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12 • GENNAIO 2006AttualitàLAVOROVarata la legge che riorganizzai servizi del collocamentoApprovata all'unanimità dal Consiglio regionale la normativa sul mercato del lavoroApprovata la riforma dei servizidi assistenza socialedi Michele Mascia“Finalmente” è stata l’espressionemaggiormente utilizzata inConsiglio regionale nel dibattitoche ha portato all’approvazioneall’unanimità della nuova leggeche interviene in materia di politichedel lavoro e che riorganizzai servizi di collocamento nel mercatodel lavoro. “Finalmente” perchéla <strong>Sardegna</strong> è stata l’ultima trale regioni italiane ad ammodernareuna normativa accogliendo lenovità emerse negli ultimi anni alivello nazionale ed europeo.Obiettivi principali, aveva spiegatoil diessino Silvio Cherchi, illustrandoun testo che ha unificatotre distinte proposte dei Ds, deiRiformatori e della Giunta, sonoquelli di dare qualche speranza inpiù ai disoccupati, compresi colorogià in età avanzata, prevedendoparticolari forme di flessibilitàper consentire chi è stato espulsodai cicli produttivi, ad esempioper crisi aziendale, di rientrare ingioco riqualificandosi per altre attività.La riforma punta inoltre adavvicinare maggiormente le impresea chi cerca un impiego neltentativo di garantire un inserimentostabile e garantito. Da quiun maggiore decentramento dellestrutture incaricate di dare un futuroai disoccupati e il coinvolgimentodegli enti locali. Per il presidentedella Commissione competenteGiovanni Giagu dellaMargherita si vuole andare verso“un sistema reale di pari opportunitàche tuteli le fasce disagiatedella popolazione offrendo la giustaattenzione ai giovani che perla prima volta devono entrare nelmondo del lavoro. Tutti hannoammesso che gli obiettivi sonoambiziosi e che quanto approvatoin aula è solo l’inizio di un lungocammino. Il ritardo accumulato,nonostante tutto, potrà servire pernon commettere gli errori fattidagli altri. E’ l’opinione dei Riformatori.Tra questi, poi, AttilioDedoni aveva preferito chiarireche questa legge “non garantiscelo sviluppo perché non può superarei problemi di fondo dell’economiasarda”. Problemi emersi intutta la loro gravità alla luce deidati ricordati dall’assessore al LavoroMaddalena Salerno. Nonostanteun miglioramento nel tassodi disoccupazione nel biennio2004-2005, sono oltre 80.000 gliiscritti ai registri di collocamento,metà dei quali non hanno qualificheprofessionali o titoli di studioadeguati. E’ marcata poi l’incidenzadel lavoro nero, quello che sfuggeai controlli e che soprattuttonell’edilizia e nell’agricolturasfiora punte del 30% degli addettiNel particolare, questo riordinonormativo intende far fronte ad unmercato del lavoro che è sempremeno in grado di garantire ai sardiun posto fisso per tutta la vita.Di conseguenza occorre creareuna struttura qualificata in gradodi informare, orientare e accompagnarele persone nel momentopiù difficile, quello di trovare chiè disposto ad assumere e a farlientrare nel ciclo produttivo, a garantireun futuro il meno precarioe incerto possibile.I punti chiave dell’azione coordinatadi Regione e Province, allequali è affidata la gestione degliuffici territoriali, sono: la programmazionedi incentivi per ilreimpiego di cassaintegrati o comunquedi coloro che godono diammortizzatori sociali e di incentividestinati ai datori di lavoroaffinchè rendano stabili i rapporticon i loro dipendenti; la garanziadel sostegno all’occupazione nellearee di crisi o interessate daprocessi di deindustrializzazionee la tutela delle categorie svantaggiate,giovani e portatori di disabilitàin special modo; favorirel’inclusione delle donne, ancheattraverso la promozione di diprogetti innovativi e di agevolazioniper la nuova imprenditorialità.In un momento in cui in <strong>Sardegna</strong>è da più parti denunciata lapreoccupante crescita delle situazionidi disagio sociale, povertà eincertezza per il futuro delle categoriepiù deboli, come gli anzianinon autosufficienti, il Consiglioregionale ha approvato la riformadei servizi di assistenza sociale oalla persona. Un testo che ammodernala vecchia normativa di 19anni