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Lavoro, stress e burn-out in ospedale - EndoscopiaDigestiva.it

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GESTIONE12&dir<strong>it</strong>tidoveri<strong>Lavoro</strong>, <strong>stress</strong>e <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> <strong>in</strong> <strong>ospedale</strong>:fattori di protezionee di rischio, specificie aspecifici,<strong>in</strong> endoscopia digestivaLucio Trevisani, Roberto Boccalon,Pierpaolo Boccalon, Giancarlo Caravelli,Sergio Gull<strong>in</strong>i


&dir<strong>it</strong>tidoveri<strong>in</strong> questo fascicolodi GESTIONE12Lo <strong>stress</strong> .................................................................................................................................................................. 5Stress e lavoro san<strong>it</strong>ario .............................................................................................................. 5Dallo <strong>stress</strong> al <strong>burn</strong>-<strong>out</strong>................................................................................................................ 6Burn-<strong>out</strong>: fattori di rischio........................................................................................................ 7Il <strong>burn</strong> <strong>out</strong> <strong>in</strong> <strong>ospedale</strong>: contributi di ricerche <strong>it</strong>aliane........ 8Il <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> <strong>in</strong> endoscopia.......................................................................................................... 10Terapia del <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> .......................................................................................................................... 11Conclusioni ........................................................................................................................................................ 13Bibliografia .......................................................................................................................................................... 13AREA QUALITÀ© 2004 AREA QUALITÀ ® S.r.l.Via Comelico, 3 - 20135 MILANOE-mail: <strong>in</strong>fo@areaqual<strong>it</strong>a.<strong>it</strong>Tutti i dir<strong>it</strong>ti riservatiQuesto fascicolo è stato stampato dalla tipografiaVigrafica di Monza nel mese di marzo 2004Impag<strong>in</strong>azione: Area Qual<strong>it</strong>à - Maurizio Duranti


GESTIONE12Lucio Trevisani * , Roberto Boccalon ** , Pierpaolo Boccalon ° ,Giancarlo Caravelli * , Sergio Gull<strong>in</strong>i **U.O. Gastroenterologia, Azienda Ospedaliera-Univers<strong>it</strong>aria "S. Anna" di Ferrara**Dipartimento di Salute Mentale, AUSL di Ferrara°U.O. Medic<strong>in</strong>a Preventiva dei Lavoratori, A.O.U. Careggi di Firenze&dir<strong>it</strong>tidoveri<strong>Lavoro</strong>, <strong>stress</strong> e <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> <strong>in</strong> <strong>ospedale</strong>:fattori di protezione e di rischio,specifici e aspecifici, <strong>in</strong> endoscopia digestivaLO STRESSHans Selye nel 1936 def<strong>in</strong>ì, come <strong>stress</strong>, la reazionebiologica aspecifica dell'organismo allapresenza di un agente <strong>stress</strong>ante (<strong>stress</strong>or) tesaa ristabilire la condizione precedente (omeostasi).La risposta dell'organismo allo <strong>stress</strong> attraversatre fasi:• Allarme: che comportamodificazioni di caratterebiochimico e ormonale• Adattamento: l'organismo peradeguarsi alla nuova s<strong>it</strong>uazionesi organizza <strong>in</strong> senso difensivo• Esaurimento: <strong>in</strong> cui avvieneil crollo delle difese e l'<strong>in</strong>capac<strong>it</strong>àdi adattarsi ulteriormenteSi dist<strong>in</strong>guono due tipi di <strong>stress</strong>: uno benigno,adattivo e uno dannoso, disadattivo chenon porta all'omeostasi. Se il soggetto è <strong>in</strong> gradodi adottare una strategia adeguata, si potràavere addir<strong>it</strong>tura un miglioramento dellaperformance (eu<strong>stress</strong>). In caso contrario si avràun suo peggioramento (di<strong>stress</strong>) con la comparsasia di s<strong>in</strong>tomi di tipo psicologico (nervosismo,tensione, depressione, irr<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à), sia di-sturbi fisici (disturbi digestivi, difficoltà respiratorie,alterazioni del r<strong>it</strong>mo cardiaco, mal di testa,nausea, debolezza e altro).Nel 1984 Lazarus e Folkman ridef<strong>in</strong>iscono lo<strong>stress</strong> come una transizione fra la persona el'ambiente, nella quale la s<strong>it</strong>uazione è valutatadall'<strong>in</strong>dividuo come eccedente le proprie risorsee tale da mettere <strong>in</strong> pericolo il suo benessere.