14 Febbraio 2010attualitàsAN LORENZO/1. L’ipotesi di uno sgombero circolata tempo fa non piaceva agli esercenti<strong>Il</strong> mercato per ora resta al suo posto1066367L’assessore Nardella spiega che per <strong>il</strong> momento non sonostate prese decisioni riguardo a un eventuale trasferimentoin lungarno Pecori Giraldi: “Siamo all’inizio di un percorso,non faremo interventi senza coinvolgere le categorie”Facciamoci... Belli...PARRUCCHIERISOLO IL LUNEDIPROMOZIONIsui seguentiserviziCOLPI DI SOLEda €40PERMANENTE€24 €20VERIBELSKIN TESTLo specchio tecnologico che ti rivela quelloche e’ impossib<strong>il</strong>e vedere ad occhio nudoQuesto mese...analisi GRATUITAinestetismi pelle per viso+ Trattamento specificoin base ai risultatidel test (puliziaviso specifica) +prodottimantenimento(latte+tonico+crema idratante)COLORE€18 € 94 €80ESTETICA<strong>Via</strong> Scipione Ammirato, 69/CTel. 055 670753Luca SerranòUna strana storia, quelladel presunto trasloco dialcuni banchi del mercatodi San Lorenzo.Tralo stupore degli operatori oltre unmese fa hanno infatti cominciato acircolare voci sempre più insistentidi un trasferimento in LungarnoPecori Giraldi, presso <strong>il</strong> mercatomultietnico, delle postazioni raden-L’INTERVENTOParla Mauro Bufalari“Vogliamo bagnie dei vig<strong>il</strong>i fissi”bbiamo grandi progetti,“A speriamo solo che glienti locali ci aiutino in questaavventura”. Mauro Bufalari è<strong>il</strong> nuovo presidente della Commissionecommercio per SanLorenzo, carica ottenuta a largamaggioranza poche settimanefa. Tra le proposte che sarannoavanzate all’Amministrazionespicca senz’altro la costituzionedi un vero e proprio percorso di“banchi caratteristici”, in mododa restituire al centro di Firenzeun mercato autenticamentepopolare. “<strong>Il</strong> Comune ci ha datol’ok, adesso è <strong>il</strong> momento di cominciarea far sul serio”, spiega.Punto qualificante del progetto è<strong>il</strong> ripristino delle vecchie e ferreeregole (in particolare del R.e.c.,Registro Esercenti <strong>il</strong> Commercio)che governavano la materiaprima del decreto Bersani. Inquesto senso, la famigerata leggespeciale per Firenze si rendeancor più necessaria. “Prima ditutto viene la legalità - dice <strong>ancora</strong>Mauro Bufalari, titolare diun banco proprio accanto allabas<strong>il</strong>ica - perché senza un generalizzatorispetto delle normequesto mercato continuerà a degradarsisempre più”. Una sott<strong>il</strong>epolemica anche nei confrontidi quegli operatori che si disinteressanodel bene comune. “E’proprio a questo che servono leregole – racconta – in tal sensoprometto che faremo di tutto permigliorare le cose. Prendete <strong>il</strong>problema dei rifiuti: serve unnuovo sistema di raccolta perevitare che a fine giornata tuttolo sporco si riversi sulle strade”.Le richieste degli ambulanti,d’altra parte, poggiano anchesulle migliaia di euro (800 perogni metro quadro) versateogni anno per l’occupazionedel suolo pubblico. “Chiediamosoprattutto la costruzionedi bagni e la presenza fissa deivig<strong>il</strong>i urbani - conclude MauroBufalari - siamo stanchi di esserespennati dalle tasse mentre gliabusivi fanno <strong>il</strong> bello e <strong>il</strong> cattivotempo”./L.S.ti la bas<strong>il</strong>ica. Molti articoli di giornalehanno confermato l’ipotesi, ein poco tempo <strong>il</strong> popolo degli ambulantidi San Lorenzo ha serrato lef<strong>il</strong>a e chiesto compatta un incontrocon l’Amministrazione. La parolafine all’incidente di percorso ègiunta dopo alcuni giorni, col Comuneschierato