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30 • GENNAIO 2006SportCALCIOIl 2005 è stato l'annodell'addio al pallonedi Gianfranco ZolaTra luci (poche) ed ombre (molte) si è concluso l'anno solare 2005 che havisto il Cagliari protagonista a cavallo tra il suo 26º e 27º campionato di serieA, dopo il tanto atteso ritorno nella massima seriedi Andrea FrigoUn anno in chiaroscuro, contraddistintoda alti e bassi,con i soliti problemi legatialla difficoltà di andare in rete ealla mancanza di risultati in trasferta,ma che sarà ricordato negliannali del calcio come l’anno delritiro di Gianfranco Zola.All’età di 39 anni, il fuoriclassedi Oliena ha deciso di appenderele scarpette al chiodo, lasciando ilCagliari dopo due anni meravigliosi.Nel primo, Zola ha contribuitoalla promozione in A; nelsecondo ha preso per mano lasquadra e l’ha condotta alla salvezza.Poi, in un afosa giornata diluglio, ha detto stop e ha chiuso,per sempre, la sua scatola magica.Niente più maglia rossoblu e nientepiù calcio (se non qualche partitatra amici il sabato pomeriggio)per quello che è stato, senza ombradi dubbio, il più grande calciatoresardo di tutti i tempi.E la sua defezione si è fatta sentire,eccome. Che senza di lui ilCagliari non sarebbe più stato lastessa cosa, questo era facile immaginarlo.Così come il fatto chela squadra, una volta perso Zola,andava rinforzata. In pochi, però,potevano immaginare tante sofferenzeper il Cagliari, privato dell’estrodel suo grande capitano pertutto il finale dello scorso campionato(Zola s’infortunò il 13 marzo2005, dopo aver segnato il primodei tre gol con i quali il Cagliaribatté al sant’Elia l’ultima Roma diDel neri, poi dimissionario). E inpochi potevano prevedere cheproprio da quel momento, non arrivassepiù una vittoria per benotto mesi e mezzo. Zola fece intempo a rientrare in occasione dell’ultimagiornata, allo stadio DelleAlpi contro la Juventus appenalaureatasi campione d’Italia. Giustoil tempo per mettere a segnouna splendida doppietta. Tantoper non dire che non ha lasciato inbellezza (anche se il Cagliari uscìsconfitto in quell’occasione). Duegol al portiere più forte del mondo– Buffon - e via. Il 29 maggio2005, a Torino, si è ufficialmenteconclusa la gloriosa carriera diGianfranco Zola, anche se noi, allora,non lo sapevamo e speravamoche annunciasse il rinnovo delcontratto, per un altro anno ancora,con la società presieduta daquel Massimo Cellino che – adonor del vero – nei mesi precedentinon aveva dato tanto l’impressionedi volerlo trattenere (come si faa dimenticare la telenovela dell’estate2004 quando Zola rischiòdi non vestire più la maglia rossoblu,dopo la trionfale promozione,perché Cellino aveva deciso – sbagliandosidi grosso – che Zola nonera più indispensabile alla causarossoblu, salvo poi ricredersi dopol’insurrezione dei tifosi?).E senza Zola è cominciato, inmodo sommesso, un altro campionato.Dopo un’altra estate piena dicolpi di scena, con l’annuncio delritiro anche di Cellino (slavo poifare retromarcia e tornare in sella,dopo che era stato nominato presidentel’avvocato bresciano BrunoGhirardi) e l’esonero, dopo appenauna giornata, dell’allenatorechiamato a sostituire in estate DanieleArrigoni, vale a dire AttilioTesser. Poi un improvviso tourbillondi allenatori: via anche Arrigoni,richiamato a sorpresa dall’exnemico Cellino; via DavideBallardini, che ha resistito novegiornate senza mai centrare unavittoria, sostituito dall’ennesimoritorno di fiamma di Cellino, quelNedo Sonetti capace, nella stagione2001/02 di portare il Cagliarialla salvezza nel torneo di serie Bdopo gli esoneri di Antonio Sala edella coppia Nuciari-Matteoli.Un Cagliari stordito, che ha reagitocon una partenza disastrosae con