È riconosciuto al soggetto un ruoloattivo. Egli può <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong>fluenzare l'impattodel fattore <strong>stress</strong>ante mediante strategie cogn<strong>it</strong>ive,emozionali e comportamentali f<strong>in</strong>alizzateal controllo delle proprie reazioni emotive.Oltre agli <strong>stress</strong> psicofisiologici esistono anchegli <strong>stress</strong> psicosociali.Particolare rilievo assumono quegli eventifondamentali della v<strong>it</strong>a che costr<strong>in</strong>gono lapersona ad affrontare dei cambiamenti significativ<strong>in</strong>ella propria v<strong>it</strong>a e richiedono uno sforzodi adattamento.STRESSE LAVORO SANITARIOUno degli amb<strong>it</strong>i psicosociali dello <strong>stress</strong> piùstudiati recentemente è quello lavorativo. Il lavoroumano non è mai, <strong>in</strong> modo esclusivo,semplice produzione di "cose", ma rimandanecessariamente a cose che scottano come l'ident<strong>it</strong>à,la relazione, la produzione di un senso.Ciò è particolarmente evidente nel lavoro terapeuticoed assistenziale.5


&dir<strong>it</strong>tidoveriGESTIONE126Esso si presenta <strong>in</strong>fatti, pr<strong>in</strong>cipalmente, comeun <strong>in</strong>sieme di prodotti/servizi, di lavorazioni/processiche s'<strong>in</strong>trecciano con le aree maggiormenteproblematiche della soggettiv<strong>it</strong>àumana, con i vissuti dolorosi del lim<strong>it</strong>e e dell'<strong>in</strong>certezza,con il timore della malattia e dellamorte. Sofferenze psichiche e somatiche di elevatolivello mobil<strong>it</strong>ano nei pazienti la circolazionedi istanze emotive primarie e di richiesteregressive, evocando nei curanti sentimenti dilivello simmetricamente profondo: desideri disalvezza onnipotente, sentimenti di ostil<strong>it</strong>à, <strong>in</strong>sofferenza,angosce persecutorie, aggressiv<strong>it</strong>à.Il "mestiere di curare", nonostante gli straord<strong>in</strong>arisviluppi della tecnologia, non può del restopresc<strong>in</strong>dere dalla relazione tra persone, tra chirichiede e chi offre un aiuto, ed eludere losquilibrio, disorientante sul piano emotivo,che essa comporta. Per vivere e lavorare sufficientementebene e per provvedere per quantopossibile alla cura degli altri, occorre, ovviamente,che <strong>in</strong>fermieri, medici ed altre figuredella scena della cura, abbiano prima di tuttocura di se stessi. È necessario qu<strong>in</strong>di che l'operatoresia stato formato appos<strong>it</strong>amente per riconosceree governare tutte quelle istanzeemozionali ambivalenti che <strong>in</strong>ev<strong>it</strong>abilmenteemergono nel contatto, a volte frustrante, conla sofferenza dell'altro, mettendolo <strong>in</strong> grado digestire questi sentimenti e di non esserne a suavolta travolto.DALLO STRESSAL BURN-OUTQuando si può parlare di <strong>stress</strong> e quando <strong>in</strong>vecesi deve parlare di <strong>burn</strong>-<strong>out</strong>? Che cosa caratterizza<strong>in</strong> specifico quest'ultimo? Alcuni autorihanno contribu<strong>it</strong>o a sviluppare una maggioreconsapevolezza delle l<strong>in</strong>ee di forza più<strong>in</strong>terne delle strutture san<strong>it</strong>arie e sui fattori eprofili di <strong>stress</strong> e <strong>burn</strong>-<strong>out</strong>.Freudenberger nel 1974 utilizza per la prima volta<strong>in</strong> amb<strong>it</strong>o sociosan<strong>it</strong>ario il term<strong>in</strong>e <strong>burn</strong><strong>out</strong>(bruciato, scoppiato), che nel giornalismosportivo anglosassone descrive il brusco calodi rendimento di un atleta, dovuto al veniremeno degli stimoli motivazionali. Con tale term<strong>in</strong>eegli <strong>in</strong>dica una condizione d'esaurimentofisico ed emotivo, riscontrata tra gli operatoriimpegnati <strong>in</strong> professioni d'aiuto, determ<strong>in</strong>atadalla tensione emotiva cronica creata dalcontatto e dall'impegno cont<strong>in</strong>ui ed <strong>in</strong>tensicon le persone, i loro problemi e le loro sofferenze.Cherniss nel 1982 ha osservato e descr<strong>it</strong>tola S<strong>in</strong>drome di <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> <strong>in</strong> operatori di ServiziSociosan<strong>it</strong>ari e l'ha messa <strong>in</strong> relazione conmassicci processi di ristrutturazione, con processidi ridef<strong>in</strong>izione delle ident<strong>it</strong>à professio-nali, con assetti organizzativi squilibrati, constili di comunicazione problematici, con carenzadi adeguati sistemi premianti, evidenziandoi fattori di rischio e di protezione.Psicologicamente il <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> rappresenta il tipodi risposta ad una s<strong>it</strong>uazione avvert<strong>it</strong>a come<strong>in</strong>tollerabile, <strong>in</strong> quanto l'operatore percepisceuna distanza <strong>in</strong>colmabile tra quant<strong>it</strong>à dirichieste rivoltegli dagli utenti e risorse disponibili(<strong>in</strong>dividuali e organizzative) per risponderepos<strong>it</strong>ivamente a tali richieste. Ne derivaun senso di impotenza acquis<strong>it</strong>a, dovuta allaconv<strong>in</strong>zione di non poter fare nulla per modificarela s<strong>it</strong>uazione, per elim<strong>in</strong>are l'<strong>in</strong>congruenzatra ciò che r<strong>it</strong>iene che l'utente siaspetti e ciò che è <strong>in</strong> grado di offrire. Ciò portaad un esaurimento di energie che può averemolteplici manifestazioni:• S<strong>in</strong>tomi fisici, quali la fatica,frequenti mal di testa, disturbigastro<strong>in</strong>test<strong>in</strong>ali, <strong>in</strong>sonnia,cambiamenti nelle ab<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>ialimentari, uso dei farmaci.