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8 • GENNAIO 2006Speciale EmigrazioneGERMANIALa donna arteficedel cambiamentodel ruolo dei circoliRiunite a Heilbronn per il convegno “Donne e associazionismo oggi” le rappresentantidelle comunità sarde in Germania hanno fatto il punto sul ruolo che possono svolgere perimprimere nuovo slancio alla vita dei circoli – Confronto a più voci con le rappresentantiarrivate dall’Italia e da altri paesi europeiservizi dell'inviato Gino ZassoPer la seconda volta nel girodi pochi anni, questa raffinatacittadina dall’elevatoreddito medio pro-capite che siaffaccia sul Nechar, il placido affluentedel Reno, (a due passi cisono le fabbriche dell’Audi e dellaKnorr, nella vicinissima Stoccardaquelle della Mercedes edella Porsche) ospita un congressodel movimento femminile delledonne emigrate in Germania,e, per proiezione, nel Mondo. Èancora novembre ma qui è giàNatale: le strade addobbate coneleganti luminarie, i mercatinicon una lunga serie di gadget legatialla festa della Cristianità, lamusica diffusa, gli abeti – quelliper l’arredo urbano e quelli invendita –coperti da un delicatostrato di neve, rendono l’atmosferadensa di un’aura romantica,un paese di fiaba che altrove è irrimediabilmentescomparso.L’impeccabile regia del convegno“Donne e associazionismooggi” è dell’inesauribile MaddalenaFadda Vitolo, presidente delCentro sociale di Austrasse, 350metri quadrati di superficie, unabiblioteca fornitissima, ampi localiper lo svago e per le riunioni,150 iscritti con una consistentepresenza femminile, uno “sportellosociale” aperto due giorni lasettimana, una ricorrente festa diNatale per i detenuti italiani, corsidi lingua italiana per i Tedeschie di tedesco per gli Italiani,frequenti conferenze e dibattiti.Radici a Siligo, sposata con unsalernitano, due figli che adora,la presidentessa per antonomasia(ricopre la carica da 15 anni) èqui dal ’68: ha lavorato part-timein un’azienda IBM e ora è orgogliosamentecasalinga.L’ha affiancata, nell’improbolavoro organizzativo, la deliziosaIolanda Cabuderra, vicepresidentedel circolo di Karlsruhe e delegatanazionale delle donne diGermania. Tecnico di laboratorio,origini a Mores, ha cominciatola sua attività a Ozieri, primadi trasferirsi in Germania peramore. Ha seguito qui, dove continuaa esercitare la sua professione,l’uomo dei suoi sogni, untoscano che le ha dato una bellissimabambina, Azzurra, che oggiha 11 anni. Ma i grandi amori,ahimè, finiscono, e Iolanda, successivamente,si è ricostruita unanuova e felice vita con un compagnosardo, Leonardo Spanu, originariodi Uri. Superato senzamolti problemi l’handicap dellalingua, in Germania si trova benissimo,anche se la nostalgiadella <strong>Sardegna</strong>, dove le è rimastoun fratello, chef nei rinomati alberghidella Costa, di tanto intanto l’assale. Ha portato con sél’anziano padre, che cura contanto amore. «Sono sincera: sepotessi scegliere, vorrei viveresei mesi qui e sei mesi nella miaregione».Sono state queste due signoread avviare il congresso, che hasegnato quasi un’apoteosi perSerafina Mascia, presidente delcircolo di Padova, citata con enfasiin tutti gli interventi per l’organizzazioneperfetta del convegnodel mese precedente.Aprendo i lavori, MaddalenaFadda Vitolo si è commossa finoIl sostegno delle istituzioninei messaggi del presidente Sorue dell'assessore al LavoroQuando, nella cittadina tedesca,si svolgeva il convegnosu “donna e associazionismo”,a Cagliari era incorso un’importante seduta delConsiglio regionale, per cui ipolitici invitati non hanno potutoessere presenti: alcuni, però,hanno voluto rimarcare la lorosolidarietà e i loro voti augurali.In un suo messaggio, il presidentedella Regione RenatoSoru ha voluto manifestare «ilnostro sostegno alle importantiiniziative intraprese dalle donnesarde emigrate in Germania» esignificare i suoi complimenti atutte le partecipanti per l’impegnodimostrato, esprimendo ipiù vivi ringraziamenti «per lasolidarietà espressa anche neiconfronti della mia azione di governo».L’assessore del Lavoro MariaMaddalena Salerno hamandato un saluto molto partecipato:«Il programma del congresso– ha scritto – evidenziasignificativamente un ideale dirinnovamento delle istituzioni,del governo e del mondo associativoche, ancor più oggi, nonpuò fare a meno del contributodel saper fare delle donne. Esseoccupano sempre più spazi civilie professionali, non sempre,però, sono chiamate a ruoli diattiva partecipazione alle politichedecisionali, dove l’otticafemminile diventa indispensabile,in quanto coglie i segnalidel cambiamento e li orientaverso un concreto agire. Le difficoltàche