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AMBIENTALE PER LA PROVINCIA DI MODENA - Ambiente in Liguria

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<strong>PROVINCIA</strong> <strong>DI</strong> <strong>MODENA</strong>UN SISTEMA<strong>DI</strong> CONTABILITA’<strong>AMBIENTALE</strong><strong>PER</strong> <strong>LA</strong> <strong>PROVINCIA</strong> <strong>DI</strong><strong>MODENA</strong>:note metodologiche e primielementiper il bilancio ambientaleAllegato al bilancio di previsione 2000<strong>DI</strong>CEMBRE 1999.Versione 2, dicembre 99 1/49


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UN SISTEMA<strong>DI</strong> CONTABILITA’<strong>AMBIENTALE</strong><strong>PER</strong> <strong>LA</strong> <strong>PROVINCIA</strong> <strong>DI</strong><strong>MODENA</strong>:note metodologiche e primielementiper il bilancio ambientaleAllegato al bilancio di previsione 2000Coord<strong>in</strong>amento Prov<strong>in</strong>cia di Modena:Eriuccio Nora - Settore Difesa del Suolo e Tutela dell’<strong>Ambiente</strong>Onelio Pignatti - Settore F<strong>in</strong>anziarioGiovanni Rompianesi – Servizio Controlli AmbientaliConsulenti realizzatoridello studio: Matteo Bartolomeo e Giulia GalluccioFondazione ENI “Enrico Mattei”, MilanoSi r<strong>in</strong>graziano i dirigenti e i dipendenti dell’Amm<strong>in</strong>istrazione Prov<strong>in</strong>ciale di Modena che hanno. gentilmentefornito dati e <strong>in</strong>formazioni utili alla stesura del presente documento.Versione 2, dicembre 99 3/49


PRESENTAZIONELa Prov<strong>in</strong>cia di Modena sta proseguendo nel suo impegno di promozione dello sviluppo sostenibile, attivato con ilprocesso di Agenda 21 Locale, ideato dalle Nazioni Unite al f<strong>in</strong>e di concertare azioni per una efficace tuteladell’ambiente e della qualità della nostra vita, co<strong>in</strong>volgendo le diverse componenti delle comunità locali.A maggior ragione la struttura stessa delle Amm<strong>in</strong>istrazioni locali dovrebbe sempre più <strong>in</strong>trodurre nella propriaconcreta attività, strumenti utili a misurare il proprio contributo alla realizzazione di uno sviluppo ambientalmentesostenibile.Fra tali strumenti viene proposto il cosiddetto Bilancio Ambientale: una <strong>in</strong>teressante metodologia utile a trasferireil sapere della contabilità ambientale nel quotidiano delle decisioni amm<strong>in</strong>istrative e politiche e a promuoverequell’<strong>in</strong>contro tra economia ed ambiente, oggi foriero di numerose, positive s<strong>in</strong>ergie.Già sperimentato da aziende private con grande successo, soprattutto nell’<strong>in</strong>tento di dim<strong>in</strong>uire sprechi di risorse edimpatti negativi nonché di migliorare le strategie di comunicazione ambientale, sia quelle rivolte al proprio <strong>in</strong>ternoche quelle rivolte alla pubblica op<strong>in</strong>ione, non risulta oggi adottato da quasi nessuna amm<strong>in</strong>istrazione pubblica.La Prov<strong>in</strong>cia di Modena ha voluto sperimentare un primo approccio di contabilità ambientale volto a misurare evalutare il proprio impatto <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di consumi di risorse, di energia, di produzione di rifiuti e di emissioni <strong>in</strong>atmosfera, relazionandosi con gli obbiettivi e le azioni proposte nel Piano d’Azione di Indirizzo della AgendaLocale 21.Si tratta, sostanzialmente, di un primo approccio metodologico, ma contenente già alcuni consistenti elementi divalutazione.Significativamente alleghiamo il presente documento ai tradizionali strumenti di contabilità economico -f<strong>in</strong>anziaria e di bilancio, aff<strong>in</strong>ché ciascuno possa fornire suggerimenti ed <strong>in</strong>dicazioni utili al necessariocompletamento e successiva ottimizzazione, anche sulla base dei futuri, imm<strong>in</strong>enti provvedimenti legislativi che<strong>in</strong>centiveranno l’eco - contabilità.IL PRESIDENTEGraziano Pattuzzi.Versione 2, dicembre 99 4/49


IN<strong>DI</strong>CE1 Introduzione .....................................................................................................................………………........ 92 La contabilità ambientale d’impresa ......................................................................................………………. 112.1 Il bilancio ambientale........................................................................................………………...... 112.2 Il rapporto e la dichiarazione ambientale...............................................................………………..122.3 La contabilità generale..............................................................................................………………132.4 La contabilità analitica..............................................................................................………………152.4.1 L’identificazione dei costi ambientali ...................................................………………..152.4.2 L’allocazione dei costi ambientali .............................................................…………….162.4.3 Le decisioni di <strong>in</strong>vestimento .................................................................……………......183 La contabilità ambientale nazionale......................................................................................... .……………..194 Una proposta per la contabilità ambientale degli enti locali ...................................................……………… 224.1.1 Contabilità ambientale delle attività legate al funzionamento dell’ente locale ............. 254.1.2 Contabilità ambientale delle attività legate all’erogazione di servizi pubblici ............. 254.1.3 Contabilità ambientale delle attività di altri attori che operano sul territorio ............... 264.1.4 Il ruolo della nuova normativa sulla contabilità ambientale degli enti locali ............... 284.2 Primi elementi di contabilità per il bilancio ambientale della Prov<strong>in</strong>cia di Modena………. 295 Bibliogra …………………………………………………………………………………………………….506 Allegato: Il concetto di costo e spesa ambientale .................................................................…………..…... 516.1 Il concetto di costo ambientale per le attività d’impresa ................................................. 516.1.1 I costi end-of-pipe ..................................................................................................…... 516.1.2 I costi ambientali secondo l’US-EPA.......................................................................... ..516.1.3 I costi ambientali come i costi della qualità ............................................................…... 546.2 L'approccio macroeconomico alle spese ambientali.....................................................………...... 556.2.1 Il concetto di spesa difensiva ambientale .................................................................…. 556.2.2 Le spese di protezione dell'ambiente.........................................................................… 566.2.3 Le spese compensative ..........................................................................................…... 58Versione 2, dicembre 99 5/49


1INTRODUZIONELa contabilità ambientale trae orig<strong>in</strong>e dalla necessità di superare le distorsioni che i tradizionali strumenticontabili creano nel trattare problemi di carattere ambientale. In numerose situazioni <strong>in</strong>fatti, i sistemi contabiliadottati dalle imprese, dalle amm<strong>in</strong>istrazioni locali e dai governi centrali falliscono nel trattare le questioniambientali e forniscono <strong>in</strong>formazioni non corrette a chi deve prendere decisioni di politica e strategia ambientale,ma anche a coloro che devono prendere decisioni che apparentemente hanno poco a che fare con le problematicheambientali.L’espressione contabilità ambientale è stata negli ultimi anni <strong>in</strong>terpretata <strong>in</strong> modi diversi sia dai ricercatori che dacoloro che operano nelle imprese o nelle amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche.Le differenze pr<strong>in</strong>cipali riguardano prevalentemente c<strong>in</strong>que variabili:• gli obiettivi della contabilità ambientale. F<strong>in</strong>alità di programmazione e controllo (dest<strong>in</strong>atari <strong>in</strong>terni)si<strong>in</strong>trecciano con l’obiettivo di comunicazione con il pubblico (dest<strong>in</strong>atari esterni). A questa variabile èstrettamente collegato il tema dei dest<strong>in</strong>atari che possono essere <strong>in</strong>terni o esterni• gli enti che adottano la contabilità ambientale. In primo luogo i governi nazionali, forse i primi a rendersi contodelle lacune dei sistemi contabili <strong>in</strong> uso. Successivamente, ma con crescente <strong>in</strong>teresse e importanza, le imprese egli enti locali• gli utilizzatori della contabilità ambientale. Questi possono essere i responsabili della strategia e politicaambientale e/o coloro che prendono altre decisioni all’<strong>in</strong>terno dell’impresa o dell’ente pubblico che potrebberoavere delle ricadute sulle condizioni o prestazioni ambientali• l’oggetto della contabilità ambientale. Anche <strong>in</strong> questo caso si registrano gli approcci più diversi con sistemicontabili che osservano e registrano le grandezze ambientali direttamente <strong>in</strong>fluenzate dall’organizzazione cheadotta il sistema stesso, oppure, <strong>in</strong> altri casi, che fanno riferimento anche o esclusivamente agli impatti <strong>in</strong>diretti.• la tipologia di grandezze considerate dalla contabilità ambientale, che potremmo suddividere <strong>in</strong> valori fisici evalori monetari.Proprio questa eterogeneità è alla base della mancanza di una vera e propria def<strong>in</strong>izione di contabilità ambientale;<strong>in</strong> generale potremmo comunque dire che la contabilità ambientale è quell’<strong>in</strong>sieme di strumenti per la raccolta,l’analisi e la verifica di <strong>in</strong>formazioni ambientali per f<strong>in</strong>alità di programmazione, controllo e comunicazione (adest<strong>in</strong>atari sia esterni ed <strong>in</strong>terni all’organizzazione).Per semplicità espositiva e per dare senso a questa def<strong>in</strong>izione, volutamente ampia, possiamo considerare leultime due variabili sopracitate, l’oggetto e la tipologia delle grandezze considerate, come criteri per <strong>in</strong>dividuare ipr<strong>in</strong>cipali ambiti <strong>in</strong> cui la contabilità ambientale opera.Tabella 1: Gli ambiti pr<strong>in</strong>cipali della contabilità ambientaleValori fisiciValori monetariContabilità ambientale d’impresa(eventualmente di ente pubblico)Bilancio ambientaledell’organizzazione (<strong>in</strong>put – output)Indicatori di performanceAnalisi del ciclo di vita deiprodotti…Contabilità analitica e ambienteContabilità generale e ambienteCostie spese ambientaliIndicatori costi – beneficiLife-cycle cost<strong>in</strong>g …Contabilità ambientale nazionale(eventualmente locale)2.1.1.1 Bilancio ambientaleterritorialeStato dell’ambienteIndicatori d’impatto ambientaleImpronta ecologicaAnalisi emergetica…Valutazione monetaria dei danniambientaliValutazione cont<strong>in</strong>gente…Di seguito vengono presentati i pr<strong>in</strong>cipali problemi, approcci e strumenti sia della contabilità ambientaled’impresa che contabilità ambientale nazionale, con l’obiettivo di mettere meglio a fuoco le possibili applicazionidi contabilità ambientale per gli enti locali (oggetto del capitolo 4).Versione 2, dicembre 99 6/49


Secondo la metodologia della Fondazione Eni Enrico Mattei, il bilancio ambientale dovrebbe anche contenere datisulle spese ambientali, <strong>in</strong> particolare sulle spese difensive, quelle spese sostenute dall’impresa per controllare oridurre le emissioni <strong>in</strong> aria, acqua e suolo. L’aggiunta dei valori sulle spese al tradizionale approccio per ilbilancio ambientale permette una migliore comprensione degli aspetti ambientali a chi, all’<strong>in</strong>ternodell’organizzazione, si occupa di attività diverse dalla gestione ambientale.Il bilancio ambientale è spesso utilizzato con l’ausilio di strumenti <strong>in</strong>formatici che permettono una più rapida edefficace imputazione, classificazione e analisi delle <strong>in</strong>formazioni ambientali.Uno strumento per certi versi simile al bilancio ambientale è l’ecobilancio di prodotto o life-cycle assessment(LCA) che mira a valutare la compatibilità ambientale di un prodotto rispetto a un prodotto alternativo che ha lamedesima utilità funzionale.L’ecobilancio di prodotto ha due peculiarità fondamentali:- considera il ciclo di vita del prodotto e non solo qu<strong>in</strong>di il momento della produzione. Questo approccio vieneanche chiamato dalla culla alla tomba <strong>in</strong> quanto considera la vita del prodotto dall’acquisizione delle materieprime necessarie f<strong>in</strong>o allo smaltimento del prodotto stesso (e al suo eventuale riciclo). Per tutte queste fasivengono calcolati i relativi flussi fisici (<strong>in</strong>put e output)- prevede il calcolo degli impatti ambientali riconducibili ai flussi fisici <strong>in</strong> <strong>in</strong>gresso e uscita per tutte le fasi delciclo di vita considerate. Questa fase dovrebbe teoricamente permettere il confronto tra i prodotti consideratisulla base degli effettivi impatti ambientali prodotti; le notevoli difficoltà per calcolare la relazione tra fattoridi emissione e impatti, riducono fortemente le possibilità di condurre con successo e correttamente uncompleto ecobilancio di prodotto2.2 Il rapporto e la dichiarazione ambientaleIl rapporto ambientale è uno dei pr<strong>in</strong>cipali strumenti che le imprese utilizzano per comunicare con i soggettiesterni riguardo alle questioni ambientali. Viene spesso chiamato bilancio ambientale anche se, nell’accezione piùpura, il bilancio ambientale è da considerarsi uno strumento contabile per la gestione <strong>in</strong>terna.Vi è comunque una relazione funzionale tra il rapporto ambientale e il bilancio ambientale nel senso che ilsecondo rappresenta la base <strong>in</strong>formativa per predisporre il primo.Il rapporto ambientale non è regolamentato né <strong>in</strong> Italia né all’estero ad eccezione della Danimarca e dell’Olandadove è un documento che le imprese a rischio ambientale hanno l’obbligo di pubblicare.La mancanza di una normativa specifica favorisce la grande eterogeneità dei rapporti ambientali che oggi nonsono ancora confrontabili e credibili.A tele problema si sta comunque tentando di rimediare, sia <strong>in</strong> Italia che all’estero, attraverso la def<strong>in</strong>izione di l<strong>in</strong>eeguida che def<strong>in</strong>iscono <strong>in</strong> maniera dettagliata alcuni contenuti m<strong>in</strong>imi del rapporto ambientale. Secondo questel<strong>in</strong>ee guida (per esempio quelle della Fondazione Eni Enrico Mattei oppure quelle del Global Report<strong>in</strong>g Initiative.GRI) il rapporto ambientale dovrebbe essere suddiviso <strong>in</strong>:1. una parte qualitativa, contenente una descrizione sia dei problemi che l’impresa <strong>in</strong>contra sul versanteambientale e che delle risposte messe a punto. La parte qualitativa descrive qu<strong>in</strong>di la politica, gli obiettivi e iprogrammi che l’impresa ha adottato e ne commenta l’efficacia. In questa sezione vengono per esempiodescritte le azioni <strong>in</strong>traprese per l’adozione dei sistemi di gestione ambientale secondo le norme ISO 14000 eEMAS.2. una parte quantitativa, contiene tutti i dati, sia <strong>in</strong> forma assoluta che sotto forma di <strong>in</strong>dici s<strong>in</strong>tetici, chepossono aiutare il lettore a comprendere le prestazioni ambientali dell’impresa. La parte quantitativa, trattandogli <strong>in</strong>put e gli output, è assimilabile a un bilancio ambientale <strong>in</strong> forma ridottaUn altro strumento dest<strong>in</strong>ato ad aumentare la credibilità di questi documenti è la certificazione dei rapportiambientali. Tale certificazione, anch’essa priva di alcun riferimento giuridico, può assumere diversi significati:1. certificazione della struttura del rapporto. I rapporti, come si è sottol<strong>in</strong>eato, sono ancora molto eterogenei enon esistono orientamenti legislativi <strong>in</strong> materia. Nonostante ciò diverse istituzioni, <strong>in</strong> Italia e all’estero, hannomesso a punto l<strong>in</strong>ee guida per la preparazione dei rapporti ambientali. Questo tipo di certificazione riguardaqu<strong>in</strong>di la conformità del rapporto ambientale considerato a una o più l<strong>in</strong>ee guida oppure alle richieste deisoggetti esterni2. certificazione del sistema di raccolta e analisi delle <strong>in</strong>formazioni. Si fonda su un’analisi approfondita deisistemi di raccolta e analisi delle <strong>in</strong>formazioni per verificarne le aree critiche3. certificazione della veridicità delle <strong>in</strong>formazioni del rapporto. E’ il livello di certificazione più elevato <strong>in</strong> baseal quale l’impresa viene sottoposta a audit ambientali a campioneIl rapporto e il bilancio ambientale sono gli strumenti utilizzati per la parte empirica di questo lavoro per laProv<strong>in</strong>cia di Modena.Versione 2, dicembre 99 8/49