• S<strong>in</strong>tomi psicologici, ad esempio,senso di colpa, negativismo,alterazioni dell'umore, scarsafiducia <strong>in</strong> sé, irr<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à, scarsaempatia e capac<strong>it</strong>à di ascolto.• Reazioni comportamentali sulluogo di lavoro, quali assenzeo r<strong>it</strong>ardi frequenti, tendenzaad ev<strong>it</strong>are contatti telefonicie a r<strong>in</strong>viare gli appuntamenti,scarsa creativ<strong>it</strong>à, ricorsoa procedure standardizzate.• Cambiamenti diatteggiamento nei confrontidei pazienti, quali chiusuradifensiva al dialogo, c<strong>in</strong>ismo,spersonalizzazione nei rapporti,distacco emotivo e <strong>in</strong>differenzaai problemi dell'altro.La caratteristica dist<strong>in</strong>tiva del <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> secondoFaber [1983] è che questo non è tanto il risultatodello <strong>stress</strong> <strong>in</strong> sé (che è forse <strong>in</strong>ev<strong>it</strong>abilenelle professioni d'aiuto <strong>in</strong> amb<strong>it</strong>o san<strong>it</strong>ario),ma dello <strong>stress</strong> non mediato, dell'essere<strong>stress</strong>ato senza via d'usc<strong>it</strong>a, senza elementi dimoderazione, senza sostegno. In pratica è uno<strong>stress</strong> lavorativo prolungato nel tempo caratterizzatodalla percezione del soggetto di essere<strong>in</strong> una s<strong>it</strong>uazione senza prospettive, di non<strong>in</strong>travedere una via d'usc<strong>it</strong>a.


<strong>Lavoro</strong>, <strong>stress</strong> e <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> <strong>in</strong> <strong>ospedale</strong>&dir<strong>it</strong>tidoveriMaslach mette <strong>in</strong> evidenza il ruolo degli elementiorganizzativi del lavoro come fattori dirischio e dà una def<strong>in</strong>izione operativa di S<strong>in</strong>dromedi Burn-<strong>out</strong> identificandone i diversiprofili [Maslach 1976, Maslach 1982]:• Esaurimento emotivo: si riferisce allaperd<strong>it</strong>a di energia ed alla sensazione diaver esaur<strong>it</strong>o le proprie risorse emozionaliper affrontare la realtà quotidiana. Fa sìche la persona si senta emotivamentesvuotata e annullata dal proprio lavoro, ecerchi di ev<strong>it</strong>are il co<strong>in</strong>volgimento riducendoil contatto con le persone per distaccarsipsicologicamente dalla s<strong>it</strong>uazione. Coesistecon sentimenti di frustrazione e di tensioneche aumentano nel momento <strong>in</strong> cuigli operatori si accorgono di non poter darepiù se stessi e di non poter essere più responsabilidegli utenti come una volta. Uns<strong>in</strong>tomo ricorrente è il terrore all'idea didoversi recare al lavoro il giorno dopo.• Depersonalizzazione: si presenta comeun atteggiamento di allontanamento e di rifiutonei confronti di coloro che richiedonoo ricevono la prestazione professionale, ilservizio o la cura. Consiste nel trattare iclienti come oggetti e non come persone;distacco e <strong>in</strong>sensibil<strong>it</strong>à verso gli utenti, i collaboratorie l'organizzazione sono le manifestazionipiù tipiche. I s<strong>in</strong>tomi <strong>in</strong>cludonol'uso di un l<strong>in</strong>guaggio denigratorio, rispostecomportamentali negative e sgarbate, pausee conversazioni prolungate con i colleghi.Inoltre l'operatore tenta di sottrarsi al co<strong>in</strong>volgimento,lim<strong>it</strong>ando la quant<strong>it</strong>à e la qual<strong>it</strong>àdei propri <strong>in</strong>terventi professionali, f<strong>in</strong>oa fuggire dalle richieste di aiuto e sottovalutarei problemi dell'utente.• Ridotta realizzazione personale: siriferisce a un sentimento di fallimento professionaleperché l'operatore percepisce lapropria <strong>in</strong>adeguatezza al lavoro; è la tendenzaad autovalutarsi negativamente. Ildecl<strong>in</strong>o della sensazione di competenzaprofessionale è data anche dal fatto chel'operatore si sente <strong>in</strong> colpa per il dis<strong>in</strong>teressee l'<strong>in</strong>tolleranza verso la sofferenza deglialtri e per le relazioni disumanizzate cheha <strong>in</strong>staurato con gli altri; qu<strong>in</strong>di si ha unacaduta dell'autostima e della fiducia nelleproprie capac<strong>it</strong>à personali e professionali.Per la Maslach [1978] il <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> non è tantolo <strong>stress</strong> ma la sua conversione <strong>in</strong> atteggiamentidi distacco emozionale