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Anno nuovo… problemi vecchi! - Unione Commercianti di Piacenza

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S O T T O R UL BA R. I. . C AL E N T ETutti uniti peragganciare la ripresaALFREDO PARIETTIPresidente dell’<strong>Unione</strong><strong>Commercianti</strong> <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong>Quello del 2012 è senza ombre <strong>di</strong> dubbio un bilancio ancora più nero del 2011 e porterà allachiusura <strong>di</strong> altre imprese del nostro settore, ma non solo.Per il 2013 le prospettive non sono certe delle migliori, anche se non possiamo farci mancareun briciolo <strong>di</strong> sano ottimismo rafforzato anche delle forti speranze <strong>di</strong> ripresa che neigiorni scorsi sono state espresse dal Presidente della BCE, Mario Draghi, a partire dalsecondo semestre dell’anno.Certo il nostro lavoro <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori non ci è assolutamente facilitato, neppure in questomomento <strong>di</strong> crisi economica mai vista e gli orpelli che gravano sulle nostre imprese qualiimpegni finanziari, oneri, tributi e, da ultime la mitica Tares, stanno veramente esasperandoil clima e la fiducia <strong>di</strong> noi impren<strong>di</strong>tori tanto da risultare al limite massimo della tollerabilitàe della sopportazione umana.Tasse, burocrazia, inefficienza, sprechi, corruzione, ecc. tutto si riversa su imprese che sonogià asfittiche con il fiato corto.È importante perciò che chi ci governerà abbia ben presente l’intero quadro politico, economicoe sociale e ponga un efficace rime<strong>di</strong>o a questo massacro che sta erodendo i risparmi<strong>di</strong> una vita per le imprese, ha affossato portandoli ai minimi storici i consumi impoverendosempre più le famiglie quasi cancellando una classe sociale forte: il ceto me<strong>di</strong>o.Il Natale appena trascorso non ha cambiato molto: le tre<strong>di</strong>cesime sono state erose dalpagamento dell’IMU e dall’innalzarsi <strong>di</strong> altre tasse e tariffe.Lo Stato deve intervenire efficacemente con una politica <strong>di</strong> rigore nei suoi costi inutili (autoblu, pensioni milionarie, retribuzioni dei <strong>di</strong>rigenti da nababbi, ecc), rilanciare lo sviluppo e laricerca, ovvero rimettere in moto il volano dell’economia reale, quella sana rappresentatadalle nostre piccole imprese, imprese familiari certamente non domiciliata nei vari “para<strong>di</strong>sifiscali” sparsi per il globo terrestre.Lo Stato deve prendere coscienza che il succo del “limone impresa” è finito, non c’è piùnulla da spremere da un tessuto impren<strong>di</strong>toriale allo stremo delle forze e della sopravvivenza.Noi impren<strong>di</strong>tori non vogliamo mollare, vogliamo invece continuare a far vivere le nostreaziende, dare occupazione a tante famiglie ed assicurare un domani migliore ai nostri figlied ai giovani in genere. Quin<strong>di</strong> siamo pronti a rimboccarci le maniche ed impegnarci nelrilanciare il nostro Paese e la sua economia, però preten<strong>di</strong>amo serietà, rigore ed onestàsoprattutto da chi ci governerà.L’<strong>Unione</strong> <strong>Commercianti</strong> anche per l’anno 2013 Vi chiede <strong>di</strong> stare uniti, per superare tuttiinsieme ed unitariamente questa fase problematica, che si trascina da troppo tempo, peraccelerare, facendo fronte comune, una vera ripresa che stiamo attendendo con gran<strong>di</strong>sacrifici, ma anche con enormi aspettative.gennaio 2013 3

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