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Linee Guida per l'ascolto del Minore - Portale dell'infanzia e dell ...

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linee guida/2: l’ascolto <strong>del</strong> minoreetà su<strong>per</strong>iore ai dieci anni, può essereripetuto quando emergono situazionidi particolare disagio o disfunzioni relazionaliparticolarmente significative.La raccolta di queste informazioni,soprattutto in relazione all’attuale legislazione,avrà la funzione non tantodi stabilire l’affidamento esclusivo ocondiviso, quanto piuttosto quello dicomprendere come il figlio può riorganizzarsial meglio nella nuova situazione.Indagine psicodiagnostica<strong>per</strong> il minoreSe dopo l’osservazione <strong>del</strong>le relazionifamiliari e il colloquio con il minoresaranno state identificate <strong>del</strong>le caratteristichedi <strong>per</strong>sonalità o problematicherelazionali particolari o comunquesignificative <strong>per</strong> la risposta ai quesiti<strong>del</strong> giudice il CTU, previo il consensodei genitori o <strong>del</strong>l’autorità giudiziaria,provvederà a far sottoporre anche ilminore ad indagini testologiche.I test impiegati con un minore dipendonodall’età; troviamo oltre ai reattivigrafici anche l’utilizzo di test comeil CAT, le favole di Duss e il Blacky Pictureovvero forme proiettive. Le formeproiettive, infatti, in ambito forense sonoritenute maggiormente “attendibili”<strong>per</strong> una diagnosi ideografica <strong>del</strong>la<strong>per</strong>sonalità <strong>del</strong> soggetto e meno suscettibilidi condizionamenti o indottrinamentiesterni. Tuttavia è necessarioapplicare tali tecniche in maniera“consapevole”, e come <strong>per</strong> gli adulti,in associazione ad altri test da partedi uno psicologo con un’adeguataformazione ed es<strong>per</strong>ienza professionale.A questi strumenti, utilizzati <strong>per</strong>valutare gli aspetti relativi alle relazioniinteriorizzate <strong>del</strong> bambino, inoltredovrebbe essere associata una valutazione<strong>del</strong>le relazioni sul piano interattivo,attraverso tecniche <strong>per</strong> l’osservazionediretta <strong>del</strong>le relazioni familiari,il cui studio negli ultimi decenni hariscosso grande interesse e ha portatoalla pubblicazione di strumenti, la cuiattendibilità e validità è stata adeguatamentetestata 21 .74Colloqui conclusiviUno o più colloqui, in genere, congiuntivengono eseguiti a conclusione<strong>del</strong>le indagini <strong>per</strong>itali come spazio direstituzione di quanto emerso, di riflessionesulla propria funzione genitorialee di pensiero sulla possibile modalitàdi gestione <strong>del</strong>l’affidamento condiviso,esclusivo o a terzi: individuazione<strong>del</strong> collocamento <strong>del</strong> minore, <strong>del</strong>lemodalità di frequentazione con l’uno ol’altro genitore e soprattutto definizionedegli impegni a livello educativodi ciascuno dei due genitori. In base aiquesiti il CTU richiede alle parti di formulareproposte e avvia la negoziazione.Nei casi in cui il lavoro “trasformativo”<strong>del</strong>la consulenza ha ottenutoqualche successo tale spazio può essereutilizzato <strong>per</strong> raggiungere un accordosulla gestione <strong>del</strong>le modalitàeducative e sulle funzioni genitorialiavviando il su<strong>per</strong>amento dei conflittiche avevano richiesto la consulenza.Peculiarità <strong>del</strong>l’ascolto in CTUAscoltare il minore è un processoche integra più elementi: fisici, emozionalie cognitivi nella ricerca di un significatoe di una comprensione piùampia (Re, Vicini, 2005). Ascoltare inquesto contesto vuol dire anche coglierele