e di meccanic<strong>it</strong>àdei comportamenti dell'operatore, che assumonouna valenza di barriera difensiva.Non c'è dunque una risposta predeterm<strong>in</strong>ataad ogni tipo di <strong>stress</strong> ma questa dipende dalmix di mediatori psicologici (quali valori eabil<strong>it</strong>à di cop<strong>in</strong>g) e dei mediatori s<strong>it</strong>uazionalicui un <strong>in</strong>dividuo può ricorrere di volta <strong>in</strong> volta.Maggiori saranno i mediatori disponibili <strong>in</strong>una particolare s<strong>it</strong>uazione m<strong>in</strong>ori saranno leprobabil<strong>it</strong>à di un es<strong>it</strong>o patologico dell'evento<strong>stress</strong>ante verificatosi.Si può <strong>in</strong>tervenire preventivamente sugli <strong>in</strong>dividuiper prevenire s<strong>it</strong>uazioni di crisi se sirafforzano le loro risorse sia psicologiche sias<strong>it</strong>uazionali.Il processo di <strong>burn</strong>-<strong>out</strong>, non prevenuto nécontenuto, può cristallizzarsi <strong>in</strong> una ent<strong>it</strong>à cl<strong>in</strong>ica,può <strong>in</strong>validare il soggetto fisicamente epsichicamente, può <strong>in</strong>cidere negativamentenei rapporti familiari, amicali e relazionali <strong>in</strong>genere.BURN-OUT:FATTORI DI RISCHIOMa quali sono i fattori che <strong>in</strong>generano nel soggettoesaurimento emotivo, distacco, comportamentodifensivo?Farber ha <strong>in</strong>dividuato i fattori, potenzialmentepresenti <strong>in</strong> tutti gli amb<strong>it</strong>i lavorativi, che possonoessere raggruppati <strong>in</strong> tre grandi variabili permeglio comprendere il problema e studiarne ipossibili rimedi.VARIABILI ORGANIZZATIVERiguardano l'ambiente lavorativo e la sua modal<strong>it</strong>àdi funzionamento. La Maslach r<strong>it</strong>iene cheil <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> nei s<strong>in</strong>goli lavoratori descriva moltodi più le condizioni di lavoro che le loropersone. Contrariamente all'op<strong>in</strong>ione comune,non è tanto l'<strong>in</strong>dividuo a dover cambiarequanto l'organizzazione, specialmente nell'attualescenario socioeconomico.Questa affermazione così forte suggerirebbeche il vero malato, per la studiosa, non sarebbetanto l'<strong>in</strong>dividuo quanto piuttosto l'organizzazionedel mondo del lavoro e la società più <strong>in</strong>generale con i suoi valori. La S<strong>in</strong>drome del<strong>burn</strong>-<strong>out</strong> è <strong>in</strong>dice di una non corrispondenzatra quello che le persone sono e quello che lepersone debbono fare.Esprime un deterioramento che colpisce i valori,la dign<strong>it</strong>à, lo spir<strong>it</strong>o e la volontà delle persone;esprime cioè una corrosione dell'animoumano. È una malattia che si diffonde nel tempocon costanza e gradual<strong>it</strong>à risucchiando lepersone <strong>in</strong> una spirale discendente dalla qualeè difficile riprendersi. La Maslach <strong>in</strong>dividua seipr<strong>in</strong>cipali discrepanze tra le persone e il mondodel lavoro:7


&dir<strong>it</strong>tidoveriGESTIONE1281. sovraccarico di lavoro2. mancanza di controllo3. remunerazione <strong>in</strong>sufficiente4. crollo del senso di appartenenzacomun<strong>it</strong>ario5. assenza di equ<strong>it</strong>à6. valori contrastantiQueste variabili sociali hanno a che vederecon la rete di sostegno di cui una persona puògodere e <strong>in</strong> particolar modo della rete di sostegno<strong>in</strong>formale (parenti, amici, colleghi, personecon cui si condividono concezioni di v<strong>it</strong>a,affetti e <strong>in</strong>teressi) che, con l'<strong>in</strong>urbamentoprogressivo e il decl<strong>in</strong>o della famiglia patriarcale,si sono ridotti f<strong>in</strong>o a quasi scomparirenella v<strong>it</strong>a delle odierne c<strong>it</strong>tà.Il ridursi di questi spazi di sostegno possibilerendono l'<strong>in</strong>dividuo più fragile poiché è piùdifficile ricorrere, <strong>in</strong> momenti di bisogno, allafunzione protettiva del sostegno <strong>in</strong>formale che<strong>in</strong>vece era più forte nel passato soprattuttograzie all'appoggio familiare. Per gli operatoridella salute, ricorrere alla rete formale di sostegnodiventa più difficile che per la personacomune.C'è una sorta di pudore che <strong>in</strong>ibisce <strong>in</strong> misuramaggiore gli operatori della salute che è datodal fatto di passare dall'altra parte della barricata:da curante a riconoscersi bisognosi dicure. Ecco il perché diventa maggiormente importante,secondo Del Rio [1995], che la dimensioneprotettiva dovrebbe essere ricercata nelproprio gruppo di lavoro; i colleghi, l'équipe,dovrebbero connotarsi come rete o nicchia direciproco sostegno.VARIABILI INDIVIDUALIQueste riguardano le caratteristiche personalidi ciascuno. Il possedere determ<strong>in</strong>ate caratteristiche,a par<strong>it</strong>à di variabili organizzative e sociali,espone la persona a un maggiore rischiodi soccombere di fronte allo <strong>stress</strong>.Giocano <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong> maniera negativa: basso livellodi autostima, bassa soglia di tolleranza allefrustrazioni, elevata sensibil<strong>it</strong>à, sentimenti di<strong>in</strong>adeguatezza.VARIABILI SOCIALICherniss [1982] <strong>in</strong>dividua le seguenti variabilisociali: sfaldamento progressivo del tessuto socialedei quartieri urbani periferici, decl<strong>in</strong>o v<strong>it</strong>acomun<strong>it</strong>aria, scomparsa della rete di sostegni<strong>in</strong>formali del passato.IL BURN OUTIN OSPEDALE: CONTRIBUTIDI RICERCHE ITALIANEIl Convegno sul "Disadattamento al lavoro",promosso dall'Ist<strong>it</strong>uto Italiano di Medic<strong>in</strong>a Sociale[1984] e la Ricerca F<strong>in</strong>alizzata del CNR su"Stress e lavoro" [Boccalon R. 1993] hanno offerto<strong>in</strong>dicazioni metodologiche utili per un'analisi<strong>in</strong>tegrata dei fattori fisici, psichici e sociali di<strong>stress</strong> nel personale del Servizio San<strong>it</strong>ario Nazionale.Da tali ricerche è emersa un'<strong>in</strong>dicazionead effettuare valutazioni multiassiali, a confrontaredati soggettivi e oggettivi per def<strong>in</strong>iremappe dei fattori di rischio occupazionale e diprotezione sufficientemente articolate, capaci didescrivere e comprendere meglio il profilo del"mestiere di curare".Una meta-analisi della letteratura <strong>in</strong>ternazionaleevidenzia alcune lacune:1) I lavori sono <strong>in</strong> genere effettuati su gruppirelativamente piccoli, con scarso o nullo mixdi professional<strong>it</strong>à. Sono numerosi gli studi su<strong>in</strong>fermieri, specie <strong>in</strong> formazione, e su volontari;sono meno frequenti gli studi sui medicied altre figure professionali san<strong>it</strong>arie.2) Sono frequenti studi su alcuni s<strong>in</strong>goli servizio reparti (psichiatria, malattie <strong>in</strong>fettive,riabil<strong>it</strong>azione, oncologia), ma sono pressochéassenti studi che prendano <strong>in</strong> esame un<strong>in</strong>tero <strong>ospedale</strong>.3) Sono usati strumenti di rilevazione moltodiversi che non consentono sempre di confrontarei risultati. Sono utilizzate diffusamentegriglie di valutazione o test validati,come il Maslach Burn <strong>out</strong> Inventory, ma <strong>in</strong> modoisolato, senza contestuali <strong>in</strong>dicatori capacidi mon<strong>it</strong>orizzare la compless<strong>it</strong>à sia dell'esperienzasoggettiva che dell'organizzazionelavorativa.4) Non esistono dati relativi a studi long<strong>it</strong>ud<strong>in</strong>alie multicentrici che possano offrire unamappa dei fattori di rischio e di protezionee che possano orientare <strong>in</strong>terventi sul pianoformativo ed organizzativo e valutarne <strong>in</strong>modo affidabile l'efficacia.In un'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e condotta <strong>in</strong> parallelo nell'OspedaleS. Anna di Ferrara e nell'Ospedale Careggidi Firenze [Boccalon R. 2000, Boccalon P. 2002], èstato utilizzato un questionario autosomm<strong>in</strong>istrato,anonimo, multiassiale, <strong>in</strong> grado diesplorare contestualmente sia i profili dell'esperienzasoggettiva che della organizzazione lavorativasu un campione di alcune migliaia di


<strong>Lavoro</strong>, <strong>stress</strong> e <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> <strong>in</strong> <strong>ospedale</strong>&dir<strong>it</strong>tidoveridifferenze non sono statisticamente significative.Sia i medici che gli <strong>in</strong>fermieri dell'endoscopiapresentano una dim<strong>in</strong>uzione nella percezionesia della fatica fisica (altamente significativa)sia della fatica emotiva (scarsamente significativa).La fatica emotiva sembra prevalere comunquesu quella fisica <strong>in</strong> entrambi i campioni.I medici dell'endoscopia presentano un gradodi soddisfazione professionale complessivamentepiù elevato rispetto ai colleghi, ma la differenzanon raggiunge una forte significativ<strong>it</strong>à.L'<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e conferma l'elevato tasso di <strong>burn</strong>-<strong>out</strong>negli operatori san<strong>it</strong>ari. Sia i medici che gli <strong>in</strong>fermieridell'endoscopia presentano però livellidi <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> significativamente più bassi rispettoal campione di controllo. I dati emersi segnalanopossibili fattori protettivi nel clima di lavorodell'endoscopia.TERAPIA DEL BURN-OUTNon esiste alcuna terapia specifica e qu<strong>in</strong>di realmenteefficace per un quadro di manifesto <strong>burn</strong><strong>out</strong>.L'unico reale rimedio è la prevenzione: è <strong>in</strong>fattiun lavoro molto difficile recuperare una s<strong>it</strong>uazionedegenerata sia per il s<strong>in</strong>golo lavoratoreche per l'ambiente lavorativo nel suo complesso.Coerentemente con il modello psicosociale dispiegazione del <strong>burn</strong>-<strong>out</strong>, che lo vede come unaS<strong>in</strong>drome