una classifica che, alla finedell’anno, fa paura. La prima vittoriaè arrivata col quarto allenatore:giornata numero 13, Cagliari-Sampdoria2-0, doppietta diSuazo. Il bis un mese dopo, semprein casa, stavolta control’Ascoli. Ma due sole vittorie, in17 giornate, rappresentano un bottinoassai misero per una squadrache intende salvarsi.E il 2005 si è concluso cosìcome era cominciato: una vittoriain casa e una sconfitta fuori. Passanoi mesi, cambiano i nomi deigiocatori e degli allenatori, ma ilritornello non cambia. Il Cagliariè sempre la stessa squadra chevince o pareggia in casa (in dueanni ha perso solo Milan, due volte)e automaticamente, quandovarca il Tirreno, perde. I numerifanno paura. Nell’anno solare appenaconcluso, i rossoblu hannodisputato complessivamente 39partite, 22 dello scorso campionatoe 17 di questo in corso: 18 sonostate le sconfitte, 15 i pareggi esoltanto sei le vittorie, quattro dellequali conquistate lo scorso campionatocon Arrigoni in panchina.Un 2005 che era iniziato, appunto,con una vittoria in casa (contro ilMessina), cui però fece subito seguitola solita sconfitta in trasferta,a Udine. E proprio l’Udinese èil primo avversario, nel 2006, deirossoblu, che concluderanno il gironed’andata la domenica successivaal Meazza contro l’Inter.Staremo a vedere con quantipunti in classifica girerà il Cagliari,chiamato a questo punto a vincereobbligatoriamente almenocontro i friulani per chiudere l’andataa 15 punti. Un punteggio sicuramentebasso, ma che darebbepiù sicurezza a Lopez e compagniin vista del girone di ritorno. Ancheperché considerato il disastrosoavvio di stagione, non si puòchiedere di più alla classifica.Peccato, perché il Cagliari hachiuso l’anno con l’ennesima delusione,facendosi sconfiggere aParma da una diretta concorrenteper la salvezza, dopo che tre giorniprima, al Sant’Elia, aveva superato- soffrendo ma con merito -un buon Ascoli. Sonetti probabilmentecredeva di aver trovato i rimediai guai della squadra, dopoche l’aveva condotta finalmentealla prima vittoria e anche al primopunto in trasferta (un emozionante2-2 in rimonta con il Palermo).Ma poi sono arrivate altredue batoste: il 4-0 subito senzalottare dalla Juventus e la sconfitta,di misura ma meritatissima, inquel di Parma, dove nonostante unpossesso di palla sterile per quasitutti i 90’ i rossoblu non hannopraticamente mai tirato in porta.E dire che il bravo Campagnolo(non si capisce davvero perché sicontinua ostinatamente a cercareportieri all’estero quando ne abbiamotanti buoni in Italia) avevapure parato un rigore al brasilianoSimplicio, quello che aveva condannatoil Cagliari l’anno primacon una staffilata da 30 metri al90’. Una prodezza che non è servitaa nulla, perché il gol nel primotempo dell’ex Corradi ha fruttatoil massimo risultato col minimosforzo per la squadra di Beretta.Adesso non resta che consolarsicon la riapertura del calcio mercato.Dal 2 al 31 gennaio tutte lesquadre (ad eccezione della Romapunita dall’Uefa per il casoMexes) potranno acquistare giocatori:un’occasione che la societàrossoblu non può lasciarsi sfuggireper investire quei denari risparmiatil’estate scorsa e comprarei giocatori richiesti da Sonettiche serviranno per rinforzareuna squadra apparsa modesta efragile in tutti i reparti.A2- Ottenuta la salvezza primasul campo (a Imola, conuno strepitoso Rotondo) epoi in società (l’ingresso di LucianoMele e soci al posto dell’avvocatoDino Milia che ha lasciatodopo trent’anni) la Dinamo Bancodi <strong>Sardegna</strong> è alla ricerca di un postonei play off.La prima parte del nuovo campionatoha avuto una partenzamolto faticosa. Dovuta sia alledifficoltà di amalgamare un grupporinnovatissimo che ha mantenutosoltanto il capitano Rotondo,sia all’ambientamento del coachGarelli nel campionato di A2 (è undebuttante), sia alle precarie condizionifisiche del talentuoso lungoportoricano Fajardo, che è statotagliato poi per fare posto aPhillips, esterno molto atletico masenza grandi qualità offensive.La squadra sassarese ha rimediatoal brutto avvio con quattrosuccessi nelle ultime sei partite,due dei quali ottenuti in trasferta,a Trapani e Novara.