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Via Faentina, il sottopasso ritarda ancora - Il Reporter

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32 Febbraio 2010societàL’INdAGINE. Sempre meno adolescenti chiedono aiuto alle famiglie per risolvere i loro problemiQuando <strong>il</strong> bullismo è “roba da ragazzi”Quasi un giovane su due non rivelerebbea un adulto di essere vittima di violenze.Di Giorgi: “In Toscana la situazione non èdrammatica, ma alcuni segnali ci sono”Matteo FranciniLa parola è di quelle che preoccupano sempre più genitori e (anchese in pochi lo riconoscono) ragazzi: bullismo. Una parola daiconfini spesso non ben definiti - a volte è diffic<strong>il</strong>e distinguere verie propri atti di violenza e prepotenza da scherzi un po’ troppopesanti - ma che è entrata pian piano a far parte del dizionario delle famiglie.E non passa settimana senza che, sui giornali, siano riportati episodidi questo genere, avvenuti di volta in volta a scuola, ai giardini, per strada.A Pisa sono stati presentati i risultati dell’edizione 2009 dell’indagine su“Abitudini e st<strong>il</strong>i di vita degli adolescenti”, realizzata (come ormai ognianno dal 1997) dalla società italiana di pediatria. Una sorta di viaggio nelmondo dei ragazzi dai 12 ai 14 anni che, “coperti” dall’anonimato e forsespinti, in alcuni casi, dalla voglia di farsi sentire o addirittura di lanciareallarmi, confessano abitudini, st<strong>il</strong>i di vita e consumi, compresi quelli “proibiti”.Dalla ricerca è emerso che <strong>il</strong> 64% degli adolescenti intervistati dichiaradi aver assistito a fenomeni di bullismo: una percentuale <strong>ancora</strong> alta,ma comunque in calo rispetto agli anni precedenti (nel 2007 era del 75%).Ma attenzione, dicono gli autori dell’indagine: c’è da chiedersi, infatti,“se ciò sia dovuto ad una reale contrazione del fenomeno o ad una sorta diassuefazione”. E, in ogni caso, i dati preoccupanti non mancano: c’è <strong>ancora</strong>un (consistente) 41% che non rivelerebbe a un adulto di essere vittimadi un bullo, ma che cercherebbe di risolvere la faccenda da solo. E se <strong>il</strong>71% degli intervistati giudica comunque negativamente chi si comportada bullo, c’è un 5,4% (di maschi) che considera i bulli “tipi in gamba”.Infine, nell’indagine c’è anche spazio per i rapporti con la famiglia. Setteadolescenti su dieci considerano adeguate (né troppe, né poche) le regoleimposte dai genitori, ma <strong>il</strong> 27% di loro afferma di rispettarle raramente,se non mai. E continua a diminuire la percentuale di chi si rivolge a unadulto (genitori compresi) quando c’è un problema da risolvere. “D’altraparte – commenta Maurizio Tucci, curatore dell’indagine – non sembrache i genitori facciano molti sforzi per cercare di incentivare <strong>il</strong> dialogocon i figli”. “In Toscana la situazione non è drammatica, anche se alcunisegnali ci sono”, spiega Rosa Maria Di Giorgi, assessore all’istruzione delComune di Firenze, che poi elenca alcune soluzioni che Palazzo Vecchiointende mettere in pratica perché questi segnali non si trasformino in unallarme: “Serve un intervento più diffuso nei quartieri, la mia idea è quelladi realizzare sempre più iniziative in periferia, ut<strong>il</strong>izzando risorse esternepartecipando a bandi ministeriale ed europei – dice – ci vuole più considerazioneper i giovani, per opporsi al bullismo bisogna offrire loro attivitàinteressanti da svolgere. Infine – conclude – servono soluzioni nellescuole: per questo abbiamo r<strong>il</strong>anciato corsi contro gli stereotipi, e stiamoinvestendo molto sulla formazione degli insegnanti”.L’OPINIONERenato Palma, medico psicoterapeuta, parla in un libro del rapporto genitori-figliE se invece fossero i “sì” ad aiutare a crescere?Renato Palmaera - e c’è <strong>ancora</strong> - un famosoC’ libro che sostiene che i “no” deigenitori