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scarica il Notiziario S.I.M. - Società Italiana di Malacologia

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’CuriositàLe conchiglie … misteriose del Capo Murro <strong>di</strong> PorcoAntonio Di BellaCuriosità“Vedrai quante conchiglie si potranno raccogliere al faro<strong>di</strong> Capo Murro <strong>di</strong> Porco” - così mi aveva promessol’amico Aldo Brancato, che da buon collezionista siracusanoconosce ogni anfratto <strong>di</strong> quella zona.Per me si trattava <strong>di</strong> un’ottima occasione per conosceremeglio alcuni tratti della grande penisola della Maddalena,posta a sud <strong>di</strong> Siracusa e <strong>di</strong> cui <strong>il</strong> Capo Murro <strong>di</strong>Porco forma la parte più meri<strong>di</strong>onale e sporgente.Lo strano toponimo sembra avere a che fare con la formadel Capo stesso (muso <strong>di</strong> maiale) ma, più verosim<strong>il</strong>mente,stando ad una vecchia carta del ’600, deriverebbedall’arabo rasi cansir (capo dove si trovano moltiporci).Giunti sul posto, con Aldo alla guida (io avrei sbagliatostrada chissà quante volte) non posso che ammirare unalocalità miracolosamente sgombra <strong>di</strong> seconde case, dall’aspettoselvaggio e ventoso e con <strong>il</strong> faro che sorge isolatosu un pianoro ricoperto da una fitta vegetazione apalma nana (futura riserva marina e terrestre, come miconferma l’amico).Il faro, un tempo abitato, è abbastanza <strong>di</strong>stante dal mareed è posto su un tavolato calcareo estremamente accidentatoe tormentato.Malgrado <strong>il</strong> cammino risulti impervio e rischiando <strong>di</strong>slogarci una gamba ad ogni passo, ci avviamo verso <strong>il</strong>mare, <strong>di</strong>stante una cinquantina <strong>di</strong> metri e ci affacciamodal ciglio <strong>di</strong> uno spettacolare strapiombo.Il mare è color blu intenso e non si scorge <strong>il</strong> fondo, manon si vede neanche alcuna spiaggetta o possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>scendere dalle pareti a picco, alte almeno venti metri.Appagato dal panorama suggestivo, lo sono assai menoper la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> raccogliere le conchiglie promesse,così guardo Aldo che mi fa:“le conchiglie non si trovano in mare ma verso terra, aipie<strong>di</strong> del faro”.Vagamente deluso e già pensando a conchiglie terrestri,risalgo la scogliera e mi accorgo che la roccia dove mettoi pie<strong>di</strong> è profondamente incisa e al fondo <strong>di</strong> ogni incisione,quello che avevo preso per normale terriccio, sirivela detrito marino, dello spessore <strong>di</strong> un buon palmo,e contenente frammenti <strong>di</strong> Astroides calycularis, corallivari, piccoli ricci, granchiolini e conchiglie.In poco tempo, frugando carponi dal fondo <strong>di</strong> questeincisioni, raccolgo due perfette Mitra cornea, svariatiMuricopsis cristatus, opercolati e color arancio vivo,qualche piccola Chlamys multìstriata, trivie, raphitoma,persino un grosso frammento <strong>di</strong> Umbraculum e tantealtre piccole specie non propriamente <strong>di</strong> superficie,mentre <strong>il</strong> detrito stesso, a ben guardare, sembra almeno<strong>di</strong> una ventina <strong>di</strong> metri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà.Sono perplesso, quali ondate mostruose riescono a sollevare<strong>il</strong> fondo del mare e scagliare conchiglie e detritoa tale altezza e <strong>di</strong>stanza dal ciglio del <strong>di</strong>rupo?Qualcosa chiaramente non quadra.“Mi arrendo” <strong>di</strong>co “non mi spiego come faccia a depositarsiquesto detrito, non credo che le ondate, perquanto forti, possano arrivare fin qui!”.Aldo, che chiaramente non vedeva l’ora <strong>di</strong> svelarm<strong>il</strong>’arcano, mi spiega: “ve<strong>di</strong>, ad ogni fessura della rocciacorrisponde una cavità scavata nei m<strong>il</strong>lenni dall’acquapiovana, che la collega ad una grande grotta sottomarinacha ha l’apertura a quattro metri sotto <strong>il</strong> pelo dell’acquae che si addentra per decine <strong>di</strong> metri fin sotto i nostripie<strong>di</strong>” – “d’inverno – prosegue – “con forti venti <strong>di</strong>scirocco e levante, <strong>il</strong> moto ondoso è tale che funzionacome un gigantesco stantuffo spingendo a forza <strong>il</strong> contenutodella grotta su per tutti questi condotti, per cui,durante le mareggiate, è possib<strong>il</strong>e vedere sgorgare dallaroccia innumerevoli zamp<strong>il</strong>li e fontane <strong>di</strong> detrito e conchiglie”.La spiegazione, tanto sbalor<strong>di</strong>tiva quanto convincente,mi lascia comunque meravigliato, certo nonavrei mai immaginato <strong>di</strong> poter raccogliere conchigliemarine in maniera così bizzarra, quin<strong>di</strong>, lasciamo la zonanon senza fantasticare su geyser <strong>di</strong> conchiglie e <strong>di</strong>farci la doccia alla maniera <strong>di</strong> Zio Paperone. A smorzareun po’ <strong>il</strong> mio entusiasmo ci pensa Aldo che mi fa sapereancora che <strong>il</strong> fenomeno è accompagnato da gorgoglii sinistrie da rumori come l’ansimare <strong>di</strong> un gigante, percui, complici <strong>il</strong> cattivo tempo e la selvaggia solitu<strong>di</strong>nedel posto, nessuno si sente particolarmente incoraggiatoa restare, specie verso sera, “è meglio quin<strong>di</strong> – conclude– venire in primavera, alla fine delle mareggiate econ <strong>il</strong> bel tempo”, come abbiamo fatto noi.18

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