multifattoriale, l'azione preventiva vaattuata, il prima possibile, a diversi livelli.LIVELLO ORGANIZZATIVORiprendendo lo schema della Maslach sulle discrepanze,fra l'<strong>in</strong>dividuo e l'organizzazione alivello di una s<strong>it</strong>uazione lavorativa abbiamoautomaticamente, formulandone il contrario, lesoluzioni:• sovraccarico di lavoro/caricodi lavoro sostenibile• mancanza di controllo/sentimentodi scelta e di controllo• remunerazione<strong>in</strong>sufficiente/riconoscimentoe ricompensa• crollo del senso di appartenenzacomun<strong>it</strong>ario/senso diappartenenza a una comun<strong>it</strong>à• assenza di equ<strong>it</strong>à/equ<strong>it</strong>à, rispettoe giustizia• valori contrastanti/lavoro riccodi significato e di valori.Ma chi deve promuovere questi cambiament<strong>in</strong>ell'organizzazione? Come sostiene la Maslachl'automiglioramento da solo non è sufficienteper v<strong>in</strong>cere il <strong>burn</strong>-<strong>out</strong>. Per risolvere le discrepanzetra la persona e il lavoro, è necessariofocalizzarsi sia sull'<strong>in</strong>dividuo sia sul luogo dilavoro e non unicamente sulla persona. Bisognapromuovere i valori umani all'<strong>in</strong>terno delmondo del lavoro e creare un sistema che sioccupi di risolvere i cont<strong>in</strong>ui confl<strong>it</strong>ti di valorenelle organizzazioni. Il processo di cambiamento<strong>in</strong> questo senso deve diventare un <strong>in</strong>teresseprior<strong>it</strong>ario dei dirigenti o degli organi dicomando di ogni organizzazione lavorativa.Questo potrà accadere quando si diffonderà laconsapevolezza che il <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> è non solo uncosto emotivo per le persone colp<strong>it</strong>e e per chigli sta vic<strong>in</strong>o, ma anche un costo economico edi efficienza per le organizzazioni. L'obiettivo èdi promuovere <strong>in</strong> ogni organizzazione il superamentodelle sei discrepanze pr<strong>in</strong>cipali <strong>in</strong>dividuatetram<strong>it</strong>e il perseguimento dei valori umaniche ne rappresentano la soluzione.La S<strong>in</strong>drome del <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> è <strong>in</strong>dice di una noncorrispondenza tra quello che le persone sonoe quello che debbono fare. Esprime un deterioramentoche colpisce i valori, la dign<strong>it</strong>à, lo spir<strong>it</strong>oe la volontà delle persone; esprime cioèuna corrosione dell'animo umano. R<strong>it</strong>eniamoche i divari tra la persona e il lavoro possanoessere colmati <strong>in</strong> un modo da re<strong>in</strong>trodurre ivalori umani nel luogo di lavoro, rendendoquest'ultimo più sensibile nei confronti dellepersone.LIVELLO ISTITUZIONALENella gestione quotidiana del "mestiere di curare" èimportante ev<strong>it</strong>are l'iperco<strong>in</strong>volgimento e modularela distanza tra operatore e utente. Operazionenon semplice che chiama <strong>in</strong> causa capac<strong>it</strong>àdi dialettica cont<strong>in</strong>ua di contatto e di separatezza,ma che è condizione perché la relazioneterapeutica non si collassi o irrigidisca. Tutti gliautori sono concordi nel suggerire agli operatorimodal<strong>it</strong>à di gestione delle proprie energie eduna forma di "egoismo responsabile". Stabilire orari,turni, vacanze adeguate può essere consideratoun fattore di prevenzione. Si tratta di unadecl<strong>in</strong>azione dei complessi rapporti fra <strong>in</strong>vestiment<strong>in</strong>arcisistici ed oggettuali. Poiché il lavorosi svolge all'<strong>in</strong>terno di gruppi di lavoro o équipediviene cruciale il loro ruolo: l'aggiornamentoed un cont<strong>in</strong>uo <strong>in</strong>terscambio con l'équipe permettonouna riflessione ed una trasmissionedella propria esperienza, anche della più frustrante,permettendone la verifica e la restaurazione[Poterzio 1997].Poiché vi è una <strong>in</strong>tensa mobil<strong>it</strong>azione emozionalesusc<strong>it</strong>ata dal contatto con s<strong>it</strong>uazioni difficilidella medic<strong>in</strong>a, un attento riconoscimento e11


&dir<strong>it</strong>tidoveriGESTIONE1212la rielaborazione di tali componenti rappresentanosenza dubbio una modal<strong>it</strong>à di rafforzamentodella rete di operatori che si dedicanoall'assistenza ed un consistente alleggerimentodel carico emotivo che grava sul s<strong>in</strong>golo.La coesione del gruppo di lavoro appare <strong>in</strong>oltreun fattore protettivo nei confronti del <strong>burn</strong><strong>out</strong>:gruppi coesi rappresentano più elevati livellidi comunicazione, anche emozionale; all'<strong>in</strong>ternodi essi l'etica del lavoro e la soddisfazionelavorativa appaiono più sviluppate.L'attenzione alla cura del conten<strong>it</strong>ore ist<strong>it</strong>uzionaleha dunque ripercussioni pos<strong>it</strong>ive sia sullaqual<strong>it</strong>à di lavoro degli operatori che sull'andamentodella gestione dei pazienti.Il gruppo di lavoro cost<strong>it</strong>uisce un elemento