in blocco a smentirel’ardito progetto. Ma come si èarrivati a tutto questo? Com’è possib<strong>il</strong>eche una notizia così dirompenteabbia potuto fare <strong>il</strong> giro dellacittà? I nuovi componenti dellacommissione commercio per SanLorenzo (oltre duecento votanti,presidente Mauro Bufalari) <strong>ancora</strong>non sanno darsi spiegazioni, main coro fanno barriera all’ipotesisgombero. “È ridicolo pensare dispostarci - spiega Farshid Poosti,vicepresidente della commissioneche rappresenta gli ambulanti delmercato - non siamo oggetti mapersone, e anche piuttosto arrabbiate.Siamo i primi a lamentarcidelle condizioni di San Lorenzoma questo non vuol dire che si possanoprendere decisioni sopra lenostre teste”. Le smentite piovutenei giorni successivi, dunque, nonsono servite a rasserenare completamente<strong>il</strong> clima. <strong>Il</strong> timore è ovviamentequello che la proposta tornidi nuovo sul piatto, magari sottoaltra forma. “L’amministrazione hapreso degli impegni - tuona Giorgio,tra gli ambulanti più longevi (eascoltati) del mercato - Noi siamosempre stati disponib<strong>il</strong>i ma è chiaroche se fossero davvero queste le intenzionici arrabbieremmo molto”.Dario Nardella, vicesindaco nonchéassessore allo sport e allo sv<strong>il</strong>uppoeconomico, tiene a precisareche nessuna decisione è stata presaal riguardo. “Siamo solo all’iniziodi un lungo percorso di riqualificazionedei mercati – spiega – e dicerto ad oggi non possiamo saperequali saranno gli scenari futuri.Quel che mi sento di assicurare, adogni modo, è che non faremo interventiradicali senza coinvolgerele categorie interessate”. Frasi chegiungono soavi alle orecchie degliambulanti, <strong>ancora</strong> scosse dagliarticoli apparsi in serie sui giornali.“Vorrà dire che qualcuno remacontro - scuote <strong>il</strong> capo un giovaneoperatore di via dell’Ariento - forsediamo fastidio, su di noi si diconotante falsità”. La presenza di mercemade in China, per esempio, è unadelle accuse che fa più arrabbiaretitolari e gestori di banchi. “Ma liguardate i prodotti dei negozi delcentro? La merce cinese è dappertutto,possib<strong>il</strong>e che la colpa sia soltantonostra?”.Ci accusanodi vendere mercemade in China,ma lo fanno tutti
attualitàsAN LORENZO/2. In aumento <strong>il</strong> numero dei commercianti dell’estremo oriente che affittano bancarelleE tra i banchi si parla sempre più cinese15Riccardo BianchiQuando chiedi di uncinese che ha unbanco di alimentarinel mercato copertodi San Lorenzo, qualcunodice che forse ti sbagli. EppureDong è lì, e da quattro mesivende la sua verdura. Qui è <strong>il</strong>primo della sua etnia: “Volevolavorare - dice - <strong>il</strong> mercato mipiaceva e ho provato”. Accanto,due bangladeshi che vendonofrutta. “Anni fa i bangladeshihanno comprato tanti banchi evendevano tutti frutta e verdura- dice Alessandro, uno deglioperatori storici - ma è andatamale. Hanno smesso quasi tutti”.Nessuno commercia carneo pesce: i frigoriferi costanotantissimo. Anche fuori, tra le242 bancarelle, gli ultimi arrivatisono originari di Cina eBangladesh, ma sono già tanti.Negli anni ci sono stati primai persiani, poi i palestinesi, poigli slavi, i rumeni e i bras<strong>il</strong>iani.Adesso loro, che per alcunihanno superato le altre etnie. E,pure qui, vendono tutti la stessaroba: vestiti e foulard i cinesi,borse e ciondoli gli altri. Tuttoa pochi euro. Parlarci è diffic<strong>il</strong>e.Qualcuno sa l’inglese, l’italiano<strong>il</strong> minimo indispensab<strong>il</strong>e.Ma gli affari vanno male: “Èmezzogiorno e ho venduto 15euro. Lui zero e lei pure - raccontaOtello, quarant’anni diesperienza, indicando <strong>il</strong> vicinosenegalese e la vicina mandarina- I cinesi ci provano. Ma <strong>il</strong>problema è che c’è qualcuno,italiano, che affitta i banchi aprezzi alti nonostante la crisi.Li frega”. Le cifre vanno dai2.500 euro al mese per un postointorno alla bas<strong>il</strong>ica ai 500di via Panicale, dove ci sonotanti posti vuoti, perché aprireal mattino costa più che tenerechiuso.A San Lorenzo quasi tutti vendonoaccessori in pelle, vestitiNell’area esterna sono tantigli ambulanti asiatici, mentre in quellacoperta per adesso c’è solo Dong,che da quattro mesi vende lì la sua verdurae poco altro. Colpa anche di unturismo più povero. “I cinesipagano sempre - li difende Angelo,che gestisce una delle cooperativeche monta i banchi almattino e li smonta la sera - Coni bangladeshi si fa fatica, maanche con gli italiani. Solo chese loro poi se ne vanno, chi tipaga?”. Qualche commercianteli accusa di slealtà: “Vendono latua stessa merce, ma abbassano<strong>il</strong> prezzo. Ti fanno chiudere”,sostiene Edgar, bras<strong>il</strong>iano. Maormai nel mercato è quasi tuttouguale, fatto in Cina o comunquedai cinesi. A punirli, però,è l’inesperienza. “Sono anch’iostraniero - dice Dragosh, che haun banco in via Panicale - maho lavorato come commesso perotto anni, prima di mettermi inproprio. Loro aprono dall’oggial domani e si fanno concorrenza.Non sanno come si lavora.Alcuni hanno già chiuso. Andràcosì anche per gli altri”.FOCUs. Calo di vendite anche per gli stranieri“La crisi c’è anche per noi”In via Panicale un ragazzo neroalticcio saluta un uomo biancoe gli mette una mano sullaspalla. “Amore?”, chiede, e loaccompagna in un negozio, sorpassandodue africani che stannosulla porta. Dopo dieci minuti,l’uomo è <strong>ancora</strong> seduto accantoalla cassa, in fondo al locale.Scene del genere si ripetono <strong>ancora</strong>nella strada, un tempo feudodei neri.Ma oggi non più. Nel bazar colnome africano c’è un cinese.Ovunque rivendite e call centerdi bangladeshi. “Si notano dipiù da quando fanno capannellofuori dal centro Snai” diconoi commercianti italiani. Mac’è chi è storico, come Alamgir,che nel 2001 ha aperto l’OrientalAlimentari, un supermarketetnico: “Vendiamo solo a stranieri,anche operatori del mercato.Abbiamo avuto un calo del70 per cento in pochi anni, maPerso <strong>il</strong> 50 percento in un anno,se continua cosìnoi chiudiamocontinuo a pagare 1400 euro almese di affitto”. Ad un italiano.In piazza del mercato, un piccolonegozio di accessori ha apertovicino al kebabbaro. Dentro dueragazzi cinesi. Una, molto bella,non capisce l’italiano. L’altrodice che l’attività, di tre mesi, èdel fratello. Ma della crisi non saniente. Nel senso che non conoscela parola. I cinesi stanno acquistandoi tanti fondi vuoti delquartiere. <strong>Via</strong> Faenza e le stradelimitrofe sono una costellazionedi commercianti asiatici. Tra icolleghi italiani la frase è: “Sonobravi, non danno noia. Ma midomando chi e perché gli affittai fondi”. Le clientele sono separate.Al mini-market all’incrociocon via Panicale una commessaanziana con gli occhi a mandorladice che la sua è solo asiatica.Alla friggitoria numero 34,come riportato sulla targa storica,i gestori ora sono cinesi. Laragazza al banco spiega che gliaffari sono calati perché non cisono turisti: “Meno 50 per centoin un anno. Abbiamo mandatovia una commessa. Ma l’affittonon è calato. Se continua così,chiudiamo”. Chi è <strong>il</strong> proprietario?“Un italiano”. /R.B.1062890