>di</strong> dati computerizzata SIMI) ha confermato che i casiosservati erano superiori rispetto all’atteso e che la situazioneepidemiologica si configurava come un’epidemia<strong>di</strong> HAV.Agli inizi del mese <strong>di</strong> apr<strong>il</strong>e è stata richiesta la collaborazionedel Reparto <strong>di</strong> epidemiologia delle MalattieInfettive (RMI) del CNESPS per effettuare indaginiepidemiologiche descrittive e analitiche al fine <strong>di</strong> identificarela fonte dell’epidemia, le modalità <strong>di</strong> trasmissionee mettere in atto adeguate misure <strong>di</strong> controllo.Le interviste ad alcuni dei primi casi hanno in<strong>di</strong>cato <strong>il</strong>consumo <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> mare come una verosim<strong>il</strong>e fonte<strong>di</strong> infezione. Tale sospetto, in linea con i risultati pluriennalidel sistema <strong>di</strong> Sorveglianza Epidemiologica Integratodell’Epatite Virale Acuta (SEIEVA) per la Campania,è stato anche rafforzato dal fatto che alcuni deiprimi casi si sono verificati tra i partecipanti a uno stessobanchetto che, solo in quella occasione, avevanoconsumato frutti <strong>di</strong> mare insieme. Il banchetto si eratenuto <strong>il</strong> 1° febbraio 2004 presso un ristorante nellazona <strong>di</strong> Caserta che si era rifornito <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> mare daun fornitore della zona della ASL <strong>di</strong> Na5.Le indagini si sono dapprima concentrate sulla ricercae verifica dei nuovi casi <strong>di</strong> HAV e sul tempestivoscambio <strong>di</strong> informazioni tra le ASL notificanti (dove sitrovano i maggiori ospedali che <strong>di</strong>agnosticano casi <strong>di</strong>HAV) alle ASL <strong>di</strong> residenza dei singoli pazienti e al coor<strong>di</strong>namentoregionale. Una sorveglianza accelerata èstata istituita con aggiornamenti settimanali e confronto<strong>di</strong> basi <strong>di</strong> dati. Successivamente al fine <strong>di</strong> ottimizzarela segnalazione dei casi <strong>il</strong> CNESPS in collaborazionecon <strong>il</strong> CINECA (Centro Interuniversitario per <strong>il</strong>Calcolo Avanzato) ha messo a punto un sistema <strong>di</strong> registrazionedei casi su un’unica base <strong>di</strong> dati su paginaweb (http//:epos.cineca.it) consultab<strong>il</strong>e e aggiornab<strong>il</strong>e,me<strong>di</strong>ante password, da ogni singolo Servizio <strong>di</strong> Epidemiologiadelle ASL locali.Alla fine <strong>di</strong> maggio 2004, in tutta la regione Campania,sono stati notificati 621 casi <strong>di</strong> Epatite A (alcunicon registrazione <strong>di</strong> conferma <strong>di</strong>agnostica tramiteIgM-HAV, altri con accertamento ancora da registrarenella base <strong>di</strong> dati). Circa <strong>il</strong> 57% dei casi è <strong>di</strong> sesso masch<strong>il</strong>e.L’età me<strong>di</strong>ana è <strong>di</strong> 20 anni (range 1-56). La fascia<strong>di</strong> età col maggior numero <strong>di</strong> casi è risultata quellatra 15 e 44 anni in entrambi i sessi, rappresentandorispettivamente <strong>il</strong> 70,4% e <strong>il</strong> 62,5% della casistica totale.Su 450 casi, <strong>di</strong> cui è <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e l’informazionesulla base <strong>di</strong> dati, 425 persone risultano essere stati ricoverati.La curva epidemica (Figura) mostra un primo aumentointorno alla quinta settimana dell’anno (34 casi),seguita da un picco tra la decima e la un<strong>di</strong>cesimasettimana (rispettivamente con 68 e 67 casi). Alla fine<strong>di</strong> apr<strong>il</strong>e si è osservata una prima flessione del numerodei casi, ma dai dati <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i risulta un nuovo aumentoa