2.3 La contabilità generaleCon la contabilità generale, e il capitolo che segue sulla contabilità analitica, entriamo nel vivo degli strumenticontabili tradizionalmente <strong>in</strong> uso presso le imprese.La contabilità generale è quell’<strong>in</strong>sieme di strumenti utilizzati dalle imprese per <strong>in</strong>formare i soggetti esternisull’andamento della gestione, sulla situazione patrimoniale, sulla situazione e evoluzione dei costi e dei ricavi. Idest<strong>in</strong>atari sono per esempio le autorità di controllo, gli azionisti, gli <strong>in</strong>vestitori, i creditori, gli organismi tributari.A questi si deve aggiungere and il management dell’impresa che, soprattutto nelle piccole e medie imprese,utilizza strumenti di contabilità generale anche per f<strong>in</strong>alità di programmazione e controllo.Per assicurare ai soggetti esterni una corretta e confrontabile <strong>in</strong>formazione, questi strumenti sono oggi fortementev<strong>in</strong>colati e uniformi (con qualche piccola differenza) nella maggior parte dei paesi occidentali, lasciando alleimprese pochi marg<strong>in</strong>i di libertà sulla tipologia dei valori presentati e sulle modalità di calcolo degli stessi.Lo strumento pr<strong>in</strong>cipale nella contabilità generale è il bilancio d’esercizio, il documento, di fonte aziendale, sulquale si basano molte delle decisioni dei soggetti esterni sopracitati.Il bilancio d’esercizio, per come è strutturato oggi, non considerando correttamente alcune problematicheambientali, può fornire una rappresentazione scorretta della situazione aziendale e qu<strong>in</strong>di non <strong>in</strong>formare <strong>in</strong>maniera adeguata (sulla base dei pr<strong>in</strong>cipi contabili generalmente accettati) i soggetti esterni.Il tipico esempio è quello di un’impresa <strong>in</strong>dustriale che per anni sversa accidentalmente sostanze <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti nelterreno f<strong>in</strong>o a contam<strong>in</strong>arlo seriamente. Da un punto di vista contabile quel terreno cont<strong>in</strong>ua a essere iscritto <strong>in</strong>bilancio (nell’attivo) per il suo valore pieno e non per un valore ridotto a causa delle operazioni di riprist<strong>in</strong>onecessarie. Queste operazioni possono essere tanto onerose da compromettere seriamente la situazionepatrimoniale dell’impresa.Situazione analoga per esempio si può riscontrare <strong>in</strong> un’impresa che adotta tecnologie produttive (o produce beni)obsolete da un punto di vista ambientale e, non accorgendosi dell’evoluzione normativa <strong>in</strong> atto, si trovaimpreparata a gestire nuove sfide che richiedono massicci <strong>in</strong>vestimenti da compiere <strong>in</strong> un arco temporale ristretto.In entrambi i casi si manifesta con prepotenza l’<strong>in</strong>sufficienza degli strumenti contabili tradizionali nel gestiresituazioni problematiche da un punto di vista ambientale. Proprio a causa di questa <strong>in</strong>adeguatezza, che hadeterm<strong>in</strong>ato gravi situazioni di <strong>in</strong>solvenza per imprese apparentemente considerate solide da un punto di vistapatrimoniale, <strong>in</strong> diversi contesti si stanno discutendo modifiche al bilancio d’esercizio: le Nazioni Unite, laCommissione Europea, gli ord<strong>in</strong>i dei dottori commercialisti e altri soggetti sono da qualche hanno al lavoro pertrovare correttivi al bilancio d’esercizio preservando la rispondenza ai pr<strong>in</strong>cipi contabili generalmente accettati.Tra le proposte oggetto di analisi vi sono:- l’<strong>in</strong>serimento nello stato patrimoniale di un fondo rischi ambientali- l’<strong>in</strong>serimento di una posta nel conto economico sui costi ambientali- la correzione diretta di alcune grandezze nell’attivo del bilancioPer quanto queste distorsioni siano sotto gli occhi di tutti, non è semplice <strong>in</strong>trodurre delle modifiche sullastruttura, sulle poste e sui metodi di calcolo previsti dal bilancio d’esercizio. La difficoltà risiede nel fatto che ilbilancio è il risultato di un lungo processo di evoluzione che ha portato a uno strumento fortemente coerente conuna serie di esigenze. Inoltre, la natura globale degli scambi f<strong>in</strong>anziari e commerciali non permette salti <strong>in</strong> avantida parte di un paese rispetto ad altri, ma, al contrario richiede una piena uniformità di approcci, anche per lemodifiche da apportare a uno strumento come il bilancio d’esercizio.Altri documenti, che pure fanno parte della contabilità generale, sono stati <strong>in</strong>novati più rapidamente rispetto albilancio d’esercizio. E’ il caso, per esempio, delle norme che regolano il comportamento delle società quotate e <strong>in</strong>particolare le <strong>in</strong>formazioni che queste devono provvedere agli analisti, agli azionisti, ai risparmiatori e agli organidi controllo.Le autorità di borsa, come la Security and Exchange Commission negli USA, richiedono per esempio<strong>in</strong>formazioni alle imprese circa i rischi ambientali che potrebbero avere impatto sulla situazione patrimonialedell’impresa e sulle spese ambientali sostenute. Analoga richiesta viene fatta alle imprese nel caso dicollocamento di pacchetti azionari sul mercato. Anche <strong>in</strong> questo caso l’impresa (si veda la recente privatizzazionedi ENEL spa) è obbligata a fornire <strong>in</strong>formazioni sui rischi, anche connessi all’evoluzione normativa, aicontenziosi ambientali, alle tecnologie adottate, alle emissioni di sostanze nocive.2.4 La contabilità analiticaLe attività di programmazione degli <strong>in</strong>vestimenti e di controllo dei costi possono trovare nelle problematicheambientali degli ostacoli tali da compromettere la qualità delle <strong>in</strong>formazioni dirette a chi prende decisioniall’<strong>in</strong>terno dell’impresa.In particolare i processi decisionali delle imprese, non impostati correttamente, tendono a sottovalutare fortementeil potenziale che la gestione ambientale può avere nel migliorareVersione 2, dicembre 99 9/49


l’efficienza economica complessiva dell’impresa.Ne derivano decisioni e <strong>in</strong>terventi che:1. non determ<strong>in</strong>ano significativi miglioramenti nelle prestazioni ambientali2. non permettono all’impresa di cogliere i vantaggi offerti da una gestione ambientale orientata all’eccellenza.Le aree su cui è possibile <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> maniera sensibile (secondo il modello TCA, Total Costs Assessment),sono essenzialmente tre:1. l’identificazione dei costi ambientali2. l’allocazione dei costi ambientali3. le decisioni di <strong>in</strong>vestimento2.4.1 L’identificazione dei costi ambientaliLa gestione delle problematiche ambientali ha ormai un impatto economico importante per le imprese che nonadottano una strategia di prevenzione. I costi associati a queste attività rappresentano sicuramente un’area <strong>in</strong> cuil’impresa può conseguire <strong>in</strong>teressanti vantaggi <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di efficienza economica.I sistemi di contabilità analitica oggi <strong>in</strong> uso non favoriscono l’identificazione dei costi ambientali, portano asottostimare il valore economico del problema ambientale, e qu<strong>in</strong>di non favoriscono l’adozione di atteggiamenti<strong>in</strong>novativi da parte dell’impresa.I costi ambientali sono <strong>in</strong>fatti considerati:1. poco rilevanti <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i percentuali sul totale dei costi operativi e degli <strong>in</strong>vestimenti2. fissi e qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>dipendenti rispetto alle strategie adottate.La rilevanza dei costi ambientali è <strong>in</strong>vece di tutto rispetto. Come illustrato nell’allegato sul concetto di costoambientale, gli approcci per il calcolo dei costi ambientali possono essere molto diversi e portare a quantificazionifortemente differenziate. A seconda degli approcci adottati si passa da una valutazione dell'1-3% dei costioperativi f<strong>in</strong>o addirittura al 20-23% dei costi operativi (il caso di siti <strong>in</strong>dustriali con forti impatti ambientali).Per questo motivo, vi è un'assoluta necessità di rendere più precisi i sistemi di rilevazione e di analisi di tali cost<strong>in</strong>ella contabilità analitica.Le imprese che hanno condotto un’analisi attenta dell’impatto economico delle problematiche ambientali hannomutato l’atteggiamento strategico a favore di politiche di prevenzione dell’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento. (si vedano le diversenozioni di costo ambientale nell’allegato Il concetto di costo ambientale)2.4.2 L’allocazione dei costi ambientaliUn secondo ostacolo che <strong>in</strong>contra la contabilità analitica, e qu<strong>in</strong>di tutte le fasi di programmazione e controllo,deriva dal processo di allocazione dei costi identificati come ambientali.I costi ambientali rilevati vanno ad arricchire il già ampio <strong>in</strong>sieme dei costi generali d'impresa. I costi generalivengono allocati attraverso diversi cost drivers. I più utilizzati dalle imprese sono:1. ore di manodopera2. quantità prodotta3. fatturato generato4. superficie occupata per la produzioneMolto spesso le imprese adottano un cost driver che contempla tutte o parte di queste grandezze. I costiambientali, <strong>in</strong> maniera del tutto congruente a quanto avviene per gli altri costi generali, vengono allocati sulla basedei suddetti criteri che, come risulta evidente, non sono per nulla rappresentativi del contributo di un processo oprodotto alla formazione degli stessi.Una recente <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e dell'EPA sui processi di allocazione dei costi ambientali <strong>in</strong> circa 150 grandi impresestatunitensi (vedi tabella 2) mette <strong>in</strong> luce la scarsa affidabilità dei sistemi di contabilità analitica nell'allocazionedei costi ambientali. Si tratta di dati sulla situazione delle imprese americane, sicuramente da ritoccare verso ilbasso per quanto riguarda le imprese italiane..Versione 2, dicembre 99 10/49


Tabella 2: L'allocazione di alcuni costi ambientali nelle imprese statunitensiUn processo di allocazione dei costi ambientali mal strutturato ha forti implicazioni sulla gestione dell'azienda nelsuo complesso:- prodotti che generano poche emissioni (aria, acqua, suolo), e qu<strong>in</strong>di bassi costi ambientali, assorbono partedei costi ambientali riconducibili a prodotti meno compatibili da un punto di vista ambientale- nella def<strong>in</strong>izione del costo unitario e/o del prezzo di un prodotto, i prodotti verdi vengono penalizzati e la loroproduzione appare più onerosa da un punto di vista economico- prodotti eco-compatibili devono essere venduti sul mercato con un premio di prezzo non giustificato. Qualorai consumatori non riconoscano questo premio la produzione potrebbe essere abbandonata- alcune decisioni strategiche, abbandono di alcune l<strong>in</strong>ee produttive e prodotti, potrebbero essere- fortemente <strong>in</strong>fluenzate da questa erronea allocazione dei costi ambientali- l'errore nell'allocazione è tanto più sensibile quanto maggiori sono i costi ambientali. La sottostima di questicosti - come illustrato precedentemente si tratta di una prassi del tutto consolidata - porta a unasottovalutazione del problema di allocazione. L'erronea allocazione di costi dell'ord<strong>in</strong>e dell'1-2% può esseretollerata, diversamente dovrebbe avvenire per costi ambientali pari al 10-20% dei costi operativi.E' chiaro qu<strong>in</strong>di che un'attenta riconsiderazione del processo di allocazione dei costi ambientali possa averebenefici <strong>in</strong> tutte le fasi di programmazione e controllo e non <strong>in</strong>vesta esclusivamente le decisioni di tipoambientale.2.4.3 Le decisioni di <strong>in</strong>vestimentoUn terzo importante ambito di <strong>in</strong>tervento sul fronte della contabilità analitica 1 si riferisce alla sfera delle decisionidi <strong>in</strong>vestimento. Anche <strong>in</strong> questo caso la gestione ambientale di tipo proattivo viene erroneamente penalizzata daisistemi contabili attualmente <strong>in</strong> uso presso le imprese.In particolare esistono due tipi di errori che dovrebbero essere corretti:1. le categorie di flussi di cassa considerate nel processo decisionale generalmente non contemplano le vociriguardanti i costi e i benefici ambientali2. il periodo temporale di riferimento è troppo ristretto.Attraverso l'analisi dei flussi di cassa viene confrontata la redditività e il periodo di ritorno di <strong>in</strong>vestimentialternativi. L'analisi dei flussi considera i pr<strong>in</strong>cipali flussi positivi (cash <strong>in</strong>flows) e negativi (cash outflows)associati a un determ<strong>in</strong>ato <strong>in</strong>vestimento. I flussi pr<strong>in</strong>cipali, ecco il problema, non contemplano generalmente iflussi legati a costi e benefici ambientali.I costi ambientali, come già sottol<strong>in</strong>eato, possono rappresentare una quota assolutamente rilevante dei costioperativi di un'impresa <strong>in</strong>dustriale.1 I due precedenti, lo ricordiamo, sono il processo di identificazione dei costi ambientali e ilprocesso di allocazione degli stessi..Versione 2, dicembre 99 11/49