capacità educative dei genitori,la loro idoneità a svolgere funzionidi guida e facilitazione, nonchè ilmodo in cui essi <strong>per</strong>cepiscono i bisogni<strong>del</strong> figlio e gli attribuiscono sentimentie pensieri. Questo <strong>per</strong>ché porsinell’ottica <strong>del</strong>l’ascolto <strong>del</strong> minore vuoldire ascoltare i problemi dei suoi stessigenitori, <strong>per</strong>ché essi, sentendosi valorizzatinel loro ruolo e nella loro individualitàsiano più disponibili a mutareil modo di vedere ed interpretarele vicende in cui sono coinvolti e quindia lasciare più spazio al figlio e allasua voce (Dell’Antonio, 1990).Ricordiamo infine che il lavoro cui ilCTU è chiamato a svolgere in questicasi si situa tra un contesto di tipo giudiziario/valutativo, costituito dal giudice,le parti in causa e i loro rappresentati,ad uno di tipo trasformativo/clinicocomposto dagli ex coniugi/genitorie dal minore. Secondo Nelli(2003) quando si tratta di ascoltareun minore nell’ambito di una consulenzatecnica d’ufficio bisognerebbe affiancareal metodo clinico un metodo“critico” che oltre ai colloqui condottisecondo uno schema non rigido prevedal’uso di materiale concreto e lacreazione di un numero di situazionicritiche o cruciali.Ricerche condotte sull’o<strong>per</strong>ato deiCTU nel Tribunali di Roma (MalagoliTogliatti, Lubrano Lavadera, 2003) eMilano (Haller, 1997) hanno mostratoche negli ultimi anni 20 anni la modalitàattraverso cui viene condotta laCTU si è modificata, assumendo caratteristichesempre più cliniche <strong>per</strong>cui può essere definita consulenzaorientata in senso “trasformativo”. L’obiettivo“clinico” è quello di evitare lacristallizzazione <strong>del</strong> conflitto, principalefattore di rischio <strong>per</strong> i figli di genitoriseparati e “fornire un senso allavicenda familiare”. Attraverso i quesitiposti al consulente il giudice può nonsolo avere “una fotografia” di quelli chesono i rapporti tra minore e ciascunodei genitori, <strong>del</strong>le caratteristiche di<strong>per</strong>sonalità di questi ultimi ma anche<strong>del</strong>le indicazioni in merito alle migliorimodalità di collocazione e frequentazionedei due genitori da parte <strong>del</strong>minore stesso.Soprattutto sembra utile che il CTUvalorizzi le competenze <strong>del</strong>l’uno e <strong>del</strong>l’altrogenitore e individui gli interventipsicosociali da suggerire <strong>per</strong> facilitarela riorganizzazione <strong>del</strong>le relazioni familiari.Nullità <strong>del</strong>la consulenzaIl difensore <strong>del</strong>la parte può eccepirela nullità <strong>del</strong>la relazione <strong>per</strong>itale,nullità che può derivare da cause siadi ordine formale che di ordine sostanziale.Cause di nullità formale: attengonoalla veste esteriore <strong>del</strong>l’atto. Al fine dinon incorrere in tale ipotesi, il CTU deveavere cura di:• redigere la consulenza in lingua italiana;• sottoscriverla.Cause di nullità sostanziale: si riduconotutte ad un unico fenotipo generale:la violazione <strong>del</strong> principio <strong>del</strong>contraddittorio 22 . La nullità può essereanche parziale, travolgere cioè soltantoquella parte di relazione che sifondi su accertamenti nulli. Le più frequenticause di nullità sono le seguenti.1) Omesso invito alle parti <strong>del</strong>l’avvisocontenente la data, ora e luogodi inizio <strong>del</strong>le o<strong>per</strong>azioni quando talecomunicazione non risulti già nelverbale di udienza (art. 194 comma 2c.p.c. e 90 comma 1 disposizioni di attuazione)23 . L’avviso alle parti può avvenireinformandole direttamente tra-

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