dicont<strong>in</strong>u<strong>it</strong>à e di stabil<strong>it</strong>à nella difficile gestionedei momenti cruciali del paziente e del repartostesso. Appare di primaria importanza <strong>in</strong> questocontesto la figura del leader, al quale spessoil gruppo richiede attenzione paterna e checontemporaneamente deve oggi confrontarsicon il problema dell'aziendalizzazione delleASL e con problematiche di ord<strong>in</strong>e economico,amm<strong>in</strong>istrativo che essendo spesso lontane ocontrastanti con esigenze cl<strong>in</strong>iche, generano discordie,malumori, scissioni. Il leader assume ildelicato ruolo di cont<strong>in</strong>ua mediazione tra richiestedi diversa natura e provenienza, ma chetuttavia ugualmente <strong>in</strong>fluenzano il funzionamentodel gruppo .Bal<strong>in</strong>t [1961] comprese quanto un rapportomedico-paziente difficile, <strong>in</strong>felice o spiacevolepotesse <strong>in</strong>fluenzare negativamente il decorsodella sofferenza e di conseguenza , <strong>in</strong>dicò, attraversouna formazione di gruppo, come adoperare<strong>in</strong> modo tecnicamente corretto le capac<strong>it</strong>à<strong>in</strong>dividuali di rapporto umano quotidianamenteimpiegate nell'esercizio professionale.LIVELLO PERSONALENelle professioni di aiuto bisogna tenere presenteche l'operatore è obbligato a confrontarsifrequentemente con la difficoltà di attribuzionedi un senso agli avvenimenti della v<strong>it</strong>a umana.Tale riflessione risulta meno gravosa per chiabbia sviluppato una propria elaborazionepersonale <strong>in</strong> mer<strong>it</strong>o ai fondamentali nodi dell'esistenzaumana (amore, v<strong>it</strong>a, ma soprattuttodolore e morte). In caso contrario il soggetto,che è necessariamente esposto a cont<strong>in</strong>ue sollec<strong>it</strong>azioni<strong>in</strong>terrogative <strong>in</strong> mer<strong>it</strong>o a tali argomenti,produce <strong>in</strong>ev<strong>it</strong>abilmente confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à edisagio spir<strong>it</strong>uale.La prevenzione del fenomeno del <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> richiedeche non si verifichi un <strong>in</strong>vestimento eccessivo<strong>in</strong> campo lavorativo a scap<strong>it</strong>o di relazioniaffettive e familiari. È necessario che ilsoggetto sappia mantenere la giusta distanzatra il co<strong>in</strong>volgimento susc<strong>it</strong>ato dai problemi lavorativie la propria v<strong>it</strong>a privata. Se vi è unosbilanciamento di energie <strong>in</strong>vest<strong>it</strong>e tra il quotidianoe il mondo del lavoro e soprattutto semanca una reale rete affettiva non avviene ilnecessario rifornimento energetico per affrontaregli <strong>stress</strong> lavorativi. Risulta qu<strong>in</strong>di importanteavere molteplici <strong>in</strong>teressi extralavorativi, ilsostegno familiare e una adeguata rete relazionale<strong>in</strong>terpersonale.È molto difficile che un giovane possegga questedoti di equilibrio fra mondo del lavoro e lav<strong>it</strong>a privata, ed <strong>in</strong>fatti i giovani sono fra i soggettir<strong>it</strong>enuti più a rischio di <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> <strong>in</strong>siemealle donne nubili o divorziate che, <strong>in</strong> quanto tali,non posseggono una adeguata rete affettiva.Così come a livello ist<strong>it</strong>uzionale la prevenzionedel <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> comporta la creazione di strutturedi sostegno all'<strong>in</strong>terno dell'équipe, a livellopersonale è importante che questa possibil<strong>it</strong>àdi sostegno vi sia.Le ricerche e gli studi svolti hanno sugger<strong>it</strong>ovari modelli d'azione e d'<strong>in</strong>fluenza delle relazionidi sostegno attraverso i quali si esplicherebbequest'azione pos<strong>it</strong>iva e tutelatrice dellasalute: due dei modelli esemplificativi sonoquello d'azione diretto e quello d'azione <strong>in</strong>diretto[Bandolato 1993].Modello d'azione diretto: il sostegno può<strong>in</strong>fluire pos<strong>it</strong>ivamente sulla salute anche <strong>in</strong>dipendentementedalla presenza di <strong>stress</strong> di v<strong>it</strong>a.Si ipotizza che il poter contare su un'adeguatarete sociale supportiva sia fonte di benessere fisicoe psicologico.Modello d'azione <strong>in</strong>diretto (o modellotampone): nella sequenza <strong>stress</strong>-sostegno-salute,il sostegno arg<strong>in</strong>a e modula le conseguenzedello <strong>stress</strong> sulla salute <strong>in</strong> vario modo, può:• modificare il significato dell'evento<strong>stress</strong>ante (ad es., un soggettoche gode di alcune relazioni disostegno può essere aiutato nellosdrammatizzare gli eventi)• favorire nuove strategie peraffrontare gli eventi• aumentare le difese contro leemozioni negative scatenatedall'evento (le emozioni sonocontenute ed elaborate)• potenziare le difese adattivemigliori che si mantengonoefficaci anche molto dopo l'evento<strong>stress</strong>ante.