- <strong>in</strong>formazione e comunicazione sugli obiettivi- <strong>in</strong>formazione e comunicazione sulle politiche- <strong>in</strong>formazione e comunicazione sui risultatiIn l<strong>in</strong>ea generale si può affermare che le esperienze che sono state sviluppate nell’ambito della contabilitànazionale/territoriale fanno riferimento esplicito o implicito al quadro pressione-stato risposta (PSR) <strong>in</strong>trodottodall’OECD (a questo quadro oggi si tende ad aggiungere un’ulteriore dimensione legata alle determ<strong>in</strong>anti dellepressioni ambientali o attività economiche).Questo quadro ha l’obiettivo di mettere <strong>in</strong> relazione:- le attività economiche con le pressioni ambientali- le pressioni ambientali con lo stato dell’ambiente- le risposte con le pressioni ambientaliGli strumenti di contabilità ambientale nazionale elaborati f<strong>in</strong>o ad oggi possono qu<strong>in</strong>di essere classificati sullabase di questi tre ambiti considerando che <strong>in</strong> alcuni casi si tratta di strumenti che hanno per oggetto più di unadelle relazioni descritte.Tra questi strumenti vi sono ad esempio:• l’impronta ecologica (fa riferimento alla pressione nel quadro PSR)• lo stato dell’ambiente (pressione e stato)• gli <strong>in</strong>dicatori di sostenibilità (pressione e stato)• la valutazione emergetica (pressione)• la valutazione dei danni ambientali (stato)• analisi costi-benefici (risposta)• la valutazione delle spese ambientali (risposta)E’ da sottol<strong>in</strong>eare <strong>in</strong>oltre lo sforzo che molti uffici statistici e governi stanno compiendo nel tentativo diuniformare la base <strong>in</strong>formativa su cui poi applicare dei veri e propri strumenti di contabili. Tra questi per esempio:• ESEPI (European System of Environmental Pressure Indices - ESEPI) dell’EUROSTAT ha l’obiettivo di dareuna descrizione <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i fisici delle più importanti attività umane che hanno un impatto negativo sull’ambiente.• NAMEA (National Account<strong>in</strong>g Matrix Includ<strong>in</strong>g Environmental Accounts) dell’Istituto di Statistica Olandese hal’obiettivo di costruire un sistema contabile articolato, basato su aggregati tradizionali della contabilità nazionale esu <strong>in</strong>dicatori di pressione ambientale• IOF (Index Of Environmental Friendl<strong>in</strong>ess), dell’istituto statistico f<strong>in</strong>landese con l’obiettivo di fornire unostrumento che dia supporto ai policy-makers nelle decisioni che riguardano l’ambiente, tenendo conto non solodella gravità dei problemi ambientali, ma anche delle preferenze della società.• Conti ambientali del patrimonio naturale, curato dall’ufficio statistico francese con l’obiettivo di creare contiambientali satellite delle risorse naturali• SEEA (System of Integrated Environmental and Economic Account<strong>in</strong>g) promosso dall’ufficio statistico delleNazioni Unite, con l’obiettivo di rilevare e contabilizzare le relazioni tra settori dell’economia e ambiente• SERIEE, (Sistema Europeo per la Raccolta di Informazione Economica sull’ambiente), il sistema che Eurostatha sviluppato con l’obiettivo di raccogliere <strong>in</strong>formazioni economiche sull’ambiente armonizzate a livellocomunitario. Nasce successivamente al SEEA con obiettivi meno ambiziosi, che riguardano <strong>in</strong> particolare laraccolta e la presentazione di dati sulle spese ambientali..Tabella 3: Alcuni Indicatori (per categoria) sviluppati dalle diverse metodologiePressione 6.1.1.1 Stato RispostaFisiciMonetariEmissioniEffetti (impatti)Prelievi e consumi dirisorseCosti e speseambientali relativi alleattività economicheresponsabili dellepressioniConcentrazioniStock di risorseCarico CriticoSoglie di accettabilitàValutazione monetariadel dannoDim<strong>in</strong>uzione dellapressioneSpese difensiveambientaliVersione 2, dicembre 99 13/49


4UNA PROPOSTA <strong>PER</strong> <strong>LA</strong> CONTABILITÀ<strong>AMBIENTALE</strong> DEGLI ENTI LOCALILa contabilità ambientale degli enti locali, a differenza dei due ambiti sopra descritti, non ha ancora trovato unasua piena espressione né a livello teorico né a livello applicativo.Dalle esperienze di contabilità d’impresa e di contabilità nazionale possiamo comunque trarre utili <strong>in</strong>dicazioni pertrattare <strong>in</strong> maniera efficace le <strong>in</strong>formazioni che riguardano la relazione tra un ente locale e l’ecosistema.Le relazioni tra un ente locale e l’ecosistema possono riassumersi <strong>in</strong> tre grandi categorie:1. prelievi di risorse e fattori di impatto relativi alle attività dell’ente locale <strong>in</strong> senso stretto. Sitratta di tutti gliscambi ente - territorio legati all’operatività dell’ente: gestione degli uffici, gestione delle scuole, piccolamanutenzione stradale, gestione della flotta auto dell’ente, attivitàeditoriali…2. prelievi di risorse e fattori di impatto relativi alle attività legate all’erogazione di servizi da parte dell’entepubblico. In questo caso si adotta un’ottica di ciclo di vita del servizio e si considerano per esempio le reazioni traente e fornitori, particolarmente importanti considerando che per la gestione di molte attività l’ente locale fariferimento a società esterne. In qualche modo per queste attività l’ente ha una responsabilità (morale più chelegale) per gli impatti ambientali ad esse connesse3. prelievi di risorse e fattori di impatto relativi al comportamento degli attori (famiglie, imprese, altreamm<strong>in</strong>istrazioni) che operano nell’ambito territoriale di riferimento dell’ente locale.A queste tre categorie possiamo associare altrettanti ambiti di contabilità ambientale degli enti locali così come<strong>in</strong>dicato nella figura 2. La rappresentazione grafica dei tre rettangoli rappresenta la crescente complessità deivalori da considerare: si va da valori controllati direttamente dall’amm<strong>in</strong>istrazione pubblica a valori che <strong>in</strong> molticasi possono essere solo stimati <strong>in</strong> quanto si riferiscono a flussi fisici, condizioni ambientali e impatti relativi alleattività di altri attori.Figura 2: tre ambiti della contabilità ambientale per un ente localeVersione 2, dicembre 99 14/49


Tabella 4: Le caratteristiche degli ambiti propostiAmbiti della contabilità ambientale per un ente locale1. Attività2. Attività legatedirettamente legate al all’erogazione difunzionamentoservizi pubblicidell’ente locale3. Attività di altriattori che operano sulterritorioObiettiviOggettoStrumentiDest<strong>in</strong>atariProgrammazione econtrollo degli<strong>in</strong>terventi dimiglioramentoambientaleComunicazione e<strong>in</strong>formazioneProgrammazione econtrollo dell’efficaciadegli <strong>in</strong>terventiEnte <strong>in</strong> senso stretto.Tutte le relazioni direttetra attività dell’ente eambienteBilancio ambientaleRapporto ambientaleTotal cost assessmentGiuntaConsiglioAltri soggetti esterniProgrammazione econtrollo delle attivitàdei fornitoriProgrammazione econtrollo della qualitàambientale dei servizierogatiProgrammazione econtrollo dell’efficaciadegli <strong>in</strong>terventiCatena del valore, conparticolare riferimentoal comportamento deifornitoriAnalisi del ciclo di vitadel prodotto (LCA)Analisi economica delciclo di vita delprodotto (LCC)GiuntaFornitoriUtentiControllo dellecondizioni ambientaliImpostazione dipolitiche ambientali enonProgrammazione econtrollo dell’efficaciadegli <strong>in</strong>terventiTutti gli scambi cheavvengono sul territorioStrumenti nell’ambitodel quadro PSRInterniTutti gli attoriElettoriUtilizzatori all’<strong>in</strong>ternodell’amm<strong>in</strong>istrazioneTipologia di grandezzeIndicatoriSettore ambienteGrandezze fisicheGrandezze monetarie(Costi ambientali)Di efficacia e efficienzaambientaleDi efficienza economicaSettore ambiente eacquisti – appaltiGrandezze fisiche(eventualmente)Grandezze monetarie(Costi ambientali)Di efficacia e efficienzaambientaleSettore ambiente,territorio, <strong>in</strong>dustria,agricoltura, trasporti,…Grandezze fisicheImpatti ambientaliValutazione monetariadelle esternalità (danni)Spese ambientaliPressione-stato-rispostaIndicatori d’impattoIndicatori monetariIndicatori di benessereVersione 2, dicembre 99 15/49


4.1.1 Contabilità ambientale delle attività legate al funzionamento dell’ente localeA questo riguardo le problematiche e gli strumenti a disposizione di un ente locale non sono concettualmentediversi da quanto illustrato a proposito della contabilità ambientale d’impresa.I quattro ambiti (contabilità generale, contabilità analitica, bilancio ambientale e rapporto ambientale)rappresentano dei riferimenti utili per trattare da un punto di vista contabile i problemi ambientali di un entelocale.• Per quanto concerne la contabilità generale occorre naturalmente fare riferimento agli strumenti contabiliadottati dagli enti locali. In particolare appare evidente la possibilità di <strong>in</strong>serire nella relazione programmatichedell’ente <strong>in</strong>formazioni sui pr<strong>in</strong>cipali programmi e politiche ambientali dell’ente e sull’<strong>in</strong>tegrazione delle variabiliambientali nelle altre politiche• Per la contabilità analitica è possibile fare riferimento a quanto brevemente illustrato nel capitolo sullacontabilità d’impresa e <strong>in</strong> particolare al modello Total Costs Assessment che prevede tre momenti fondamentali:1. L’identificazione dei costi ambientali2. L’allocazione dei costi ambientali3. Le tecniche a supporto delle decisioni d’<strong>in</strong>vestimento• Per il bilancio e rapporto ambientale si fa riferimento a quanto già illustrato e a quanto verrà spiegato di seguitonel capitolo sul bilancio e rapporto ambientale della Prov<strong>in</strong>cia di Modena4.1.2 Contabilità ambientale delle attività legate all’erogazione di servizi pubbliciUn ente locale ha la possibilità, e forse la necessità, di contabilizzare anche il prelievo di risorse naturali, i fattoridi emissione ed eventualmente i costi ambientali legati alle attività necessarie all’erogazione dei servizi pubblici.Il motivo per ricorrere a questo tipo di valutazioni risiede nel fatto che molti impatti ambientalilegati all’erogazione di un servizio dell’ente locale non sono <strong>in</strong> effetti riconducibili ad attività svolte direttamentedall’ente locale stesso.In molte situazioni l’ente locale fa <strong>in</strong>fatti riferimento a soggetti esterni per la fornitura di prodotti e servizi, che,opportunamente comb<strong>in</strong>ati e <strong>in</strong>tegrati con attività direttamente svolte, compongono il servizio <strong>in</strong> senso stretto.Sotto il profilo meramente giuridico, la responsabilità ambientale dell’ente si riferisce alle sole attività di gestionedegli uffici, del parco auto, degli edifici scolastici e a poche altre attività. Da un punto di vista morale, laresponsabilità dell’ente può chiaramente essere allargata alle attività svolte, per esempio, dai fornitori anche <strong>in</strong>considerazione della possibilità che ha l’ente di <strong>in</strong>fluire sul comportamento di questi attori (per esempiospecificando dei requisiti ambientali nelle gare d’appalto).La contabilizzazione degli aspetti ambientali di queste attività non deve essere considerata semplicemente comeun onere, ma può contribuire <strong>in</strong> maniera decisiva:.• all’impostazione di strategie e programmi ambientali più efficaci da un punto di vista ambientale. Poiché gli<strong>in</strong>terventi ambientali hanno rendimenti decrescenti, l’amm<strong>in</strong>istrazione può trovarsi ad affrontare una situazione <strong>in</strong>cui è più opportuno <strong>in</strong>tervenire sui fornitori piuttosto che combattere <strong>in</strong> maniera più decisa gli impatti ambientalidiretti• al miglioramento dell’efficienza economica nella gestione di strategie e programmi ambientali. Per la stessaragione, gli <strong>in</strong>terventi per ridurre ulteriormente gli impatti ambientali legati alle attività svolte direttamentedall’ente possono risultare poco efficienti da un punto di vista economico se confrontati con azioni disensibilizzazione (e/o imposizione) rivolte ai fornitori. In quest’ottica può essere opportuno applicare duestrumenti di contabilità ambientale:• il Life-cycle assessment (LCA) o ecobilancio di servizio erogato dall’ente locale. Con questo strumento sipossono controllare e programmare il consumo di risorse naturali e l’emissione di fattori d’impatto ambientalelegati alle fasi necessarie all’erogazione del servizio. In questo modo si può verificare per esempio il peso(ambientale) delle attività dirette rispetto alle attività svolte da altri attori.• il Total Costs Assessement (TCA), con particolare riferimento all’identificazione dei costi ambientali legati alservizio erogato. Si tratta fondamentalmente di arricchire con valori economici (costi ambientali sostenuti da altriattori) l’ecobilancio di prodotto. In questo modo possono essere evidenziati i vantaggi economici, anche per glialtri attori, derivanti dall’adozione di strategie ambientali alternative.In aggiunta, altri strumenti possono essere usati per f<strong>in</strong>alità di <strong>in</strong>formazione e comunicazione con i soggettiesterni. In particolare, il rapporto ambientale può essere utilmente ampliato con una specifica trattazione degliaspetti ambientali associati all’erogazione del servizio.Versione 2, dicembre 99 16/49


