Minori, la cultura dell'ascolto a confronto - Ordine degli Psicologi del ...

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in primo piano: l’ascolto dei minoriDA TUTTI GLI ESPERTIUN SINCERO APPREZZAMENTOPER L’INIZIATIVA DELL’ORDINEBONAMINIOFUSACCHIAMAZZOLINI8“Prima di tuttol’osservazione diretta”Vincenzo Bonaminio, Psicoterapeutae Psicoanalista, Membro Ordinariocon funzioni di Training dellaSocietà Psicoanalitica Italiana (SPI)e della International PsychoanalyticalAssociation (IPA), Direttore dellaScuola di Specializzazione in“Psicoterapia Psicoanalitica delbambino dell’adolescente e della coppia”(A.S.N.E. -S.I.PS.I.A.), Direttoredel “Centro Winnicott”, RomaMaria Grazia Fusacchia, PsicoterapeutaPsicoanalitica dell’Età Evolutiva,Membro Ordinario SIPsIA eCoordinatore del Gruppo di studiosul trauma ed il maltrattamento nell’etàevolutiva, esperta in PsicodiagnosticaClinica per l’Età Evolutivaed Adulta, Consulente Tecnico d’Ufficiodel Tribunale Civile di Roma edel Tribunale per i Minorenni di RomaMarilena Mazzolini, Psicologo clinico,Psicoterapeuta Psicoanaliticadel bambino dell’adolescente e dellacoppia, Membro Ordinario SI-PsIA, Consulente Tecnico d’Ufficiopresso il Tribunale Penale di RomaIn età prescolare, può essere utilizzatae può essere consideratad’elezione l’osservazione direttadel minore.Partendo da ciò, perché sono cosìimportanti il non verbale, icomportamenti, i segni emotiviche il bambino trasmette, semprein funzione del rendere testimonianza?Riteniamo necessario avanzare unaconsiderazione preliminare, per chiarireche l’osservazione diretta rappresentaun fondamento metodologico indispensabileche può essere utilizzato,sia nel caso di una consulenza o periziapsicologica su di un soggetto in etàevolutiva, sia di una valutazione psicodiagnosticarichiesta in altro ambito.Fatta questa debita premessa è ovviamenteancor più importante poterosservare direttamente il bambinoquando quest’ultimo non è ancora inetà scolare, in quanto privilegia formecomunicative ed espressive che precedonol’organizzazione di un funzionamentopsichico che ricorre al pensierosimbolico, solo questo conferisce allanarrazione degli eventi e delle esperienzeuna qualità logica, aderente aiprincipi delle coordinate spazio-temporali.L’osservazione diretta sia del giocosia della qualità delle relazioni fornisceallo psicoterapeuta come al consulente/peritoquei necessari parametrivalutativi che gli consentono di inquadrareil funzionamento psichico delbambino all’interno di una visione chetenga conto della fascia di età in cui sitrova, e della prevalenza dei sistemi e-spressivi e comunicativi, in età pre-scolare,come detto egli ricorrerà a comunicazioninon verbali che tendono adappoggiarsi sul comportamento e sulcorpo, come si ricava dalle manifestazioniche contraddistinguono l’uso deglioggetti attraverso il gioco.L’osservazione diretta dovrà comprendere,laddove possibile, anche ledinamiche affettive della coppia genitoriale,e si completerà della raccoltaanamnestica. Non si tratta di un meroassemblaggio di dati, piuttosto è unmomento di osservazione delle dinamichepsichiche che attraversano e qualificanole relazioni intercorrenti tra igenitori ed il bambino.Vorremmo aggiungere che la valutazionedel bambino deve essere sempreintesa come una valutazione globaleche non tenda a parcellizzare il funzionamentodella mente in segmenti o cheappoggi su pochi o ancor peggio su diun unico dato, per tale motivo le risposteverbali e non, le condotte e/o i sintomidel bambino, accanto alla più ampiaraccolta di dati deve fornire un quadroin cui si stabilisce, laddove possibile,un quadro di compatibilità o di inconciliabilità,con le ipotesi del