partire dalla prima metà <strong>di</strong> maggio per cuinel mese <strong>di</strong> giugno continuano a essere <strong>di</strong>agnosticatinuovi casi.La ASL Na5 (zona <strong>di</strong> Ercolano, Torre Annunziata,Portici e Torre del Greco) è risultata quella più colpitacon 266 casi.Date le in<strong>di</strong>cazioni iniziali sulle esposizioni dei casisi ipotizza che <strong>il</strong> consumo <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> mare cru<strong>di</strong> o pococotti e conservati impropriamente sia stato <strong>il</strong> principaleveicolo <strong>di</strong> infezione, come registrato nell’estesa epidemianel 1996-97 in Puglia (1). La curva epidemica, contre picchi intervallati da circa 4 settimane ciascuno, ècompatib<strong>il</strong>e con due possib<strong>il</strong>i pattern <strong>di</strong> trasmissione:• più fonti <strong>di</strong> esposizione, in<strong>di</strong>pendenti ma limitatenel tempo, che hanno prodotto picchi separati; nonè chiaro ancora se le fonti <strong>di</strong> contagio siano dellastessa natura o <strong>di</strong>fferente;• una prima fonte <strong>di</strong> esposizione puntuale nel periodonatalizio, seguita poi da picchi successivi spiegab<strong>il</strong>ida un’intensa trasmissione secondaria.Dato <strong>il</strong> protrarsi dell’epidemia è probab<strong>il</strong>e che dopouna prima introduzione <strong>di</strong> HAV legata al consumo<strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> mare nel periodo natalizio, sia subentratauna trasmissione per contagio interumano, oppure che<strong>il</strong> verosim<strong>il</strong>e veicolo alimentare venga continuamentecontaminato localmente, amplificando e mantenendola trasmissione. Il CNESPS in collaborazione con la ASLNa5 sta effettuando uno stu<strong>di</strong>o caso controllo nel comune<strong>di</strong> Ercolano per verificare <strong>il</strong> ruolo <strong>di</strong> varie esposizionia rischio.All’indagine epidemiologica è stata anche affiancataun’indagine ambientale che prevede la raccolta <strong>di</strong>campioni <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> mare da punti critici per un perioiii


ivn. casi706050403020100SettimaneCasi sospettiCasi confermati1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718192021222324Figura - Epidemia <strong>di</strong> Epatite A nella regione Campania(gennaio-giugno 2004). Numero <strong>di</strong> casi (621) per settimana<strong>di</strong> insorgenza dei sintomi dall’inizio dell’annodo <strong>di</strong> almeno 15 settimane. I campioni verranno analizzatiin ISS presso <strong>il</strong> Laboratorio <strong>di</strong> Riferimento Nazionaleper le contaminazioni batteriologiche e virali dei molluschibivalvi, afferente al Centro Nazionale per la Qualitàdegli Alimenti e per i Rischi Alimentari. Agli ospedaliche hanno ricoverato la maggior parte dei casi è statorichiesto <strong>di</strong> raccogliere e mantenere campioni <strong>di</strong> sieri <strong>di</strong>pazienti in fase acuta su cui <strong>il</strong> Dipartimento Malattie InfettiveParassitarie e Immunome<strong>di</strong>ate dell’ISS effettueràl’isolamento e la caratterizzazione genotipica dei ceppivirali. Gli isolati virali <strong>di</strong> HAV così ottenuti da varie fonti(umana e frutti <strong>di</strong> mare) verranno confrontati per stab<strong>il</strong>irese l’epidemia è attribuib<strong>il</strong>e a varie fonti <strong>di</strong> introduzioneo è sostenuta dagli stessi virus dei pazienti.I dati qui presentati sono ancora provvisori ed èprobab<strong>il</strong>e che rappresentino una sottostima del numeroreale dei casi.In base alle evidenze della letteratura scientifica leASL maggiormente toccate dall’epidemia hanno offertola vaccinazione gratuita a tutti i conviventi deicasi per interrompere l’eventuale trasmissione interpersonalenelle