È passata così dall’ultimo postoall’undicesimo. La zona play off èvicina, in fondo basta agguantarela nona posizione.Il pubblico resta ancora tiepidoe critico nei confronti del tecnicoGarelli. Forse perché le ambizioniestive parlavano di un campionatomedio-alto, e anche perchéBASKETLe squadre sarde si auguranoun 2006 da play offLa prima parte del 2005 ha regalato una promozione e tante salvezze- L'anno si è chiuso tra qualche delusione e qualche conferma -Ecco il bilancio e le speranze per il 2006sono innegabili le potenzialità diun gruppo che ha il miglior attaccodella A2.Sono sette giocatori i che vannospesso in doppia cifra, perchéoltre agli attesi Shannon, Rotondo,Zacchetti, Aguiar e Phillipssono esplosi i giovani Yango eCantero.A bilanciare il talento in attacco,una scarsa propensione alla difesa,che ersta una delle più perforatedella A2.Il divorzio dal general managerFederico Paci, il silenzio stampaproclamato a fine anno e ulterioriritocchi alla squadra (si cerca unlungo e potrebbe andare via l’aladi Giampiero MarrasPilotti) fanno capire come la Dinamonon abbia ancora trovato unassetto e una fisionomia definitivi.Se ci riesce in tempi brevi puòperò stupire e puntare almeno alquarto posto.B1- La Silver Porto Torres attraversaproblemi simili. Con unadifferenza: ha cambiato il tecnicoGuglielmo Reggiani (vice a Bolognaper tanti anni) con l’ex play diPesaro e Venezia Mauro Procaccinodopo appena un mese.La squadra turritana è riuscita afarsi valere di nuovo in casa primadella sconfitta contro Trieste.Resta però ancora fori dai playoff e per una formazione rinforzatacon elementi del calibro di Orsini,Zecca, Marino e Bonsignori èfrancamente troppo poco. Potrebbesubire qualche modifica nellarosa, con il lungo Samoggia chesembra destinato a partire. Forseper andare ad Olbia.Certo è che la Silver ha il potenzialeper salvarsi direttamente edisputare gli spareggi promozione.Se riesce a trovare continuitàpuò diventare la mina vagante delgirone.B1- La sorpresa più bella l’hafornita proprio la matricola RussoCagliari, capace di tenersi a lungonelle posizioni da podio e comunquedi rimanere il corsa almenoper il terzo posto. Ha pagato lascelta di confermare il tecnicoCorsi e quasi tutto l’organico protagonistadella promozione dallaC1 dopo play off da brividi vinti intrasferta.Oltretutto la squadra cagliaritanaè composta da molti giocatorisardi ed è riuscita a lanciare il giovaneVillani nella nazionale Under20.Ha invece cambiato molto laSanta Croce Olbia (anche il coach,con Baldiraghi che ha sostituitoin estate Mazzoleni) manon è riuscita a ripetere la partenzasprint della stagione scorsaquando era riuscita a portarsiin testa.Anzi, l’avvio è stato piuttostolento e solo a novembre e dicembrei galluresi sono riusciti a rimediare,grazie ad una buona serie divittorie che li ha portati nel gruppettodelle formazioni che oscillanofra terzo e quarto posto.Anche il Corona La Maddalenaè indietro rispetto ai risultati delcampionato 2004/2005, nonostanteil quarto posto.Bisogna considerare però che lasquadra allenata da Loi si è trasferitaa Roma per problemi logisticied è stata perciò inserita nel gironedelle squadre laziali.È comunque in grado di rivestireancora il ruolo di outsider.

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