4.1.3 Contabilità ambientale delle attività di altri attori che operano sul territorioQuesto ambito di contabilità ambientale ricalca perfettamente il complesso ambito della contabilità ambientalenazionale. Nel capitolo sulla contabilità ambientale nazionale abbiamo precedentemente messo <strong>in</strong> luce le difficoltàe le diversità di approcci, strumenti, grandezze contabilizzate.E’ da sottol<strong>in</strong>eare che la contabilità nazionale ha oggi trovato fortuna soprattutto nel dibattito metodologicosperimentale piuttosto che su quello applicativo <strong>in</strong> senso stretto.Perché la contabilità ambientale territoriale sia davvero utilizzata <strong>in</strong> maniera efficace da un ente locale e nostroavviso pare importante che:• sia meglio sviluppata la cassetta degli attrezzi per chi svolge all’<strong>in</strong>terno delle amm<strong>in</strong>istrazioni l’attività diimpostazione e verifica delle politiche ambientali. Gran parte degli strumenti e approcci sviluppati mirano <strong>in</strong>verità a migliorare la base <strong>in</strong>formativa sulla quale poi applicare strumenti contabili veri e propri oppure a favorirel’attività di controllo delle variabili e l’<strong>in</strong>formazione a soggetti esterni. L’attività di programmazione rimane alcontrario piuttosto marg<strong>in</strong>ale, mentre a nostro avviso dovrebbe rivestire un ruolo centrale• sia enfatizzata l’<strong>in</strong>tegrazione tra politiche ambientali e altre politiche (<strong>in</strong> maniera analoga a quanto proposto peresempio per la contabilità ambientale d’impresa e per la contabilità ambientale delle attività legate alfunzionamento dell’ente, dove è opportuno adottare il modello total cost assessment anche a <strong>in</strong>terventi non di tipoambientale). In questo modo verrebbero. enfatizzate le relazioni tra la politica dei trasporti, politica <strong>in</strong>dustriale,politica agricola, politica sociale e le pressioni sull’ambiente• sia meglio analizzata la retroazione risposte – pressioni per analizzare criticamente gli effetti delle politicheambientali e attivare le opportune misure correttiveUn approccio <strong>in</strong>teressante a questo riguardo è suggerito dal progetto CONTARE promosso dalla RegioneToscana 2 proprio con l’obiettivo di fornire ai decisori pubblici uno strumento di supporto alle decisioni che <strong>in</strong>tegriconsiderazioni ambientali con considerazioni f<strong>in</strong>anziarie. Il progetto è anche citato come una delle più <strong>in</strong>teressantiesperienze nel disegno di legge (per un sistema di contabilità ambientale degli enti locali) brevementecommentato di seguito.Lo strumento contabile <strong>in</strong> fase di elaborazione si articola <strong>in</strong> due moduli:1. il modulo delle relazioni (che considera le relazioni economia-pressione-stato-risposta). Questo haprevalentemente l’obiettivo di creare una base dati completa e coerente e di favorire l’attività di controllo dellepr<strong>in</strong>cipali variabili2. il modulo di valutazione, che ha l’obiettivo di guidare e assistere il decisore pubblico nelle attività diprogrammazione. Tale modulo si sviluppa lungo tre direttrici:• dimensione discipl<strong>in</strong>are, promuove l’<strong>in</strong>tegrazione tra discipl<strong>in</strong>e normalmente slegate (fisica, ambientale,f<strong>in</strong>anziaria, procedurale)• dimensione temporale, che considera diversi momenti del progetto, del programma o della politica• dimensione istituzionale, che considera appunto tre ambiti d’azione dell’ente del progetto, del programma odella politica2 Il progetto è sviluppato da un raggruppamento temporaneo di imprese a cui partecipa la Fondazione Eni Enrico Matteie Ernst & Young. Gli esiti prelim<strong>in</strong>ari del progetto sono stati presentati a Firenze il 4-5 maggio 99 nell’ambito delsem<strong>in</strong>ario tecnico di aggiornamento “sistemi<strong>in</strong>formativi di governo per l’ambiente”Versione 2, dicembre 99 17/49


Figura 3: schema del modello di valutazione del progetto CONTARE4.1.4 Il ruolo della nuova normativa sulla contabilità ambientale degli entilocaliIn Italia è <strong>in</strong> fase di discussione al parlamento il disegno di legge per una Legge quadro <strong>in</strong> materia di contabilitàambientale.Questa legge, prevedendo l’obbligatorietà di una tenuta di conti ambientali per gli enti locali (con scadenzedifferenziate a seconda della dimensione dell’ente stesso), assume un’importanza particolare per la discussioneproposta <strong>in</strong> questo documento.I caratteri essenziali della proposta riguardo ai contenuti di questo documento sono• I conti ambientali proposti fanno riferimento al terzo ambito contabile da noi proposto, quello della contabilitàambientale territoriale• Gli schemi contabili proposti nono quelli del NAMEA e del SERIEEE• La proposta non fa diretto riferimento al quadro PSR (Pressione Stato Risposta)• La proposta ha, secondo quanto è possibile ev<strong>in</strong>cere, pr<strong>in</strong>cipalmente l’obiettivo di creare un sistema nazionale egerarchico di conti ambientali e non l’obiettivo diretto di dotare gli enti locali di un sistema contabile a supportodelle decisioni.Rimane qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>soddisfatta, a nostro avviso, l’esigenza degli enti locali di applicare un sistema di contiambientali coerente che sia utile per le attività di programmazione, controllo e <strong>in</strong>formazione ai soggetti esterni..Versione 2, dicembre 99 18/49


4.2 Primi elementi di contabilità per il bilancio ambientale dellaProv<strong>in</strong>cia di ModenaSi tratta di un documento di s<strong>in</strong>tesi preparato per <strong>in</strong>formare sulle pr<strong>in</strong>cipali relazioni fra una Società e l’ambiente.Questi primi elementi di contabilità per il bilancio ambientale della Prov<strong>in</strong>cia di Modena costituiscono il primoesempio di tale documento redatto da un ente locale <strong>in</strong> Italia.Esperienze simili sono state condotte <strong>in</strong> Inghilterra da alcune municipalità che hanno aderito al sistemacomunitario di ecogestione e audit (EMAS – Regolamento CEE n.1836/93), che prevede la presentazioneperiodica di una dichiarazione ambientale.Il rapporto della Prov<strong>in</strong>cia di Modena è stato redatto utilizzando come riferimento metodologico le l<strong>in</strong>ee guida delForum Rapporti Ambientali promosso dalla Fondazione Eni Enrico Mattei e le <strong>in</strong>dicazioni del RegolamentoEMAS.Il Forum Rapporti Ambientali, cui hanno partecipato rappresentanti della Pubblica Amm<strong>in</strong>istrazione, delleAssociazioni ambientaliste, di organizzazioni imprenditoriali e di altri enti, ha stabilito dei criteri per la redazionedei rapporti ambientali d’impresa con lo scopo di assicurare la qualità e la completezza dell’<strong>in</strong>formazione alpubblico. In particolare per ognuna delle due parti di cui consta il rapporto, parte qualitativa e parte quantitativa,sono state <strong>in</strong>dividuati i requisiti m<strong>in</strong>imi ed i requisiti raccomandati per le <strong>in</strong>formazioni contenute..Versione 2, dicembre 99 19/49


Le raccomandazioni del Forum Rapporti AmbientaliLe <strong>in</strong>formazioni qualitative1. Descrizione dell’impresaa. Attività e dimensione dell'impresab. Numero e localizzazione dei siti produttivic. Descrizione generale dei processi produttivid. Descrizione degli aspetti ambientali pr<strong>in</strong>cipali connessi all'attività diproduzione e distribuzione2. Politica ambientalea. Data di <strong>in</strong>troduzione e contenutib. Risultati attesic. Monitoraggio dei risultati (confronto con gli obiettivi enunciati <strong>in</strong>rapporti precedenti)3. Sistemi di gestione ambientalea. Struttura organizzativa (direzione ambientale e relazioni con le altrefunzioni aziendali)Requisito M<strong>in</strong>imoc. Attività di formazioned. Grado di applicazione dei sistemi di gestione ambientale ed eventualecertificazione (Regolamento europeo 1836/93,norme ISO o UNI)4. Gestione del rischioa. Verifica delle situazioni di rischio, <strong>in</strong>terventi e risultatib. Operazioni di risanamento ambientalec. Descrizione degli <strong>in</strong>cidenti rilevanti5. Rapporto con la legislazionea. Illustrazione delle modalità con le quali l'azienda assicural'ottemperanza delle proprie operazioni alle leggi <strong>in</strong> materiadi ambiente (sia <strong>in</strong> relazione a <strong>in</strong>frazioni passate sia a azionia carattere preventivo)b. Descrizione delle azioni <strong>in</strong>traprese <strong>in</strong> relazione all'attuazionedi nuove norme di legge (europee, nazionali, regionali)<strong>in</strong>tervenute nel periodo a cui si riferisce il rapportoambientale6. Politica di prodottoa. Descrizione del ciclo di vita dei prodotti e dei relativi impattie azioni significative <strong>in</strong>trapreseb. Innovazione di prodottoc. Efficienza energetica dei prodotti (quando è da considerarsirilevante per il rapporto ambientale)d. Responsabilità dell'impresa alla f<strong>in</strong>e della vita utile deiprodottie. Programmi di collaborazione con clienti e consumatorif. Eventuali eco-label7. Conservazione delle risorse naturali.a. Programmi per il risparmio energeticob. Programmi per la riduzione dei consumi di acquaRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoVersione 2, dicembre 99 20/49


c. Eventuali altri programmi per la protezione del patrimonionaturale8. Relazione con soggetti esternia. Partecipazione ad accordi volontarib. Relazioni con i portatori d'<strong>in</strong>teresse (Pubblicaamm<strong>in</strong>istrazione, ambientalisti, università, ...)c. Ufficio o reparto o nome della persona da contattare perulteriori <strong>in</strong>formazioni9. Certificazionea. Certificazione esternab. Certificazione a cura dei verificatori accreditati previsti dalregolamento comunitario sull'ecogestione e l'audit (1836/93)Le <strong>in</strong>formazioni quantitative1. Le spese ambientalia. Informazioni sulle spese ambientalib. Spiegazione dei criteri di imputazione utilizzati per le speseambientali2. Emissioni, consumi di materie prime e prodottia. Le <strong>in</strong>formazioni quantitative devono essere specificate alivello di stabilimento (per gli stabilimenti pr<strong>in</strong>cipali)b. Materie prime consumatec. Energia consumatad. Quantità di rifiuti, <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti nell'atmosfera, nell'acqua e nelsuolo e altri <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti specifici derivanti dall'attivitàdell'impresae. Quantità prodotta di beni o equivalente valorerappresentativo delle attività di produzionef. Impatti (scientificamente accertati) conseguenti alle attività diproduzioneg. Obiettivi di riduzione per: materie prime, energia, <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti,impatti3. Gli <strong>in</strong>dicatori di performance ambientalea. Indicatori di performance ambientale confrontati con periodipassatiRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito M<strong>in</strong>imo (qualora l'impresa decida di <strong>in</strong>serire le <strong>in</strong>formazionisulle spese nel rapporto ambientale)Requisito M<strong>in</strong>imoRequisito RaccomandatoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito M<strong>in</strong>imoRequisito RaccomandatoRequisito RaccomandatoRequisito M<strong>in</strong>imoOggetto d’analisi del rapporto ambientale della Prov<strong>in</strong>cia sono le attività direttamente legate al funzionamentodell’Ente locale e alla gestione <strong>in</strong>terna delle sue attività, vengono <strong>in</strong>fatti presentati i prelievi di risorse ed i fattoridi impatto legati all’operatività dell’Ente. Come primo approccio ad un sistema di contabilità ambientale si èpreferito def<strong>in</strong>ire un ambito più ristretto di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, riservando ad esperienze successive un allargamentodell’oggetto d’analisi anche alle attività legate. all’erogazione di servizi pubblici, caratterizzate dall’<strong>in</strong>tervento diterzi operatori, estranei alla struttura dell’ente locale. Le problematiche relative alla gestione del territorio trovano<strong>in</strong>vece idealecollocazione <strong>in</strong> un documento separato, la Relazione sullo Stato dell’<strong>Ambiente</strong> della Prov<strong>in</strong>cia diModena, di cui è stata pubblicata già la seconda edizione nel 1997.Versione 2, dicembre 99 21/49


Le <strong>in</strong>formazioni qualitative raccolte e presentate nel documento rispettano la maggior parte dei requisiti m<strong>in</strong>imi<strong>in</strong>dicati dal regolamento EMAS e dalle l<strong>in</strong>ee guida del Forum Rapporti Ambientali.Si segnala la necessità di completare il quadro complessivo aggiungendo anche l’elemento “ politica ambientale”,<strong>in</strong>tesa come obiettivi e pr<strong>in</strong>cipi di azione dell’organizzazione dell’Ente rispetto alproprio impatto sull’ambiente.A titolo esemplificativo si fornisce un modello di politica ambientale, formulata tenendo <strong>in</strong> considerazione laspecificità delle problematiche relative ad un ente locale.Politica ambientaleLa Prov<strong>in</strong>cia di … , nella piena consapevolezza del ruolo istituzionale che riveste, s’impegna a <strong>in</strong>coraggiare e senecessario, a far adottare comportamenti ambientalmente corretti.La Prov<strong>in</strong>cia s’impegna a migliorare cont<strong>in</strong>uamente le proprie prestazioni ambientali, ottemperando e superando,quando possibile, i requisiti imposti da leggi e regolamenti. Nel rispetto di questiimpegni l’Ente cercherà , <strong>in</strong> particolare, di:• Incoraggiare il consumo ridotto di risorse naturali ed energia• Prevenire l’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento ambientale derivante dallo svolgimento delle proprie attività• Ridurre il volume di rifiuti prodotti dall’Ente• Adottare politiche di acquisto di beni e materiali con un ciclo di vita ecocompatibile• Incoraggiare l’uso di modalità di trasporto alternative all’auto propria, quali trasporto pubblico, car shar<strong>in</strong>g ebiciclettaAl f<strong>in</strong>e di raggiungere questi risultati, la Prov<strong>in</strong>cia adotta un sistema di gestione ambientale per:• Incorporare i fattori ambientali <strong>in</strong> ogni processo decisionale all’<strong>in</strong>terno della Prov<strong>in</strong>cia• Fissare obiettivi e implementare programmi d’azione al f<strong>in</strong>e di m<strong>in</strong>imizzare gli effetti negativi sull’ambiente emassimizzare gli effetti positivi• Assicurare la comunicazione trasparente degli impatti legati alle proprie attività, dei risultati raggiunti e degliobiettivi per il futuro• Co<strong>in</strong>volgere e dialogare con Autorità, altri enti pubblici e comunità localeData di sottoscrizione:Versione 2, dicembre 99 22/49


Con riferimento alle <strong>in</strong>formazioni di carattere quantitativo, queste sono raccolte e riclassificate separatamente,secondo un approccio di tipo <strong>in</strong>put-output, nel paragrafo <strong>in</strong>titolato BilancioAmbientale. La scelta delle <strong>in</strong>formazioni presentate si basa sul pr<strong>in</strong>cipio della rilevanza, si è cercato, cioè, dievidenziare gli elementi <strong>in</strong>formativi che hanno un effetto significativo e rilevante sulprocesso decisionale dei dest<strong>in</strong>atari del documento.Il Bilancio è strutturato <strong>in</strong> quattro schede. La prima scheda illustra le entrate e le uscite complessive del sistemaProv<strong>in</strong>cia, le altre si riferiscono alle tre attività identificate come a maggiore impatto ambientale: la gestione degliuffici, la gestione delle scuole, la gestione delle strade. Ogni scheda si conclude con gli <strong>in</strong>dicatori maggiormenteutili per mostrare <strong>in</strong> modo trasparente l’andamento delle pr<strong>in</strong>cipale prestazioni ambientali dell’Ente e qu<strong>in</strong>di dellasua gestione ambientale.Versione 2, dicembre 99 23/49