clinico.Rispetto alla valutazione peritaledi minori in età prescolare, riteneteche l’uso di materiale proiettivo,oltre all’osservazione diretta,possa essere utile per valutarelo sviluppo psichico, le risorseaffettive e il funzionamentopsicologico?Indubbiamente i dati ricavati dal materialeraccolto attraverso la somministrazionedi una batteria di test completa,ovvero composta da test proiettivie scala di livello intellettivo, è uncontributo indispensabile all’approfondimentodell’assetto psichico del bambino.Le prove tutte, proiettive e di livello,se debitamente conosciute dall’esperto,consentono di evidenziare i segnidi tematiche specifiche, correlabilialla fase di sviluppo del bambino oanche ad aree di fissazione o, ancora,di precocità, del suo funzionamentopsichico. Naturalmente, quanto si ricaveràdai test dovrà essere incluso inuna visione articolata e complessa, cheandrà a corroborare o anche a interrogareo confutare, i dati offerti dalla raccoltaanamnestica e le riflessioni scaturitedall’osservazione diretta.
in primo piano: l’ascolto dei minoriLà dove un bambino presenti tematichericorrenti, che insistono su undeterminato contenuto, è presumibileche tale perseveranza esprima qualcosache urge dire, comunicare, o ancheespellere, indicando la presenza di vissutitraumatici. Soprattutto, nel casoin cui tale coercitività risulti correlataa tematiche specifiche, e con modalitànon appropriate alla fase di sviluppo,dobbiamo ammettere che possa trattarsidi tracce di un disagio psichicoche ha una valenza traumatica.L’effetto che assume un evento traumatico,come nel caso dell’abuso sessualeo del maltrattamento, ma anchedi interventi chirurgici o altre situazionidi stress, che si configurano perla psiche del bambino nei termini diun’esperienza effrattiva e traumatica,tuttavia, dovrà essere debitamente vagliatoper evitare che la rielaborazionepersonale del bambino possa venireconfusa o sovrapposta con la realtà.Per questa ragione, l’esperto chesomministra i test dovrà essere unapersona opportunamente formata ecompetente non solo sulle tecnicheche applica, ma anche sul piano dellaconoscenza dello sviluppo psicologicoe della psicopatologia infantile, così dapoter tradurre i dati ricavati in unospaccato del funzionamento cognitivoed emotivo del bambino.Il tema dell’idoneità a renderetestimonianza è da tempo al centrodel dibattito tra gli esperti inpsicologia giuridica. Ritenete cheun bambino in età prescolare(minore di 6 anni) sia in gradodi testimoniare o ritenete che vadaconsiderato non in grado direndere testimonianza e quindisempre non idoneo?Crediamo che, seppure con i dovutidistinguo, il bambino possieda capacitàe precursori di pensiero simbolicogià quando è ancora piuttosto piccolo.Spesso è l’adulto che non riesce acaptarne il senso ed il valore, per talemotivo è portato a non riconoscernela profondità e l’efficacia.Naturalmente tale sofisticato funzionamentoè suscettibile di continue o-scillazioni, tra il raggiungimento dellafunzione e la rapida perdita della stessa,è lo sviluppo che favorisce un aumentodella complessità supportandonela continuità della resa.Un bambino dopo i 3 anni e mezzocirca, in relazione al proprio stato psichico(emotivo e cognitivo) è in gradodi esporre, secondo una visione soggettiva,esperienze ed emozioni vissute.Quando invece il bambino si sta ammalandoo è già ammalato generalmentenon riesce a sviluppare tali competenze.Peraltro, la permanenza in un’areadove il pensiero tende ad essere concretoe quindi ancora particolarmenteagganciato al dato percettivo, può esseredi significativa utilità nel distinguerele esperienze dalle fantasie.Ciò non significa che l’estrema delicatezzadi questo periodo evolutivodebba essere sottovalutata, soprattuttoin relazione ad una deposizionepresso il Tribunale, anzi deve esserevalutato il singolo bambino e lo sviluppodelle sue capacità in relazione alcompito richiestogli.