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ISTRUZIONI TECNICHE - Regione Toscana

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deficienze solo nel tempo, sia per il progredire di gravi stati di degrado delle strutture, che inseguito ad eventi calamitosi che ne hanno messo a dura prova la resistenza.Ne è stato esempio il verificarsi di crolli improvvisi e progressivi di interi fabbricati. Questiavvenimenti e la constatazione che i primi anni ’50 e ’60 furono caratterizzati da un minor livello dicontrollo sulla qualità dei materiali e sulle differenti fasi del processo costruttivo (trasporto delcalcestruzzo, getto) hanno sollecitato la necessità di verifica dello stato di funzionalità strutturaledel patrimonio edilizio nazionale e l’individuazione delle criticità degli edifici a rischio.Recenti analisi compiute su edifici in c.a. gravemente danneggiati hanno messo in luce carenzeprogettuali e costruttive e stati di degrado dei materiali, caratteristiche queste probabilmentecomuni a molti degli edifici costruiti in Italia nel ventennio 1955-1975.Oltre a quanto detto, si evidenzia come la normativa di riferimento per gran parte delle opereedificate nel dopoguerra (R.D. 16 novembre 1939 n° 2229) prevedesse un valore minimo daassumersi per la resistenza cubica del conglomerato a 28 giorni di maturazione di 120 Kg/cmq,valore questo inferiore sia a quello di 150 Kg/cmq prescritto nel D.M. 27 luglio1985 n. 37 relativoalla legge n. 1086 del 05.11.1971, sia al valore di 250 Kg/cmq richiesto dalle recenti normetecniche per le costruzioni in zona sismica relative all’Ordinanza P.C.M. 3274 del 20/03/03.E’ quindi molto probabile trovarsi nella situazione di edifici pubblici a pieno regime di utilizzo cheoffrono prestazioni statiche inferiori a quelle di sicurezza previste dalla normativa attuale.La diffusa presenza di edifici con calcestruzzo in condizioni non ottimali, riscontrata anche frastrutture meno datate, contribuisce a rendere poco affidabili in termini di sicurezza e di esposizioneal rischio sismico parte delle strutture in c.a. presenti sul territorio nazionale.E’ noto che l’iniziale speranza che il cemento armato potesse essere il materiale “risolutivo”, dalleeccezionali prestazioni e dalla durabilità pressoché illimitata, si è rivelata infondata, e già da tempola ricerca scientifica è stata stimolata all’approfondimento delle caratteristiche prestazionali delcalcestruzzo delle strutture costruite fino alla metà degli anni ‘80, al fine di determinare in manieraunivoca la resistenza caratteristica effettiva delle strutture esistenti.L’individuazione di tale valore di resistenza è quindi indispensabile anche per il tecnicoprofessionista incaricato di condurre una verifica su un edificio esistente, per la corretta stimadell’eventuale progettazione degli interventi.Ancor più critica appare la situazione per gli edifici in c.a. costruiti in zone che solo classificazionipiù recenti hanno reso sismiche.Solamente dal 1982, infatti, è intervenuta una nuova classificazione sismica che ha interessatogran parte del territorio nazionale, recentemente superata dalla nuova classificazione propostadall’Ordinanza PCM n° 3274 del 20.03.03.1.3 LE INDAGINI CONDOTTE SUL TERRITORIO REGIONALELe attività previste dal “ Programma delle attività d’indagini su edifici pubblici in cemento armato inzona sismica – vulnerabilità e diagnostica”, di cui alla delibera di G.R.T. n. 797/02, prevedono losviluppo delle conoscenze sulla qualità dei materiali e sul loro comportamento d’insieme attraversoprove sperimentali in situ ed in laboratorio, così da consentire l’acquisizione di dati utili allavalutazione della vulnerabilità sismica e necessari per la definizione dei criteri e delle strategie diintervento preventive per la riduzione del rischio sismico.Il Programma d’Indagine promosso dalla R.T. è finalizzato alla definizione di una metodologiagenerale e univoca per la raccolta delle informazioni e per l’esecuzione delle diverse prove, utilealla Pubblica Amministarazione per la formazione di un database relativo allo “stato di salute” degliedifici pubblici strategici e rilevanti, ma utile anche al libero professionista che trova in questa

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