fa e che ribadisce i princìpidi tutela di chi ha bisogno di aiutopromuovendo azioni di solidarietàche prevengano, riducano e,se possibile, eliminino le causeche poi inevitabilmente portanoalla emarginazione e alla discriminazionedi una parte della società.La Regione ha varato un sistemaintegrato, d’accordo con leamministrazioni provinciali e comunali,affinchè i diritti basilarivengano garantiti per tutti in qualunqueparte dell’isola. Innanzituttol’assistenza sociale è destinatanon solo ai cittadini italianied europei, ma anche ai sardi emigratie alle loro famiglie, agli extracomunitariresidenti e a chiunqueoccasionalmente si trovi in<strong>Sardegna</strong>. L’aiuto deve essereconcesso con precedenza assolutaai poveri, a coloro che per problemifisici o psichici non sono ingrado da soli di avere un’esistenzadignitosa e a chi si trova in gravedifficoltà di inserimento nellavita sociale, molto spesso permancanza di un lavoro. La legge,sempre in tema di princìpi, riconosceil valore della famiglia esostiene l’attività del cosiddetto“terzo settore”, le associazioni divolontariato e le imprese sociali,soggetti privati nati senza scopodi lucro esclusivamente per raggiungereobiettivi di solidarietàsociale. La programmazione degliinterventi e il recupero delle risorsefinanziarie necessarie sono acarico della Regione che elaboraun Piano triennale aperto ai suggerimentie alle indicazioni deglienti locali. In base a questo si agiscein ambito locale raccordandoamministrazioni, Aziende sanitarieed eventualmente, su specificiaspetti e bisogni emergenti nelterritorio, anche i soggetti socialiprivati. Per il momento, per l’applicazionedella legge, è stata previstauna spesa di 180 milioni dieuro all’anno.Il riordino della normativa regionalefissa negli aspetti generalii livelli minimi di assistenza dagarantire quando sono riscontratedeterminate situazioni prioritarie:presenza di minorenni in nucleifamiliari in difficoltà e di personenon in grado di vivere autonomamente;sussistenza di emergenzeindividuali o familiari specialmentequando derivano da violenzefisiche o psichiche, Inoltre gliinterventi sono previsti per aiutarechi si trova in condizioni di dipendenza,esempio più frequenteda sostanze stupefacenti, e chi,dopo essere stato sottoposto aprocedimento giudiziario, ha necessitàdi una mano per riuscire areintegrarsi nella società civile.Una novità è data dalla concessionedi un reddito di cittadinanza,un contributo in denaro che i comuniadottano a favore di cittadini,poveri e socialmente esclusi,residenti in <strong>Sardegna</strong> da almenodue anni. Rispetto al testo originarioapprodato in Consiglio regionale,l’Assemblea ha preferitorinviare i criteri di concessionedelle somme ad un’altra legge,con l’impegno comune ad approvarlaentro aprile. Secondo SilvioLai dei Ds, che in aula, per lamaggioranza, aveva illustrato icontenuti del provvedimento, si ècercato di leggere le trasformazionidella società proponendo unnuovo sistema di assistenza, locale,più vicina alle persone, “evitandosovrapposizioni, doppioni esprechi per assicurare la stessaqualità di servizio per tutti i cittadini”.L’assessore regionale allaSanità Nerina Dirindin, evidenziandole garanzie di equità, avevaperò chiarito che, essendo ilsistema delicato e complesso, cidovrà essere un lungo cammino diattuazione.Pur votando a favore, garantendocosì l’unanimità, l’opposizioneaveva criticato alcuni aspetticoncreti. Per il capogruppo deiRiformatori Pierpaolo Vargiu idubbi nascono sulle risorse finanziarieperché, se non saranno sufficienti,“promettere nuovi servizidiventa una presa in giro”.PREVIDENZADal 2006 normepiù severe per le pensioniNorme più restrittive dal 1º gennaio 2006di Giuseppe FotiAnche se la riforma delle pensioni avrà effetti concreti solo a decorreredal 2008, nuove norme, decisamente più restrittive, decorrono dalprimo gennaio del 2006, in base alla legge Dini.Pensioni di anzianità e super bonus. La finestra di gennaio è particolarmenteattesa da coloro che, avendo maturato i requisiti con lasola anzianità contributiva o con la qualifica di operaio o di lavoratoreprecoce, sono rimasti in stand by sia a luglio che