famiglie (2). Tuttavia la numerosità deicasi segnalati nel mese <strong>di</strong> marzo non era inferiore rispettoa quella segnalata in gennaio e l’effettivo impatto<strong>di</strong> questo intervento dovrà essere valutato.Sebbene <strong>il</strong> fenomeno sembri in esaurimento, l’epidemianon può ancora considerarsi conclusa. Nel frattemposono giunte segnalazioni <strong>di</strong> altri casi <strong>di</strong> HAV“esportati” dalla Campania in altre regioni <strong>di</strong> Italianormalmente con bassa incidenza <strong>di</strong> HAV.Inserto BEN - Not Ist Super Sanità 2004; 17 (6)© <strong>Istituto</strong> <strong>Superiore</strong> <strong>di</strong> SanitàIl commentoStefania SalmasoCentro Nazionale <strong>di</strong> Epidemiologia, Sorveglianza e Promozionedella Salute, ISSAnche se le infezioni da HAV sono frequenti inCampania, la presente epidemia con più <strong>di</strong> 600 casisegnalati e <strong>di</strong>stribuiti su molti comuni <strong>di</strong> residenza costituisceun evento anomalo da indagare. Uno degliostacoli a una <strong>di</strong>samina tempestiva delle informazioniraccolte è stata la lunghezza dei tempi <strong>di</strong> trasmissionetra le strutture <strong>di</strong> assistenza che <strong>di</strong>agnosticanoi casi e <strong>il</strong> coor<strong>di</strong>namento regionale che, secondo laprassi, vede le notifiche a cadenza mens<strong>il</strong>e o al massimoogni 15 giorni. Come già detto nell’articolo, perfornire un supporto alle attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento èstata pre<strong>di</strong>sposta un’area Internet riservata agli operatorisanitari impegnati nella registrazione dei dati,chiamata EPOS (http://epos.cineca.it). In pratica, accedendoa EPOS gli utenti autorizzati possono trascriverele informazioni sui singoli casi <strong>di</strong> malattia instu<strong>di</strong>o su una base dati centralizzata visib<strong>il</strong>e online intempo reale da altri operatori sanitari, che devono esserea conoscenza dei dati. I dati registrati sono accessib<strong>il</strong>iper via elettronica in modalità crittografatasolo da utenti autorizzati, riconosciuti personalmenteme<strong>di</strong>ante username e password e mantenuti in modoprotetto presso un server centrale. Il sistema, realizzatoin modo sperimentale dal CINECA, è stato ideatodal Reparto <strong>di</strong> Epidemiologia delle Malattie Infettivedel CNESPS dell’ISS. Ut<strong>il</strong>izzando i dati registrati <strong>il</strong> sistemafornisce in modo automatico la curva epidemicae alcune semplici tabulazioni con le frequenzedei casi per ASL, età, sesso. Inoltre, <strong>il</strong> sistema permette<strong>di</strong> identificare fac<strong>il</strong>mente le informazioni mancanti perogni singolo caso e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> effettuare una rapidaverifica della qualità dei dati. La comunicazione onlinedelle informazioni relative ai casi <strong>di</strong> malattie infettivenon previene le infezioni, ma certamente aiuta acaratterizzare velocemente la situazione, a riunificareinformazioni frammentate in strutture <strong>di</strong>verse e a con<strong>di</strong>viderele evidenze su cui stab<strong>il</strong>ire se effettuare un intervento.Riferimenti bibliografici1. Malfait P, Lopalco PL, Salmaso S, et al. An outbreak of hepatitisA in Puglia, Italy, 1996 Euro Surve<strong>il</strong>lance1996;1(5):33-5.2. Mele A, Jefferson T. The use of hepatitis A vaccine in Italy -evidence-based recommendations from an expert panel(E<strong>di</strong>torial). Vaccine 2003;21(19-20):22-3.Comitato e<strong>di</strong>toriale BENNancy Binkin, Paola De Castro, Carla Faralli,Marina Maggini, Stefania SalmasoFull English version is ava<strong>il</strong>able at: www.ben.iss.ite-Ma<strong>il</strong>: ben@iss.it

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