cogliamo nell’Isolasi manifestano anche per le donneche vivono fuori della <strong>Sardegna</strong>e che partecipano con tenacia,ma spesso dietro le quinte, aun processo impegnativo e digrande spessore partecipativo,culturale e solidale, all’internodei circoli e delle organizzazionidegli emigrati. Rispetto aquesta presenza non è sufficientemanifestare solo gratitudine,ma occorre un maggior impegnoper rendere le donne apertamenteprotagoniste di un rinnovamentoche passa attraverso larealtà sarda emigrata e che conquesto va attuato. Occorre ancheriflettere sulle implicazioniche l’apporto femminile comportariguardo ai temi e ai valoridell’identità, alla loro trasmissione,alla loro cura e allaloro valorizzazione anche al difuori del contesto geografico, inuna dimensione esclusivamenteculturale, spiccatamente connotatadal forte senso di appartenenzache contraddistingue iSardi nel Mondo».Un messaggio di saluto e diaugurio di buon lavoro è giuntoanche da Maria Grazia Caligaris,consigliere regionale delloSdi, anch’essa invitata e impossibilitataa intervenire: «L’associazionismooggi – è detto nelfax – ha necessità di nuovo vigore.È il luogo principe diespressione delle passioni edeve continuare a conservarequesta caratteristica. Ecco perché,in una società fortementeorientata a frantumare le comunitàideali, dove lo spirito soggiacesempre più alle logichedell’interesse privato, in cui all’aggregazioneper sostenere evalorizzare un principio, si è sostituitala forza delle lobbies,stare insieme in un’associazioneè un tratto di rilievo molto importante.Ciò vale ancora piùfortemente per gli emigrati sardi,chiamati a rinvigorire i vincolicon la loro identità in costanteevoluzione, e, per le donne,da sempre misconosciuteprotagoniste della vita dei migranti.Sono convinta che l’associazionismoabbia oggi ancoramaggiori responsabilità diieri e debba rispondere comeuna forza centripeta per unire,armonizzare e rafforzare le differenze,riproducendole nellaloro forma più utile e significativa».alle lacrime represse, quando haringraziato tutte le partecipanti ele ha incoraggiate ad andareavanti. Ha messo in evidenza latrasformazione avvenuta nei circoli,«non più semplici luoghi diritrovo, perché sul loro cambiamentola donna vigila».Iolanda Cabuderra si è dettamolto orgogliosa di aver contribuitoa organizzare questo convegno,che fa seguito a quello,importantissimo, di Padova:«Speriamo – ha detto – di andareavanti su questa strada, per descriverela storia di donne sarde,magari come quella di Eleonorad’Arborea»Franca Monni, del circolo diWolfsburg, l’altra delegata delledonne emigrate in Germania, èintervenuta due volte: ha ringraziatole organizzatrici per questoe per il convegno di Padova e hasottolineato la trasformazionedel ruolo della donna dai primianni dell’emigrazione a oggi.«Grazie alla consistente presenzafemminile – ha detto – la vita neicircoli è cambiata».L’assessore comunale dellacultura, Harry Mergel, in un interventoin lingua tedesca tradottosimultaneamente e seguito congrande attenzione dal pubblico,ha tracciato un esauriente quadrosocio-culturale della cittadina:«Città libera dal 1741, Heilbronn– ha detto – il 4 dicembre 1944 èstata distrutta al 90 per cento daun feroce bombardamento checausò settemila morti. Ha avutola forza di reagire e di ricostruirsia immagine e somiglianza diquella distrutta. Adesso è una cittàmultietnica, con presenze stabilidi abitanti provenienti da ben133 paesi. Il gruppo più nutritoviene dalla Turchia, poi dall’exJuogoslavia e quindi dall’Italia,che conta 3.200 residenti. Il rapportocon gli Italiani è splendido:arricchiscono la vita della città,senza peraltro perdere la propriaidentità. E i giovani della secondae della terza generazione sisono perfettamente integrati nelnostro assetto socio-economico»Johanna Lichy ha portato i salutie gli auguri a nome del governodi cui fa parte: «Vi voglioincoraggiare – ha detto – perchévoi donne vi rafforziate, con unarete di collegamento tra tutte, inmodo tale che quelle arrivate siprodighino ad aiutare chi vuoleemergere: se avete bisogno, rivolgetevitranquillamente a me».Riccardo Zanini, vice consoleitaliano, tanti anni vissuti a Nuoro,ha salutato anche gli assenti eha esaltato questo “momento irripetibile”e «Avete la volontà diguardare al futuro – ha affermato– e così ci date un forte sentimentodi speranza».Quella di Paola Atzeni, già docentedi antropologia culturaleall’Università di Cagliari, studiosaappassionata e esperta di nominaconsiliare nella Consultadell’emigrazione, è stata, di fatto,la relazione ufficiale del

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