ELEMENTI <strong>DI</strong> CONTABILITA’ <strong>PER</strong> IL BI<strong>LA</strong>NCIO<strong>AMBIENTALE</strong> DEL<strong>LA</strong> <strong>PROVINCIA</strong> <strong>DI</strong> <strong>MODENA</strong>Breve descrizione della Prov<strong>in</strong>cia di ModenaL’impegno per l’ambienteLa metodologiaLa Prov<strong>in</strong>cia di Modena ed i suoi effetti sull’ambiente :Il lavoro negli ufficiGli effetti sull’ambienteGli obiettiviLe azioniLa gestione degli edifici :Gli effetti sull’ambienteGli obiettiviLe azioniLa gestione delle rete stradale :Gli effetti sull’ambienteGli obiettiviLe azioniLa gestione del parco auto e gli spostamenti :Gli effetti sull’ambienteGli obiettiviLe azioniIl bilancio ambientaleScheda di riepilogoScheda scuoleScheda ufficiScheda strade.Versione 2, dicembre 99 24/49


BREVE DESCRIZIONE DEL<strong>LA</strong> <strong>PROVINCIA</strong> <strong>DI</strong> <strong>MODENA</strong>La Prov<strong>in</strong>cia di Modena gestisce un territorio di 2.689,9 chilometri quadrati.Gli uffici dell’Ente sono dislocati <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que sedi localizzate all’<strong>in</strong>terno del Comune di Modena ed il personale, al31 dicembre 1998 risultava composto da 517 dipendenti.Le attività istituzionali della Prov<strong>in</strong>cia sono organizzate, facendo esclusione del Gab<strong>in</strong>etto di Presidenza e dellaSegreteria Generale, <strong>in</strong> dieci settori a loro volta suddivisi <strong>in</strong> servizi:• Settore f<strong>in</strong>anziario (Servizio ragioneria, Servizio economato)• Settore personale – Sviluppo organizzativo ed <strong>in</strong>formatica (Servizio amm<strong>in</strong>istrativo, Servizio SistemiInformatici e <strong>in</strong>formativi)• Settore programmazione e pianificazione territoriale (Servizio pianificazione territoriale, Servizio pianificazioneurbanistica e cartografia, Servizio statistico)• Settore attività produttive (Servizio amm<strong>in</strong>istrativo attività produttive, Servizio economico-sociale)• Settore turismo, cultura, sport, associazionismo, sanità (Servizio promozione turistica, Serviziosocio-sanitario)• Settore istruzione e formazione professionale (Servizio orientamento e programmazione scolastica, Servizio<strong>in</strong>terventi formativi)• Settore difesa suolo e tutela ambiente (Servizio difesa del suolo, Servizio gestione risorse, Servizio controlliambientali)• Settore agricoltura e alimentazione (Servizio agricoltura, Servizio caccia e pesca)• Settore viabilità, trasporti e patrimonio (Servizio amm<strong>in</strong>istrativo, Servizio manutenzione ord<strong>in</strong>aria, Serviziolavori straord<strong>in</strong>ari, Servizio geologico, Servizio trasporti e concessioni)• Settore edilizia (Servizio tecnico edilizia).Versione 2, dicembre 99 36/58Versione 2, dicembre 99 25/49


L’IMPEGNO <strong>PER</strong> L’AMBIENTELa Prov<strong>in</strong>cia di Modena, nella piena consapevolezza del suo ruolo istituzionale di ente pubblico territoriale, hasempre dimostrato una particolare sensibilità e consapevolezza verso le problematiche ambientali.Per concretizzare la volontà di tradurre operativamente a livello locale il Programma Agenda 21 dell’ONU, laProv<strong>in</strong>cia di Modena ha deliberato il 5 giugno 1997 la costituzione - <strong>in</strong>sieme al Comune di Modena - del Forum<strong>Ambiente</strong> - Sviluppo Sostenibile.Il Forum si è aperto operativamente nel novembre 1997. Circa ottanta organizzazioni hanno aderito al Forum ecirca un cent<strong>in</strong>aio di rappresentanti di esse hanno partecipato attivamente alle sue attività, contribuendo allarealizzazione, <strong>in</strong> oltre un anno di attività, del Piano d'Azione d'Indirizzo Agenda 21 Locale, validato nel corso diuna seduta plenaria del Forum stesso, a f<strong>in</strong>e gennaio 1999.Il Forum cont<strong>in</strong>uerà ad <strong>in</strong>contrarsi con periodicità limitata al f<strong>in</strong>e di monitorare l'attuazione del processo A21L,def<strong>in</strong>ire eventuali aggiustamenti e aggiornamenti del Piano, svolgere funzioni consultive.Al f<strong>in</strong>e di <strong>in</strong>trodurre nelle politiche di settore prov<strong>in</strong>ciali le <strong>in</strong>dicazioni contenute nel Piano d'Azione d’Indirizzo,la Prov<strong>in</strong>cia, con apposita delibera della Giunta dell’aprile 1999 relativa al programma di lavoro per il biennio1999-2000, ha previsto la costituzione di un Gruppo Intersettoriale A21L <strong>in</strong>terno all'amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale,il quale predisporrà entro la f<strong>in</strong>e del 2000 il Piano d'Azione Operativo A21L per la Prov<strong>in</strong>cia di Modena.La fase di operativa, di follow- up, si articolerà <strong>in</strong> varie attività a più livelli, e con <strong>in</strong>iziative rivolte sia all’<strong>in</strong>ternoche all’esterno della Struttura della Prov<strong>in</strong>cia di Modena.Le attività rivolte all’<strong>in</strong>terno della struttura prov<strong>in</strong>ciale possono essere raggruppate <strong>in</strong> tre categorie:1) Attuazione del Piano d’Azione da parte della Prov<strong>in</strong>cia di Modena, attraverso l’<strong>in</strong>dividuazione della azioni da<strong>in</strong>tegrare nelle politiche e nei progetti di settore dei vari Assessorati della Prov<strong>in</strong>cia.2) Attivazione di una task force di coord<strong>in</strong>amento, gruppo tecnico, composto da personale della Prov<strong>in</strong>cia e daesperti che avrà il compito di gestire e coord<strong>in</strong>are l’<strong>in</strong>tero processo di attuazione del Piano.3) Attività di formazione e comunicazione all’<strong>in</strong>terno degli assessorati della Prov<strong>in</strong>cia, con <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i periodichesulla percezione e sulla valutazione del progetto da parte del personale co<strong>in</strong>volto.Fra le attività rivolte all’esterno si segnala l’attivazione dell'Osservatorio Permanente sullo Stato dell'<strong>Ambiente</strong> edello Sviluppo Sostenibile, l’<strong>in</strong>tensificazione delle attività di Network<strong>in</strong>g e coord<strong>in</strong>amento con altre <strong>in</strong>iziative diAgenda 21 Locale a livello nazionale (Coord<strong>in</strong>amento Agende 21 Locali Italiane:http://www.comune.modena.it/a21l/) ed europeo, progetti di partnership per lo sviluppo sostenibile tra diversisoggetti economici, sociali e culturali del territorio prov<strong>in</strong>ciale, ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e attività di comunicazione, motivazione eformazione.Versione 2, dicembre 99 26/49


<strong>LA</strong> METODOLOGIAQuesto rapporto è il primo documento di s<strong>in</strong>tesi preparato da una Prov<strong>in</strong>cia italiana per <strong>in</strong>formare sulle pr<strong>in</strong>cipalirelazioni fra l’Ente e l’ambiente.Il rapporto è redatto su base volontaria, utilizzando come riferimento metodologico le <strong>in</strong>dicazioni delRegolamento CEE 1836/93 (EMAS) e le l<strong>in</strong>ee guida del Forum Rapporti Ambientali promosso dalla FondazioneEni Enrico Mattei. Il Forum, cui hanno partecipato rappresentanti della Pubblica Amm<strong>in</strong>istrazione, delleAssociazioni ambientaliste, di organizzazioni imprenditoriali e di altri enti, ha stabilito dei criteri per la redazionedei rapporti ambientali d’impresa con lo scopo di assicurare la qualità e la completezza dell’<strong>in</strong>formazione alpubblico.Oggetto d’analisi del presente rapporto sono le attività direttamente legate al funzionamento dell’Ente locale e allagestione <strong>in</strong>terna delle sue attività. Nelle pag<strong>in</strong>e successive vengono <strong>in</strong>fatti presentati prelievi di risorse e fattori diimpatto legati all’operatività dell’Ente. La tipologia di <strong>in</strong>formazioni fornite è peraltro comune alle esperienzecondotte negli ultimi tre anni da altri enti locali stranieri <strong>in</strong> sede di redazione di dichiarazioni annuali EMAS.Esulano dall’analisi le problematiche relative alla gestione del territorio per le quali si rimanda alla 2° Relazionesullo Stato dell’<strong>Ambiente</strong> della Prov<strong>in</strong>cia di Modena pubblicata nel 1997.Le <strong>in</strong>formazioni di carattere quantitativo sono raccolte e riclassificate separatamente, secondo un approccio di tipo<strong>in</strong>put-output, nel paragrafo <strong>in</strong>titolato Bilancio Ambientale.La scelta delle <strong>in</strong>formazioni raccolte si basa sul pr<strong>in</strong>cipio della rilevanza, si è cercato cioè di evidenziare glielementi <strong>in</strong>formativi che hanno un effetto significativo e rilevante sul processo decisionale dei dest<strong>in</strong>atari deldocumento.Il Bilancio si struttura <strong>in</strong> quattro schede.La prima scheda illustra le entrate e le uscite complessive del sistema Prov<strong>in</strong>cia, le altre si riferiscono alle treattività identificate come a maggiore impatto ambientale: la gestione degli uffici, la gestione delle scuole, lagestione delle strade. Ogni scheda si conclude con gli <strong>in</strong>dicatori maggiormente utili per mostrare <strong>in</strong> modotrasparente l’andamento delle pr<strong>in</strong>cipale prestazioni ambientali dell’Ente e qu<strong>in</strong>di della sua gestione ambientale.Questo primo documento non è <strong>in</strong> grado di fornire una visione d<strong>in</strong>amica delle attività, i dati sono <strong>in</strong>fatti relativiall’esercizio 1998, laddove vi siano delle variazioni nell’orizzonte temporale di riferimento ne viene data<strong>in</strong>formazione nel testo.Si sono però create le premesse per la costruzione di un sistema <strong>in</strong>formativo ambientale, che sulla base delcontrollo e della valutazione dei risultati raggiunti, consentirà un costante miglioramento degli impegni eobiettivi da assumere nella Politica Ambientale dell’Ente.Versione 2, dicembre 99 27/49


<strong>LA</strong> <strong>PROVINCIA</strong> <strong>DI</strong> <strong>MODENA</strong> ED I SUOI EFFETTISULL’AMBIENTEMolte delle attività svolte dalla Prov<strong>in</strong>cia generano degli effetti sull’ambiente. Alcune volte si tratta di effett<strong>in</strong>egativi, che potrebbero ridurre col tempo la qualità dell’ambiente stesso, e l’obiettivo che la Prov<strong>in</strong>cia si pone èquello di m<strong>in</strong>imizzare tale impatto, ma vi sono anche attività che hanno un potenziale effetto positivosull’ambiente, ed <strong>in</strong> questo caso l’obiettivo è quello di assicurarsi che tali potenzialità trov<strong>in</strong>o realizzazione.Nelle prossime pag<strong>in</strong>e si descriveranno attività e pr<strong>in</strong>cipali effetti ambientali correlati, le <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong>traprese dallaProv<strong>in</strong>cia di Modena e i possibili obiettivi per il futuro.Per semplicità espositiva i pr<strong>in</strong>cipali effetti sull’ambiente sono stati ricondotti a quattro aree di attività identificatecome maggiormente rilevanti con riferimento ai loro effetti sull’ambiente: il lavoro negli uffici; la gestione degliedifici; la gestione della rete stradale; la gestione del parco auto e gli spostamenti.Il lavoro negli ufficiGli effetti sull’ambienteL’ammontare ed il tipo di carta acquistata ed utilizzata dall’Ente nello svolgimento delle proprie attività ha unimpatto sulla qualità dell’ambiente, sull’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento e sullo sfruttamento delle risorse naturali. Nel 1998 laProv<strong>in</strong>cia di Modena ha utilizzato 29.355 kg di carta (<strong>in</strong> formato A4 e A3) e 3.546 kg di cartonc<strong>in</strong>o. Tali quantitàdevono essere valutate considerando il fatto che la Prov<strong>in</strong>cia si avvale di una propria Sezione Grafica e CentroStampa per la produzione di pubblicazioni e materiali pubblicitario. Il 90% della carta utilizzata dal CentroStampa è ecologica, mentre l’uso di carta riciclata è estremamente limitato dalle caratteristiche tecniche dellemacch<strong>in</strong>e stampanti.Un altro effetto sull’ambiente è costituito dalla produzione di rifiuti, si tratta di una grande varietà di materiali chedevono essere gestiti al f<strong>in</strong>e di limitare il loro impatto <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di spazio <strong>in</strong> discarica, <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento e consumo dirisorse naturali.Le pr<strong>in</strong>cipali categorie di rifiuti sono:• CartaAll’<strong>in</strong>terno degli uffici della Prov<strong>in</strong>cia viene effettuata la raccolta differenziata della carta e del cartone attraversoappositi contenitori collocati <strong>in</strong> ogni ufficio. Tali contenitori vengono svuotati dagli addetti alle pulizie, i qualiconferiscono, dest<strong>in</strong>andoli al riciclo, tali rifiuti nelle “campane” blu stradali utilizzate dai residenti della zona.Attualmente l’Ente non è <strong>in</strong> grado di fornire una valutazione quantitativa dell’entità di tale raccolta,<strong>in</strong> quanto lecampane di raccolta sono situate <strong>in</strong> pubblica via, a disposizione anche di altri utenti• PlasticaLa raccolta di bottiglie di plastica viene effettuata solo presso l’Assessorato <strong>Ambiente</strong>. Durante il 1998 sono stateraccolte 2 borse da 30 litri tre volte al mese .Versione 2, dicembre 99 28/49