facciano bene allo sv<strong>il</strong>uppo dibambini e ragazzi. Si tratta de “I no cheaiutano a crescere” di Asha Ph<strong>il</strong>lips.Ma c’è anche chi sostiene <strong>il</strong> contrario.E per trovarlo non bisogna andare neppuretroppo lontano: in pieno centro, invia dei P<strong>il</strong>astri, ha <strong>il</strong> suo studio RenatoPalma, medico psicoterapeuta nato inprovincia di Siena ma fiorentino d’adozione.Cinquantotto anni e una foltabarba bianca, Palma è l’autore de “I sìche aiutano a crescere” (Edizioni Ets),pubblicato lo scorso novembre. Una risposta,fin troppo chiara, al volume dellaPh<strong>il</strong>lips? “Un’impostazione diversa -preferisce considerarla lo psicoterapeuta– che parte dalla convinzione che le relazioniin ambito affettivo possano avveniresenza esercitare potere e riducendoal massimo i conflitti”. Una diversa considerazionedel rapporto genitori-figli,lontana ch<strong>il</strong>ometri (e non solo geograficamente)da quella della collega, ma anchedai metodi spesso ut<strong>il</strong>izzati da padrie madri dei tempi nostri. “Gli adulti sisorprendono che i loro figli, crescendo,diventino conflittuali – spiega Palma,che le sue teorie le ha sperimentate direttamente con <strong>il</strong>figlio, oggi ingegnere – senza rendersi conto che sonostati loro, per primi, a iniziare i conflitti. Litigare pereducare - sostiene - semplicemente educa a litigare”.“Sembra che molti adulti trattino i bambini come sefossero prepotenti che debbono capire chi comanda– continua – ma la convinzione che nell’educazionedei figli un po’ di conflitto sia necessario, e che nonappena stab<strong>il</strong>ito <strong>il</strong> rispetto delle regole la pace tornerà,è solamente una favola. Spesso la famiglia e la scuolanon sono spazi dove i bambini vivono contenti. Ei problemi – aggiunge, riferendosi anche a fenomenicome bullismo e disagio giovan<strong>il</strong>e – nascono dalmodo in cui sono stati tirati su i ragazzi: è un erroredegli adulti inserire la forza nel rapporto con i bambini,perché quando i ragazzi capiscono di avere piùforza dei genitori <strong>il</strong> rapporto si inverte, e nasce <strong>il</strong> nuovoconflitto. Sono gli adulti ad abituare i figli a essereinfelici, attraverso tutte le costrizioni che impongonoloro: e non dobbiamo meravigliarci, allora, se diventanoragazzi infelici”. Altro tema, quello della felicità,caro a Palma, che sull’argomento ha anche pubblicatoun saggio dal titolo “Economia e felicità, una propostadi accordo”. In futuro, insomma, non dobbiamoaspettarci niente di buono? “Al contrario – risponde –dobbiamo solo cambiare le relazioni con i bambini, daconflittuali a cooperative. Le cose possono cambiare,e cambieranno: i giovani sono molto meglio di noi”.Nel suo futuro, invece, c’è già un nuovo progetto: scrivereun libro sulla democrazia in famiglia. /M.F.<strong>Via</strong> di Tizzano, 9al confine fraBagno a Ripolie Greve in Chianti,sulla provinciale 56da Grassina perCapannuccia al km 14,5bivio <strong>Via</strong> di Tizzano,Greve in ChiantiVENDITA DIRETTA VINI E OLIOEXTRAVERGINEalla cantina consegne sabato8:00 - 12:00ROSSO E BIANCO LEGGERO 12° PER FAMIGLIAIgt toscano 2007 13°CHIANTI CLASSICO DOCGConfezioni pratiche ed economiche bottiglie e bag in boxGiorni Lavorativi telefono 328.8510039 - 055.8555040Per consegne 11:30 - 12:00 // 16:30 - 17:001077512iva agevolata al 10%+ detrazione del36%...chiedici come...SUPER OFFERTABagno completo€6400 solo€5800chiavi in manoPAVIMENTI • RIVESTIMENTI • SANITARI • RUBINETTERIEDelle migliori marche - Riparazioni idrauliche ed ed<strong>il</strong>isenza diritto di chiamata a soli 25€/hEsposizione in <strong>Via</strong> Lungo L’Affrico 102/a FirenzeTel. 055 660793 fax 055 0948142Cell. 328 9387392info@arreda<strong>il</strong>bagno.it - www.arreda<strong>il</strong>bagno.it1085010

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