a ottobre 2005 inquanto queste due finestre sono riservate esclusivamente a chi ha compiutoi 57 anni di età. Si tratterà ora di vedere, però, se questi lavoratoriopteranno per il pensionamento o preferiranno rimanere in serviziousufruendo del super bonus. Dati anche se non ufficiali indicanoche oltre 40 mila persone, in prevalenza uomini, hanno chiesto di poterrimanere in servizio. Tutto lascia prevedere, quindi che anche nel2006 la pensione di anzianità sarà richiesta soprattutto dai lavoratoriautonomi e dai dipendenti pubblici per i quali la non è stato approvatadal governo alcuna autorizzazione in merito.Requisiti e finestre per l’anzianità 2006. Fino al 31 dicembre 2007la riforma Maroni non modificherà l’apertura delle finestre di uscitaed il loro numero rimane confermato in 4 con apertura prevista a gennaio,aprile, luglio ed ottobre. Per quanto riguarda il limite di età, peril 2006 e 2007, questo rimane stabilito in 57 anni per i dipendenti e in58 per gli autonomi.I lavoratori dipendenti privati. Per i lavoratori del settore privatoil diritto al pensionamento è subordinato al raggiungimento di 57 annidi età abbinato a 35 anni di contribuzione effettiva maturata entro il30 settembre 2005. Possono lasciare il lavoro a qualsiasi età se, sempreil 30 settembre 2005, hanno maturato almeno 38 anni di contribuzione.È questo il penultimo restringimento dei requisiti, l’ultimo primadella nuova riforma avverrà nel 2007 quando il requisito contributivosalirà a 39 anni di anzianità contributiva. Le finestre di gennaio eaprile 2006 sono le ultime agevolate per operai e precoci che possonofar valere i requisiti ridotti (56 anni di età e 35 di contributi) rispettivamenteentro il 30 settembre e 31 dicembre 2005. Dal 2006, invece,anche queste due categorie di lavoratori saranno equiparate a tutte lealtre.Lavoratori autonomi. Artigiani, commercianti e coltivatori direttihanno diritto dal 2006 alla pensione di anzianità con il requisito di 58anni di età e 35 di contributi ovvero a qualsiasi età ma con 40 anni dianzianità contributiva. Raggiunto il requisito anche per il 2006 gliautonomi dovranno attendere dai sei ai nove mesi per la liquidazionedel trattamento pensionistico in quanto questo decorre dal settimomese successivo al trimestre in cui sono stati raggiunti i requisiti.Così, ad esempio, a gennaio possono andare in pensione quanti hannomaturato il diritto nel trimestre aprile – giugno 2005.Dipendenti pubblici. Abolite le agevolazioni previste dalla legge449/97 che ha perso efficacia dal 31 dicembre 2003, anche per i dipendentipubblici sono richiesti gli stessi requisiti previsti per i lavoratoridel settore privato. Anche questa categoria acquisisce il diritto allapensione di anzianità dal primo gennaio a condizione che la domandasia stata presentata entro la fine di dicembre. Importante rimarcare lenovità che all’interno del settore pubblico interessano i dipendentidella scuola. Per mettersi in pensione nel 2006 devono presentare ledimissioni entro il 10 gennaio prossimo. Le condizioni sono quellepreviste per la generalità dei dipendenti pubblici, ma con una particolarità:i requisiti di età e di contribuzione si considerano maturati anchese raggiunti entro il 31 dicembre dello stesso anno.Le finestre che si aprono nel 2006Finestra 1º Gennaio 2006– Dipendenti pubblici e privati con 57 anni di età e 35 di contributiraggiunti entro il 30 settembre 2005 o 38 anni di contributia prescindere dall’età.– Operai e precoci con 56 anni di età e 35 di contributi raggiuntientro il 30 settembre 2005.– Lavoratori autonomi con 35 anni di contributi e 58 anni di età ocon 40 anni di contributi a prescindere dall’età raggiunti al 30giugno 2005.Finestra 1º Aprile 2006– Lavoratori dipendenti con 57 anni di età e 35 di contributi raggiuntientro il 31 dicembre 2005 o con 38 anni di contributi aprescindere dall’età.– Operai e precoci con 56 anni di età e 35 di contributi raggiuntientro il 31 dicembre 2005.– Lavoratori autonomi con 35 anni di contributi e 58 anni di età ocon 40 anni di contributi a prescindere dall’età raggiunti al 30settembre 2005.

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