• TonerLa Prov<strong>in</strong>cia nel corso dell'anno 1998 ha stipulato una convenzione con la ditta Eco-Recuperi di Faenza, la qualeoltre ad aver fornito appositi contenitori per la raccolta provvede al ritiro gratuito di tale rifiuti avviandoli alrecupero. Durante il 1998 ne sono stati raccolti 180 kg.• Rifiuti speciali pericolosiDurante il 1998 sono stati raccolti 25 kg di soluzioni di fissaggio provenienti dal Centro Stampa. In ottemperanzaalla legge vigente tali rifiuti sono regolarmente dichiarati all’<strong>in</strong>terno del MUD.• Rifiuti assimilabili agli urbaniIn questa categoria rientrano tutte le altre tipologie di rifiuti che possono essere prodotti durante il lavorod’ufficio. Attualmente non è <strong>in</strong> atto un sistema di monitoraggio e quantificazione.Gli obiettivi(coerentemente con gli obiettivi specifici del Piano d’Azione d’Indirizzo Agenda 21 Locale – Gruppo B:Produzione e consumi – Tema Rifiuti)1) Riduzione dei rifiuti all’orig<strong>in</strong>e2) Incremento nell’utilizzo dei materiali recuperati3) Incremento della raccolta differenziataLe azioni• Miglioramento del monitoraggio della quantità di rifiuti prodotti con particolare attenzione a quelli da dest<strong>in</strong>areal riciclo (solo quello che è misurato può essere gestito).• Interventi di promozione, di <strong>in</strong>novazione procedurale e di <strong>in</strong>centivi per lo sviluppo presso le strutture pubblichedi una capillare diffusione del recupero dei materiali e nel riuso di materiali riciclati, e con l’<strong>in</strong>troduzione dispecifiche clausole nelle procedure degli appalti; <strong>in</strong> particolare:• <strong>in</strong>coraggiare un uso più efficiente della carta attraverso la riproduzione di documenti <strong>in</strong> formato fronteretro (p.e.evidenziando presso le macch<strong>in</strong>e fotocopiatrice le istruzioni per la copia fronteretro), il riutilizzo di carta usata, ladiffusione di <strong>in</strong>formazioni sulle quantità consumate e raccolte nel tempo;• formulare e rendere applicabili politiche d’acquisto che tengano conto dell’ambiente come l’acquisto di tonerrigenerati e carta riciclata;• Interventi di promozione per l’utilizzo della posta elettronica per le comunicazioni fra i dipendenti all’<strong>in</strong>ternodegli uffici ogniqualvolta non sia <strong>in</strong>dispensabile la comunicazione su supporto cartaceo.• Iniziative di carattere strutturale e permanente sul versante dell’educazione e della formazione nelle realtàscolastiche <strong>in</strong> materia di riuso e recupero dei materiali.La gestione degli edificiGli effetti sull’ambienteLa Prov<strong>in</strong>cia di Modena, per l’espletamento delle proprie attività istituzionali, gestisce un parco edilizio d<strong>in</strong>otevole dimensione, costituito <strong>in</strong> particolare da scuole ed uffici, oltre naturalmente ad edifici aventi altredest<strong>in</strong>azioni (magazz<strong>in</strong>i ecc.).Versione 2, dicembre 99 29/49


In particolare si sottol<strong>in</strong>ea che gli uffici prov<strong>in</strong>ciali sono dislocati <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que sedi, tre delle quali <strong>in</strong> edifici diproprietà dell’Ente, mentre gli edifici <strong>in</strong> cui trovano sistemazione gli istituti scolastici superiori della Prov<strong>in</strong>cia diModena, precedentemente gestiti dai Comuni, <strong>in</strong> applicazione alla legge. 23/96 sono stati trasferiti a titolo dicomodato alla Prov<strong>in</strong>cia durante il 1998 ed i primi mesi del 1999.Durante la gestione e l’uso di un edificio <strong>in</strong>fatti si consumano notevoli risorse naturali come energia o acqua,producendo al contempo emissioni <strong>in</strong> acqua ed atmosfera.Di seguito sono <strong>in</strong>dicati i consumi di risorse per il 1998 suddivisi secondo la tipologia di edificio al quale siriferiscono. Gli edifici scolastici sono solo quelli di competenza per il 1998.Il metano viene utilizzato nella quasi totalità degli edifici, mentre il teleriscaldamento è attivo solo presso l’ITF"F. Selmi" di Viale Corassori a Modena.Con riferimento agli uffici, i consumi di metano ed acqua non sono rilevati per le due sedi <strong>in</strong> locazione di viaGiard<strong>in</strong>i e via Ra<strong>in</strong>usso.a) Consumo di energia elettrica (1998)Uffici 390.856 chilowatt oreScuole 3.124.432 chilowatt oreMagazz<strong>in</strong>i 118.543 chilowatt oreb) Consumo di gasolio per riscaldamento (1998)Il gasolio è utilizzato solo <strong>in</strong> un magazz<strong>in</strong>o situato a Modena e nell’Istituto Superiore “Elsa Morante” di Sassuoloche non rientra però fra gli immobili gestiti nel 1998.Magazz<strong>in</strong>i 58.000 litric) Consumo di gas metano (1998)Uffici 109.453 metri cubiScuole 2.182.037 metri cubiMagazz<strong>in</strong>i 10.688 metri cubiVersione 2, dicembre 99 30/49


d) Consumo di acqua (1998)Uffici 1.984 metri cubiScuole 89.387 metricubiMagazz<strong>in</strong>i 731 metri cubiGli obiettivi(coerentemente con gli obiettivi specifici del Piano d’Azione d’Indirizzo Agenda 21 Locale –Gruppo C: Città sostenibili e reti – Tema Acqua e Energia)1) Risparmio energetico da riscaldamento e da condizionamento2) Uso di fonti r<strong>in</strong>novabili3) Riduzione di emissioni di CO24) Razionalizzazione e riduzione dei consumi di acquaVersione 2, dicembre 99 31/49


Le azioni• L’Ufficio Energia del Settore Difesa del Suolo e Tutela dell’<strong>Ambiente</strong> ha elaborato un progetto per la creazionedi un sistema <strong>in</strong>tegrato per la gestione del patrimonio immobiliare della Prov<strong>in</strong>cia di Modena che permetta dipossedere una visione globale del problema, favorendo il determ<strong>in</strong>arsi di effetti s<strong>in</strong>ergici (e pertanto economie)nell’espletamento delle varie funzioni, anche grazie a un processo di reciproca <strong>in</strong>formazione e di condivisione chedovrebbe attivarsi tra i vari centri decisionali. Si prevede <strong>in</strong>fatti la costituzione di un gruppo di lavoro al qualeaffidare il compito di elaborare e coord<strong>in</strong>are le fasi di costruzione del sistema; i componenti del gruppo di lavororappresentano i settori della Amm<strong>in</strong>istrazione prov<strong>in</strong>ciale co<strong>in</strong>volti nella <strong>in</strong>iziativa, <strong>in</strong> particolare l’UfficioEnergia, il Settore F<strong>in</strong>anziario (Servizio Economato), il Settore Edilizia (Servizio Tecnico), il Settore Viabilità ePatrimonio (Servizio Amm<strong>in</strong>istrativo). La realizzazione del programma richiederà <strong>in</strong>oltre l’attivazione di rapportidi collaborazione con Enti distributori di energia ed eventualmente con Aziende produttrici del settore, oltre checon istituti di ricerca.Gli obiettivi che si perseguono con la creazione del sistema <strong>in</strong>tegrato di gestione del patrimonio immobiliare, conparticolare riferimento ai più generali obiettivi sovraesposti (1) e (3), si possono così s<strong>in</strong>tetizzare:- Uso razionale dell’energia (riduzione dei consumi, ottimizzazione delle condizioni contrattuali)- Miglioramento delle condizioni di comfort ambientale;- Informazione all’utenza (con particolare riferimento alle realtà scolastiche) al f<strong>in</strong>e di favorire comportamentiresponsabili ed orientati alla massima sensibilità sul temi del risparmio di energia e della tutela ambientale;- Creazione di s<strong>in</strong>ergie nella esecuzione dei programmi di manutenzione;- Individuazione e monitoraggio di parametri di efficienza;- la riduzione delle emissioni <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti <strong>in</strong> atmosfera.Tale sistema dovrà essere gestito con l’ausilio di strumenti <strong>in</strong>formatici opportunamente creati (elaborazione di unsoftware di gestione del sistema), attraverso i quali si concretizzano le possibilità di <strong>in</strong>tegrazione tra le diversecompetenze esistenti.• Monitoraggio delle emissioni <strong>in</strong> atmosfera.• Con riguardo all’obiettivo (4) si propone l’<strong>in</strong>stallazione di dispositivi di risparmio idrico (wc a scarico ridotto,dispositivi per la riduzione di flusso) e la educazione e promozione di modalità di utilizzo per un usomaggiormente consapevole della risorse idrica.Versione 2, dicembre 99 32/49


La gestione delle rete stradaleGli effetti sull’ambienteUn altro aspetto ambientalmente rilevante fra le attività espletate dalla Prov<strong>in</strong>cia di Modena è la gestione dellarete stradale.Gestire la rete stradale vuol dire eseguire sia <strong>in</strong>terventi di manutenzione ord<strong>in</strong>aria, che <strong>in</strong>terventi di manutenzionestraord<strong>in</strong>aria e di potenziamento della rete di competenza che oggi ammonta a circa 730 km.Numerosi sono gli effetti sull’ambiente dovuti alla costruzione e alla presenza di strade sul territorio, primo fratutti lo stesso uso del suolo.In questa sede ci si è voluti però soffermare su quello che da una prima analisi è apparso essere uno degli aspettipiù critici: il consumo di <strong>in</strong>erti nobili, quali ghiaie e sabbie, per la realizzazione di <strong>in</strong>terventi sulla rete stradale. Ilfondamento di questa criticità è il concetto di <strong>in</strong>erti come risorsa f<strong>in</strong>ita e limitata.Già nel piano d’Azione d’<strong>in</strong>dirizzo per Agenda 21 Locale dalla Prov<strong>in</strong>cia di Modena – Gruppo A:Biodiversità, zone agricole e risorse naturali, i materiali <strong>in</strong>erti costituiscono una tematica d’<strong>in</strong>teresse discussa edanalizzata attraverso un apposito gruppo di lavoro. In quella sede è stata ravvisata la necessità di <strong>in</strong>teriorizzare ediffondere un nuovo approccio culturale non solo alla pianificazione del settore estrattivo, attraverso nuovepriorità e percorsi metodologici, ma anche alla pianificazione urbanistica ed <strong>in</strong>frastrutturale e alla progettazionedelle nuove costruzioni.Fra gli obiettivi prioritari è emersa la necessità di una riduzione del consumo di ghiaie e sabbie, l’adeguamento deiconsumi alla riserve potenziali o la loro sostituzione con risorse r<strong>in</strong>novabili.Il settore Viabilità della Prov<strong>in</strong>cia di Modena da tempo si occupa del riciclaggio di materiali lapidei <strong>in</strong>erti. Duesono i progetti maggiormente significativi.1) Alla f<strong>in</strong>e del 1988, sotto la direzione della Prov<strong>in</strong>cia di Modena, <strong>in</strong>iziarono i lavori per la realizzazione dellavariante alla Strada Prov<strong>in</strong>ciale n° 2 “Panaria Bassa” <strong>in</strong> corrispondenza dell’abitato di Bomporto. I lavori sonostati ultimati nel 1994 portando <strong>in</strong> esercizio 3400 mt di strada, con una carreggiata stradale largacomplessivamente 10,5 mt con due corsie larghe 3,75 mt, realizzata facendo un uso <strong>in</strong>tensivo di materialialternativi, come riciclati e limi. Per <strong>in</strong>ciso, si precisa che il limo è una terra dalle dimensioni immediatamente<strong>in</strong>feriori a quelle della sabbia che, trasportata <strong>in</strong> sospensione nei fiumi, si deposita nella parte f<strong>in</strong>ale dei corsid’acqua causando <strong>in</strong>terramenti e rendendo necessarie periodiche operazioni di pulizia e rimodellazione degli alvei.La possibilità di conferimento <strong>in</strong> cantieri stradali, anziché <strong>in</strong> discarica, di questi materiali assume pertanto ungrande rilievo dal punto di vista ambientale.A fronte di soli 14.300 mc di <strong>in</strong>erti naturali pregiati (ghiaie e cementati), sono stati utilizzati 65.000 mc dimateriali alternativi, pari qu<strong>in</strong>di all’87% del totale impiegato, determ<strong>in</strong>ando oltre all’evidente risparmio <strong>in</strong> term<strong>in</strong>iambientali, un ulteriore risparmio <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i economici pari ad oltre Lit. 110.000.000 (11% del costo complessivorelativo ai materiali stradali).La sperimentazione effettuata, <strong>in</strong>sieme con le prove di accettazione e qualificazione, hanno fatto sì che ilpatrimonio di conoscenze acquisito <strong>in</strong> materia potesse essere ord<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> una serie di specifiche che sono entrate apieno titolo nel Capitolato Speciale di Appalto – Norme Tecniche del Settore Viabilità della Prov<strong>in</strong>cia di Modena.2) Il Progetto Attività Estrattive, a cura del Settore <strong>Ambiente</strong> e Difesa del Suolo, si propone di valorizzare eregolamentare le attività estrattive al f<strong>in</strong>e di m<strong>in</strong>imizzare gli impatti e graduare nel tempo l’utilizzazione delleVersione 2, dicembre 99 33/49


isorse non r<strong>in</strong>novabili quali ghiaie, sabbie, argille, rocce per gli usi edilizi e produttivi. All’<strong>in</strong>terno del progettol’attività di pianificazione delle attività estrattive mira alla predisposizione e aggiornamento di un PianoInfraregionale dell’Attività Estrattiva (PIAE), ai sensi della Legge Regionale 17/91. A questo scopo il SettoreViabilità ha predisposto un Osservatorio del Fabbisogno di Inerti per la realizzazione di <strong>in</strong>frastrutture ed operestraord<strong>in</strong>arie. In particolare sono state predisposte delle schede di f<strong>in</strong>e esecuzione lavori dove, per ciascun operarealizzata, devono essere <strong>in</strong>dicati la provenienza ed il quantitativo utilizzato di materiali quali, miscela percalcestruzzi, miscela per conglomerati bitum<strong>in</strong>osi, sabbie, <strong>in</strong>erti pregiati, <strong>in</strong>erti non pregiati e materiali alternativi.Tali schede, pur fornendo preziose <strong>in</strong>formazioni sul consumo di <strong>in</strong>erti, non sono al momento sufficienti a fornire<strong>in</strong>dicatori di consumo su base annuale o su unità di produzione. Attraverso modiche e predisposizione di adeguateprocedure sarà possibile <strong>in</strong> futuro fornire <strong>in</strong>formazioni di tal genere.Gli obiettivi(coerentemente con gli obiettivi specifici del Piano d’Azione d’Indirizzo Agenda 21 Locale – Gruppo A:Biodiversità, zone agricole e risorse naturali )1) Individuare le risorse potenziali di materiali <strong>in</strong>erti2) Ridurre il consumo di <strong>in</strong>erti <strong>in</strong> naturaLe azioniOltre a quelle già <strong>in</strong> atto:• Iniziative volte alla stimolazione e <strong>in</strong>centivazione della raccolta selettiva dei rifiuti al f<strong>in</strong>e di garantire unadeguato approvvigionamento degli impianti di riciclaggio di materiali <strong>in</strong>erti.• Utilizzo privilegiato di tecniche e scelte progettuali che richiedono un m<strong>in</strong>ore consumo di <strong>in</strong>erti e un consumo dimateriali alternativi.• Perfezionamento dell’Osservatorio permanente sul consumo di <strong>in</strong>erti al f<strong>in</strong>e di consentire un monitoraggio subase annuale.• Dimensionamento delle previsioni <strong>in</strong>frastrutturali anche <strong>in</strong> funzione della disponibilità dei materiali <strong>in</strong>erti.• Proseguimento delle attività di ricerca tecnologica sul reimpiego dei materiali di recupero.• Iniziative rivolte al riconoscimento del valore economico delle risorse non r<strong>in</strong>novabili.Versione 2, dicembre 99 34/49