<strong>Lavoro</strong>, <strong>stress</strong> e <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> <strong>in</strong> <strong>ospedale</strong>&dir<strong>it</strong>tidoveriCONCLUSIONIIl fenomeno <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> cost<strong>it</strong>uisce solo un segmentodelle possibili manifestazioni di disagiooccupazionale <strong>in</strong> una struttura san<strong>it</strong>aria, ma èparticolarmente <strong>in</strong>sidioso <strong>in</strong> quanto m<strong>in</strong>a selettivamentela capac<strong>it</strong>à di sentire e di relazionarsicon l'altro. L'Organizzazione Internazionaledel <strong>Lavoro</strong> [1992] mette <strong>in</strong> guardia sul fatto chelo <strong>stress</strong> non può più essere considerato unproblema occasionale e <strong>in</strong>dividuale, cui porrerimedio con semplici palliativi. Esso va assumendole proporzioni di un fenomeno globale,con costi crescenti per le aziende e per la società.Va affrontato con mezzi efficaci ed <strong>in</strong>novativiprivilegiando strategie tese all'<strong>in</strong>dividuazionee all'elim<strong>in</strong>azione delle cause, piuttostoche al trattamento delle loro conseguenze.L'area dell'endoscopia sembra avere alcune caratteristicheprotettive rispetto alle d<strong>in</strong>amiche,talora regressive, dell'ist<strong>it</strong>uzione ospedaliera <strong>in</strong>generale. È necessario a tal f<strong>in</strong>e <strong>in</strong>vestigare <strong>in</strong>modo più sistematico la "scena della cura" dell'endoscopia,<strong>in</strong> particolare, l'area di quelle variabili"soft" (formazione, motivazioni <strong>in</strong>dividualie collettive, aspettative di ruolo, atteggiamenti,stili di lavoro) che i diversi attori socialiimplicati immettono nel "campo", e che sonoresponsabili di una quota non trascurabile dellaplastic<strong>it</strong>à del sistema stesso, della sua razional<strong>it</strong>à,della sua efficacia e del suo impatto <strong>in</strong>term<strong>in</strong>i di carico di lavoro. I vissuti, i discorsi, leimmag<strong>in</strong>i e le metafore dell'organizzazionepossono essere recuperati ad una lettura piùconsapevole, aperta al cambiamento maturativo.Solo così l'operativ<strong>it</strong>à può perdere le caratteristichedi una coazione a ripetere meccanicamenteprestazioni e sviluppare le caratteristichesalutari della creativ<strong>it</strong>à. Individuare con maggioreprecisione cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à e fattori di rischio, riconosceree valorizzarle i fattori protettivi, puòaiutare a sviluppare una prevenzione primariadello <strong>stress</strong> occupazionale e ad implementarecontestualmente la più consistente dotazionetecnologica dell'<strong>ospedale</strong>: il personale san<strong>it</strong>ario.L'assenza d'<strong>in</strong>terventi preventivi precoci riducela possibil<strong>it</strong>à di una gestione adeguata della risorsaumana dell'<strong>ospedale</strong> e delle sue problematicherelative allo <strong>stress</strong> occupazionale e al<strong>burn</strong>-<strong>out</strong>, col rischio di costr<strong>in</strong>gere l'aziendasan<strong>it</strong>aria a pol<strong>it</strong>iche difensive, tendenti dapprimaalla negazione del problema, e successivamentealla marg<strong>in</strong>alizzazione dei soggetti chepresentano un disagio o sono portatori diistanze che mettono a disagio. Il fallimento diuna pol<strong>it</strong>ica di prevenzione determ<strong>in</strong>a, di fatto,un cortocircu<strong>it</strong>o ist<strong>it</strong>uzionale <strong>in</strong> cui l'aziendasan<strong>it</strong>aria rischia di fallire la sua Mission di promozionee di tutela della salute proprio con ipazienti che gli sono più prossimi, ossia i propridipendenti.BIBLIOGRAFIA1. AA.VV. Disadattamento al lavoro. Ricerca socio san<strong>it</strong>aria. Ist. Italiano Med. Sociale, Roma 1984.2. Bal<strong>in</strong>t M. Medico, paziente, malattia. Feltr<strong>in</strong>elli, Milano 19613. Bandolato G. Le donne nelle professioni d'aiuto. Una ricerca sul <strong>burn</strong>-<strong>out</strong> femm<strong>in</strong>ile. Borla, Roma19934. Bateson G. Verso un'ecologia della mente, Adelphi, Milano 20005. Bion WR. Esperienze nei gruppi, Armando Ed<strong>it</strong>ore 19966. Boccalon P, Boccalon R, et al. 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&dir<strong>it</strong>tidover<strong>in</strong>ei prossimifascicolidiGESTIONEsaranno trattatii seguenti argomenti:13La gestionedel rischio biologico14L’etica della radioprotezione


&dir<strong>it</strong>tidoveriCODICE ARTICOLO 34050022LA REALIZZAZIONE DI QUESTO PROGETTO EDUCAZIONALE È RESA POSSIBILE GRAZIE AL CONTRIBUTO DI

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