È naturalmente acquisito che iricordi infantili, in riferimentosempre alla prima e seconda infanzia,non hanno le stesse caratteristichespazio-temporalidegli adulti. Come dovrebbe valutarliil perito/consulente, comeparti integranti e naturalidello sviluppo neuropsicologicoo come patologie?Condividiamo la considerazione chelo sviluppo del ricordo nel bambino seguaun andamento diverso da quellodell’adulto, in quanto tale funzione dell’Io,risponde al gradiente di sviluppomaturativo e psichico. Se la memoriacome Changeux (1988) afferma è “unacapacità degli esseri viventi di conservareinformazioni per poterle in seguitorecuperare o riconoscere”, dobbiamoperaltro ammettere che il sistemamnestico è un sistema complesso, multidimensionalee, soprattutto, nella suaconcettualizzazione fortemente influenzatodall’adesione ad uno specifico paradigmateorico.Sappiamo che il ricordo di un’esperienzasi fonda sul depositarsi di traccepsichiche qualificate da una valenzaaffettiva, e che progressivamentetali tracce si vanno organizzando in unarete sempre più complessa di rappresentazionimnestiche. La memoria è i-neludibilmente collegata allo sviluppodel linguaggio, oltre che dal ripetersidi attività ed esperienze cognitive edaffettive. Con il tempo, alcune rappresentazionimnestiche vengono meno,o anche vengono modificate e riadattatein base a bisogni, esigenze o tendenzepiù pertinenti alla fase di sviluppoche il bambino attraversa.Ma è anche vero, che la persistenzadi alcuni ricordi si fonda sul ripetersidi attività che avvengono con maggiorefrequenza o, di altre che risultanoaver segnato particolarmente il vissutodel bambino. In generale, i ricordiinfantili sono accessibili alla coscienzae, facilmente recuperabili, là dove sianosintonici con l’Io e ne rinforzino lasua coesione e consistenza, o anchequando riproducono l’esistenza di unelemento estraneo, intrasformabile,non inscrivibile nell’apparato psichico.È questo il caso di esperienze traumatichenon rappresentabili, non elaborabili,che i bambini ripropongono coercitivamentesotto forma di discorsi, disogni o di incubi. A volte accade, attraversola comparsa di flashback, che determinateesperienze di natura traumaticaritornino alla coscienza producendouno stato confusionale che nealtera l’andamento.Il ricordo ha dunque una stretta correlazionecon il portato affettivo dell’esperienza,che si commisura con le esigenzedelle istanze pulsionali che attraversanola psiche del bambino, inrelazione alla sua fase di sviluppo. Talefunzionamento non è patologicobensì naturale referente dello sviluppopsichico del bambino soprattuttonel passaggio tra la fase pre-scolare elatenza.Secondo voi è corretto e necessariotenere distinti e separati iruoli dello psicoterapeuta e delperito/consulente durante l’indagineperitale?A nostro avviso la distinzione concerneil ruolo della figura dello psicoterapeuta,ossia il riconoscimento delcontesto in cui svolge la sua prestazioneprofessionale.Il consulente/perito si limiterà a rivestiretale ruolo.Ciò non toglie che le competenzeprofessionali acquisite e l’assetto internoche lo qualifica verranno, ineludibilmente,messi in gioco nella valutazioneperitale e gli consentiranno di utilizzarele competenze cliniche e diagnostiche,provenienti da una formazionepsicoterapeutica con specifico percorsopersonale e professionale, quali strumentiche supportano una visione piùarticolata e complessa.9
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