La gestione del parco auto e gli spostamentiGli effetti sull’ambienteSono ben noti gli effetti sull’ambiente provocati dalla circolazione dei veicoli a motore <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amentoatmosferico, rumore, così come <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di impatto visivo e paesaggio. Anche lavorare per la Prov<strong>in</strong>cia diModena comporta l’uso quotidiano di automezzi. In particolare ai f<strong>in</strong>i di una corretta gestione ambientale e di unaattenta def<strong>in</strong>izione di politiche e procedure sarebbe utile tenere dist<strong>in</strong>te tre circostanze che comportano l’uso diautomobile:a) Spostamenti da/verso casa verso/da il luogo di lavorob) Uso di auto propria per ragioni di lavoroc) Uso di automezzi della Prov<strong>in</strong>ciaDi seguito per ciascuna circostanza si <strong>in</strong>dicano le <strong>in</strong>formazioni oggi disponibili.a) Non sono emerse <strong>in</strong>formazioni rilevanti.b) Al f<strong>in</strong>e di fornire un dato <strong>in</strong>dicativo sull’utilizzo delle auto proprie, si segnala che nel periodo tra il 1° aprile1998 ed il 31 marzo 1999, i dipendenti, e i consiglieri ed i componenti della Giunta della Prov<strong>in</strong>cia di Modena,per ragioni di lavoro, hanno percorso rispettivamente 183.804 e 73093 km.c) La Prov<strong>in</strong>cia di Modena detiene ampio parco auto comprendente circa 80 automezzi di varia cil<strong>in</strong>drata esclusociclomotori, moto e macch<strong>in</strong>e operatrici. Nel presente lavoro non si è stati <strong>in</strong> grado di stimare il quantitativo diemissioni atmosferiche prodotto dalla circolazione di questi automezzi. Ai f<strong>in</strong>i del calcolo è comunque utileconoscere che il consumo di benz<strong>in</strong>a (super e verde) e di gasolio durante il 1998 è stato, rispettivamente, di 77.673e 40.731 litri.La manutenzione del parco auto comporta <strong>in</strong>oltre la produzione di rifiuti speciali quali olii da motori, trasmissionie <strong>in</strong>granaggi e accumulatori al piombo. In ottemperanza alle attuali disposizioni di legge sono stati dichiaratiall’<strong>in</strong>terno del MUD i seguenti quantitativi:Accumulatori al piombo 1.300 kgOlii da motori, trasmissioni e <strong>in</strong>granaggi 1.205 kgFra le auto <strong>in</strong> dotazione della Prov<strong>in</strong>cia non vi sono auto elettriche.Gli obiettivi(coerentemente con gli obiettivi specifici del Piano d’Azione d’Indirizzo Agenda 21 Locale – Gruppo C: Cittàsostenibili e reti – Tema Mobilità)1) Ridurre le emissioni <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti2) Incrementare l’utilizzo del trasporto pubblicoVersione 2, dicembre 99 35/49


Le azioni• Indag<strong>in</strong>e <strong>in</strong>terna su abitud<strong>in</strong>i e preferenze nella scelta dei mezzi di trasporto;• Iniziative volte alla stimolazione e <strong>in</strong>centivazione del car pool<strong>in</strong>g e car shar<strong>in</strong>g per raggiungere il luogo dilavoro;• Iniziative volte alla stimolazione e <strong>in</strong>centivazione all’uso dei mezzi pubblici, della bicicletta o di altro mezzoecocompatibile;• Iniziative di <strong>in</strong>formazione e sensibilizzazione sugli impatti ambientali delle automobili rivolte all’<strong>in</strong>terno dellastruttura della Prov<strong>in</strong>cia di Modena;• Ammodernamento del parco auto secondo criteri di sensibilità ambientale;• Monitoraggio dei livelli di attività del parco auto;• Monitoraggio delle emissioni di <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti..Versione 2, dicembre 99 46/58Versione 2, dicembre 99 36/49


IL BI<strong>LA</strong>NCIO <strong>AMBIENTALE</strong>Scheda di riepilogoPrelievi di risorse 1998Acquamc 92.102• di pozzo• di acquedottoGas naturale mc 2.302.178Gasolio l 58.000Energia elettrica kWh 3.793.956Energia termicakWhCarburante per autotrazione• benz<strong>in</strong>a• gasolioll77.67340.731Inerti naturali pregiatimc• ghiaia• sabbiaCarta e cartonc<strong>in</strong>o kg 32.901Rilasci <strong>in</strong> ambiente e scarti 1998Acque refluemcEmissioni <strong>in</strong> atmosfera• CO• CO2t 7319• NOX• PTSRifiuti speciali pericolosi• soluzioni di fissaggio• accumulatori al piombo• Olii da motoriRifiuti speciali non pericolosiRifiuti assimilabili agli urbanikgkgkgkgkg251.3001.205Versione 2, dicembre 99 37/49


Scheda scuolePrelievi di risorse 1998Acquamc 89.387• di pozzo• di acquedottoGas naturale mc 2.182.037Gasolio l 0Energia elettrica kWh 3.124.432Energia termicakWhRilasci <strong>in</strong> ambiente e scarti 1998Acque refluemcEmissioni <strong>in</strong> atmosfera• CO• CO2t 6464• NOX• PTSRifiuti speciali pericolosi kg 0Rifiuti speciali non pericolosikgRifiuti assimilabili agli urbanikgRaccolta differenziatakg• carta• plastica• tonerIndicatori 1998Uso risorsa idricamc/utenteUso gas naturale mc/mc riscaldato* 4,35Uso elettricitàkWh/utente* nell’<strong>in</strong>dicatore non è compreso l’ITI Fermi di viale Barozzi.Versione 2, dicembre 99 38/49


Scheda ufficiPrelievi di risorse 1998Acquamc 1.984• di pozzo• di acquedottoGas naturale* mc 109.453Gasolio l 0Energia elettrica kWh 390.856Energia termicaCartaCartonc<strong>in</strong>okWhkgkg29.3553.546* non sono stati rilevati i consumi per le due sedi <strong>in</strong> locazione di via Giard<strong>in</strong>i e via Ra<strong>in</strong>ussoRilasci <strong>in</strong> ambiente e scarti 1998Acque refluemcEmissioni <strong>in</strong> atmosfera• CO• CO2• NOX• PTSRifiuti speciali pericolosi• soluzioni fissaggioRifiuti speciali non pericolosiRifiuti assimilabili agli urbaniRaccolta differenziata• carta• plastica• tonert 488kgkgkgkg256 sacchix 30 l al mese180Indicatori 1998Uso risorsa idrica mc/utente* 756,01Uso gas naturale mc/mc riscaldato** 1,87Uso elettricità kWh/utente 3,84Uso carta ecologica cartaecologica/carta usataUso carta riciclata carta riciclata/cartausata* per utenti s’<strong>in</strong>tende il numero di dipendenti**nell’<strong>in</strong>dicatore è compreso anche l’ITI Fermi di viale Barozzi.Versione 2,(%) 90 %(%)Versione 2, dicembre 99 39/49


Scheda stradeAcqua• di pozzo/fiume• di acquedottoGasolioBenz<strong>in</strong>aPrelievi di risorse 1998Energia elettricaper semafori di cantiere kWh 160.125Inerti naturali pregiati• ghiaia• sabbiamcmcllRilasci <strong>in</strong> ambiente e scarti 1998Acque refluemcRifiuti speciali pericolosikgRifiuti speciali non pericolosikgRifiuti assimilabili agli urbanikgIndicatori 1998Uso di materiali alternativimc<strong>in</strong>erti riciclati / <strong>in</strong>erti impiegatilimi / <strong>in</strong>erti impiegatiVersione 2, dicembre 99 40/49


5 BIBLIOGRAFIABartolomeo M., Malaman R., Pavan M., Sammarco G., 1995, Il bilancio ambientale d’ impresa -Pirola.Camera di Commercio Internazionale, ICC-WICE, 1993, Environmental Report<strong>in</strong>gCEFIC, 1992, Proceed<strong>in</strong>gs of the CEFIC Workshop on Environmental Report<strong>in</strong>g, BrusselsCICA (Canadian Institute of Chartered Accountants), 1994, Environmental Report<strong>in</strong>g <strong>in</strong> Canada:A survey of 1993 Reports; The Canadian Institute of Chartered Accountants, TorontoDelogu B., Dub<strong>in</strong>i M., Giuiuzza P., 1996, Gestire l’ ambiente - PirolaDitz D., Ranganathan J., Banks D., (a cura di), 1995, Green Ledgers, Case studies <strong>in</strong> corporateenvironmental account<strong>in</strong>g, Wash<strong>in</strong>gton D.C. WRI.EPA 1995a, An Introduction to environmental account<strong>in</strong>g as a bus<strong>in</strong>ess management tool: keyconcepts and terms, U.S. EPA Office of Pollution Prevention and Toxics, Wash<strong>in</strong>gton.DTTI, IISD, Susta<strong>in</strong>ability, 1993, Com<strong>in</strong>g Clean: Corporate Environmental Report<strong>in</strong>g, LondonEUROSTAT, 1994b, SERIEE - 1994 Version, LuxembourgFalcitelli F., Seraf<strong>in</strong>i G., Tud<strong>in</strong>i A., 1996, Metodologia generale del SERIEE e dell'EPEA (contodella spesa per la protezione dell'ambiente), <strong>in</strong> Contabilità ambientale, Annali di statistica, Anno125, SerieX Vol. 13, ISTAT, ROMAFondazione Eni Enrico Mattei, 1995, Forum Rapporti Ambientali: l<strong>in</strong>ee guida per la redazione diun rapporto ambientale, Milano.KPMG, 1993, International Survey of Environmental Report<strong>in</strong>gMalaman R. e Bartolomeo M. (a cura di), 1996, La strategia ambientale d'impresa, Milano, Il sole24 Ore Libri, pp. 117-132Musu I., S<strong>in</strong>iscalco D. (a cura di), 1993, <strong>Ambiente</strong> e contabilità nazionale, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna.<strong>PER</strong>I, 1993, The Public Environmental Report<strong>in</strong>g Initiative, USAPorter M., Claas van der L<strong>in</strong>de, 1995, Green and Competitive: end<strong>in</strong>g the stalemate, <strong>in</strong> HarvardBus<strong>in</strong>ess Review, September/October 1995.Sammarco G., 1993, Approcci alla contabilità ambientale: problemi e proposte, <strong>in</strong> Musu I.,S<strong>in</strong>iscalco D. (a cura di), 1993, <strong>Ambiente</strong> e contabilità nazionale, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna.Sammarco G., Tud<strong>in</strong>i A., 1996, Il conto EPEA delle imprese, <strong>in</strong> Contabilità ambientale, Annali distatistica, Anno 125, SerieX Vol. 13, ISTAT, ROMASassoon E., Sassoon C. R., 1993, Management dell'ambiente, Il Sole 24 OreSchaltegger S., Muller K., H<strong>in</strong>drichsen H., 1996, Corporate Environmental Account<strong>in</strong>g, JohnWiley & SonsThe Conference Board Europe,1995, Environmental Reports: An European Survey, report n.1101-95-CR, BrusselsUNEP, 1994, Company Environmental Report<strong>in</strong>g, rapporto tecnico n.24, Parigi.Versione 2, dicembre 99Versione 2, dicembre 99 41/49


6 ALLEGATO: IL CONCETTO <strong>DI</strong> COSTO E SPESA<strong>AMBIENTALE</strong>6.1 Il concetto di costo ambientale per le attivitàd’impresa6.1.1 I costi end-of-pipeUn numero crescente di imprese, anche <strong>in</strong> Italia, rileva alcuni costi ambientali.L'approccio che viene seguito <strong>in</strong> questa prima e grezza valutazione è fortemente prudenziale. I costi che vengonopresi <strong>in</strong> considerazione sono per lo più costi sostenuti:1. per l'abbattimento delle emissioni2. per lo smaltimento dei rifiuti3. per la depurazione delle acque4. per i riprist<strong>in</strong>i ambientali5. per la mitigazione del rumoreSi tratta di costi chiamati <strong>in</strong> gergo end-of-pipe, costi cioè che si manifestano a valle del ciclo produttivo.Questi costi:1. sono facilmente calcolabili e tangibili. Le imprese che rilevano queste grandezze generalmente creano appostiticentri di costo che raccolgono <strong>in</strong>formazioni con una scarsa disaggregazione2. hanno una scarsa rilevanza sul profilo gestionale. Questo approccio, creazione di centri di costo per legrandezze di tipo end-of-pipe:• è <strong>in</strong>dotto da esigenza <strong>in</strong>formative esterne all'impresa. L'Istat ha com<strong>in</strong>ciato a rilevarequeste grandezze. Inoltre, queste sono le grandezze da rilevare sotto un profilo dicontabilità generale e per la preparazione del bilancio d'esercizio• non permette di <strong>in</strong>dividuare le attività che generano tali costi• punta l'attenzione verso le attività, di tipo end-of-pipe, sulle quali è più difficile<strong>in</strong>tervenire per conseguire vantaggi di tipo economico3. rappresentano solo una piccola fetta dell'<strong>in</strong>tera dimensione economica del problema ambientale.Alcune stime Istat def<strong>in</strong>iscono l'ampiezza di tali costi <strong>in</strong> un ord<strong>in</strong>e di grandezza di circa 1-3% dei costi operativi aseconda del settore <strong>in</strong>dustriale considerato. Si tratta di una sottovalutazione del problema ambientale che ha<strong>in</strong>evitabili ripercussioni sulla gestione economica d'impresa, poco attenta a cercare marg<strong>in</strong>i di miglioramento <strong>in</strong> unarea <strong>in</strong>vece molto promettente.6.1.2 I costi ambientali secondo l’US-EPAProprio per stimolare le imprese a una più attenta valutazione dell'impatto economico della gestione ambientale,l’agenzia di protezione ambientale americana (US-EPA) ha lanciato qualche anno fa un network per la contabilitàambientale (Environmental Account<strong>in</strong>g Network, EAN) che ha l’obiettivo di valorizzare le esperienze piùsignificative sulla contabilità ambientale.Versione 2, dicembre 99 42/49


L’EAN, di cui fanno parte oggi più di 800 tra persone fisiche e persone giuridiche, ha messo a punto una serie didocumenti per aiutare le imprese ad identificare i costi ambientali, ad allocarli correttamente e a prenderedecisioni di <strong>in</strong>vestimento.In questo ambito l’EPA stimola le imprese a un’attenta <strong>in</strong>dividuazione dei costi ambientali fornendo unaguida/elenco delle voci di costo. Questa comprende quattro categorie:1. costi convenzionalmente calcolati. Sono i costi illustrati nel paragrafo precedente e denom<strong>in</strong>ati costi end-ofpipe,gli unici che le imprese (le poche che effettuano queste rilevazioni) riconoscano come ambientali2. costi potenzialmente nascosti. Si tratta di costi che molto spesso sfuggono ai sistemi di contabilità analitica. Inquesti sistemi i costi potenzialmente nascosti non vengono considerati come ambientali3. costi potenziali. Si tratta di costi la cui manifestazione e ampiezza è <strong>in</strong>certa. Questi costi possono essereestremamente elevati per le attività a rischio ambientale4. costi di immag<strong>in</strong>e e di relazioni esterne. Si tratta di costi per lo più <strong>in</strong>tangibili e difficilmente calcolabili mamolto spesso assolutamente rilevanti da un punto di vista economicoNella Tabella 5 vengono <strong>in</strong>dicate alcune voci a titolo esemplificativo.Versione 2, dicembre 99 43/49


Tabella 5: I costi ambientali secondo l’ US-EPAPrimo livello Costi ambientali convenzionalmente calcolatiImmobilizzazioniMateriali di consumoManodoperaConsulenze ambientalialtri costi per attività end-of-pipeSecondo livello Costi ambientali potenzialmente nascostiDi preparazione all’ attività produttiva (Valutazioni di impatto ambientale, Permessi, Ricerca e sviluppo,Preparazione del sito, Ispezioni, Risoluzione e negoziazione di conflitti)Per conformarsi alla legislazione (Formazione e addestramento, Tasse ambientali, Assicurazioni ambientali,Controllo delle emissioni, Sistemi <strong>in</strong>formativi ambientali)Per conformarsi a standard più restrittivi rispetto alla legislazione (Audit ambientali, Protezione dell’impattovisivo, Sponsorizzazioni ambientali, Studi di fattibilità, Spese di ricerca, Procedure <strong>in</strong>terne, Report<strong>in</strong>gambientale)Di cessazione di attività (Decommission<strong>in</strong>g, Spese legali, Risoluzione e negoziazione di conflitti)Terzo livello Costi ambientali potenzialiMulte e sanzioniCosti di riprist<strong>in</strong>o ambientaleRisarcimenti per danni a personeRisarcimenti per danni ad attività economicheRisarcimenti per danni all’ ambienteSpese legaliQuarto livello Costi di immag<strong>in</strong>e e relazioni esterneSviluppo dell’ immag<strong>in</strong>e dell’ impresaRelazioni con i clienti, fornitori, comunità f<strong>in</strong>anziaria, banche e società di assicurazione,comunità localiRelazioni con i soggetti pubblici e gli organismi d controlloFonte: US EPA, 1995Questo schema a quattro livelli rappresenta semplicemente una guida all'<strong>in</strong>dividuazione delle pr<strong>in</strong>cipali categoriedi costi ambientali. Ben lungi dall'essere uno strumento di gestione, la proposta EPA:1. aiuta a considerare costi altrimenti nascosti o non attribuiti alla gestione delle problematiche ambientali2. porta le imprese a considerare l'impatto economico delle problematiche ambientali sotto una luce del tuttonuova:o i costi legati alla protezione ambientale così calcolati possono ammontare a oltre il 20% dei costioperativio la gestione ambientale non può più essere relegata a un ruolo secondario ma merita un'attenzionenuovao nell'ambito della gestione ambientale possono verificarsi risparmi con un forte impatto sullaredditività d'impresa. La gestione ambientale non ha qu<strong>in</strong>di solo motivazioni etiche di conformitàalla legislazione, ma è <strong>in</strong>dotta da una chiara razionalità economicaVersione 2, dicembre 99 44/49


Applicando la check list dell'EPA, la Amoco Oil ha scoperto che i costi riconducibili alla gestione ambientale diuna raff<strong>in</strong>eria hanno raggiunto ormai circa il 22% dei costi operativi, mentre le stime della direzione ambiente<strong>in</strong>dicavano un valore pari al 4%. I risultati di questa valutazione, che tiene <strong>in</strong> considerazione per lo più il livello 1e 2 della scheda EPA riportata precedentemente, sono<strong>in</strong>dicati nella tabella che segue:Tabella 6: I costi ambientali della raff<strong>in</strong>eria Amoco Oil di YorktownCategoria di costo Percentuale sui costi operativiGestione dei rifiuti 4,9Manutenzione 3,3Requisiti ambientali per i prodotti 2,7Ammortamenti 2,5Amm<strong>in</strong>istrazione e permessi 2,4Recupero dello zolfo 1,1Discarica <strong>in</strong>terna 0,7Multe e tasse ambientali 0,2Totale dei costi operativi 17,9Totale costi non ricorrenti 4,0Costi totali legati all'ambiente 21,9Fonte: WRI, 19956.1.3 I costi ambientali come i costi della qualitàAlcune imprese, per lo più imprese che hanno sposato la filosofia del Total Quality Management (TQM), adottanouna classificazione dei costi ambientali simile a quanto avviene per identificare i costi della non-qualità.In base alla classificazione dei costi utilizzata nell’ambito del Quality Management, i costi si suddividono <strong>in</strong>:1. prevention costs2. appraisal costs3. <strong>in</strong>ternal failure costs4. external failure costsL’utilizzo delle stesse categorie all’area ambientale può essere estremamente efficace:1. per identificare costi ambientali altrimenti “dispersi” nel sistema contabile2. per <strong>in</strong>dividuare le attività responsabili della creazione dei costi3. per verificare l’impatto della strategia ambientale nel ridurre alcune voci di costo e qu<strong>in</strong>di il costo operativoambientale complessivoQuesto ultimo aspetto può avere <strong>in</strong>teressanti ricadute da un punto di vista gestionale. Le imprese che adottanoquesto tipo di rilevazione, <strong>in</strong> Italia pochissime mentre all'estero <strong>in</strong> numero decisamente crescente, hanno <strong>in</strong>fatt<strong>in</strong>otato che una strategia ambientale di tipo anticipatorio determ<strong>in</strong>a nel breve-medio periodo:1. una leggera crescita dei costi di appraisal e prevention2. una forte dim<strong>in</strong>uzione dei costi di tipo failure, sia <strong>in</strong>terni che esterni oltre ai costi potenziali legati a <strong>in</strong>cidentiambientali3. e qu<strong>in</strong>di, una riduzione dei costi complessivi ambientali e dell'esposizione al rischioIn aggiunta, nelle imprese dotate di un sistema di rilevazione dei costi della non-qualità, un approccio di questotipo può rappresentare semplicemente uno sviluppo, ad alto valore aggiunto, di quello esistente.Versione 2, dicembre 99 45/49


Nella tabella 7 sono <strong>in</strong>dicati alcuni costi ambientali e la loro classificazione sulla base delle categorie sopradescritte.Tabella 7: La valutazione dei costi ambientali analoga a quella per i costi della non-qualitàPrevention costsRicerca e sviluppoAggiornamenti legislativiFormazione ambientaleSistemi di gestione ambientaleGestione dell’ immag<strong>in</strong>e aziendalePrevenzione delle conflittualità ambientaliProgrammi di m<strong>in</strong>imizzazione nell’ uso di materie prime <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>antiInstallazione di tecnologie puliteAppraisal costsMonitoraggi per la qualità delle acqueMonitoraggi per la qualità dell’ ariaAnalisi dei rifiutiMonitoraggio del rumoreAudit ambientaliInternal failuresGestione <strong>in</strong>terna degli scarichi idriciStoccaggi di rifiutiGestione <strong>in</strong>terna dei rifiutiConsumo <strong>in</strong>efficiente di materie primeExternal failureGestione dei rifiuti da parte di società esterneTrasporto dei rifiutiMulte ambientaliTasse ambientaliCanoni per uso depuratori esterniVersione 2, dicembre 99 46/49


6.2 L'approccio macroeconomico alle spese ambientali6.2.1 Il concetto di spesa difensiva ambientalePrima di entrare nel dettaglio della def<strong>in</strong>izione di spesa ambientale data dall'Eurostat, è opportuno <strong>in</strong>trodurrel'argomento parlando più <strong>in</strong> generale delle spese difensive a carattere ambientale, di cui le prime sono un precisosotto<strong>in</strong>sieme.In generale, una spesa ha carattere difensivo quando è connessa ad esternalità negative conseguenti ad atti diproduzione e consumo, ed è f<strong>in</strong>alizzata ad evitare, ridurre o compensare i danni che derivano da tale esternalità.Con il term<strong>in</strong>e spese difensive ambientali si identificano quelle spese difensive connesse al diseconomie esterneche comportano la perdita di funzioni ambientali 3 , ovvero le spese sostenute dagli agenti economici per preveniree controllare il degrado ambientale ex-ante o elim<strong>in</strong>arlo e difendersi dai suoi effetti negativi ex-post. Le spesedifensive ambientali possono essere associate a precise attività di difesa dal degrado ambientale, poste <strong>in</strong> essere <strong>in</strong>una delle tappe successive che portano dalla formazione dell'<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ante al danno da esso provocato.Conseguentemente può essere effettuata una prima suddivisione delle spese difensive ambientali <strong>in</strong> tre grandifamiglie:1. spese di protezione dell'ambiente2. spese compensative di difesa dal degrado ambientale3. spese compensative degli effetti negativi del degrado ambientale.6.2.2 Le spese di protezione dell'ambienteQueste spese raggruppano i costi sostenuti dagli agenti economici per ridurre l'impatto ambientale dell'attività diproduzione e consumo, prevenendo o ponendo rimedio al degrado del patrimonio naturale. Queste spese, <strong>in</strong>sostanza, sono f<strong>in</strong>alizzate sia a ridurre o elim<strong>in</strong>are la produzione di residui che dim<strong>in</strong>uiscono le funzioniambientali, sia a riprist<strong>in</strong>are funzioni ambientali <strong>in</strong> precedenza danneggiate (punti 1,2 e 3 della figura 4). E' questoil sotto<strong>in</strong>sieme delle spese difensive a carattere ambientale che la metodologia SERIEE prende <strong>in</strong> considerazione ecorrentemente vengono def<strong>in</strong>ite come spese ambientali.Sulla base della loro stessa def<strong>in</strong>izione le spese di protezione dell'ambiente si possono ulteriormente suddividere<strong>in</strong> spese di prevenzione e spese di riparazione.Le spese di prevenzioneTra queste spese vi sono i costi connessi all'adozione di tecniche e processi produttivi puliti o quelle sostenute peril riciclaggio dei residui. Anche <strong>in</strong> questo caso, le spese si possono suddividere ulteriormente <strong>in</strong> :• spese per attività di prevenzione <strong>in</strong>tegrata (punto 1 figura 4)• spese per attività di prevenzione separata (punto 2 figura 4)Le prime si riferiscono a costi sostenuti per evitare ex-ante la formazione di residui nel processo produttivo (adesempio l'<strong>in</strong>troduzione di tecnologie che producono meno rifiuti o emissioni <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti); le seconde sono associatea costi sostenuti per ridurre ex-post l'impatto dei residui, dopo che si sono formati ma prima che raggiungano il3 Con il term<strong>in</strong>e funzioni ambientali si identificano tutti i possibili usi che l'uomo può fare dell'ambiente a scopiproduttivi, di consumo o <strong>in</strong> generale di fruizione.Versione 2, dicembre 99 47/49


patrimonio naturale provocando la perdita di funzioni ambientali ed il conseguente degrado (ad esempio idepuratori o gli impianti di trattamentodei rifiuti).Figura 4 : Spese difensive ambientali e sotto<strong>in</strong>siemiVersione 2, dicembre 99 48/49


Le spese di riparazioneUna volta danneggiate le funzioni ambientali dai residui <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>anti dell'attività di produzione e consumo, si puòsuccessivamente <strong>in</strong>tervenire evitando che tale perdita cont<strong>in</strong>ui a tradursi <strong>in</strong> danno (sia economico che <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i diperdita di benessere) per la società. Questi <strong>in</strong>terventi sono f<strong>in</strong>alizzati a riattivare funzioni ambientali perse ed icosti associati sono identificati come spese di riprist<strong>in</strong>o. Si possono citare come esempio le spese di bonifica erecupero di aree degradate (punto 3 figura 4).62.3 Le spese compensativeSe non si pone rimedio alla perdita di funzioni ambientali, e qu<strong>in</strong>di il degrado ambientale non viene né prevenutoné riparato, gli agenti che subirebbero il danno possono sostenere spese o per evitare tale danno o per curarne glieffetti. In questo caso le spese sostenute si dicono compensative.Le spese compensative di difesa dal degrado ambientaleLa prima categoria di spese compensative è quella di difesa dal degrado ambientale, ossia quelle spese orig<strong>in</strong>ateda comportamenti di protezione volti a contrastare i riflessi negativi del degrado ambientale prima che producanoun danno effettivo agli agenti economici (punto 4 figura 3). In questo caso le spese sostenute si diconocompensative di difesa (avoidance and screen<strong>in</strong>g activities) dal degrado ambientale. Tra le spese compensative didifesa si possono <strong>in</strong>serire i costi di trasferimento verso luoghi di residenza meno degradati e i costi di <strong>in</strong>stallazionedei doppi vetri per difendersi dall'<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento acustico.Le spese compensative dei danni derivanti dal degrado ambientaleSe neppure l'attività di difesa del danno ha successo, gli agenti possono essere costretti a sostenere costi perrimediare ai danni provocati dal degrado ambientale: queste spese sono dette di compensazione del danno(treatment of damages, punto 5, figura 4). Esempi di tali spese sono le cure mediche relative a malattie <strong>in</strong>dottedall'<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento e i costi di pulizia di edifici e monumenti rov<strong>in</strong>ati dallo smog.Versione 2, dicembre 99 49/49

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